Le ore lavorate per la produzione del Pil a livello trimestrale I trimestre 1980 I trimestre 2008

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1 11 agosto 2008 Le ore lavorate per la produzione del Pil a livello trimestrale I trimestre 1980 I trimestre 2008 Ufficio della comunicazione Tel Centro di informazione statistica Tel Informazioni e chiarimenti Direzione Centrale della Contabilità nazionale Antonella Baldassarini Tel anbaldas@istat.it Maria Giovanna Piras Tel piras@istat.it L Istat presenta le stime trimestrali sull ammontare complessivo delle ore di lavoro che contribuiscono alla produzione del Prodotto interno lordo (Pil). L Istituto, in questo modo, risponde pienamente ai regolamenti comunitari n.1267/2003 e n.1392/200), che modificano il regolamento comunitario n. 2223/96 ed impegnano la contabilità nazionale a produrre serie trimestrali a partire dal 1980, nel rispetto delle scadenze di trasmissione dei principali aggregati economici. Le serie sono disaggregate in sei settori di attività economica (agricoltura; industria in senso stretto; costruzioni; commercio, alberghi, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni; credito, assicurazioni e servizi alle imprese; altri servizi) e per posizione nella professione (dipendenti e indipendenti). Il monte ore lavorate rappresenta la misura più idonea dell input di lavoro nel processo produttivo, in quanto incorpora le modifiche delle modalità di utilizzo di tale fattore come quelle derivanti dall evoluzione dell impiego di orari flessibili o part-time. Esso assicura quindi una maggiore comparabilità internazionale delle stime sulla dinamica della produttività del lavoro. A partire da giugno 2005, le ore lavorate sono inserite, insieme al numero degli occupati interni, quale indicatore di riferimento per l analisi del mercato del lavoro, nell ambito del programma di stabilità e di convergenza. Il monte ore lavorate comprende, nel rispetto delle definizioni del Regolamento 2223/96 del Consiglio Europeo sul sistema dei conti economici nazionali e regionali (SEC95), l insieme delle ore effettivamente lavorate, sia retribuite che non retribuite, in qualsiasi posizione professionale (dipendente e indipendente), purché finalizzate alla produzione del reddito. Le stime sul monte ore lavorate fanno riferimento, in particolare, alle posizioni lavorative interne; queste ultime consistono in contratti di lavoro espliciti o impliciti tra persone (residenti o non residenti) e unità produttive residenti nel paese. Le stime rispondono, inoltre, ad un esigenza di esaustività, che tiene conto sia del tempo di lavoro impiegato in posizioni lavorative primarie e plurime regolarmente registrate sia di quello prestato in attività non regolari, in quanto non dichiarate al fisco o alle istituzioni previdenziali e assicurative. 1

2 Il monte ore lavorate Il monte ore lavorate rappresenta il totale delle ore che una persona dedica all attività lavorativa, sia essa retribuita o non retribuita. Generalmente, il monte include le ore di lavoro normali, le ore di straordinario, la pausa per il pranzo, la formazione, così come il tempo perso per momentanee interruzioni nella produzione. Non sono incluse le ore non lavorate per scioperi e per assenze dal lavoro dovute a ferie, malattia, maternità e altri motivi. Il monte ore lavorate è ottenuto moltiplicando il numero delle posizioni lavorative, principali e secondarie, per quello delle ore lavorate pro-capite. Come detto, le stime sono elaborate e rese disponibili per sei settori di attività economica (agricoltura; industria in senso stretto; costruzioni; commercio, alberghi, pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni; credito, assicurazioni e servizi alle imprese; altri servizi) e per posizione nella professione (dipendenti e indipendenti). Le posizioni lavorative trimestrali sono stimate utilizzando informazioni sul numero degli occupati con attività principale e unica e su coloro che svolgono una seconda attività, così come rilevate da indagini statistiche e amministrative (in particolare, l indagine sulle forze di lavoro, l indagine sulle retribuzioni di fatto e costo del lavoro, gli indicatori di occupazione della Ragioneria Generale dello Stato per il pubblico impiego, i dati forniti dalla Banca d Italia per l occupazione nel settore del credito). Per approfondimenti sulle stime e sulle fonti, si veda la Nota metodologica. Le ore lavorate pro-capite trimestrali sono ottenute in prevalenza utilizzando dati sulle ore effettivamente lavorate da ciascun occupato nella settimana di riferimento così come rilevati dall indagine continua sulle forze di lavoro. I dati settimanali sono riportati a valori pro-capite trimestrali considerando tutte le settimane del trimestre di riferimento. Le posizioni lavorative e il pro-capite delle ore effettivamente lavorate sono stimati per due diverse tipologie di prestazioni lavorative: - le posizioni lavorative principali e uniche; - le posizioni lavorative multiple. Il monte delle ore effettivamente lavorate è ottenuto moltiplicando i diversi pro-capite orari rilevati dalle indagini (quello relativo all attività unica o principale e quello relativo all attività secondaria) per il numero delle corrispondenti posizioni lavorative. Il monte delle ore effettivamente lavorate rappresenta, in sintesi, un indicatore del volume di lavoro che tiene conto a livello trimestrale della variazione sia degli orari di fatto sia del numero delle posizioni di lavoro (principali e secondarie). I risultati nel primo trimestre del 2008 Nel primo trimestre 2008 il monte ore lavorate riferito all intera economia, destagionalizzato e corretto per gli effetti di calendario, è rimasto invariato rispetto al livello del quarto trimestre dello scorso anno (Tabella 1). Il risultato riflette un lieve incremento del numero delle posizioni (+0,1 per cento), compensato da un calo delle ore lavorate pro-capite. Rispetto allo stesso periodo del 2007 si è registrato un incremento (+1,3 per cento), riconducibile soprattutto all aumento delle posizioni lavorative (+0,8 per cento). Il primo trimestre del 2008 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente ed una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del In termini congiunturali, nel primo trimestre del 2008 si rilevano variazioni positive per il monte ore lavorate nell agricoltura (+5,1 per cento), nel settore del credito e dei servizi alle imprese (+0,3 per cento) ed in quello delle altre attività dei servizi (+0,4 per cento), che comprende attività di servizio destinate alle famiglie. L industria in senso stretto, le costruzioni e il settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni registrano, invece, delle flessioni (rispettivamente pari a -0,8 per cento, -2,5 per cento e -0,3 per cento). 2

3 In termini tendenziali, si registrano variazioni positive solo nel settore dei servizi, con incrementi marcati nel comparto del credito (+4,2 per cento) e nelle altre attività (+2,7 per cento) e un aumento più contenuto nel commercio, alberghi e pubblici esercizi (+1,1 per cento). I settori dell agricoltura e delle costruzioni evidenziano le flessioni più significative (-1,6 e -1,5 per cento) e l industria in senso stretto un calo limitato (-0,5 per cento). Tabella 1 Monte ore lavorate. Dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. I trimestre 2008 (valori assoluti in migliaia e variazioni percentuali) Settore di attività Valori assoluti TOTALE ECONOMIA DIPENDENTI INDIPENDENTI Variazioni % Variazioni % Variazioni % I trim '08 su IV trim 07 I trim '08 su I trim 07 Valori assoluti I trim '08 su IV trim 07 I trim '08 su I trim 07 Valori assoluti I trim '08 su IV trim 07 I trim '08 su I trim 07 Agricoltura ,0 5,1-1, ,9 2,2-4, ,1 7,0 0,2 Industria: ,1-1,3-0, ,7-1,8-0, ,4 0,2-2,3 - In senso stretto ,8-0,8-0, ,1-1,1 0, ,7 0,3-2,6 - Costruzioni ,3-2,5-1, ,6-4,2-1, ,7 0,1-2,0 Servizi: ,4 0,1 2, ,4 0,0 2, ,0 0,3 1,1 - Commercio, alberghi, pubblici esercizi e riparazioni, trasporti e comunicazioni ,4-0,3 1, ,6-0,5 1, ,8-0,1 0,3 - Intermediazione monetaria e finanziaria, attività imprenditoriali e immobiliari ,2 0,3 4, ,8-0,4 5, ,4 1,3 2,2 - Altri servizi ,8 0,4 2, ,0 0,5 2, ,8 0,1 2,3 Totale economia ,5 0,0 1, ,0-0,5 1, ,5 1,0 0,2 Per quel che riguarda il monte ore lavorate della componente relativa alle posizioni dipendenti, nel primo trimestre 2008 si osserva (su dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario) una variazione congiunturale positiva unicamente per il settore agricolo (+2,2 per cento) a fronte di una sostanziale stabilità nei servizi, dove le flessioni registrate nel commercio (-0,5 per cento) e nel comparto delle attività finanziarie e dei servizi alle imprese (-0,4 per cento) sono compensate dall incremento rilevato nelle altre attività (+0,5 per cento). Nel settore dell industria si rileva una flessione sia nel comparto dell industria in senso stretto (-1,1 per cento) sia nelle costruzioni (-4,2 per cento) A livello tendenziale, si confermano per i dipendenti dinamiche analoghe a quelle del totale del monte ore lavorate, con un calo sia nel settore agricolo (-4,2 per cento) sia nel settore delle costruzioni (-1,2 per cento) e un aumento nei servizi (+2,9 per cento) dovuto alla crescita marcata delle attività finanziarie e dei servizi alle imprese (+5,6 per cento). Monte ore lavorate Variazioni tendenziali percentuali Dati destagionalizzati e correttiper gli effetti di calendario 4 Monte ore lavorate Variazioni congiunturali percentuali Dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario III 00 III 01 III 02 III 03 III 04 III 05 III 06 III 07 III III 00 III 01 III 02 III 03 III 04 III 05 III 06 III 07 III 08 L indicatore del monte ore lavorate delle posizioni indipendenti (destagionalizzato e corretto per gli effetti di calendario) evidenzia una crescita nel primo trimestre 2008, rispetto a quello precedente, (+1,0 per cento) in tutti i settori produttivi, ad eccezione del commercio (-0,1 per cento); una variazione 3

4 positiva si registra, sebbene in misura più lieve, anche rispetto al trimestre precedente (+0,2 per cento) con l esclusione dell industria, dove il monte ore lavorate subisce una battuta d arresto (-2,3 per cento). La serie del monte ore lavorate dal 1980 Il monte ore lavorate mostra significative variazioni nel corso del tempo, riflettendo gli andamenti eterogenei delle sue principali componenti, rappresentate dalle ore lavorate pro-capite e dalle posizioni lavorative. Tra il 1980 e il 2007 è possibile individuare diverse fasi di crescita e contrazione nell evoluzione del monte ore lavorate per l intera economia, riconducibili soprattutto alla dinamica delle posizioni lavorative (Grafico 1). L andamento nel tempo del numero medio di ore lavorate procapite presenta, invece, a livello aggregato, una variabilità relativamente contenuta sovrapposta a una tendenza di lungo periodo lentamente decrescente. Il numero medio di ore lavorate pro-capite registra apprezzabili differenze tra i principali settori di attività economica (Grafico 2). I dati trimestrali medi annui, per il periodo , caratterizzato da un trend crescente dell input di lavoro, e quelli relativi ai quinquenni successivi rilevano, inoltre, una diminuzione nel tempo delle ore lavorate pro-capite in tutti i settori produttivi fino al 1997, ad eccezione dell industria in senso stretto dove le ore pro-capite tendono a crescere; nei due periodi successivi, le ore lavorate pro-capite trimestrali diminuiscono nel settore dell industria in senso stretto e dei servizi, mentre tendono ad aumentare nel settore agricolo ed in quello delle costruzioni. Grafico 1 - Monte ore lavorate, posizioni lavorative e ore lavorate pro-capite per posizione lavorativa. Dati trimestrali (Numeri indici 1980=100) 125,0 120,0 115,0 110,0 105,0 100,0 95,0 90, monte procapite posizioni Grafico 2 Numero medio di ore lavorate per posizione lavorativa dettagliate per settore di attività economica. Dati trimestrali medi annui (valori assoluti) Agricoltura Industria s.s. Costruzioni Servizi 4

5 Analizzando la dinamica delle due componenti che contribuiscono alla stima del monte ore lavorate - posizioni lavorative e ore lavorate - si individuano forti differenziazioni nei tassi di crescita medi annui in alcuni sottoperiodi (Tabella 2). Tabella 2 Monte ore lavorate, posizioni lavorative e ore lavorate pro-capite per settore di attività economica. Tassi di crescita medi annui Industria In Agricoltura Industria senso Costruzioni Servizi Totale stretto Monte ore lavorate -4,5-1,1-1,2-0,5 2,7 0, Posizioni lavorative -3,7-1,0-1,3 0,1 2,7 0,7 Ore pro-capite -0,8 0,0 0,1-0,5 0,0-0,1 Monte ore lavorate -3,5-0,8-0,9-0,5 0,5-0, Posizioni lavorative -2,4-1,0-1,0-1,0 1,0 0,1 Ore pro-capite -1,1 0,2 0,1 0,5-0,4-0,3 Monte ore lavorate -2,3 0,3-0,6 3,2 1,7 1, Posizioni lavorative -2,3 0,6-0,2 3,3 2,3 1,5 Ore pro-capite 0,0-0,4-0,4-0,1-0,6-0,5 Monte ore lavorate -0,3 0,8 0,1 2,9 1,1 1, Posizioni lavorative -2,0 0,6 0,0 2,1 1,1 0,8 Ore pro-capite 1,7 0,3 0,1 0,8 0,1 0,2 In particolare, nel periodo la crescita del monte ore lavorate nell insieme dell economia deriva dalla dinamica positiva delle posizioni lavorative, le quali contribuiscono a più che compensare la leggera flessione delle ore lavorate medie annue pro-capite, dovuta peraltro al calo localizzato nei comparti dell agricoltura e delle costruzioni. Nel periodo , successivo alla crisi economica del 1992, il monte ore lavorate riferito all intera economia subisce una flessione (-0,2 per cento) per effetto di una modesta crescita delle posizioni lavorative (0,1 per cento) e di una più consistente riduzione delle ore lavorate pro-capite (-0,3 per cento). Forti variazioni negative delle posizioni lavorative riguardano tutti i settori produttivi, ad eccezione dei servizi che mostrano una crescita (1,0 per cento). In questo settore si osserva anche un calo delle ore pro-capite (-0,4) che, al contrario, aumentano nei comparti industriali (+0,1 per cento nell industria in senso stretto e 0,5 per cento nelle costruzioni). Nel terzo periodo, compreso tra il 1998 e il 2002, il monte ore lavorate recupera una tendenza crescente (+1 per cento), più accentuata nei servizi (+1,7 per cento) e nelle costruzioni (+3,2 per cento), soprattutto sulla spinta delle posizioni lavorative. A livello settoriale, la componente delle ore lavorate pro-capite presenta una dinamica più negativa del periodo precedente. Nel quarto periodo, compreso tra il 2003 e il 2007, il tasso di crescita medio annuo del monte ore lavorate risulta ancora sostenuto (+1,0 per cento l anno), sospinto sia da una positiva crescita delle posizioni lavorative (+0,8 per cento) che delle ore lavorate pro-capite (+0,2 per cento). Il monte ore lavorate diminuisce soltanto nel settore dell agricoltura (-0,3 per cento), per effetto di una contrazione delle posizioni lavorative (-2,0 per cento). Il monte ore lavorate nell analisi ciclica La disponibilità di una serie trimestrale del monte ore lavorate fornisce un importante contributo informativo sia per l analisi congiunturale dell impiego effettivo del fattore lavoro sia per lo studio della relazione tra la dinamica del prodotto e dell input di lavoro. Ne deriva una rappresentazione dell andamento della produttività meno sensibile agli effetti delle rigidità di aggiustamento dell utilizzo 5

6 del lavoro che caratterizzano altre misure dell occupazione, stimate correntemente dalla contabilità nazionale (quali gli occupati interni, le posizioni lavorative e le unità di lavoro) 1. Per analizzare le principali caratteristiche cicliche del monte ore lavorate in relazione al Pil e alle altre misure dell occupazione, viene presentata un elaborazione statistica sulle serie trimestrali di contabilità nazionale nel periodo , riferite ai suddetti indicatori. Il Grafico 3 riporta le fluttuazioni cicliche del monte ore effettivamente lavorate e quelle del Pil, espresse come deviazioni percentuali dal trend 2. E evidente una correlazione significativa tra le due variabili, nonostante l emergere di discordanze anche prolungate nei rispettivi movimenti; l ampiezza delle oscillazioni appare in media meno ampia per il ciclo del monte ore lavorate che per quello del Pil. Grafico 3 - Andamento ciclico del monte ore lavorate e del Pil. Deviazioni percentuali dal trend 3,00 2,00 1,00 0,00-1,00-2,00-3, ciclo monte ore ciclo pil Un esame più approfondito delle caratteristiche dell indicatore di ore lavorate può essere effettuato considerando congiuntamente misure di volatilità e di persistenza della componente ciclica. La volatilità, misurata tramite la deviazione standard, esprime l ampiezza delle variazioni della componente ciclica di un aggregato, mentre la persistenza, calcolata utilizzando il coefficiente di autocorrelazione in corrispondenza del primo e del secondo ritardo, ne esprime la velocità di aggiustamento. Una maggiore volatilità in combinazione con una minore persistenza indica una maggiore flessibilità nei movimenti della variabile, connessi a fluttuazioni sia di natura ciclica sia di più breve periodo. Il grado di comunanza dei movimenti dei due aggregati (co-movimento) è misurato dal coefficiente di correlazione tra le rispettive osservazioni sfasate temporalmente. La Tabella 3 sintetizza le principali informazioni sulle fluttuazioni cicliche del monte ore lavorate e delle sue componenti, le posizioni lavorative e le ore lavorate pro-capite, in relazione con la componente ciclica del Pil. Dalle statistiche riportate non emerge una chiara indicazione in merito alla maggiore flessibilità del ciclo del monte ore rispetto a quello del Pil in quanto ad una minore persistenza del primo (0,61 al 1 Gli occupati interni rappresentano il numero delle persone fisiche che partecipano alla produzione del reddito nazionale. Le posizioni lavorative sono pari al numero dei contratti, espliciti e impliciti, tra una persona e un unità produttiva residente finalizzati alla produzione. Le unità di lavoro sono l unità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione; sono ottenute dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e delle prestazioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) trasformate in unità equivalenti a tempo pieno. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al Glossario. 2 La componente ciclica è stata ottenuta rimuovendo dalla serie originale la componente erratica e quella di trend. Nell esercizio qui presentato è stato utilizzato il filtro HP (Hodrick-Prescott) con un valore di λ (che rimuove la componente del trend), pari a

7 primo ritardo per il ciclo del monte ore rispetto allo 0,85 per il ciclo del Pil) non corrisponde ad una maggiore volatilità (pari allo 0,77% per il monte ore lavorate rispetto allo 0,92% per il ciclo del Pil). L esame delle correlazioni incrociate evidenzia, inoltre, una dinamica pro-ciclica 3 del monte ore lavorate, ovvero le fasi di espansione dell attività produttiva si accompagnano ad un aumento dell utilizzo delle ore lavorate, pur con ritardo. Sull ampiezza di quest ultimo, le indicazioni non sono univoche, considerando che la correlazione tra le variabili assume valori massimi al ritardo 1 (un trimestre) e al ritardo 4 (quattro trimestri). L analisi della correlazione tra il ciclo del Pil e il ciclo delle posizioni lavorative conferma le caratteristiche di indicatore ritardato di queste ultime: la correlazione del ciclo delle posizioni lavorative risulta massima al terzo e al quarto trimestre di ritardo (0,41). Il ciclo delle ore lavorate pro-capite, invece, presenta una modesta correlazione con il ciclo del Pil, di cui sembra anticipare la dinamica (correlazione massima pari a 0,22 al tempo t-1 e t-4). La Tabella 4 riporta le principali statistiche sul ciclo delle diverse tipologie di input di lavoro (posizioni lavorative, occupati interni e unità di lavoro) posto a confronto con quello del monte ore lavorate, distintamente per settore di attività economica. I risultati evidenziano una maggiore flessibilità della componente ciclica del monte ore lavorate rispetto a quella degli altri input di lavoro: la volatilità è più accentuata (0,77) e si osserva un minor grado di persistenza in corrispondenza del primo e secondo ritardo (0,61 e 0,57). In particolare, emerge una maggiore flessibilità del ciclo monte ore lavorate all interno del settore dell industria, in riferimento agli altri input di lavoro. I risultati presentati devono essere interpretati con cautela e valgono come indicazione di massima, in quanto le analisi sulla componente ciclica delle variabili economiche possono produrre risultati diversi a seconda del metodo di identificazione del ciclo utilizzato. Le evidenze raccolte sembrano, comunque, confermare il carattere pro-ciclico del monte ore lavorate, la sua caratteristica di indicatore ritardato rispetto al ciclo del Pil e la sua maggiore flessibilità in confronto con gli altri input di lavoro. 3 Si fa riferimento ad una dinamica pro-ciclica quando l impiego di ore lavorate segue lo stesso andamento dell indicatore dell attività produttiva; ad esempio, una fase di espansione del Pil si accompagna con un maggiore utilizzo di ore lavorate. 7

8 Tabella 3 Analisi del ciclo del monte ore effettivamente lavorate e delle sue componenti. Variabile di riferimento ciclo del Pil Periodo di riferimento I trimestre 1980 I trimestre Volatilità (deviazione standard) Persistenza (autocorrelazione) t+i Correlazioni incrociate tra il Pil e la variabile considerata al tempo t+j % relativa i=-1 i=-2 j=-4 j=-3 j=-2 j=-1 j=0 j=1 j=2 j=3 j=4 Monte ore lavorate 0,77 0,84 0,61 0,57-0,07 0,04 0,16 0,20 0,31 0,33 0,30 0,32 0,33 Posizioni lavorative 0,66 0,72 0,80 0,64-0,26-0,12 0,01 0,13 0,26 0,32 0,36 0,41 0,41 Ore lavorate pro-capite 0,53 0,58 0,26 0,38 0,22 0,21 0,22 0,11 0,12 0,07-0,03-0,05-0,03 Nota: La serie del ciclo Pil registra una volatilità pari a 0,92% e un coefficiente di autocorrelazione in corrispondenza del primo ritardo pari a 0,85 e pari a 0,63 al secondo ritardo. Tabella 4 Confronto tra il ciclo del monte ore effettivamente lavorate e le altre misure dell occupazione per settore di attività Misure del lavoro Correlazione con ciclo monte ore Totale economia Volatilità (deviazione standard) Volatilità relativa Persistenza (autocorrelazione) t+i Correlazione con ciclo monte ore Volatilità (deviazione standard) Industria i=-1 i=-2 i=-1 i=-2 i=-1 i=-2 Posizioni lavorative 0,73 0,66 0,86 0,80 0,64 0,82 0,89 0,71 0,84 0,69 0,81 0,73 0,86 0,68 0,52 Occupati interni 0,74 0,74 0,96 0,85 0,70 0,81 0,93 0,74 0,85 0,70 0,79 0,90 1,06 0,81 0,63 Unità di lavoro 0,74 0,66 0,86 0,84 0,66 0,83 1,07 0,85 0,84 0,67 0,79 0,71 0,83 0,76 0,59 Monte ore lavorate 1,00 0,77 1,00 0,61 0,57 1,00 1,25 1,00 0,64 0,59 1,00 0,85 1,00 0,64 0,50 Volatilità relativa Persistenza (autocorrelazione) t+i Correlazione con ciclo monte ore Volatilità (deviazione standard) Servizi Volatilità relativa Persistenza (autocorrelazione) t+i 8

9 Glossario Monte ore lavorate: rappresenta l insieme delle ore effettivamente lavorate, retribuite e non retribuite, in qualsiasi posizione professionale (dipendente e indipendente), purché finalizzate alla produzione del reddito. In base al sistema dei conti economici nazionali (SEC95), questo aggregato esclude: le ore pagate ma non effettivamente lavorate come le ferie annuali, le festività e le assenze (per malattia, sciopero, altro), le pause per i pasti e il tragitto tra casa e lavoro. Rientrano nel calcolo le ore effettivamente lavorate durante il normale orario di lavoro, le ore lavorate in aggiunta alle ore abituali (straordinario), il tempo che si impiega in attività quali la preparazione del posto di lavoro e quello corrispondente a brevi periodi di riposo sul lavoro. Più in generale, rientrano nel calcolo le ore svolte in attività che, ai sensi della contabilità nazionale, vanno considerate ai fini del calcolo del Pil (che esclude principalmente il lavoro casalingo, il volontariato produttivo di servizi, le attività del tipo do-it-yourself diverse dalle manutenzioni straordinarie delle abitazioni e dalla produzione agricola per autoconsumo). Occupati interni: sono gli occupati che partecipano al processo di produzione svolto sul territorio economico di un paese. La definizione di occupazione interna differisce dal concetto di occupazione nazionale. Nella prima sono esclusi i residenti che lavorano presso unità di produzione non residenti sul territorio economico e sono, invece, inclusi i non residenti che lavorano presso unità di produzione residenti. Il concetto di occupazione nazionale, invece, comprende tutte le persone residenti occupate in unità produttive sia residenti sia non residenti, ed esclude le persone non residenti. Il concetto di occupazione insito nell indagine sulle forze di lavoro è assai prossimo a quello di occupazione nazionale. La piena armonizzazione della definizione di occupazione dell indagine sulle forze di lavoro a quella di contabilità nazionale comporta, oltre al passaggio al concetto di interno, anche l inclusione degli occupati dimoranti in convivenze e dei militari di leva che, pur partecipando al processo di produzione del reddito, sono esclusi dal campo di osservazione della stessa indagine. Posizione lavorativa: è definita come un contratto di lavoro, esplicito o implicito, tra una persona e un'unità produttiva residente finalizzato allo svolgimento di una prestazione lavorativa contro corrispettivo di un compenso. Negli schemi di contabilità nazionale le posizioni lavorative rappresentano, quindi, il numero dei posti di lavoro, dati dalla somma delle prime posizioni lavorative e delle posizioni lavorative plurime, indipendentemente dal numero di ore lavorate. Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno: unità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione del reddito realizzato sul territorio economico di un paese, a prescindere dalla loro residenza (occupati secondo il concetto di occupazione interna). Tale calcolo si è reso necessario in quanto la persona può assumere una o più posizioni lavorative in funzione: - dell attività (unica, principale, secondaria); - della posizione nella professione (dipendente, indipendente); - della durata (continuativa, non continuativa); - dell orario di lavoro (a tempo pieno, a tempo parziale); - della posizione contributiva o fiscale (regolare, irregolare). L insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e dalle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) trasformate in unità equivalenti a tempo pieno. 9

10 Le posizioni lavorative a tempo pieno non subiscono riduzioni, se non per effetto delle prestazioni lavorative a tempo ridotto effettuate da lavoratori momentaneamente collocati in cassa integrazione guadagni. Le posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) sono trasformate in unità di lavoro tramite coefficienti ottenuti dal rapporto tra le ore effettivamente lavorate in una posizione lavorativa non a tempo pieno e le ore lavorate nella stessa branca in una posizione a tempo pieno. Le unità di lavoro sono utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi rientranti nelle stime del prodotto interno lordo in un determinato periodo di riferimento. Ore effettivamente lavorate Comprendono: a) le ore effettivamente svolte durante una periodo normale di lavoro; b) le ore lavorate in aggiunta alle ore lavorate in un periodo normale di lavoro e che generalmente vengono pagate con una tariffa più alta (straordinario); c) il tempo dedicato sul luogo di lavoro ad operazioni quali la preparazione del posto di lavoro, le riparazioni e la manutenzione, la preparazione e la pulizia degli attrezzi di lavoro, la compilazione di ricevute, fatture, schede di controllo dei tempi e di relazioni; d) i tempi morti o di inattività trascorsi sul luogo di lavoro a causa, per esempio, di mancanza temporanea di lavoro, di guasti meccanici o per infortunio o il tempo trascorso sul posto di lavoro senza esercitare alcuna attività pur percependo una retribuzione in forza di un contratto di occupazione garantita; e) il tempo corrispondente a brevi periodi di riposo sul posto di lavoro, comprese le pause per ristoro. Viceversa, non comprendono: a) le ore retribuite ma non lavorate, ad esempio per ferie, festività o congedi di malattia; b) le pause per i pasti; c) il tempo impiegato per gli spostamenti tra il domicilio e il luogo di lavoro e viceversa. Ore abituali: per orario abituale di un lavoratore dipendente s intende l orario previsto da contratto; per chi svolge un attività in proprio ci si riferisce invece all orario normale di attività stabilito da leggi, regolamenti (ad esempio, orario di apertura degli esercizi commerciali) o da usi, consuetudini (ad esempio, orario di attività per i liberi professionisti e assimilati). Nelle ore abituali sono comprese le ore in eccesso abitualmente svolte, sia retribuite che non retribuite. Sono escluse le ore per il trasferimento dall abitazione al luogo di lavoro e quelle del pasto durante la pausa di lavoro. La definizione di ore abituali è utilizzata, in genere, nelle indagini rivolte alle famiglie (in particolare, nell indagine sulle forze di lavoro) unitamente a quella di ore effettivamente lavorate. Ore retribuite Riguardano i soli lavoratori dipendenti e comprendono: a) le ore previste dal normale orario di lavoro e le ore di straordinario retribuite durante l anno; b) tutte le ore per le quali il lavoratore dipendente è stato retribuito a tassi ridotti anche se la differenza è stata compensata da versamenti effettuati dagli enti di previdenza e assistenza sociale; c) le ore di lavoro non prestate durante il periodo di riferimento ma retribuite (ferie annuali, congedo di malattia, giorni festivi e altre ore retribuite, ad esempio per visita medica). La definizione di ore retribuite interessa generalmente le indagini rivolte alle imprese. Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al trimestre precedente. 10

11 Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. Dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario: dati depurati delle fluttuazioni stagionali (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e dagli effetti dei giorni lavorativi, delle festività pasquali e dell anno bisestile. Nota metodologica Concetti e definizioni Il monte ore lavorate rappresenta l insieme delle ore effettivamente lavorate, retribuite e non retribuite. L insieme delle ore lavorate comprende anche le ore di lavoro effettuate in aggiunta al normale orario di lavoro; sono escluse dal computo le ore retribuite ma non lavorate (per ferie, festività soppresse, malattia, riduzione di orario per assenteismo, permessi ed altro), così come tutte le ore svolte in attività che, ai sensi della contabilità nazionale, non vanno considerate ai fini del calcolo del Pil (principalmente lavoro casalingo, volontariato produttivo di servizi, attività del tipo do-it-yourself diverse dalle manutenzioni straordinarie delle abitazioni e dalla produzione agricola per autoconsumo). Secondo il sistema dei conti economici (SEC95), le ore lavorate sono la misura più idonea a quantificare l effettivo impiego di lavoro nel processo di produzione del reddito. La disponibilità del volume di lavoro in termini di ore consente, infatti, di tenere pienamente conto delle fluttuazioni di breve periodo dell input di lavoro dovute sia a fattori economici sia a fattori sociali. Per la stima delle ore lavorate, l approccio adottato dall Istat consiste nel moltiplicare le posizioni lavorative (ossia il numero di posti di lavoro ricoperti da ciascuna persona fisica) per il numero medio (trimestrale o annuo) di ore lavorate in ciascuna posizione lavorativa (denominato anche pro-capite di ore lavorate), quest ultimo rilevato direttamente dalle indagini statistiche che misurano tale fenomeno. Le posizioni lavorative sono differenziate per tipologia di lavoro, in modo da applicare dei procapite orari omogenei in relazione all unità statistica di riferimento (impresa, istituzione o famiglia), al settore di attività economica e alla tipologia di occupazione (regolare, non regolare, attività principale e attività secondaria). In assenza di dati sulle ore lavorate le unità di lavoro sono state considerate finora una buona proxy del monte ore lavorate, anche sulla base delle indicazioni del Sistema dei conti economici (SEC 95). Queste sono ottenute applicando alle posizioni lavorative non a tempo pieno dei coefficienti di trasformazione dati dal rapporto delle ore lavorate in attività a tempo ridotto rispetto a quelle lavorate nello stesso settore di attività economica full-time. La dinamica delle unità di lavoro si può discostare da quella del monte ore lavorate in quanto determinata principalmente dalla distribuzione delle posizioni lavorative tra full-time, part-time e secondo lavoro. Il monte ore effettivamente lavorate, invece, è determinato non solo dalla composizione delle posizioni lavorative su indicate ma anche da altre importanti componenti, come lo straordinario e le assenze dal lavoro. Se, ad esempio, le assenze per malattia o altri motivi crescono nel tempo e il livello e la composizione tra posizioni part-time e secondo lavoro non si modifica, il monte ore effettivamente lavorate si contrarrà, mentre le unità di lavoro rimarranno invariate. 11

12 Fonti di informazione congiunturali sulle ore lavorate La disponibilità di informazioni congiunturali sulle ore lavorate è molto ridotta. Le principali fonti di dati sono: 1. la rilevazione continua sulle forze di lavoro, che rileva dati trimestrali sulle ore lavorate settimanali; 2. la rilevazione sull occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese, che fornisce degli indici mensili. La prima è una fonte di informazione rivolta alle famiglie mentre la seconda si rivolge alle imprese. Qui di seguito sono riportate alcune importanti informazioni sulle caratteristiche specifiche delle due indagini. - La rilevazione continua sulle forze di lavoro (RCFL) La rilevazione sulle forze di lavoro fornisce due diverse tipologie di informazione sulle ore lavorate: le ore di lavoro abituali e le ore di lavoro effettivamente lavorate nella settimana dell intervista. Le ore abituali corrispondono al numero di ore normalmente lavorate dalla persona a cui viene somministrato il questionario. Nell orario è compreso anche il numero di ore di straordinario (pagato o non pagato) effettuato abitualmente, ma è escluso il tempo impiegato per raggiungere il posto di lavoro e le pause per il pranzo 4. Le ore effettivamente lavorate includono tutte le ore di straordinario, remunerato e non, escludendo la pausa pranzo e il tempo impiegato per raggiungere il posto di lavoro 5. La definizione di ore lavorate per i dipendenti è in parte diversa da quella che riguarda gli indipendenti. Per i dipendenti si considera come abituale l orario contrattuale di lavoro; per gli indipendenti si definisce abituale l orario normale di attività stabilito sia da leggi, regolamenti, normative (ad esempio, l orario di apertura degli esercizi commerciali) sia da usi, consuetudini, norme di autoregolamentazione ed altro (ad esempio, orario di attività per liberi professionisti e assimilati). I dati dell indagine si riferiscono ad una settimana tipo di sette giorni (dal lunedì alla domenica), anche se il tempo di lavoro si distribuisce su meno giorni lavorativi. La dichiarazione dell intervistato comprende anche eventuali ore lavorate nei giorni festivi o semi-festivi. La nuova indagine sulle forze di lavoro, disponibile dal primo trimestre 2004, non consente di rilevare su quanti giorni lavorativi è distribuito l orario di lavoro. Il periodo di riferimento dell indagine sono le 13 settimane del trimestre e le ore pro-capite individuali si riferiscono ad una media settimanale calcolata su tutte le settimane del trimestre. L indagine riserva una sezione specifica del questionario anche alla seconda attività lavorativa in cui sono riportate alcune informazioni sulle ore settimanali dedicate ad altra attività lavorativa, la posizione nella professione ricoperta e il settore di attività economica (agricoltura, industria e servizi). 4 Le persone che normalmente lavorano a casa devono includere nella risposta il numero di ore che abitualmente dedicano al lavoro. Gli apprendisti, gli stagers o i borsisti devono escludere il tempo impiegato per la formazione a scuola o in centri specializzati. 5 Lo straordinario interessa sia le ore retribuite che quelle non retribuite. Devono, tuttavia, essere considerate tali solo le ore lavorate in aggiunta all orario abituale che non sono recuperabili (per orario flessibile) nel lungo periodo. Anche in questo caso, valgono le stesse considerazioni delle ore abituali per coloro che lavorano a casa e per coloro che effettuano formazione. 12

13 - Rilevazione sull occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese La rilevazione sull occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese è un indagine mensile che si rivolge a circa imprese con almeno 500 addetti nell anno base. I settori di attività economica coperti dall indagine sono l industria (estrazione minerali, attività manifatturiere, produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua, costruzioni), i servizi distributivi e alle imprese (commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni, intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca ed altre attività professionali ed imprenditoriali). La rilevazione consente di elaborare degli indici calcolati come rapporto tra i dati mensili ed i corrispondenti valori medi dell anno base. Rispetto al numero complessivo delle posizioni di lavoro dipendente risultante dall Archivio statistico delle imprese attive 2005 (Asia), la rilevazione delle grandi imprese ha un grado di copertura pari al 15,5% nell industria e al 25,3% nei servizi. Rispetto al numero delle posizioni dipendenti nelle imprese con almeno 500 addetti risultante, il grado di copertura dell archivio risulta pari al 93,8% nell industria e all 88,7% nei servizi. La rilevazione consente di elaborare indici sul numero medio delle ore di lavoro ordinario e straordinario effettivamente prestate dai dipendenti, con l esclusione dei dirigenti; le ore di lavoro pro-capite sono calcolate in rapporto all occupazione al netto della cassa integrazione guadagni. L occupazione dipendente rilevata dall indagine è definita come il numero delle posizioni lavorative attive dei dipendenti, comprese quelle dei dirigenti, al termine del mese di riferimento dell indagine. La procedura di stima Il metodo utilizzato nella produzione della serie del monte ore lavorate trimestrale si è basato su una procedura di stima delle ore trimestrali medie pro-capite, rispettivamente nell attività unica o principale e in quella secondaria. La serie del monte ore lavorate è il risultato del prodotto della serie delle ore lavorate pro-capite con le corrispondenti posizioni lavorative. 6 Come per gli altri aggregati economici della contabilità trimestrale, anche in questo caso il metodo di stima utilizzato è di tipo indiretto e prevede quindi la trimestralizzazione dei dati annuali mediante degli indicatori di riferimento, nel rispetto del vincolo di coerenza annuale. La tecnica attualmente utilizzata dall Istituto stima gli ignoti valori trimestrali sulla base della stessa relazione econometrica individuata relativamente ai dati annuali di contabilità nazionale e gli indicatori annualizzati di riferimento. Il metodo viene utilizzato per la determinazione dei dati trimestrali, sia allorché è noto il valore annuale sia quando quest ultimo non è ancora disponibile. I dati annuali da trimestralizzare sono i pro-capite delle ore effettivamente lavorate nell attività principale, i pro-capite delle ore prestate nell attività secondaria, le posizioni lavorative principali e quelle secondarie. Il tasso di crescita del monte ore lavorate è così correlato sia alla dinamica trimestrale delle posizioni lavorative (primarie e secondarie) sia alla dinamica dei pro-capite delle ore lavorate, che dipendono dall indicatore di riferimento. Gli indicatori utilizzati per trimestralizzare le ore lavorate pro-capite sono derivati dall indagine sulle forze di lavoro e dalla rilevazione mensile sulle grandi imprese dell industria e dei servizi. 6 Le posizioni lavorative, uniche e principali, corrispondono agli occupati interni. Le posizioni secondarie corrispondono al numero delle prestazioni svolte sia in modo regolare e non regolare. 13

14 La scelta è vincolata alla necessità di disporre di una serie trimestrale sufficientemente lunga (a partire dagli anni ottanta) e capace di cogliere la componente stagionale. Attualmente l indicatore che risponde meglio a questi requisiti, per gran parte dei settori produttivi e per le diverse posizioni nella professione, è rappresentato dalla nuova rilevazione sulle forze di lavoro. Per il settore dell industria in senso stretto si è scelto un indicatore composito ottenuto ponderando gli indicatori pro-capite delle forze di lavoro e della rilevazione delle grandi imprese con i pesi che a livello annuo assumono le unità di lavoro nelle classi da 1 a 499 addetti e nella classe dai 500 addetti e oltre. Tale scelta è stata adottata dopo aver analizzato la dinamica congiunturale, tendenziale e la componente stagionale dei pro-capite orari annui, rispettivamente trimestralizzati con l indicatore delle forze di lavoro, con il solo indicatore dell indagine sulle grandi imprese e con l indicatore composito. La ricostruzione delle serie storiche degli indicatori di riferimento utili alla trimestralizzazione dei pro-capite orari annui ha attraversato due fasi. La prima ha riguardato la ricostruzione delle serie trimestrali delle ore pro-capite nella prima e nella seconda attività, per il periodo che intercorre dal quarto trimestre del 1992 al quarto trimestre 2003; in questo caso, è stata utilizzata una metodologia che adotta un approccio modelbased, che si basa sulla stima di modelli di raccordo tra due diverse serie di dati (quelle riferiti al indagine trimestrale e quelli attuali relativi all indagine continua sulle forze di lavoro) stimati per il periodo di sovrapposizione 7. La seconda fase ha riguardato la ricostruzione della serie dei pro capite orari per i trimestri relativi al periodo I trimestre 1980-IV trimestre Per le prime posizioni lavorative è stato utilizzato un approccio differenziato per la ricostruzione della componente del ciclo-trend e per la componente stagionale. La prima componente è stata ottenuta replicando la dinamica tendenziale delle serie delle ore lavorate pro-capite rilevate dalle indagini trimestrali dell epoca (non riallineate) con l attuale indagine continua. La componente stagionale è stata ottenuta replicando la dinamica congiunturale della nuova indagine continua ricostruita a partire dal IV trimestre del La ricostruzione dei pro-capite orari relativi alla seconda attività lavorativa, invece, è stata effettuata utilizzando la dinamica del rapporto delle relative serie delle unità di lavoro e delle posizioni lavorative, ipotizzando che tale rapporto approssimi la dinamica dei pro-capite orari trimestrali effettivi. La procedura di correzione degli aggregati per gli effetti di calendario si basa sul metodo della regressione, che consente di depurare le serie dall influenza del diverso numero dei giorni lavorativi, delle festività pasquali e dell anno bisestile. Per la destagionalizzazione e la correzione per gli effetti di calendario è stata utilizzata la procedura Tramo Seats (per una sintetica presentazione di tale metodo si veda La nuova strategia di destagionalizzazione degli indicatori congiunturali Note rapide, Anno 4, n.3, Istat, 1999). Le serie del monte delle ore effettivamente lavorate, rispettivamente per i dipendenti e per gli indipendenti, sono state ottenute sommando i corrispondenti monti delle prime e delle seconde posizioni lavorative. Quest ultime, in particolare, sono state ottenute moltiplicando le serie trimestrali delle ore pro-capite (grezze, corrette e non corrette per gli effetti di calendario, e destagionalizzate, corrette per gli effetti di calendario) per le corrispondenti serie trimestrali delle posizioni lavorative (grezze e destagionalizzate). 7 In particolare, dal I trimestre del 2003 al IV trimestre del 2004 l indagine sulle forze di lavoro è stata condotta secondo due diversi approcci: quello basato su una settimana di riferimento nel trimestre e quello attuale basato su una rilevazione continua per tutte le settimane del trimestre. 14

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