Cagliari, 2 Geologo professionista, via Floris, Sassari,

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1 PROBLEMATICHE RELATIVE ALL ASPORTAZIONE DEI DEPOSITI DI POSIDONIA OCEANICA (L.) DELILE DALLA SPIAGGIA DI CALA BRANDINCHI (S. TEODORO, SARDEGNA NORD ORIENTALE) Emanuele Bocchieri 1, Gianluca Iiriti 1, Giovanni Tilocca 2, 1 Dipartimento di Scienze Botaniche, Università degli Studi di Cagliari, Viale S. Ignazio 13, Cagliari, bocchi@unica.it; lucaiiriti@tiscali.it 2 Geologo professionista, via Floris, Sassari, tilokka@yahoo.it Riassunto Sono state eseguiti rilievi sul campo e osservazioni relativi all assetto della spiaggia e delle comunità vegetali di Cala Brandinchi (San Teodoro, OT) in seguito all asportazione dall arenile di depositi di Posidonia oceanica (L.) Delile nel periodo compreso tra il 2005 e il Si tratta di una spiaggia d insenatura o pocket beach su stretto cordone litorale di circa 700 m di sviluppo nel quale sono crescenti palesi rischi di superamento della sua capacità di carico (carrying capacity) in ordine al numero delle presenze durante i mesi estivi. Le principali criticità rilevate sono: parte degli accumuli artificiali risulta stoccata al di sopra della duna vegetata; persiste la mancanza di un criterio di selezione dei sedimenti tra frazione vegetale e frazione minerale; gli accumuli spesso sono in gran parte costituiti da sabbie (non meno del 70 %); una parte minore di accumuli è stata accantonata nell area stagnale retrodunale, sottraendola così a qualunque funzione o dinamica conservativa della berma e del fronte di battigia e contribuendo all interramento della zona umida; degradazione e distruzione delle cenosi vegetali psammofile e alofile. Abstract The authors carried out field observations and surveys on the status of the beach and plant communities at Cala Brandinchi (San Teodoro, OT) subsequent to removal from the beach of deposits of Posidonia oceanica (L.) Delile in the period from 2005 to This is a pocket beach on a narrow coastal strip of some 700 m, whose physical carrying capacity increasingly risks being exceeded due to the high number of visitors in the summer months. The following problems were noted: part of the posidonia heaps are stocked on top of the dune plant cover; the posidonia is not sorted from the mineral fraction, and therefore the heaps consist largely of sand (not less than 70 %); a smaller quantity of posidonia has been heaped in the pond behind the dunes, thus eliminating its function to protect the berm and the shoreline, and contributing to the drying up of the wetland area; finally, degradation and destruction of the psammophilous and halophilous plant communities. Introduzione La spiaggia di Cala Brandinchi costituisce uno degli elementi d attrazione più noti e frequentati nel perimetro costiero del comune di San Teodoro (OT) e della Gallura in genere, con crescenti palesi rischi di superamento della sua capacità di carico (carrying 73

2 capacity) in ordine al numero delle presenze giornaliere nei mesi di luglio e di agosto. Inoltre la sua specifica condizione geomorfologica, sedimentologica e morfodinamica ne fanno un oggetto così singolare della casistica delle aree demaniali marittime della Sardegna da aver reso possibile, nel tempo, l introduzione nella cultura turistica locale della denominazione alternativa di Tahiti. Diverse sono pertanto le ragioni che imporrebbero una serie di provvedimenti atti alla garanzia della sua tutela, sia sotto il profilo fisico, paesaggistico che geografico e culturale. In tale quadro s inserisce la presente nota che fa il punto ed esprime una valutazione tecnica sull assetto della spiaggia e sulla copertura vegetale, riferita alle condizioni in cui essa si presentava tra il 2005 e il 2008, al termine della stagione turistica. Si discute inoltre della prassi adottata per la sua valorizzazione ai fini fruitori, mediante le tecniche di asportazione delle deposizioni di posidonia (Posidonia oceanica (L.) Delile). Si noti che essa è interessata anche dall Area Marina Protetta (AMP) di Tavolara-Coda Cavallo (D.M ; D.M ). La stessa problematica riguarda altri litorali della Sardegna dove si concentrano accumuli naturali di posidonia. Ne sono esempio la spiaggia di Porto Botte (Sardegna sud occidentale), quella di Flumini di Quartu S. Elena (Sardegna meridionale) e la costa sabbiosa di Arborea, lungo il Golfo di Oristano (Sardegna centro occidentale) dove in questi ultimi anni sono stati eseguiti interventi di asportazione dei depositi di posidonia con l uso di mezzi meccanici. Nello stesso settore costiero di Cala Brandinchi di recente è avvenuta l asportazione dei depositi di posidonia lungo la spiaggia di Capo Coda Cavallo senza l uso di mezzi meccanici ad opera di un concessionario balneare, creando cumuli artificiali tra le dune. Da un punto di vista botanico i litorali sabbiosi rappresentano territori ad elevata diversità floristica e vegetazionale la cui salvaguardia è minacciata da diversi fattori quali la pressione antropica, la messa in opera di manufatti e la diffusione di specie esotiche capaci di sostituirsi agli elementi vegetazionali spontanei creando una stasi delle dinamiche evolutive [3; 5]. Questi fattori si accentuano nelle spiagge dove, talvolta, risulta difficile il recupero di associazioni vegetali comprese in Cakiletea, Ammophiletea e Malcolmietalia, mentre la vegetazione retrodunale e forestale è spesso interessata dalla diffusione di specie aliene. Precedenti studi [1; 2; 4; 6; 7] hanno messo in relazione la peculiarità della flora sarda presente lungo la costa con i fattori di degrado che ne minacciano la conservazione, senza però analizzare in modo specifico le conseguenze dovute all asportazione dei depositi di posidonia. Asportazione dei depositi di posidonia in Sardegna e principali formazioni vegetali interessate La bonifica dei depositi di posidonia sulle spiagge della Sardegna costituisce un intervento a carattere sia pubblico che privato che, seppure sottoposto ad assenso da parte delle Istituzioni amministrativamente competenti, non è mai stato assoggettato dal Legislatore regionale all elaborazione di un atto progettuale vero e proprio. La prassi consolidata consiste nell affidamento del servizio di Pulizia della spiaggia per la rimozione della vegetazione depositata da parte dell Ente locale ad una ditta appaltatrice o nella delega ad un concessionario balneare. E ciò malgrado si tratti per lo più di lavori che hanno 74

3 necessità di mezzi, meccanici e non, di spazi, di lavoro umano, di cantierizzazione, di aree di stoccaggio o conferimento, di computi orari o metrici, di tutela della sicurezza, quindi di gran parte di ciò che, di solito, è inquadrabile nell ambito di un esecuzione progettuale. Non solo: l azione di rimozione del deposito di fogliame è stata fatta colpevolmente rientrare per anni nella disciplina della Pulizia degli arenili e gli uffici competenti della Regione si sono limitate per anni (fino alla Determinazione 942 del 7 Aprile 2008 dell Assessorato EE. LL. FF. UU. della R.A.S.; vedi anche Delibera G.R. n. 27/7 del ) a reiterare prescrizioni dal carattere tanto generico quanto contraddittorio, soprattutto in ordine alla necessità di riconoscimento delle spiagge particolarmente esposte all erosione, di garanzia dell assetto naturale geomorfologico dei luoghi, di precisazione della ingente quantità di posidonia e allo scopo di evitare qualsiasi asporto di sabbia (Determinazione n.587 del 26/03/07-Autorizzazione pulizia delle spiagge-stagione Balneare 2007-Assessorato EE.LL.FF.UU.-R.A.S.). Si noti che una buona parte dei contenuti di tali provvedimenti derivano in modo pressoché integrale da note del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, senza alcuna particolare ed autonoma assunzione di responsabilità tecnico-scientifica in ordine al tema e soprattutto alla specificità del caso sardo, cosa questa, di non trascurabile conto, sia per ragioni politicoeconomiche, sia, soprattutto per quanto riguarda ragioni geomorfologiche ed ecologiche. Non deve meravigliare dunque che degli innumerevoli interventi realizzati ad oggi nello spazio demaniale marittimo sardo, almeno a partire da quelli dagli anni sessanta, in Gallura come altrove, non si conservi, alcuna traccia, né sul dove, né sul quanto né, tanto meno, sul come detti interventi si siano compiuti, sebbene sia sempre riscontrabile o ipotizzabile, almeno, un perché. Quest ultimo coincide con un concetto di valorizzazione di breve periodo e di tutela degli esclusivi interessi della fruizione balneare. Paradossalmente l unica residua tracciabilità dell operazione di rimozione della posidonia da una spiaggia è stata rappresentata fino ad oggi dall eventuale conferimento in discarica controllata dei volumi rimossi (non certo di sola Biomassa come il legislatore erroneamente ritiene) come rifiuti solidi urbani, in quanto l operazione è effettuata a titolo oneroso sulla base del loro peso. Si sottolinea eventuale, poiché data la scarsa possibilità di controllo che si è a tutt oggi determinata, non è affatto certo che tutte le operazioni assentite in passato si siano concluse in tal modo e, tantomeno, che tutte le rimozioni eseguite siano state conseguenti ad autorizzazioni amministrative. È noto, inoltre, come in varia misura e per varie ragioni (la cronaca gallurese e non è stata ricca in questi anni di inchieste giudiziaria a riguardo), la pratica della pulizia non sia affatto estranea allo sviluppo ex novo o all incremento di processi erosivi a carico di certe spiagge, per così dire, sovra-manutenute; ed è quindi fortemente auspicabile una sua solerte riconsiderazione in un ottica più allargata, razionale e rigorosa di management delle spiagge, almeno per quel che concerne la determinazione della carrying capacity in termini di pianificazione dell uso. In particolare, negli interventi di rimozione degli accumuli di posidonia non viene data alcuna importanza alla copertura vegetale psammofila, di fondamentale importanza per il mantenimento e la conservazione degli arenili stessi. All asportazione di tali depositi va sommata l asportazione della flora e la distruzione di peculiari comunità vegetali la cui presenza risulta fondamentale allo scopo di ridurre i processi di erosione dei litorali sabbiosi. Le comunità vegetali soggette ad alterazione in seguito alla pulizia dell arenile, in modo particolare attraverso l uso dei mezzi meccanici, sono quelle che prediligono vegetare su substrato povero in struttura e ricco di cloruro di sodio e di materiale organico trasportato dalle onde (compresa la 75

4 posidonia) che qui si accumula e si decompone. Si tratta di specie erbacee annue che tollerano elevate concentrazioni di sali (alofile) e di nitrati (nitrofile) e si dispongono in comunità caratterizzate da una copertura bassa e frammentaria. Dal punto di vista fitosociologico la vegetazione psammofila annua è inquadrabile nella classe Cakiletea maritimae R. Tx. et Preising Appartiene a tale classe l associazione Salsolo Kali- Cakiletum maritimae Costa et Manz corr. Rivas-Martinez et al. 1992, pioniera delle sabbie a contatto con la fascia afitoica e costituita da Salsola kali L., Cakile maritima Scop., Eryngium maritimum L. e Calystegia soldanella (L.) Roem. & Schult. Un secondo tipo di vegetazione psammofila annuale che si sviluppa tra le dune, talvolta in posizione retrodunale, è rappresentato da formazioni inquadrate in Alkanno-Malcolmion ramosissimae Rivas Goday ex Rivas Goday & Rivas Martínez 1963 compresa nell ordine Malcolmietalia Rivas Goday 1957 e classe Tuberarietea Guttatae Br.Bl. (1940) In contatto seriale con la vegetazione psammofila annua si sviluppa quella delle dune embrionali in cui compaiono le prime specie vegetali perenni. Nelle aree più interne, infatti, sottoposte alla costante opera di rimaneggiamento da parte del vento, si creano accumuli di sabbia tra le radici delle specie psammofile. Particolare rilievo, a tale scopo, assume Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis che, grazie al suo sistema radicale molto sviluppato è capace di trattenere la sabbia costituendo una barriera naturale contro il vento. Alla classe Cakiletea maritimae R. Tx. et Preising 1950 appartiene lo Sporobolo arenarii-agropyretum juncei (Br.-Bl Géhu, Rivas-Martinez et R. Tx. 1972) Géhu 1984, la quale rappresenta un tipo di vegetazione perenne formata da Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis, Sporobolus virginicus Kunth, Medicago marina L., Pancratium maritimum L., Otanthus maritimus (L.) Hoffmanns et Link. Da un punto di vista evolutivo tale associazione risulta importante in quanto concorre al consolidamento delle dune. Alla classe Ammophiletea Br.-Bl. et R. Tx appartiene un altro tipo di vegetazione psammofila perenne rappresentato dall Ammophiletum arundinaceae Br.-Bl. (1921) Oltre ad Ammophila arenaria (L.) Link ssp. australis (Mabille) Laínz sono presenti altre specie come Eryngium maritimum L., Pancratium maritimum L., Lotus cytisoides L. ssp. conradiae Gamisans ed Euphorbia pithyusa L. ssp. cupanii (Guss. ex Bertol.) Radcl.-Sm. Per quanto riguarda la classe Helychryso stochadis-crucianelletea maritimae (Gèhu, Rivas-Martìnez et R. Tx in Bon et Gèhu 1973) Sissing 1974 em. Biondi et Gèhu 1994 appartiene un altro tipo di vegetazione psammofila perenne che predilige posizionarsi nelle zone interdunali, favorendo la stabilizzazione delle dune. La pianta che caratterizza tale formazione è la Crucianella maritima L. la quale è accompagnata da altre specie come Pancratium maritimum L., Cyperus capitatus Vand., Lotus cytisoides L. ssp. conradiae Gamisans, Catapodium rigidum (L.) C. E. Hubb. ex Dony, Silene niceensis All., Pseudorlaya pumila (L.) Grande. Il continuo apporto e deposito di sabbia favorisce l accrescimento e la stabilizzazione della duna determinando il passaggio al sistema di dune fisse. Man mano che la duna si stabilizza e diventa più matura, viene colonizzata da specie arbustive ed arboree che danno origine a fitocenosi che rientrano in Pistacio lentisci-rhamnetalia alaterni Rivas- Martìnez 1974 e nella classe Quercetea ilicis Br.-Bl Tra le specie che costituiscono questa vegetazione si ricordano Juniperus oxycedrus L. ssp. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr., Pistacia lentiscus L., Prasium majus L., Clemmatis flammula L., Smilax aspera L. e poche specie erbacee. 76

5 In posizione retrodunale vi sono degli stagni dove la salinità dei suoli e delle acque risulta elevata, spesso superiore a quella marina, e si sviluppa una vegetazione alofila caratterizzata da elementi floristici dall aspetto succulento. Si tratta di mosaici di vegetazione formati da diverse specie di salicornie le quali danno origine a popolamenti molto sensibili all impatto antropico in seguito al quale si riducono dando origine a formazioni diradate. Le formazioni alofile che si alternano in piccoli gruppi in relazione alle microvariazioni ecologiche rientrano prevalentemente nelle seguenti classi di vegetazione: Thero-Suadetea Rivas-Martìnez 1972 e Salicornietea fruticosae Br.-Bl. et Tx. ex A. et O. Bòlos Asportazione dei depositi di posidonia: il caso di Cala Brandinchi Nel caso specifico di Cala Brandinchi, spiaggia d insenatura o pocket beach su cordone litorale di circa 700 m di sviluppo (Fig. 1), si rileva che l asportazione della posidonia, parrebbe messa in atto sia manualmente che con l ausilio dei mezzi meccanici cingolati, sebbene le determinazioni dei Servizi Demanio e Patrimonio territorialmente competenti indugino su tale distinzione, di fatto pleonastica quando s ingiunga la prescrizione del transito sulla cosiddetta duna vegetata. Fig. 1 Area di studio e sua localizzazione nella Sardegna nord orientale e indicazione degli accumuli artificiali di posidonia (Posidonia oceanica (L.) Delile). Fig. 1 Area of study and its localization in Sardinia NW and indication of the posidonia (Posidonia oceanica (L.) Delile) artificial accumulations. 77

6 È bene che gli accumuli, almeno quelli rilevabili come più recenti, non siano stati conferiti in discarica, dato il beneficio finanziario e la possibilità del re-impiego naturale, parziale o totale. Per un tratto di circa 320 m essi sono stati disposti al di là della staccionata che l Amministrazione comunale ha fatto realizzare e che funge da limite fra spiaggia balneabile/calpestabile e duna vegetata. La rimozione dei cumuli di posidonia avvenuti durante la seconda metà del mese di maggio del 2005 è stata eseguita con l ausilio di mezzi meccanici causando l asporto di una grande quantità di sabbia oltre le staccionate di protezione delle dune, le quali in un tratto sono state aperte per permettere al mezzo meccanico di depositare nel campo dunale e in alcuni tratti dello stagno, il materiale prelevato; negli anni successivi la rimozione è avvenuta a mano. Quantunque la rimozione manuale consenta un maggiore controllo e, conseguentemente, una sensibile riduzione volumetrica (e di peso) nell asportazione di sabbia dalla spiaggia, non può non rimarcarsi nella prassi la persistenza di alcuni elementi di superficialità che in parte fungono da antagonisti dei propositi di conservazione che sembrano essere alla base di essa. In particolare: - l uso dei mezzi meccanici sull arenile è causa della distruzione delle fitocenosi comprese in Cakiletea maritimae R. Tx. et Preising 1950, in Malcolmietalia Rivas Goday 1957, in Ammophiletea Br.-Bl. et R. Tx e in Helychryso stochadis- Crucianelletea maritimae (Gèhu, Rivas-Martìnez et R. Tx in Bon et Gèhu 1973) Sissing 1974 em. Biondi et Gèhu 1994; - una buona parte degli accumuli artificiali risulta stoccata al di sopra della duna vegetata, con conseguente disturbo e/o distruzione delle fitocenosi comprese in Ammophiletea Br.- Bl. et R. Tx e in Helychryso stochadis-crucianelletea maritimae (Gèhu, Rivas- Martìnez et R. Tx in Bon et Gèhu 1973) Sissing 1974 em. Biondi et Gèhu 1994; - persiste la mancanza di un criterio di selezione dei sedimenti tra frazione vegetale e frazione minerale; - in taluni casi gli accumuli si rivelano in gran parte costituiti da sabbie (non meno del 70 %); - una parte minore di accumuli artificiali è stata accantonata nell area retrodunare, più o meno all interno dell area stagnale, quindi è sottratta a qualunque funzione o dinamica conservativa della berma e del fronte di battigia e contribuisce all interrimento della zona umida; inoltre vengono messe a rischio di conservazione le fitocenosi comprese in Thero-Suadetea Rivas-Martìnez 1972 e Salicornietea fruticosae Br.-Bl. et Tx. ex A. et O. Bòlos 1950; - con tutta probabilità, viene in tal modo riversata artificialmente una frazione sabbiosa che normalmente non troverebbe ospitalità nello specifico contesto, per ragioni squisitamente granulometriche. Per lo stoccaggio nel retroduna non si è esitato ad utilizzare il transito sulla duna stessa, con la prosecuzione, quindi, dei vistosi fenomeni erosivi trasversali, innescati dalla non regimentata e per lo più indiscriminata frequentazione balneare su aree solo teoricamente precluse e tutelate (tramite staccionata in legno). Il transito nelle dune causa il degrado delle diverse fitocenosi precedentemente citate, in modo particolare rappresenta un disturbo nei rapporti dinamici e catenali delle diverse serie di vegetazione presenti nella spiaggia di Cala Brandinchi. Particolare effetti negativi si hanno nei confronti degli aggruppamenti vegetali che rientrano in Pistacio lentisci-rhamnetalia alaterni Rivas- 78

7 Martìnez 1974 e nella classe Quercetea ilicis Br.-Bl in quanto lungo il sistema psammofilo di Cala Brandinchi si presentano già in precario stato di conservazione. Tale prassi è per la verità assai generalizzata ma è certamente la ragione principale del degrado del bene fisico, paesistico e botanico costituito dalle dune. Discussione e conclusioni Le modalità dello stoccaggio dei materiali di prelievo vegetali e minerali, in particolare la loro localizzazione nella porzione antedunare della spiaggia di Cala Brandinchi, depongono a favore di un ipotesi d uso di un criterio mirante alla sostenibilità dell intervento. Si ritiene pertanto utile e degno di menzione il tentativo di razionalizzare con un simile compromesso la consueta pratica dell asportazione. Questa tuttavia è finalizzata, com è noto, alla valorizzazione di breve periodo, non certo alla tutela nel tempo e nello spazio del bene fisico e turistico. Anche in questo caso è corretto sottolineare che, quantunque le scelte fin qui adottate, a meno delle criticità evidenziate in precedenza nell analisi, trovino pochi riscontri sul perimetro demaniale sardo (e quasi tutti, non a caso, in contesti comunali condivisi con attività istituzionali di AMP), tali modalità non siano sufficienti a garantire gli equilibri sedimentologici, morfologici e idraulici all origine della assoluta straordinarietà del paraggio. Si resta assolutamente convinti, infatti, che sul lungo periodo, anche questa pratica, in assenza di severe prescrizioni correttive (non introdotte neppure dalla Determinazione 942 dell Assessorato EE.LL.FF.UU. vigente dalla primavera del 2008), sia da considerarsi del tutto in conflitto con l esigenza della conservazione del litorale specifico, quindi, ambientalmente ed economicamente non sostenibile. Il collocamento di volumi di sedimenti vegetali e minerali nella posizione rilevata sul campo ha come finalità, neanche tanto recondita, di rafforzare sul lato mare la consistenza della duna, in sostanza favorirne il consolidamento. Tuttavia appare evidente come i vari contesti del paraggio, anemologico, idraulico, ma soprattutto quello morfodinamico e sedimentologico, imporrebbero più che altrove l assoluta proibizione della pratica di rimozione ai fini della salvaguardia di medio e lungo periodo della spiaggia. A tal proposito è necessario porre in evidenza quanto sia importante nell azione di stabilizzazione delle sabbie la presenza di entità vegetali come Sporobolus virginicus Kunth, Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis, Salsola kali L., Cakile maritima Scop., Eryngium maritimum L., Calystegia soldanella (L.) Roem. & Schult., Ammophila arenaria (L.) Link ssp. australis (Mabille) Laínz, Pancratium maritimum L., Lotus cytisoides L. ssp. conradiae Gamisans, Euphorbia pithyusa L. ssp. cupanii (Guss. ex Bertol.) Radcl.-Sm. e Crucianella maritima L. le quali in parte vengono estirpate nell atto di ripulire l arenile, in modo particolare nell operazione meccanizzata, per altre invece il degrado è dato dalla distruzione per schiacciamento in seguito all accumulo del materiale nel campo dunale o nello stagno. Si obietterà argomentando che Cala Brandinchi costituisce un caso particolare di pocket beach, che dà luogo ad un frangimento plunging piuttosto distale rispetto alla battigia vera e propria (la spiaggia in senso fisico è assai estesa verso mare, rispetto a quella emersa) e con altezze d onda poco significative. Orbene, premesso che tali condizioni andrebbero sistematicamente caratterizzate dall apparato regionale competente (Assessorato 79

8 EE. LL. FF. UU.- Servizio Territoriale Demanio e Patrimonio- sede di Tempio) al fine di pianificare specifiche modalità d uso ed intervento, caso per caso (spiaggia per spiaggia), è proprio col fine di non ridurre questa caratteristica che si evidenzia in modo deciso che il contesto (e con esso, nelle pertinenze, quelli simili per condizioni fisiche di Lu Impostu e Salina Bamba) possa e debba beneficiare della sedimentazione spontanea di fogliame di posidonia, quindi non essere sottoposto d ora in avanti alla sua bonifica. Ciò trova sufficienti ragioni scientifiche e tecniche nel fatto che il deposito naturale, prima ancora di costituire, come spesso viene correttamente sostenuto, una difesa naturale della battigia, riflette soprattutto uno stato di avanzamento spontaneo della linea di battigia, legato ad una variazione long-shore della portata solida, costituita anche da volumi di origine organica e, in ogni caso, da sedimenti. Tale stato può essere temporaneo, ed in tal caso saranno l azione idrodinamica e quella del vento a rimuovere il fogliame, oppure strutturale. Quest ultima condizione fa si che la spiaggia possa consolidarsi e svilupparsi verso mare, ovvero avanzare (progradare). Tutte le spiagge dell Unità Fisiografica locale costituiscono un esempio di strutture sviluppatesi col contributo in verticale e in orizzontale del fogliame di posidonia. Il deposito di fogliame documenta pertanto la tendenza del litorale a progradare, cioè a spostarsi verso lo shoreface della spiaggia. Di conseguenza ogni asportazione di banquette, o per meglio dire di Berma Vegetale (termine, questo, da preferirsi proprio per ragioni geomorfologiche), confligge sistematicamente con la possibilità di conservazione del profilo e dei volumi di spiaggia ed è azione che favorisce l arretramento della linea di costa ed il degrado dell habitat dunale. Quindi la rimozione, qualunque accorgimento si adotti, rappresenta una pratica ambientalmente non compatibile con la conservazione del profilo di spiaggia e dello stato di fatto della costa, in particolare sul lungo periodo. Se si considera che ciò si determina in una spiaggia di per sé già gravata da una limitata capacità di carico a fronte di una esasperata fruizione estiva, si può avanzare fin da ora l ipotesi che il caso di Cala Brandinchi, malgrado i tentativi, costituisca un esempio più che discutibile di management demaniale marittimo che contraddice con tutta evidenza i propositi comunali tendenti alla conservazione delle spiagge ma non sostenuti dall introduzione di quantità giornaliere predeterminate di fruitori. La rimozione del fogliame di posidonia sedimentato su di una spiaggia nuoce alla conservazione dell equilibrio sedimentologico e morfodinamico della stessa, quindi sul medio-lungo periodo pregiudica la conservazione della linea di costa in quanto induce riduzioni sia volumetriche che della pendenza originaria del profilo di spiaggia emersa e sommersa, promuovendo l arretramento della linea di battigia. In attesa di vedere applicate più razionalizzazioni tecniche concernenti le modalità di rimozione degli accumuli di posidonia sulle spiagge sarde, nel caso in questione è auspicabile, per evidenti ragioni di sostenibilità e tutela, che i circa 800 m 3 di sabbie e posidonia, valutabili come attualmente stoccati sul corpo di spiaggia, possano essere restituiti al più presto alle dinamiche marittime e sedimentologiche. Si propone inoltre che la posidonia stagionalmente depositatasi nello specifico paraggio non debba più essere rimossa o al più che ciò avvenga secondo intervalli pluriannuali che consentano il riposo morfodinamico e geomorfologico del paraggio. In sub ordine, si suggerisce altresì, che dovendo perdurare tale pratica di rimozione, ad essa sia affiancata, in modo del tutto complementare, quella di una cernita granulometrica del materiale con vibrovagli meccanici, al fine di separare la frazione 80

9 vegetale da quella sabbiosa e restituire immediatamente almeno quest ultima all azione morfodinamica. La sua ricollocazione sulla battigia, infatti, consentirebbe, se non altro, di non accelerare per ulteriore via artificiale il deficit sedimentario già innescato dalla intensa frequentazione del sito. Il materiale vegetale dovrebbe a sua volta essere re-immesso in mare. Com è noto la elevata densità di presenze costituisce un fattore sia innescante (sul breve periodo) che predisponente (sul lungo periodo) dei processi erosivi e di degrado generale, a carico della struttura e del sistema dunale. Pertanto, in via del tutto complementare, appare irrinunciabile anche la prospettiva di stabilire su tale contesto e di estendere anche alle spiagge circostanti sia a Sud (Lu Impostu) che a Nord (Salina Bamba), forme di utilizzo balneare a numero predeterminato. Va detto che il semplice prelievo di denaro effettuato attualmente dal Comune di San Teodoro, all accesso delle strade che conducono alle spiagge, non può costituire pratica di management costiero in tal senso, né può considerarsi strumento surrogato mirante a tale finalità. Semmai si osserva che le attività di marketing territoriale progressivamente crescenti anche per merito dell azione dell AMP avrebbero già dovuto essere associate a scelte in tal senso. Bibliografia [1] Bocchieri E. L importanza degli ambienti microinsulari nel contesto della salvaguardia della flora costiera della Sardegna, Boll. Mus. Ist. Biol. Univ. Genova (1986) 52 (Suppl.), [2] Bocchieri E. Priorità conservazionistica in alcune piccole isole della Sardegna meridionale, Giorn. Bot. Ital. (1989) 123 (1-2), 150. [3] Bocchieri E., Iiriti G. - Studio della flora di Capo Coda Cavallo (Sardegna nord orientale) e problematiche per la sua conservazione, Actes IV Congrés International EIM, workshop Ressources Naturelles (2004) Karibu Editions, Corte. [4] Bocchieri E., Iiriti G. Nuovi dati sulla presenza di habitat e specie vegetali di interesse comunitario in alcuni Siti d Importanza Comunitaria del Sarrabus-Gerrei (Sardegna sud orientale), Fitosociologia (2007) 44 (2) suppl. 1, [5] Bocchieri E., Iiriti G. - Valutazione dello stato di conservazione e monitoraggio dei principali sistemi psammofili del settore sud orientale della Sardegna. Atti Secondo Simposio Internazionale Il monitoraggio costiero mediterraneo: problematiche e tecniche di misura (2008), [6] Camarda I. Le aree costiere di rilevante interesse botanico nella redazione dei piani paesistici della Sardegna, In: J.-M. Gèhu (ed.), Vègètation et qualitè de l environement cotier en Mèditerranèe, Colloques phytosociologique (1989) 19, [7] Mayer A. Comparative study of the coastal vegetation of Sardinia (Italy) and Crete (Greece) with respect to the effects to the human influence, Libri Botanici (1995) 15: pp. 264, IHW-Verlag, München. 81

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