Tabella 1 - Modalità di utilizzo del colostro
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- Agostina Motta
- 8 anni fa
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1 DA ESPERIENZE SATA SU 50 ALLEVAMENTI LOMBARDI Un nuovo metodo per un efficiente gestione del vitello Lo studio condotto dal Sata ha evidenziato che la tradizionale alimentazione dei vitelli, tipica degli allevamenti italiani, non soddisfa i fabbisogni nutritivi degli animali, ritardandone la crescita e compromettendone la produttività futura. Un alimentazione intensiva sperimentata in Lombardia consente di arrivare più precocemente al parto e di avere animali più sani e produttivi Michele Campiotti, Greg Bethard Dalla collaborazione del Sata con Greg Bethard (G&R Dairy Consulting Virginia - Usa) è nata l idea di questo incontro sulla gestione del vitello. Lavorando nelle aziende su questo problema spesso trascurato, abbiamo conseguito buoni risultati pratici e avuto ulteriori conferme che gestendo con cura il giovane bestiame si possono avere degli ottimi ritorni economici in azienda. Pertanto abbiamo deciso di rendere disponibili a tutti mediante questo articolo alcune indicazioni pratiche dedotte dal lavoro compiuto nelle aziende. La prima osservazione che emerge dai dati raccolti nei 50 allevamenti bergamaschi coinvolti nello studio è che purtroppo, a volte, il giovane bestiame viene poco considerato. La conferma deriva dalla difficoltà incontrata nella raccolta delle informazioni sulla gestione dei vitelli nelle aziende, perché gli allevatori non affrontano la questione con pratiche consolidate e pianificate, bensì improvvisando. La situazione attuale negli allevamenti In tabella 1 sono riportati i dati sulle modalità di utilizzo del colostro nelle aziende ottenuti dagli allevatori del campione: la maggior parte di essi usa nel primo pasto una quantità di colostro di circa 2 L entro le prime 6 ore dopo il parto. Sono una minoranza coloro che utilizzano metodi di controllo della quantità e della qualità del colostro quali il colostrometro. Solo il 20% degli intervistati utilizza la banca del colostro. Tutti dichiarano di controllare la sanità della mammella e quasi tutti di pulire le attrezzature usate per il latte. La maggior parte è abituata ad alimentare prima i vitelli sani. Tabella 1 - Modalità di utilizzo del colostro Pratica Frequenza (%) Quando Subito dopo la nascita 14 Entro 6 ore dalla nascita 72 Entro 24 ore dalla nascita 14 Quanto 1 L 24 2 L 64 > 2 L 12 Per quanto tempo 1 pasto 45 2 pasti 16 2 giorni 10 > di 2 giorni 29 Colostrometro Sì 4 No 96 Banca del colostro Sì 22 No 78 Misurazione del primo colostro Sì 29 No 71 Controllo della sanità della mammella Sì 100 Pulizia delle attrezzature A ogni pasto 82 Quotidiana 4 Ogni 2 giorni 8 Più raramente di ogni 2 giorni 6 Ordine di alimentazione dei vitelli Prima quelli sani 61 Casuale 39 In tabella 2 sono riassunte invece le risposte relative al comportamento tenuto in caso di diarrea: solo il 14% prova la temperatura al vitello e solo il 33% continua con la somministrazione del latte. È invece un uso comune la somministrazione di reidratanti ed eventualmente di antibiotici. Solo il 14% degli intervistati forza l alimentazione se il vitello non beve in caso di diarrea. Il latte più utilizzato per alimentare i vitelli è quello ricostituito, seguito da quello di vacca normale (tabella 3). Nel grafi co 1 si vede però come siano variabili i tenori di grasso e proteine nel latte ricostituito usato dai vari allevamenti. Va sottolineato poi come solo nel 50% di questi ultimi i vitelli abbiano sempre acqua a loro disposizione. La maggioranza degli intervistati svezza il vitello ad almeno 9 settimane di età (grafico 2) e inizia a somministrare uno starter con valore proteico molto variabile nelle varie aziende (dal 14 al 30%), ma nel 92% degli allevamenti lo starter ha valori proteici compresi tra il 14 e il 18%. Nell 84% delle aziende del campione il fieno viene somministrato a un mese dalla nascita e gli insilati, nel 72% dei casi, a circa tre mesi: troppo presto per entrambi gli alimenti. Per quanto riguarda le informazioni sull ambiente sembra molto utilizzata la combinazione gabbiette singole e Tabella 2 - Comportamento degli allevatori in caso di diarrea del vitello Pratica Frequenza (%) Misurazione della temperatura corporea Sì 14 No 86 Prosecuzione della somministrazione di latte Sì 67 No 33 Somministrazioni di idratanti Sì 80 No 20 Somministrazioni di antibiotici Sì 86 No 14 Alimentazione forzata se il vitello rifiuta di bere Sì 14 No 86 Tabella 3 - Tipo di latte utilizzato Pratica Frequenza (%) Ricostituito normale 41 Ricostituito acido 18 Latte di scarto 2 Latte normale di vacca S UPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO 3/2005
2 Proteine (%) recinti dopo lo svezzamento (88% dei casi), mentre nel 12% dei casi i vitelli vengono subito ricoverati nei recinti. Per il 70% degli allevatori le gabbiette sono sufficientemente pulite e per il 74% sono sufficientemente asciutte, mentre sono ritenute insufficienti per il 38% degli allevatori le condizioni di aerazione e spaziosità. Per quanto riguarda invece il grado di coinvolgimento dei tecnici nella gestione del giovane bestiame, il 58% degli intervistati ha rivelato di ricorrere ai tecnici solo in caso di problemi difficili da risolvere autonomamente; il 24% si rivolge sempre ai tecnici per averne utili consigli sulla gestione dei vitelli e il 18% invece li coinvolge solo una o due volte all anno. Questo conferma che spesso la questione vitelli viene erroneamente considerata dall allevatore di secondaria importanza. Inoltre la presenza di comportamenti estremamente variabili evidenzia l assenza di indicazioni chiare sul tema. La buona e tradizionale gestione dei vitelli Grafico 1 - Tenori di grasso e proteine del latte ricostituito (%) 14,0 14,5 15,0 15,5 16,0 16,5 17,0 17,5 18,0 18,5 19,0 19,5 20,0 20,5 21,0 Grasso (%) Grafico 2 - Età dello svezzamento 82% 0% 6% < 4 settimane Tra 5 e 6 settimane Tra 7 e 8 settimane > 9 settimane 12% Grafico 3 - Velocità di assorbimento delle immunoglobuline 20 Assorbimento IgG (g/l) Ore Bottiglia Sonda Ci sono almeno 5 punti che consentono di valutare come stanno crescendo vitelli e manze. Il controllo del livello di immunoglobuline nel sangue dei vitelli due giorni dopo la nascita per verificare se la somministrazione di colostro è stata adeguata, sia in termini di qualità sia di corretto comportamento dell operatore. La valutazione del tasso di mortalità che nei migliori allevamenti si aggira intorno al 2-3% dei vitelli nati vivi che non raggiungono i 30 giorni di vita. La media tra gli allevamenti americani è probabilmente tra il 6 e l 8% e nei peggiori tra il 10e il 15%. La valutazione al momento dello svezzamento della crescita generale e del peso guadagnato dalla nascita. Anche il momento della vaccinazione, che negli Usa viene fatta contro i problemi respiratori e/o enterici intorno al 6-7 mese di vita, è ottimo per misurare l accrescimento perché i vitelli vengono trattati uno per uno. L ultimo momento critico è l età alla prima inseminazione, quando va deciso se la manza è sufficientemente sviluppata in peso e altezza per essere inseminata. L inseminazione va quindi decisa in base allo sviluppo corporeo dell animale e non all età. Lo sviluppo dell animale va controllato e raggiunto prima della gravidanza, dopo il parto non c è più nulla da fare. Nella crescita di un vitello ci sono alcuni obiettivi importanti da raggiungere e tenere presenti: rapida crescita della struttura scheletrica e muscolare; idoneo deposito di grasso; efficienza di ruminazione. I punti chiave per ottenere questi obbiettivi sono: adeguata nutrizione della madre; ambiente di parto pulito; adeguata tempistica, qualità e quantità di somministrazione del colostro. Quest ultimo fattore è talmente importante che negli Usa chi alleva solo vitelli e manze li preleva nelle diverse aziende quando hanno solo un paio di giorni di vita e controlla subito i valori delle immunoglobuline (IGg). Se queste sono a posto l allevamento del vitello costa circa 2 dollari al giorno, se sono carenti il costo sarà di 2,5 dollari al giorno. Questo per tenere conto dei maggiori trattamenti necessari a riportare a valori normali le immunoglobuline e delle maggiori probabilità che l animale possa morire. Molto importante è anche spostare i vitellini appena nati nei loro box singoli, ben puliti, asciutti e ben ventilati: solo così il tasso di sopravvivenza sarà con ogni probabilità elevato. Le foto 1 e 2 ritraggono un bell esempio di sala parto spaziosa, asciutta e pulita, con zona di steaming-up adiacente: questo obbliga la vacca a un breve tragitto per andare a partorire. Appena prima del parto l animale deve godere del massimo comfort. I punti fondamentali sono una lettiera pulita, asciutta e comoda. Sono necessari m 2 per vacca se c è lettiera permanente o almeno una cuccetta e un posto greppia per vacca se il box è a cuccette. Il giorno del parto risulta utile, se possibile, mettere le vacche da sole, oppure anche in zone comuni, ma pulitissime, asciutte e con disponibilità ad libitum di fieno, anche di medica, e acqua, ma non deve essere somministrato unifeed. Il fieno lungo il giorno del parto stimola la motilità ruminale al massimo. Per il giorno del parto la lettiera migliore è rappresentata dalla paglia perché limita i batteri che possono arrivare alla bocca del vitello. Infatti quando il vitello nasce e con la bocca bagnata cade sulla lettiera, si sporca (ancor di più se la lettiera è di sabbia o segatura). In cinque minuti il vitello si lecca e aspira i batteri che entrano nello stomaco e visto che nelle prime 6-10 ore il vitello ha la possibilità di assorbire direttamente le proteine, assorbe direttamente anche i batteri i quali tuttavia danneggiano S UPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO 3/
3 Foto 1 - Sala parto con adiacente area per lo steaming up Foto 2 - Zona parto ben pulita, areata e spaziosa in modo significativo la membrana. Se un vitello nasce in un ambiente sporco assorbirà molto facilmente i batteri con conseguenze devastanti. È praticamente una corsa tra immunoglobuline e batteri. Una volta che le membrane sono distrutte non saranno più in grado di assorbire le immunoglobuline. Il miglior modo per somministrare il colostro Fino a un po di tempo fa si pensava che la sonda esofagea, che permetteva una certa forzatura nella somministrazione del colostro, fosse una buona soluzione. Il problema è però l efficienza dell assorbimento, vale a dire la quantità di anticorpi assorbiti nell unità di tempo e sembra proprio che gli animali che hanno avuto una somministrazione mediante bottiglia risultino avere un valore di IGg nel sangue superiore. Quindi con la sonda esofagea si ottengono somministrazioni quantitativamente superiori ma con assorbimenti inferiori. Oltre a questo c è anche un maggior rischio di danni causati al vitello (soprattutto all epiglottide e alla laringe) dalla sonda. Per questo il metodo è stato abbastanza abbandonato, rimane un utile strumento quando il vitello non voglia bere. Punto fondamentale è riuscire a somministrare il colostro al vitello entro le prime 6 ore. Sino a poco tempo fa anche negli Stati Uniti (similmente ai dati italiani che abbiamo appena visto) il programma alimentare convenzionale per i vitelli prevedeva una somministrazione di circa 0,4 kg di polvere di latte con un tenore sul secco di circa il 20% di proteine e il 20% di grasso. I valori degli starter dei Tabella 4 - Influenza della somministrazione di latte alla vitella sulla produzione vitelli invece variavano dal 16 al 20% di proteine sul secco e generalmente si incoraggiava uno svezzamento precoce. Questo approccio si è diffuso per ridurre i costi e quindi per cercare di portare i vitelli ad assumere prima possibile il mangime. UN NUOVO METODO PER LA GESTIONE DEI VITELLI Convenz. Accelerato Materno Crescita (g/gg nei primi 0,66 0,96 0,85 42 giorni di vita) Peso al parto (kg) Latte (kg/gg) (differenza 305 gg) 25,5 27,1 (+488) 27,3 (+549) Fonte: Foldager et al., Tabella 5 - Confronto della composizione tra latte di vacca e latte in polvere Liquido Proteine (s.s. %) Grasso (s.s. %) 20:20 latte in polvere 20,8 20,8 Holstein 25,3 29,8 Jersey 25,7 35,0 Alcune osservazioni utili possono essere ricavate da studi condotti principalmente negli Usa. In uno si confrontava l alimentazione tradizionale con quantità di latte limitata (4,5 kg/giorno) dalla nascita fino al 56 giorno di vita, con l alimentazione direttamente dalla madre ad libitum per due volte al giorno per almeno 30 minuti ogni poppata dalla nascita fino al 56 giorno di vita. Queste ultime vitelle una volta entrate in produzione hanno dato, in prima lattazione, ben 14 q di latte in più (4,5 kg di latte/giorno in più)! Un risultato incredibile. Un secondo studio confrontava invece gli effetti sullo sviluppo corporeo e sulla produzione lattea di tre gruppi di vitelle alimentate in modo diverso. Il primo gruppo è stato alimentato in modo convenzionale somministrando colostro ad libitum sino al 4 giorno di vita mediante secchio e 4,5 kg di latte dal 5 al 42 giorno; il secondo gruppo è stato alimentato ad libitum con colostro (a secchio) fino a 4 giorni di vita e con latte ad libitum (circa 8,5 kg/giorno) dal 5 al 42 giorno di vita secondo una procedura cosiddetta accelerata; un terzo gruppo invece è stato alimentato ad libitum direttamente dalla madre fino al 42 giorno di vita. Le manze al parto avevano pesi molto simili, ma la loro crescita da 0 a 42 giorni è stata ben diversa e anche dopo il parto hanno prodotto una quantità di latte ben diversa (tabella 4). Tale risultato può essere in parte spiegato dalla composizione del latte di vacca (Holstein e Jersey) rispettivamente sul tal quale e sul secco paragonati a un comune latte in polvere 20/20 (tabella 5). Il tenore proteico del latte di vacca è superiore a quello del latte in polvere di circa il 5% rispetto alla sostanza secca. E il problema non è solo quantitativo, ma anche di qualità delle proteine. Aumentare la quantità di latte in polvere 20:20 somministrata al vitello non è sufficiente. A valori medi di ingestione di latte in polvere 20:20 il 40 S UPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO 3/2005
4 Tabella 6 - Fabbisogni energetici e proteici del vitello Ss ingerita (kg) Ingestione del peso vivo (% BW) Crescita permessa (kg) energia ADP Proteina richiesta (%) 0, ,21 0,16 23,5 0, ,29 0,20 28,5 0, ,41 0,24 32,0 0, ,50 0,28 34,0 0, ,60 0,33 36,0 Fonte: NRC, 2001 Tabella 7 - Confronto tra dieta tradizionale e intensiva Crescita vitello dieta convenzionale 1 a -7 a settimana 18,3 (0,36 g/gg) Grafico 4 - Effetto della malnutrizione (*) e del successivo ritorno a regimi alimentari normali Peso corporeo (var. % sul controllo) Peso corporeo vitelli dieta intensiva 33,8 (0,68 kg/gg) 8 a -23 a settimana Crescita totale Ingestione di alimenti 1 a -7 a settimana starter 21,9 12,7 (kg s.s.i.) 8 a -23 a settimana (kg s.s.i.) Ingestione totale(kg s.s.i.) Neonato Appena Adulto svezzato Malnutrizione Ritorno all alimentazione normale (*) Per 3 settimane gli animali sono stati nutriti al 50% della normale ingestione. Fonte: Cornell Nutrition Conference Proceedings, vitello dispone di energia sufficiente per una crescita di circa 0,5 kg/giorno, ma le proteine disponibili sono invece sufficienti per un accrescimento di 280 g/giorno (tabella 6). Per poter avere un accrescimento di 0,5 kg/giorno dal punto di vista proteico bisognerebe utilizzare un latte in polvere al 34% di proteina (sulla s.s.)! In queste condizioni la proteina diventa il fattore limitante: i nostri vitelli così alimentati sono pertanto mal nutriti. Il grafico 4 evidenzia le conseguenze della sottoalimentazione. Ai vitelli veniva somministrata per tre settimane una dieta pari al 50% della loro capacità di ingestione normale in tre 0 Foto 3 - Reni di vitelli Jersey di 5 settimane di vita alimentati con latte in polvere a sinistra e intero a destra momenti diversi: appena nati, appena svezzati e adulti. Si può notare la minore percentuale di peso degli animali sottonutriti rispetto al gruppo di controllo sia subito dopo il periodo di malnutrizione, sia quando i vitelli venivano riportati a regime alimentare normale. Gli animali adulti quando sono messi a regime di restrizione perdono peso, ma quando vengono rimessi a regime normale riprendono tutto il peso perduto. Gli animali appena nati, invece, quando vengono messi a regime ristretto perdono il 51% dell accrescimento e quando tornano a regime normale non riescono a recuperare tutto il peso perso e rimangono più piccoli del 21%. Pertanto se sbagliamo l alimentazione nei vitelli compromettiamo anche l animale adulto. Per questo gli animali in fase neonatale sono particolarmente vulnerabili alla cattiva nutrizione. Per questo i vitelli a cui erano state somministrate maggiori quantità di latte avevano prodotto da adulti più latte in prima lattazione; la formazione della ghiandola mammaria comincia infatti già nella fase neonatale ed è particolarmente sensibile, come tutte le strutture proteiche e scheletriche, alla disponibilità di nutritivi. Negli Usa da poco tempo l industria ha messo sul mercato un sostituto del latte chiamato intensivo con un contenuto di proteine tra il 25 e il 28,5% e di grasso intorno al 15-20%. I livelli di alimentazione sono da 0,7 a 1,1 kg di polvere al giorno. Vitelli così alimentati tendono a ingrassare leggermente ma non c è da preoccuparsi, anzi il grasso è una fonte di energia prontamente disponibile che li può aiutare a combattere eventuali stress e malattie. Spesso si vedono negli allevamenti vitelli troppo magri e quindi troppo esposti alle malattie. Nella foto 3 potete vedere la differenza tra due reni di vitelli Jersey di 5 settimane alimentati con latte 20:20 in polvere e con latte intero. Il vitello alimentato con latte in polvere non ha riserve di energia, mentre l altro ha grandi riserve. La tabella 7 riporta sinteticamente i dati di crescita relativi alle due differenti diete somministrate ai vitelli: convenzionale e intensiva. Nelle prime 7 settimane le due diete denotano una enorme differenza di crescita: 360 g/giorno nell alimentazione convenzionale e quasi il doppio (680 g/giorno) nell alimentazione intensiva. Dalla 8 a alla 23 a settimana, subito dopo lo svezzamento si assiste ancora a una maggiore, seppur lieve, crescita negli animali alimentati a dieta intensiva. Alla fine del periodo di monitoraggio gli animali a dieta intensiva avevano ingerito 24 kg in più di latte in polvere. Vediamo poi che alla 7 a settimana gli animali a dieta intensiva avevano ingerito 9,2 kg di starter in meno, ma tra l 8 a e la 23 a settimana il gruppo intensivo superava di 64 kg quello tradizionale per quanto riguarda l ingestione di starter. In termini di ingestione totale di starter il gruppo intensivo aveva consumato 659 kg di starter contro i 603 del convenzionale. Quindi animali sottoposti a diete intensive, crescono di più, bevono di più e mangiano di più. Nella tabella 8 si possono constatare le differenze sulla crescita corporea totale dei vitelli trattati in modo S UPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO 3/
5 Foto 4 - Gabbiette che consentono il contatto tra i vitelli Tabella 8 - Effetto della dieta sulla crescita corporea totale Misure corporee Larghezza media dell anca (cm) Dieta convenzionale Dieta intensiva 3,84 b 4,63 a Altezza media dell anca (cm) 6,95 b 9,48 a Circonferenza media 14,45 b 17,86 a del cuore (cm) Lunghezza media 14,45 b 17,86 a del corpo (cm) Volume medio del corpo (L) 78,92 b 16,29 a (*) Quintali svezzati alla 7 a settimana. A lettere differenti corrispondono dati significativamente diversi per P < 0,05 convenzionale e intensivo. La larghezza e l altezza delle anche sono maggiori, così per la circonferenza del cuore e la lunghezza e il volume del corpo degli animali del gruppo alimentato con dieta intensiva. In Italia l allevatore spesso ha il timore che vitelle cresciute troppo velocemente partoriscano precocemente, tanto che un età al primo parto di 24 mesi è ritenuto già troppo precoce. Negli Usa l obbiettivo è di avere il primo parto a 22 mesi. Uno studio dell Università di Cornell su 65 vitelli alimentati in modo intensivo ha dimostrato che il parto anticipato, prima dei 21 mesi, non ha avuto ripercussioni significative sulla produzione della prima lattazione (112 q/capo) rispetto alle manze che hanno partorito più tardi (tabella 9). L aspetto importante è che le manze devono avere raggiunto un adeguato sviluppo corporeo prima di partorire indipendentemente dall età. L allevamento con dieta intensiva viene gestito con prodotti e tecniche specifiche. La prima settimana si somministrano 0,4 kg/capo di latte in polvere al giorno, la seconda settimana si somministrano invece 0,8 kg/capo/giorno, sempre in due volte. L ultima settimana i vitelli vengono alimentati una sola volta al giorno (somministrando solo metà quantità di latte in polvere) per iniziare lo svezzamento. La cosa importante è non esagerare nei quantitativi di latte in polvere la prima settimana per evitare problemi di diarrea. Il mangime starter deve avere un titolo in proteine del 22%. Allo svezzamento (generalmente all 8 a settimana) i vitelli devono essere in grado di ingerire più di 1 kg/giorno di mangime. Con questo metodo, seppur diverso dalla tradizione padana, i risultati raggiunti in alcune aziende dove è stata sperimentata la tecnica sono stati ottimi. Alcune raccomandazioni I vitelli così alimentati necessitano di più acqua (da 5 a 8 L/giorno per un vitello di un mese) di quelli allevati con dieta convenzionale; pertanto è importante garantire la disponibilità di acqua in quanto la sua carenza aumenta le probabilità di diarree. Mangiando e bevendo di più questi vitelli produrranno anche una maggior quantità di feci. Una cosa da non fare assolutamente è somministrare una maggior quantità di latte normale 20:20 ai vitelli per avvicinarsi ai valori nutritivi proposti da un prodotto intensivo (28% di proteine sul secco). I livelli di minerali diventerebbero troppo alti, cambierebbe la pressione osmotica e si avrebbero con maggior facilità diarree. Con l alimentazione intensiva si ha comunque un lieve aumento delle diarree, ma nel complesso diminuisce la frequenza delle malattie; pertanto bisogna essere pronti a trattare gli animali con la diarrea. I reidratanti funzionano molto bene. L antibiotico va usato solo in caso di febbre ed è molto importante continuare la somministrazione di latte e non interromperla come invece abbiamo visto nel 67% dei casi del campione di aziende lombarde. Somministrando solo reidratanti e non il latte affamiamo il vitello e non gli garantiamo la fonte di energia sufficiente per superare la malattia. Sembra che ancora diversi allevatori utilizzino latte intero particolarmente costoso; pertanto molti impiegano quello di scarto (con antibiotico o mastitico). Questo tipo di alimento aumenta i problemi associati alla presenza di batteri nell apparato digerente e anche l ipotesi di pastorizzare questo latte non conforme desta perplessità in quanto non si sa quali nutritivi potrebbero essere distrutti. Inoltre la pastorizzazione non uccide le endotossine che vengono rilasciate dalle Tabella 9 - Effetto dell età del 1 parto sulla produzione Grafico 5 - Fabbisogno di acqua dei vitelli alimentati con dieta intensiva Età (mesi) Età al 1 parto Meno di 21 mesi da 5,2 a 8,0 da 6,0 a 9,6 da 8,4 a 11, mesi 4 da 12 a 14 Litri di acqua/giorno Fonte: Penn State Extension Circular 387. > 23 mesi Manze (n.) Produzione prima lattazione (q/capo) 112,46 115,49 113,18 Le manze «intensive» hanno prodotto 88% delle vacche pluripare. Fonte: Cornell University. vacche malate e sono pericolose per i vitelli. Jim Drackley dell Università dell Illinois, grande esperto di vitelli, afferma che la cosiddetta crescita accelerata altro non è che la normale crescita biologica che il vitello messo nelle giuste condizioni può avere, mentre la cosiddetta crescita normale in realtà non è che una crescita legata alla malnutrizione alla quale l uomo sottopone il vitello a causa di errori gestionali e alimentari. Le strutture Per quanto riguarda le strutture nella foto 4 è visibile un tipo di gabbiette che funziona abbastanza bene, ma il limite di questa soluzione è che i vitelli si possono toccare tra loro. Così se un vitello si ammala, 42 S UPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO 3/2005
6 Foto 5 - Capannine o igloo utilizzati negli Usa. Foto 6 - Veduta ravvicinata delle capannine Usa. Foto 7 - Piccolo gruppo di vitelli (4-5) appena svezzati. Foto 8 - Gruppo di vitelli numeroso (10-20) nella fase successiva a quella dei piccoli gruppi facilmente si può ammalare tutta la fila. Il vantaggio invece è l efficienza di lavoro, perché è veloce e rapido alimentare i vitelli. Nella foto 5 e 6 si vede una soluzione molto diffusa negli Usa: le capannine o igloo che vengono tenuti in luoghi anche molto freddi senza nessun problema. Inoltre i vitelli non possono leccarsi tra di loro, sono asciutti e puliti e si possono spostare da un gruppo all altro. Quando l area su cui insistono le capannine è troppo sporca è possibile asportare la ghiaia sostituendola con quella pulita. Questa possibilità aiuta molto in caso di infezione da salmonella. Lo svantaggio in questo caso è l efficienza di lavoro. Nella foto 7 è visibile un esempio di piccoli gruppi dopo lo svezzamento. Il vitello appena svezzato si sta abituando a un alimentazione diversa; pertanto in gruppi grandi dovrebbe abituarsi anche alla competizione e subirebbe un forte stress che gli viene evitato con i piccoli gruppi. In questa fase lo spazio a disposizione dei vitelli è fondamentale, insieme alla pulizia dell ambiente, che deve essere assolutamente asciutto e ventilato, anche se il vento non deve colpire direttamente gli animali. Nelle foto 8 e 9 si vede una stalla vecchia ma molto ben riadattata per i vitelli nella fase successiva, quella dei gruppi più numerosi (10-20). I vitelli sono asciutti e puliti e non respirano aria umida. Il modo migliore per uccidere un vitello è quello di metterlo in un ambiente umido e chiuso. Vitelli che vivono in ambienti sovraffollati e umidi a causa dell eccesso di letame spesso iniziano a tossire e si ammalano. Una volta trasferiti i vitelli in questi box più grandi è necessario tenere sotto controllo l accrescimento con lo strumento ritratto in foto 10: l hipometro, utile per stimare il peso dell animale. In particolare risulta molto prezioso soprattutto per individuare il momento più corretto per la fecondazione, per la quale è importante non l età ma la dimensione della manza. S UPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO 3/
7 9 10 Foto 9 - Vecchia stalla riattata per accogliere i gruppi di vitelli più numeroso. Foto 10 - L uso dell Hipometro per stimare il peso dell animale Conclusioni Le pratiche corrette per la gestione del vitello a partire dal momento del parto sono quindi: sala parto pulita, asciutta e disinfettata tra un uso e l altro; il vitello va separato dalla vacca appena possibile, e deve essere messo in un ambiente pulito; disinfettare l ombelico del vitello con tintura di iodio al 7%; somministrare 3 L (4 se con sonda esofagea) di colostro della madre o di una vacca completamente sana e comunque di ottima qualità (non devono essere somministrate miscele di colostro di diverse vacche), subito dopo il parto (entro un ora) e ancora dopo 12 ore; mettere a disposizione già dal secondo giorno dalla nascita mangime e acqua; incominciare con il latte in polvere a due giorni dalla nascita; svezzare il vitello intorno alle 7 a -8 a settimana; facilitare lo svezzamento passando da due somministrazioni di latte a una durante l ultima settimana di latte; continuare col mangime ad libitum senza aggiunta di fieno, perché in questa fase della vita dell animale il fieno ritarda la crescita; tenere gli animali in box individuali sino a una settimana dopo lo svezzamento; creare dei piccoli gruppi (4 o 5 vitelli per gruppo) da una settimana dopo lo svezzamento a circa un mese, sempre con starter a disposizione; a 12 settimane aggiungere il 10-20% di fieno in una miscelata a base di starter. Lo starter favorisce lo sviluppo del rumine (non il fieno) mediante Foto 11 - Differenza di accrescimento tra vitelli alimentati convezionalmente e intensivamente a 8 (a sinistra) e 14 (a destra) settimane di vita gli acidi proprionico e butirrico che provengono dalla digestione del mangime; iniziare la somministrazione degli insilati dopo le 23 settimane di vita perché i vitelli tollerano a fatica l insilato e si stressano. Le differenze di accrescimento tra due vitelli di 8 e 14 settimane (foto 11) nati lo stesso giorno e alimentati con dieta convenzionale e intensiva sono evidenti, tanto che gli allevatori che hanno cominciato a utilizzare il metodo intensivo hanno dovuto comprare dei collari più grandi. L approccio illustrato è molto diverso da quello utilizzato attualmente dagli allevatori italiani ma risulta molto più corretto ed efficace non solo dagli studi effettuati negli Usa ma anche dalle esperienze in atto. Il Servizio di assistenza tecnica allevamenti (Sata) è a disposizione di chi volesse iniziare a lavorare con questo nuovo metodo molto più adeguato alla salute dei vitelli e all efficienza aziendale e quindi adatto a massimizzare il reddito prodotto dall allevamento. Michele Campiotti Tecnico specialista Sata gestione aziendale Capo servizio tecnico Apa Bergamo michele.campiotti@libero.it Greg Bethard G&R Dairy Consulting Virginia (Usa) 44 S UPPLEMENTO A L INFORMATORE AGRARIO 3/2005
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