Relazioni 9.45 Roberto Caso, Università di Trento Digital Rights Management: il potere tecnologico ai confini tra contratto e norma

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1 Roma, 5 novembre 2004 Anche a nome dei colleghi Sabino Cassese, Roberto Pardolesi e Luigi Prosperetti, desidero invitarla al workshop organizzato nell ambito del Laboratorio sui servizi a rete,dal titolo DIGITAL RIGHTS MANAGEMENT: VERSO UN EGEMONIA DEL CONTROLLO PRIVATO DELLE INFORMAZIONI DIGITALI? che avrà luogo il giorno 17 novembre 2004, dalle ore 9:30 alle 13:30, presso l aula Nocco della facoltà di Giurisprudenza dell Università LUISS Guido Carli, in via Parenzo, Roma. Il programma è il seguente: 9:30 Introduce Roberto Pardolesi, Università LUISS Guido Carli Relazioni 9.45 Roberto Caso, Università di Trento Digital Rights Management: il potere tecnologico ai confini tra contratto e norma Andrea Rossato, Università di Trento Diritto e tecnologie evolute del controllo privato delle informazioni digitali: Trusted Systems, DRM e Trusted Computing Giovanni Ramello, Università LIUC Castellanza Il controllo privato delle informazioni digitali tra proprietà intellettuale e concorrenza: la prospettiva dell analisi economica Interventi Massimiliano Granieri, Università degli Studi di Foggia Andrea Giannaccari, Università LUISS Guido Carli Apertura del dibattito Conclusioni Giovanni Pascuzzi, Università di Trento

2 Per confermare la partecipazione contattare il dott. Davide Quaglione ad uno dei seguenti recapiti: Tel , Fax L occasione mi è gradita per inviare cordiali saluti.

3 Presentazione del workshop Le multinazionali dell'intrattenimento, dell'editoria e dell'informatica stanno investendo ingenti capitali nello sviluppo di sistemi informatici (hardware e software) con funzioni in grado di gestire ogni passaggio della produzione e del consumo di contenuti quali musica, film ed e-book. Alcune di queste funzioni perseguono lo scopo di proteggere il copyright. Le protezioni tecnologiche di ultima generazione però non si limitano ad impedire che il contenuto sia copiato e ridistribuito. Esse piuttosto mirano a conformare l uso dell informazione. In altre parole, le tecnologie più evolute consentono di predeterminare come, dove e quando l informazione digitale potrà essere fruita. Ad esempio, è possibile vincolare la visione di un file video ad un determinato apparecchio, ad una determinata zona geografica o ad un determinato lasso temporale. Digital Rights Management (DRM) è l espressione che individua questo tipo di sistemi informatici. Un sistema di DRM si basa essenzialmente su: a) un business model di riferimento; b) una serie di diritti, cioè di regole per l utilizzo del contenuto digitale, espressi in un linguaggio comprensibile al computer denominato Rights Expression Language; c) misure di protezione incentrate su alcune tecnologie di base: crittografia, watermarking e fingerprinting; tali tecnologie oltre a tutelare le regole poste alla base del DRM, perseguono anche scopi strumentali alla tutela come l identificazione ed il rintracciamento del contenuto, del sistema informatico e dell utente; d) tecnologie deputate a governare funzioni accessorie come la gestione dei pagamenti per ottenere forme di utilizzo dei contenuti digitali. Il DRM è, dunque, uno strumento per il governo di operazioni economiche che avvengono sul mercato dei contenuti digitali. Nell operazione economica governata dal DRM la fruizione di un contenuto digitale è associata ad un contratto che differisce da quello tradizionalmente finalizzato al consumo di prodotti culturali, poiché le sue clausole possono essere immediatamente tradotte nelle regole del sistema informatico: ad esempio, la clausola che vieta di effettuare copie private trova immediata attuazione nella protezione tecnologica che inibisce la copia. Le regole del DRM altro non sono che il funzionamento di un sistema informatico complesso. Il contratto, il suo oggetto e la sua tutela finiscono per identificarsi nella macchina. Nell operazione economica governata dal DRM si fronteggiano soggetti con diverso potere. Vi è, da una parte, chi ha il controllo della tecnologia, dall altra, chi è un mero fruitore della stessa. Il potere tecnologico si pone ai confini tra contratto e norma. Contraccolpi di questo potere si risentono almeno sul piano del copyright, del diritto dei contratti, della privacy e dell antitrust. Le protezioni tecnologiche diventano sempre più sofisticate, pervasive e ricche di implicazioni giuridiche. Mentre la loro regolamentazione appare arretrata, semplicistica e sbilanciata. Il DRM non è ancora oggetto di legislazioni ad hoc. L unico punto di riferimento è rappresentato dalle recenti normative statunitensi ed europee sulle misure tecnologiche di protezione delle opere protette da copyright (Digital Millennium

4 Copyright Act del 1998 e Direttiva 2001/29/CE, relativa all armonizzazione di taluni aspetti del diritto d autore e dei diritti connessi nella società dell informazione), le quali, in buona sostanza, avallano il potere derivante dalla tecnologia. La differenza tra semplici protezioni tecnologiche già sperimentate da tempo su apparecchi analogici e digitali - e sistemi di DRM sta nel fatto che questi ultimi non si limitano a blindare il contenuto digitale, ma piuttosto costituiscono l infrastruttura tecnologica di un mercato di contenuti blindati. Chi promuove tali sistemi intende collocarli al centro di una futura architettura informatica dove si punta a far convergere hardware, software e rete a larga banda. In proposito l ultima promessa (o minaccia) è rappresentata dal Trusted Computing (TC). DRM e TC rappresentano le applicazioni di un idea che nella computer science è indicata con il nome di trusted systems. Alla base di questa idea vi è una concezione monolitica e verticistica dell informatica. L interesse alla condivisione ed alla plasmabilità dell informazione recede di fronte a quello della sicurezza garantita da certificatori - dei sistemi e dei contenuti. Sebbene le attuali protezioni tecnologiche non siano certo invincibili ed i sistemi di DRM siano ancora estremamente diversificati, un egemonia della logica dei trusted systems potrebbe mutare definitivamente il volto dell informatica e l attuale architettura di Internet. Una tale egemonia è però immaginabile solo attraverso l affermazione di standard tecnologici universali. Il DRM è in definitiva uno dei tanti fronti sul quale si combatte lo scontro tra chi preme per il rafforzamento del controllo privato dell informazione e chi invece contrasta questa spinta. A tale scontro corrispondono contrapposizioni anche sul piano dell analisi economica e della teoria giuridica. Semplificando. Da una parte, si pone chi sostiene che il controllo privato dell informazione, basato su protezioni tecnologiche e libertà contrattuale, conduce ad un accrescimento del benessere della società. Le protezioni tecnologiche darebbero finalmente fondamento alla (vagheggiata) idea della proprietà sull informazione. Proprietà e contratto sarebbero in grado di far funzionare il mercato dei contenuti digitali come quello delle mele o delle lavatrici (c.d. commodification of information). Dall altra, vi sono le voci che continuano a considerare la proprietà intellettuale istituto totalmente diverso dalla proprietà delle cose materiali. Secondo questa concezione, la proprietà intellettuale si regge su un compromesso raggiunto in epoca recente all interno della tradizione giuridica occidentale - strumentale al raggiungimento di uno scopo: la collettività riconosce un incentivo, cioè un esclusiva limitata in ampiezza e durata, al privato che è in grado di produrre nuova informazione e conoscenza. La conservazione di limiti come quelli forgiati, talvolta accidentalmente, dalla storia per il copyright ad esempio, la distinzione tra forma espressiva ed idea o il principio nordamericano del fair use - manterrebbe in vita quella dinamica virtuosa che aiuta lo sviluppo e la diffusione della conoscenza. Proprio questi limiti consentirebbero a nuove forme di produzione dell informazione si pensi al software libero e aperto o alle architetture Peer to Peer per la condivisione di file e nuovi modelli istituzionali si pensi alla General Public License o alle Creative Commons Licenses di avere spazio nel mondo digitale.

5 Di queste tematiche giuristi ed economisti discuteranno in un workshop organizzato nell ambito del Laboratorio dei Servizi Pubblici a Rete dell Università LUISS Guido Carli. Il workshop è intitolato Digital Rights Management: verso un egemonia del controllo privato delle informazioni digitali? ed avrà luogo mercoledì 17 novembre 2004 a Roma presso la LUISS dalle ore 9.30 alle