Linear Scheduling Model
|
|
- Aureliano Tucci
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Università degli Studi di Trieste A.A.2001/2002 Linear Scheduling Model Percorso delle attività controllanti, tasso di variabilità e confronto con il CPM Corso di Ricerca Operativa Studente: Raffaele Carli Matr
2 Indice INDICE... 2 INTRODUZIONE...3 Esempio... 3 PERCORSO DELLE ATTIVITÀ CONTROLLANTI...5 Tipo di attività...5 Sequenza delle attività... 6 Passaggio ascendente...7 Passaggio discendente Altri tipi di attività TASSO DI VARIABILITÀ Segmento non controllante all inizio Segmento non controllante alla fine Esempio CONFRONTO TRA LSM E CPM Requisiti progettuali e di pianificazione CONCLUSIONE BIBLIOGRAFIA
3 Introduzione Le tecniche di pianificazione di un progetto rivestono sempre maggiore importanza in molti campi. Una accorta pianificazione deve individuare quali attività devono essere completate nei tempi stabiliti e quali possono essere più flessibili, affinché l intero progetto non subisca ritardi. Le prime sono dette critiche e le seconde variabili (float). Uno dei metodi più usati è il Critical Path Method (CPM). Ci sono alcuni tipi di progetti nelle costruzioni civili in cui il CPM non è il migliore metodo di pianificazione. Nel caso dei progetti lineari infatti il CPM evidenzia gravi carenze. Un progetto può essere definito lineare quando la maggioranza delle attività è lineare, cioè possono essere eseguite lungo un percorso. La costruzione di un autostrada è un progetto di questo tipo e la sua pavimentazione può essere considerata un attività lineare. Si è introdotto così un modello di pianificazione lineare (Linear Scheduling Model LSM). Questo usa un diagramma XY per rappresentare le varie attività, sull asse X è posta la durata del progetto e sull asse Y la posizione. La pendenza delle linee che riproducono le attività rappresenta il loro tasso di sviluppo in ogni momento del progetto. Il diagramma confronta tempo e posizione. Anche nel caso del LSM si può determinare un insieme di attività controllanti (CAP) analoghe a quelle critiche del CPM (Rowings e Harmelink 1993, 1994) e un insieme di attività non controllanti aventi un tasso di variabilità (rate float) a differenza del CPM in cui si parla di intervallo di variabilità (Harmelink 2001). Esempio La pianificazione della ripavimentazione di una strada può essere un esempio istruttivo delle potenzialità dello scheduling lineare. L intero progetto può essere diviso in tre attività base: 1. Rimozione della vecchia pavimentazione 2. Posizionamento e livellamento di uno strato di ghiaia 3. Pavimentazione 3
4 40 Pavimentazione Livellamento 5 Rimozione 0 Posizione (metri) 100 Figura 1: Schedulazione lineare di una ripavimentazione La Figura 1 mostra lo scheduling lineare dell intero progetto. Come prima cosa notiamo che la lunghezza della strada da ripavimentare è di 100 metri e l ultima attività si conclude il 35-esmo giorno. La prima attività ( Rimozione ) comincia il giorno 0 e prosegue fino alla fine con un tasso di sviluppo di 10 metri al giorno per l intero progetto. La seconda attività ( Livellamento ) comincia il giorno 5 e prosegue fino al giorno 20 con tasso di sviluppo di 4 metri al giorno e dal 20-esimo giorno in poi continua con tasso di sviluppo di 8 metri al giorno (questa differenza di velocità per una stessa attività può essere dovuta alle caratteristiche morfologiche del percorso su cui si snoda la strada), infine la terza attività ( Pavimentazione ) comincia il giorno 20 e continua con un tasso di sviluppo di 6.5 metri al giorno. Dalla Figura 1 si nota l estrema semplicità di questo modello e la sua immediatezza. Queste sue caratteristiche rendono LSM facile da gestire e velocemente aggiornabile. Grazie agli algoritmi proposti in questo lavoro si potrà individuare un percorso delle attività controllanti e calcolare il tasso di variabilità per ogni attività. L esempio sarà ripreso e sviluppato alla fine di questo documento. 4
5 Percorso delle attività controllanti Tipo di attività Per meglio determinare l insieme delle attività controllanti nello scheduling lineare è necessario ripartirle in diversi gruppi. Gli studi in proposito hanno suggerito l introduzione di tre tipi di attività: lineari, blocchi e barra. Le attività lineari si possono suddividere in: 1) lineari continui full-span (CFL): attività che si protraggono per l intero percorso del progetto in maniera continua (e.g. pavimentazione di una strada). 2) lineari intermittenti full-span (IFL) attività che si protraggono per l intero percorso del progetto in maniera intermittente (e.g. posizionamento tombini). 3) lineari continue partial-span (CPL): attività che si protraggono per parte del percorso del progetto in maniera continua (e.g. posizionamento tubature lungo un tratto della strada che si sta costruendo). 4) lineari intermittenti partial-span (IPL): attività che si protraggono per parte del percorso del progetto in maniera intermittente Le attività a blocchi si possono suddividere in: 1) blocco full-span (FB): attività che occupa per un determinato periodo di tempo l intero percorso del progetto (e.g. posizionamento segnaletica lavori in corso lungo il cantiere). 2) blocco partial-span (PB): attività che occupa per un determinato periodo di tempo parte del percorso del progetto (e.g. posizionamento di un pilone nella costruzione di un ponte). IPL CPL PB Barra IFL CFL FB Figura 2: Tipi di attività 5
6 La Figura 2 mostra i diversi tipi di attività come appaiono nel diagramma. L algoritmo per determinare il percorso delle attività controllanti (CAP) si divide nei seguenti passi: 1) Determinare la sequenza delle attività. 2) Passaggio ascendente 3) Passaggio discendente Sequenza delle attività La lista della sequenza delle attività identifica tutte le possibili sequenze logiche del progetto. Si definisce il CAP come il percorso continuo di più lunga durata di tutto il progetto e stabilisce la sequenza di attività che deve essere eseguita come programmato per ultimare il progetto nel tempo stabilito. La sequenza con la durata maggiore contiene tutte le attività del CAP. Sebbene non sia un passo necessario nell algoritmo questo permette di capire quali attività siano critiche e fornisce la base per un implementazione su computer. La Figura 3 mostra un esempio di costruzione di un autostrada, questo progetto ha tre attività CFL: A, D e G, due PB: B e E e due barre G Figura: 1 Tipi di attività F E D Barra C B 0 A Figura 3: Possibili percorsi 6
7 La lista delle possibili sequenze deve descrivere la sequenza delle attività indipendentemente dalla loro posizione. La Figura 4 mostra le sequenze logiche delle attività, dove lo start indica l attività al tempo zero e l end l ultimo giorno di lavoro. Si noti che per le attività CFL start, A, D, G, end non ci sono percorsi alternativi (tutti le sequenze passano da lì). Le sequenze sono determinate esaminando l ordine delle attività in ogni possibile postazione, ogni linea verticale tratteggiata interseca una diversa B E Start A D G End C F Sequenza 1: Start-A-B-D-G-End Sequenza 2: Start-A-B-D-E-G-End Sequenza 3: Start-A-B-D-E-F-G-End Sequenza 4: Start-A-C-D-F-G-End Sequenza 5: Start-A-D-F-G-End Figura 4: Sequenze logiche di attività sequenza di attività. I cinque possibili percorsi sono rappresentati in Figura 4. Passaggio ascendente Il procedimento inizia dalla postazione 0 e continua verso l alto identificando il percorso con il minor tempo libero fra due CFL contigui. L attività 0 è detta attività origine ed è considerata CFL, l attività successiva è detta attività bersaglio. Per descrivere la relazione tra le due si devono determinare i tre elementi seguenti. 1) Least-time (LT): è il più breve intervallo tra due attività consecutive. Due attività sono definite consecutive quando sono connesse da una linea verticale sul diagramma senza incrociare alcuna altra linea. LT si presenterà sempre nel vertice di una delle due. Gli angoli dei blocchi sono considerati vertici. 2) Durata coincidente: è un intervallo di tempo in cui due attività connesse da un LT sono entrambe in svolgimento. 3) Least distance (LD): è la più breve distanza tra due attività con durata coincidente che interseca LT. 7
8 La Figura 5 mostra un esempio di LT e LD. In questo primo passo l origine è sempre vista come la prima attività, perciò il segmento dall origine fino alla prima attività bersaglio sarà sempre un potenziale segmento controllante. Da qualche parte ci sarà un link che farà parte del percorso delle attività controllanti. L intervallo LD individua il punto nello spazio in cui due attività consecutive sono più vicine. Attività bersaglio LD LT Durata coincidente Attività origine Origine Figura 5: LT e LD Una volta determinato LD il punto di intersezione con l attività origine è detto vertice critico come mostrato in Figura 6. Il segmento dell attività origine tra l origine e il vertice critico è un potenziale segmento controllante e LD diventa un potenziale link controllante tra l origine e l attività bersaglio. La determinazione (da segmento potenziale ad effettivo) si avrà con il passaggio discendente. L attività bersaglio in questo passo diventerà l attività origine del prossimo passo e così fino a che i potenziali segmenti controllati sono terminati. La Figura 7 indica tutti i potenziali segmenti controllanti in un esempio di pianificazione lineare. 8
9 Attività bersaglio Potenziale link Attività origine Vertice critico Potenziale segmento controllante Figura 6: Potenziali segmenti controllanti F E D C B A Figura 7: Passaggio ascendente 9
10 Passaggio discendente L obiettivo di questo passaggio è di determinare quale parte dei potenziali segmenti controllanti sono effettivamente segmenti controllanti, questa parte dell algoritmo può essere equiparata con il passaggio all indietro nel CPM che identifica le attività che non hanno variabilità nel tempo. Nel LSM questo passaggio identifica quelle parti di segmenti, il cui tasso di sviluppo non può essere modificato senza modificare tutta l evoluzione del progetto. Si assicura così che le attività che non stanno sul percorso controllante possono procedere più lentamente di come programmato, senza aumentare la durata dell intero progetto. Questo passaggio inizia dalla fine dell ultima attività del progetto, nel nostro esempio il punto 1 dell attività F (Figura 8). 1 F Segmenti controllanti 2 E Segmenti non controllanti D C Links controllanti B A 3 Figura 8: Passaggio discendente Si scende poi fino all intersezione con il link dell attività E indicato con 2 nella Figura 8. Il segmento in grassetto identifica la parte di attività F che è controllante ed il link con E che diventa a sua volta controllante. Il link controllante è un punto nel tempo in cui il CAP si sposta da un attività ad un altra. Il procedimento continua così anche per gli altri segmenti. Se procedendo in questo modo si incontra l inizio di un attività prima di incontrare un link potenziale li crea un link controllante all inizio dell attività. Questa eventualità è mostrata nel punto 3 della Figura 8. 10
11 Una volta completato il passaggio discendente l algoritmo è terminato e si è trovato il percorso controllante. Si noti che ogni attività ha solo una parte che diventa segmento controllante e i vertici critici individuano i luoghi e i tempi in cui l attività diventa controllante. Altri tipi di attività Accanto a CFL vi sono diversi altri tipi di attività, ogni attività non CFL crea differenti percorsi tra due attività CFL contigue. Nel caso di un blocco per esempio questo sarà percorso in tutta la sua lunghezza a partire da i links controllanti che lo uniscono a due attività CFL (Figura 9). E F D Blocco PB C B A Blocco FB Figura 9: esempio di blocco PB e FB Tasso di variabilità Come si è detto un segmento nello scheduling lineare rappresenta l inizio si una attività e il suo tasso di sviluppo. La pendenza del segmento si definisce come (x2-x1)/(y2- y 1 ). Dove (x 1, y 1 ) e (x 2,y 2 ) sono rispettivamente i punti iniziale e finale del segmento. Questa è chiaramente una situazione ideale e se ne tiene conto introducendo degli spazi o buffers tra le attività. I buffers si introducono anche per questioni logistiche e di sicurezza del lavoro (certe lavorazioni devono comunque avvenire ad una certa distanza tra di loro). Come visto precedentemente nell algoritmo per identificare il CAP un attività può essere divisa in tre segmenti:noncontrollante-controllante-non-controllante, oppure una combinazione di questi tre. Per meglio rappresentare questi segmenti si è introdotta una 11
12 convenzione: un segmento che inizia come non controllante si indicherà con il nome della attività seguito da un meno mentre un segmento che termina con un attività non controllante si indicherà con il nome di un attività seguito da un più. Segmento non controllante all inizio L analisi di un LSM creerà un insieme di attività che avrà un certo tasso di variabilità a differenza del CPM in cui si hanno solo attività critiche o non critiche. Si noti che in Figura 10 che l attività C non ha all inizio un segmento non controllante, mentre l attività D ne ha uno (D-). L unico modo per un attività inizialmente non controllante di procedere più lentamente è di iniziare prima del previsto. L analisi dei segmenti non controllanti all inizio determina di quanto prima un attività può iniziare senza aumentare l intera durata del progetto e inizia considerando il primo segmento in ordine di tempo (D- in Figura 10). F- Segmenti all inizio non controllanti D+ E- D- 1 C+ B+ C A+ B A Figura 10: Segmenti all inizio non controllanti L intervallo LT tra due attività fissa quanto possono essere vicine nello spazio, il punto 1 nella Figura 10 mostra a destra l intervallo originario LT e a sinistra quanto prima l attività D- può iniziare. Si assuma che il punto di inizio di D- sia (x 1D-,y 1D- ), il punto di fine (x 2D-,y 2D- ) e il nuovo punto di inizio sarà (x 1D-,y 1D-). In questo caso il più basso tasso di produzione permesso sarà: 12
13 x y x' y' 1D 1D = tasso di produzione piu basso possibile Il tasso di variabilità per l attività D- è la differenza tra il tasso pianificato all inizio del progetto e il tasso di produzione più basso possibile. x y 2D- 2D- 2D- x y 1D 1D x y 2D- 2D- 2D- x' y' 1D 1D = tasso di variabilità Si procede così anche per gli altri segmenti E- e F- (Figura 11). F- E- D- C D+ C+ B+ A+ B A Figura 11: Tasso di variabilità in una serie di segmenti all inizio non controllanti L analisi del tasso di variabilità sui segmenti inizialmente non controllanti, determina di quanto prima un attività può iniziare e quanto può essere inferiore il tasso di sviluppo della stessa attività in modo di raggiungere il punto (nel tempo e nello spazio) in cui l attività diventa critica senza aumentare il tempo di esecuzione dell intero progetto. Bisogna precisare però che i segmenti non controllanti all inizio hanno tasso di variabilità solo se iniziano prima del tempo indicato dallo scheduling lineare. L analisi dei segmenti controllanti identifica solo quelle attività che potrebbero potenzialmente partire prima e procedere ad una velocità minore del programmato. Chiaramente se si decide di seguire le soluzioni del LSM i segmenti non controllanti diventeranno controllanti e la situazione deve essere ben monitorata. 13
14 Segmento non controllante alla fine Nel segmento non controllante alla fine il punto iniziale è fissato da un vertice critico, mentre la conclusione è indicata dalla fine dello scheduling lineare. Il fatto che la fine dell attività possa essere ritardata diminuisce il tasso di progresso del processo. Si noti che se si usa tutta la variabilità a disposizione, a cominciare dalle attività iniziali, di conseguenza le rimanenti avranno minor tasso di variabilità. L unico modo per un attività non controllante alla fine di procedere più lentamente del previsto è di poter terminare in ritardo. L analisi dei segmenti non controllanti alla fine permette di determinare quanto dopo un attività possa essere ritardato. Si inizia considerando l ultimo segmento in ordine di tempo, nell esempio D+. Come prima LT definisce quanto sono vicine nel tempo due attività. In Figura 12 il punto 1 mostra a sinistra LT originario e a destra quanto tardi possa finire D+. F- D+ E- D- 1 B+ C A+ B A Figura 12: Segmenti alla fine non controllanti Si assuma che il punto di inizio di D+ sia (x 1D+,y 1D+ ), il punto di fine (x 2D+,y 2D+ ) e il nuovo punto di inizio sarà (x 1D+,y 1D+ ). In questo caso il più basso tasso di produzione permesso sarà: x y 2D+ 2D+ x' y' 1D+ 1D+ = tasso di produzione piu basso possibile 14
15 Il tasso di variabilità per l attività D+ è la differenza tra il tasso pianificato all inizio del progetto e il tasso di produzione più basso possibile. x y 2D+ 2D+ x y 1D + 1D+ x y 2D+ 2D+ x' y' 1D + 1D+ = tasso di variabilità Si prosegue così anche per C+, B+ e A+ (Figura 12). F- D+ E- D B+ C A+ B A Figura 13: Tasso di variabilità in una serie di segmenti alla fine non controllanti Nel punto 1 in Figura 13 si ha LT che controlla il tasso di variabilità di C+. I punti 2 e 3 in Figura 13 indicano le posizioni dell intervallo LT in modo che A+ e B+ possano terminare più tardi. Si può concludere quindi che quando i segmenti controllanti finiscono, i non controllanti cominciano e possono procedere con una pendenza minore senza rallentare l intero progetto. Come prima se si usano i risultati del LSM i segmenti non controllanti diverranno controllanti. 15
16 Esempio Si riprende ora l esempio iniziale della ripavimentazione di una strada. In Figura 14 è mostrato il percorso delle attività controllanti del progetto. 40 LD Pavimentazione LT Livellamento LD 5 LT Rimozione 0 10 Posizione (metri) 100 Figura 14: CAP dello scheduling lineare di una ripavimentazione Si vede dal diagramma che solo la pavimentazione è interamente critica mentre la rimozione lo è dal giorno 0 al giorno 5, corrispondente a metà del percorso (50 metri) e il livellamento dal giorno 5 al giorno 20 (da 0 a 60 metri). In questo caso LT tra Rimozione e Livellamento vale 5 giorni e il corrispondente LD 50 metri, mentre LT tra Livellamento e Pavimentazione dura 15 giorni e il relativo LD 60 metri.questo vuol dire che posso rallentare le parti non controllanti dei segmenti corrispondenti alle prime due attività. 16
17 40 C B+ B A 2 + A 1 + A Posizione (metri) Figura 15: Possibili cambi di tasso della produttività nelle attività non controllanti Si assuma che il tasso di produttività possa cambiare, questo non influisce sull intera durata del progetto. In questo caso LSM mostra quanto sia facile determinare quando e dove il tasso di produttività possa essere ridotto. In Figura 15 si è rinominato le attività A, B e C al posto di Rimozione, Livellamento e Pavimentazione rispettivamente. Fino al giorno 5 l attività A è controllante poi il suo tasso di produttività può essere variato. Se non si varia B il tasso di A può essere ridotto a 5 metri al giorno (A 1 +). Se invece si porta il tasso di B a 6.6 metri al giorno (B+) allora A si può ridurre di conseguenza a metri al giorno (A2+). La scelta delle due possibilità spetta al direttore dei lavori a seconda di particolari esigenze e non influisce, se non come sopra esposto, su altre parti del progetto. Da questo semplice esempio si percepisce quanto immediato sia questo metodo per specifici campi di applicazione. Confronto tra LSM e CPM I vari tipi di scheduling presenti in letteratura rispondono alle diverse caratteristiche dei progetti che devono pianificare. Alcuni di essi derivano dal campo manifatturiero (LOB Line of Balance), altri dalla pianificazione degli arrivi e partenze dei treni (LS Linear Scheduling) altri ancora dall organizzazione nel campo militare (CPM Critical Path Method) e tutti sono stati adattati per l industria delle costruzioni. In Tabella 1 sono esposte alcune delle più note tecniche di scheduling e il loro impiego nei differenti campi dell edilizia
18 Tipo di progetto Progetti lineari e continui (tunnel, linee ferroviarie, strade, oleodotti) Progetti ripetitivi composti da più unità (schiera di case o edifici uguali) Edifici di notevole estensione (grattacieli) Raffinerie e progetti complessi in genere Metodo di scheduling LSM LOB LOB,VPM PERT, CPM Principali caratteristiche Poche attività Percorso di esecuzione lineare Sequenza logica ben definita Continuità di lavoro molto importante Stesse attività durante tutti i progetti Attività di simile importanza durante tutto il progetto Attività ripetitive Sequenza logica non ben definita per tutte le attività Numerose attività Ogni piano è considerato un unità a se stante Altissimo numero di attività Attività di tipo discreto Importanza di mantenere il progetto su un percorso critico Progetti semplici Bar, Gantt Solo vincoli di tempo (inizio e fine) Poche attività Tabella 1: Tipi di scheduling per diversi tipi di progetto LSM (Rowings Harmelink 1998) è particolarmente efficiente nei progetti di tipo lineare ma può essere catastrofico in progetti costituiti da molte attività discrete. In questo caso il miglior metodo di schedulazione risulta essere il CPM. A tutt oggi però LSM è ancora poco usato a causa della difficoltà di implementazione su PC del suo algoritmo e per la larghissima diffusione di applicativi basati sul CPM. Di seguito si è analizzato i due differenti metodi utilizzando una serie di requisiti comuni a differenti tipi di progetto. Requisiti progettuali e di pianificazione I tre passi fondamentali per portare a termine un progetto sono: pianificazione, gestione delle risorse, esecuzione e controllo. La pianificazione come definita da Kerzner (1998a) è la funzione di selezionare gli obiettivi del progetto e stabilire le politiche, le 18
19 procedure e i programmi necessari a raggiungerli. Vi sono varie ragioni per pianificare un progetto (Kerzner 1998a, b): Per eliminare o ridurre i rischi e i cambiamenti in corsa Per migliorare efficientemente la produzione Per ottenere una migliore comprensione degli obiettivi e focalizzare l attenzione su i problemi reali Per avere delle basi per controllare lo stato del lavoro Nel primo stadio della pianificazione di un progetto si deve: Definire gli obiettivi del progetto Descrivere il tipo di lavoro Scegliere il tipo di modello per pianificare il progetto Creare la sequenza della schedulazione Creare lo scheduling Determinare il budget Selezionare gli applicativi per individuare i temi e costi realizzativi Selezionare il sistema di controllo Durante questa fase il project manager (PM) deve selezionare l applicativo per pianificare il progetto, che deve rispondere ad alcune domande: Qual è la probabile durata del progetto? Che relazioni vi sono tra le diverse attività? Qual è il loro tasso di crescita? di quante risorse ho bisogno? Quanto mi costano? Quale sono le attività critiche? Queste informazioni saranno usate di continuo per aggiornare la gestione delle risorse e l esecuzione e controllo del progetto. Quindi le caratteristiche ideali di un buon tool di scheduling sono: Chiara rappresentazione delle attività e delle loro relazioni Abilità nel rappresentare e calcolare la produttività, il dispendio e l utilizzazione delle risorse. La determinazione di un percorso critico o di quelle attività che determinano la durata del progetto. La seconda fase (gestione delle risorse) è sicuramente la più difficoltosa per il PM poiché soldi e tempo sono al solito le risorse più scarse. Il PM deve integrarle con la pianificazione del progetto per ottenere un buon compromesso. Fondamentale in questa fase è capire quanto un cambiamento di alcune risorse influisce sull intero progetto. Per questo l applicativo che meglio si comporta in questo stadio deve essere: Facile da usare Capace di fornire risultati quantitativi e qualitativi Permettere ai PM di capire l impatto del cambiamento delle risorse durante un attività e nell intero progetto 19
20 Durante l ultimo stadio (esecuzione e controllo) il PM confronta lo sviluppo del progetto reale con quello pianificato sulla carta, raccogliendo i dati e aggiornando la pianificazione. In base a queste argomentazioni il tool migliore in questa fase sarà: Facile da usare e da aggiornare Immediatamente comprensibile e facilmente comunicabile. La Tabella 2 riporta il confronto tra LSM e CPM per le diverse caratteristiche sopra elencate. Caratteristiche CPM LSM Riduzione incertezze e rischi Miglioramento della produttività Miglioramento della comprensione degli obiettivi Accuratezza nei calcoli Sebbene il CPM usi una durata fissa per le attività può essere facilmente completato con il PERT che ha caratteristiche statistiche Con l aggiunta delle tecniche di allocazione può limitare i costi rimovendo o aggiungendo attività Alcune limitazioni sono state riscontrate nei progetti di tipo lineare a mantenere la continuità della forza lavoro Nei progetti complessi può diventare difficile da comprendere e comunicare Permette al PM di calcolare i tempi di completamento del progetto e in aggiunta con il PERT fornisce una base statistica Non riesce a determinare e a rappresentare i vincoli di spazio Non vi sono metodi che determino un grado di incertezza per la durata complessiva del progetto Limitate capacità di riduzione costi cambiando le risorse Capacità di migliorare la coordinazione della forza lavoro Molto facile da capire e può essere usato in ogni livello del progetto Nei progetti lineari è il più grosso pregio dell LSM poiché dà un prospetto sia dello spazio sia del tempo utilizzato Percorso critico Facilità d uso Può essere rappresentato molto facilmente Molto facile da usare anche grazie ai molti programmi per computer, tuttavia è necessaria una lunga esperienza per essere in grado di applicarlo al meglio L algoritmo LSM calcola il percorso delle attività controllanti che è equivalente al percorso critico nel CPM con in più informazioni sullo spazio utilizzato dall attività Molto intuitivo e facile da usare La mancanza di programmi applicativi lo rende difficile da usare in progetti complessi 20
21 Facilità di aggiornamento Tabella 2: Confronto tra LSM e CPM Può essere difficile da aggiornare e una volta aggiornato è difficile da leggere Facile da aggiornare può essere usato come database del progetto Conclusione In questo lavoro si è voluto descrivere un metodo di pianificazione lineare porne in risalto i pregi e i difetti e confrontarlo con il metodo di gran lunga più usato e sviluppato: il CPM. Per entrambi vi sono degli algoritmi per raggiungere un percorso critico e stabilire una variabilità per l esecuzione delle attività componenti il progetto. Dal loro confronto è emerso che non sono due metodi concorrenti, ma entrambi hanno specifici campi di utilizzo che ne esaltano le caratteristiche intrinseche. Bibliografia 1. Harmelink D. J. (2001), Linear scheduling model: float characteristics J. Constr Engrg and Mgmt, ASCE 127(4) Kerzner H. (1198a). Project management: A system approach to planning, scheduling and controlling. 6 th Ed. Wiley, New York. 3. Kerzner H. (1198b). In search of excellence in project management: Successful practice in high performance organization. Wiley, New York 4. Rowings J. E. and Harmelink D. J. (1993), A multi-project scheduling procedure for transportation projects final report Part I HR339, Iowa Department of Transportation, Ames, Iowa. 5. Rowings J. E. and Harmelink D. J. (1994 ), A multi-project scheduling procedure for transportation projects final report Part II HR339, Iowa Department of Transportation, Ames, Iowa. 6. Rowings J. E. and Harmelink D. J (1998), Linear scheduling model: development of controlling activity path J. Constr Engrg and Mgmt, ASCE 124(4) Yamin R.A. and Harmelink D. J. (2001), Comparison of linear scheduling model (LSM) and critical path method (CPM) J. Constr Engrg and Mgmt, ASCE 127(5)
Pianificazione e progettazione
Pianificazione e progettazione L analisi preventiva degli eventi e delle loro implicazioni rappresenta una necessità sempre più forte all interno di tutte le organizzazioni variamente complesse. L osservazione
DettagliLE FUNZIONI A DUE VARIABILI
Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre
Dettagliper immagini guida avanzata Uso delle tabelle e dei grafici Pivot Geometra Luigi Amato Guida Avanzata per immagini excel 2000 1
Uso delle tabelle e dei grafici Pivot Geometra Luigi Amato Guida Avanzata per immagini excel 2000 1 Una tabella Pivot usa dati a due dimensioni per creare una tabella a tre dimensioni, cioè una tabella
DettagliIl database management system Access
Il database management system Access Corso di autoistruzione http://www.manualipc.it/manuali/ corso/manuali.php? idcap=00&idman=17&size=12&sid= INTRODUZIONE Il concetto di base di dati, database o archivio
DettagliDomande a scelta multipla 1
Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco
DettagliScheduling della CPU. Sistemi multiprocessori e real time Metodi di valutazione Esempi: Solaris 2 Windows 2000 Linux
Scheduling della CPU Sistemi multiprocessori e real time Metodi di valutazione Esempi: Solaris 2 Windows 2000 Linux Sistemi multiprocessori Fin qui si sono trattati i problemi di scheduling su singola
DettagliExcel. A cura di Luigi Labonia. e-mail: luigi.lab@libero.it
Excel A cura di Luigi Labonia e-mail: luigi.lab@libero.it Introduzione Un foglio elettronico è un applicazione comunemente usata per bilanci, previsioni ed altri compiti tipici del campo amministrativo
DettagliLe tecniche di scheduling (1)
Le tecniche di scheduling (1) Sono la base di tutto il processo di pianificazione, e fornisco al management gli elementi per decidere come utilizzare le risorse per raggiungere gli obiettivi di costo e
DettagliCoordinazione Distribuita
Coordinazione Distribuita Ordinamento degli eventi Mutua esclusione Atomicità Controllo della Concorrenza 21.1 Introduzione Tutte le questioni relative alla concorrenza che si incontrano in sistemi centralizzati,
DettagliProject Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi
Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese
DettagliV. RISORSE PER IL PROGETTO
V. RISORSE PER IL PROGETTO 1. Introduzione ai concetti di economicità ed efficacia Economicità = Validità economica L Economicità si scompone in : Efficacia Efficienza Con il termine EFFICACIA si intende
DettagliCapitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore
Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:
DettagliCapitolo 13. Interrogare una base di dati
Capitolo 13 Interrogare una base di dati Il database fisico La ridondanza è una cosa molto, molto, molto brutta Non si devono mai replicare informazioni scrivendole in più posti diversi nel database Per
DettagliIV. TEMPI E RISORSE: STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
IV. TEMPI E RISORSE: STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO Dopo aver affrontato la prima stesura del POP, si deve passare piano al vaglio del committente per avere il via definitivo. Se OK Si procede
DettagliPRESENTARE UN IDEA PROGETTUALE
PRESENTARE UN IDEA PROGETTUALE LINEE GUIDA PER UNA EFFICACE PRESENTAZIONE DI UN BUSINESS PLAN INTRODUZIONE ALLA GUIDA Questa breve guida vuole indicare in maniera chiara ed efficiente gli elementi salienti
DettagliDomande a scelta multipla 1
Domande a scelta multipla Domande a scelta multipla 1 Rispondete alle domande seguenti, scegliendo tra le alternative proposte. Cercate di consultare i suggerimenti solo in caso di difficoltà. Dopo l elenco
DettagliIl Diagramma di Gantt
Il Diagramma di Gantt Alessandro De Nisco Università del Sannio Il Diagramma di Gantt COSA E IL DIAGRAMMA DI GANTT Esempio UN ESEMPIO DI DIAGRAMMA DI GANTT..COSA MANCA? Come si Costruisce. SI PARTE DALLA
DettagliLibrerie digitali. Video. Gestione di video. Caratteristiche dei video. Video. Metadati associati ai video. Metadati associati ai video
Video Librerie digitali Gestione di video Ogni filmato è composto da più parti Video Audio Gestito come visto in precedenza Trascrizione del testo, identificazione di informazioni di interesse Testo Utile
DettagliDimensione di uno Spazio vettoriale
Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione
DettagliMassimo Paolucci (paolucci@dist.unige.it) DIST Università di Genova. Metodi per supportare le decisioni relative alla gestione di progetti
Project Management Massimo Paolucci (paolucci@dist.unige.it) DIST Università di Genova Project Management 2 Metodi per supportare le decisioni relative alla gestione di progetti esempi sono progetti nell
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e
DettagliSoftware per Helpdesk
Software per Helpdesk Padova - maggio 2010 Antonio Dalvit - www.antoniodalvit.com Cosa è un helpdesk? Un help desk è un servizio che fornisce informazioni e assistenza ad utenti che hanno problemi nella
DettagliLA LOGISTICA INTEGRATA
dell Università degli Studi di Parma LA LOGISTICA INTEGRATA Obiettivo: rispondere ad alcuni interrogativi di fondo Come si è sviluppata la logistica in questi ultimi anni? Quali ulteriori sviluppi sono
DettagliMentore. Presentazione
Mentore Presentazione Chi è Mentore? Il Mio nome è Pasquale, ho 41 anni dai primi mesi del 2014 ho scoperto, che ESISTE UN MONDO DIVERSO da quello che oltre il 95% delle persone conosce. Mi sono messo
DettagliStrutturazione logica dei dati: i file
Strutturazione logica dei dati: i file Informazioni più complesse possono essere composte a partire da informazioni elementari Esempio di una banca: supponiamo di voler mantenere all'interno di un computer
DettagliOsservazioni sulla continuità per le funzioni reali di variabile reale
Corso di Matematica, I modulo, Università di Udine, Osservazioni sulla continuità Osservazioni sulla continuità per le funzioni reali di variabile reale Come è noto una funzione è continua in un punto
DettagliPiano di gestione della qualità
Piano di gestione della qualità Pianificazione della qualità Politica ed obiettivi della qualità Riferimento ad un eventuale modello di qualità adottato Controllo della qualità Procedure di controllo.
DettagliFasi di creazione di un programma
Fasi di creazione di un programma 1. Studio Preliminare 2. Analisi del Sistema 6. Manutenzione e Test 3. Progettazione 5. Implementazione 4. Sviluppo 41 Sviluppo di programmi Per la costruzione di un programma
DettagliCalcolatori Elettronici A a.a. 2008/2009
Calcolatori Elettronici A a.a. 2008/2009 PRESTAZIONI DEL CALCOLATORE Massimiliano Giacomin Due dimensioni Tempo di risposta (o tempo di esecuzione): il tempo totale impiegato per eseguire un task (include
DettagliA intervalli regolari ogni router manda la sua tabella a tutti i vicini, e riceve quelle dei vicini.
Algoritmi di routing dinamici (pag.89) UdA2_L5 Nelle moderne reti si usano algoritmi dinamici, che si adattano automaticamente ai cambiamenti della rete. Questi algoritmi non sono eseguiti solo all'avvio
DettagliTrasformazione dei Processi in Progetti DIB 1
Trasformazione dei Processi in Progetti DIB 1 Generalità DIB 2 Progetto PROGETTO: esecuzione di un insieme di attività in un tempo e con risorse limitati per raggiungere uno specifico scopo. A causa dell
DettagliLA RETTA. Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali
Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali LA RETTA Abbiamo visto che l'equazione generica di una retta è del tipo Y = mx + q, dove m ne rappresenta la pendenza e q il punto in cui la retta incrocia
DettagliEVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA
http://www.sinedi.com ARTICOLO 3 LUGLIO 2006 EVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA A partire dal 1980 sono state sviluppate diverse metodologie per la gestione della qualità
DettagliAnalisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda
Analisi sensitività. Strumenti per il supporto alle decisioni nel processo di Valutazione d azienda Premessa Con l analisi di sensitività il perito valutatore elabora un range di valori invece di un dato
DettagliSiamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.
DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti
DettagliIntroduzione. Coordinazione Distribuita. Ordinamento degli eventi. Realizzazione di. Mutua Esclusione Distribuita (DME)
Coordinazione Distribuita Ordinamento degli eventi Mutua esclusione Atomicità Controllo della Concorrenza Introduzione Tutte le questioni relative alla concorrenza che si incontrano in sistemi centralizzati,
DettagliLaboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice
INSEGNAMENTO DI LABORATORIO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE III INTRODUZIONE ALLA RICERCA SPERIMENTALE (PARTE III) PROF. VINCENZO BONAZZA Indice 1 L ipotesi -----------------------------------------------------------
DettagliEXCEL PER WINDOWS95. sfruttare le potenzialità di calcolo dei personal computer. Essi si basano su un area di lavoro, detta foglio di lavoro,
EXCEL PER WINDOWS95 1.Introduzione ai fogli elettronici I fogli elettronici sono delle applicazioni che permettono di sfruttare le potenzialità di calcolo dei personal computer. Essi si basano su un area
DettagliProcessi principali per il completamento del progetto
Piano di progetto È un documento versionato, redatto dal project manager per poter stimare realisticamente le risorse, i costi e i tempi necessari alla realizzazione del progetto. Il piano di progetto
DettagliLa Metodologia adottata nel Corso
La Metodologia adottata nel Corso 1 Mission Statement + Glossario + Lista Funzionalià 3 Descrizione 6 Funzionalità 2 Schema 4 Schema 5 concettuale Logico EA Relazionale Codice Transazioni In PL/SQL Schema
DettagliIstruzioni per l uso dei programmi MomCad, TraveCon, TraveFon
Istruzioni per l uso dei programmi MomCad, TraveCon, TraveFon I tre programmi sono utility generali preparate appositamente per gli studenti (ma che potrebbero essere utili anche per professionisti). MomCad
DettagliCapitolo II. La forma del valore. 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore.
Capitolo II La forma del valore 7. La duplice forma in cui si presenta la merce: naturale e di valore. I beni nascono come valori d uso: nel loro divenire merci acquisiscono anche un valore (di scambio).
DettagliECONOMIA DEL LAVORO. Lezioni di maggio (testo: BORJAS) L offerta di lavoro
ECONOMIA DEL LAVORO Lezioni di maggio (testo: BORJAS) L offerta di lavoro Offerta di lavoro - Le preferenze del lavoratore Il luogo delle combinazioni di C e L che generano lo stesso livello di U (e.g.
DettagliDatabase 1 biblioteca universitaria. Testo del quesito
Database 1 biblioteca universitaria Testo del quesito Una biblioteca universitaria acquista testi didattici su indicazione dei professori e cura il prestito dei testi agli studenti. La biblioteca vuole
DettagliDIFFERENZIARE LE CAMPAGNE DI MARKETING La scelta del canale adeguato
Via Durini, 23-20122 Milano (MI) Tel.+39.02.77.88.931 Fax +39.02.76.31.33.84 Piazza Marconi,15-00144 Roma Tel.+39.06.32.80.37.33 Fax +39.06.32.80.36.00 www.valuelab.it valuelab@valuelab.it DIFFERENZIARE
Dettaglida 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti
da 2 a 5 giocatori, dai 10 anni in su, durata 30 minuti OBIETTIVO Il vincitore è colui che, dopo due round di gioco, delle sue 11 ordinazioni, ne ha consegnate il maggior numero. CONTENUTO DELLA SCATOLA
Dettagli12. Evoluzione del Software
12. Evoluzione del Software Andrea Polini Ingegneria del Software Corso di Laurea in Informatica (Ingegneria del Software) 12. Evoluzione del Software 1 / 21 Evoluzione del Software - generalità Cosa,
Dettagli(Esercizi Tratti da Temi d esame degli ordinamenti precedenti)
(Esercizi Tratti da Temi d esame degli ordinamenti precedenti) Esercizio 1 L'agenzia viaggi GV - Grandi Viaggi vi commissiona l'implementazione della funzione AssegnaVolo. Tale funzione riceve due liste
DettagliProject Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.
Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo
DettagliAttività 9. La città fangosa Minimal Spanning Trees
Attività 9 La città fangosa Minimal Spanning Trees Sommario la nostra società ha molti collegamenti in rete: la rete telefonica, la rete energetica, la rete stradale. Per una rete in particolare, ci sono
DettagliCome costruire una presentazione. PowerPoint 1. ! PowerPoint permette la realizzazione di presentazioni video ipertestuali, animate e multimediali
PowerPoint Come costruire una presentazione PowerPoint 1 Introduzione! PowerPoint è uno degli strumenti presenti nella suite Office di Microsoft! PowerPoint permette la realizzazione di presentazioni video
DettagliPer poter affrontare il problema abbiamo bisogno di parlare di probabilità (almeno in maniera intuitiva). Analizziamo alcune situazioni concrete.
Parliamo di probabilità. Supponiamo di avere un sacchetto con dentro una pallina rossa; posso aggiungere tante palline bianche quante voglio, per ogni pallina bianca che aggiungo devo pagare però un prezzo
DettagliEFFETTI DEGLI INVESTIMENTI AMBIENTALI B.A.T. SULLA COMPATIBILITà AMBIENTALE
LEZIONE DEL 3 GIUGNO 2004 L articolo 15 comma 2 della direttiva IPPC prevede l obbligo di identificare quelle che siano le B.A.T ovvero le migliori tecniche disponibili in campo ambientale relative ad
Dettagli~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE
STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.
Dettagli11. Evoluzione del Software
11. Evoluzione del Software Andrea Polini Ingegneria del Software Corso di Laurea in Informatica (Ingegneria del Software) 11. Evoluzione del Software 1 / 21 Evoluzione del Software - generalità Cosa,
Dettagli( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali
Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza
DettagliCiclo di vita dimensionale
aprile 2012 1 Il ciclo di vita dimensionale Business Dimensional Lifecycle, chiamato anche Kimball Lifecycle descrive il framework complessivo che lega le diverse attività dello sviluppo di un sistema
DettagliGuida Compilazione Piani di Studio on-line
Guida Compilazione Piani di Studio on-line SIA (Sistemi Informativi d Ateneo) Visualizzazione e presentazione piani di studio ordinamento 509 e 270 Università della Calabria (Unità organizzativa complessa-
DettagliCapitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni
Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel
DettagliTraccia delle soluzioni
Corso di Ingegneria del software Secondo appello 29 gennaio 2008 V. Ambriola, L. Semini Dipartimento di Informatica, Università di Pisa a.a. 2007/08 La prova si svolge a libri chiusi (non è permessa la
DettagliIl concetto di valore medio in generale
Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo
DettagliCreare diagrammi di Gantt con Visio 2003
Creare diagrammi di Gantt con Visio 2003 La fase di pianificazione di un progetto è sicuramente molto delicata e alquanto complessa, in quanto bisogna riuscire a definire una scomposizione del progetto
DettagliCapitolo 3. L applicazione Java Diagrammi ER. 3.1 La finestra iniziale, il menu e la barra pulsanti
Capitolo 3 L applicazione Java Diagrammi ER Dopo le fasi di analisi, progettazione ed implementazione il software è stato compilato ed ora è pronto all uso; in questo capitolo mostreremo passo passo tutta
DettagliAnalisi e diagramma di Pareto
Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo
DettagliGestione delle transazioni. Database Management Systems 3ed, R. Ramakrishnan and J. Gehrke 1
Gestione delle transazioni Database Management Systems 3ed, R. Ramakrishnan and J. Gehrke 1 Transazioni v L esecuzione concorrente dei programmi utente è essenziale per le buone prestazioni del DBMS Poiché
DettagliLa gestione manageriale dei progetti
PROGETTAZIONE Pianificazione, programmazione temporale, gestione delle risorse umane: l organizzazione generale del progetto Dimitri Grigoriadis La gestione manageriale dei progetti Per organizzare il
DettagliPer studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R
Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.
DettagliMon Ami 3000 Varianti articolo Gestione di varianti articoli
Prerequisiti Mon Ami 3000 Varianti articolo Gestione di varianti articoli L opzione Varianti articolo è disponibile per le versioni Azienda Light e Azienda Pro e include tre funzionalità distinte: 1. Gestione
DettagliProgetto Campo Base. Università degli Studi di L Aquila. Facoltà di Ingegneria. Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica Corso di Sistemi Informativi
Università degli Studi di L Aquila Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica Corso di Sistemi Informativi Prof. Gaetanino Paolone Dott. Ottavio Pascale a.a.2003-2004 Progetto Campo
DettagliISO 9001:2015 e ISO 14001:2015
TÜV NORD CERT FAQ ISO 9001:2015 e ISO 14001:2015 Risposte alle principali domande sulle nuove revisioni degli standard ISO 9001 e ISO 14001 Da quando sarà possibile 1 certificarsi in accordo ai nuovi standard?
DettagliTorreBar S.p.A. Svolgimento
TorreBar S.p.A. Svolgimento 2. Partendo dalle informazioni sopra esposte, si costruisca la mappa strategica specificando le relazioni di causa effetto tra le diverse prospettive della BSC. Azioni Crescita
DettagliBanca dati Professioniste in rete per le P.A. Guida all uso per le Professioniste
Banca dati Professioniste in rete per le P.A. Guida all uso per le Professioniste versione 2.1 24/09/2015 aggiornamenti: 23-set-2015; 24-set-2015 Autore: Francesco Brunetta (http://www.francescobrunetta.it/)
DettagliUniversità di Venezia Corso di Laurea in Informatica. Marco Fusaro KPMG S.p.A.
Università di Venezia Corso di Laurea in Informatica Laboratorio di Informatica Applicata Introduzione all IT Governance Lezione 3 Marco Fusaro KPMG S.p.A. 1 IT Governance IT Governance E il processo di
DettagliUso delle tabelle e dei grafici Pivot
Uso delle tabelle e dei grafici Pivot 1 Una tabella Pivot usa dati a due dimensioni per creare una tabella a tre dimensioni, cioè una tabella riassuntiva basata su condizioni multiple che hanno punti di
DettagliLa progettazione centrata sull utente nei bandi di gara
Progetto PerformancePA Ambito A - Linea 1 - Una rete per la riforma della PA La progettazione centrata sull utente nei bandi di gara Autore: Maurizio Boscarol Creatore: Formez PA, Progetto Performance
DettagliARTICOLO TECNICO Smart-MED-Parks: il Software
ARTICOLO TECNICO Smart-MED-Parks: il Software Introduzione Da Febbraio 2013, data di lancio del progetto Smart-MED-Parks, sono state realizzate un insieme di azioni al fine di: - Aumentare il livello di
DettagliSistema operativo. Sommario. Sistema operativo...1 Browser...1. Convenzioni adottate
MODULO BASE Quanto segue deve essere rispettato se si vuole che le immagini presentate nei vari moduli corrispondano, con buona probabilità, a quanto apparirà nello schermo del proprio computer nel momento
DettagliPrestazioni CPU Corso di Calcolatori Elettronici A 2007/2008 Sito Web:http://prometeo.ing.unibs.it/quarella Prof. G. Quarella prof@quarella.
Prestazioni CPU Corso di Calcolatori Elettronici A 2007/2008 Sito Web:http://prometeo.ing.unibs.it/quarella Prof. G. Quarella prof@quarella.net Prestazioni Si valutano in maniera diversa a seconda dell
DettagliCenni di geografia astronomica. Giorno solare e giorno siderale.
Cenni di geografia astronomica. Tutte le figure e le immagini (tranne le ultime due) sono state prese dal sito Web: http://www.analemma.com/ Giorno solare e giorno siderale. La durata del giorno solare
DettagliIl sistema monetario
Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti
DettagliEsercitazione 23 maggio 2016
Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione
DettagliIL PROJECT MANAGEMENT
IL PROJECT MANAGEMENT Scopi e campi di applicazione La pianificazione del progetto Le tecniche di pianificazione del progetto Le tecniche di pianificazione dei tempi La gestione e il controllo del progetto
DettagliGli Scenari. Cosa sono. Gli Scenari. sono casi rappresentativi delle situazioni reali in cui gli utenti svolgono la loro attività.
1/13 Lo Scenario-Based Design permette ai progettisti e agli utenti di descrivere attività esistenti o di prevedere o immaginare nuove attività che possono essere prodotte dall interazione con un nuovo
DettagliDATA BASE ON LINE (BANCA DATI MODULI SPERIMENTALI)
Progetto regionale antidispersione per favorire l adempimento dell obbligo d istruzione 2 a annualità DATA BASE ON LINE (BANCA DATI MODULI SPERIMENTALI) MANUALE DI UTILIZZO Indice Premessa 3 Ingresso nel
Dettagli2.0 Gli archivi. 2.1 Inserire gli archivi. 2.2 Archivio Clienti, Fornitori, Materiali, Noleggi ed Altri Costi. Impresa Edile Guida all uso
2.0 Gli archivi All interno della sezione archivi sono inserite le anagrafiche. In pratica si stratta di tutti quei dati che ricorreranno costantemente all interno dei documenti. 2.1 Inserire gli archivi
DettagliIndice generale. OOA Analisi Orientata agli Oggetti. Introduzione. Analisi
Indice generale OOA Analisi Orientata agli Oggetti Introduzione Analisi Metodi d' analisi Analisi funzionale Analisi del flusso dei dati Analisi delle informazioni Analisi Orientata agli Oggetti (OOA)
DettagliEsempi di funzione. Scheda Tre
Scheda Tre Funzioni Consideriamo una legge f che associa ad un elemento di un insieme X al più un elemento di un insieme Y; diciamo che f è una funzione, X è l insieme di partenza e X l insieme di arrivo.
DettagliL analisi dei dati. Capitolo 4. 4.1 Il foglio elettronico
Capitolo 4 4.1 Il foglio elettronico Le più importanti operazioni richieste dall analisi matematica dei dati sperimentali possono essere agevolmente portate a termine da un comune foglio elettronico. Prenderemo
DettagliL uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning
L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning di Marcello Sabatini www.msconsulting.it Introduzione Il business plan è uno strumento che permette ad un imprenditore di descrivere la
DettagliCOME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING
Febbraio Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING COS E UN
DettagliVeneto Lavoro via Ca' Marcello 67/b, 30172 Venezia-Mestre tel.: 041/2919311
Veneto Lavoro via Ca' Marcello 67/b, 30172 Venezia-Mestre tel.: 041/2919311 INDICE 1. INTRODUZIONE... 3 1.1 SCADENZA... 3 1.2 CAUSALE DA UTILIZZARE... 3 2. MODALITÀ OPERATIVE DI COMUNICAZIONE DATI... 4
Dettaglirisulta (x) = 1 se x < 0.
Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente
DettagliLa gestione di un calcolatore. Sistemi Operativi primo modulo Introduzione. Sistema operativo (2) Sistema operativo (1)
La gestione di un calcolatore Sistemi Operativi primo modulo Introduzione Augusto Celentano Università Ca Foscari Venezia Corso di Laurea in Informatica Un calcolatore (sistema di elaborazione) è un sistema
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1
DettagliDatabase. Si ringrazia Marco Bertini per le slides
Database Si ringrazia Marco Bertini per le slides Obiettivo Concetti base dati e informazioni cos è un database terminologia Modelli organizzativi flat file database relazionali Principi e linee guida
DettagliEsercizio data base "Biblioteca"
Rocco Sergi Esercizio data base "Biblioteca" Database 2: Biblioteca Testo dell esercizio Si vuole realizzare una base dati per la gestione di una biblioteca. La base dati conterrà tutte le informazioni
Dettagli1- OBIETTIVI DEL DOCUMENTO 2- INTRODUZIONE
1- OBIETTIVI DEL DOCUMENTO... 1 2- INTRODUZIONE... 1 3- ACCESSO ALLA PROCEDURA... 2 4- COMPILAZIONE ON-LINE... 4 5- SCELTA DELLA REGIONE O PROVINCIA AUTONOMA... 5 6- DATI ANAGRAFICI... 6 7- DATI ANAGRAFICI
DettagliOtto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005
Questionario di Autovalutazione di un Sistema di Gestione per la Qualità verso: Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005 newsletter TECSE N. 02- Febbraio 2012 (Allegato
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI BRESCIA Facoltà di Ingegneria
ESAME DI STATO DI ABILITAZIONE ALL'ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INGEGNERE PRIMA PROVA SCRITTA DEL 22 giugno 2011 SETTORE DELL INFORMAZIONE Tema n. 1 Il candidato sviluppi un analisi critica e discuta
DettagliPROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa
PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto
Dettagli