La Divina Commedia di Dante Alighieri Inferno

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Enzo Riccio
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1 La Divina Commedia di Dante Alighieri Inferno Canto III Fonte: Divina Commedia, Antologia, Marchi, A., Paravia, Torino, 2007

L ISCRIZIONE SULLA PORTA Il canto III si apre con un enigma da risolvere che in un primo momento lascia il lettore perplesso, inducendolo a chiedersi quale sia il senso delle parole minacciose con

2 L ISCRIZIONE SULLA PORTA Il canto III si apre con un enigma da risolvere che in un primo momento lascia il lettore perplesso, inducendolo a chiedersi quale sia il senso delle parole minacciose con cui si apre il canto. Questo enigma sarà risolto subito dopo. Si tratta di un iscrizione su una porta. Così come l Io narrato, quindi, anche il lettore si trova a leggerla e a tentare di decifrarla. Suspense temporanea che il narratore alimenta per sottolineare il momento iniziatico dell ingresso nell inferno vero e proprio. Un iscrizione ricca di artifici formali (retorici, sintattici). 2

3 IL TEMA DEL CANTO: L IGNAVIA Sapiente alternarsi di microsequenze descrittive e dialogiche che ravvivano l avventura del lettore attraverso l alternarsi di dialoghi a scopo chiarificatore e descrizioni di scene straordinarie Nel primo di questi brevi dialoghi viene inserita una parola: la viltà. Questa viene inserita in una affermazione di carattere quasi sentenzioso: Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta. L intento duplice è da un lato quello di sottolineare la necessità di abbandonare ogni vigliaccheria e esitazione nell intraprendere un viaggio di questo tipo e dall altro di anticipare il tema del canto, l ignavia. 3

4 UNA TECNICA DESCRITTIVA REALISTICA La micro sequenza descrittiva è ricostruita per mezzo di sensazioni uditive che conducono per via sonora a quelle visive (circa la stessa tecnica utilizzata da Leopardi nel Sabato del Villaggio). Questo avviene per esigenze di realismo: è logico che nelle tenebre infernali si percepiscono dapprima i suoni o meglio i rumori, in un crescendo acustico dato dal climax ascendente del verso 22: Quivi sospiri, pianti e alti guai. 4

5 LA LINEA DI SENSO DI NEGATIVITÀ E ASSENZA Il secondo dialogo ha la funzione di fornire delucidazioni sugli ignavi. Vi predomina un isotopia (o linea di senso che si struttura intorno ad una parolachiave) incentrata sulla negazione e sull assenza visser senza nfamia e sanza lodo, non furon ribelli / né furon fedeli a Dio. Assenza di stimoli, di passioni, di volontà di agire. È la negazione di ogni moto dell animo che spinga ad agire coerentemente con le proprie idee e sentimenti. Il tempo dedicato a questi incapaci di osare, è inversamente proporzionale al disprezzo manifestato nei loro confronti: non ragioniam di lor, ma guarda e passa. 5

6 IL CONTRAPPASSO Avviene ciò che cinematograficamente viene definito un campo lungo, sulla schiera degli ignavi correnti dietro un insegna. A cui succede una zoomata di avvicinamento ai dettagli realistici e raccapriccianti che integrano la pena: i mosconi e le vespe che rigano il volto di sangue e i vermi che lo raccolgono, insieme alle lacrime, ai piedi dei dannati. 6

7 CARONTE, IL TRAGHETTATORE INFERNALE La debole luce consente a Dante di scorgere altre anime, che alimentano la sua curiosità. Egli così rivolge a Virgilio ripetute domande. Questo lo redarguisce. Il silenzio che segue al rimprovero e che dura per il resto del tragitto fino all Acheronte, ha anche la funzione, nell abile regia dantesca, di preparare il lettore alla sorpresa, al colpo di scena della comparsa di Caronte, il traghettatore infernale. Il suo ritratto è incentrato su particolari fisici: capelli e barba bianchi, occhi cerchiati di fuoco e fiammeggianti. È un personaggio di ascendenza classica e in particolare virgiliana che ha però subito la consueta trasformazione in demone cristiano, secondo l interpretazione dei Padri della Chiesa, sulla base della quale gli dei e i demoni pagani erano incarnazione del demonio. 7

8 LO SPAZIO INFERNALE Il paesaggio infernale è delicato dalla livida palude del verso 98, e più oltre dall onda bruna (v. 118). Si aggiunge la descrizione, secondo le conoscenze dell epoca, di un evento naturale: un terremoto. Il lampo di luce vermiglia che squarcia le tenebre, sembra riprendere da un lato, il rosso vivo degli occhi di Caronte e dall altro sembra alludere allegoricamente alla vittoria della luce della salvezza sulle tenebre del peccato. Questo evento naturale fa svenire Dante, risolvendo al narratore il problema di spiegare le modalità di attraversamento dell Acheronte. 8

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