USO DELLE ERBE SPONTANEE DALLA PREISTORIA A OGGI

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1 USO DELLE ERBE SPONTANEE DALLA PREISTORIA A OGGI PREISTORIA Eta della pietra vari periodi PALEOLITICO da circa 2 milioni a 10mila a.c. gli OMINIDI Usano i primi strumenti in pietra Esplorano il territorio Vivono e si riparano dove capita in caverne, sotto la vegetazione o su rami. Si cibano con lo sciacallaggio, con larve e insetti, piccoli roditori, uova di uccelli e raccolgono tuberi e radici. Successivamente imparano: gli uomini a cacciare e a pescare le donne e i bambini raccolgono vegetali, frutti selvatici, tuberi, rizomi, bulbi, germogli, foglie e fiori. MESOLITICO (periodo di mezzo) Da a 5000 a.c. Scoperta del fuoco e suo utilizzo, in fosse, colme di brace, per affumicare ed arrostire carni ed i cacciatori iniziano a cacciare mammiferi di media e piccola taglia ed anche uccelli. Si mangiano inoltre molluschi terrestri, d acqua dolce e marini. Si inizia a cuocere prodotti vegetali selezionandoli. NEOLITICO (da 5000 a 4000 a.c.) Inizia la DOMESTICAZIONE sia dei vegetali che degli animali, quindi la COLTIVAZIONE e ALLEVAMENTO. Si formano i primi villaggi e l Homo passa da vita nomade a vita sedentaria. Con la coltivazione dei cereali e dei legumi e l allevamento del bestiame, si abbandonano la raccolta dei prodotti vegetali ed anche la caccia intesa per nutrirsi e si caccia solo determinati animali. Attraverso la frantumazione dei cereali iniziano le preparazioni di primitive focacce cotte su pietre riscaldate. Si fanno le prime terrecotte e si cucinano nell acqua i primi alimenti, passando alle zuppe e brodi di cereali, carni e legumi. L homo inizia a conservare le carni salandole, si immagazzinano cereali e legumi e si inizia a preparare e conservare i formaggi. Finisce così l Età della pietra ed inizia ETA DEI METALLI (da 4000 a 3000 a.c.) L homo comincia a coltivare le piante da frutto e comincia a coltivare gli ortaggi. ETA ANTICA Dal 3000 a.c. iniziano i primi scambi commerciali e sulle sponde del Mediterraneo nascono le prime civiltà. La prima fu quella egiziana seguirono poi l ellenica e la romana. Con la nascita delle civiltà, il rapporto di dipendenza delle piante dall uomo si è progressivamente rafforzato nel tempo, fino ai giorni nostri in Italia. Tuttavia l uomo però non ha abbandonato la raccolta delle ERBE SPONTANEE per così garantirsi la disponibilità di una diversità di caratteristiche biologiche, che le varie popolazioni hanno continuato ad utilizzare, ad integrazione della propria dieta, in alcune regioni in misura rilevante. L uso delle erbe spontanee, è stato oggetto di studio da parte della scienza ufficiale nonostante che nel tempo, nelle popolazioni rurali, si siano sviluppate tradizioni ed usi sia alimentari che medicinali. E stato appunto grazie alla scienza ufficiale che, durante un periodo di carestia, nel 1767 a Firenze viene proposta, da Ottaviano Targioni Tozzetti, la Phytoalimurgia che è nient altro che la possibilità di potersi alimentare raccogliendo ciò che la natura ci offre spontaneamente, come avveniva nelle antichissime società di caccia e raccolta. Analizzando la parola Phytoalimurgia, significa il ricorso alle piante spontanee quale nutrimento in caso di urgenza o emergenza, dove l emergenza, nel caso specifico, era la carestia. L uso e lo studio delle piante spontanee è stato recuperato nel 1918, durante la prima guerra mondiale, per insegnare a reperire cibo che veniva offerto spontaneamente dalla natura. Fu appunto redatto un testo scritto nel 1918 dal piemontese Oreste Mattirolo,

2 Phytoalimurgia Pedemontana, nel quale vengono riportate specie vegetali per uso alimentare della flora spontanea del Piemonte. Il Mattirolo nel proprio testo divide le piante fitoalimurgiche in undici capitoli secondo gli usi specifici. Oggigiorno si definisce con fitoalimurgia la conoscenza dell uso delle specie vegetali e soprattutto erbe spontanee con scopo alimentare non certo per motivo di sopravvivenza ma soltanto per la necessità di trovare erbe sane con profili terapeutici preventivi. Infatti, tante persone che dispongono di tempo libero, oggistanno riscoprendo che andare in cerca d erbe, oltre a riempire la giornata, porta vari benefici: -venire a contatto della natura e scoprire aspetti nascosti -fare delle salutari passeggiate da soli o in compagnia -trovando le erbe, contribuire al bilancio familiare -variare la dieta con prodotti veramente biologici La raccolta delle erbe selvatiche diviene quindi una scelta di prodotti che servano al mantenimento salutare del nostro organismo. Raccogliendo queste piante si elimina quindi il rischio sulla presenza di sostanze pericolose causate dai prodotti che vengono usati in agricoltura, quindi le prenderemo in ambienti non coltivati e dove non vi siano animali lasciati allo stato brado. Ciò nonostante rimane il rischio da inquinamento atmosferico che generalmente incombe sul nostro pianeta, che possiamo in parte evitare raccogliendo le nostre erbe in luoghi lontani dai centri urbani in ambienti con minor tasso di inquinamento. Se la raccolta di tali piante avviene nel periodo primaverile, le giovani piante ed i giovani getti presentano un alto contenuto di fitormoni, in particolare auxine che servono a sviluppare nuovi germogli ed anche tessuti meristematici, che sviluppano appunto le altre parti della pianta. Tali sostanze sono considerate, come principi attivi drenanti, utili all organismo umano per espellere le tossine. In antichità, appunto, veniva consigliato di raccogliere le erbe spontanee primaverili per depurare l organismo dopo l accumulo di tossine del periodo invernale. Nonostante questi consigli, oggi siamo portati a ignorare ed anche a disprezzare tutto ciò che la natura ci offre che non rientra nella routine quotidiana. Usando tali erbe si scoprono quattro sapori fondamentali di ciò che è naturale: il sapore amaro, il sapore dolce, il sapore aspro ed il sapore piccante. Grazie appunto a questi sapori che possiamo allestire pranzi completi dagli antipasti al dolce. Alcune di queste piante sono reperibili tutto l anno ed alcune le possiamo trovare in buone quantità. Le piante abbondanti ed altre che tratteremo appartengono alle seguenti famiglie: boraginaceae campanulaceae cannabiaceae caryophyllaceae chenopodiaceae compositae cruciferae dipsacaceae labiatae leguminose liliaceae malvaceae onagraceae oxalidaceae papaveraceae plantaginaceae polygonaceae portulacaceae primulaceae ranunculaceae rosaceae umrbelliferae urticaceae valerianaceae violaceae Ricordiamoci che per avere soltanto le proprietà salutari bisogna raccogliere le piante nella propria stagione di crescita. Per ciò che riguarda le proprietà curative non è possibile in quanto risulta difficoltosa la raccolta nel periodo balsamico anche perché sovente le parti eduli delle piante sono altre rispetto alle parti usate nella fitoterapia. Per tale scopo bisogna ricorrere all erborista per sfruttare le proprietà curative delle piante.

3 Quindi da noi possiamo solo avere un ottimo trattamento preventivo usando come alimento le parti tenere delle piante erbacee durante le prime settimane primaverili. Con tale uso operiamo una detossicazione del nostro organismo, contribuendo alla depurazione del fegato, che si è sovraffaticato per la grassa alimentazione invernale. Tale intervento fitoalimurgico primaverile è un esempio, perché in ogni periodo dell anno possiamo trovare varie piante che possono prevenire o curare alcuni disturbi stagionali però è meglio ricorrere ad un intervento erboristico specifico quale mezzo terapeutico. Parlando di fitoalimurgia ricordiamoci che con questo termine parliamo di tutto ciò che ad esso è legato: - l etnobotanica - l erboristeria - le piante aromatiche - le piante medicinali - le piante officinali - la raccolta di erbe per uso alimentari Noi useremo la fitoalimurgia parlando dell etnobotanica, che vedremo successivamente, delle piante aromatiche, delle piante officinali e della raccolta di erbe per uso alimentare. Dopo avere parlato della DOMESTICAZIONE e della FITOALIMURGIA parliamo ora di una scienza importante che studia gli usi e le rappresentazioni degli usi popolari delle specie vegetali, l ETNOBOTANICA, ed ecco i suoi domini: la fitoterapia la fitoalimurgia l etnoveterinaria l artigianato l agricoltura la liquoristica la cosmesi le feste popolari i riti religiosi i riti magici i giochi le origini di termini locali credenze popolari proverbi e modi di dire Parliamo ora dell etnobotanica, con un po di storia. Cenni di storia dell etnobotanica (da internet) Se il termine moderno nasce solo di recente, l'etnobotanica come campo del sapere o come modalità del conoscere era già presente da prima. Possiamo dire che i primi etnobotanici (ante litteram) sono stati in un certo senso i primi uomini, che pur partendo da alcune basi biologiche, hanno dovuto costruirsi un sapere empirico basato sull imitazione degli animali e su esercizi di prova ed errore. Seguendo questo ragionamento possiamo leggere gli antichi erbari o testi sulle piante medicinali come primi esempi di letteratura etnobotanica (latu sensu), in quanto raccolgono testimonianze sugli utilizzi delle piante da parte delle popolazioni. In questo senso possono essere lette le varie farmacopee delle tradizioni mediche più strutturate, come la cinese, l'ayurvedica e la medicina greco-romana ed islamica, ed i testi medioevali europei. Ma non vanno dimenticati i dati provenienti dal Nuovo Mondo. In effetti, dato che i reperti scritti in lingua originale sono quasi del tutto assenti, e le informazioni relative all'uso delle piante furono raccolte da osservatori europei che, possiamo dire che queste operazioni assomigliano molto a ciò che noi oggi chiamiamo etnobotanica. Come esempio vediamo il Codex Badianus del E'il primo esempio di testo sulla tradizione erboristica Messicana, compilato dal medico Azteco Manuel de la Cruz ascoltando i vecchi guaritori, e successivamente tradotto dal clero spagnolo. Ricchissimo in illustrazioni, descrizioni, usi e nomi locali delle piante. Negli stessi anni il Re di Spagna manda il dottor Francisco Hernandez a documentare gli usi delle painte da parte degli indiani d america. Dopo anni passati in Sud America Hernandez scrive il suo Rerum Medicarum Nuovae Hispaniae Thesaurus, seu Plantarum, Animalium, Mineralium Mexicanorium Historia (pubblicato però solo nel 1651). Nel 1648 Guilhermo Piso racconta la fauna e la flora del Brasile nel suo Historia Natural de Brasil Ma è il XVIII secolo che vede la nascita dei nuovi concetti che porteranno alla definizione moderna. Nel 1682 John Ray descrive nel suo Methodus Plantarum il primo concetto di specie, e tra il 1686 ed il 1704 sempre John Ray compila la prima Flora europea (Historia Plantarum). Nel 1753 Linneo scrive "Species Plantarum". Anche se Linneo non girò mai il mondo, lo fecero i suoi studenti, che riportarono in Europa importantissimi campioni floristici, ma anche resoconti della cultura, degli usi e dei costumi delle terre visitate e dei rapporti dell uomo con le piante. Kalm ad esempio studiò la flora e gli usi etnobotanici nei futuri USA, mentre Loffling fu il primo etnobotanico del Sud America. Hasselquist studiò il Medio Oriente; Forsskel non tornò vivo dallo Yemen ma le sue osservazioni furono riportate dai compagni di viaggio. Osbeck viaggiò in Cina e Thunberg compilò la Flora Japonica. Solander partecipò al viaggio di Cook per circumnavigare il globo,

4 riportando in Europa 1200 nuove specie appartenenti a 100 nuovi generi. Sparrmann, altro studente, partecipò anch'egli ad uno degli altri viaggi di Cook. Il XIX secolo è il secolo dei grandi esploratori etnobotanici ante litteram: Alexander von Humboldt, Aimè Bonpland, Alfred Wallace, Joseph Hooker, e soprattutto Richard Spruce, naturalista autodidatta ed il più importante esploratore delle piante della sua epoca (17 anni passati tra l Amazzonia e la Cordigliera delle Ande). Questi studiosi tendono a focalizzarsi su popoli aborigeni e primitivi, con un interesse per la documentazione etnografica, e la produzione di liste di piante e malattie trattate. Nel 1874 Stephen Powers conia il termine botanica aborigena cioè lo studio di tutte le forme del mondo vegetale che gli aborigeni usano come fonte di cibo, di medicinali, di materiale tessile, di ornamenti ecc. Alla fine del secolo si passa da un attività di esplorazione e di studio occasionale ad un interesse accademico che necessita e quindi stimola studi più sistematici, non meramente collezioni di piante ed usi ma comparazione e raccolta completa all interno di una popolazione o area. Nel 1895 viene per l'appunto coniato il termine etnobotanica. A partire da questi anni fino agli anni '30 del secolo successivo si ha un continuo svilupparsi di studi sistematici. Con il XX secolo si ha un generale riorientamento teorico nel campo dell etnobotanica, già iniziato negli ultimi decenni del XIX secolo. Al botanico si unisce sempre più spesso l etnologo o l antropologo, e si passa da liste di piante ed usi ad una concezione dello studio delle relazioni uomo-pianta come un modo per comprendere le basi cognitive di una cultura, e il modo in cui l uomo ha influenzato le piante e viceversa. Si rinforza il concetto di relativismo culturale, comprendendo come la tassonomia aborigena, seppur non coincidente con quella di Linneo, sia altrettanto complessa e basata sulla biologia. Lo studio delle piante allucinogene chiarisce il carattere complesso delle credenze religiose. L antropologia medica sottolinea l importanza e significatività dei concetti non occidentali di salute e malattia, e chiarisce i rapporti tra spiritualità, psicologia e farmacologia delle piante. Con l affannarsi delle conoscenze sui rapporti uomo-pianta nasce la nuova sensibilità ecologica: coscienza dell interrelazione uomo - pianta e fine dell antropocentrismo. Nasce un campo alleato all etnobotanica, la botanica economica, definita come la ricerca per la utilità del Regno vegetale, o lo studio delle piante usate in società agro industriali avanzate. Il campo diventa sempre di più interdisciplinare, comprendendo non solo botanici ed antropologi, ma anche archeologi, fitochimici, medici, storici, studiosi di religione, geografi, ecc. Dagli anni Novanta in poi l'etnobotanica emerge - soprattutto nel panorma nordamericano - come una scienza che trova taluni spazi in ambito accademico e che pone il fulcro delle sue ricerche in rigorosi studi sulle "diversità bioculturali" e sui complessi sistemi di relazione piante-società umane. In particolare, gli aspetti "quantitativi" e socio-antropologici di detti rapporti sono quelli su cui al giorno d'oggi si concentra l'attenzione della comunità scientifica. Attualmente grazie all ARSIA, al Dipartimento di Agronomia e Gestione dell Agroecosistema dell Università degli Studi di Pisa e alla Scuola Superiore Sant Anna di Studi Universitari e di Perfezionamento di Pisa, abbiamo degli importanti testi che parlano dell etnobotanica in Toscana. Noi analizzeremo dell etnobotanica in Toscana. Le piante, erbe e frutti spontanei eduli ed i loro usi in ETNOBOTANICA - fitoalimurgia (alimentare, officinale e medicina popolare) - etnoveterinaria (curare con le piante gli animali) - usi artigianali o domestico rurali - liquoristica e confetture rurali Elenco delle piante, erbe e frutti eduli e officinali loro uso nella medicina rurale TOSCANA Achillea millefolium Agrimonia eupatoria Alliaria petiolata Allium ampeloprasum Apium nodiflorum Arbutus unedo Arctium lappa Asparagus acutifolius Bellis perennis Beta vulgaris Borago officinalis Calamintha nepeta Calendula arvensis Campanula rapunculus Capsella bursa-pastoris Cardamine irsuta

5 Castanea sativa Cercis siliquastrum Chenopodium album Cichorium intybus Clematis vitalba Cornus mas Crataegus monogyna Crepis leontodontoides Crepis sancta Crepis vesicaria Daucus carota Diplotaxis tenuifolia Dipsacus fullonum Echium vulgare Fagus sylvatica Foeniculum vulgaris Fragaria vesca Humulus lupulus Hyoseris radiata Hypochoeris radicata Juniperus communis Knautia integrifolia Lamium maculato e purpureo Lapsana communis Laurus nobilis Leontodon tuberosus Leopoldia comosa Lychnis flos-cuculi Malva sylvestris Matricaria camomilla Melilotus officinalis Mentha acquatica Mentha suaveolens Nasturtium officinale Oenanthe pimpinelloides Oenothera biennis Origanum vulgare Oxalis acetosella Papaver rhoeas Parietaria officinalis Pastinaca sativa Phytolacca americana Picris echioides Plantago coronopus Plantago lanceolata Plantago major Portulaca oleracea Potentilla reptans Primula veris e vulgaris Prunus spinosa Pulmonaria officinalis Punica granatum Ranunculus ficaria Raphanus raphanistrum Reichardia picroides Robinia pseudoacacia Rosa canina Rubus fruticosus Rubus idaecus Rumex acetosa Rumex acetosella Rumex crispus Ruscus aculeatus Salvia verbenaca Sambucus nigra

6 Sanguisorba minor Silene alba Silene vulgaris Sonchus oleraceus Stellaria media Taraxacum officinale Thymus serpyllum Tordylium apulum Tragopogon porrifolium Tragopogon pratensis Urospermum dalechampii Urtica dioica Urtica urens Vaccinium myrtillus Valerianella locusta Viola odorata Piante, erbe e frutti spontanei per uso veterinario in TOSCANA Achillea millefolium Apium nodiflorum Capsella bursa-pastoris Clematis vitalba Echium vulgare Foeniculum vulgare Juniperus communis Laurus nobilis Leontodon tuberosus Malva sylvestris Mentha aquatica Mentha suaveolens Oenanthe pimpinelloides Papaver rhoeas Parietaria officinalis Phytolacca americana Plantago lanceolata Plantago major Potentilla reptans Robinia pseudoacacia Rumex crispus Rumex acetosa Sambucus nigra Urtica dioica Urtica urens Piante, erbe e frutti spontanei loro uso artigianale o domestico rurale in TOSCANA Arbutus unedo Castanea sativa Cercis siliquastrum Clematis vitalba Cornus mas Crataegus monogyna Dipsacus fullonum Fagus sylvatica Juniperus communis Laurus nobilis Parietaria officinalis Phytolacca americana Prunus spinosa Robinia pseudoacacia Rubus fruticosus

7 Ruscus aculeatus Sambucus nigra Thymus serpyllum Tordylium apulum Urtica dioica Piante, erbe e frutti spontanei loro uso liquoristico o per confetture rurali in TOSCANA Arbutus unedo Cornus mas Crataegus monogyna Foeniculum vulgare Fragaria vesca Juniperus communis Matricaria camomilla Prunus spinosa Rosa canina Rubus idaecus Rubus fruticosus Sambucus nigra Taraxacum officinale Vaccinium myrtillus Uso delle piante per uso officinale nella medicina rurale Achillea millefolium = di questa pianta si usa le foglie = emostatiche e cicatrizzanti, calmanti digestivo, vasotonico, antinfiammatorio sistemico. Le foglie fresche e contuse si applicano localmente sulle ferite con azione emostatica e cicatrizzante. L infuso delle foglie si beve come calmante nelle sindromi nervose, come digestivo, come vasotonico ed anche antinfiammatorio sistemico. Agrimonia eupatoria = di questa pianta si usa la foglia = astringente intestinale, antidiarroico antinfiammatorie, depurative, spasmolitiche, ipoglicemizzante. In caso di diarrea si beve il decotto delle foglie. Il decotto dell intera pianta si beve come antidiarroico e come antinfiammatorio del cavo oro-faringeo. L infuso delle foglie viene bevuto come depurativo per detossicare l organismo in caso di ubriachezza e lo stesso infuso lo si ritiene spasmolitico nelle coliche intestinali. Come ipoglicemizzante si assume l infuso dell intera pianta. Alliaria petiolata = di questa pianta si usa la parte aerea = antinfiammatorio sistemico e a tale Scopo si usa l infuso delle parti aeree.

8 Allium ampeloprasum = si usa l intera pianta = rinfrescanti, diuretiche e per abbassare la pressione arteriosa. Il decotto dell intera pianta si beve con azione rinfrescante e diuretica. Apium nodiflorum = di questa pianta si usa le parti aeree o anche l intera pianta. = antinfiammatorie e analgesiche. Si usa il decotto, delle parti aeree della pianta, bevuto per aumentare la diuresi in caso di infiammazione dell apparato genitourinario ed anche gastrointestinale. Inoltre quale antinfiammatorio e analgesico, si adopera il decotto della pianta intera per fare impacchi in caso di torcicollo. Arbutus unedo = di questa pianta si usano i frutti. = astringenti intestinali. Si usano sia i frutti freschi crudi che trasformati in marmellate o sciroppi. Arctium lappa = di questa pianta si usa foglia, radice e semi = diuretiche, curative della psoriasi, antidolorifiche. Si beve il decotto fatto con la radice oppure con i semi, risultando un buon diuretico, ed è ritenuto curativo nei casi di gotta e nelle affezioni reumatiche ed artritiche. Il decotto della radice assunto per via orale, viene usato per curare la psoriasi, si usa inoltre le foglie cotte oppure la polpa fresca della radice applicata sulla pelle per la stessa cura. Le foglie, messe a macerare per una notte in aceto e sale, vengono poste dove abbiamo forti dolori reumatici. Asparagus acutifolius = di questa pianta si usano i germogli. = diuretiche e antinfiammatorie Il decotto dei germogli si beve con effetti diuretici e antinfiammatori. Gli stessi effetti, più blandi però, si hanno mangiando i turioni lessi. Bellis perennis = di questa pianta si usa le foglie e i capolini. = cicatrizzanti, depurative, diaforetiche, bechiche, diuretiche e come regolatrice delle funzioni intestinale. Le foglie fresche contuse si applicano sulle piccole ferite come cicatrizzante; si beve il decotto come depurativo e diaforetico. L infuso dei capolini si assume come bechico nella cura della tosse secca. Inoltre l infuso delle foglie è un ottimo Diuretico e le foglie cotte e scondite, ingerite, regolarizzano le funzioni intestinali Beta vulgaris = di questa pianta si usano le foglie = diuretico, lassativo. Si usa come lassativo nei casi di stipsi e nei periodi di malattia o convalescenza si usa spesso come diuretico.

9 Borago officinalis = di questa pianta si usano le foglie ed i fiori. = antinfiammatori, antitussigeno, depurativo, diuretico, integratore alimentare e antinevralgico. In caso di sciatalgia si assume come decotto inoltre insieme ad altre verdure, nella preparazione di minestroni. Associato al Taraxacum, alla Fumaria e al Cichorium, ha buoni effetti depurativi. Se usiamo il decotto avremo un buon diuretico. L infuso si beve in caso di tosse o per l infiammazione delle vie respiratorie. Calamintha nepeta = di questa pianta si usa foglie e fiore. = antinfiammatorie, antisettiche, digestive, spasmolitico gastrointestinale, lenitive e antalgiche. Si usa il decotto per bagni a mani e piedi affetti da geloni per calmare il prurito e per fare gargarismi come antisettico del cavo orale; l infuso, invece, è bevuto come digestivo, antispasmodico nelle coliche gastrointestinali e analgesico nelle emicranie. Calendula arvensis = di questa pianta si usa le infiorescenze = cheratolitiche, cicatrizzanti. Si usano le foglie fresche, vengono contuse ed applicate localmente per eliminare dai piedi calli e duroni. Il succo fresco delle infiorescenze si applica sulle scottature. Si usa l infuso delle infiorescenze Per impacchi a scopo cicatrizzante. Campanula rapunculus. Di questa pianta non si hanno notizie di usi officinali o della medicina rurale. Però è certo, che fino a circa un decennio fa, in molte zone della Toscana i contadini raccoglievano i Raperonzoli per conto di case farmaceutiche. Questo perché le radici essendo ricche di INULINA, un polisaccaride che per scissione fornisce il levosio anziché glucosio, venivano usate per preparare prodotti per diabetici. Capsella bursa-pastoris = di questa pianta si usa le foglie e le parti aeree = emostatiche, antiemorragico, antidiarroiche ed antispastiche. Si usano le foglie fresche contuse, applicate su piccole ferite come emostatiche ed anche inserite nel naso in caso di epistassi. Il decotto delle parti aeree della pianta, si beve in presenza di metrorragie e dismenorrea. Infine l infuso delle parti aeree si beve come antidiarroico e come spasmolitico in presenza di coliche gastrointestinali.

10 Cardamine hirsuta = questa pianta si usa tutta. = problemi respiratori e antireumatici. Si prepara l infuso dell intera pianta, somministrato oralmente, nel trattamento delle affezioni dell apparato respiratorio ed anche come antireumatico. Castanea sativa = di questa pianta si usa il frutto e le foglie. = astringente intestinale e cicatrizzanti. Si mangiano le castagne cotte sotto la brace e condite con limone e miele. Le foglie fresche e contuse si applicano Sulle piaghe, per diminuire l essudazione e così favorire la cicatrizzazione. Cercis siliquastrum = nessun uso officinale o medicinale. Chenopodium album = nessun uso officinale o medicinale. Cichorium intybus = di questa pianta si usa la foglia = antinfiammatorio, depurativo, lassativo, spasmolitico, in coliche gastriche ed epatiche, vasotonico. Il decotto, si prepara la sera, si lascia per tutta la notte sulla finestra e si beve la mattina a digiuno. Oltre all azione in caso di prostatite, si usa anche in caso di coliche gastriche ed epatiche ed anche come vasotonico. Clematis vitalba Cornus mas = di questa pianta si usa la foglia = antinevralgico. Si usano le foglie fresche Contuse oppure macerate in alcool oppure in olio d oliva, applicate localmente per dolori articolari, muscolari e emicrania. = di questa pianta si usa i frutti = astringente Si usa preparare con i frutti marmellate che risulta abbiano potere astringente. Crataegus monogyna = di questa pianta si usa foglia o fiore. = antiipertensivo, antibatterico delle vie urinarie e sedativo. Si beve l infuso in caso di cistite, di disturbi di origine nervosa e d insonnia; si usa il decotto, invece in caso di ipertensione. Crepis leontodontoides = di queste piante si mangiano le Crepis sancta foglie lessate scondite per Crepis vesicaria regolarizzare le funzioni intestinali. Daucus carota = di questa pianta si usa l infiorescenza, radice e foglie. = cicatrizzante, diuretico, evacuante, lassativo e depurativo. Il decotto di fiori essiccati si utilizza con il clistere ed ha un doppio scopo lassativo e rinfrescante intestinale. Il decotto della radice si beve a scopo diuretico. Un empiastro di foglie e radici si applica su ferite e ustioni. Diplotaxis tenuifolia = di questa pianta si usano le foglie.

11 = Questa pianta rilascia le proprietà solo consumandola in insalata e quindi risulta buon depurativo, tonico, digestivo, antipruriginoso ed anche capace di neutralizzare il bruciore di stomaco in caso di abuso di alcool. Dipsacus fullonum = di questa pianta si usa le foglie = digestive Il decotto preparato dalle foglie è ritenuto un ottimo digestivo, bevuto dopo i pasti principali. Echium vulgare = di questa pianta si usa le foglie = lenire i dolori addominali, sedative della tosse, antimicotiche. Si mangiano le foglie bollite e scondite, per eliminare i dolori addominali e per ripulire l intestino. Si beve il decotto delle foglie per sedare la tosse. Infine si usa il succo di spremitura delle foglie fresche come antimicotico, direttamente sulle micosi. Fagus sylvatica = di questa pianta si usano i rametti freschi, il carbone, ottenuto dal legno e la polvere del legno prodotta dai tarli. = antidolorifico, curative, antinfiammatorie, cicatrizzanti. Si possono succhiare dei rametti freschi della pianta per attenuare i dolori alla milza e al fegato. Con il decotto del carbone di faggio si cura il fuoco di Sant Antonio ed infine con la polvere di legno, prodotta dai tarli, se usata come il talco allevia l infiammazione della cute, si usa inoltre per la prevenzione e la cura delle piaghe da decubito per accelerare la cicatrizzazione e prevenire l infezione. Foeniculum vulgare = di questa pianta si usa frutti e radice = antinfiammatorio, digestivo e carminativo. L infuso tiepido viene bevuto durante i pasti per facilitare la digestione e per combattere l aerofagia, per tale scopo si aggiungono i semi alle vivande; in caso di mal di gola si utilizza il decotto della radice. Fragaria vesca Humulus lupulus = di questa pianta si usa l intera pianta = astringenti, disinfettanti e litolitiche. Si assume oralmente il decotto delle foglie o del rizoma come astringente intestinale. L infuso dell intera pianta si beve contro calcoli renali. Le foglie fresche si applicano direttamente su piccole ferite o foruncoli per disinfettarli e farli guarire. = di questa pianta si usa germogli e le infiorescenze femminili = sedative, lenitive, digestive, depurative. L infuso delle infiorescenze femminili si assume per facilitare il sonno e come calmante negli stati di irrequietezza, se bevuto a fine pasto facilita la digestione.

12 I germogli vengono mangiati lessati per alleviare i dolori mestruali. L infuso dei giovani getti si beve per depurare l organismo ai cambi stagionali. Hyoseris radiata = Non si conoscono usi officinali o nella medicina rurale. Hypochoeris radicata = di questa pianta si usa foglia e il lattice = depurative, disintossicante, cicatrizzante. Il decotto delle foglie si beve per depurare e disintossicare l organismo. Le foglie fresche contuse oppure il lattice che esce dalle foglie, si applicano localmente avendo azione cicatrizzante. Juniperus communis = di questa pianta si usa il galbulo = aperitive e diuretiche Si prepara un macerato alcolico Lasciando i galbuli in vino o alcool. Knautia integrifolia = di questa pianta non si conoscono usi officinali o nella medicina rurale. Lamium maculato = di qesta pianta si usa foglie e fiori Lamium purpureo le proprietà di queste piante sembra si abbiano solo col decotto di foglie e fiori che bevuto dia blandi effetti lassativi e diuretici. Lapsana communis = si usa tutta la pianta = Cicatrizzanti. Si usa il succo ottenuto dalla spremitura della pianta sulle labbra screpolate dal freddo. Facendo invece un cataplasma con le foglie, si applica sul seno per curare le ragadi. Laurus nobilis = di questa pianta si usa la foglia = digestive Si beve l infuso semplice con le foglie oppure aggiungendo gocce di limone. Si può usare anche un infuso con foglie di alloro e salvia. Leontodon tuberosus = di questa pianta si usano sole le foglie lessate e mangiate senza condire a scopo depurativo. Leopoldia comosa = di questa pianta si hanno notizie di uso terapeutico popolare, solo riguardanti l uso del decotto del bulbo da bersi a scopo diuretico. Lychnis flos-cuculi = non si conoscono usi officinali o della medicina rurale. Malva sylvestris = di questa pianta si usa fiore e foglia = antinfiammatorie, antireumatiche, antisettiche delle vie urinarie, cicatrizzanti, depurative, espettoranti, mucolitiche, antalgico, lassativo, bechico. Diffuso è il decotto delle foglie o dei fiori utilizzato in vario modo: oralmente in caso di infiammazione

13 dell apparato urinario o gastrointestinale, in sciacqui in caso di mal di gola o mal di denti, oppure in enteroclismi come lassativo. Inoltre il decotto viene bevuto la mattina a digiuno come attivatore epato-biliare. Si può utilizzare il decotto dei fiori o delle foglie per fare dei semicupi come antiemorroidario. Matricaria camomilla = di questa pianta si usano i capolini. = antalgico, digestivo, antinfiammatorio. L infuso viene bevuto mentre si usa esternamente il decotto per fare impacchi sugli occhi e pelli arrossate. Melilotus officinalis = non si conoscono usi officinali o della medicina rurale. Mentha acquatica = di questa pianta si usa le foglie. = digestive Si prepara un infuso con le foglie e Si beve tiepido dopo i pasti. Mentha suaveolens = di questa pianta si usa le foglie. = antinfluenzale, digestivo. L infuso delle foglie è un efficace rimedio preventivo dell influenza e un ottimo digestivo bevuto, ancora tiepido, dopo i pasti. Nasturtium officinale = di questa pianta si usa le foglie. = depurativo, diuretico e lassativo lieve. Si usa fare un decotto e bevuto in caso di ritenzione idrica e per favorire la depurazione e la disintossicazione del nostro organismo inoltre la sua assunzione quotidiana favorisce la funzione intestinale. Oenanthe pimpinelloides = di questa pianta si usano le foglie essiccate per preparare un decotto da bere in caso di bronchite o per il trattamento di tosse e pertosse. Oenothera biennis = di questa pianta non si conoscono usi officinali o della medicina rurale. Origanum vulgare = di questa pianta si usano le foglie e le sommità fiorite. = digestive e disinfettanti cavo oro-faringeo Le popolazioni rurali aggiungono foglie fresche e secche alle pietanze di un pranzo, con le quali si migliora la digestione Con il decotto delle sommità fiorite, si fanno sciacqui per disinfettare il cavo oro-faringeo. Oxalis acetosella = di questa pianta si usano foglie e radice fresche = Antinfettive, diuretiche, depurative, febbrifughe, rinfrescanti e purifica il sangue. Per curare e purificare la bocca si masticano le foglioline fresche oppure aggiunte alle insalate. Come diuretico e depurativo, si fa un decotto e si beve a digiuno e la sera. Inoltre per facilitare la suppurazione di ascessi si praticano cataplasmi di foglie cotte.

14 Si usa inoltre il succo estratto dalla pianta, bollito con dello zucchero ottenendo uno sciroppo con tutte le sue proprietà. Papaver rhoeas = di questa pianta si usa le capsule immature ed i petali. = narcotiche blande, antispasmodico, sedativo per la tosse, emolliente e sudorifero. Si fa sia il decotto delle capsule immature o l infuso dei petali per facilitare il sonno e per sedare l irrequietezza; si usa sempre il decotto oppure lo sciroppo dei petali, contro la pertosse o la tosse secca. L infuso dei petali si usa per fare cataplasmi negli arrossamenti oculari e sciacqui per la gola infiammata. Parietaria officinalis = di questa pianta si usa la parte aerea = antiipertensivo, antisettico delle vie urinarie, depurativo, diuretico, emolliente, antiemorroidario, antiacido, litolitico, antivirale. Si usa il decotto con un dosaggionon troppo elevato, altrimenti sembra faccia diminuire il numero dei globuli rossi nel sangue, viene bevuto in caso di cistite, di ritenzione urinaria e in altre affezioni renali. L infuso si usa come depurativo generico; in casodi fuoco di Sant Antonio si può ottenere una rapida guarigione, applicando sulla parte interessata la pianta fresca contusa a mo di cataplasma, rinnovandolo ogni 5-6 ore. Si può adoprare un cataplasma di foglie, applicandole sulle affezioni emorroidarie. Il decotto bevuto ogni giorno, favorisce la diminuzione della pressione sanguigna e usato saltuariamente elimina i bruciori di stomaco, i calcoli renali e risulta disintossicante e depurativo. Pastinaca sativa = questa pianta veniva usata in passato, per via interna, come colagoga (per stimolare la secrezione biliare), oggi non più usata però apprezzata per uso alimentare. Phytolacca americana = di questa pianta si usa la radice = depurative. L infuso, usato molto diluito ha proprietà depurative. Plantago coronopus = di questa pianta si usa la foglia = depurative e leggermente lassative Vengono usate sia il decotto oppure direttamente l erba lessata. Picris echioides = di questa pianta si usano le foglie. = emostatiche e cicatrizzanti Le foglie contuse oppure il loro succo, si applica su ferite e ulcerazioni, ed agiscono da emostatico facilitando successivamente la cicatrizzazione. Si usano anche le foglie passate sulla

15 Brace e poste su foruncoli che tardano a guarire proseguendo il trattamento togliendo le foglie di Picris e mettendo le foglie del Plantago lanceolata e del major. Plantago coronopus = di questa pianta si usa la foglia = depurative e blande lassative. Si usa il decotto delle foglie oppure le stesse lessate, normalmente oppure ai cambi di stagione o in periodi di convalescenza risultando un buon depurativo. Plantago lanceolata = di questa pianta si usa la foglia = cicatrizzanti, lenitive, risolventi, antisettiche, antinfiammatorie, depurative, antidiarroiche, antireumatiche. La foglia fresca, contusa, viene applicata sulle ferite infette, foruncoli, ascessi ed affezioni cutanee di origine infiammatoria. Inoltre si applicano le foglie cotte nell acqua alle terminazioni nervose colpite dal fuoco di Sant Antonio. Plantago major = di questa pianta si usa la foglia = cicatrizzanti, depurative ecc.ecc. con le stesse proprietà ed usi della Plantago lanceolata. Inoltre l infuso viene bevuto come rinfrescante e anche mangiando le foglie in insalata si avranno gli stessi effetti benefici. Portulaca oleracea = non si conoscono usi e proprietà officinali. Potentilla reptans Primula veris Primula vulgaris Prunus spinosa = di questa pianta si usa la foglia = astringenti Si somministra il decotto oralmente, la dose giornaliera in caso di dissenteria è di due o tre bicchieri. = di questa pianta si usano fiori e foglie = antinfiammatorie, antitussive e anche rimineralizzanti. Si beve l infuso dei fiori come sfiammante delle prime vie respiratorie ed anche come antitussivo. Le foglie si mangiano crude o cotte e servono ad integrare il fabbisogno giornaliero di sali minerali. = di questa pianta si usano i fiori = depurative e sedative Il decotto dei fiori, si assume come depurativo ai cambi stagionali ed anche a scopo sedativo. = di questa pianta si usa fiori, frutti e corteccia = astringenti, integratrice vitaminica, diuretica lassativa, antinfiammatorie. Si mangiano le drupe mature come integratori vitaminici ed anche in caso di dissenteria. Si assume oralmente il decotto della corteccia come astringente intestinale

16 ed anche come antinfiammatorio generico. L infuso dei fiori si beve come blando diuretico e lassativo. Punica granatum = di questa pianta si usa la radice. = antielmintico(contro i vermi intestinali). A tale scopo si beve il decotto. Ranunculus ficaria = di questa pianta si usa la foglia = cicatrizzanti Le foglie fresche e contuse si applicano, con buon esito, per risolvere ulcerazioni, piccole ferite ed anche per cicatrizzare le ragadi al seno. Raphanus raphanistrum = di questa pianta si usa le parti aeree. = ipoglicemizzanti (che abbassano la glicemia), attivanti le funzioni gastriche, litolitiche (capacità di sciogliere piccoli calcoli). In caso di patologia diabetica, si beve il decotto delle parti aeree, per abbassare la glicemia ed anche come attivatore delle funzioni gastriche. Si beve il decotto preparato dalle radici, in caso di renella, come litolitico. Reichardia picroides = si conosce un solo uso officinale con le foglie fresche tritate si applicano localmente sulla gengiva, esercitando una azione analgesica, in caso di mal di denti. Robinia pseudoacacia = di questa pianta si usa foglie e fiori = carminative, lassative e colagoghe. L infuso di fiori secchi è un buon carminativo e l infuso delle foglie risulta lassativo e curativo del colera. E credenza che l infuso dei fiori si assume oralmente in caso di forte nausea ed anche in caso di intossicazione fungina. Rosa canina = di questa pianta si usa petali e frutti = digestive, antidiarroiche, litolitiche, antiemorragiche, vitaminiche, per curare il mughetto nei bambini ed anche per lenire le infiammazioni gengivali ed anche il dolore alle stesse. Si usano i frutti messi a macerare nella grappa, come digestivo, bevuto a fine pasto. L infuso dei fiori si beve come antidiarroico in caso di dissenteria, invece quello dei frutti come litolitico se sono presenti calcoli biliari. Il frutto secco viene ingerito come antiemorragico ed anche vitaminico. Il maceratoacquoso, che si ottiene mettendo a macerare i petali in acqua per 24 ore, si usa per curare alcune affezioni micotiche, tra cui il mughetto nel neonato. Inoltre mettendo i petali a macerare nel miele per 20 giorni si ottiene un miele rosato casalingo, usatoper spennellare le gengive infiammate e doloranti.

17 Rubus fruticosum = di questa pianta si usa la foglia e l infruttescenza. = astringente intestinale, antisettico. Il decotto delle foglie, si beve in caso di diarrea e si usa per sciacqui nelle infiammazioni della bocca o per lavaggi della pelle in caso di acne. Con l infruttescenze si preparano ottime marmellate con blande proprietà antidiarroiche. Rubus idaeus = di questa pianta si usa foglie e frutti = astringente intestinale, antinfiammatorie, ipoglicemizzanti. L infuso di foglie, raccolte prima della fioritura, si assume come astringente intestinale e come antinfiammatorio del cavo oro-faringeo. Il decotto dei frutti è un blando lassativo e l infuso delle foglie è un astringente intestinale. Inoltre il decotto delle foglie si assume oralmente come ipoglicemizzante in caso di diabete. Rumex acetosa = di questa pianta si usa le foglie raccolte quando la pianta è fiorita, il fusto e fiori, tutte le parti ben essiccate. Rumex acetosella = di questanon si conoscono usi officinali. Rumex crispus = di questa pianta si usa la foglia = antinfiammatorie, antisettiche, cicatrizzanti, depurative. Il decotto delle foglie, si applica tiepido sui foruncoli e viene bevuto nella cura della gastrite; l infuso delle foglie, si beve come rinfrescante intestinale; invece le foglie fresche contuse, si applicano su ferite e piaghe come antisettico e cicatrizzante. Ruscus aculeatus = di questa pianta si usa il rizoma = vasotonico. Il decotto lo usiamo per fare pediluvi in caso di piedi e caviglie gonfie. Salvia verbenaca = di questa pianta si usa fare il decotto delle foglie, che si assume a fine pasto per facilitare la digestione. Sambucus nigra = di questa pianta si usa la corteccia il fiore, la foglia, il ramo giovane, la sommità fiorita. = antinfiammatorie, antisettiche, emolliente, cicatrizzante, depurative, antiemorroidale, bechiche e antiodontalgiche. Sulle ferite si possono applicare le foglie bollite in impacchi freddi; il decotto delle foglie, bevuto rappresenta un ottimo antinfiammatorio del tratto gastrointestinale ed usato esternamente in lavande, clisteri e semicupi antiemorroidari, si può usare inoltre in

18 impacchi in caso di foruncolosi ma possiamo anche bollire giovani rami; si fanno dei fomenti con i vapori di cottura delle parti utili della pianta, esponendovi occhi arrossati e infiammati con buoni risultati decongestionanti ed antinfiammatori; il decotto di fiori e foglie viene usato come collutorio in caso di mal di gola, afte, gengiviti ed anche bevuto come antinfiammatorio sistemico ed anche il decotto della corteccia. Il decotto delle sommità fiorite, la corolla, si usa esternamente in semicupi in caso di emorroidi ed anche bevuto quotidianamente. Il decotto delle foglie si beve in caso di tosse, risulta anche un buon collutorio in caso di ascessi dentari come analgesico dentale e antinfiammatorio del cavo orale. Sanguisorba minor = si usa l intera pianta = astringente, antiemorragico, espettorante. Si beve l infuso fatto con l intera pianta in caso di dissenteria, avendo proprietà astringenti, risulta anche un buon antiemorragico. L infuso fatto con le foglie, si beve in caso di tosse produttiva avendo proprietà espettoranti. Silene alba Silene vulgaris = di questa pianta non si conoscono usi officinali. = di questa pianta si conosce solo l uso che si può fare in estate, dopo una bella sudata, si assume il decotto delle foglie come valido rimineralizzante. Sonchus oleraceus = di questa pianta si usa la foglia = depurative e lassative blande. Il decotto delle foglie viene bevuto per facilitare la funzionalità epatica ed intestinale; allo stesso scopo si mangiano le foglie lessate e condite. Stellaria media = si usa l intera pianta = dermatologiche e sedative nervine. L applicazione della pianta fresca contusa con sale da cucina, si impiega localmente per la cura di eczemi dermici e eczemi secretivi dell orecchio. L infuso dell intera pianta si beve come sedativo nervino. Taraxacum officinale = di questa pianta si usa la foglia = depurative, diuretiche, integratore alimentare. Il decotto si beve come buon depurativo che diventa utile in caso di dolori epatici Si ha un ottimo depurativo, da prendere al cambio di stagione, facendo un decotto misto con Fumaria officinalis, Cichorium intybus, Borago officinalis, e il Taraxacum officinale risultando un disintossicante epatico, virale e batterico. Thymus serpyllum = di questa pianta si usa le foglioline

19 fresche o essiccate. = aromatizzante e digestive. Le foglioline sono aggiunte alle vivande con scopo aromatizzante e digestivo. Tordylium apulum = L infuso dei fiori viene bevuto per curare malattie nervose e affezioni bronchiali per le proprietà espettoranti. Tragopogon porrifolium = Il decotto delle radici si beve perché ritenuto un buon lassativo. Tragopogon pratensis = Il decotto delle foglie basali si beve per le sue proprietà diaforetiche. Urospermum dalechampii = di questa pianta si usa fiori e foglie. = digestive e depurative. L infuso dei fiori si usa berlo a fine pasto per facilitare la digestione ed anche attivatore epato-biliare. Il decotto delle foglie si lascia a riposo l intera notte e si beve a digiuno come depurativo dell organismo ai cambi di stagione. Urtica dioica Urtica urens = di questa pianta si usa la parte aerea = antinevralgiche, antinfiammatorie, rimineralizzanti, detergenti e lenitive. Si beve il decotto per guarire rapidamente di una sciatalgia o come cura preventiva di una piorrea. Per attenuare il prurito ed eczemi cutanei si fanno applicazioni locali del decotto ed ancora si beve il decotto contro l acidità di stomaco. Si usa il succo fresco come shampoo ed aggiungendo una piccola quantità di alcool si applica per lenire le irritazioni procurate da punture d insetti. Vaccinium myrtillus = di questa pianta si usa foglia e frutto = astringenti, antinfiammatorie, regolatore della pressione sanguigna, ipoglicemiche. Consumando frutti freschi in caso di diarrea si avranno effetti astringenti. L infuso delle foglie se bevuto può abbassare la pressione sanguigna, si usa per bagni oculari in caso di occhi arrossati e infiammati. Inoltre il decotto delle foglie si somministra oralmente come ipoglicemizzante per regolare il tasso glicemico nel sangue. Valerianella locusta = L infuso dei semi si beve a scopo lassativo e sedativo. Viola odorata = Con i fiori si fanno: un infuso e si beve come cardiotonico ed un decotto che si beve in caso di tosse.

20 45 Piante, erbe e frutti spontanei per uso veterinario in TOSCANA Achillea millefolium Della pianta si usa le foglie Animali curati : bovini : antinfiammatorio, cicatrizzante Apium nodiflorum Si usa l intera pianta Animali curati : bovini : antinfiammatorio, acaricità, lassativo. Capsella bursa-pastoris Della pianta si usano le parti aeree Animali curati : ovini : antiemorragico. Clematis vitalba Si usa l intera pianta Animali curati : bovini : antinfiammatorio Echium vulgare Della pianta si usa le foglie Animali curati : bovini : antimicotico Foeniculum vulgare Della pianta si usano i frutti Animali curati : bovini : galattogogo, ruminativi 46 Juniperus communis Della pianta si usa i galbuli, rami Animali curati : bovini, conigli : depurativo, tonico. Laurus nobilis Della pianta si usa le foglie Animali curati : bovini, ovini : depurativo Leontodon tuberosus Della pianta si usa le radici Animali curati : conigli : galattagogo Malva sylvestris

21 Della pianta si usano le foglie Animali curati : bovini, suini : antimastitico, evacuante, ruminativo, lassativo Mentha suaveolens Della pianta si usano le foglie Animali curati : conigli, gatti, cani : acaricida, antiparassitario Mentha aquatica Si usa l intera pianta Animali curati : conigli, gatti, cani : acaricida, antiparassitario 47 Oenanthe pimpinelloides Si usa l intera pianta Animali curati : galline : cura il gonfiore dello stomaco Papaver rhoeas Della pianta si usano le foglie Animali curati : conigli, oche, polli : lassativo Paritaria officinalis Della pianta si usa i rametti Animali curati : bovini : depurativo, lassativo Phytolacca americana Della pianta si usa i frutti Animali curati : uccelli : integratore alimentare Plantago lanceolata Si usa l intera pianta Animali curati : conigli : integratore alimentare, depurativo Plantago major Della pianta si usa foglie e frutti Animali curati : bovini, cani, caprini, equini, ovini, uccelli : antisettico, cicatrizzante, integratore alimentare 48 Potentilla reptans Della pianta si usa le foglie Animali usati : bovini, ovini : antinfiammatorio Robinia pseudoacacia Della pianta si usa le foglie Animali curati : conigli : integratore alimentare Rumex acetosa Della pianta si mangiano i frutti Animali curati: polli, anatre, oche

22 : ricostituente Rumex crispus Della pianta si usa le foglie e i frutti Animali curati :con foglie i tacchini, coi frutti anatre, polli, oche : antidiarroico per i tacchini ricostituente gli altri. Sambucus nigra Della pianta si usa le foglie Animali curati : bovini, ovini, equini e polli : antimastitico, antinfiammatorio Urtica dioica/ Urtica urens Della pianta si usano le parti aeree ed i semi Animali curati : caprini, ovini, galline e tacchini :galattagogo, ricostituente, intensificatore di produzione 49 Piante, erbe e frutti spontanei Loro uso artigianale o domestico rurale in TOSCANA Arbutus unedo = il suo legno duro, omogeneo e rossastro veniva usato per lavori al tornio specialmente lungo l area costiera. Castanea sativa = i polloni della pianta, si riscaldano sul fuoco, poi si tagliano a strisce sottili per poter fare cesti, panieri, gerle ed anche i comuni corbelli. Cercis siliquastrum = il suo legno, con venature evidenti che risaltano dopo la lucidatura, è molto ricercato per lavori di intarsio e tornitura. Clematis vitalba = i fusti lianosi della pianta, si lavorano intrecciandoli a formare simpatici cestini per uso ornamentale ed anche per uso comune. Si producevano dall antichità ceste usate per la raccolta delle olive e con i tralci lunghi si realizzavano cannicci per seccare frutta e ortaggi. Inoltre si ricavavano con una particolare lavorazione corde e manici per usi rurali. Cornus mas = il legno della pianta si caratterizza per tre fattori importanti: durezza, compattezza e bellezza del colore rossastro che risalta dopo lucidatura. Risulta assai ricercato da tornitori e mobilieri. 50 Crataegus monogyna = gli artigiani in toscana hanno molto sfruttato il legno di questo arbusto per lavori al tornio, si facevano bastoni da passeggio e manici per utensili. Dipsacus fullonum = nei tempi passati, le infiorescenze spinose a capolino si utilizzavano per cardare la lana. Fagus selvatica = un tempo il legno del faggio si usava per fare

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