2. CARATTERIZZAZIONE DEL BACINO

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1 2. CARATTERIZZAZIONE DEL BACINO 2.1 Inquadramento geografico, definizione del bacino idrografico ed eventualmente idrogeologico. In questa fase, non essendo reperibili studi inerenti la perimetrazione idrogeologica del bacino, è stata effettuata solo la perimetrazione del bacino idrografico: pertanto si procede con la sola caratterizzazione di quest ultimo. Il Bacino idrografico del Torrente Vallecrosia è localizzato nella parte Ovest della provincia ed ha una superficie di 20,80 kmq. Confina con il bacino del T.Nervia a Nord e ad Ovest e con il bacino del torrente Borghetto e del Rio S.Romolo ad Est. L origine del corso d acqua può essere individuata a quota 200 m. s.l.m. alla confluenza del rio Gaiardo e rio Cianella; il torrente sfocia a mare presso l abitato di Vallecrosia. L area di bacino è delimitata dai crinali che scendono dal Monte Caggio e dal Monte Belgestro. Gli affluenti principali sono: il rio Campiglioli, il rio Caggio, il rio Cianella e il rio Villa. Seguono tabelle riepilogative delle principali caratteristiche del bacino del Torrente Vallecrosia e dei sottobacini in esso presenti. Affluenti del Torrente Vallecrosia Nome Superficie (km 2 ) Rio Campiglioli 1.65 Rio Caggio 0.6 Rio Cianella 1.7 Rio Villa 2.2 Tabella Ripartizione della superficie per affluenti 1

2 Codice ISTAT Provincia e Comune Nome del Comune Superficie occupata dal Comune nel Bacino (km 2 ) % superficie Bacino occupata dal Comune PERINALDO 12,18 55,17% SAN BIAGIO DELLA CIMA 2,29 10,36% SOLDANO 3,58 16,20% VALLEBONA 0,78 3,53% VALLECROSIA 3,26 14,76% Tabella Ripartizione della superficie di bacino per Comuni CARATTERISTICHE BACINO T. VALLECROSIA Superficie (km 2 ) Quota minima (m.s.l.m.) 0 Quota media (m.s.l.m.) 348,40 Quota massima (m.s.l.m.) 1020 Pend. Media versanti (%) 15 Max. lunghezza asta (km) 12,63 Popolazione 8771 Tabella 2.3 Caratteristiche del bacino 2

3 Fig Rappresentazione schematica della distribuzione geografica dei principali bacini idrografici del bacino del T.Vallecrosia Analisi morfometrica dei bacini La densità di drenaggio per il T. Vallecrosia è risultata pari a 5,02 che indica una densità di drenaggio medio-alta, con un reticolo idrografico che ha raggiunto un grado di evoluzione intermedio. Il rapporto di biforcazione (Rb) per il T. Vallecrosia presenta un valore medio pari a 4,16. Questo valore, discretamente elevato, indica un grado di organizzazione del reticolo molto basso ed è tipico delle zone controllate da tettonica e neotettonica e caratterizzate da eterogeneità litologica. Gli indici di biforcazione si attestano generalmente su valori medio alti, manifestando la non elevata gerarchizzazione raggiunta; valori più bassi si riscontrano nel settore nord e nordoccidentali dove la presenza di materiale di facile erodibilità e la scarsa vegetazione hanno accelerato l evoluzione del reticolo rispetto al resto dell area. 3

4 2.2 Inquadramento geologico-geomorfologico finalizzato alla caratterizzazione idrogeologica Gli aspetti e le forme della morfologia del territorio del bacino del T. Vellecrosia sono strettamente dipendenti dalla litologia e dalla struttura tettonica. I principali corsi d'acqua sono ad esempio impostati sugli assi con direzione circa NNE-SSW delle megapieghe presenti nell Unità Sanremo-M. Saccarello La morfologia del bacino è strettamente legata alle fasi deformative nei diversi domini: pieghe isoclinali e subisoclinali e una scistosità poco inclinata nel complesso di base Tipologie Codice Rocce argillose Codice 1 Rocce calcaree Codice 2 Rocce arenacee Codice 3 Rocce silicee Codice 4 Rocce breccioidi Codice 5 Rocce ofiolitiche Codice 6 Rocce cristalline Codice 7 Rocce metamorfiche Codice 8 Coltri detritiche Codice 9 Sedimenti Codice 10 Tabella 2.4 Classi del DGM (mappe digitali Geolitologia) Secondo Hydro_Co. Per la redazione della carta geologica si è fatto riferimento alla carta geolitologica del piano di Bacino stralcio approvato del T.Vallecrosia, Borghetto e rii minori. Le litologie presenti sono descritte nelle successive tabelle. Nell area in esame le litologie presenti non ricadono nelle tipologie a cui corrispondono i codici 4, 6,7 e 8 della precedente tabella. Per la redazione della carta geolitologica si sono accorpate formazioni litologiche con simili caratteristiche geomeccaniche ed idrogeologiche come da tabella seguente. 4

5 Tipologia Codice Formazioni litologiche Rocce argillose, caratterizzate dalla presenza di Codice 1 -Argille di ortovero livelli marnosi fogliettati, dalla presenza di forte fratturazione e in genere molto alterate in corrispondenza degli affioramenti. Rocce calcaree caratterizzate dalla presenza di Codice 2 -Flysch di S.Remo facies calcareo marnoso livelli compatti essenzialmente carbonatici con sporadici livelli marnosi. Esse presentano due sistemi principali di fratture generalmente tra loro perpendicolari e perpendicolari anche alla stratificazione che possono dare origine ad elementi litoidi prismatici. Rocce arenacee caratterizzati dalla presenza di Codice 3 -Arenarie di bordighera livelli arenaci intervallati a sporadici livelli marnosi. -Flysch di Ventimiglia Esse presentano due sistemi principali di fratture generalmente tra loro perpendicolari e perpendicolari anche alla stratificazione che possono dare origine ad elementi litoidi prismatici. Rocce breccioidi. Si tratta di litotipi originati da Codice 5 -Brecce di Taggia sedimenti marini con granulometria che varia dalle -Conglomerati di M.te Villa sabbie grossolane alle ghiaie con elementi anche metrici. A seconda che i ciottoli siano arrotondati o meno vengono classificate in conglomerati o brecce. In generale presentano un variabile grado di cementazione che può essere piuttosto basso con comportamento geomeccanico di tali litotipi praticamente come quello di un materiale granulare. Coltri detritiche Codice 9 Coltri sottili e potenti Sedimenti Codice 10 Alluvioni recenti e antiche Tabella 2.5 Corrispondenza tra Classi del DGM (secondo Hydro_Co), formazioni litologiche e loro tipologia. 5

6 LITOLOGIE Arenarie di Bordighera Nella facies più caratteristica sono costituite da spesse bancate di arenarie grossolane quarzosofeldspatiche, generalmente ben gradate. Alla base tendono a concentrarsi elementi conglomeratici di diametro anche superiore al centimetro fitta serie di sottili strati calcarei grigio-biancastri di spessori mediamente decimetrici alternati a torbiditi arenacee medio-fini Sigle presenti all interno della carta geologica adottata nel piano di Bacino stralcio per la difesa idraulica ed idrogeologica del T. Vallecrosia, Borghetto e rii minori redatta in conformità ai criteri e raccomandazioni regionali. ArBOR,SccBOR, Flysch di Sanremo Calcari marnosi grigio chiari in superficie, sempre piuttosto compatti, in strati di spessore anche superiore al metro. Flysch di Ventimiglia Scisti arenaceo-pelitici caratterizzati da associazioni di facies indicanti una posizione piuttosto distale della conoide con la prevalenza di arenarie quarzose e micacee fini alternate a spesse peliti argillose Marne calcaree ardesiache che raggiungono discreti spessori nella zona di Triora, Realdo e Verdeggia Brecce di Taggia Accumuli caotici molto immaturi di pezzatura fino a quella del blocco, ricchi di matrice e frammisti a conglomerati soprattutto verso l alto Argille di Ortovero Argille grigio-azzurre massicce a luoghi siltososabbiose, più o meno marnose in grandi accumuli in tasche discontinue Pliocene inferiore Conglomerati di Monte Villa Conglomerati poligenici più o meno ricchi di matrice a stratificazione grossolana con gradazione dei clasti crescente verso l alto Coltri detritiche da poco a mediamente potenti Coltri eluvio-colluviali, grossi corpi di frana quiescenti e relitte (paleofrana) nonchè le frane attive Alluvioni recenti e antiche CmELM CarFYV, cfyv, carfyv, scc FYV BcTAG AORV CgCMV c e dt Al Tabella 2.6 Descrizione delle litologie presenti nel Piano di Bacino stralcio per la difesa idraulica ed idrogeologica del torrente Vallecrosia. 6

7 La sopra riportata tabella evidenzia una semplificazione nel modello Hydro_co delle litologie presenti nel bacino; vengono infatti accorpate formazioni aventi diverse caratteristiche geomeccaniche nonché sedimentarie. A titolo d esempio, tra le formazioni flyscioidi è stato necessario inserire nella stessa classe 2 litotipi differenti quali peliti calcaree e calcari arenacei. Questa semplificazione influisce sui valori di permeabilità come descritto nel successivo paragrafo Caratteristiche idrogeologiche Sulla base della carta geolitologica presente nel piano di bacino stralcio per la difesa idraulica ed idrogeologica si sono individuati tre principali complessi idrogeologici, in quanto si sono previsti 3 diversi gradi di permeabilità. Ciascun complesso idrogeologico è caratterizzato da termini litologici simili aventi un tipo di permeabilità prevalente comune e un grado di permeabilità relativa che si mantiene in un campo di variazione piuttosto ristretto. La differenziazione tra un complesso ed un altro è data dal grado di permeabilità relativa, indipendentemente dal tipo. Il programma Hydro_co prevede un modello digitale del territorio, costituito per la caratterizzazione idrogeologica dal livello DHGM (Digital Hydraulic Conductivity Map), nel quale viene associato a ciascuna cella del modello il valore della conduttività idraulica propria della formazione litologica che è presente nella cella stessa, secondo la tabella 2.7 CLASSE K(cm/sec) COMPLESSI DGM Codice Impermeabili Codice Semipermeabili Codice Semipermeabili Codice5 1 Permeabili Codice Permeabili Codice10 1 Permeabili Tabella 2.7 Complessi idrogeologici. 7

8 Complessi Complesso impermeabile Complesso semipermeabile Valori della conduttivita Codice e litologie presenti nel bacino del T.Vallecrosia idraulica 10-7 cm/sec Codice 1 Argille di Ortovero 10-2 cm/sec Codice 2 - Codice 3 Flysch di Sanremo, Arenarie di Bordighera, Flysch di Ventimiglia, Complesso permeabile 10-1 cm/sec Codice 9 coltri detritiche Codice 10 alluvioni terrazzate 1 cm/sec Codice 5 Conglomerati di Monte Villa Codice 10 Alluvioni recenti, alluvioni mobili Tabella 2.8 Descrizione complessi idrogeologici Al complesso impermeabile appartengono tutte le rocce caratterizzate da una composizione prevalentemente argillosa ed argillitica, nelle quali risulta ragionevolmente minima la penetrazione e la circolazione di acqua. Al complesso semipermeabile appartengono tutte le rocce nelle quali la circolazione idrica è garantita da un buon grado di permeabilità di tipo primario, secondario e misto. Appartengono a tale classe rocce eterogenee dal punto di vista idrogeologico, cioè quelle composte da un alternanza di litotipi aventi un diverso grado di permeabilità relativa come le unità flyschoidi. Al complesso permeabile appartengono i depositi fluviali, le formazioni conglomeratiche e sabbiose plioceniche il cui diverso grado di permeabilità localmente riscontrabile, è imputabile, oltre che a differenze granulometriche, a quelle composizionali della matrice e del cemento e del diverso grado di cementazione. Appartengono inoltre a tale classe anche tutte le coltri. 8

9 Di seguito si riporta un diagramma con le percentuali di superficie delle zone rispetto all estensione del bacino: AREE A DIVERSA CONDUTTIVITA' 1% 12% COMPLESSI PERMEABILI K 1 26% COMPLESSI PERMEABILI K 10^ -1 COMPLESSI SEMIPERMEABILI K 10^ -2 61% COMPLESSI IMPERMEABILI K 10^ -7 Fig.2.2 Rappresentazione percentuali delle zone rispetto alla superficie totale del Bacino. La carta della conduttività idraulica (Tav. n. 2) mette in evidenza nel Bacino del T.Vallecrosia la prevalenza di formazioni semipermeabili. Nelle aree di affioramento del Flysch di Ventimiglia si sviluppa un'idrografia quasi esclusivamente di superficie, caratterizzata da un reticolo ad elevata densità di drenaggio, tendenzialmente detritico, con incisioni brevi e numerose. Un primo dispositivo idrogeologico di rilievo è presente lungo il contatto tettonico per sovrascorrimento tra l'unità del Flysch ad Elmintoidi e l'unità del Flysch di Ventimiglia. Lungo questa fascia si realizza uno spiccato contrasto di permeabilità tra l'unità sottostante e quella sovrastante. Le emergenze idriche che si realizzano risultano diffuse e disperse lungo la fascia di disturbo tettonico. Un secondo dispositivo per limite di permeabilità definito si verifica al contatto tra i Conglomerati di M. Villa (complesso semipermeabile) e le sottostanti Argille di Ortovero (complesso impermeabile ); tuttavia, in questo caso, la produttività è complessivamente assai più modesta che nel caso sopradescritto. 9

10 Il modello Hydro_Co semplifica molto le problematiche legate alla permeabilità sia relativa che assoluta. Innanzitutto non è presente un intervallo di valori compresi tra 10-3 a 10-5 cm/sec che corrispondono ad una permeabilità mediocre e che dovrebbe essere assegnata alle rocce di tipo flyschoide che sono, nella tabella sopra riportata, inserite nella zona 2 che corrisponde ad un valore di 10-2 cm/sec. Le Arenarie di Bordighera, ad esempio, in determinate situazioni strutturali, può fungere da discreta "roccia-serbatoio",essendo una formazione più permeabile del Flysch ad elmintoidi. Infatti, tra le due formazioni, Arenarie di Bordighera a tetto, e il Flysch di Sanremo a letto esiste un sensibile contrasto di permeabilità relativa. Analogo meccanismo è responsabile delle emergenze, generalmente di minor portata, presenti al contatto tra il Flysch di Sanremo in facies marnoso-calcarea e il Flysch di Sanremo in facies marnoso-arenacea. Come è noto un complesso idrogeologico è l insieme di termini litologici simili aventi una comprovata unità spaziale e giaciturale, un tipo di permeabilità prevalente ed un grado di permeabilità relativa che si mantiene in un campo di variazione piuttosto ristretto, ma nel caso del programma Hydro_Co non è stato possibile definire il tipo di permeabilità relativa che caratterizza i litotipi appartenenti a ciascuna zona, alcune rocce infatti molto alterate per tettonizzazione, possono presentare una permeabilità sia per fatturazione, sia per porosità e quindi possono essere inserite in diversi complessi idrogeologici. Sarebbe opportuno quindi eseguire una distinzione dei tipi di permeabilità (primaria, secondaria), tenendo conto dei parametri statistici come l analisi granulometrica, il grado di fratturazione, l indice di carsificazione. L approfondimento deve prevedere: - distinzione dei tre tipi fondamentali di permeabilità relativa in rapporto alle caratteristiche geolitologiche e geochimiche: - permeabilità per porosità - permeabilità per fessurazione - permeabilità per carsismo 10

11 permeabilità per porosità bassa porosità primaria media porosità primaria alta porosità primaria l infiltrazione e lo spostamento di acqua gravifica in discontinuità spesso di luce notevole l acqua si infiltra negli spazi intergranulari. Le acque sono distribuite uniformemente le dimensioni dei pori sono ridottissime, circolazione trascurabile rocce calcaree che possono essere caratterizzate da permeabilità crescente rocce sciolte, arenarie molto alterate, arenarie a cemento calcareo rocce argillose Fig Descrizione della permeabilità per porosità permeabilità per fessurazione Discontinuità da molto ad estremamente ravvicinate <0,2 ml Discontinuità da ravvicinate a moderatamente spaziate 0,2-0,6 ml Discontinuità da largamente a molto largamente spaziate 0,6-2 ml molto permeabile mediamente permeabile poco permeabile Fig Descrizione della permeabilità per fessurazione 11

12 Un approfondimento sui complessi idrogeologici è importante perché sono l unità base dei rilievi idrogeologici di campagna sulla base dei quali è possibile ricostruire le strutture acquifere, e stendere opportuni piani di ricerca e sfruttamento delle risorse idriche Classificazione del reticolo idrografico secondo Horton Strahler Nella Tav. 4 viene riportato il reticolo idrografico classificato secondo la metodologia proposta da Horton Strahler. Il settore medio-terminale è caratterizzato dalla totale assenza o ridottissima presenza di "bacini secondari affluenti", sia in destra sia in sinistra; e i solchi confluenti sono caratteristicamente tutti di 1 2 grado. Solo nel settore apicale si possono osservare veri bacini affluenti di ordine fino al 3 4 caratterizzati da forte asimmetria: più sviluppati e articolati quelli dei versanti idrografici di destra, più brevi e lineari quelli dei versanti idrografici di sinistra. Il bacino del T. Vallecrosia evidenzia, una relativa completezza morfologica. Infatti, seppure con un percorso di soli 15 km, il solco di corrivazione principale passa dalla fase prettamente torrentizia-erosiva dell'apice montano assai acclive, alla fase di piana terminale suborizzontale, sedimentativa e alluvionale, attraverso un lungo tratto intermedio di bilanciamento, all'inizio del quale si ha una rapida e marcata modificazione delle pendenze lungo il profilo di fondo del corso d'acqua principale. RIO CAMPIGLIOLI ordine N canali del Lunghezza tot dei canali di un dato Lunghezza media dei canali di un dato dato ordine ordine ordine ,10 0, ,63 0, ,77 1,77 RIO CAGGIO ordine N canali del Lunghezza tot dei canali di un dato Lunghezza media dei canali di un dato dato ordine ordine ordine 1 9 1,73 0, ,38 0, ,71 0,71 12

13 RIO CIANELA ordine N canali del Lunghezza tot dei canali di un dato Lunghezza media dei canali di un dato dato ordine ordine ordine ,15 0, ,95 0, ,36 1,36 RIO VILLA ordine N canali del Lunghezza tot dei canali di un dato Lunghezza media dei canali di un dato dato ordine ordine ordine ,02 0, ,88 0, ,95 0, ,07 0, ,22 0,22 TORRENTE VALLECROSIA ordine N canali del Lunghezza tot dei canali di un dato Lunghezza media dei canali di un dato dato ordine ordine ordine ,5 0, ,71 0, ,62 0, ,37 1, ,96 9, Inquadramento climatico Generalità Il clima della Liguria è un clima temperato caldo determinato dalla marcata orografia, dalla vicinanza della catena appenninica alla costa e dalla privilegiata posizione interamente affacciata sul mare. La temperatura media annua risulta superiore ai 14 in gran parte della regione e superiore ai 18 all estremità occidentale. 13

14 L ampia variabilità spaziale delle precipitazioni comprese tra gli 700 mm annui delle zone meridionali e i 1400 mm delle zone settentrionali, risulta tuttavia caratterizzata sostanzialmente da un unico tipo pluviometrico che determina l andamento stagionale delle piogge. L andamento degli afflussi meteorici nell arco dell anno presenta cioè due massimi, uno primaverile ed uno autunnale e due minimi uno estivo e uno invernale. Le perturbazioni autunnali sono in genere responsabili delle piogge più intense e degli eventi critici per molti dei corsi d acqua Cenni di climatologia Le condizioni climatiche sono frantumate in una varietà di microclimi a seconda dell altitudine, della distanza dal mare, e dell aspetto morfologico. La massiccia catena alpina costituisce un ostacolo per le correnti d aria fredda provenienti dal settentrione ed il litorale fruisce di una protezione con condizioni meteorologiche miti. In virtù di alcune caratteristiche morfologiche del territorio quali l esposizione delle catene montuose, la direzione trasversale delle valli rispetto la costa nonché la profondità del mare i bacini idrografici risentono in misura e in modi diversi dei campi di alta pressione (anticiclone atlantico e russo) e dei campi di bassa pressione (depressioni atlantiche e mediterranee). Durante i mesi invernali l oscillazione dell anticiclone russo che provoca tempo sereno e freddo e di quello atlantico che provoca tempo sereno e temperature meno rigide può produrre spazio entro cui si incuneano perturbazioni atlantiche. Complessivamente quindi la stagione invernale è poco piovosa. Durante i mesi primaverili l anticiclone russo si attenua mentre si rafforza quello atlantico con rapida formazione di frequenti perturbazioni. I mesi primaverili quindi sono caratterizzati da una media piovosità. I mesi estivi sono contraddistinti dallo stazionamento dell anticiclone atlantico che porta tempo asciutto, caldo e sereno, mitigato dalla presenza di brezze. A metà settembre l anticlone atlantico si attenua consentendo la discesa di perturbazioni atlantiche con masse di ara umida e fredda che portano le precipitazioni autunnali. Lungo la costa si origina un regime termico caratterizzato da temperature minime medie di 6 e temperature massime estive di

15 Nell entroterra aumentano le escursioni termiche e diminuiscono le temperature medie, le precipitazioni talvolta nevose raggiungono i 1200 mm. Interessante il valore dell eliofania che si mantiene su di un valore medio pari a 2775 ore mentre l umidità è prossima al 70% Nelle tabelle 2.9, 2.10, 2.11,2.12 vengono riportati i dati di temperatura e precipitazione per i bacini idrografici soggetti a monitoraggio presenti nel PTA. Ogni bacino idrografico di interesse è caratterizzato dalla temperatura media stagionale, un valore per ognuna delle 4 stagioni, dalla media della precipitazione giornaliera massima ed il valore medio annuale, determinate su base storica. I dati utilizzati per le elaborazioni statistiche provengono sia dalla rete nazionale dell Aeronautica Militare relativa alla serie storica nel periodo sia dalla rete locale OMIRL relativa alla serie storica del periodo (Osservatorio Meteo-Idrologico Regione Liguria) a seconda della disponibilità dei dati bacino per bacino. In alcuni casi sono stati accorpati più bacini idrografici utilizzando una sola stazione per sopperire alla carenza di dati. Bacino idrografico Temperatura Temperatura Temperatura Temperatura LOCALITA' DI Media Media Estate Media Media Inverno MISURA Primavera 2000 Autunno Argentina/Armea ALPE GRANDE Arroscia SAN BERNARDO D'ARMO ,4 - Impero/Prino IMPERIA OSSERVATORIO ,1 11,9 Nervia/Vallecrosia BORGONUOVO - - Roja MONTE MAURE ,5 9,5 Tabella Temperature relative ai bacini sottoposti a monitoraggio espresse in C - anno

16 Bacino idrografico LOCALITA' DI MISURA Temperatura Media Primavera 2001 Temperatura Media Estate 2001 Temperatura Media Autunno 2001 Temperatura Media Inverno 2001 Argentina/Armea ALPE GRANDE Impero/Prino IMPERIA OSSERVATORIO 16 24,7 18,7 11,5 Nervia/Vallecrosia BORGONUOVO 14,7 22,8 15,3 7 Roja MONTE MAURE 16,2 21,7 15,7 8,7 Tabella Temperature relative ai bacini sottoposti a monitoraggio espresse in C - anno 2001 Bacino idrografico LOCALITA' DI MISURA Temperatur a Media Primavera 2002 Temperatur a Media Estate 2002 Temperatura Media Autunno 2002 Temperatura Media Inverno 2002 Argentina/Armea ALPE GRANDE Arroscia SAN BERNARDO D'ARMO Impero/Prino IMPERIA OSSERVATORIO 16,2 24,2 18,3 11 Nervia/Vallecrosia BORGONUOVO 13,6 22,1 14,6 7,2 Roja MONTE MAURE 13,2 21 6,9 Tabella Temperature relative ai bacini sottoposti a monitoraggio espresse in C - anno 2002 Bacino idrografico LOCALITA' DI MISURA Media storica della Precipitazione Cumulata Annua (in mm di pioggia) Massima Cumulata Giornaliera (in mm di pioggia) Data (aa/mm/gg) Argentina/Armea ALPE GRANDE 308, Arroscia PIEVE DI TECO 1178, Cardinalita' delle Misure * Impero/Prino IMPERIA [SIDR] 765, Nervia/Vallecrosia SANREMO [SIDR] 756, , Tabella Dati pluviometrici relativi ai bacini sottoposti a monitoraggio espressi in mm di pioggia *la colonna cardinalità riporta il numero di dati utilizzati per fare l analisi statistica. Dal valore di cardinalità si può desumere, anche se in maniera qualitativa, la bontà del dato stesso: all aumentare del valore di cardinalità si può ritenere che il dato abbia maggiore affidabilità 16

17 2.3.3 Definizione del clima attuale della riviera dei fiori (Da Clima e variazioni climatiche nella riviera dei fiori Nicola Podestà EnnePi Libri 2003) I valori medi fatti segnare dalle principali grandezze negli ultimi trenta anni sono presenti nella seguente tabella che racchiude in sé le ultime tendenze, essendo stata compilata utilizzando i dati del 2001 e 2002: Temperature medie Mese Tmin Tmax Precipitazioni (mm) Eliofania (ore) Umidità relativa (%) Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto , Settembre Ottobre Novembre Dicembre Anno Tabella Riepilogo dati delle principali grandezze relativi agli ultimi trent anni La pluviometria annuale in continuo ribasso fa ritenere che la crisi delle piogge prosegua senza ripensamenti. ( Il livello di aridità definito utilizzando l indice di De Martonne risulta A = 16 P 12 p + A = T + 10 t ); dal punto di vista prettamente pluviometrico si individua così un tipico regime semiarido mediterraneo con una non trascurabile tendenza all aridità. In base alla classificazione proposta dal Koppen, il clima della riviera dei fiori appartiene ad una fascia di transizione tra la fascia alta dei Climi Temperati Caldi e la fascia dei Climi Temperati Subtropicali Il regime dei venti (Da Clima e variazioni climatiche nella riviera dei fiori Nicola Podestà EnnePi Libri 2003) L elaborazione effettuata sul periodo mostra un vistoso sbilanciamento dei diagrammi sotto riportati verso i quadranti settentrionali nel periodo freddo, da Ottobre a Marzo, 17

18 compensato da un netto predominio dei venti meridionali durante l estate e nella costante rarità del vento da Sud. 18

19 Fig Regime dei venti Una presenza sempre percentualmente significativa spetta ai venti da NE e da SW. Sono questi a toccare i livelli più alti di prevalenza mensile, 25% NE a Gennaio, 25% dal SW a Luglio, e compete loro anche la maggior prevalenza dell intero anno, 17% il SW e 18% il NE. 19

20 Il modificarsi secondo forme speculari dai grafici al variare del semestre si spiega con l evolversi delle situazioni bariche, tipicamente contraddistinte durante l inverno dall insistere di un grosso campo di alta pressione sulle zone continentali (Valle Padana) al cui interno ristagnano masse di aria fredda, in contrapposizione alle depressioni prodotte dall aria temperata e umida ospitata dal Mediterraneo. D estate la situazione di rovescia e i campi di alta pressione, Anticiclone delle Azzorre vengono ad insistere sul mare. Per quanto riguarda la velocità dei venti, il vento da Est supera di gran lunga in velocità media tutti gli altri. La situazione anemologica viene evidenziata nella tavola seguente: 2.4 Uso del suolo Fig Velocità dei venti La descrizione dell'attuale uso antropico dei suoli consente di conoscere il rapporto fra le attività umane e il territorio e le pressioni che queste esercitano sulle forme del paesaggio. 20

21 Il territorio del bacino del torrente Vallecrosia presenta una forte utilizzazione antropica che ha modificato l'aspetto del soprassuolo naturale a vantaggio dello sfruttamento agricolo dei versanti; diffusa la presenza di aziende floricole specializzate che esercitano l attività produttiva sia in piena aria, sia sotto copertura, in prevalenza su terreni acclivi terrazzati, ma anche occupando le esigue aree pianeggianti lungo le valli principali. La vegetazione naturale del territorio, che è condizionata dalle caratteristiche geomorfologiche, pedologiche e climatiche dell area, risulta modificata e connessa con l intervento antropico. Per la realizzazione della carta di uso del suolo il modello Hydro_co prevede la costruzione del modello digitale dell uso del suolo costituito dal livello DLUM che consente la caratterizzazione della copertura vegetale del terreno. L uso del suolo viene identificato in classi tipologiche a cui è associato un codice indicante il valore del rispettivo tema. TIPOLOGIE Area residenziale CODICE Codice 1 Area industriale Codice 2 Servizio urbano Codice 3 Vegetazione arborea Codice 4 Vegetazione arbustiva Codice 5 Vegetazione erbacea Codice 6 Colture speciali Codice 7 Oliveto Codice 8 Vigneto Codice 9 Seminativo Codice 10 Area non vegetata Codice 11 Tabella 2.14 Classi del DLUM (mappe digitali uso del suolo) Per la redazione della carta dell uso del suolo è stato preso come riferimento la carta uso del suolo del piano di Bacino stralcio approvato del T.Vallecrosia e T.Borghetto in cui compaiono le seguenti tipologie: TERRITORI MODELLATI ARTIFICIALMENTE ZONE URBANIZZATE 21

22 (cod.1.1.1) a tessuto urbano continuo, coincidenti con i centri abitati; (cod.1.1.2) a tessuto urbano discontinuo: sono le aree periferiche urbane prevalentemente lungo le direttrici viarie in ampliamento dell insediamento continuo e alcune piccole aree con manufatti importanti sparsi sul territorio o di piccoli modesti aggregati edilizi. ZONE INDUSTRIALI COMMERCIALI E RETI DI COMUNICAZIONE (cod.1.2.1) Aree industriali o commerciali: lungo il torrente Vallecrosia, in particolare nel tratto intermedio e terminale, sono presenti aree con destinazione a servizi pubblici, privati, artigianali e commerciali. (cod.1.2.2) Reti autostradali e ferroviarie - La rete autostradale è rappresentata dall autostrada Genova Ventimiglia. La rete ferroviaria interessa una fascia parallela all Aurelia lungo la costa. TERRITORI AGRICOLI SEMINATIVI (cod , ) Seminativi, vivai, colture ortofloricole in piena aria e in serra Le colture floricole rappresentano l'uso del suolo prevalente in tutta l'area oggetto del piano (circa il 36 % della superficie) e occupano prevalentemente i versanti terrazzati e le esigue aree pianeggianti lungo il torrente Vallecrosia. Le colture floro-vivaistiche in piena aria sono localizzate in particolare lungo il torrente Vallecrosia e sono rappresentate da specie arbustive o arboree da fronda per mazzeria (ginestra, nelle varietà a fiore bianco o rosa; mimosa in varietà ed eucalipto) e da rose. Sulla fascia costiera, si verifica la maggiore concentrazione di impianti coperti costituiti da serre, tunnels e tendoni che si addentrano nella valle del torrente Vallecrosia fino a Soldano. Le coltivazioni più diffuse sono specie che trovano un mercato stagionale (stella di Natale, crisantemi) oppure, specie con più di un ciclo produttivo annuale e/o di elevato pregio: gerbera, margherita, Lilium, Iris, e orchidee COLTURE PERMANENTI ARBOREE (cod.2.2.3)oliveti: Gli oliveti, si localizzano in massima parte su versanti terrazzati nella porzione più alta del bacino a quote comprese tra i 200 ed i 500 m s.l.m. e sono alternati a vaste 22

23 aree olivicole abbandonate ed a coltivazioni floricole in serra o in pieno campo, dando luogo a situazioni fortemente eterogenee. L olivicoltura nella valle è contraddistinta da impianti troppo fitti che danno origine a piante filate, da inadeguate operazioni colturali, dalla mancanza di irrigazione, da muri di fascia in cattive condizioni di manutenzione, ecc (cod.2.4) ZONE AGRICOLE ETEROGENEE Comprendono le superfici in cui le colture agricole (oliveto, colture orticole,colture floricole, ecc.) sono frammiste fra loro; queste situazioni sono diffuse maggiormente nelle colture realizzate sui versanti rispetto a quelle presenti nel fondovalle. (cod.2.5) EX COLTIVI Le aree agricole abbandonate occupano un'ampia frazione del territorio in esame, localizzata per la maggior parte nella porzione più alta del bacino e riguardano superfici che erano occupate dalla coltivazione dell olivo. In queste aree l abbandono delle attività agricole ha favorito l' insediamento naturale di specie arbustive ed arboree, con presenza di piante isolate e/o piccoli nuclei a densità rada. Si tratta di superfici sporadiche oppure frammiste a zone in coltivazione e/o zone a vegetazione naturale. In queste aree sono ancora individuabili le originarie sistemazioni in terrazzamenti e gradonamenti della superficie che, tuttavia, evidenziano sensibili fenomeni di degrado. TERRITORI BOSCATI ED AMBIENTI SEMINATURALI (cod.3.1) PRATERIE Occupano una superficie limitata e spesso ristretta alle zone di crinale. Le praterie sono di solito associate a vegetazione arbustiva, suffruticosa o arborea e non rappresentano in generale una situazione naturale a cui tende la vegetazione, bensì il risultato di un intervento esterno generalmente finalizzato all'utilizzo agricolo e zootecnico o del passaggio del fuoco. La caratteristica principale di queste fitocenosi, che rappresentano formazioni di gariga, è quella di essere poco evolute, di occupare zone degradate dove i suoli sono prevalentemente pietrosi ed il microclima è caldo e arido. In questo contesto le cenosi si sviluppano con altezze inferiori a 50 cm con prevalenza di suffrutici mescolati a rada vegetazione erbacea 23

24 (cod.3.2) ZONE BOSCATE Le formazioni maggiormente rappresentate sono i boschi misti di conifere e latifoglie termofile in cui le conifere (pino marittimo e pino d Aleppo) presentano spesso condizioni fitosanitarie non ottimali e le latifoglie ( leccio, roverella) si addensano in nuclei omogenei. Alle quote più elevate del bacino sono diffuse le formazioni miste di pino silvestre e castagno mentre sporadici sono i popolamenti di angiosperme mesofile. (cod. 3.3) ZONE CARATTERIZZATE DA VEGETAZIONE ARBUSTIVA Sono rappresentate dalla macchia mediterranea che è diffusa in tutto il bacino. Queste formazioni costituiscono spesso lo stato arbustivo di popolamenti arborei termofili o rappresentano colonizzazioni recenti su ex coltivi. Alcune aree degradate rappresentano fasi di regressione della macchia mediterranea in conseguenza del passaggio ripetuto degli incendi. ZONE CON VEGETAZIONE RADA O ASSENTE (cod.3.4.1) Spiagge, dune: spiagge presenti nel comune di Vallecrosia (cod.3.4.3) Aree con vegetazione rada (calanchi, conoidi, detritici): sono aree in cui il degrado della copertura vegetale (nella prevalenza dei casi erbacea) ha determinato l' erosione del suolo. (cod.3.4.4)aree percorse da incendi recenti inferiori a 2 anni: Le aree percorse da incendi recenti presentano ancora evidenti le conseguenze del passaggio del fuoco e la copertura vegetale non si è ancora ricostituita a protezione del terreno. Nei casi in cui l incendio è di epoca superiore si è potuto constatare la rapida ricolonizzazione da parte di cenosi erbacee e arbustive in grado di garantire una sufficiente protezione del suolo. CORPI IDRICI (cod.5.1.1)corpi idrici: sono rappresentati dall alveo del torrente Vallecrosia nel tratto di fondovalle ed in tutti i tratti significativi a monte. Per la redazione della carta dell uso del suolo le tipologie presenti nella carta uso del suolo, adottata nel piano di Bacino stralcio per la difesa idraulica ed idrogeologica del T.Vallecrosia, sono state accorpate in base a caratteristiche simili secondo i codici proposti dal modello Hydro_co; nel bacino 24

25 in esame nessuna tipologia rientra nel codice 3 ( servizio urbano), codice 7 (colture speciali) e codice 9 ( vigneto). Tipologia DLUM Codice DLUM Classi presenti nella carta uso del suolo adottata nel piano di Bacino stralcio per la difesa idraulica T. Vallecrosia e T.Borghetto redatta in conformità ai criteri e raccomandazioni regionali Area residenziale 1 Tessuto urbano continuo Tessuto urbano discontinuo Colture ortofloricole in serra Area industriale 2 Aree industriali e commerciali Reti autostradali e ferroviarie Codici presenti nella carta uso del suolo adottata nel piano di Bacino stralcio per la difesa idraulica ed idrogeologica del T.Vallecrosia e T.Borghetto redatta in conformità ai criteri e raccomandazioni regionali Vegetazione arborea 4 Zone boscate 3.2 Veg.arbustiva 5 Zone con vegetazione arbustiva Ex coltivi Vegetazione erbacea 6 Praterie Oliveto 8 Oliveto Seminativo 10 Colt. Ortofloricole in piena aria Zone agricole eterogenee Aree non vegetate 11 Spiagge, dune Aree con vegetazione rada Aree percorse incendi recenti Tabella Classi del DLUM (mappe digitali Uso del suolo) presenti nel Bacino del torrente Vallecrosia. 2.5 Aree protette relazionate alle risorse idriche Le aree protette che sono state individuate sono Siti di Importanza Comunitaria proposti (psic) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) come riportato nella TAV.4. Le aree proposte come psic e ZPS sono aree scelte sulla base degli obiettivi e degli indirizzi della Direttiva 43/92 CEE ed in particolare sono caratterizzate dalla presenza di habitat o di specie di rilevante pregio indicate dalle direttive europee per la salvaguardia della biodiversità. 25

26 Non tutte le attività antropiche all interno delle aree psic sono state considerate negativamente dalla direttiva comunitaria e pertanto non sono state completamente escluse dai siti; nella maggior parte dei casi, infatti la presenza umana legata ad attività agro-silvo-pastorali risulta indispensabile per il mantenimento di habitat o specie importanti ( Rete Natura 2000). Per la conservazione delle aree psic e ZPS la Rete Natura 2000, prevista dalla direttiva europea n.43 del 1992, stabilisce che tali aree siano monitorate al fine di conoscere le caratteristiche e lo stato di salute degli habitat e che la pianificazione e la gestione ambientale tenga conto delle leggi naturalistiche - ambientali, del controllo delle specie alloctone e/o introdotte, del controllo dell inquinamento nelle pratiche agricole; in particolare nella gestione dei corpi idrici la Rete Natura 2000 prevede la salvaguardia delle risorse idriche attraverso la tutela delle sorgenti, evitando l alterazione delle falde acquifere e fenomeni di inquinamento al fine di conservare il delicato equilibrio idrogeologico e biologico che i corpi idrici e le zone umide rappresentano. Nel territorio del bacino del torrente Vallecrosia sono presenti i seguenti Siti di Importanza Comunitaria (P.T.C.P. approvato con Del.Cons.Reg. del 26/02/90). NOME SIC CODICE SIC SUP.OCCUPATA NEL BACINO (km 2 ) %SUP. DI BACINO OCCUPATA M.Nero-M.Bignone IT % Tabella Elenco dei S.I.C. Per ciascuna area protetta è stata allegata la scheda descrittiva elaborata dalla Rete Natura 2000 (Allegato 2.1). Al fine di porre in relazione le aree protette con le risorse idriche sono state correlate le informazioni relative alle captazioni di acqua (sotto forma di pozzi, sorgenti, derivazioni) e al loro uso, secondo quanto fornito dall Ufficio Risorse Idriche, con le superfici interessate da prescrizioni di protezione e riassunte nelle seguenti tabelle: AREE PROTETTE CAPTAZIONI IDRICHE USO DELLA RISORSA IDRICA SIC M.Nero-M.Bignone S 32 Consumo umano S 95, S 24 Irriguo D 80,D 83, D 18,, D 35 D 25, D 27, D 28, D 17. Irriguo Tabelle Confronto tra le aree protette e le captazioni idriche con il relativo uso 26

27 2.6 Principali attività antropiche correlate allo sfruttamento delle risorse idriche La morfologia del territorio del bacino del T.Vallecrosia determina l uso della risorsa idrica: nella porzione a valle dove sorge l abitato di Vallecrosia, l attività principale è legata al turismo; appena fuori dall agglomerato il territorio presenta una vocazione prettamente agricola (coltivazioni floricole in serra e all aperto, oliveti) con insediamenti sparsi. La parte alta del bacino è invece caratterizzata da vegetazione naturale rappresentata da arbusteti e boschi a prevalenza di conifere. La società Acquedotto di Savona, gestisce il servizio idrico dei comuni presenti nel bacino. La fonte principale è costituita dai pozzi siti nel subalveo del torrente Nervia integrata da sorgenti ubicate nel Comune di Perinaldo. Le utilizzazioni in atto assentite hanno un uso esclusivamente irriguo. 27

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