Relazione annuale sullo stato del fenomeno degli avvelenamenti animali nel territorio della Provincia di Firenze. - Anno 2013 -



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Relazione annuale sullo stato del fenomeno degli avvelenamenti animali nel territorio della Provincia di Firenze - Anno 2013 - L impiego delle esche avvelenate è un mezzo illecito e particolarmente odioso per uccidere animali, sia per le terribili sofferenze che provoca prima della morte, sofferenze che possono durare diverse ore e a volte anche giorni, sia per l effetto di morte indiscriminato su numerose specie animali, sia per la permanenza nel tempo del potenziale lesivo di tale mezzo, sia per la viltà del gesto, che comporta, nell immediatezza, minimo impegno e rischio per chi lo compie. In questi anni il fenomeno degli avvelenamenti di animali domestici e selvatici provocati dall'utilizzo di esche avvelenate ha assunto diverse e preoccupanti proporzioni ormai su tutto il territorio nazionale e quindi anche nel nostro ambito provinciale fiorentino. Nel territorio della Provincia il contesto socio - ambientale nel quale tale pratica illecita matura e si manifesta e le motivazioni alla base del getto di esche avvelenate sono assai variegati: per preservare bovini, caprini e ovini da allevamento, dagli attacchi di branchi di cani randagi, di lupi e di altri predatori; per preservare le coltivazioni agricole dalle incursioni di corvidi e storni; per preservare gli animali da cortile dagli attacchi di volpi, mustelidi e altri piccoli carnivori; per preservare il patrimonio faunistico venatorio; a causa di contenziosi tra tartufai e tra cacciatori per la fruizione della medesima porzione di territorio; per preservare la fauna ittica nei laghi di pesca dalla predazione degli uccelli pescatori; per eliminare piccioni, topi, ratti, nutrie e altre specie ritenute infestanti o invasive o portatrici di malattie; per decimare colonie feline i cui individui sono ritenuti responsabili di cattivi odori, graffi sulle carrozzerie delle auto e piccoli danni alle colture orticole e floreali; per eliminare il cane del vicino che abbaiando spesso, disturba; per fastidio provocato dalla presenza delle deiezioni canine non raccolte, nei parchi e giardini pubblici; per fastidio e spavento dovuti all improvvisa reazione dei cani da guardia nei giardini o parchi privati e recintati, lungo quotidiani percorsi a piedi; per dispetti, invidie e vendette personali con l intento di ferire la persona negli affetti verso i propri animali. Nel contempo la coscienza delle persone verso gli animali ha assunto maggiore rilievo nella nostra società, riconoscendoli soggetti senzienti e come tali integrati sia nel nucleo familiare che nella quotidianità della vita comunitaria e la normativa volta alla tutela degli animali si è di pari passo evoluta; in particolare con la L. 189/2004 che modifica il Codice Penale introducendo il Titolo IX/Bis Dei delitti contro il sentimento per gli animali, viene aggiornata e ampliata la

connotazione di reato di maltrattamento e uccisione di animali, a partire dall ex art. 727 C.P., ora riformulato in detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze e sono introdotte appunto nuove e peculiari fattispecie di maltrattamenti e uccisioni di animali con gli art. dal 544 bis al 544 quinquies contenuti in tale Titolo del C.P.. In specifico l impiego di esche avvelenate per uccidere animali è stato vietato già dagli anni 70 con Legge n. 968 del 1977, con la quale veniva introdotto il divieto di far uso di esche o bocconi avvelenati per eliminare quegli animali considerati nocivi poiché in competizione col cacciatore riguardo la selvaggina di interesse venatorio, annoverando tale divieto tra i divieti inerenti mezzi di caccia non consentiti come le trappole, le tagliole e i lacci. Con l ultima normativa inerente la protezione della fauna omeoterma e prelievo venatorio L. n. 157/92 il divieto è stato riaffermato all'art. 21, lett.u) e sanzionato penalmente all art. 30 lett. h). Tuttavia questo divieto è inteso nell ambito dell esercizio dell attività venatoria; riguardo al divieto sancito dall art. 674 del Codice Penale Getto pericoloso di cose, esso è assai generico, pertanto a livello nazionale non esiste ancora una norma specifica che sanzioni questa pratica illecita alla quale l uomo ricorre per varie motivazioni, come sopra menzionato. Alcune Regioni hanno adottato leggi specificamente indirizzate a sanzionare amministrativamente questo illecito, come la Regione Toscana, la Regione Umbria e la Regione Puglia, altre come la Regione Emilia Romagna hanno deliberato in proposito con delle linee guida ma a livello nazionale manca ancora una legge specifica. A partire dal Dicembre 2008 è stata emanata un Ordinanza Ministeriale rinnovata e aggiornata negli anni fino all ultimo aggiornamento del 10.02.2012, valida 24 mesi dalla data di pubblicazione, che oltre a connotare dettagliatamente le fattispecie relative a questo illecito, chiama in causa vari soggetti e figure istituzionali coinvolti nell attività di contrasto, di controllo e di prevenzione. Di tale Ordinanza Ministeriale auspichiamo un celere rinnovo facendo presente alcune problematiche che quest anno si sono accentuate: una problematica riguarda la sovrapposizione delle norme sancite dalla Legge regionale e dall Ordinanza ministeriale, relativamente all obbligo di segnalazione dei medici veterinari, sia alla Polizia provinciale e al Comune del luogo dove si è verificato l avvelenamento, come prescrive l art. 6 della LRT 39/2001 sia al Comune e alla ASL di competenza, come prescrive l art. 2 dell O.M. 10 febbraio 2012; tale sovrapposizione ha determinato diversità di comportamenti da parte dei veterinari e conseguentemente disomogeneità nell arrivo delle loro segnalazioni. Tale disomogeneità è emersa in particolare quest anno nel quale si è rilevato da parte dei veterinari una maggiore aderenza alle prescrizioni dell Ordinanza ministeriale. Infatti alcuni veterinari, attenendosi alle direttive impartite dalla ASL di competenza, hanno aderito alle prescrizioni della sola O.M., con la conseguenza che la Polizia provinciale non risultava informata dei casi di sospetto avvelenamento, apprendendo il fatto solo in seguito e da fonti diverse, altri veterinari hanno aderito alle prescrizioni della Legge regionale come di solito è accaduto in questa Provincia; pertanto essendo il territorio della Provincia di Firenze ripartito in due distretti sanitari diversi (ASL 10 e ASL 11), questa diversità di comportamento ha generato disomogeneità che va ad incidere sulla valutazione finale che emerge dall analisi del fenomeno degli avvelenamenti di animali nel territorio provinciale. Un altro problema è rappresentato dai sensibile ritardi degli Istituti deputati per legge alle analisi tossicologiche, nel fornire i responsi di tali analisi, responsi dai quali in buona parte dipende l instaurarsi o meno del procedimento penale e l individuazione delle responsabilità di eventuali indagati, ritardi che allungano enormemente i tempi di conclusione della prima fase degli accertamenti investigativi prima della comunicazione in Procura, causando difficoltà anche nella scelta delle direttive da impartire all azione investigativa; spiace far presente anche la insufficiente collaborazione tra l Istituto che esegue le analisi tossicologiche sui campioni provenienti dagli animali vittime di avvelenamenti o sulle sospette esche e i veterinari che effettuano il soccorso degli animali, comportamento che concorre al ritardo nella identificazione delle sostanze tossiche eventualmente presenti. Emerge infine la tendenza da parte dei Comuni ad una incerta funzionalità nell organizzazione del servizio di prevenzione, vigilanza e accertamento riguardanti le

segnalazioni dei casi di sospetto avvelenamento animale e di getto di esche avvelenate, delegando completamente alla Polizia provinciale tali compiti, compiti che con l emanazione dell O.M. fanno sempre più capo ai Comuni che diventano sempre più protagonisti nel far fronte a questo tipo di illeciti, come la suddetta norma indica, specificando le competenze e le attribuzioni non solo nell azione investigativa ma anche in quella preventiva. ATTIVITA Quest'anno l'unità operativa di Polizia Provinciale, al momento ancora costituita da 1 Ufficiale e 2 Agenti, ha continuato nell opera di monitoraggio e controllo del fenomeno; inoltre sono stati avviati con il gruppo delle Guardie Ambientali Volontarie (G.A.V.) che da tempo collabora con questa Unità operativa di Polizia provinciale, dei servizi di vigilanza finalizzati alla prevenzione del fenomeno criminoso in quelle zone dove, nel corso dell anno, il fenomeno si è manifestato con maggior intensità. Ha continuato anche la collaborazione con l'ente Nazionale Protezione degli Animali (E.N.P.A.), col rinnovo in data 10/07/2013 del Protocollo d Intesa siglato l anno precedente (approvato con Determina dirigenziale n. 2500/2013) protocollo che formalizza la collaborazione di questa Unità con le Guardie Zoofile dell'e.n.p.a. collaborazione già da tempo esistente per quanto riguarda gli accertamenti inerenti le segnalazioni di avvelenamento di animali, provenienti dal territorio del Comune di Firenze. ATTIVITÀ DI INDAGINE IN COLLABORAZIONE CON IL PERSONALE G.A.V. Denunce/querele ricevute 11 Comunicazioni notizie di reato 36 Annotazioni di P.G. 11 Acquisizione di informazioni 85 Sopralluoghi 44 Relazioni di servizio 61 Reperti acquisiti 41 Esche rinvenute 36 Atti acquisiti 6 Richieste di accertamenti tossicologici 50 Accertamenti tossicologici e anatomo patologici (IZS) effettuati 94 Segnalazioni veterinarie 116 Altre segnalazioni 13 Ore impegnate dal personale G.A.V. 500 ATTIVITA DI POLIZIA GIUDIZIARIA PERVENUTA A QUESTA U.O. DA ALTRI COMANDI/ISTITUZIONI Comunicazioni notizie di reato E.N.P.A. C.C. C.F.S. 12 Denunce/querele 9 ANALISI DEL FENOMENO DEGLI AVVELENAMENTI IN PROVINCIA DI FIRENZE NELL ANNO 2013 Nel corso dell'anno 2013 le segnalazioni di avvelenamento di animali e di rinvenimento di esche avvelenate, pervenute alla Polizia Provinciale, sono state in totale 137; di queste, al momento, 37 sono state archiviate, 36 sono risultate infondate e 64 sono quelle che in base agli accertamenti svolti sono risultate avvelenamenti di animali e/o getto di esche avvelenate e di conseguenza sono state trasmesse alla Procura della Repubblica sottoforma di comunicazione di reato in quanto illeciti

penali; delle 64 segnalazioni 2 sono ancora in fase di accertamento in quanto non sono ancora pervenuti i responsi delle analisi tossicologiche condotte sui campioni biologici (ma al momento sono state computate nel numero delle segnalazioni ad esito positivo). Nel grafico sotto illustrato sono dunque inserite solo le segnalazioni per le quali è stato accertato l avvelenamento di animali e/o il getto di esche avvelenate. Avvelenamenti animali in Provincia di Firenze 10 9 8 7 Totale Aree urbane Aree rurali 6 5 4 3 2 1 0 Agosto Luglio Giugno Maggio Aprile Marzo Febbraio Gennaio Grafico n. 1 Dicembre Novembre Ottobre Settembre Dall analisi dell andamento temporale del fenomeno illustrato nel Grafico n. 1 emergono due dati: la maggiore frequenza di tale fenomeno in ambito rurale piuttosto che urbano come generalmente accaduto negli anni passati, la mancanza del tipico andamento ad onda, cioè con una fase crescente, un culmine ed una fase decrescente, nei primi 6 mesi dell anno, come rilevato nella maggior parte degli anni passati. Questa anomalia emerge con maggior chiarezza mettendo a confronto l andamento del fenomeno nell anno 2013 rispetto ai due anni precedenti 2012 e 2011 (Grafico n. 2): è evidente nei primi 6 mesi dell anno 2012 l aumento del fenomeno a partire dai mesi gennaio/febbraio, il culmine raggiunto nel mese di marzo e la graduale diminuzione che si rileva da aprile fino a giugno/luglio; analogo andamento della distribuzione di frequenza si verifica nel 2011, sia pure con minor differenza tra i mesi ed anticipo del culmine nel mese di febbraio, mentre tale andamento non si rileva nell anno 2013.

Confronto avvelenamenti animali 20 18 16 Anno 2013 Anno 2012 Anno 2011 14 12 10 8 6 4 2 0 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Grafico n. 2 Inoltre rispetto all'anno 2012, il numero totale delle segnalazioni di avvelenamenti animali e/o esche rinvenute accertati, pervenute a questo Comando nell anno 2013, è diminuito come si rileva dal Grafico n. 3. Confronto avvelenamenti animali Anno 2013 Anno 2012 Grafico n. 3

Tabella n. 1 Fascicolo Motivazione dell archiviazione 1 Mancanza di campioni 8 Patologia infettiva 16 Analisi negative 17 Mancanza di campioni 20 Analisi negative 21 Analisi negative 25 Analisi negative 26 Analisi negative 28 Analisi negative 29 Analisi negative 32 Analisi negative 34 Analisi negative 35 Avvelenamento accidentale 36 Analisi negative 39 Analisi negative 40 Mancanza di campioni 47 Analisi negative 50 Analisi negative 51 Patologia infettiva 59 Analisi negative 60 Patologia 62 Analisi negative 65 Analisi negative 66 Analisi negative 68 Analisi negative 69 Analisi negative 70 Analisi negative 72 Patologia infettiva 76 Morso di vipera 78 Patologia 82 Analisi negative 83 Analisi negative 85 Analisi negative 86 Analisi negative 92 Campione insufficiente per necroscopia 94 Analisi negative 96 Patologia Un altro dato che emerge dal monitoraggio delle segnalazioni verificatesi nell anno 2013, è l elevato numero delle archiviazioni di tali segnalazioni, numero dovuto in gran parte all esito negativo delle analisi tossicologiche condotte sui campioni biologici, come si può vedere dalla Tabella n.1 che riassume sinteticamente le motivazioni principali delle archiviazioni: su un totale di 37 archiviazioni, 25 sono dovute alle analisi negative ovvero il 67,7% delle archiviazioni. Per quanto riguarda gli animali coinvolti negli avvelenamenti, le specie domestiche appaiono le più colpite ma occorre tener presente che le specie selvatiche sono sottostimate in quanto raramente vengono segnalate sia perché generalmente prediligono ambienti scarsamente popolati andando a morire in luoghi nascosti, sia perché non sono di nessuno e dunque pochi sono disposti a prendersi il disturbo di segnalare il fatto a meno che la presenza della carcassa non costituisca di per sé un pericolo o un disturbo per la collettività. Tra le specie selvatiche rimaste vittime dei bocconi avvelenati nel 2013 si registrano due specie particolarmente protette ovvero la poiana e il falco di palude.

ANIMALI CHE HANNO SUBITO AVVELENAMENTI Specie Numero Decessi Cane 41 17 Gatto 25 22 Poiana 2 2 Falco di palude 1 1 TOTALE 69 42 CATEGORIE DI SOSTANZE TOSSICHE IDENTIFICATE NEGLI ANIMALI VITTIME DI AVVELENAMENTI E NELLE ESCHE RINVENUTE In base ai responsi tossicologici degli accertamenti effettuati dall Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana sui campioni biologici relativi agli animali vittime di avvelenamenti e alle esche rinvenute, riferiti a casi di avvelenamento accertati e pervenuti a questa Unità operativa, le sostanze tossiche identificate maggiormente frequenti risultano in ordine decrescente: metaldeide, sostanze ad attività anticoagulante fosfuro di zinco e pesticidi organoclorurati. Categorie di sostanze tossiche Numero dei responsi (art. 7 LRT 39/2001) tossicologici positivi Metaldeide 21 Organoclorurati 8 Organofosforati 2 Carbammati 3 Fosfuro di zinco 9 Stricnina 1 Anticoagulanti 17 Categorie di sostanze tossiche identificate negli animali vittime di avvelenamenti e nelle esche rinvenute Anticoagulanti 29% Stricnina 2% Metaldeide 33% Carbammati 5% Organofosforati 3% Organoclorurati 13% Fosfuro di zinco 15% Grafico n. 4

Inoltre come si può notare dal Grafico n. 4, le sostanze tossiche presenti in maggior percentuale relativa nei campioni biologici provenienti dagli animali avvelenati e dalle esche avvelenate, sono costituite dalla metaldeide e dalla categoria dei veleni anticoagulanti. La metaldeide e le sostanze ad attività anticoagulante sono presenti rispettivamente nelle preparazioni delle esche lumachicide e delle esche ratticide, prodotti commerciali di libera vendita su larga scala, dato che sono reperibili nei supermercati ad un prezzo assai basso. Il fatto che queste due tipologie di sostanze sono risultate maggiormente impiegate nei bocconi avvelenati, dovrebbe far comprendere che non è più possibile attendere per una regolamentazione più stringente della vendita di tali prodotti anche perché è assodato che tali prodotti non sono assolutamente esclusivi delle specie bersaglio alle quali sono destinate ma colpiscono indiscriminatamente le varie specie animali, sia mammiferi che uccelli; né efficace risulta, evidentemente, l aggiunta delle cosiddette sostanze amaricanti che avrebbero lo scopo di distogliere le specie non bersaglio dall assumerle. Da segnalare il fatto che ultimamente si registra qualche caso in cui, anziché impiegare veleno nella matrice alimentare delle esche, sono utilizzati oggetti atti a provocare lesioni o danni tali da indurre la morte, come schegge di vetro o spugne adeguatamente preparate cioè impanate e fritte, presumibilmente allo scopo di rendere ancora più difficile risalire al responsabile di tali gesti lasciando sempre meno tracce riguardo le quali sia possibile individuare in modo univoco il responsabile. ATTIVITÀ DI CONTRASTO AI MALTRATTAMENTI ANIMALI Questa Unità Operativa di Polizia Provinciale si è occupata anche delle attività di accertamento inerenti reati di maltrattamento animali; queste indagini hanno riguardato sia animali selvatici, sia animali impiegati in attività sportive, che animali d affezione. Tali attività sono state preminentemente svolte in collaborazione con le guardie zoofile dell Ente Nazionale Protezione degli animali in un rapporto di stretta collaborazione consolidatosi negli anni. Si allega alla presente relazione, rappresentazione cartografica indicante la distribuzione, sul territorio della Provincia nell'anno 2013, degli avvelenamenti di animali e dei rinvenimenti di esche avvelenate. *** L Agente di P.G. Annamaria Innamorati Visto Il Vice Comandante Marco Casini Il Responsabile dell U.O. per l anno 2013 L Ufficiale di P.G. Lorenzo Di Vecchio