OLTREPÒ PAVESE: SUOLO, NATURA E ACQUA Salice Terme (PV) - 13-14 ottobre 2004 ASPETTI CHIMICI E MICROBIOLOGICI DELLE ACQUE AD USO POTABILE IN OLTREPÒ



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OLTREPÒ PAVESE: SUOLO, NATURA E ACQUA Salice Terme (PV) - 13-14 ottobre 2004 ASPETTI CHIMICI E MICROBIOLOGICI DELLE ACQUE AD USO POTABILE IN OLTREPÒ Dario Delfino Dirigente Medico A.S.L. PAVIA Responsabile Ufficio Acque Potabili Mario Beretta Tecnico della Prevenzione A.S.L. Pavia Lia Broglia Dirigente Chimico A.R.P.A.- Pavia Responsabile Acque Sotterranee e Superficiali RIASSUNTO La presenza di piccole comunità estremamente frammentate sul territorio collinare dell'oltrepò Pavese ha determinato nel corso del tempo la ricerca e lo sfruttamento di ogni risorsa utile per l'approvvigionamento idrico potabile. Gli ultimi censimenti eseguiti dall'a.s.l. di Pavia confermano che numerosissime sono le sorgenti utilizzate a tale scopo, molte delle quali con una portata stagionale estremamente variabile, spesso situate in zone impervie e non raggiungibili con i mezzi meccanici. Tali condizioni rendono molto delicato e facilmente vulnerabile il sistema di sfruttamento della risorsa nelle sue varie fasi di attingimento, accumulo e trasporto all'utenza. I costi di gestione risultano elevati a fronte di quantità e caratteristiche qualitative sovente non soddisfacenti. Dal punto di vista microbiologico, un accurato e puntuale sistema di controllo, la manutenzione costante, la periodica disinfezione degli impianti e delle reti di distribuzione, l affidamento del servizio a gestori di comprovata professionalità sono pertanto di fondamentale importanza, in accordo con quanto previsto dalle normative vigenti, per mantenere basso il rischio di possibile contaminazione delle acque destinate al consumo umano. Dal punto di vista chimico, le analisi ripetute nel tempo hanno permesso di individuare le caratteristiche chimico-fisiche delle acque, quali il livello di salinità ed il tipo di anioni presenti, la durezza e i metalli caratteristici della zona, ma anche di controllare i parametri che sono indicativi di eventuali contaminazioni, come, per esempio, azoto ammoniacale e nitroso. Alla luce dell esperienza degli anni passati, tenuto conto delle novità contenute nel D.Lgs. 31/2001 (2), recentemente entrato in vigore, sono stati concordati tra A.S.L. e A.R.P.A. dei nuovi protocolli per adeguare la tipologia dei controlli analitici ai cambiamenti apportati dalla nuova normativa. 1

PREMESSA In accordo con i temi proposti dal convegno, si è ritenuto opportuno concentrare l attenzione su quella parte del territorio dell Oltrepò Pavese, comprendente tredici Comuni (tabella n. 1) che dispone per il suo approvvigionamento idrico potabile quasi esclusivamente di acque derivate da sorgenti. Le bellezze naturali, la presenza di boschi, la ricchezza delle sue tradizioni, fanno di questo comprensorio (figura n. 1) la meta naturale di escursioni, gite, seconde residenze ed insediamenti turistici. Ciò ha determinato nel corso del tempo un progressivo e costante aumento dei suoi fabbisogni idrici, con il reperimento e lo sfruttamento di ogni risorsa utile per soddisfare la sempre crescente necessità di acqua da destinare al consumo umano, specie in alcuni periodi dell anno. D altra parte, l estrema frammentarietà e lontananza di molti insediamenti abitativi, hanno determinato la realizzazione di una serie innumerevole di impianti acquedottistici, molti dei quali sono difficili da gestire in ragione della loro ubicazione in zone impervie, che li rende difficilmente raggiungibili in alcuni periodi dell anno nonché privi, in alcuni casi, anche della disponibilità di energia elettrica. Queste condizioni, associate alla presenza di molti impianti ormai obsoleti o che necessitano di una radicale ristrutturazione, rendono la risorsa idrica estremamente vulnerabile ed a rischio di inquinamento, soprattutto microbiologico, nelle sue varie fasi di derivazione, accumulo, trasporto e distribuzione all utenza. Come si può notare dall elaborazione dei dati riferiti ai controlli analitici eseguiti dalla A.S.L. di Pavia nell anno 2003 la maggior parte delle non rispondenze microbiologiche nell Oltrepò Pavese sono concentrate su questa parte collinare montuosa del suo territorio a differenza delle non rispondenze chimiche che interessano più frequentemente le acque derivate da pozzi situati in pianura (grafico n. 1). Tabella n. 1 Comuni Popolazione residente al 31/12/2003 BAGNARIA 639 BRALLO DI PREGOLA 853 CECIMA 251 FORTUNAGO 404 MENCONICO 475 PONTE NIZZA 852 ROCCA SUSELLA 231 ROMAGNESE 875 S. MARGHERITA DI STAFFORA 609 VAL DI NIZZA 691 VALVERDE 333 VARZI 3.516 ZAVATTARELLO 1.167 TOTALE 10.896 2

Figura n. 1 Territorio Oltrepò preso in esame Grafico n. 1 Non conformità microbiologiche e chimiche Oltrepò Pavese 2003 100% 90% 80% 70% 60% 50% rimanente territorio Oltrepo area collinare 40% 30% 20% 10% 0% Microbiologiche Chimiche 3

ASPETTI MICROBIOLOGICI L Azienda Sanitaria Locale durante l anno 2000 ha eseguito un censimento su questa parte del territorio oltrepadano per aggiornare il quadro delle fonti pubbliche e private destinate al consumo umano, richiedendo alle amministrazioni comunali di compilare delle brevi schede anagrafiche (allegati n. 1 e n. 2), dalla cui elaborazione sono emersi i seguenti dati salienti. Nel territorio studiato l acqua destinata al consumo umano è derivata dallo sfruttamento di circa 196 sorgenti e 13 pozzi. C è poi una serie innumerevole di serbatoi di accumulo intermedi (circa 80 solo a servizio degli acquedotti pubblici) alimentati da singole sorgenti o gruppi di esse che interconnettono a loro volta l acqua di più fonti per servire le frazioni più distanti. Del totale delle sorgenti circa 77 sono pubbliche, le restanti 119 sono gestite da consorzi privati (tabella n.2). Tabella n. 2 COMUNE Residenti Pozzi n. Sorgenti N. Pubbliche Private Totale BAGNARIA 639 - - 8 8 BRALLO DI PREGOLA 853-2 26 28 CECIMA 251 2 3-3 FORTUNAGO 404 1 4-4 MENCONICO 475-6 5 11 PONTE NIZZA 852 3 12-12 ROCCA SUSELLA 231 - - 4 4 ROMAGNESE 875-10 15 25 S.MARGHERITA STAFF. 609-14 24 38 VAL DI NIZZA 691 1 10 4 14 VALVERDE 333-4 2 6 VARZI 3.516 5 7 28 35 ZAVATTARELLO 1.167 1 5 3 8 TOTALI 10.896 13 77 119 196 In un Comune le risorse idriche sono gestite esclusivamente da consorzi privati. Degli altri dodici presi in considerazione, solo sei amministrazioni comunali hanno affidato la gestione degli impianti pubblici ad imprese specializzate che operano nel settore (quattro alla A.S.M. di Voghera, due alla A.C.A.O.P. di Stradella), mentre sei si avvalgono ancora di risorse interne. L epoca di realizzazione dei manufatti indica la presenza di molti impianti risalenti a molti decenni orsono (grafico n. 2) e solo in rarissimi casi vi è la testimonianza di uno studio idrogeologico 4

Grafico n. 2 Epoca di realizzazione sorgenti (dati riferiti a n. 70 sorgenti) costruite dopo il 1991 13% costruite prima del 1960 27% 1981-1990 11% 1971-1980 31% 1961-1970 18% L elaborazione di ulteriori dati provenienti dalle schede di sopralluogo elaborate ed utilizzate dall A.S.L. di Pavia nel corso dell anno 1999 per controllare lo stato di circa n. 50 sorgenti, ha evidenziato le seguenti carenze strutturali dei manufatti (grafico n. 3). Grafico n. 3 Carenze strutturali 50 45 40 36 35 33 30 30 30 25 20 24 22 15 10 8 5 0 Rete recinzione Rubinetto prelievo Dispositivi di aerazione All. acque Intonaco interno Intonaco esterno Manutenzione sentiero di accesso 5

a) 33 manufatti (in genere tutti costituiti dall insieme di opera di presa, vasca di calma e sedimentazione, vasca di partenza) risultavano sprovvisti di rete di recinzione atta a delimitare la prima area di rispetto; b) 36 mancavano di sistemi per l allontanamento all esterno delle acque di ristagno attorno alle vasche; c) 24 di dispositivi per garantire un adeguato ricambio dell aria; d) 36 di rubinetti per esecuzione di campionamenti; e) 15 necessitavano di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per ripristinare adeguate condizioni di impermeabilizzazione degli intonaci sia interni che esterni; f) in altri 8 casi si è riscontrata una pessima manutenzione dei sentieri di accesso. I tempi di percorrenza per raggiungere le singole fonti (tempo calcolato su 30 sorgenti con partenza dalla sede comunale) variavano da un minimo di 15 minuti ad un massimo di due ore e trenta minuti (grafico n. 4) e la percentuale delle fonti non raggiungibili con mezzo meccanico risultava pari al 33 %. Grafico n 4 Tempi di accesso alle sorgenti fino a 15' 16% 2h e 30' 13% 1h e 30' 19% 30' 27% 1h 25% Per meglio comprendere la complessità e l estrema frammentazione sul territorio dei manufatti acquedottistici si prenda ad esempio il Comune di Ponte Nizza (n.852 abitanti 6

residenti). Per distribuire acqua potabile al capoluogo ed alle sue frazioni (figura n. 2) il Gestore, A.S.M. di Voghera, utilizza l acqua derivata da 12 sorgenti e 2 pozzi, con 20 serbatoi di accumulo e 7 pompe di rilancio (allegato n. 3). Ogni parte di questo sistema è a possibile rischio di inquinamento microbiologico se non si provvede, con la dovuta puntualità ed impiego di adeguate risorse umane ed economiche, ai necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di pulizia e disinfezione dei manufatti e della rete, di monitoraggio interno delle caratteristiche microbiologiche e chimiche dell acqua distribuita al consumo. Figura n. 2 Cartografia comune di Ponte Nizza Croce Prendomino Lumello Trebbiano P. Nizza s. Risaia Carmelo C.Minchino Moglie Cecima Ponte Nizza Pizzocorno Panzini Vignola San Ponzo Bagnaria Varzi Secondo quanto stabilito dalle norme vigenti (1,2,3) ai Gestori degli acquedotti compete infatti sia l autocontrollo sul ciclo dell acqua, avvalendosi di propri laboratori per l esecuzione di periodici controlli analitici interni, sia la programmazione e l effettuazione delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria (allegati n. 4 e n.5): Appare evidente che solo il rispetto puntuale di questi presupposti essenziali, associato all impiego di adeguate risorse economiche ed umane specializzate, può mantenere efficienti nel tempo le opere acquedottistiche, razionalizzare il loro uso ed adeguarle ai cambiamenti tecnologici, riducendo al minimo le emergenze idriche e l incidenza delle non conformità microbiologiche. Le esperienze di questi ultimi anni testimoniano che laddove si è intervenuti per ammodernare i manufatti e dotarli, nei casi più a rischio, di impianti che consentissero 7

la disinfenzione in continuo dell acqua distribuita, affidando la gestione della risorsa idrica a personale specializzato, si è riusciti ad ottenere dei buoni risultati sul fronte della qualità e della sicurezza. In altri casi, purtroppo, si è ancora molto indietro, e si assiste ad una sostanziale inerzia sia di gestori pubblici che privati sul fronte dell autocontrollo, con interventi sporadici e non risolutivi messi in opera solo in occasione di esiti di non conformità alle analisi della A.S.L.. Si assiste ancora, in alcuni territori, al ricorso alle ordinanze di bollitura dell acqua prima del suo utilizzo per scopi potabili che, mantenute per più giorni, stanno a dimostrare che non si dispone di un sistema organizzato ed adeguato di gestione delle risorse idriche che garantisca l adozione di provvedimenti correttivi immediati in occasione di situazioni di rischio. 8

ASPETTI CHIMICI La trattazione di questo aspetto della problematica ha esclusivamente lo scopo di completare il quadro già ben delineato dal punto di vista generale e microbiologico e di fornire degli spunti da approfondire in altra sede. Con l entrata in vigore del D.lgs.31/01 in materia di acque ad uso potabile (2), A.S.L.-Pavia e A.R.P.A. Dipartimento di Pavia hanno predisposto un piano di lavoro basato su differenti tipologie analitiche che tengono conto dei cambiamenti apportati dalla normativa, delle direttive della Regione, delle peculiarità del territorio e delle conoscenze acquisite negli anni precedenti. Nelle tabelle 4 e 4 bis sono elencati i protocolli adottati in funzione delle aree della provincia e del tipo di controllo: routinario, più frequente, o di verifica ecc. In Oltrepò, per il controllo chimico routinario si utilizza la tipologia Cr02, come mostra la parte della tabella evidenziata in giallo. Il dosaggio dei pesticidi, di ferro e manganese viene, invece, eseguito con periodicità all incirca annuale perché, in passato, è stato dimostrato che essi non sono presenti nell area considerata.le altre tipologie di controlli hanno una frequenza che dipende dalle situazioni locali e contingenti. Con la serie di determinazioni sopra menzionata, è possibile individuare le caratteristiche chimicofisiche delle acque, quali il livello di salinità, il tipo di anioni presenti e la durezza, ma anche verificare i parametri che sono indicativi di eventuali contaminazioni, come, per esempio, azoto ammoniacale e nitroso. Le analisi periodiche hanno infatti il duplice scopo di evidenziare le prime avvisaglie di eventuali inquinamenti e di monitorare la costanza della composizione chimica. In questo breve excursus si rivolgerà l attenzione esclusivamente alle acque delle sorgenti che rappresentano un fenomeno tipico della zona (4) e di esse si osserveranno, come primo approccio, i valori di concentrazione di quei composti che possono caratterizzarle dal punto di vista chimico, quasi a delineare una sorta di etichetta dell acqua che sgorga ogni giorno dai rubinetti delle case. Tabella n. 4 - Tipologie analitiche concordate A.S.L./A.R.P.A. Pavia Routinario rete ( pianura ) Routinario rete ( collina ) Chimico Cr01 Chimico Cr02 Cloro residuo libero Residuo secco 180 Cloro residuo libero Residuo secco 180 Sapore Cloruri Sapore Cloruri Odore Solfati Odore Solfati Colore Nitrato Colore Nitrato Torbidità Nitrito Torbidità Nitrito Durezza Ammonio Durezza Ammonio Calcio Ferro Calcio Magnesio Manganese Magnesio Conduttività Conduttività Arsenico** ph Arsenico** ph Organoalog. tot. Org Organoalog. tot. Org Tri- tetracloroetilene* + Trialometani totale* Tri- tetracloroetilene* + Trialometani totale* Antiparassitari Ant Antiparassitari Ant Antiparassitari * Antiparassitari * Antiparassitari Totale Antiparassitari Totale * se presenti nei precedenti controlli ** comuni in deroga 9

TABELLA 4 Bis-TIPOLOGIE ANALITICHE CONCORDATE A.S.L./A.R.P.A. Pavia Verifica rete di Monitoraggio falde Monitoraggio nuovi approvvigionamenti idrici distribuzione conosciute Chimico Cn04 Chimico Cv03 Chimico Cp05 Cloro residuo libero Cloro residuo libero Odore Benzene Sapore Sapore Colore Benzo(a)pirene Odore Odore Torbidità 1,2 dicloroetano Colore Colore Durezza Rame Torbidità Torbidità Conduttività Cianuro Durezza Durezza Calcio Mercurio Calcio Calcio Magnesio Antimonio Magnesio Magnesio ph Alluminio Conduttività Conduttività Residuo secco 180 Fluoruro ph ph Nitrato Nichel Residuo secco 180 Residuo secco 180 Nitrito IPA Nitrato Nitrato Ammonio Selenio Nitrito Nitrito Cloruro Boro Ammonio Ammonio Ossidabilità Vanadio Cloruro Cloruro Solfato Sodio Ossidabilità Ossidabilità Ferro TOC Solfato Solfato Piombo Tri- tetracloroetilene Ferro Ferro Arsenico Antiparassitari Piombo Piombo Manganese Antiparassitari totale Arsenico Arsenico Cadmio Manganese Manganese Cromo Cadmio Cadmio Cromo Cromo Bromati** Clorito** Cloruro di vinile ** Acrilammide ** Epicloridrina ** Organoalog. tot. Org Tri- tetracloroetilene* + Trialometani totale* Organoalog. tot. Org Tri- tetracloroetilene* + Trialometani totale* Organoalog. tot. Org Tri- tetracloroetilene* + Trialometani totale* Antiparassitari Ant Antiparassitari Ant Antiparassitari Ant Antiparassitari * Antiparassitari * Antiparassitari * Antiparassitari Totale** Antiparassitari Totale** Antiparassitari Totale** * se presenti nei precedenti controlli ** definire con il laboratorio 10

I dati utilizzati per la predisposizione delle tabelle e la realizzazione dei grafici sono valori medi di determinazioni eseguite negli anni dal 2002 al 2004 su campioni provenienti da diverse frazioni di ogni comune, spesso servite da acquedotti frazionali differenti. Il primo parametro che viene preso in considerazione è la Conducibilità, espressa in µs/cm, che è correlabile con la concentrazione di anioni e cationi e serve per valutare la salinità complessiva. Come si può vedere in tabella n. 5, i valori riscontrati presentano una certa variabilità da comune a comune, ma denotano sempre un contenuto salino significativo. Tabella n. 5 Valori medi di Conducibilità COMUNI CONDUCIBILITA' µs/cm Bagnaria 636 Brallo di Pregola 355 Cecima 623 Menconico 446 Ponte Nizza 564 Romagnese 450 S. Margherita di Staff. 411 Val di Nizza 589 Varzi 523 Grafico n. 5 Valori medi di Conducibilità 700 microsiemens/cm 600 500 400 636 623 446 564 450 411 589 523 355 300 Bagnaria Brallo di Pregola Cecima Menconico Ponte Nizza Romagnese S. Margherita di Staff. Val di Nizza Varzi 11

Il grafico 6 illustra contemporaneamente l andamento della Conducibilità e del Residuo fisso e mette in evidenza la correlazione. Grafico n. 6 - Valori medi di Conducibilità e Residuo fisso 700 microsiemens/cm - mg/l 650 600 550 500 450 400 636 477 623 467 446 564 423 450 411 589 441 523 392 350 355 335 337 300 308 250 Bagnaria 266 Brallo di Pregola Cecima Menconico Ponte Nizza Romagnese S. Margherita Staffora Val di Nizza Varzi Residuo Fisso Conducibilità 12

La Durezza, espressa in gradi Francesi, rappresenta il contenuto di carbonati di calcio e magnesio di un acqua. I valori medi riscontrati ci consentono di classificare le acque come dure (tabella n. 6 e grafico n. 7). La normativa consiglia valori compresi fra 15 e 50 gradi Francesi per cui, pur essendo valori elevati, sono compresi nell intervallo consigliato. Dal punto di vista dell utilizzo, durezze alte possono produrre incrostazioni all utenza e negli elettrodomestici ed aumentano il consumo di detergenti, dal punto di vista dietetico, invece, nel caso di acque sottoposte a dissalazione, deve essere rispettato il limite inferiore per un corretto apporto di calcio e magnesio. Tabella n. 6 Valori medi di Durezza COMUNI Durezza Gradi Francesi Bagnaria 36 Brallo di Pregola 18 Cecima 39 Menconico 30 Ponte Nizza 33 Romagnese 29 S. Margherita di Staff. 24 Val di Nizza 34 Varzi 34 Grafico n. 7 - Valori medi di Durezza 40 39 35 36 33 34 34 Gradi Francesi 30 25 30 29 24 20 18 15 Bagnaria Brallo di Pregola Cecima Menconico Ponte Nizza Romagnese S. Margherita Staffora Val di Nizza Varzi 13

La concentrazione dei Solfati (tabella n. 7), pur essendo entro i limiti previsti dalla normativa (250 mg/l), è piuttosto alta rispetto ad altre zone della provincia dove spesso i valori sono inferiori al limite di rilevabilità di 1 mg/l. Tabella n. 7 Valori medi concentrazione dei Solfati COMUNI Solfati mg/l Bagnaria 85 Brallo di Pregola 10 Cecima 42 Menconico 19 Ponte Nizza 37 Romagnese 16 S. Margherita di Staff. 19 Val di Nizza 33 Varzi 43 GRAFICO 8 Valori medi concentrazione dei Solfati 90 80 85 70 60 mg/l 50 40 30 42 37 33 43 20 19 16 19 10 Bagnaria 10 Brallo di Pregola Cecima Menconico Ponte Nizza Romagnese S. Margherita Staffora Val di Nizza Varzi Nelle tabelle n. 8 e n. 9 si può osservare l andamento delle concentrazioni di Cloruri e Nitrati che presentano valori molto bassi. I nitrati sono spesso indice di contaminazione antropica dovuta alla attività agricola, ma trattandosi di acque che sgorgano ad una certa altitudine, il rischio di inquinamento è irrilevante. 14

Tabella n. 8 Valori medi di concentrazione dei Cloruri COMUNI Cloruri mg/l Bagnaria 5 Brallo di Pregola 3 Cecima 9 Menconico 4 Ponte Nizza 9 Romagnese 4 S. Margherita di Staff. 4 Val di Nizza 4 Varzi 4 GRAFICO 9 Valori medi concentrazione dei Cloruri 9 9 9 8 7 mg/l 6 5 5 4 4 4 4 4 4 3 Bagnaria 3 Brallo di Pregola Cecima Menconico Ponte Nizza Romagnese S. Margherita Staffora Val di Nizza Varzi TABELLA 9 Valori medi di concentrazione dei Nitrati COMUNI Nitrati mg/l Bagnaria 3 Brallo di Pregola 3 Cecima 7 Menconico 2 Ponte Nizza 5 Romagnese 2 S. Margherita di Staff. 2 Val di Nizza 2 Varzi 3 15

GRAFICO 10 Valori medi concentrazione dei Nitrati 7 7 6 5 5 mg/l 4 3 3 3 3 2 2 Cecima Menconico Ponte Nizza 2 2 2 Bagnaria Brallo di Pregola Romagnese S. Margherita Staffora Val di Nizza Varzi Le caratteristiche chimiche finora considerate ed, in particolare, la concentrazione e la tipologia degli anioni presenti in modo preponderante dipendono dalla situazione geologica dell Oltrepò (5, 6). Per approfondimenti di questo tipo si rimanda alla letteratura di settore e alla competenza degli esperti, per ora basti dire che in tutto il territorio oltrepadano, e non solo nell area presa in considerazione, si possono trovare sia acque salmastre, sia giacimenti di gesso associati a fenomeni di carsismo. Questo spiega l elevato tenore del residuo fisso, dei solfati e della durezza delle acque. Non bisogna scordare inoltre che proprio questa situazione geologica ha consentito la formazione dei ben noti fenomeni di termalismo che rappresentano una delle più interessanti risorse del territorio dell Oltrepò sia dal punto di vista scientifico naturalistico che economico (7). Finora ci si è soffermati sulle caratteristiche naturali delle acque di sorgente, non bisogna però dimenticare che i controlli sono rivolti anche ad altro, come azoto ammoniacale e nitroso. Nel periodo preso in considerazione e per i comuni scelti non si sono evidenziati superamenti dei limiti (ammonio 0,50 mg/l - nitrito 0,50 mg/l ), ma esclusivamente rarissimi casi di positività (ammonio 0,05-0,07 mg/l - nitrito 0,02 mg/l). L eventuale presenza di queste sostanze in concentrazioni significative va sempre confrontata con lo stato degli indicatori biologici. Un altro parametro che viene spesso determinato è quello dei composti organoalogenati. Tali composti si riscontrano in rete in seguito a processi di disinfezione con derivati del cloro che possono portare alla formazione di tracce di cloroformio, bromodiclorometano, dibromoclorometano, bromoformio (6). La disinfezione delle acque di sorgente si rende spesso necessaria e pertanto, in casi particolari e sporadici, si possono verificare superamenti del limite di 30 µg/l come somma di aloformi, in relazione talvolta a concentrazioni di cloro residuo libero maggiori di 0,2 mg/l. 16

CONSIDERAZIONI Si può concludere dicendo che l elevato contenuto salino e i valori della durezza sono caratteristiche naturali che possono portare soltanto piccoli problemi all utenza, ma che non comportano tutte le difficoltà ed i costi che si devono affrontare in altre zone dove le acque sono ricche, ad esempio, di ferro, manganese, erbicidi ecc.. Per quanto riguarda gli altri parametri discussi, si ribadisce l importanza di una gestione accurata e attenta degli impianti di trattamento, delle opere di captazione e di distribuzione. Molte altre riflessioni potrebbero essere fatte, ma in questa breve relazione si sono forniti soltanto degli spunti per porre in evidenza i vari aspetti legati al controllo delle acque. SUGGERIMENTI E CONCLUSIONI Le considerazioni finali ed i suggerimenti sulle cose da fare non sono molto differenti da quelle già evidenziate in altri studi (9) effettuati da altre A.S.L. della Regione Lombardia su territori simili sia per orografia che per modalità di approvvigionamento idrico. E innanzitutto necessario chiarire che i controlli analitici ed ispettivi messi in opera dai servizi competenti della Azienda Sanitaria Locale non sono sostitutivi di quelli che i gestori degli acquedotti pubblici e privati devono obbligatoriamente effettuare per garantire quotidianamente la buona qualità dell acqua distribuita al consumo. Dall insieme dei dati esposti emerge che in questa parte del territorio dell Oltrepò Pavese vi sono molti impianti di captazione non rispondenti dal punto di vista igienicosanitario e costruttivo ai requisiti previsti dalle normative vigenti. D altra parte la vetustà di alcuni sistemi acquedottistici e l elevato numero di sorgenti sfruttate rende molto onerosa la loro gestione. Questo sia per le difficoltà di accesso alle opere di presa che per il gran numero di punti di captazione ed di accumulo da collegare e controllare. Occorre pertanto programmare un piano di interventi che, a parere nostro, dovrebbe rispondere alla seguente scala di priorità: - dotare nell immediato gli impianti più a rischio di sistemi di trattamento (fisici e/o chimici) che garantiscano la disinfezione in continuo dell acqua prima della sua distribuzione alle utenze; - affidare la gestione degli impianti ad imprese specializzate operanti nel settore, che siano in grado di mettere in opera un adeguato piano di autocontrollo e dispongano delle professionalità necessarie per una corretta conduzione della risorsa idrica; - razionalizzare i sistemi acquedottistici e superare la logica della frammentazione delle gestioni a favore di una scelta di conduzione consorziata degli impianti; - rendere facilmente accessibili tutte le sorgenti ed avviare un piano di interventi strutturali che migliorino progressivamente lo stato dei manufatti e li adeguino, per quanto possibile, agli attuali standard di sicurezza. 17

BIBLIOGRAFIA 1)-Decreto 26/03/1991 Serie generale n. 84 del 10/04/1991 2)-D. lgs.31/01-g.u. Serie generale n. 52 del 03/03/2001 3)-Circolare 15/SAN/2004 RegioneLombardia 4)-G. Braga, C. Meisina, G. Pilla - Manifestazioni sorgentizie di fondovalle e la loro valenza nel contesto delle risorse idriche dell Oltrepò Pavese - Atti Convegno Salice Terme-Maggio 1995 5)-F. Capanna e coll - Assetto del margine appenninico Pavese-Piacentino e connessione con la mineralizzazione delle acque - Atti Convegno Salice Terme - Maggio 1995 6)-V. Duchi e coll.-studio idrogeochimico delle principali acque dell Oltrepò Pavese: loro genesi, circolazione ed evoluzione - Atti Convegno Salice Terme - Maggio 1995 7)-G. Marchetti e coll. - Il caso della pianura dell Oltrepò Pavese e del relativo margine collinare Idrogeomorfologia e insediamenti a rischio ambientale Ricerche&Risultati - Fondazione Lombardia per l Ambiente 1994/97 8)-F. Mantelli e coll.- Verso l attuazione del D.lgs. 31/01: evoluzione dei parametri di controllo delle acque destinate al consumo umano - Boll. Chim. Igien. S4-Vol.53-2002 9)-M. Tagni Le fonti di approvvigionamento idrico potabile della Provincia di Sondrio Atti Conferenza Regionale acqua otabile e salute 2 Desenzano 02/06/1995 18

A.S.L. DI PAVIA Allegato 1 DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E NUTRIZIONE UFFICIO ACQUE POTABILI ANAGRAFICA SCHEDA SORGENTI PUBBLICHE Codice sorgente.. Anno di costruzione.. Denominazione sorgente..... Località Quota.. Comune Bacino idrografico... a servizio dell acquedotto....... Comuni, fraz., località servite..... numero utenti serviti. Accessibile con mezzo meccanico NO SI Sentiero tracciato NO SI Tipo sorgente perenne secca stagionale (specificare....) Responsabile gestione. Indirizzo... tel... fax.. Estremi concessione........ Studio idrogeologico NO SI.. Note eventuali:. Data compilazione Firma del compilatore ELENCO SORGENTI PRIVATE COMUNE DI Denominazione sorgente........ Quota.. Località servita. numero utenti serviti.... Gestore.... Indirizzo......... tel... Data compilazione Firma del compilatore 19

A.S.L. DI PAVIA Allegato 2 DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E NUTRIZIONE SCHEDA SORGENTI Comune. Denominazione sorgente....... Codice sorgente. Località.. Quota... Bacino idrografico... Anno di costruzione. Uso privato Uso pubblico a servizio dell acquedotto..... Comuni, fraz., località servite......... numero utenti serviti. Accessibile con mezzo meccanico NO SI Sentiero tracciato NO SI Tempo totale per accesso all opera Tipo sorgente perenne secca stagionale (specificare....) Concessionario. Indirizzo. tel... Utilizzatore... Indirizzo. tel.. Responsabile. Indirizzo. tel.. Estremi concessione........ 1. MANUFATTI Il manufatto di presa è fuori terra NO SI.. E composta da 1 locale più locali....... Materiale di costruzione dei manufatti... Additivi impermeabilizzanti... Infiltrazioni d acqua NO SI dal soffitto pavimento pareti Tipo di materiale della porta di accesso..... Tipo di chiusura lucchetto serratura altro... Idonei dispositivi di areazione NO SI Con rete di protezione NO SI L opera di presa è unica multipla numero... L acqua alla fonte è captata tramite galleria pozzo altro.. Sono presenti: vasca di calma e di sedimentazione vasca di partenza 20

Materiale di costruzione delle vasche.. Scarico di troppo pieno NO SI Scarico di fondo NO SI munito di sifone griglia altro Nella vasca di partenza, l acqua arriva attraverso uno stramazzo che permette di misurare la portata NO SI Portata l/sec temperatura... C data... Il tubo di partenza è posto a 1 m sotto lo stramazzo di arrivi NO SI... e 30 50 cm sopra la platea di fondo NO SI... Manutenzione viene eseguita con frequenza...... Il prelievo di campioni è attuabile da rubinetto stramazzo per immersione 2. AREE DI SALVAGUARDIA Zona di tutela assoluta 10 m < 10 m Canalizzazione NO SI Impermeabilizzazione NO SI Recinzione adeguata NO SI ASSENTE Nelle zone di rispetto (200 m): attività o destinazioni vietate dall art. 21 D.L.vo 152/99? NO SI.... 3. SERBATOIO Presente NO SI Denominazione. Localita. Si miscela con altre acque NO SI Se si specificare (es. pozzo, sorgente, acqua superficiale)... Vi è rubinetto per prelievo di campioni? NO SI In materiale idoneo NO SI 4. IMPIANTI DI TRATTAMENTO Presenti NO SI Tipo di impianto e sua ubicazione (es. cloratore prima della vasca di partenza). Ispezione eseguita alla presenza di qualifica.. Data. Firma del compilatore PRESCRIZIONI 21

Elenco impianti acquedottistici Ponte Nizza (Dati ASM Voghera) Allegato n. 4 Impianto-Località Codice Caratteristiche Pozzo S. Ponzo 2 P2 Pozzo S. Ponzo 3 P3 Usato solo d estate Pozzo S. Ponzo 1 P1 Non in uso Sorgente ( Arsazza ) S1 Alimenta il serbatoi n.3 Sorgente S2 Alimenta il serbatoio n.2 Sorgente S3 Alimenta il serbatoio n.2 Sorgente S4 Alimenta il serbatoio n.2 Sorgente Vignola S5 Alimenta il serbatoi Vignola 5 Sorgente Spizzirò S6 Nel territorio di Bagnaria Sorgente ( Begna ) S7 Alimenta il serbatoio n.7 Sorgente ( Moglie ) S8 Alimenta il serbatoi n.11 Sorgente Le Cannelle S9 Alimenta il serbatoio n.13 Sorgente Pizzocorno S10 Alimenta il serbatoio con rilancio n.11 Sorgente Pizzocorno S11 Alimenta il serbatoio con rilancio n.12 Sorgente S. Alberto S12 Alimenta il serbatoio n.17 Serbatoio 1 Serve con rilancio le utenze di C. Rossago Serbatoio S. Ponzo (Arsazza) 2 Serve le utenze di S. Ponzo ed in estate alimenta il serbatoio n.1 Serbatoio 3 Alimentato dalla sorgente S1 e alimenta serb.n.2 Serbatoio Vignola 4 Alimentato dal pozzo n.2 e dal Serbatoio Vignola 5 Serbatoio Vignola 5 Alimentato dalla sorgente Vignola Serbatoio 7 Alimenta i due serbatoi di Trebbiano 8-9 Serbatoio 6 Alimenta poche utenze di P. Nizza Alta e serve la rete di Bagnaria Serbatoio Trebbiano 8 Vecchio ( solo di scorta ) Serbatoio Trebbiano 9 Serve le utenze ed alimenta il serbatoio Lumello Serbatoio Lumello 10 Serve le utenze di Lumello Serbatoio 11 Alimenta il serbatoio Moglie Serbatoio Moglie 12 Serve le utenze di Moglie e Risaia Serbatoio 13 Serve le utenze di Case Minchino Serbatoio per Pizzocorno 14 Alimenta il serbatoio n.13 Serbatoio per Pizzocorno 15 Alimenta il serbatoio n.13 Serbatoio Pizzocorno 16 Serve le utenze ed il serbatoio n.17 Serbatoio per S. Alberto 17 Alimenta con rilancio il serbatoio n.15 Serbatoio per S. Alberto 18 Alimenta con rilancio il serbatoio S.Alberto Serbatoio S. Alberto 19 Serve le utenze Serbatoio per S. Alberto 20 Alimenta con rilancio il serbatoio S. Alberto Rilancio S. Ponzo Rilancio Rilancio Rilancio Rilancip Rilancio Rilancio R1 R7 R11 R14 R17 R18 R20 22

Linee Guida Regionali (Circ. 15/SAN 2004) I controlli interni Allegato n. 4 Il gestore del servizio idrico: - ha l'obbligo e non la facoltà di effettuare i controlli interni, - ha la facoltà e non l'obbligo di concordare con l'azienda sanitaria locale i punti di prelievo dei campioni, - ha piena autonomia di decisione nella scelta di frequenze di controllo e modelli analitici, dal momento che le disposizioni in materia di parametri da sottoporre a controllo e frequenza dei controlli previste dal decreto sono vincolanti solo per l'azienda sanitaria, - ha l'obbligo di conservare i referti per almeno cinque anni, - deve dotarsi di propri laboratori di analisi ovvero stipulare apposite convenzioni con altri gestori di servizi idrici, ma in ogni caso non può avvalersi degli stessi laboratori di analisi di cui si avvale l'a.s.l. per i controlli esterni. Potrebbe verificarsi che non vi sia un adeguata disponibilità di laboratori dei servizi idrici: in tal caso, onde evitare situazioni di impossibilità ad adempiere ai dettati di legge, almeno fino alla totale attivazione dei Servizi Idrici Integrati, dotati di propri laboratori, i gestori potranno rivolgersi ad altri laboratori, purché questi ultimi siano certificati, dagli enti specificamente preposti, per lo svolgimento di analisi sulle acque potabili. Poiché, secondo quanto stabilito dall articolo 20, comma 2, restano in vigore tutte le norme regolamentari e tecniche adottate ai sensi del D.P.R.236/88, ove compatibili con le nuove disposizioni e fino a che ne vengano adottate di nuove e specifiche, sono da ritenersi tuttora vigenti le disposizioni di cui al decreto del Ministro della Sanità 26 marzo 1991, che prevedono per il gestore l'obbligo di comunicare mensilmente all'azienda sanitaria locale i risultati dei controlli. Le A.S.L. dovranno, quindi, adottare tutte le iniziative che riterranno più opportune al fine di sensibilizzare i gestori al rispetto di tale obbligo. In particolare, ogniqualvolta dai controlli interni dovesse risultare una non conformità, dovrà essere data immediata comunicazione all'azienda Sanitaria Locale competente, sia in merito al riscontro analitico sia in merito agli interventi correttivi posti in atto. Nella vigilanza sulla corretta e puntuale esecuzione dei controlli interni le A.S.L. dovranno altresì verificare che le metodiche analitiche adottate dai laboratori siano quelle previste dall'allegato III del decreto. 23

D.M. 26.03.1991 - Compiti dei Gestori degli Impianti Allegato n. 5 I proprietari nonché gli addetti agli impianti devono rendersi disponibili a fornire ogni notizia e a portare la propria collaborazione, fermo restando a loro carico l obbligo, qualora si verifichino cambiamenti nelle opere acquedottistiche, con possibili influenze sulle attività di controllo della qualità dell acqua, di darne immediata comunicazione ai servizi competenti della regione, del comune, delle unità sanitarie locali e del presidio e servizio multizonale di prevenzione. In particolare, i gestori di impianti di acquedotto, devono porre ogni attenzione e cautela nel programmare ed effettuare opere di manutenzione ordinaria e straordinaria incidenti sulla conservazione delle buone attitudini impiantistiche con riguardo specialmente a: - pulizia e disinfezione dei serbatoi di raccolta, di compenso e di distribuzione, secondo frequenze che il gestore stabilisce in funzione delle caratteristiche dell acqua e dell impianto nonché della situazione dei luoghi; - ispezioni delle reti di distribuzione, con adeguate tecnologie non distruttive, e loro conseguente riparazione, secondo frequenze che il gestore stabilisce in funzione delle caratteristiche dell acqua e dell impianto, della pressione di esercizio nonché della situazione dei luoghi; - esecuzione tempestiva delle operazioni di manutenzione degli impianti di trattamento e di disinfezione. Delle predette operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria è tenuta registrazione scritta a disposizione dell autorità sanitaria ed analogo obbligo vale per l annotazione delle risultanze dei controlli sui servizi essenziali dell acqua (ivi comprendendo le analisi di routine effettuate, le modalità dell eventuale trattamento dell acqua, ecc.), che vanno mensilmente comunicate, anche in forma sintetica, all unità sanitaria locale. 24