Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici Servizio Tecnico Centrale ******



Documenti analoghi
PROGRAMMA DETTAGLIATO CORSO INTEGRATO DI TECNICA DELLE COSTRUZIONI: COSTRUZIONI IN CEMENTO ARMATO E ACCIAIO

SOMMARIO 1. CALCESTRUZZO ACCIAIO DA C.A. (DEL TIPO B450C) ACCIAIO PER CARPENTERIA METALLICA... 4 MANDANTE:

SICUREZZA E PRESTAZIONI ATTESE...

La normativa italiana e le condizioni di verifica della stabilità

C9. COLLAUDO STATICO C9.1 PRESCRIZIONI GENERALI

Centri di Trasformazione: requisiti secondo il D.M. 14 gennaio 2008

STRUTTURE MISTE ACCIAIO-CLS Lezione 2

Il c.a.p. nelle nuove Norme Tecniche

INDICE 1 DESCRIZIONE DELL OPERA NORMATIVA DI RIFERIMENTO MATERIALI TRAVE IN C.A. - ANALISI DEI CARICHI... 8

Il contesto legislativo nazionale ed europeo: traguardi acquisiti e criticità del sistema a quattro anni dal DM 14 Gennaio 2008

Nel cemento armato si valorizzano le qualità dei due materiali: calcestruzzo e acciaio, che presentano le seguenti caratteristiche

SCHEMA 0 STORIA. Schema certificativo CP DOCUMENTI ESTERNI DI RIFERIMENTO

Certificazione di produzione di codice di calcolo Programma CAP3

Parte I: Basi del progetto

NOVITÀ PER LE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI IN CEMENTO ARMATO AMMESSO L USO DELL ACCIAIO B450A

SOLAIO A TRAVETTI TRALICCIATI PREFABBRICATI


Relazione ed elaborati di progetto per il solaio


SCHEMA 0 STORIA. Schema certificativo CP DOCUMENTI ESTERNI DI RIFERIMENTO

STRUTTURE METALLICHE IN ACCIAIO

, ' *-- ' " $!,"""&& # " $%

Il seguente documento, predisposto dalla Commissione strutture dell Ordine degli

Le piastre Precompresse

Come cambiano gli obblighi per le strutture metalliche a partire dal 1 luglio 2014

Obbligo Di marcatura CE dei componenti del calcestruzzo. Obbligo di certificazione FPC per gli impianti di betonaggio. Responsabilità del Direttore

I materiali impiegati per la costruzione sono: inserire l'elenco dei materiali. cemento armato. acciaio da carpenteria;

Documento #: Doc_a8_(9_b).doc

6. Unioni bullonate. 6.1 Tecnologia delle unioni bullonate Classificazione dei bulloni. (aggiornamento )

Per prima cosa si determinano le caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione del profilo, nel nostro caso sono le seguenti;

La messa in opera delle strutture metalliche: dall accettazione delle opere in cantiere al montaggio delle strutture. Ing. Igor SOLUSTRI ICIC SPA

PRODOTTI DA COSTRUZIONE CON L OBBLIGO DI DOP E MARCATURA CE (elenco aggiornato al 31 luglio 2014) ACCIAI e altri PRODOTTI DA COSTRUZIONE

Strutture in acciaio. Unioni

LINEA FIRETECH SOLUZIONI PER LA PROTEZIONE PASSIVA DAL FUOCO STRUTTURE

NORMATIVA DI RIFERIMENTO La normativa cui viene fatto riferimento nelle fasi di calcolo e progettazione è la seguente:

Allegato S-0 - Relazione di calcolo

1. Premessa. Procedure di accettazione

RESISTENZA DEI MATERIALI TEST

SCALA CON GRADINI PORTANTI E TRAVE A GINOCCHIO

11. Criteri di analisi e di verifica

Sistema di gestione. Criteri di acquisto e di controllo dell acciaio per opere. in carpenteria metallica pagina 1 di 7

dott. LUIGI A. CANALE I N G E G N E R E Schio (Vi) - via Veneto n. 2/c tel fax canale@ordine.ingegneri.vi.

La nuova UNI EN

Modelli di dimensionamento

RELAZIONE STRUTTURALE

CENTRO DI TRASFORMAZIONE

FORMULE UTILIZZATE NEI CALCOLI

1 PREMESSE E SCOPI DESCRIZIONE DEI SUPPORTI SOTTOPOSTI A PROVA PROGRAMMA DELLE PROVE SPERIMENTALI... 5

Lezione. Tecnica delle Costruzioni

SCHEMA. Mandato CEN M/120 Prodotti metallici per impieghi strutturali e loro accessori.

Marcatura CE. Controllo di produzione in fabbrica - FPC. Segnaletica stradale. Caratteristiche energetiche prodotti per edilizia

Dissesti statici nel consolidamento delle opere d'arte danneggiate. Giorgio Monti Università La Sapienza di Roma

REQUISITI PROCESSO DI SALDATURA di cui al par delle NTC2008

RELAZIONE QUALITA E DOSATURA DEI MATERIALI

Parere d idoneità tecnica

BASATI SULLA GERARCHIA DELLE RESISTENZE. Footer Text

SOLETTA SU LAMIERA GRECATA

Riferimenti Lucio Amato Direzione Tecnica Alessandro Sorrentino Luciano Ardito. Clienti Ingegneri, architetti, geometri, CTU

DESCRIZIONE GENERALE DELLE OPERAZIONI DA ESEGUIRE IN CASO DI CONSOLIDAMENTO STATICO DEL SOLAIO.

Progettazione dei ferri di ripresa di getto post-installati

Edifici in c.a. esistenti Metodi di adeguamento tradizionali

CALCESTRUZZO: PRESCRIZIONI, D.L., FPC E CONTROLLO STATISTICO

Lezione. Progetto di Strutture

Horae. Horae Software per la Progettazione Architettonica e Strutturale

SOMMARIO 1. VERIFICA DELLA PASSERELLA DI ACCESSO AL TEATRO - DESCRIZIONE DELL OPERA - NORMATIVA DI RIFERIMENTO - MATERIALI ADOTTATI

Dimensionamento delle strutture

VILLA BORROMEO Sarmeola di Rubano Padova 25 novembre Relatore: Ing. Carlo Calisse

GENERALITÀ La presente relazione sulle fondazioni riguarda il progetto Riqualificazione della scuola media C. Colombo in Taranto.

Manuale ANCORAGGIO STRUTTURALE PALO INCLINATO Ø80 ZINCATO/INOX ART /68051

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE

Day training Prodotti siderurgici: - elenco norme armonizzate - marcatura CE - CPD e requisiti NTC - trasporto acque in collaborazione con

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

PARTICOLARI COSTRUTTIVI MURATURA ARMATA POROTON

Comune di BRESCIA PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE DI UN FABBRICATO ESISTENTE

Corsi di Laurea in Ingegneria Edile ed Edile-Architettura. Costruzioni in Zona Sismica. Parte 7.

per i tuoi acquisti di libri, banche dati, riviste e software specializzati

Prima esercitazione progettuale Progetto di un solaio laterocementizio

VERIFICA OPERE IN C.A. CORPO "A"

MANUALE D USO E MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE

- attraverso la qualificazione del Servizio Tecnico Centrale, con la procedura indicata nelle NTC stesse.

ARGOMENTI DI TECNICA DELLE COSTRUZIONI INDICE

2.2. Il modello di denuncia e la documentazione

Indice Capitolo 1 I leganti e il loro impiego nel settore delle costruzioni Capitolo 2 Il cemento Portland, le aggiunte minerali e i cementi comuni

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTA DI INGEGNERIA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE PROVE SPERIMENTALI SU PIGNATTE IN PSE RELAZIONE

Qualificazione, Identificazione, Accettazione Ing. Massimo Pugliese e Ing. Fabio Pes - TUV Italia

Il fissaggio mediante ancoranti chimici o meccanici

LAVORI DI ADEGUAMENTO NORMATIVO E DI EFFICIENZA ENERGETICA PROGETTO ESECUTIVO. Sez III Art. 33 DPR 5 Ottobre 2010 N. 207 e s.m.i.

SETTI O PARETI IN C.A.

I metodi di calcolo previsti dalle NTC 08 Parte 1

PIANO DI MANUTENZIONE TENSOSTRUTTURA IN COMUNE DI FERNO PARCO DI FERNO

TECNOLAB srl FOGLIO INFORMATIVO 1 pag. 1/6

CALCOLO DELLE UNIONI BULLONATE: VERIFICHE SECONDO IL METODO DELLE TENSIONI

LEZIONI N 9, 10, 11 E 12 COSTRUZIONI DI ACCIAIO: IPOTESI DI BASE E METODI DI VERIFICA

ISTRUZIONE OPERATIVA:

CORSO DI RECUPERO E CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI A.A CONSOLIDAMENTO DI SOLAI LIGNEI

Analisi e consolidamento di colonne e pilastri in muratura

SOLAIO A LASTRE TRALICCIATE

C10. REDAZIONE DEI PROGETTI STRUTTURALI ESECUTIVI E DELLE RELAZIONI DI CALCOLO

Gli edifici in c.a. Prof. Ing. Aurelio Ghersi Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università di Catania

PROFESSIONAL SERVICES

Transcript:

Master in: Innovazione nella Progettazione, Riabilitazione e Controllo delle Strutture in Cemento Armato Via Vito Volterra, 62 00146 Roma Tel. 06 55173444, Fax 06 55173441 DOCUMENTO DI STUDIO Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici Servizio Tecnico Centrale ****** NORME TECNICHE PER IL CALCOLO, L ESECUZIONE ED IL COLLAUDO DELLE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO ORDINARIO E PRECOMPRESSO E DELLE STRUTTURE METALLICHE Approvate dall Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei lavori pubblici nell adunanza dell 11 aprile 2003, con voto n.288/02 Revisionate dal Servizio Tecnico Centrale in data 17/6/2003 ******

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO Norme tecniche per la progettazione, l esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato ordinario e precompresso e delle strutture metalliche IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI Vista la legge 5 febbraio 1971, n.1086, recante norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica; Visto il decreto ministero dei lavori pubblici 9 gennaio 1996; Visto il decreto ministero dei lavori pubblici 14 febbraio 1992; Considerato che, ai sensi dell art.21 della citata legge 5 novembre 1971 n.1086, occorre apportare modifiche alle norme tecniche alle quali devono uniformarsi le costruzioni di cui alla legge medesima; Visto il testo delle norme tecniche predisposto a cura del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei lavori pubblici; Sentito il Consiglio Nazionale delle Ricerche; Sentito il Consiglio Superiore dei lavori pubblici, che si è espresso favorevolmente con il Parere n.288/02 emesso dall Assemblea generale in data 11 aprile 2003; Espletata la procedura di cui alla legge 21 giugno 1986 n.317, emanata in ottemperanza alla Direttiva CEE n.83/189; Decreta: Art.1 Sono approvate le allegate Norme tecniche per la progettazione,l esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato ordinario e precompresso e delle strutture metalliche di cui alla legge 5 novembre 1971, n.1086, ad integrale sostituzione di quelle di cui ai precedenti decreti 14 febbraio 1992 e 9 gennaio 1996; E consentita l applicazione delle norme europee sperimentali Eurocodice 2 Progettazione delle strutture in calcestruzzo, parte 1-1, regole generali e regole per gli edifici ed Eurocodice 3 Progettazione delle strutture in acciaio, parte 1-1, regole generale e regole per gli edifici nelle Pag. 1

rispettive versioni in lingua italiana, pubblicate a cura dell UNI (UNI ENV 1992-1-1, ratificata in data gennaio 1993 ed UNI ENV 1993-1-1, ratificata in data giugno 1994), come modificate ed integrate rispettivamente dalle prescrizioni di cui alla Parte II, Sezione III ed alla Parte III, Sezione III, delle norme tecniche di cui al comma 1. Art.2 L adozione da parte del progettista, e sotto sua responsabilità, di uno dei sistemi normativi indicati rispettivamente ai punti 1, 2 e 3 della Parte generale, paragrafo pg2, delle norme tecniche di cui all art.1, ne comporta l applicazione unitaria ed integrale all intero organismo strutturale. L inosservanza delle norme di cui all art.1 è sanzionata ai sensi della legge 5 novembre 1971, n.1086. Art.3 Le norme tecniche di cui all art.1 devono essere osservate per tutte le opere, se e per quanto, per la specifica categoria di opere, non viga diversa regolamentazione. Art.4 Le norme tecniche di cui all art.1 entreranno in vigore sei mesi dopo la pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Art.5 In via transitoria continuano ad applicarsi le norme di cui al precedente decreto 9 gennaio 1996 e, limitatamente a quanto dalle stesse norme demandato, al decreto 14 febbraio 1992, per le opere in corso e per le quali sia stata già presentata la denuncia prevista all art.4 della legge 5 novembre 1971, n.1086, nonché per le opere di cui all ultimo comma dello stesso art.4 per le quali sia stato pubblicato il bando di gara per l appalto, ovvero sia intervenuta la stipula del contratto di appalto a trattativa privata. Roma, Il Ministro: LUNARDI Pag. 2

PARTE GENERALE Norme tecniche per il calcolo, l esecuzione ed il collaudo delle strutture in SOMMARIO pg-1. Premessa pg-2. Modalità operative pg-3. Prescrizioni comuni a tutti i metodi di verifica pg-4. Norme di riferimento pg-5. Collaudo statico pg-5.1. Prescrizioni generali pg-5.2. Prove di carico pg-6. Modalità di presentazione dei progetti redatti con calcolo automatico PARTE I: MATERIALI E PRODOTTI - CARATTERISTICHE E PROCEDURE DI QUALIFICAZIONE E CONTROLLO - Generalità - Simbologia per strutture in cemento armato ordinario e precompresso - Simbologia per strutture metalliche pi-1. Calcestruzzo pi-1.1. Specifiche per il calcestruzzo pi-1.1.1. Leganti pi-1.1.2. Inerti pi-1.1.3. Acqua pi-1.1.4. Aggiunte pi-1.1.5. Additivi pi-1.2. Caratteristiche del calcestruzzo pi-1.2.1. Resistenza a compressione pi-1.2.2. Resistenza a trazione pi-1.2.3. Modulo elastico pi-1.2.4. Coefficiente di Poisson pi-1.2.5. Coefficiente di dilatazione termica pi-1.2.6. Ritiro pi-1.2.7. Viscosità pi-1.3. Durabilità pi-2. Acciaio pi-2.1. Prescrizioni comuni a tutte le tipologie di acciaio pi-2.1.1. Controlli di produzione in fabbrica e procedure di qualificazione pi-2.1.2. Identificazione dei prodotti qualificati pi-2.1.3. Documentazione di accompagnamento delle forniture pi-2.1.4. Prove di qualificazione e verifiche periodiche della qualità pi-2.1.5. Conformità statistica dei risultati pi-2.2. Acciaio per cemento armato ordinario pi-2.2.1. Accertamento delle proprietà meccaniche pi-2.2.2. Caratteristiche dimensionali pi-2.2.2.1. Acciaio in barre e rotoli pi-2.2.2.2. Reti e tralicci elettrosaldati pi-2.2.3. Centri di trasformazione pi-2.2.4. Saldature Pag. 3

pi-2.2.5. Tolleranze dimensionali pi-2.2.6. Acciai resistenti alla corrosione pi-2.2.6.1. Acciai inossidabili pi-2.2.6.2. Acciai zincati pi-2.2.6.3. Acciai rivestiti pi-2.3. Acciaio per cemento armato precompresso pi-2.3.1. Generalità pi-2.3.2. Caratteristiche dimensionali pi-2.3.3. Caratteristiche chimiche, meccaniche e dimensionali pi-2.3.4. Controlli in stabilimento ed in cantiere pi-2.3.5. Cadute di tensione per rilassamento pi-2.4. Acciai per strutture metalliche pi-2.4.1. Generalità pi-2.4.2. Acciaio laminato pi-2.4.2.1. Caratteristiche meccaniche pi-2.4.2.1.1. Profilati, barre, larghi, piatti, lamiere e nastri. pi-2.4.2.1.2. Profilati cavi pi-2.4.2.1.3. Lamiere e nastri con spessore inferiore a 3 mm. pi-2.4.2.2. Controlli sui prodotti laminati pi-2.4.2.3. Fornitura dei prodotti laminati pi-2.4.3. Acciaio per getti pi-2.4.4. Acciaio per strutture saldate pi-2.4.4.1. Composizione chimica e grado di disossidazione degli acciai pi-2.4.4.2. Fragilità alle basse temperature pi-2.4.5. Saldature pi-2.4.5.1. Procedimenti di saldatura pi-2.4.5.2. Prove preliminari di qualifica dei procedimenti di saldatura pi-2.4.5.3. Classi delle saldature pi-2.4.5.3.1. Giunti testa a testa, a croce o a T, a completa penetrazione pi-2.4.5.3.2. Giunti testa a testa, a croce o a T, a parziale penetrazione pi-2.4.5.3.3. Giunti con cordone d angolo pi-2.4.6. Bulloni e chiodi pi-2.4.6.1. Bulloni pi-2.4.6.2. Bulloni per giunzioni ad attrito pi-2.4.6.3. Chiodi pi-2.4.7. Acciai inossidabili pi-3. Materiali diversi dall acciaio con funzione di armatura di strutture in cemento armato pi-4. Manufatti prefabbricati prodotti in serie pi-5. Sistemi di precompressione a cavi post-tesi pi-5.1. Definizioni pi-5.2. Procedura di qualificazione Pag. 4

PARTE II: STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO ORDINARIO E PRECOMPRESSO - NORME DI CALCOLO E REGOLE PRATICHE DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE - Generalità PARTE II - SEZIONE I: METODO DI VERIFICA ALLE TENSIONI AMMISSIBILI pii-si-1. Norme di calcolo pii-si-1.1. Cemento armato ordinario pii-si-1.1.1. Tensioni normali di compressione ammissibili nel calcestruzzo pii-si-1.1.2. Tensioni tangenziali ammissibili nel calcestruzzo pii-si-1.1.3. Tensioni ammissibili negli acciai pii-si-1.1.4. Fenomeni di fatica pii-si-1.1.5. Deformazioni pii-si-1.1.6. Pilastri pii-si-1.1.6.1. Pilastri cerchiati pii-si-1.1.6.2. Instabilità flessionale dei pilastri pii-si-1.1.6.2.1. Carico centrato pii-si-1.1.6.2.2. Carico eccentrico pii-si-1.2. Cemento armato precompresso pii-si-1.2.1. Generalità pii-si-1.2.2. Effetti dell attrito pii-si-1.2.3. Interdipendenza fra ritiro, viscosità e rilassamento pii-si-1.2.4. Ritaratura pii-si-1.2.5. Tensioni normali ammissibili nel calcestruzzo pii-si-1.2.5.1. Tensioni di esercizio pii-si-1.2.5.2. Tensioni iniziali pii-si-1.2.6. Verifiche a taglio e tensioni ammissibili pii-si-1.2.6.1. Tensioni principali pii-si-1.2.6.2. Travi a conci pii-si-1.2.7. Deformazioni lente pii-si-1.2.7.1. Ritiro pii-si-1.2.7.2. Viscosità pii-si-1.2.8. Tensioni ammissibili per gli acciai da precompresso pii-si-1.2.8.1. Tensioni ammissibili pii-si-1.2.8.2. Tensioni nell acciaio pre-teso dovute ai sovraccarichi pii-si-1.2.9. Calcolo delle armature a taglio pii-si-1.2.10. Verifica della fessurazione per flessione pii-si-1.2.11. Verifica a rottura delle sezioni per tensioni normali pii-si-1.2.11.1. Acciai pii-si-1.2.11.2. Calcestruzzo pii-si-1.3. Verifiche mediante prove su strutture campione e su modelli pii-si-1.3.1. Prove su strutture o elementi campione pii-si-1.3.2. Prove su modelli pii-si-2. Regole pratiche di progettazione pii-si-2.1. Peso proprio del calcestruzzo pii-si-2.2. Regole specifiche per strutture in cemento armato ordinario pii-si-2.2.1. Armatura longitudinale pii-si-2.2.2. Staffe pii-si-2.2.3. Ancoraggio delle barre Pag. 5

pii-si-2.2.4. Pilastri pii-si-2.2.5. Setti e pareti pii-si-2.2.6. Armature di ripartizione delle solette pii-si-2.3. Regole specifiche per strutture in cemento armato precompresso pii-si-2.3.1. Armatura longitudinale ordinaria pii-si-2.3.2. Staffe pii-si-2.4. Nervature con soletta collaborante pii-si-3. Regole pratiche di esecuzione pii-si-3.1. Regole specifiche per strutture in cemento armato ordinario pii-si-3.1.1. Impasti pii-si-3.1.2. Giunzioni pii-si-3.1.3. Barre piegate pii-si-3.1.4. Copriferro ed interferro pii-si-3.1.5. Disarmo pii-si-3.2. Regole specifiche per strutture in cemento armato precompresso pii-si-3.2.1. Spessore di ricoprimento delle armature di precompressione pii-si-3.2.2. Testate di ancoraggio dell armatura di precompressione pii-si-3.2.3. Posa delle barre, dei cavi e loro messa in opera pii-si-3.2.3.1. Operazioni di tiro pii-si-3.2.3.2. Protezioni dei cavi ed iniezioni pii-si-3.2.3.2.1. Caratteristiche della malta pii-si-3.2.3.2.2. Operazioni di iniezione pii-si-3.2.3.2.3. Condotti pii-si-3.2.3.2.4. Iniezioni pii-si-4. Norme complementari relative ai solai pii-si-4.1. Generalità e classificazione dei solai pii-si-4.2. Norme complementari relative ai solai misti di cemento armato ordinario o precompresso e blocchi forati in laterizio pii-si-4.2.1. Classificazione pii-si-4.2.2. Prescrizioni generali pii-si-4.2.3. Requisiti di accettazione, prove e controlli pii-si-4.2.3.1. Spessore delle pareti e dei setti pii-si-4.2.3.2. Caratteristiche fisico-meccaniche pii-si-4.2.3.3. Integrità dei blocchi pii-si-4.2.3.4. Controlli di qualità dei blocchi in laterizio pii-si-4.2.4. Progettazione pii-si-4.2.4.1. Verifiche pii-si-4.2.4.2. Spessore minimo dei solai pii-si-4.2.4.3. Modulo elastico di calcolo pii-si-4.2.4.4. Spessore minimo della soletta pii-si-4.2.4.5. Larghezza ed interasse delle nervature pii-si-4.2.4.6. Armatura trasversale pii-si-4.2.4.7. Armatura longitudinale pii-si-4.2.4.8. Armatura per il taglio pii-si-4.2.5. Esecuzione pii-si-4.2.5.1. Protezione delle armature pii-si-4.2.5.2. Bagnatura degli elementi pii-si-4.2.5.3. Caratteristiche degli impasti per elementi prefabbricati pii-si-4.2.5.4. Blocchi pii-si-4.2.5.5. Allineamenti e forzature pii-si-4.2.5.6. Calcestruzzo per i getti in opera Pag. 6

pii-si-4.2.5.7. Modalità di getto pii-si-4.2.5.8. Solidarizzazione tra intonaci e superfici di intradosso pii-si-4.2.6. Disposizioni aggiuntive per i travetti di solaio precompressi prefabbricati per la realizzazione di solai con blocchi in laterizio pii-si-4.2.6.1. Elementi con armatura pre-tesa pii-si-4.2.6.2. Getti in opera pii-si-4.3. Norme complementari relative ai solai misti di cemento armato ordinario o precompresso e blocchi diversi dal laterizio. pii-si-4.3.1. Classificazione e prescrizioni generali pii-si-4.3.2. Blocchi collaboranti pii-si-4.3.3. Blocchi non collaboranti pii-si-4.3.4. Resistenza al punzonamento pii-si-4.3.5. Verifiche di rispondenza pii-si-4.3.6. Spessori minimi pii-si-4.4. Norme complementari relative ai solai realizzati con l associazioni di elementi in cemento armato ordinario o precompresso prefabbricati con unioni e/o getti di completamento pii-si-4.4.1. Solidarizzazione tra gli elementi di solaio pii-si-4.4.2. Altezza minima del solaio pii-si-4.4.3. Solai alveolari pii-si-4.4.4. Solai con getti di completamento PARTE II - SEZIONE II: METODO DI VERIFICA AGLI STATI LIMITE pii-sii-1. Norme di calcolo pii-sii-1.1. Generalità pii-sii-1.2. Resistenze di calcolo pii-sii-1.3. Calcolo delle sollecitazioni pii-sii-1.3.1. Calcolo non lineare pii-sii-1.3.2. Calcolo elastico lineare senza ridistribuzioni pii-sii-1.3.3. Calcolo elastico lineare con ridistribuzioni pii-sii-1.3.4. Calcolo elasto-plastico o rigido plastico pii-sii-1.4. Verifiche allo stato limite ultimo pii-sii-1.4.1. Verifiche allo stato limite ultimo per sollecitazioni che provocano tensioni normali (sforzo normale, flessione semplice e composta) pii-sii-1.4.1.1. Inpotesi di base pii-sii-1.4.1.2. Sicurezza pii-sii-1.4.1.3. Diagrammi di calcolo tensioni-deformazioni del calcestruzzo pii-sii-1.4.1.4. Diagrammi di calcolo tensioni-deformazioni dell acciaio pii-sii-1.4.1.5. Cerchiature pii-sii-1.4.1.6. Armature di precompressione non aderenti pii-sii-1.4.2. Verifiche allo stato limite ultimo per sollecitazioni taglianti pii-sii-1.4.2.1. Premessa pii-sii-1.4.2.2. Elementi senza armatura a taglio pii-sii-1.4.2.2.1. Verifica del calcestruzzo pii-sii-1.4.2.2.2. Verifica dell armatura longitudinale pii-sii-1.4.2.3. Elementi con armature trasversali resistenti al taglio pii-sii-1.4.2.3.1. Verifica del calcestruzzo pii-sii-1.4.2.3.2. Verifica dell armatura trasversale d anima pii-sii-1.4.2.3.3. Verifica dell armatura longitudinale pii-sii-1.4.2.4. Casi particolari Pag. 7

pii-sii-1.4.2.4.1. Componenti trasversali pii-sii-1.4.2.4.2. Carichi in prossimità degli appoggi pii-sii-1.4.2.4.3. Carichi appesi o indiretti pii-sii-1.4.2.5. Verifica al punzonamento di lastre soggette ai carichi concentrati pii-sii-1.4.3. Verifiche allo stato limite ultimo per sollecitazioni torcenti pii-sii-1.4.3.1. Premessa pii-sii-1.4.3.2. Verifica della resistenza pii-sii-1.4.4. Elementi snelli pii-sii-1.4.4.1. Generalità pii-sii-1.4.4.2. Limiti di snellezza pii-sii-1.4.4.3. Azioni pii-sii-1.4.4.4. Incertezze geometriche pii-sii-1.4.4.5. Deformazioni viscose pii-sii-1.4.4.6. Verifica delle strutture complesse pii-sii-1.4.4.7. Telai a nodi fissi pii-sii-1.4.4.8. Colonne singole pii-sii-1.4.4.8.1. Espressione approssimata della freccia pii-sii-1.4.4.8.2. Procedimento della colonna modello pii-sii-1.4.4.8.3. Metodo diretto dello stato di equilibrio pii-sii-1.5. Verifiche allo stato limite di esercizio pii-sii-1.5.1. Stato limite di fessurazione pii-sii-1.5.1.1. Finalità pii-sii-1.5.1.2. Definizione degli stati limite di fessurazione pii-sii-1.5.1.3. Combinazione di azioni pii-sii-1.5.1.4. Condizioni ambientali pii-sii-1.5.1.5. Sensibilità delle armature alla corrosione pii-sii-1.5.1.6. Scelta degli stati limite di fessurazione pii-sii-1.5.1.7. Verifica allo stato limite di fessurazione pii-sii-1.5.1.7.1. Verifiche allo stato limite per sollecitazioni che provocano tensioni normali II-II-1.5.1.7.1.1. Stato limite di decompressione II-II-1.5.1.7.1.2. Stato limite di formazione delle fessure pii-sii-1.5.2. Stato limite delle tensioni di esercizio pii-sii-1.5.2.1. Metodi per il calcolo delle tensioni pii-sii-1.5.2.2. Fenomeni di fatica: verifica delle armature pii-sii-1.5.3. Stato limite di deformazione pii-sii-1.5.3.1. Generalità pii-sii-1.5.3.2. Calcolo delle deformazioni pii-sii-1.5.3.3. Rapporti di snellezza limite pii-sii-1.5.4. Norme specifiche di calcolo per il cemento armato precompresso pii-sii-1.5.4.1. Generalità pii-sii-1.5.4.2. Effetti dell attrito pii-sii-1.5.4.3. Interdipendenza fra ritiro, viscosità e rilassamento pii-sii-1.5.4.4. Ritaratura pii-sii-1.5.4.5. Tensioni di esercizio nel calcestruzzo pii-sii-1.5.4.6. Tensioni di iniziali nel calcestruzzo pii-sii-1.5.4.7. Travi a conci pii-sii-1.5.4.8. Deformazioni lente pii-sii-1.5.4.8.1. Ritiro pii-sii-1.5.4.8.2. Viscosità pii-sii-1.5.4.9. Tensioni limite per gli acciai da precompresso Pag. 8

pii-sii-1.5.4.10. Tensioni nell acciaio pre-teso dovute ai sovraccarichi pii-sii-1.5.5. Verifiche mediante prove su strutture campione e su modelli pii-sii-2. Regole pratiche di progettazione pii-sii-2.1. Peso proprio del calcestruzzo pii-sii-2.2. Regole specifiche per strutture in cemento armato ordinario pii-sii-2.2.1. Armatura longitudinale pii-sii-2.2.2. Staffe pii-sii-2.2.3. Ancoraggio delle barre pii-sii-2.2.4. Pilastri pii-sii-2.2.5. Setti e pareti pii-sii-2.2.6. Armature di ripartizione delle solette pii-sii-2.3. Regole specifiche per strutture in cemento armato precompresso pii-sii-2.4. Nervature con soletta collaborante pii-sii-3. Regole pratiche di esecuzione pii-sii-4. Norme complementari relative ai solai pii-sii-4.1. Generalità e classificazione dei solai pii-sii-4.2. Norme complementari relative ai solai misti di cemento armato ordinario o precompresso e blocchi forati in laterizio pii-sii-4.2.1. Verifiche pii-sii-4.2.2. Criteri di calcolo pii-sii-4.3. Norme complementari relative ai solai misti di c.a. e c.a.p. e blocchi diversi dal laterizio. pii-sii-4.4. Norme complementari relative ai solai realizzati con l associazioni di elementi in cemento armato ordinario o precompresso prefabbricati con unioni e/o getti di completamento PARTE II - SEZIONE III: METODO DI VERIFICA SECONDO GLI EUROCODICI - PRESCRIZIONI SPECIFICHE SU SINGOLI PUNTI DELLA NORMA UNI ENV 1992-1-1 PARTE III: STRUTTURE IN ACCIAIO - NORME DI CALCOLO E REGOLE PRATICHE DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE PARTE III - SEZIONE I: METODO DI VERIFICA ALLE TENSIONI AMMISSIBILI piii-si-1. Norme di calcolo piii-si-1.1. Generalità piii-si-1.1.1. Azioni di calcolo piii-si-1.1.2. Resistenza di calcolo piii-si-1.1.3. Verifiche piii-si-1.2. Materiale base piii-si-1.2.1. Stati monoassiali piii-si-1.2.1.1. Tensioni ammissibili a trazione o compressione per acciaio laminato piii-si-1.2.1.2. Tensioni ammissibili a trazione o compressione per pezzi di acciaio fuso piii-si-1.2.2. Stati pluriassiali piii-si-1.2.3. Costanti elastiche piii-si-1.3. Unioni con bulloni piii-si-1.4. Unioni a taglio con chiodi piii-si-1.5. Unioni ad attrito con bulloni piii-si-1.6. Unioni saldate piii-si-1.6.1. Giunti testa a testa od a T a completa penetrazione Pag. 9

piii-si-1.6.2. Giunti a cordone d angolo piii-si-1.6.3. Giunti testa a testa od a T a parziale penetrazione piii-si-1.7. Unioni per contatto piii-si-1.8. Apparecchi di appoggio fissi o scorrevoli piii-si-1.9. Indebolimento delle sezioni piii-si-1.9.1. Unioni a taglio con chiodi o bulloni piii-si-1.9.2. Unioni ad attrito piii-si-1.9.3. Verifica dei profilati particolari piii-si-1.10. Norme particolari per elementi inflessi piii-si-1.11. Fenomeni di fatica piii-si-1.12. Verifica di stabilità piii-si-1.12.1. Generalità piii-si-1.12.2. Aste compresse piii-si-1.12.2.1. Coefficienti di vincolo piii-si-1.12.2.2. Aste di strutture reticolari piii-si-1.12.2.3. Colonne piii-si-1.12.2.4. Snellezza piii-si-1.12.2.5. Verifica piii-si-1.12.2.6. Coefficiente di maggiorazione della forza assiale piii-si-1.12.2.7. Rapporti di larghezza-spessore degli elementi in parete sottile delle aste compresse piii-si-1.12.3. Travi inflesse a parete piena piii-si-1.12.3.1. Stabilità all imbozzamento delle parti compresse di travi inflesse piii-si-1.12.3.2. Stabilità laterale delle travi inflesse (sicurezza allo svergolamento) piii-si-1.12.4. Aste pressoinflesse piii-si-1.12.5. Archi piii-si-1.12.6. Telai piii-si-1.12.6.1. Telai a nodi fissi piii-si-1.12.6.2. Telai a nodi spostabili piii-si-1.12.7. Stabilità dell anima di elementi strutturali a parete piena piii-si-1.12.7.1. Verifica all imbozzamento piii-si-1.12.7.2. Controllo degli irrigidimenti piii-si-1.13. Verifiche mediante prove su strutture campione e su modelli piii-si-1.13.1. Prove su strutture o elementi campione piii-si-1.13.2. Prove su modelli piii-si-2. Regole pratiche di progettazione ed esecuzione piii-si-2.1. Composizione degli elementi strutturali piii-si-2.1.1. Spessori limite piii-si-2.1.2. Impiego dei ferri piatti piii-si-2.1.3. Variazioni di sezione piii-si-2.1.4. Giunti di tipo misto piii-si-2.2. Unioni chiodate piii-si-2.2.1. Chiodi e fori normali piii-si-2.2.2. Diametri normali piii-si-2.2.3. Scelta dei chiodi in relazione agli spessori da unire piii-si-2.2.4. Interasse dei chiodi e distanza dai margini piii-si-2.3. Unioni con bulloni normali piii-si-2.3.1. Bulloni piii-si-2.3.2. Diametri normali piii-si-2.3.3. Interasse dei bulloni e distanza dai margini piii-si-2.4. Unioni ad attrito Pag. 10

piii-si-2.4.1. Bulloni piii-si-2.4.2. Diametri normali piii-si-2.4.3. Interasse dei bulloni e distanza dai margini piii-si-2.5. Unioni saldate piii-si-2.6. Travia a parete piena e reticolari piii-si-2.6.1. Travi chiodate piii-si-2.6.2. Travi saldate piii-si-2.6.3. Nervature dell anima piii-si-2.6.4. Travi reticolari piii-si-2.7. Piastre o apparecchi di appoggio piii-si-2.7.1. Basi di colonne piii-si-2.7.2. Apparecchi di appoggio metallici (fissi o scorrevoli) piii-si-2.7.3. Apparecchi di appoggio di gomma o PTF piii-si-2.8. Lavorazioni piii-si-2.9. Modalità esecutive per le unioni piii-si-2.9.1. Unioni chiodate piii-si-2.9.2. Unioni ad attrito piii-si-2.9.3. Unioni saldate piii-si-2.9.4. Unioni per contatto piii-si-2.9.5. Prescrizioni particolari piii-si-2.10. Verniciatura e zincatura piii-si-2.11. Appoggio delle piastre di base PARTE III - SEZIONE II: METODO DI VERIFICA AGLI STATI LIMITE piii-sii-1. Norme di calcolo piii-sii-1.1. Generalità piii-sii-1.1.1. Azioni di calcolo piii-sii-1.1.2. Resistenza di calcolo piii-sii-1.1.3. Stati limite ultimi piii-sii-1.1.3.1. Stato limite elastico della sezione piii-sii-1.1.3.2. Stato limite di collasso plastico della struttura piii-sii-1.1.4. Stati limite di esercizio piii-sii-1.2. Materiale base piii-sii-1.2.1. Stati monoassiali piii-sii-1.2.1.1. Resistenza di calcolo a trazione o compressione per acciaio laminato piii-sii-1.2.1.2. Resistenza di calcolo a trazione o compressione per pezzi di acciaio fuso piii-sii-1.2.2. Stati pluriassiali piii-sii-1.2.3. Costanti elastiche piii-sii-1.3. Unioni con bulloni piii-sii-1.4. Unioni a taglio con chiodi piii-sii-1.5. Unioni ad attrito con bulloni piii-sii-1.6. Unioni saldate piii-sii-1.7. Unioni per contatto piii-sii-1.8. Apparecchi di appoggio fissi o scorrevoli piii-sii-1.9. Indebolimento delle sezioni piii-sii-1.10. Norme particolari per elementi inflessi piii-sii-1.11. Fenomeni di fatica piii-sii-1.12. Verifica di stabilità Pag. 11

piii-sii-1.12.1. Generalità piii-sii-1.12.2. Aste compresse piii-sii-1.12.2.1. Coefficienti di vincolo piii-sii-1.12.2.2. Aste di strutture reticolari piii-sii-1.12.2.3. Colonne piii-sii-1.12.2.4. Snellezza piii-sii-1.12.2.5. Verifica piii-sii-1.12.2.6. Coefficiente di maggiorazione della forza assiale piii-sii-1.12.2.7. Rapporti di larghezza-spessore degli elementi in parete sottile delle aste compresse piii-sii-1.12.3. Travi inflesse a parete piena piii-sii-1.12.3.1. Stabilità all imbozzamento delle parti compresse di travi inflesse piii-sii-1.12.3.2. Stabilità laterale delle travi inflesse (sicurezza allo svergolamento) piii-sii-1.12.4. Aste pressoinflesse piii-sii-1.12.5. Archi piii-sii-1.12.6. Telai piii-sii-1.12.6.1. Telai a nodi fissi piii-sii-1.12.6.2. Telai a nodi spostabili piii-sii-1.12.7. Stabilità dell anima di elementi strutturali a parete piena piii-sii-1.12.7.1. Verifica all imbozzamento piii-sii-1.12.7.2. Controllo degli irrigidimenti piii-sii-1.13. Verifiche mediante prove su strutture campione e su modelli piii-sii-2. Regole pratiche di progettazione ed esecuzione PARTE III - SEZIONE III: METODO DI VERIFICA SECONDO GLI EUROCODICI - PRESCRIZIONI SPECIFICHE SU SINGOLI PUNTI DELLA NORMA UNI ENV 1993-1-1 PARTE IV: STRUTTURE MISTE ACCIAIO-CALCESTRUZZO - NORME DI CALCOLO E REGOLE PRATICHE DI PROGETTAZIONE ED ESECUZIONE piv-1. Introduzione piv-1.1. Oggetto piv-1.2. Definizioni piv-1.3. Scopo piv-2. Criteri generali piv-2.1. Generalità piv-2.2. Azioni di calcolo piv-2.3. Resistenze di calcolo piv-2.4. Tensioni ammissibili piv-2.5. Analisi globale piv-2.6. Criteri di verifica piv-3. Materiali piv-3.1. Acciaio piv-3.2. Calcestruzzo piv-3.3. Modulo di elasticità e legami costitutivi dei materiali piv-4. Sistemi di connessione piv-4.1. Generalità piv-4.2. Tipologie piv-4.3. Resistenza delle connessioni piv-4.3.1. Connettori a piolo in solette piene piv-4.3.2. Altri tipi di connettori Pag. 12

piv-4.4. Valutazione delle sollecitazioni piv-4.4.1. Generalità piv-4.4.2. Travi nelle quali si utilizza la teoria plastica per valutare la resistenza delle sezioni trasversali piv-4.4.3. Travi nelle quali si utilizza la teoria elastica per valutare la resistenza di una o più sezioni trasversali piv-4.5. Stato limite di servizio piv-4.6. Distribuzione e capacità deformativa dei connettori piv-4.6.1. Distribuzione piv-4.6.2. Capacità deformativa piv-4.7. Dettagli costruttivi nelle connessioni piv-4.8. Armatura trasversale piv-5. Travi con soletta collaborante piv-5.1. Generalità piv-5.2. Definizione della sezione trasversale piv-5.2.1. Larghezza collaborante della soletta piv-5.2.2. Classificazione delle sezioni trasversali in acciaio piv-5.3. Calcolo delle sollecitazioni piv-5.3.1. Analisi elastica piv-5.3.2. Analisi elastica con ridistribuzione dei momenti flettenti piv-5.3.3. Analisi plastica piv-5.4. Resistenza a flessione della sezione piv-5.5. Verifiche di stabilità per la sezione metallica piv-5.6. Verifiche a fatica per la sezione metallica piv-5.7. Verifiche agli stati limite di servizio piv-5.7.1. Calcolo delle sollecitazioni piv-5.7.2. Stato limite di fessurazione piv-5.7.3. Verifiche tensionali piv-5.7.4. Stato limite di deformazione piv-5.8. Modalità esecutive e loro implicazioni progettuali piv-5.8.1. Travi composte con soletta in c.a. gettata su travi metalliche non puntellate piv-5.8.2. Travi composte con soletta in c.a. gettata su travi metalliche puntellate piv-5.8.3. Controllo delle distorsioni impresse piv-5.8.4. Presollecitazione di travi composte iperstatiche piv-5.9. Regole pratiche di progettazione piv-5.9.1. Spessori minimi piv-5.9.2. Rapporti e limitazioni dimensionali piv-5.9.3. Giunzioni trasversali delle travi metalliche piv-5.9.4. Controfrecce di costruzione piv-5.9.5. Posizionamento degli apparecchi di appoggio piv-6. Colonne composte piv-6.1. generalità e tipologie piv-6.2. Campo di applicazione piv-6.3. Verifiche dell elemento piv-6.3.1. Instabilità locale piv-6.3.2. Resistenza allo scorrimento fra i componenti piv-6.3.3. Modalità di trasferimento degli sforzi tra componente di acciaio ed in calcestruzzo piv-6.3.4. Verifica degli elementi piv-6.3.4.1. Resistenza a compressione della sezione trasversale piv-6.3.4.2. Resistenza a compressione dell elemento Pag. 13

piv-6.3.5. Stati limite di servizio piv-6.3.6. Copriferri e minimi di armatura piv-7. Solette composte piv-7.1. Generalità piv-7.2. Tipologie piv-7.3. Analisi delle sollecitazioni piv-7.3.1. Metodi di analisi piv-7.3.2. Larghezza efficace per forze concentrate o lineari piv-7.4. Verifiche di resistenza piv-7.4.1. Meccanismi di collasso piv-7.4.2. Verifiche a flessione piv-7.4.3. verifiche a scorrimento piv-7.4.4. Verifiche a taglio e punzonamento piv-7.5. Verifiche in servizio piv-7.5.1. Verifiche a fessurazione piv-7.5.2. Verifiche di deformazione piv-7.6. Verifiche della lamiera grecata nella fase di getto piv-7.6.1. Verifica di resistenza piv-7.6.2. Verifiche in servizio piv-7.7. Dettagli costruttivi piv-7.7.1. Spessore minimo delle lamiere grecate piv-7.7.2. Spessore della soletta piv-7.7.3. Inerti piv-7.7.4. Appoggi PARTE V: INDICAZIONI RELATIVE ALL IMPIEGO DI STRUTTURE IN MATERIALI METALLICI DIVERSI DALL ACCIAIO ALLEGATO 1: PROCEDURE DI CONTROLLO PER IL CALCESTRUZZO ALLEGATO 2: PRESCRIZIONI RELATIVE AL CALCESTRUZZO CONFEZIONATO CON PROCESSO INDUSTRIALIZZATO ALLEGATO 3: PROCEDURE DI CONTROLLO PER ACCIAI DA CEMENTO ARMATO NORMALE - BARRE E ROTOLI ALLEGATO 4: PROCEDURE DI CONTROLLO PER ACCIAI DA CEMENTO ARMATO NORMALE - RETI E TRALICCI ELETTROSALDATI ALLEGATO 5: PROCEDURA PER LA MISURA DELL ALLUNGAMENTO PERCENTUALE CORRISPONDENTE AL CARICO MASSIMO (Agt) PER ACCIAI DA CEMENTO ARMATO NORMALE IN BARRE ALLEGATO 6: PROCEDURE DI CONTROLLO DELL ADERENZA PER ACCIAI DA CEMENTO ARMATO NORMALE IN BARRE E ROTOLI Pag. 14

ALLEGATO 7: PROCEDURE DI CONTROLLO PER ACCIAI DA CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO ALLEGATO 8: PROCEDURE DI CONTROLLO PER ACCIAI DA CARPENTERIA ALLEGATO 9: PROCEDURE DI CONTROLLO PER SISTEMI DI PRECOMPRESSIONE ALLEGATO 10: PROCEDURE DI CONTROLLO PER I LATERIZI Pag. 15

pg-1. PREMESSA Norme tecniche per il calcolo, l esecuzione ed il collaudo delle strutture in PARTE GENERALE Le presenti norme sono organizzate come segue. Nella Parte I (materiali e prodotti) sono riportate le indicazioni generali sui materiali e prodotti previsti dalle norme, con le relative prescrizioni e, ove previste, le procedure per la qualificazione con specifici rinvii agli Allegati. Nella Parte II (C.a.o./C.a.p.) sono descritti i metodi e le norme di calcolo, nonché le prescrizioni e prestazioni minime per le strutture in cemento armato ordinario e precompresso. Sono, inoltre, riportate le norme complementari relative ai solai ed agli elementi costruttivi in c.a.o. e c.a.p. prodotti con processo industrializzato (manufatti prefabbricati prodotti in serie). Nella Parte III (Acciaio) sono descritti i metodi e le norme di calcolo, nonché prescrizioni e prestazioni minime per le strutture in acciaio. Nella Parte IV (Acciaio-calcestruzzo) sono descritti i metodi e le norme di calcolo relative alle strutture miste acciaio-calcestruzzo. Nella Parte V (Altri metalli) sono fornite indicazioni relative alle strutture in materiali metallici diversi dall acciaio Completano le norme una serie di Allegati ove vengono specificate le procedure di qualificazione e controllo dei materiali e prodotti già descritti nella parte I. Si riportano qui di seguito le considerazioni generali e comuni alle diverse parti della norma e, in particolare, alla Parte II, cemento armato ordinario e precompresso e alla Parte III, acciaio. pg-2. MODALITA OPERATIVE Nell'ambito delle presenti norme tecniche, possono essere seguite, in alternativa, tre diverse modalità operative di verifica delle costruzioni: 1. metodo di verifica alle tensioni ammissibili; 2. metodo di verifica agli stati limite; 3. metodo di verifica secondo gli Eurocodici. Per quest ultimo metodo sono riportate le indicazioni per l'uso degli Eurocodici UNI ENV 1992-1-1: Progettazione di strutture in c.a., datato gennaio 1993 (EC2) ed UNI ENV 1993-1-1: Progettazione di strutture in acciaio, datato giugno 1994 (EC3) fornendo altresì specifiche prescrizioni integrative, sostitutive e soppressive delle indicazioni contenute negli Eurocodici stessi. La presente norma costituisce il DAN (Documento di applicazione nazionale), così richiamato nei documenti del CEN (Comitato europeo di normazione). Nella progettazione si possono adottare metodi di verifica e regole di dimensionamento diversi da quelli contenuti nelle presenti norme tecniche, purché fondati su ipotesi teoriche e risultati sperimentali scientificamente comprovati, e purché sia garantita una sicurezza non inferiore a quella qui prescritta. L adozione di tali ulteriori metodi di verifica è autorizzata, caso per caso, dal Servizio Tecnico Centrale, sentito il Consiglio Superiore dei lavori pubblici. Negli elaborati di progetto previsti all'art.4 punto b della legge 1086/1971 deve essere indicato chiaramente il metodo di verifica al quale si è fatto riferimento che va applicato in maniera unitaria ed integrale all organismo strutturale. pg-3. PRESCRIZIONI COMUNI A TUTTI I METODI DI VERIFICA Per tutte le costruzioni disciplinate dal presente decreto valgono le seguenti indicazioni comuni ai diversi metodi di verifica: Pag. 16

a) per le azioni si fa riferimento a quanto indicato nelle norme "Criteri generali per la verifica della sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi" emanate ai sensi dell'art.1 della legge 2 febbraio 1974, n. 64; b) per i materiali ed i prodotti si seguono le indicazioni contenute nella Parte I delle presenti norme e nei relativi Allegati che ne specificano le procedure di qualificazione e controllo, ove previste; c) per il collaudo statico valgono le prescrizioni riportate nel successivo punto pg-5. d) per la presentazione dei progetti redatti con calcolo automatico valgono le prescrizioni riportate nel successivo punto pg-6. pg-4. NORME DI RIFERIMENTO Le norme europee di riferimento citate negli Eurocodici UNI ENV 1992-1-1 ed UNI ENV 1993-1-1 non sono ancora tutte disponibili o lo sono solo, in alcuni casi, in forma di norme sperimentali. Fermo restando l'obbligo di seguire le prescrizioni delle norme sui materiali esplicitamente richiamate nel presente decreto, per le norme citate negli Eurocodici e non ancora disponibili possono adottarsi le norme nazionali pertinenti. pg-5. COLLAUDO STATICO. pg-5.1. Prescrizioni generali. Il collaudo di cui all'art.7 della legge 5 novembre 1971, n. 1086, oltre al controllo del corretto adempimento delle prescrizioni formali di cui agli artt. 4, 6 e 9 della legge medesima, nonché dell art.5 ove il collaudo sia in corso d opera, comprende i seguenti adempimenti tecnici: a) ispezione generale dell'opera nel suo complesso con particolare riguardo a quelle strutture o parti di strutture più significative da confrontare con i disegni esecutivi depositati in cantiere; b) esame dei certificati delle prove sui materiali, articolato: - nell'accertamento del numero dei prelievi effettuati e della sua conformità al presente decreto e a quanto fissato negli Allegati dello stesso; - nel controllo che i risultati elaborati delle prove siano compatibili con i criteri di accettazione fissati nei sopra citati Allegati; c) esame dei certificati relativi alle prove di verifica della qualità degli acciai; d) controllo dei verbali delle eventuali prove di carico fatte eseguire dal direttore dei lavori; e) esame dell'impostazione generale della progettazione strutturale, degli schemi di calcolo e delle azioni considerate; Inoltre, nell'ambito della propria discrezionalità, il collaudatore può richiedere: A) di effettuare quegli accertamenti utili per formarsi il convincimento della sicurezza dell'opera, quali: - prove di carico da eseguirsi secondo le modalità previste nel successivo punto pg-5.2; - saggi diretti sui materiali con prelievi di campioni e controlli dimensionali; - controlli non distruttivi sulle strutture, con particolare riguardo agli elementi compressi, non assoggettabili a prove di carico dirette. B) documentazioni integrative di progetto. pg-5.2. Prove di carico. Le prove di carico, sia quelle di norma che quelle eventualmente ritenute necessarie dal collaudatore per identificare la corrispondenza fra il comportamento della struttura reale e quello prevedibile in base ai calcoli di progetto, devono rispettare le modalità sotto indicate. Pag. 17

Per le strutture in cemento armato ordinario o precompresso le prove di carico non possono avere luogo prima che sia stata raggiunta la resistenza che caratterizza la classe di calcestruzzo prevista e, in mancanza di precisi accertamenti al riguardo, non prima di 28 giorni dalla ultimazione del getto. Il programma delle prove deve essere sottoposto al direttore dei lavori ed al progettista e reso noto al costruttore. Le prove di carico si devono svolgere con le modalità indicate dal collaudatore che se ne assume la piena responsabilità, mentre, per quanto riguarda la loro materiale attuazione, in particolare per gli eventuali puntellamenti precauzionali, è responsabile il direttore dei lavori. I carichi di prova devono essere, di regola, tali da indurre le sollecitazioni massime di esercizio per combinazioni rare. In relazione al tipo della struttura ed alla natura dei carichi le prove devono essere convenientemente protratte nel tempo. L'esito della prova può essere valutato sulla base dei seguenti elementi: - le deformazioni si accrescano all'incirca proporzionalmente ai carichi; - nel corso della prova non si siano prodotte lesioni, deformazioni o dissesti che compromettono la sicurezza o la conservazione dell'opera; - la deformazione elastica risulti non maggiore di quella calcolata; - la deformazione residua dopo la prima applicazione del carico massimo non superi una quota parte di quella totale commisurata ai prevedibili assestamenti iniziali di tipo anelastico della struttura oggetto della prova. Nel caso invece che tale limite venga superato, prove di carico successive accertino che la struttura tenda ad un comportamento elastico. Per le strutture in cemento armato ordinario, si tiene conto di quanto indicato al punto pi-1.2.3. sulla valutazione del modulo elastico, tenendo presente quanto in esso è specificato a proposito della interpretazione dei controlli sperimentali delle strutture e della eventuale presenza di microfessurazioni del calcestruzzo. È facoltà del collaudatore acquisire le eventuali prove di carico fatte eseguire dal direttore dei lavori. pg-6. PRESENTAZIONE DI PROGETTI REDATTI CON CALCOLO AUTOMATICO I progetti predisposti in tutto o in parte con l impiego di codici di calcolo automatico devono seguire le indicazioni sotto riportate: a) devono essere chiaramente riportati tutti gli elementi necessari atti a: - permettere una agevole comprensione degli elaborati numerici proposti; - consentire una eventuale ripetizione indipendente dei calcoli da parte di terzi, sia con lo stesso codice sia con un codice diverso. b) deve essere predisposta una apposita relazione, indipendente dall output del programma utilizzato, contenente: - le informazioni necessarie per l identificazione del codice di calcolo adottato e, se del caso, i dati sulla manutenzione del programma e sulle validazioni eseguite; - l impostazione progettuale con l indicazione delle azioni, delle ipotesi di schematizzazione e di modellazione adottate (strutturali, geometriche e meccaniche), nonché l individuazione della procedura di calcolo seguita; - una presentazione sintetica dei risultati ottenuti, corredata, se del caso, da chiare elaborazioni grafiche, che affianchi l output del computer, evidenziandone i valori principali e rappresentativi. c) deve essere esplicitamente formulato e sottoscritto dal progettista un giudizio critico conclusivo del calcolo proposto, indipendente dall output del programma utilizzato, con una dichiarazione su: Pag. 18

- la compatibilità del codice scelto con il modello adottato per la struttura e la correttezza del suo uso; - la coerenza dei risultati del calcolo automatico con previsioni e valutazioni progettuali sintetiche espressamente eseguite dal progettista sull ordine di grandezza delle sollecitazioni e degli spostamenti; - la natura e l estensione dei controlli effettuati sui dati di input; - le modalità e le caratteristiche dei controlli eseguiti in modo indipendente sui dati di output, per quanto riguarda sia l equilibrio sia gli spostamenti più significativi, adottando sviluppi di calcolo alternativi basati su procedure non automatiche o su elaborazioni mediante codici diversi. d) i disegni di progetto, qualunque sia la modalità di ottenimento degli stessi, devono rappresentare compiutamente e con precisione le strutture, mediante viste, piante, sezioni longitudinali, sezioni trasversali, particolari, sufficienti per evidenziare graficamente tutti i parametri dimensionali che consentano il controllo della correttezza della progettazione e la definizione univoca di ciò che deve essere eseguito. Pag. 19

PARTE I: MATERIALI E PRODOTTI; PRESCRIZIONI, PRESTAZIONI E PROCEDURE DI CONTROLLO E QUALIFICAZIONE GENERALITÀ I materiali ed i prodotti utilizzati nelle costruzioni devono rispondere ai requisiti indicati nelle presenti norme. Possono essere impiegati materiali e prodotti conformi ad una norma armonizzata o ad un benestare tecnico europeo così come definiti nella Direttiva 89/106/CEE, ovvero conformi a specifiche nazionali dei Paesi dell Unione europea o di Paesi aderenti allo Spazio Economico Europeo (SEE), qualora dette specifiche nazionali garantiscano un livello di sicurezza equivalente a quello previsto nelle presenti norme e tale da soddisfare i requisiti essenziali della Direttiva 89/106/CEE. L'equivalenza è accertata dal Servizio Tecnico Centrale - Presidenza del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici. I prodotti provenienti da paesi che non fanno parte dell Unione Europea ovvero non aderenti all Accordo sullo spazio economico europeo (SEE), per essere immessi sul mercato nazionale, devono essere controllati e qualificati secondo le medesime procedure adottate per i prodotti nazionali. Il produttore estero, in questo caso, deve nominare un mandatario residente nel territorio nazionale che cura i rapporti tra il produttore, l organismo di controllo ed il Servizio Tecnico Centrale. Pag. 20

SIMBOLOGIA PER CEMENTO ARMATO ORDINARIO E PRECOMPRESSO Simboli A area E modulo di elasticità longitudinale F azioni in generale (carichi e deformazioni imposte) G azioni permanenti; modulo di elasticità tangenziale I momento di inerzia L limite di fatica M momento flettente N forza normale; numero di piegamenti nella prova di piegamento (per armature di precompressione) P forza di precompressione Q azioni variabili S effetto delle azioni (sollecitazione agente) T momento torcente V forza di taglio b larghezza c spessore (di ricoprimento) d diametro (granulometria); altezza utile e eccentricità f resistenza di un materiale g carico permanente ripartito; accelerazione di gravità h altezza totale di una sezione i raggio di inerzia j numero di giorni l lunghezza di un elemento; allungamento a rottura per acciaio da c.a.p. m momento flettente per unità di lunghezza n Forza normale per unità di lunghezza; coefficiente di omogeneizzazione delle armature; numero q Carico variabile ripartito r Raggio; rilassamento s Scarto quadratico medio t Tempo; momento torcente per unità di lunghezza u Perimetro v Forza di taglio per unità di lunghezza o larghezza w Apertura delle fessure x Altezza dell'asse neutro y Altezza del diagramma rettangolare delle tensioni normali z Braccio delle forze interne γ Coefficiente di sicurezza (γ m per i materiali, γ f per le azioni); peso specifico δ Coefficiente di variazione ε Deformazione θ Deformazione µ Coefficiente di attrito λ Snellezza ρ Rapporto geometrico di armatura σ Tensione normale Pag. 21

τ ϕ ω Σ a b c d e f g i h k l m n p q s r t u w y Norme tecniche per il calcolo, l esecuzione ed il collaudo delle strutture in Tensione tangenziale Coefficiente di deformazione viscosa Coefficiente di amplificazione dei carichi nel carico di punta; rapporto meccanico di armatura Diametro di una barra o di un cavo Sommatoria Indici acciaio aderenza calcestruzzo valore di calcolo limite di elasticità di un materiale; effettivo; efficace forze ed altre azioni; carico permanente iniziale orizzontale valore caratteristico longitudinale valore medio; materiale; momento flettente sforzo normale precompressione carico variabile ritiro rilassamento; fessurazione trazione; torsione ultimo (stato limite) anima snervamento Simboli speciali come indice di un simbolo = valore asintotico Simboli frequenti f c R c R cm f cm R ck f ck f cd f ct f ctk f ctd Calcestruzzo resistenza cilindrica a compressione resistenza cubica resistenza media cubica resistenza media cilindrica resistenza caratteristica cubica resistenza caratteristica cilindrica resistenza di calcolo cilindrica = f ck / γ c resistenza a trazione resistenza caratteristica a trazione resistenza di calcolo a trazione = f ctk / γ c Pag. 22

f γ f t f yk f tk f yknom ft knom f (0,2) f (0,2)k A 5 A gt I R f py f p(1) f p(02) f pt f pyk f p(l)k f p(02)k f ptk Norme tecniche per il calcolo, l esecuzione ed il collaudo delle strutture in Acciaio per cemento armato ordinario tensione di snervamento tensione di rottura tensione caratteristica di snervamento tensione caratteristica di rottura tensione caratteristica di snervamento nominale (450 N/mm 2 ) tensione caratteristica di rottura nominale (540 N/mm 2 ) tensione allo 0,2% di deformazione residua tensione caratteristica allo 0,2% di deformazione residua Allungamento percentuale su 5 diametri Allungamento uniforme a rottura Indice di aderenza Acciaio per cemento armato precompresso tensione di snervamento (barre) tensione all' l% di deformazione sotto carico tensione allo 0,2% di deformazione residua tensione di rottura tensione caratteristica di snervamento (barre) tensione caratteristica all'l% di deformazione sotto carico tensione caratteristica allo 0,2% di deformazione residua tensione caratteristica di rottura Pag. 23

SIMBOLOGIA PER ACCIAIO DA CARPENTERIA METALLICA Simboli A area E modulo di elasticità longitudinale F azioni in generale G azioni permanenti; modulo di elasticità tangenziale I momento di inerzia M momento flettente N forza normale Q azioni variabili S effetto delle azioni (sollecitazione agente) T momento torcente; temperatura V forza di taglio W modulo di resistenza a distanza, dimensione geometrica, larghezza della sezione di gola dei cordoni di saldatura d diametro e eccentricità f resistenza di un materiale h altezza i raggio di inerzia l lunghezza di un elemento p passo; interasse dei chiodi e dei bulloni r raggio s scarto quadratico medio t spessore v spostamento verticale α coefficiente di dilatazione lineare termica β coefficiente caratteristico di vincolo γ coefficiente di sicurezza nel metodo di verifica agli stati limite (γ m per i materiali, γ f per le azioni); peso specifico δ coefficiente di variazione ε dilatazione µ coefficiente di attrito ν coefficiente di Poisson λ snellezza σ tensione normale τ tensione tangenziale ω coefficiente di amplificazione dei carichi nel carico di punta Σ sommatoria b c d f g k l Indici bullone; chiodo compressione valore di calcolo attrito carico permanente valore caratteristico longitudinale; lineare Pag. 24

m n p q t u w ε y Norme tecniche per il calcolo, l esecuzione ed il collaudo delle strutture in valore medio; materiale; momento flettente sforzo normale puntuale carico variabile trazione; torsione; rottura ultimo (stato limite) anima deformazione snervamento Indici speciali Id ideale red ridotto res resistente rif rifollamento ortogonale parallelo Simboli ricorrenti σ 1, σ 2, σ 3 componenti di tensione nel riferimento principale σ x, σ y, σ z, τ xy, τ xz componenti di tensione nel riferimento generico σ b, τ b tensione normale e tangenziale nei chiodi e nei bulloni σ id tensione ideale σ c tensione massima sopportabile da aste compresse in campo elasto-plastico σ rif tensione di rifollamento σ,σ,τ,τ componenti di tensione nel riferimento convenzionale riferito al giunto saldato ε t allungamento percentuale a rottura f d resistenza di calcolo f y tensione di snervamento f t tensione di rottura A res area resistente F f forza trasmissibile per attrito F f,rid forza trasmissibile per attrito ridotta forza normale di trazione nel gambo delle viti N b Pag. 25

pi-1. CALCESTRUZZO. Le prescrizioni contenute nel presente capitolo si applicano al calcestruzzo per usi strutturali, armato e non, ordinario e precompresso, con esclusione dei calcestruzzi confezionati con aggregati leggeri. Tali calcestruzzi possono essere impiegati purché, con adeguata documentazione teorica e sperimentale, venga garantita una sicurezza non inferiore a quella prevista dalle presenti norme. Le procedure di controllo sul calcestruzzo sono riportate nell Allegato 1. Le prescrizioni relative al calcestruzzo confezionato con processo industrializzato sono riportate nell Allegato 2. pi-1.1. Specifiche per il calcestruzzo Il calcestruzzo deve essere specificato in funzione della classe di resistenza a compressione, delle condizioni ambientali, della dimensione nominale massima dell'aggregato, del contenuto minimo di cemento e della classe di consistenza. Per la definizione delle condizioni ambientali e della classe di consistenza si può far riferimento alle Linee guida sul calcestruzzo strutturale edite dal Servizio Tecnico Centrale della Presidenza del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Nella scelta del tipo e della classe di cemento si deve tenere conto delle condizioni di esposizione, della velocità di sviluppo della resistenza e del calore di idratazione. pi-1.1.1. Leganti. Nelle opere oggetto delle presenti norme devono impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici previsti dalle disposizioni vigenti in materia (legge 26-5-1965 n. 595 e norma armonizzata EN 197-1/2001), dotati di attestato di conformità ai sensi delle norme EN 197-1/2001 ed En 197-2/2001. E escluso l impiego di cementi alluminosi. L'impiego dei cementi di tipo C, richiamati nella legge 26-5-1965 n.595, è limitato ai calcestruzzi per sbarramenti di ritenuta. In caso di ambienti chimicamente aggressivi si deve far riferimento ai cementi previsti dalle norme UNI 9156/97 (cementi resistenti ai solfati) e Uni 9606/97 (cementi resistenti al dilavamento della calce). pi-1.1.2. Aggregati Sono riconosciuti idonei gli aggregati normali e pesanti conformi alla norma armonizzata UNI EN 12620/2002. La scelta del sistema per l attestazione di conformità è fatta dal committente in relazione ai requisiti di sicurezza previsti per le opere. Per la definizione dei requisiti degli aggregati in relazione alla destinazione d uso dell opera, delle condizioni ambientali e della resistenza del calcestruzzo si fa riferimento alla UNI 8520-2/1997. pi-1.1.3. Acqua. L'acqua per gli impasti deve essere limpida, priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non deve essere aggressiva. L'acqua d impasto, deve avere caratteristiche costanti nel tempo. Pag. 26