Legame di attaccamento e ansia da separazione



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Maria Maddalena Bisogni Caterina Brizzi / Luca Cardinali Emanuele Coluccia Legame di attaccamento e ansia da separazione ARACNE

Copyright MMVIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133 A/B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978 88 548 1874 3 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: luglio 2008

5 INDICE INTRODUZIONE di Bisogni M. M pag.8 1. IL BAMBINO E LA NASCITA di Coluccia E. e Bisogni M. M. pag.13 1.1. Le trasformazioni: da gestante a mamma pag.13 1.2. Parto e vissuto emotivo pag.14 1.3. Risultati di una ricerca pag.16 2. IL LEGAME DI ATTACCAMENTO NELLO SVILUPPO EMOTIVO DEL BAMBINO di Brizzi C. e Bisogni M. M pag.21 2.1. La funzione di contenimento e di cura: il ruolo dell ambiente circostante pag.23 2.2. L intelligenza emotiva e l attaccamento pag.25 2.3. Attaccamento sicuro e figure genitoriali stabili pag.27 3. IL RUOLO DEL PADRE di Coluccia E. e Bisogni M. M. pag.31 3.1. Evoluzione storico-sociale del ruolo paterno pag.31 3.2. Il ruolo del padre nella gravidanza e nelle prime cure al neonato pag.34 3.3. Il padre al corso di preparazione al parto e in sala parto pag.38 3.4. Il ruolo del padre nella maternità: una ricerca pag.40

6 Bisogni M.M., Brizzi C., Cardinali L. e Coluccia E. 4. L INTERRUZIONE DELLA CONTINUITA DEL LEGAME di Brizzi C. e Bisogni M. M pag.47 4.1. La deprivazione affettiva pag.47 4.2. Carenza o assenza del legame affettivo: deprivazione e disturbi dell attaccamento pag.49 4.3. Figure genitoriali assenti e inadeguate pag.54 4.4. Genitori patologici pag.54 4.5. Reazioni comportamentali alla riorganizzazione della struttura familiare pag.56 5. DISTURBI D ANSIA IN ETA EVOLUTIVA di Cardinali L. e Bisogni M. M pag.61 5.1. Ansia da separazione pag.62 5.2. Sindrome ansiosa generalizzata pag.67 5.3. Fobia pag.68 5.4. Disturbo ossessivo-compulsivo pag.69 5.5. Disturbi post traumatici da stress pag.70 5.6. Attacchi di panico pag.71 5.7. Ipotesi di trattamento pag.72 6. STRUMENTI DI MISURA DELL ANSIA DA SEPARAZIONE di Cardinali L. e Bisogni M. M pag.75 6.1. La teoria dell attaccamento e la misura dell ansia da separazione pag.75 6.2. Valutare l attaccamento nel ciclo della vita pag.79 6.3. La versione originale del Separation Anxiety Test pag.84

Il legame di attaccamento e l ansia da separazione 7 6.4. La versione modificata del Separation Anxiety Test pag.85 7. ANSIA DA SEPARAZIONE NEL BAMBINO NORMALE E CLINICO, VALUTATA CON IL SEPARATION ANXIETY TEST di Brizzi C. e Cardinali L pag.89 8. ANSIA DA SEPARAZIONE IN BAMBINI DI ETA SCOLARE: RISULTATI DI UNA RICERCA di Coluccia E. e Brizzi C pag.95 8.1. Contesto teorico di riferimento pag.95 8.2. Obiettivi della ricerca pag.96 8.3. Metodo di ricerca pag.97 8.4. Analisi dei dati del gruppo dei bambini normali pag.104 8.5. Analisi dei dati del gruppo sperimentale pag.107 8.6. Confronto dei dati emersi dai due gruppi pag.108 8.7. Discussione generale pag.109 BIBLIOGRAFIA pag.116

8 INTRODUZIONE di Bisogni M. M. A tanti anni di distanza, dalla sua prima formulazione, la teoria dell attaccamento resta a tutt oggi un caposaldo della psicologia dello sviluppo. John Bowlby inizia le sue osservazioni, relative al comportamento del bambino, nel contesto culturale e scientifico degli anni 50-60, che risulta fortemente influenzato dalla biologia evoluzionistica, dall etologia e dalla cibernetica. Se si tenta di ricostruire il suo percorso concettuale si deve partire dagli anni dell immediato dopoguerra e precisamente dal 1948, quando Bowlby comincia a interessarsi delle conseguenze della separazione dalla figura materna, consentendo di evidenziare il ruolo dei fattori ambientali legati allo sviluppo infantile. Nel 1951, in uno studio monografico dal titolo Maternal Care e Mental Health, pubblicato dall Organizzazione mondiale della Sanità, sono raccolti i dati della ricerca. Bowlby matura la convinzione della necessità di formulare una teoria che renda ragione degli effetti della separazione e della deprivazione infantile, quali egli stesso ha potuto riscontrare nel corso delle sue osservazioni. Gli studi di Konrad Lorenz sull imprinting, nei quali sostiene che il processo di formazione dei legami sociali è da ricondursi alla dotazione genetica della specie e non viene appreso nel corso dell esperienza dell alimentazione, così come aveva ritenuto fino allora la psicoanalisi, costituiscono la base di partenza verso la teoria dell attaccamento. Gli studi etologici sul comportamento delle scimmie, condotti da Harlow, rappresentano per lui una conferma dell ipotesi di parallelismo tra le specie. Nel 1957 Bowlby presenta alla società psicoanalitica britannica il suo primo contributo sulla teoria dell attaccamento, facendo ampio ricorso ai già menzionati concetti etologici. Bowlby ipotizza che il neonato presenti delle risposte istintuali che maturano nel corso del primo anno come la suzione, lo stringersi, il piangere, il seguire e il sorridere che si organizzano nel comportamento di attaccamento diretto a una specifica figura materna durante il secondo semestre del primo anno. Più recentemente, gli studi sviluppati sull assunto che qualsiasi individuo appartenente al genere umano e animale manifesta fin da

Il legame di attaccamento e l ansia da separazione 9 subito una condotta di comportamento che lo porta a legarsi all individuo adulto che di lui si prende cura, dimostrano ogni giorno di più l ineluttabilità di questo bisogno considerato a buon titolo un bisogno primario. Dall ampia letteratura incentrata attorno a questo tema, sappiamo che è proprio a partire dalla qualità del legame di attaccamento che si può pronosticare la vita futura delle persone: quali saranno i loro esiti, quali i loro destini. C è addirittura chi è arrivato ad affermare che le patologie legate a forme distorte di attaccamento si perpetuano nelle generazioni in un continuum appunto transgenerazionale. A tale riguardo le pratiche di abuso esercitate sui minori condurrebbero i medesimi a rinnovare a loro volta sui propri figli gli stessi comportamenti perversi inducendo in loro un comportamento classificato come attaccamento D o attaccamento disorganizzato. Nei casi di maltrattamento, di sopraffazione e di abuso la disorganizzazione scaturirebbe da pulsioni di forte contrasto e ambivalenza nei confronti del caregiver, che rappresenta al contempo la figura che si prende cura e che incute timore. Da questa incoerenza di comportamento scaturisce una risposta altrettanto incoerente e confusa che induce il bambino a correre verso chi si occupa di lui e poi improvvisamente a fermarsi, a distogliere lo sguardo, a cambiare direzione e a manifestare così una predisposizione allo sviluppo di disturbi funzionali della coscienza (Liotti, 1992). Anche Winnicott (1986), trovandosi a occuparsi dei problemi scaturiti dalle precoci separazioni dei bambini dalle loro madri, in tempo di guerra, sottolinea il ruolo esercitato dall ambiente sullo sviluppo infantile. La deprivazione infantile, valutata come precoce distacco dal rapporto con la madre, segna una traccia indelebile nella psiche e i danni arrecati sono tanto maggiori tanto più sono precoci. In questa cornice teorica si iscrive il nostro intento scientifico. La finalità di questo libro è quella di ripercorrere le varie fasi dello sviluppo infantile cercando di valutare l incidenza che il legame di attaccamento esercita sul suo equilibrio psichico, sul grado di serenità e di appagamento che la vita consente di sperimentare proprio quando, dal momento del concepimento in poi, l individuo sperimenta amore e attenzione. Siamo partiti per questo dall esperienza della maternità, dal senso che essa assume per la futura mamma, sia nella sua storia personale di

10 Bisogni M.M., Brizzi C., Cardinali L. e Coluccia E. donna che nell imbastire la relazione con il feto e poi con il bambino al momento della nascita. Sull argomento abbiamo riportato studi e ricerche attinti dalla letteratura a riguardo, ma abbiamo anche fatto ricorso a una ricerca da noi condotta su un gruppo di gestanti dal titolo Parto e vissuto emotivo. In questo panorama, la ricerca è servita ad avvalorare l ipotesi che un attaccamento considerato sicuro si può strutturare solo a partire da una esperienza di holding e di contenimento, che la donna esperimenta durante la gravidanza e al momento del parto. Quanto precedentemente detto fa riferimento al primo capitolo. Il secondo capitolo ha un carattere più teorico viene presa in rassegna parte dell ampia letteratura riguardo al legame di attaccamento nello sviluppo emotivo del bambino. Si è illustrata così la funzione di contenimento e di cura, nonché il forte ruolo esercitato dall ambiente circostante sullo sviluppo evolutivo. In questa chiave si è voluto evidenziare il ruolo delle figure genitoriali stabili per il costituirsi di un tipo di attaccamento sicuro. Le radici dell intelligenza emotiva risiedono negli scambi dei primi mesi di vita e sono impostate su canali non verbali. Nel legame di attaccamento del neonato alla madre e della madre al neonato sono rintracciabili le origini della conoscenza personale. Il ruolo della madre sulla crescita, sull educazione e sull equilibrio emotivo del bambino e del futuro adulto è noto a tutti, ma non altrettanto conosciuta è l influenza paterna sull evoluzione psichica infantile. Si è voluto così ripercorrere l evoluzione storico-sociale del ruolo paterno ricostruendo le tracce di un percorso storico e antropologico. Ma al fine di meglio individuare le prerogative paterne, rispetto al costituirsi di un legame di attaccamento sicuro, abbiamo riportato dettagliatamente i risultati di una ricerca dal titolo il ruolo del padre nella maternità. In tutta questa prima parte del volume l intento è stato quello, attraverso la letteratura e la ricerca, di evidenziare l importanza di entrambe le figure genitoriali per la formazione di un sé strutturato, di una personalità stabile, quando le condizioni per la crescita sono ottimali, quando entrambi i genitori sono presenti e capaci di intessere con i propri figli un legame improntato sull amore, quando costituiscono per loro una base sicura alla quale far riferimento nel corso della vita.

Il legame di attaccamento e l ansia da separazione 11 Tuttavia, non sempre le cose vanno come ci si dovrebbe aspettare. Nella seconda parte del volume, che definiamo tale solo virtualmente, abbiamo voluto cercare di indagare cosa accade quando ci si trova di fronte a una discontinuità del legame: nelle esperienze di deprivazione affettiva, quando vi è carenza o addirittura assenza di un legame affettivo, quando le figure genitoriali sono inadeguate, quando i genitori sono patologici, quando si registra l assenza della figura paterna dovuta alla separazione. Da tutti i fenomeni di deprivazione, di abbandono o di malfunzionamento psichico da parte dei genitori scaturiscono i disturbi d ansia in età evolutiva. In questo capitolo, che ha un carattere esemplificativo e illustrativo, abbiamo passato in rassegna molti tra i più ricorrenti disturbi d ansia in età evolutiva. Si è tracciata una descrizione dell ansia da separazione, la sua manifestazione nelle varie età per poi menzionare e illustrare la sindrome ansiosa generalizzata, la fobia, i disturbi ossessivo-compulsivi, quelli traumatici da stress, gli attacchi di panico. Si è cercato anche di prendere in considerazione possibili ipotesi di trattamento e di valutarne l efficacia. Il fenomeno dell ansia da separazione è stato correlato ai comportamenti di attaccamento e si è visto come si sia prodotta tutta una letteratura mirante a individuare una modalità per misurarla. Con questo intento è nato lo strumento del Separaration Anxiety Test (SAT), che si è rivelato prezioso sia per l indagine clinica che per l approfondimento di tematiche relative allo sviluppo infantile e alla teoria dell attaccamento. Il Separation Anxiety Test (SAT) ha contribuito in tal senso anche allo sviluppo della ricerca contribuendo a valutare l ansia da separazione sia in bambini considerati normali o normodotati che clinici. In questo capitolo si passano in rassegna molte delle ricerche effettuate facendo ricorso a questo test. Per finire il libro si conclude con la realizzazione di una ricerca da noi condotta su due gruppi di bambini di età scolare, l uno considerato normale e l altro clinico. Questo lavoro ci ha visti impegnati per molti anni e ha avuto proprio lo scopo di registrare i diversi comportamenti dei bambini in situazione di ansia da separazione. Cosa accade ai maschi e alle femmine, ai figli dei genitori non separati

12 Bisogni M.M., Brizzi C., Cardinali L. e Coluccia E. e a quelli dei separati, a quelli apparentemente normali o a quelli che manifestano disturbi di apprendimento, di memoria o che hanno forme gravi di disabilità. Che tipo di attaccamento sviluppano, che tipo di ansia manifestano in situazione di separazione. Per rilevare tutto ciò si è fatto ricorso alla versione modificata del SAT, messa a punto dalla Grazia Attili. In questo ultimo capitolo sono riportati dettagliatamente tutti i risultati dell indagine. Il libro è rivolto a quanti studenti, genitori, educatori e operatori dell infanzia ritengono che nella costruzione di un legame affettivo stabile, con le prime figure di attaccamento, risiede la chiave di volta di un sano sviluppo mentale e del perpetrarsi di relazioni improntate sull amore, la fiducia e la soddisfazione reciproca.

13 CAPITOLO 1 - Il BAMBINO E LA NASCITA di Coluccia E. e Bisogni M. M. 1.1 Le trasformazioni: da gestante a mamma In tutto il percorso della gravidanza, fino al momento della nascita, vi è una continua trasformazione del vissuto corporeo ed emotivo della donna. Questa progressiva evoluzione del corpo della donna si avverte fin dalle prime settimane, dal momento del concepimento; la crescita del seno e dell'addome sono testimonianza della presenza del feto, che man mano si viene sempre più formando. Tale processo viene costantemente monitorato dai continui controlli medici e dall ecografia, una sorta di "occhio oggettivo" che, entrando nel ventre materno, visualizza la realtà in maniera inequivocabile e al tempo stesso intrusiva. Qualsiasi iter di trasformazione implica una diversificazione dalla condizione antecedente ed è sempre legato a un vissuto di perdita. La gestante è indotta così a prendere le distanze da uno stato di vita che sente di giorno in giorno allontanarsi. Spesso l inevitabile cambiamento, inteso come distacco dalla situazione precedente, pone le basi per instaurare una nuova condizione di attaccamento. L allontanamento dalla condizione precedente porta a rivolgere la propria attenzione ad altri contenuti che genereranno in seguito nuove separazioni ed elaborazioni del lutto, per lasciare poi il posto a diverse forme di attaccamento. Gli eroi delle favole, simbolizzando il ritmo-forma di fusioneseparazione, rendono manifeste le varie tappe del percorso evolutivo. In tal senso assolvono l importante compito di rendere consapevole il lettore delle emozioni di cui è intrisa la vita affettiva e, così facendo, concorrono allo sviluppo della personalità. Spesso le fiabe offrono soluzioni interpretative anche nel percorso terapeutico, proprio perché permettono di elaborare paure e debolezze; il semplice identificarsi nell eroe che esce vittorioso, da una prova o da una difficoltà, può far assaporare l emozione della vittoria.

14 Bisogni M.M., Brizzi C., Cardinali L. e Coluccia E. Nel caso delle gestanti sono visibili comportamenti del racchiudere a sé, del contenere dentro di sé, e le fantasie che esse spesso manifestano, rispetto alla gravidanza, conducono loro a manifestare preoccupazione per il dolore del parto, ansia e paura di non trovare un ambiente idoneo ad accogliere il proprio bambino. Dolore e paura sono le emozioni che spesso emergono nel vissuto materno. Il dolore è avvertito non solo in termini fisici, ma anche e soprattutto in termini psicologici. La paura della perdita è constatabile anche riguardo all assenza nell immaginazione materna, di fantasie che riguardano il bambino: le sue fattezze fisiche, il sesso ecc. Il voler custodire e racchiudere sono elementi che emergono spesso quando le donne esprimono ansia da separazione e si manifestano anche attraverso il "non riuscire a", o in alcuni casi al non volere dare una identità al piccolo, una sua immagine autonoma. Il riferimento al bisogno di racchiudere e contenere è originato dall esperienza di relazione fusionale con il feto, proprio in quanto interna alla fantasmatica materna, la quale non permette l elaborazione di un immagine che, prescindendo da sé, implichi l esistenza di qualcosa di indipendente dalla propria forza, quindi dal proprio potere. A questo proposito va detto che spesso la gravidanza genera nella donna una sorta di regressione allo stato di figlia, risvegliando il rapporto stabilito con la propria madre. E in questo momento che la relazione madre-bambino può essere resa complessa da fantasmi del passato e l attaccamento eccessivo può essere frutto di una retrocessione alla propria condizione di bambina e di figlia. 1.2. Parto e vissuto emotivo L evento del parto segna l inizio della vita extra-uterina e al tempo stesso la fine di una fase di rapporto fusionale con il feto. L esperienza di generare la vita è per la donna un momento di grandi e intense emozioni. Quanto madre e figlio sperimentano in sala-parto assume un importanza fondamentale, sotto vari aspetti, della vita emotiva del bambino e della relazione che si stabilisce tra loro.