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L OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE NON CONSENTE IL RIPORTO DELL IMPOSTA A CREDITO Circolare Agenzia Entrate 6.8.2012, n. 34/E I crediti IVA, IRPEF, IRES e IRAP maturati nelle annualità per le quali il contribuente ha omesso la presentazione della relativa dichiarazione non possono essere riportati in detrazione nella dichiarazione successiva. Il contribuente può comunque presentare un istanza di rimborso entro 2 anni dal pagamento degli esiti della liquidazione o del contenzioso, favorevole all Ufficio, relativo alla cartella di pagamento conseguente alla predetta liquidazione.

Come noto, le dichiarazioni fiscali presentate oltre il termine previsto sono considerate: valide, se la presentazione avviene entro 90 giorni. In tal caso è irrogata la sanzione da 258 a 2.065. Il contribuente può comunque provvedere alla regolarizzazione della violazione tramite il ravvedimento operoso, ossia effettuando, entro il predetto termine, il versamento della sanzione ridotta pari a 25 (1/10 di 258) per ciascuna dichiarazione tardiva; omesse, se la presentazione avviene oltre 90 giorni. Qualora dalla dichiarazione omessa (in quanto non presentata o presentata oltre 90 giorni) emerga un credito d imposta, si pone la questione se lo stesso possa o meno essere portato in detrazione nella dichiarazione del periodo d imposta successivo. Tale problematica relativa al riconoscimento delle eccedenze di imposta a credito maturate in annualità per le quali i contribuenti hanno omesso le dichiarazioni ai fini dell IVA, delle imposte dirette o dell Irap è stata recentemente riaffrontata dall Agenzia delle Entrate con la Circolare 6.8.2012, n. 34/E, che supera, in parte, le affermazioni contenute nella Circolare 30.11.2000, n. 222/E e nella Risoluzione 19.4.2007, n. 74/E. OMESSA PRESENTAZIONE DICHIARAZIONE IVA Nell ipotesi di riporto in detrazione, nel mod. IVA, del credito generatosi nella precedente annualità per la quale il contribuente ha omesso la presentazione della dichiarazione, l Ufficio, per effetto del controllo automatizzato di cui all art. 54-bis, DPR n. 633/72, invia al contribuente un avviso bonario (emette una dichiarazione di irregolarità) con la quale: contesta il riporto del credito e, di conseguenza, liquida un maggior debito d imposta ovvero una minore eccedenza detraibile; irroga la sanzione in misura pari al 30% del maggior debito ovvero della minore eccedenza detraibile. Qualora il contribuente provveda al pagamento, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, delle somme dovute, la sanzione è ridotta a 1/3. In assenza di tale pagamento l Ufficio procede all iscrizione a ruolo. Secondo quanto affermato dall Agenzia delle Entrate nella citata Circolare n. 34/E, essendo la dichiarazione omessa non può trovare applicazione il disposto di cui all art. 30, DPR n. 633/72 in base al quale se dalla dichiarazione annuale risulta un credito, il contribuente può: portarlo in detrazione nell anno successivo; chiederne il rimborso, qualora sussistano le condizioni previste dallo stesso art. 30 (ammontare del credito superiore a 2.582,28 e svolgimento di un attività che comporta l effettuazione di operazioni soggette ad IVA con aliquota inferiore a quella relativa agli acquisti e importazioni, effettuazione di operazioni non imponibili in misura superiore al 25% dell ammontare complessivo di tutte le operazioni effettuate, ecc.) e, comunque, in caso di cessazione dell attività. Di conseguenza, tenuto conto anche della giurisprudenza prevalente, l Agenzia afferma che: il credito non essendo stato dichiarato nell anno in cui è maturato, non è utilizzabile in detrazione del debito d imposta in una dichiarazione successiva, a nulla rilevando che lo stesso sia effettivamente maturato. Tuttavia, se il contribuente effettua il pagamento delle somme richieste nella comunicazione di irregolarità entro il termine ivi indicato o a seguito della notifica della cartella di pagamento o in esito ad una sentenza definitiva a lui sfavorevole, allo stesso è riconosciuta la possibilità di presentare l istanza di rimborso ai sensi dell art. 21, D.Lgs. n. 546/92, entro 2 anni dal predetto pagamento (c.d. rimborso anomalo ). Il rimborso è erogato esclusivamente se viene riscontrata l effettiva spettanza del credito, che

l Ufficio verifica attraverso la richiesta al contribuente della documentazione contabile ed extracontabile, riservandosi la facoltà di attivare anche successivamente specifici controlli sostanziali. Secondo l Agenzia, quanto sopra evidenziato tiene conto del fatto che: la mancata presentazione della dichiarazione nell anno in cui il credito stesso è maturato viola il principio in base al quale il diritto alla detrazione del credito nell anno successivo è subordinato alla presentazione della dichiarazione nell anno in cui il credito è maturato e, dall altro, attraverso il riconoscimento del diritto al rimborso, nel caso in cui il credito sia effettivamente spettante, garantiscono il rispetto del principio di neutralità proprio del sistema dell IVA, che tuttavia non si estende sino a tenere indenne, in ogni caso, il contribuente da qualunque conseguenza sanzionatoria. Di fatto dunque, ancorchè il contribuente non possa riportare all anno successivo il credito maturato nell annualità in cui è stata omessa la dichiarazione, può comunque richiedere il rimborso dello stesso, ferma restando l applicazione delle sanzioni. L omessa presentazione della dichiarazione non consente infatti all Ufficio di riscontrare l esistenza del credito e pertanto rappresenta un obiettivo ostacolo all attività di controllo. Come accennato, le conclusioni cui perviene l Agenzia delle Entrate superano, in parte, quanto già affermato con riguardo alla fattispecie in esame nella citata Risoluzione n. 74/E, nella quale era stata riconosciuta al contribuente la possibilità di portare in detrazione il credito IVA risultante dalla dichiarazione omessa al più tardi con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto ovvero di chiedere il rimborso dello stesso ex art. 21, D.Lgs. n. 546/92. Ora invece è ammessa esclusivamente la presentazione della domanda di rimborso, previo versamento delle somme richieste nella comunicazione di irregolarità. Esempio Un contribuente ha omesso di presentare il mod. IVA 2010 dal quale risultava un credito pari a 25.000. Tale credito nel 2011 è stato utilizzato in compensazione. Per effetto del controllo automatizzato della dichiarazione, l Ufficio invia al contribuente una comunicazione di irregolarità per il recupero: 3 dell imposta a credito pari a 25.000; 3 degli interessi; 3 delle sanzioni. Tenendo conto della recente interpretazione dell Agenzia delle Entrate, il contribuente, al fine di ottenere il riconoscimento del credito, deve: effettuare il pagamento del credito ( 25.000), degli interessi e delle sanzioni; presentare l istanza di rimborso relativamente all importo di 25.000 entro 2 anni dal predetto pagamento. GESTIONE DEL CONTENZIOSO IN ESSERE Alla luce di quanto sopra evidenziato, l Agenzia delle Entrate interviene anche in ordine alla gestione dei contenziosi in essere instaurati a seguito della notifica al contribuente della cartella di pagamento ovvero del diniego espresso o tacito all istanza di rimborso dallo stesso presentata relativamente alle somme versate a seguito della comunicazione di irregolarità o della cartella di pagamento. In particolare l Ufficio, in sede contenziosa, deve sostenere la legittimità del proprio operato e valutare la sussistenza di elementi per contestare l esistenza del credito illegittimamente compensato, eccependo in giudizio anche tale inesistenza, in modo tale da precludere una pronuncia circa la spettanza del diritto al rimborso.

Il contribuente può presentare istanza di rimborso ex art. 21, D.Lgs. n. 546/92 soltanto dopo aver effettuato il pagamento delle somme iscritte a ruolo in esecuzione della pronuncia giurisdizionale passata in giudicato. In ogni caso, anche se il contribuente ha diritto al rimborso, la prosecuzione del giudizio è giustificata dalla necessità di conseguire le sanzioni pecuniarie relative al comportamento non corretto del contribuente. MEDIAZIONE E CONCILIAZIONE GIUDIZIALE Le controversie relative alla spettanza del credito risultante da una dichiarazione omessa, qualora di valore non superiore a 20.000, possono essere definite anche mediante un accordo di mediazione che prevede il riconoscimento del credito, semprechè il contribuente riconosca la legittimità delle sanzioni e degli interessi iscritti a ruolo. Se l accordo di mediazione giunge a buon fine, il contribuente ha diritto alla riduzione della sanzione al 40%, mentre allo stesso non spettano gli interessi maturati sul credito. Peraltro, l Agenzia nella Circolare n. 34/E in esame ritiene possibile scomputare, dalla somma originariamente richiesta in pagamento al contribuente, l eccedenza di IVA detraibile riconosciuta spettante. Nell accordo di mediazione deve comunque essere evidenziato che i controlli effettuati per il riconoscimento dell eccedenza di IVA a credito non impediscono eventuali ulteriori verifiche sull annualità per la quale la dichiarazione è stata omessa. Quanto sopra evidenziato con riguardo alla mediazione è applicabile anche con riferimento alle controversie di valore superiore a 20.000, definibili in sede di conciliazione giudiziale. OMESSA PRESENTAZIONE DICHIARAZIONE DEI REDDITI / IRAP Nel caso di presentazione delle dichiarazioni dei redditi / IRAP oltre 90 giorni, considerate omesse, opera il disposto di cui all art. 2, comma 7, DPR n. 322/98, in base al quale le stesse: costituiscono, comunque, titolo per la riscossione delle imposte dovute in base agli imponibili in esse indicati e delle ritenute indicate dai sostituti d imposta. Posto che tale disposizione non prevede alcunché con riguardo ai crediti indicati nella dichiarazione omessa, secondo quanto specificato dall Agenzia nella Circolare n. 34/E in esame, da ciò discende che: la dichiarazione presentata con un ritardo di oltre novanta giorni non è titolo per il riconoscimento dei crediti ivi esposti. Di conseguenza, l Ufficio è legittimato a recuperare, tramite la procedura di cui all art. 36-bis, DPR n. 600/73, ossia il controllo automatizzato, il credito riportato nella dichiarazione dei redditi / IRAP del successivo periodo d imposta derivante da un periodo per il quale la dichiarazione è stata omessa. Analogamente a quanto previsto con riguardo al credito IVA, anche ai fini delle imposte dirette e dell IRAP l Agenzia specifica che: il contribuente, a condizione che provveda al pagamento delle somme richieste dall Ufficio entro il termine previsto nella comunicazione di irregolarità o a seguito della notifica della cartella di pagamento o in esito ad una sentenza definitiva sfavorevole, può richiedere il rimborso del credito ai sensi dell art. 21, D.Lgs. n. 546/92, ossia entro 2 anni dall effettuazione del predetto pagamento;

l Ufficio effettua i controlli circa la spettanza del credito utilizzando la documentazione richiesta al contribuente ed altri dati a disposizione dell Ufficio, ferma restando la facoltà di quest ultimo di attivare, anche successivamente, ulteriori controlli; il riconoscimento del credito può avvenire anche in sede di accordo di mediazione ovvero di conciliazione giudiziale. CREDITO IVA / IRPEF / IRES / IRAP RISULTANTE DA DICHIARAZIONE OMESSA NON RIPORTABILE IN DETRAZIONE NELLA DICHIARAZIONE DELL ANNO SUCCESSIVO PRESENTAZIONE ISTANZA DI RIMBORSO EX ART. 21, D.LGS. N. 546/92 PREVIO PAGAMENTO DELLE SOMME RICHIESTE: NELLA COMUNICAZIONE DI IRREGOLARITÀ A SEGUITO DI NOTIFICA DI CARTELLA DI PAGAMENTO IN ESITO A SENTENZA DEFINITIVA SFAVOREVOLRE