PROGETTO DI INTERVENTO PER IL RESTAURO CONSERVATIVO DEGLI APPARATI DECORATIVI DELLE FACCIATE E DEL PORTICATO. Dati dell immobile



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PROGETTO DI INTERVENTO PER IL RESTAURO CONSERVATIVO DEGLI APPARATI DECORATIVI DELLE FACCIATE E DEL PORTICATO Dati dell immobile EDIFICIO UBICAZIONE Palazzo Verità Montanari Via C. Montanari, 5 già contrada SS Trinità CITTÀ OPERE IN PROGETTO Verona Recupero delle facciate decorate con apparati lapidei e dipinti murali PROGETTISTA Domenico Brugnoli (?) DATAZIONE DELL OPERA 1583

DESCRIZIONE dell edificio Palazzo Verità Montanari è un complesso edilizio composto da edifici costruiti nell arco di quattro secoli, a partire dal 1583. Il palazzo nel corso del tempo, ha subito ampliamenti e rimaneggiamenti in fasi successive, fino all ultimo dopoguerra. Su Via Montanari bassi locali fungono da cinta muraria. Pilastrini rettangolari in pietra d Avesa, sormontati da una sfera, sono posti in sequenza sulla sommità di questo avamposto. Il motivo ornamentale è presente anche sul portale d accesso che si eleva in quota al centro della cinta. Il suddetto portale presenta un rivestimento a bugnato con un ampio arco a tutto sesto. Ai due lati, del portale, sorrette da mensoloni, si ergono due telamoni (simili a satiri) che sostengono un capitello ionico, e nella chiave di volta del portale stesso è collocata una testa femminile. Proprio sopra questa testa è stato affisso un reggiaste metallico per tre bandiere, le cui percolature hanno rovinato la figura sottostante. Ai lati del portale si aprono finestre con cornici in pietra calcarea che corrono lungo tutto il fronte dell edificio su via Montanari. Simmetricamente sui due lati, partendo dal vano di accesso, si incontrano due lapidi in marmo bianco dedicate a Carlo Montanari. Il muro di cinta è realizzato con un basamento in pietra che funge da zoccolo per il muro semplicemente intonacato, la cui fattura è di recente realizzazione. I lati di chiusura del muro sono rafforzati mediante un rivestimento in pietra che funge da cerniera angolare. La sommità del muro è anch essa impreziosita da un cornicione in pietra lavorata sulla quale stanno i pilastrini realizzati in pietra e mattoni, che fungono da merlatura. La controfacciata del portale, sul cortile interno, è anch essa realizzata con conci in pietra sagomati. Ai suoi lati prosegue il muro intonacato all interno del quale si aprono finestre con davanzale ed architrave in pietra lavorata. La sommità del muro è impreziosita da una balaustra in pietra decorata a motivi floreali, molto degradata dall incuria e dagli agenti atmosferici.

GLI ELEMENTI LAPIDEI DELLA FACCIATA ESTERNA E DEL PORTALE MONUMENTALE Tecnica esecutiva e stato di conservazione Il portale è eseguito in pietra calcarea locale: ad una vista dal basso non è possibile identificare i segni di lavorazione lasciati dagli attrezzi usati ma, nel periodo di esecuzione del portale, si utilizzavano strumenti quali gradine, scalpelli di varie dimensioni, subbie. La lavorazione vede una grande varietà di forme geometriche, vegetali, antropomorfe. Lo stato conservativo della pietra dell arco di ingresso presenta diversi fenomeni di degrado e nella parte sommitale si riscontrano i danni di maggiore entità. Nei sottosquadri si osservano fenomeni di formazione di croste nere alternate a zone di dilavamento con perdita dello strato più superficiale del modellato. Tali fenomeni sono particolarmente evidenti in corrispondenza dei dentelli e dei girali vegetali. Ad una osservazione più approfondita, si nota inoltre la presenza di patine gialle di natura ignota. Molto forte appare il fenomeno della decoesione degli strati superficiali della pietra con perdita di frammenti lapidei. Le superfici sono inoltre interessate dalla crescita di muschi, licheni e piante erbacee. Dal basso si ipotizza anche una possibile presenza di alghe.

Particolare della parte superiore del portale d ingresso I tre pilastrini posti a coronamento del portale sono attualmente fasciati da un telo plastico posto allo scopo di evitare la caduta a terra di frammenti decoesi o in via di distacco. Più in basso in corrispondenza della testa femminile della chiave di volta si notano colature nere derivate dallo scolo dell acqua attraverso il reggiaste metallico che sorregge le tre bandiere. Le figure ai lati del portale presentano per lo più fenomeni legati al dilavamento con parziale perdita di un sottile strato superficiale. Depositi polverosi compattati si riscontrano anche lungo i pilastri. Sotto il mensolone che sorregge la figura di sinistra si legge la scritta in bronzo: ACCADEMIA CIGNAROLI DI PITTURA E SCULTURA E SCUOLA BRENZONI, mentre alla stessa altezza sul pilastro di destra si nota una stuccatura cementizia di forma rettangolare. Uno sguardo va riservato anche allo stato conservativo del muro di cinta. La stesura dell intonaco di recente esecuzione presenta fenomeni di distacco e di caduta dello strato mettendo in luce, oltre che la cortina muraria, anche la presenza di uno strato di intonaco sottostante molto decoeso. Si suppone quindi che l intonaco attualmente in vista sia stato steso sopra uno strato più vecchio e ammalorato. Questo fatto è testimoniato anche dallo spessore delle malte che arrivano quasi a filo delle cornici delle finestre. In fase di restauro si studierà approfonditamente la stratigrafia e la composizione degli intonaci al fine di definire la migliore metodologia di recupero.

Visione d insieme della facciata esterna OPERAZIONI PRELIMINARI AGLI INTERVENTI DI RESTAURO Preliminarmente all intervento di restauro vero e proprio, verranno svolte indagini ed analisi approfondite atte a determinare in modo esaustivo le caratteristiche dei materiali e i fenomeni di degrado, nonché le cause scatenanti il degrado stesso. Agendo in questo modo, sarà infatti possibile proporre un intervento che sia il più appropriato possibile per il monumento, che duri nel tempo e che non rechi ulteriori danni alle strutture ed agli apparati decorativi esistenti. Le indagini che si prevedono in via preliminare sono le seguenti: Indagine autoptica delle superfici tramite ausilio di visori frontali in luce diffusa e radente al fine di ricavare dati inerenti la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione dell opera, anche tramite impiego di luce UV per verificare la presenza di materiale organico estraneo.; Documentazione fotografica in luce diffusa e radente; Individuazione di elementi significativi e rappresentativi per impostare le indagini diagnostiche. Queste saranno mirate a fornire indicazioni inerenti i materiali costitutivi, presenza di prodotti di vecchi interventi, inquinanti, fenomeni di degrado in atto e relativi sottoprodotti. Analisi chimiche sui materiali al fine di individuare la composizione chimico / fisica degli elementi analizzati; Analisi strutturali per definire la composizione degli apparati murari Saggi stratigrafici sugli intonaci per definire le caratteristiche e la composizione della pelle dell edificio Studio del sistema di smaltimento delle acque meteoriche e video ispezione dei condotti dei pluviali, al fine di determinare i percorsi delle canalizzazioni che potrebbero interferire con alcune lavorazioni e / o essere causa essi stessi di fenomeni di degrado. Tutti i dati rilevati saranno riportati su mappature grafiche che verranno elaborate e messe in correlazione tramite l utilizzo di software adeguati.

INTERVENTO DI RESTAURO Finalità dell intervento Ci si prefigge principalmente di arrestare, o quantomeno rallentare i processi di erosione in atto (soprattutto sui lapidei), non soltanto ristabilendo la coesione nei conci deteriorati, ma valutando l eventuale ricorso ad un vero e proprio protettivo. La pulitura chimica avrà il duplice scopo di eliminare la fastidiosa discromia costituita dalle zone annerite e di risanare la pietra, fin dentro le porosità più esposte, dagli inquinanti responsabili di complessi processi di trasformazione (che si concretizzano negli evidenti fenomeni di disgregazione) a carico dei materiali costitutivi. Ove possibile si opereranno stuccature e ricostruzioni, matericamente ed esteticamente intonate, per riconsegnare leggibilità al manufatto, in modo particolare per gli elementi continui, seriali o ripetitivi. Si eviteranno infine, ove non indispensabile, inutili integrazioni con nuovi materiali. ELENCO DELLE LAVORAZIONI Lapidei Eliminazione meccanica della polvere incoerente con pennelli morbidi e aspiratore; trattamento biocida con Biotin T (o similare) in soluzione acquosa (1~3%); pulitura con acqua demineralizzata a bassa pressione; impacchi desolfatanti con carbonato d ammonio in soluzione. I test per determinare la concentrazioni e i tempi d applicazione verranno effettuati sul manufatto. Eventuali patine di ricarbonatazione verranno trattate con applicazioni di EDTA bisodico. Anche per questa operazione sono previsti test preliminari; trattamento consolidante con Etil silicato sui materiali lapidei. Si potrà considerare la formulazione additivata con biocida qualora tale prodotto non venisse previsto nella fase di protezione finale; stuccatura delle lacune con malte di calce aerea e inerti selezionati per imitare la colorazione e la texture delle superfici originali circostanti; valutazione, mediante prove, dell opportunità di un trattamento protettivo finale, più o meno potenziato da biocida. Intonaci Eliminazione meccanica della polvere incoerente con pennelli morbidi e aspiratore; trattamento biocida con Biotin T (o similare) in soluzione acquosa (1~3%); Affreschi

Eliminazione meccanica della polvere incoerente con pennelli morbidi e aspiratore; trattamento biocida con Biotin T (o similare) in soluzione acquosa (1~3%); GALLERIA FOTOGRAFICA A B C D E Visione ravvicinata delle zone in sottosquadro della trabeazione del portale monumentale. Sono evidenti le seguenti tipologie di degrado: A - ricristallizzazione di patine saline di natura Incognita B - presunte stuccature di un restauro precedente C - decoesione del materiale lapideo con perdita di dettagli scolpiti D - formazione di croste nere nelle zone di scarso dilavamento E - proliferazione di attività biologiche.

Trabeazione e fregio sul quale sono visibili tutti i fenomeni sopra descritti Proliferazione d insediamenti biologici sulle volute laterali

Dettaglio del telamone di destra. Percolature sulla pietra dei prodotti di alterazione del perno metallico.

Intervento provvisorio d urgenza su uno dei pilastrini fortemente degradato.

LE PITTURE MURALI DEL VANO DI ACCESSO AL CORTILE La decorazione murale è collocata nell atrio, cioè nel vano precedentemente descritto, racchiuso fra i due portali giustapposti che conducono al cortile di Palazzo Montanari. In particolare i dipinti sono stati realizzati su tutta la superficie intonacata, che ricopre la controfacciata lato strada e le due pareti minori adiacenti a essa, dove sono collocati gli accessi agli ambienti attigui. Le pitture raffigurano elementi decorativi a finto bugnato che rimandano visivamente ai conci in pietra calcarea dei portali. In particolare la scelta degli elementi architettonici rappresentati restituisce l immagine di quelli costitutivi del portale in affaccio sul cortile, quasi una fedele riproposizione figurativa degli elementi lapidei ivi presenti (Fig.1). Oltre ai rimandi con gli elementi architettonici in pietra, sono evidenti le affinità formali con la decorazione murale della facciata principale del palazzo, purtroppo frammentaria, dove sono presenti lacerti originali della decorazione pittorica cinquecentesca. Infatti, anche qui sono leggibili tracce dell antica decorazione a finti bugnati presente fra le finestre del primo registro. Inoltre, una decorazione simile potrebbe essere stata in origine prevista negli intonaci di facciata lato strada, ormai completamente sostituiti da rivestimenti in malte recenti, come riprodotto in una stampa del XVIII secolo (Fig.2). Tecnica esecutiva e stato di conservazione: La decorazione murale versa oggi in condizioni conservative molto compromesse che ne impediscono la fruizione con i corretti valori stilistici e cromatici. L ubicazione in esterno della decorazione non ha infatti giovato alla conservazione della stessa. Inoltre, se oggi il vano si presenta riparato da una copertura, è probabile che tale protezione avesse perso in passato, per periodi più o meno lunghi, la sua funzionalità. Tale condizione conservativa rende difficile fare supposizioni circa la tecnica esecutiva impiegata. È possibile comunque avanzare alcune ipotesi in virtù di alcuni elementi tecnici visibili a seguito di una accurata indagine autoptica eseguita dal basso. È probabile, infatti, che la decorazione fosse stata eseguita su un intonaco parzialmente fresco vista la presenza di incisioni dirette, leggibili su alcune porzioni dipinte disposte nella zona inferiore (Fig.3). È presumibile che, oltre alla carbonatazione dell intonaco, i decoratori avessero anche sfruttato le capacità coesive del grassello di calce impiegandolo come legante per la stesura pittorica di base. Tale tecnica trova rimandi nella tradizione pittorica caratteristica del periodo barocco e tardo barocco. Sulla stesura pittorica verosimilmente composta da grassello di calce e pigmenti minerali (ocra gialla e terre) furono eseguiti i finti bugnati dipinti con i medesimi colori a base di ossidi di ferro. Lo stato di conservazione dell opera è notevolmente compromesso a causa delle numerose vicissitudini subite dalla decorazione nel corso del tempo. Già da una

prima indagine visiva appare evidente la differenza fra la condizione conservativa della parete di controfacciata e quella delle pareti ad essa adiacenti. La pittura in controfacciata appare dal punto di vista figurativo più integra, mentre le altre due pareti mostrano solo frammenti di decorazione, difficilmente leggibili anche perché coperti da strati di depositi e imbiancature (Fig.4). Tale difformità di conservazione potrebbe essere motivata sia da una diversa esposizione a fattori di degrado, sia da un diverso avvicendamento degli interventi di manutenzione. Infatti, la maggiore integrità della pittura di controfacciata potrebbe essere motivata da un intervento più recente volto alla riproposizione della decorazione più antica. Tale ipotesi potrà essere verificata solo a seguito di un attenta analisi ravvicinata delle superfici e grazie al prezioso contributo della campagna di indagine diagnostica volta a chiarire la composizione dei materiali costitutivi e di quelli sovrammessi. La presenza di ritocchi non originali è riscontrabile su tutta l estensione della decorazione: tali ridipinture contribuiscono a rendere la lettura della pittura confusa. I ritocchi più recenti sono facilmente riconoscibili perché eseguiti a tratteggio con un ductus verticale. Inoltre, sono presenti numerosi rifacimenti a carico dell intonaco con aree ripristinate anche di notevole estensione, soprattutto nella zone inferiori dove la migrazione dei sali solubili potrebbe aver provocato un danneggiamento precoce rispetto alla restante decorazione. La parte adiacente al pavimento infatti non presenta alcuna porzione di intonaco originale. Molte delle stuccature sono di pessima fattura e eseguite con malte non compatibili con la pittura originale perché con componenti cementizie. Le decorazioni sono coperte oltre che dagli strati di deposito anche dai materiali veicolati dalle percolazioni provenienti dalla copertura. Tali infiltrazioni hanno provocato la cristallizzazione di sali solubili con conseguente disgregamento di porzioni di intonaco e abrasioni, perdite e esfoliazioni della pellicola pittorica (Fig.5). GALLERIA FOTOGRAFICA Fig. 1 La decorazione della controfacciata lato strada

Fig.2 La stampa della prima metà del XVIII secolo che ritrae la facciata decorata con bugnati Fig.3 Tracce di incisioni dirette Fig.4 La decorazione di una delle pareti adiacenti alla controfacciata

Fig. 5 Cristallizzazioni saline causate da infiltrazioni di acqua piovana INTERVENTO DI RESTAURO Finalità dell intervento L intervento di restauro sarà finalizzato al rallentamento dei processi di degrado in atto tramite la rimozione dei materiali sovrammessi ritenuti inidonei, il trattamento dei sali solubili, il consolidamento e la protezione finale del film pittorico. Ulteriore obiettivo dell intervento sarà quello di ripristinare la leggibilità delle decorazioni tramite un accurato ritocco pittorico delle abrasioni e delle lacune, queste ultime ripristinate con malte dalla composizione compatibile con i materiali originali della pittura. Operazioni preliminari all intervento di restauro Indagine autoptica delle superfici tramite ausilio di visori frontali in luce diffusa e radente al fine di ricavare dati inerenti la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione dell opera, anche tramite impiego di luce UV per verificare la presenza di materiale organico estraneo; I dati rilevati saranno riportati su mappature grafiche elaborate tramite utilizzo di un software adeguato; Documentazione fotografica in luce diffusa e radente; Individuazione di elementi significativi e rappresentativi per impostare le indagini diagnostiche. Queste saranno mirate a fornire indicazioni inerenti i

materiali costitutivi, presenza di prodotti di vecchi interventi, inquinanti, fenomeni degradativi in atto e relativi sottoprodotti. L intervento di restauro L intervento si articolerà nelle seguenti fasi: Asportazione meccanica dei depositi di polvere tramite pennelli morbidi e aspiratore Preconsolidamento della pellicola pittorica, laddove necessario, con iniezioni di resine acriliche in emulsione a basse percentuali e riadesione delle scaglie tramite tamponatura previa interposizione di carta giapponese Operazioni di pulitura: o rimozione dello sporco per mezzo di ripetuti lavaggi con acqua distillata e spugne naturali o rimozione di depositi superficiali e di fissativi alterati con compresse di prodotti idonei scelti sulla base di test comparati (Carbonato e Bicarbonato di Ammonio, Resine a scambio ionico) Trattamenti speciali per sali solubili: o rimozione mediante estrazione con compresse di materiali assorbenti e acqua o solubilizzazione tramite impacchi con Carbonato e Bicarbonato di Ammonio applicati con supportanti idonei Assorbimento, laddove necessario, di macchie e aloni tramite carta giapponese e polpa di cellulosa Riadesione dell intonaco, laddove distaccato, tramite iniezioni di malte premiscelate a basso contenuto salino previa messa in sicurezza delle parti a pericolo di caduta con bendaggi eseguiti con ciclododecano Trattamento o rimozione delle stuccature effettuate nel corso dei precedenti interventi Eventuale ristabilimento della coesione superficiale e/o protezione finale mediante trattamenti con consolidanti minerali (ossalato di ammonio, idrossido di bario) Stuccature delle lacune con malte di composizione affine ai materiali costitutivi originali Integrazione pittorica con pigmenti naturali e leganti idonei in accordo con le indicazioni della direzione dei lavori. GLI APPARATI LAPIDEI DEL VANO DI ACCESSO AL CORTILE Tecnica esecutiva e stato di conservazione In questa sede ci occuperemo degli apparati lapidei del vano coperto di accesso al giardino, costituiti dai due portali d ingresso ai locali interni alle mura a destra e a sinistra, e dal cornicione che corrono lungo la parte alta dei tre lati dipinti. Gli elementi lapidei sono eseguito in pietra calcarea locale, come il resto degli elementi esterni del portale d ingresso che affaccia sulla strada. Anche per la

ADRIANO COLLEONI lavorazione si riscontra lo stesso utilizzo di tecniche e strumenti che all epoca conta utensili quali gradine, scalpelli di varie dimensioni, subbie. Lo stato conservativo della pietra presenta diversi fenomeni di degrado, sui due portali si riscontrano fenomeni di deposito di polveri incoerenti, compattate con formazione di strati fortemente aderenti alla superficie. Si nota inoltre la presenza di patine gialle. Molto forte appare il fenomeno della decoesione degli strati superficiali della pietra con perdita di frammenti lapidei soprattutto nelle parti aggettanti. Lungo il cornicione si riscontrano zone di dilavamento della pietra dovuto a colatura di acqua in seguito a passati problemi di infiltrazione dal tetto, con formazione di strati biancastri per la presenza di sali. Ad un primo esame visivo non si riscontra la presenza di crescite biologiche sulle superfici lapidee. GALLERIA FOTOGRAFICA 1. Portale di destra 2. Particolare del mascherone

ADRIANO COLLEONI 3. Portale di sinistra 4. Particolare del mascherone

ADRIANO COLLEONI 5. Particolare del cornicione 6. Particolare del colature di acqua cornicione con 7. Particolare del cornicione (angolo 8. Particolare del cornicione (angolo destro) sinistro) L INTERVENTO DI RESTAURO Finalità ci si prefigge principalmente di arrestare, o quantomeno di interferire rallentando i processi di erosione in atto, non soltanto ristabilendo la coesione delle parti deteriorate, ma valutando l eventuale ricorso ad un vero e proprio protettivo. La pulitura chimica avrà il duplice scopo di eliminare la fastidiosa discromia costituita dalle zone annerite e di risanare la pietra, fin dentro le porosità più esposte, dagli inquinanti che innescano complessi processi di trasformazione degli elementi originali costitutivi, perché tali sostanze sono responsabili degli evidenti fenomeni di disgregazione.

Ove possibile si opereranno stuccature e ricostruzioni, matericamente ed esteticamente intonate, per riconsegnare leggibilità al manufatto, principalmente per gli elementi continui, seriali o ripetitivi. Elenco delle lavorazioni Operazioni preliminari all intervento di restauro Indagine autoptica delle superfici tramite ausilio di visori frontali in luce diffusa e radente al fine di ricavare dati inerenti la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione dell opera, anche tramite impiego di luce UV per verificare la presenza di materiale organico estraneo; I dati rilevati saranno riportati su mappature grafiche elaborate tramite utilizzo di un software adeguato; Documentazione fotografica in luce diffusa e radente; Individuazione di elementi significativi e rappresentativi per impostare le indagini diagnostiche. Queste saranno mirate a fornire indicazioni inerenti i materiali costitutivi, presenza di prodotti di vecchi interventi, inquinanti, fenomeni degradativi in atto e relativi sottoprodotti. Operazioni di restauro Eliminazione meccanica della polvere incoerente con pennelli morbidi e aspiratore; eventuale trattamento biocida con Benzalconio cloruro in soluzione acquosa (0,3~0,6%); pulitura con acqua demineralizzata a bassa pressione; impacchi desolfatanti con carbonato/bicarbonato d ammonio in soluzioni. I test per determinare la concentrazioni e i tempi d applicazione verranno effettuati sul manufatto. Eventuali patine di ricarbonatazione verranno trattate con complessanti quali EDTA, resine scambiatrici; anche per questi prodotti sono previsti test preliminari; si propone un trattamento consolidante con Etil silicato ( eventualmente nella formulazione con biocida); stuccatura delle lacune con malte di calce aerea e inerti selezionati per imitare la colorazione e la texture delle superfici originali circostanti; impregnazione di protettivo a base silossanica; controllo del sistema antipiccione ed eventuale sua sostituzione. A cura dei Prof. Francesca Mariotto Cristiana Todaro Adele Trazzi Arch. Adriano Colleoni