ECCLESIOLOGIA VETERO-CATTOLICA (ELEMENTI) La Chiesa Vetero-Cattolica dell Unione di Utrecht ha una struttura di tipo episcopale-sinodale; tutte le questioni sono decise, in base al principio democratico, dal Sinodo, composto dal clero e da laici rappresentanti le varie parrocchie. Non esiste un centro direttivo a livello internazionale, ma la Chiesa si regola autonomamente in ogni nazione; sulle questioni più importanti si pronuncia la Conferenza Episcopale Internazionale. Una funzione puramente rappresentativa e d onore è svolta dall arcivescovo di Utrecht, presidente della Conferenza, che si impegna a garantire la comunicazione fra le diocesi vetero-cattoliche. Il modo conciliare-sinodale di concepire la Chiesa è da sempre presente nel cristianesimo, finchè non ha cominciato a prevalere il modello ultramontanista-curiale-verticistico (in cui il vescovo capo assoluto della diocesi e il papa monarca assoluto dell intera Chiesa). Rottura con il romanismo per preservare la continuità I vetero-cattolici nascono da una rottura con l eccesso di romanismo della Chiesa cattolica-romana, sul concetto di Chiesa, nel modo in cui è stato definitivamente sancito dai dogmi del Concilio Vaticano I (e successivamente in minima parte corretto dal Vaticano II) e quindi dalla necessità di organizzarsi e di giustificarsi teologicamente come Chiesa separata. I veterocattolici non si concepiscono come una ri-fondazione, ma come una continuità con la "Chiesa antica", quando la Chiesa era indivisa, con i concili ecumenici riconosciuti dalla stragrande maggioranza dei cristiani e quando 1
nell'occidente non vi era un centro permanente che pretendeva di avere autorità universale e assoluta. Non si può dunque dire che la Chiesa vetero-cattolica sia la fotocopia della Chiesa anteriore al Concilio Vaticano I, ma la continuità della Chiesa Cattolica nella sua concezione conciliare-sinodale, in continuità con la chiesa apostolica e con quella del I millennio e che ancora nel II millennio era presente (vedi Concilio di Costanza) pur in forma minoritaria. Ecclesiologia dal basso L'ecclesiologia delle Chiesa vetero-cattolica si rifà alla Chiesa indivisa del primo millennio (la Chiesa antica racchiude la Sacra Scrittura, la Tradizione, i simboli di fede antichi, le decisioni dogmatiche dei primi 7 concili ecumenici). Così, le chiese vetero-cattoliche hanno una visione della Chiesa "dal basso" e non "dall'alto": è la comunità ecclesiale che mantiene l'autorità, delegando, poi, l'esercizio di essa al vescovo. Nei primi mille anni della sua storia, nonostante le varie separazioni ed eresie, la Cristianità fu sostanzialmente unita. I cinque storici centri patriarcali, Gerusalemme, Antiochia, Roma, Alessandria e Costantinopoli erano un corpo solo avendo una piena comunione tra loro. Dal 1054 il Patriarcato romano si è ufficialmente staccato dagli altri quattro Patriarcati seguendo una propria autonoma strada contraddistinta dall'autorità del vescovo di Roma, autorità rivendicata su tutta la Chiesa. 2
Le note della Chiesa La Chiesa è anche articolo di fede: una, santa, cattolica, apostolica. Una: la sorgente dell'unità è il Dio trinitario. Il punto centrale dell'ecclesiologia vetero-cattolica è la Chiesa locale, cioè la comunità eucaristica presieduta dal vescovo, responsabile di preservare l'unità, la cattolicità e l'apostolicità. È in relazione, da una parte, con il collegio dei presbiteri, dall'altra con i laici, che si esprime nella partecipazione sinodale alla Chiesa locale di clero e laici, uomini e donne. La Chiesa locale, non è parte della Chiesa-una, ma è la Chiesa-una, nella sua interezza di doni e ministeri nella pienezza della salvezza di Dio. Ciascuna chiesa locale rappresenta la Chiesa- una nel luogo, senza la necessità di una istituzione centralizzata alla quale sottomettersi. È chiaro che ogni Chiesa locale sente la necessità di essere in comunione con tutte le altre chiese sorelle. Cattolica: la cattolicità della Chiesa non è tanto una questione geografica, ma si fonda sul concetto espresso da S. Vincenzo di Lerins: È cattolico tutto ciò che ovunque, da sempre e da tutti è stato creduto. Ha dunque a che fare con la continuità della trasmissione e della comprensione della PIENEZZA della verità, dalla Chiesa apostolica, attraverso la testimonianza delle Scritture. Apostolicità: è strettamente connessa alla cattolicità, nel senso che la preserva, la sviluppa e la tramanda. Non consiste in una meccanica concatenazione di vescovi (come se una catena di ordinazioni potesse di per sé produrre lo spirito apostolico!). Tutta la Chiesa deve collocarsi nella successione degli apostoli. È una responsabilità che coinvolge tutta la comunità ecclesiale, processo in cui la Chiesa rimane fedele alla Parola (attraverso Scritture e Sacramenti) nelle varie forme di inculturazione. L'apostolicità si manifesta anche nella consacrazione di un vescovo: la Chiesa locale, autonomamente, senza un'autorità superiore che influisce, 3
elegge il vescovo. Non può però darselo da sé: si chiede alle altre chiese locali, che sono in comunione, di ordinarlo, perché si manifesti l universalità della Chiesa e il fatto che l ordinazione proviene da Dio e non è un mero fatto sociale. 4
Chiesa locale e Concilio Secondo la prospettiva vetero-cattolica, i vescovi nel Concilio Vaticano I, non avrebbero dovuto portare le proprie opinioni, ma testimoniare la fede della propria chiesa locale. Nel centenario dei decreti del Concilio Vaticano I, i vescovi vetero-cattolici, in accordo con la chiesa antica, affermarono che nelle chiese locali rette da vescovi, metropoliti e patriarchi, la Chiesa era presente nella sua unità e completezza, concetti ribaditi e ampliati nel testo "L'unità della Chiesa e le Chiese locali" frutto del dialogo con gli ortodossi. Le chiese locali non devono chiudersi, ma ascoltarsi tra loro, soprattutto attraverso sinodi e concili. Per vetero-cattolici, anglicani e ortodossi, i concili non riguardano i vescovi, ma primariamente le chiese locali: la collegialità dei vescovi deriva dalla collegialità delle comunità che guidano. Nei concili non è l'autorità superiore o inferiore a decidere ma soltanto la testimonianza autentica. I vetero-cattolici infatti accolgono l'infallibilità della chiesa, cioè l'assicurazione che la chiesa nel suo insieme, assistita dallo Spirito, non perde la verità di Cristo; tuttavia nessuna sua struttura (Papato o Concilio), né alcun suo decreto di per sé possiede l'infallibilità. Per questo se un sinodo legiferasse in materia di fede in contraddizione con la fede, i credenti sono obbligati a rifiutare i nuovi pronunciamenti. La verità espressa da un Concilio Ecumenico emerge solo con la sua ricezione a posteriori. La storia, infatti, conosce concili che avevano la pretesa di dichiararsi ecumenici, oppure che per un certo tempo avevano dato l impressione di rappresentare la dottrina della Chiesa, ma che alla fine vennero respinti, in base alla Scrittura compresa attraverso la Tradizione.. Dunque, per quanto riguarda l universalità dei concili, come gli ortodossi, riteniamo ecumenici solo i primi 7 concili, celebrati e accolti dalla quasi totalità della cristianità. 5
Servizio e successione apostolica Nelle lettere e negli scritti neotestamentari vengono descritti molti ministeri (=servizi). Fra di essi vi è un servizio che prende origine dalla missione stessa degli apostoli e questo servizio fa parte dell'essenza della Chiesa e si è storicamente configurato attraverso la tripartizione sinodale di episcopato, presbiterato, diaconato. Sia la decisione del canone del Nuovo Testamento sia la tripartizione della missione apostolica si affermarono entrambe nel II sec. d.c (nonostante questo, le chiese protestanti accettano la definizione del canone, ma non la tripartizione del ministero). C'è un unico vescovo perché la chiesa è una e c'è il collegio dei presbiteri perché la missione apostolica è sempre collegiale. La Chiesa vetero-cattolica ha mantenuto l'ordine tripartito, ma a differenza della Chiesa cattolico-romana esso viene vissuto sinodalmente in unione con il laicato. A differenza dei protestanti, pur riconoscendo il primato delle Scritture, i vetero-cattolici non fondano la propria dottrina su una Scrittura, isolata dalla Chiesa apostolica e post apostolica, ma sulla Chiesa dei primi tempi, (che accoglieva il primato delle Scritture). Il ministero tripartito è il risultato, sì, di un'evoluzione storica ma in continuità con la sua origine apostolica. Chi riceve l'ordine, però, non è distinto dai laici: si potrebbe dire che il ministro rappresenta Cristo e porta avanti la missione degli apostoli, i laici lo Spirito che aiuta i ministri a riconoscere il loro rimanere nella verità. Giampaolo Pancetti Chiesa Vetero-Cattolica dell Unione di Utrecht in Italia Parrocchia san Vincenzo di Lerins 6