SINTESI DELL INCONTRO ECUMENICO DEL 16 APREILE 2013

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1 SINTESI DELL INCONTRO ECUMENICO DEL 16 APREILE 2013 CIRCA IL METODO: a) Introduzione del Moderatore. b) Si è dato come tempo 30 minuti a relatore e non si è dato limite di tempo alle domande e alle relative risposte; ritenendo questa la parte più interessante e rispondente alla finalità della tavola rotonda. c) Si è scelto liberamente su chi dovesse parlare per primo. d) Le domande saranno espresse dopo ogni relazione. e) Risposta alle domande sarà data dopo la seconda relazione. CIRCA I PARTECIPANTI: É apparsa evidente la scarsa conoscenza dell Alterità ecclesiale, sia dell identità che del linguaggio proprio, che ha spiazzato le chiese invitanti all incontro la cui finalità era di studio e di arricchimento reciproco. La tavola rotonda, malgrado il clima creatosi, ha dato vita, nella formulazione delle domande, a un percorso preziosissimo di dialogo e approfondimento reciproco, stoppato, purtroppo, da alcuni che evidentemente non sanno ascoltare e rispettare l alterità ecclesiale. Ecco perché mi è parso opportuno riproporre le domande, così come le ho appuntate perché, a mio parere, possono essere oggetto di chiarimento reciproco. RELAZIONE DEL RAPPRESENTANTE DEL PATRARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI. Per prima cosa, P. Giovanni Festa, ha riletto in modo Ortodosso il titolo della Tavola rotonda «Le altre Chiese Cristiane leggono il Concilio Vaticano II» a parte le sue precisazioni sull uso delle virgolette. Partendo dalla «Sacrosanctum Concilium» ha precisato che per lui il Vaticano II è da leggere in «chiave apocalittica» e la lettura complessiva è segnata dal post-concilio ed in particolare da due documenti della Congregazione per la dottrina della fede: Dominus Jesus e Questioni inerenti alla Chiesa. Riprende il discorso che Sua Santità Bartolomeo I ha pronunciato in occasione del 50 anniversario dell apertura del Concilio e l Enciclica del Santo Sinodo Ecumenico per la Quaresima Ampliando, poi, la riflessione sui contenuti del magistero conciliare sui temi fondamentali nel dialogo ecumenico sulla struttura della chiesa, a richiamato il tema della «Successione Apostolica» sottolineando come questo tema era già stato affrontato 1

2 precedentemente da Pio XII che, aveva già apportato modifiche all impianto di Trento con la «Mysticis Corporis» e, precisando come il magistero ultimo di Benedetto XVI richiamando il tema della «continuità con il magistero precedente del Vaticano II», non risolve il problema, principalmente, interno al mondo cattolico su «se il Vaticano II è continuità o discontinuità o netta rottura con la tradizione precedente». Altro tema che richiama è quello della definizione «fratelli separati» alla quale è collegata quella di «Chiese Sorelle». Per finire ha richiamato l oggi. L elezione di Francesco I a Vescovo di Roma Antica, le sue prime parole che, sottolinea, «richiamano il magistero di Bartolomeo I» hanno portato a un fatto nuovo: La delegazione ufficiale all Inizio del Ministero Petrino del Patriarcato di Costantinopoli guidata personalmente dal Patriarca Bartolomeo I. Il Relatore ha posto il problema della «recezione del concilio da parte del pleroma ecclesiale» e, entrando nel giudizio del decreto «Unitatis Redintegratio» ripropone alcuni limiti ad esempio il fatto che per l ortodossia la «chiesa precede la parola»; il problema attuale dell «Unità Eucaristica»; l incomprensione, da parte ortodossa, della pluralità rituale all interno della stessa Chiesa Romana che oggi ha due riti «Ordinario e Straordinario». LE DOMANDE E CHIARIMENTI POSTE AL RELATORE ORTODOSSO 1 ) Il Cammino Ecumenico dell Ortodossia. 2 ) Unità Eucaristica. 3 ) La Successione Apostolica 4 ) Qual è il percorso possibile per un avvicinamento delle chiese. 5 ) Le chiese sorelle e separate 6 ) Ritorno e custodia del «deposito della fede» 7 ) Chiarimenti su come l ortodossia si pone «di fronte al mondo (contemporaneo)» 8 ) Chiarimenti sul rapporto «Atenagora I Paolo VI» 9 ) Chiarimenti sull espressione usata «Paolo VI grande sconfitto». GLI INTERVENTI. Malgrado le buone intenzioni non è stato possibile al relatore precisare o ritornare su quanto esposto e, soprattutto, sulle domande per le critiche sollevatesi, che hanno portato il Relatore a cedere, dopo due tentativi, la parola al Pastore Valdese Giuseppe Ficara. 2

3 RELAZIONE DEL PASTORE VALDESE. Il Relatore, il Pastore Giuseppe Ficara, che ha preparato una brevissima traccia di riflessione, prende in esame il Decreto Conciliare «Unitatis Redinteratio» richiamando il clima di assoluta novità che accompagnò la convocazione e la celebrazione del Vaticano II. In particolare l ingresso della Chiesa Romana nel Movimento Ecumenico, sottolineando perché Pio XI proibiva ai Cattolici di parteciparvi «i separati devono rientrare poiché l unità c è ed è con Roma e perché la Verità c è ed è con Roma». Passa poi a sottolineare i termini nuovi e comuni alle chiese della Riforma che nell aula conciliare e nel documento emergono: «la Divisione delle chiese è una opposizione alla richiesta di unità di Gesù (Gv.17,21)»; «la divisione delle chiese è scandalo per il mondo»; «la divisione delle chiese è impedimento alla Predicazione». Sottolinea la riscoperta da parte Romana della Parola e del ruolo dello Spirito Santo. «L unità già in atto per il battesimo in Cristo e lo Spirito come comunione e principio di unità della chiesa». I cristiani separati non sono più chiamati eretici ma «fratelli separati». Nella comunità dei «fratelli separati» agisce la grazia: «sono segni e luoghi di grazia». Infine, richiama il fatto storico che la Chiesa Romana afferma con U.R. afferma che esiste un confine non visibile, spirituale molto più ampio del «confine fisico della Chiesa Cattolica» sottolineando il «subsistit in di L.G. 8» come superamento dell «est» precedente dell «extra ecclesia nulla salus». Circa poi il tema dell unità eucaristica afferma che«oggi non c è speriamo nel domani». Infine sottolinea che non ci può essere cammino ecumenico senza «conversione del cuore» e che è importante l apertura circa un «ordine gerarchico delle verità». DOMANDE 1 ) Che cosa può voler dire oggi condividere l unità battesimale di «un solo battesimo». 2 ) C è speranza ancora nel cammino ecumenico. 3 ) Come valutare gli atteggiamenti di rispetto di Papa Francesco I 4 ) Necessità di conoscere meglio i documenti del Vaticano II 5 ) Chiarimenti sul «possesso o custodi della verità» Purtroppo il clima generale e la mancanza di tempo non ha consentito ai relatori di rispondere alle domande, se non in modo parziale. 3

4 VALUTAZIONE È in dubbio che la valutazione è positiva, se c è stata intemperanza, anche se ciò rammarica, era prevedibile ed ecco perché come moderatore all inizio ho precisato, citando, la Dignitatis Humanae del Concilio, che occorre il rispetto reciproco della libertà di coscienza, di religione e di parola. Ovviamente ciò non si può realizzare senza un uditorio maturo. Mi ha fatto molta impressione vedere intervenire persone arrivate in ritardo, di cui una che ha ascoltato appena 10 minuti di dibattito messaggiando al telefonino per poi andarsene in mal modo! Una cosa è la libertà di pensiero ed un'altra e la buona educazione! Dialogo significa rispettare il pensiero e le parole dell altro e, soprattutto, umiltà poiché se siamo separati non è soltanto per la dogmatica e l ecclesiologia, ma per il linguaggio che usiamo. Anche questo fu oggetto di attento studio da parte dei Padri Conciliari del Vaticano II e ne offrirono una ammirabile riflessione dell Inter mirifica (la chiesa e i mezzi di comunicazione sociale). E chiaro che una tavola rotonda pubblica si presta ad ogni tipo di presenza e di interventi, ma questo è la fatica del dialogo e dell imparare il rispetto dell alterità! Speriamo di far sempre meglio e con maggior profitto reciproco. Ritengo necessario, per una prossima volta assicurarsi che i partecipanti abbiano capito di che cosa si tratta ed evitare che, come ieri sera, si chiedesse ad un ortodosso di recepire i documenti di un concilio che non è il suo, ma della Chiesa Cattolica Romana! Mi piacerebbe se potessimo avere i testi delle due conferenze, e se fosse possibile le risposte alle domande, io allego alla presente la mia introduzione. Grazie! E se posso permettermi: Amare la Chiesa significa sentirla nostra, ma per diventare realmente la nostra chiesa occorre purificare il nostro cuore e le nostre labbra affinché pronuncino solo le parole di Dio e mai più le nostre! Il moderatore Fr. Antonino Rocca o.p. 4

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