Un modello di assistenza domiciliare per i pazienti con Demenza di Alzheimer: esperienza in una ASL della Regione Lazio



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Transcript:

Un modello di assistenza domiciliare per i pazienti con Demenza di Alzheimer: esperienza in una ASL della Regione Lazio Carbone G.*, Barreca F.*, Mancini G., Pauletti G., Salvi V., Vanacore N. ; Salvitti C.^, Ubaldi F.^, Sinibaldi L. *Centro Demenze U.V.A. Italian Hospital Group, Guidonia (Roma). U.V.A.- U.O. di Neurologia G.B. Grassi, Ostia (Roma). Centro Nazionale di Epidemiologia; Istituto Superiore Sanità ^ C.A.D. ASL Roma D 2 Distretto.

Premessa Le demenze rappresentano un insieme di patologie non guaribili e che richiedono un approccio globale alla cura di chi ne è colpito perché globale e progressivo è il coinvolgimento della persona malata e dei suoi familiari. In particolare per le demenze cronico-degenerative, in cui l approccio farmacologico è sostanzialmente solo sintomatico, nasce l esigenza di definire: progetti assistenziali personalizzati luoghi di cura (NRA, Centri Diurni, domicilio) che permettano di rispondere ai diversi bisogni che il malato e la sua famiglia manifestano nel lungo decorso della malattia.

Assistenza Domiciliare Alzheimer Nel 2 Distretto Sanitario della ASL RMD, per il periodo 2006-2007, è stato attivato un servizio di assistenza domiciliare per pazienti con Demenza di Alzheimer ed è stato affidato al Centro Demenze - Unità Alzheimer della Italian Hospital Group (IHG) di Guidonia (Roma).

Protocollo operativo Il protocollo operativo prevedeva che pazienti seguiti dall UVA dell Ospedale GB Grassi che avevano ricevuto diagnosi di Demenza di Alzheimer probabile: venissero segnalati dal GB Grassi al CAD Il CAD e l IHG svolgessero una prima valutazione domiciliare per: formulare una preliminare relazione clinico-assistenziale verificare la disponibilità della famiglia ad accettare l assistenza I pazienti ritenuti idonei venissero sottoposti a VMD dall equipe dell IHG l equipe della IHG formulasse il PAI condividendolo con i colleghi dell UVA del GB Grassi per poi essere attuato dagli operatori della IHG la durata del PAI avesse la durata di tre mesi, assicurando tre accessi settimanali per complessive 19 ore circa a settimana.

Valutazione Multidimensionale Equipe multidisciplinare della IHG Neurologo Psicologo Terapista della Riabilitazione Motoria Terapista Occupazionale Assistente Sociale Progetti Riabilitativo Assistenziali Individuali (PRAI) UVA G.B. Grassi Inizio A.D.A.

Scale utilizzate per la Valutazione Multidimensionale Paziente: MMSE, CIRS, IADL ADL, Indice di Barthel, Scala della Tinetti, NPI Caregiver: Caregiver Burden Inventory, Caregiver Stress Index

1. ORIENTAMENTO SPAZIO-TEMPORALE Che giorno è oggi? (giorno della settimana e del mese, mese, anno, stagione) 0 1 2 3 4 5 Dove siamo qui? (luogo, piano, città, regione, stato o nazione) 0 1 2 3 4 5 2. MEMORIA - REGISTRAZIONE L esaminatore pronuncia tre parole casa, pane, gatto e chiede di ripeterle 0 1 2 3 l esaminatore ripete le parole finché l esaminando non le ha apprese (X massimo di 6 volte) 3. ATTENZIONE E CALCOLO contare all indietro per 7 a partire da 100. Registrare le prime 5 risposte 0 1 2 3 4 5 se il paziente ha difficoltà di calcolo far scandire la parola MONDO all indietro 4. MEMORIA - RIEVOCAZIONE Richiamo delle 3 parole imparate e ripetute prima 0 1 2 3 5. LINGUAGGIO Mini Mental State Examination (Folstein A. et al., 1975) - il paziente deve riconoscere e denominare due oggetti: matita, orologio 0 1 2 - il paziente deve ripetere la frase: tigre contro tigre ( non c è se né ma che tenga ) 0 1 - esecuzione di un compito su comando: a) prenda il foglio con la mano destra, b) lo pieghi a metà, c) me lo restituisca 0 1 2 3 - esecuzione di un comando scritto: deve eseguire ciò che è scritto sul foglio CHIUDA GLI OCCHI 0 1 - far scrivere una frase spontanea (con almeno un soggetto e un verbo) 0 1 6. APRASSIA COSTRUTTIVA copiare la figura 0 1../30

Cumulative Illness Rating Scale (CIRS) 14-Items (PalmaleeP.A., et al.1995) Patologie Cardiache (solo cuore) Diagnosi Stenosi mitralica (cod. 394.0) 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 Legenda: 1. Nessuna menomazione 2. Menomazione lieve: non interferisce con le normali attività; trattamento facoltativo; prognosi eccellente (ad es. lesioni dermatologiche, ernie, emorroidi) 3. Menomazione Moderata: interferisce con le normali attività; trattamento necessario; prognosi buona (ad es. colelitiasi, diabete o fratture trattabili) 4. Menomazione Grave: è invalidante; trattamento necessario con urgenza; prognosi riservata (ad es. carcinoma operabile, enfisema polm., insuff.cardiaca conges.) 5. Menomazione Molto Grave: può essere letale; trattamento di emergenza o inefficace; prognosi grave (ad es. infarto miocardio, ictus, emorragie digestive, embolia)

IADL (Lawton et al. 1969) A) Abilità ad usare il telefono B) Fare la spesa C) Preparare i pasti D) Cura della casa E) Fare il bucato F) Spostamenti fuori casa G) Assunzione dei farmaci H) Uso del proprio denaro ADL (Katz S. et ai., 1963) A) Fare il bagno B) Vestirsi C) Toilette D) Spostarsi E) Continenza (feci e urine) F) Alimentazione

INDICE DI BARTHEL (Shah S.et al. 1989) Funzione o compito Incapace di eseguirlo Tenta di eseguirlo ma è insicuro Richiesto aiuto moderato Richiesto aiuto minimo Indipen dente Alimentazione 0 2 5 8 10 Fare il bagno/doccia 0 1 3 4 5 Igiene personale 0 1 3 4 5 Abbigliamento 0 2 5 8 10 Controllo dell intestino 0 2 5 8 10 Controllo della vescica 0 2 5 8 10 Uso del gabinetto 0 2 5 8 10 Trasferimento sedia/letto 0 3 8 12 15 Deambulazione 0 2 8 12 15 Salire le scale 0 2 5 8 10 Uso della carrozzina (assegnare i punti solo se è incapace a deambulare e la sa usare) 0 1 3 4 5

SCALA DELLA TINETTI (Tinetti ME; 1986) Equilibrio 1. Alzarsi dalla sedia 2. Tentativo di alzarsi 3. Equilibrio nella stazione eretta 4. Equilibrio nella stazione eretta prolungata 5. Romberg 6. Romberg sensibilizzato 7. Girarsi di 360 gradi 8. Sedersi Andatura 1. Inizio della deambulazione 2. Lunghezza ed altezza del passo 3. Simmetria del passo 4. Continuità del passo 5. Traiettoria 6. Tronco 7. Cammino

NeuropsychiatricInventory (Commings J.L, et al, 1994) Deliri Allucinazioni Agitazione Depressione/disforia Ansia Euforia/esaltazione Apatia/indifferenza Disinibizione Irritabilità Attività motoria Sonno Appetito N.A. Frequenza(a) Gravità (b) (axb) 0 0 1 1 2 2 3 3 4 4 1 1 2 2 3 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 0 1 2 3 4 1 2 3 Frequenza: 1= Raramente: meno di una volta alla settimana 2= Talvolta: circa una volta alla sett. 3= Frequentemente: molte volte alla sett. ma non tutti i giorni 4= Quasi costantemente: praticamente sempre presente Gravità 1 = lievi (non producono disturbo al paziente); 2 = moderati (comportano disturbo al paziente); 3 = severi (richiedono la somministrazione di farmaci; sono molto disturbanti per il paziente)

PROGETTI RIABILITATIVO ASSISTENZIALI INDIVIDUALIZZATI SOGGETTI COINVOLTI Paziente Care giver principale AMBITI RIABILITATIVI Cognitivo Funzionale (AVQ) BPSD Counselling Sostegno psicologico Ambiente domestico

Riabilitazione: alcune considerazioni Non è giustificato il pessimismo di chi ritiene che le tecniche riabilitative non servano nelle malattie neurologiche progressive. Il trattamento riabilitativo ha oggi una base teorica. Il deficit cognitivo del paziente con Alzheimer non è del tipo tutto o niente e va pertanto condotta una analisi qualitativa che consenta un trattamento per quanto possibile mirato per il miglioramento o il mantenimento delle risorse residue.

Scopi della terapia riabilitativa nelle malattie cronico degenerative Stimolare le funzioni cognitive (memoria procedurale, cues sensoriali ) per rallentare la perdita di autonomie nelle IADL e ADL Arginare i disturbi non cognitivi (depressione, ansia, aggressività, ecc.) Migliorare la qualità della vita del paziente e del caregiver nel contesto familiare e sociale

Quali interventi riabilitativi? Diversi interventi riabilitativi hanno dimostrato la loro efficacia nel: 1. controllo dei disturbi comportamentali, 2. nel rallentamento del declino cognitivo, 3. nel rallentamento della compromissione funzionale, con il conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. O B I E T T I V I Portare il paziente a raggiungere la migliore qualità di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, riducendo al massimo le restrizioni alle sue personali scelte operative.

Alzheimer lieve L APPROCCIO RIABILITATIVO VA MODIFICATO DURANTE L EVOLUZIONE CLINICA DELLA MALATTIA Alzheimer grave Terapie cognitive Terapie comportamentali Si basano sull utilizzo di risorse interne del paziente (quindi presuppongono per lo meno capacità strategiche residue) E rivolta a produrre benefici indiretti al paziente intervenendo sull ambiente (il paziente ha un ruolo più passivo)

La terapia riabilitativa dovrà essere scelta e strutturata in modo da stimolare le abilità ancora conservate per compensare quelle che non funzionano più. Riabilitazione di miglioramento o mantenimento delle risorse residue

Interventi sul paziente Tecniche di stimolazione cognitivo-comportamentali Stadi della Demenza Lieve Moderato Severo Mnemotecniche (ausili esterni: calendari, orologi,ecc.)*, Training cognitivi computerizzati, R.O.T.*, Memory training (m. procedurale) *, Psicoterapia di sostegno*, T. occupazionale*, T. di reminiscenza e di rimotivazione T. validazione, Riattivazione motoria, Milieu therapy, pet therapy + + + + + * Sufficientemente suffragate da ricerche sperimentali controllate.

Interventi sulla famiglia Counselling familiare, per trattare gli scompensi delle dinamiche intrafamiliari e le conseguenze psichiche. Psicoeducazionali, per: informare la famiglia e il caregiver sulle effettive abilità del paziente, istruire sulle strategie da adottare per facilitare processi di adattamento all ambiente domestico che possano garantire il mantenimento di autonomie

Interventi sull ambiente domestico Renderlo più sicuro per: facilitare il mantenimento di autonomie: compensando le disabilità ed i disturbi della memoria e dell orientamento (calendari, fotografia personale sulla porta della stanza da letto, colori ben contrastati, luci notturne, ecc.), ridurre i disturbi comportamentali: evitando distress sensoriali: ridotte stimolazioni ambientali possono comportare una condizione di deprivazione sensoriale che risulta deleteria, mentre rumori, radio, televisione, possono provocare disturbi comportamentali.

Pianificazione degli interventi di riabilitazione cognitiva e funzionale Lunedì M Mercoledì G Venerdì S 8-9 Memory Training AVQ (igiene, bagno, vestizione) ROT gastronomica Reminiscenza Memory Training AVQ (igiene, bagno, vestizione) ROT gastronomica Reminiscenza Memory Training AVQ (igiene, bagno, vestizione) ROT gastronomica Reminiscenza 9-10 ROT ROT ROT 10-11 T. rimotivazione (socializzazione e attività motoria esterna) T. Rimotivazione (socializzazione e attività motoria esterna) T. Rimotivazione (socializzazione e attività motoria esterna) 11-12 T. Occupazionale T. Validazione Sostegno psicologico Milieu Therapy T. Validazione Assistenza sociale Mnemotecniche (Film/Album foto) T. Validazione 12-13 Musicoterapia ROT gastronomica Musicoterapia ROT gastronomica Musicoterapia ROT gastronomica

Caratteristiche dei 22 pazienti a T0 Pazienti Media (SD) T0 Media e (SD) Femmine (12) Media e (SD) Maschi(10) Età(65-89) 78,4 (6,5) 80,5 (5,8) 75,9 (6,7) Scolarità 7,8 (3,7) 7,8 (3,4) 7,7 (4,1) M.M.S.E. 20,9 (4,6) 20,3 (4,9) 21,7 (4,4) CIRS 14 (Indice di Severità ) 1,3 (0,2) 1,3 (0,2) 1,3 (0,2) CIRS 14 (Indice di Comorbidità*) 2,0 (1,2) 2,0 (1,2) 2,0 (1,4) NPI 41,5(21,7) 43,8 (23,0) 38,7 (21,0) Barthel index 75,5 (24,2) 76,6 (24,8) 74,1 (24,7) BADL 4,3 (1,9) 4,5 (1,7) 4,0 (2,2) TINETTI 19,7(7,2) 18,6 (8,2) 21,1 (6,0) Media di tutti gli items, anche se non hanno riflessi sullo stato funzionale *Somma del numero di apparati con punteggio >o = a 3

Distribuzione dei 22 pz per fascia di età (1F;2M) (7F;3M) (4F;5M)

Caratteristiche dei 22 pz per scolarità (3F;1M) (0F;1M) (4F;3M) (5F;5M)

Comorbidità nei 22 pazienti Ipertensione (9F; 6M) TIA (4F; 3M) Diabete (2F; 2M) Ipercolesterolemia(2F; 2M) Cataratta (5F; 1M) Gastrite cronica (2F; 1M) 68% 32% 18% 14% 27% 14% Ernia Iatale(0F; 2M) Anemia (0F; 1M) Osteoporosi (0F;1M) Comizialità(1F; 0M) BPCO (0F; 1M) 9% 5% 5% 5% 4% IRC (1F; 1M) 9% Ipertrofia prostatica (5M) Artrosi e artroprotesi(1f; 1M) 9% 9% Nessuna comorbidità(1f;2m) Comorbidità minori (2F;2M) 14% 18% 32% Ipoacusia (3F; 1M) Glaucoma (2F; 0M) Ipotiroidismo (2F; 0M) Ipotensione (0F; 2M) 9% 9% 9% 9% Comorbidità solo Ipertensione (5F;3M) Comorbidità(Ipertensione + TIA, e/o diabete/ipercol.) (4F;3M) 36% 32%

Comorbidità nei 22 pazienti

Valori medi del MMSE nei 22 pz (T0-T90)

Valori medi NPI nei 22 pz (T0-T90)

Valori medi del Cluster psicotico (T0-T90)

Valori medi del Cluster nevrotico (T0-T90)

Valori medi del Cluster affettivo (T0-T90)

Valori medi del Cluster personalità (T0-T90)

Valori medi del Cluster vegetativi (T0-T90)

Valori medi Indice di Barthel (T0-T90)

Punteggio sub items Indice di Barthel (T0-T90) Alimentazione Abbigliamento

Punteggio sub items Indice di Barthel (T0-T90) Bagno Igiene

Punteggio sub items Indice di Barthel (T0-T90) Continenza intestinale Continenza urinaria Uso del gabinetto

Punteggio sub items Indice di Barthel (T0-T90) Trasferimento sedia - letto Deambulazione

Punteggio sub items Indice di Barthel (T0-T90) Uso delle scale

Valori medi Scala della Tinetti (T0-T90)

Scala della Tinetti a T0 Scala della Tinetti a T90

Caratteristiche dei 22 caregivers Caregivers Media (SD) T0 Media e (SD) Femmine (19) Media e (SD) Maschi(3) Età(37-89) 65,9 (16,1) 61(16,3) 86,7 (2,9) Scolarità 9,9 (4,8) 9,8 (4,9) 11,3 (2,9) Componenti della famiglia 3 (2) 3 (2) 2 (1) Ore di assistenza 3,1 (1,6) 3,1 (1,2) 2,7 (1,1) Ore di sorveglianza 11,6 (7,2) 11,1 (6,1) 14 (3,6) Caregiver Burden Inventory 42,4 (18,2) 39,8 (15,3) 45,5 (21,5) Caregiver Stress Index 7,0 (2,7) 6,4 (2,1) 7,7 (3,2)

Valori medi Caregiver Burden Inventory (T0 - T90)

Valori medi sub items CBI (T0 - T90)

Valori medi Caregiver Stress Index (T0 - T90)

T0 T90

Conclusioni -1 Gli interventi assistenziali riabilitativi erogati per 3 mesi in regime domiciliare ai 22 pazienti con compromissione cognitiva di grado lieve moderato hanno permesso di: - ottenere un miglioramento al MMSE - ridurre le disabilità nelle AVQ - ridurre significativamente il rischio di cadute - ridurre in modo significativo i disturbi non cognitivi - ridurre il burden e lo stress del caregiver Questi 22 pazienti sono stati poi rivalutati dopo 3 mesi dalla sospensione dell assistenza domiciliare e si è visto che.

Follow up dopo 90 gg di 22 pz già in ADA Caratteristiche dei 22 pazienti Età(65-89) Età maschi Età femmine Scolarità M.M.S.E. CIRS 14 (IS) CIRS 14 (IC) NPI Barthel index BADL TINETTI CBI Media (SD) iniziale 78,4 (6,5) 75,9 (6,7) 80,5(5,8) 7,8 (3,7) 20,9 (4,6) 1,3 (0,2) 2,0 (1,2) 41,5(26,6) 75,5 (24,2) 4,3 (1,9) 19,7(7,2) 41% 42,4 (18,2) Media (SD) 12 a settimana 22,7(4,7) 1,3 (0,2) 2,0 (1,2) 26,6(14,6) 87,3 (20,3) 4,3 (1,7) 22,9 (6,7) 9% 33,3 (15,0) Media (SD) dopo 12 settimane dalla fine dell ADA MMSE: perdita attesa annuale oscilla tra 1.8 e 4.2 punti. La perdita trimestrale dovrebbe oscillare tra: 0,45 punti e 1,05. (in 6 mesi 0.9-2,1) 19,4 (4,0) 1,3 (0,2) 2,0 (1,2) 46,7 (21,5) 77,2 (27,8) 4,3 (1,7) 20,8 (7,8) 20% 42,2 (15,1) * p<0,05 per l abbigliamento % pazienti ad elevato rischio di cadute (Tinetti < 19) Grado di Burden: 0-32 = lieve, 33-64 = moderato, 65-96 = grave.

Conclusioni-2 Questi dati sembrano quindi confermare l utilità di interventi di assistenza domiciliare con obiettivi riabilitativi, almeno nelle fasi lievi e moderate della malattia. Non possiamo dire invece cosa succederebbe: proseguendo gli interventi domiciliari riabilitativi formali anche solo in modo informale riattivando un secondo ciclo di assistenza domiciliare.

Conclusioni-2 Per avere più precise conferme sulla utilità e su come modulare nel tempo gli interventi domiciliari riabilitativi, anche per ritardare il momento della istituzionalizzazione, appaiono quindi necessari ulteriori studi. Ci sembra comunque di poter sostenere l opportunità di assicurare a questi malati (almeno nelle fasi lievi e moderate) una assistenza riabilitativa domiciliare come obiettivo prioritario in una rete integrata di servizi che raccordi appunto domiciliarità, semiresidenzialità e ricovero temporaneo (NRA) o definitivo (SCU).

Grazie per l attenzione