Congresso Internazionale di Mediazione Genova 22-27 settembre 2014 FUOCHI NELLA NOTTE. USO DI IMMAGINI D ARTE IN MEDIAZIONE FAMILIARE *



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Congresso Internazionale di Mediazione Genova 22-27 settembre 2014 FUOCHI NELLA NOTTE. USO DI IMMAGINI D ARTE IN MEDIAZIONE FAMILIARE * Conny Leporatti Psicologa, Mediatrice Familiare, Direttrice Centro Co.Me.Te di Empoli, Professore a Contratto Università degli Studi di Firenze connyleporatti@gmail.com Immagini e mediazione La comunicazione verbale è solitamente più controllabile della comunicazione non verbale. Per questo motivo spesso il canale verbale è saturo di elementi superflui o dispersivi che possono creare, anche involontariamente, barriere alla comunicazione di ciò che sta a cuore al cliente, e di cui spesso egli stesso non ha consapevolezza. Il mediatore lavora sulle dissonanze e le discrepanze tra ciò che i clienti dicono - l immagine esterna - e ciò che i clienti esprimono non verbalmente -l immagine interna - e da questa ricostruzione il mediatore crea ipotesi relazionali, il cui livello di accuratezza diventa più evidente con il progredire del processo di mediazione. Come sostiene Katia Giacometti, l immagine tende a favorire un primo livello di rappresentabilità, stabilendo tra il soggetto e la sua storia relazionale una distanza che favorisce l ascolto, la pensabilità ed il dialogo. Per mezzo dell immagine si può avere e dare accesso a mondi interni, non facilmente raggiungibili e spesso difesi dall uso del canale verbale. Con questi presupposti, ed influenzata dal lavoro e dalle mostre curate da Flavio Caroli dal 1980 ad oggi, ho iniziato dagli anni 90 ad usare immagini d arte nella mediazione familiare. Uso di immagini d arte in mediazione. L uso delle immagini d arte in mediazione nasce quasi casualmente, da un intuizione legata ad una faticosa mediazione familiare che segnava il passo da tempo, dall amore che da sempre mi lega all arte e dalla formazione personale effettuata presso l Istituto di Terapia Familiare di Firenze. Amo l arte da sempre, sin da piccola ho avuto la fortuna di frequentare artisti e mostre di pittura, appassionandomi all arte figurativa e al suo codice. Così, nel corso della vita, ho raccolto cataloghi museali provenienti da tutto il mondo e li ho tenuti in studio, quasi fossero un potenziale rifugio per i momenti più faticosi, come a volte rileggere alcuni passi di certi libri può esserlo. Alcuni clienti hanno notato i cataloghi e me ne hanno chiesto la provenienza; altri no.

Inizia così l uso che faccio delle immagini d arte in mediazione. Ho continuato nel tempo ad usare le immagini d arte ed ho definito meglio la procedura. Ad oggi esse sono riunite in book di 200 immagini, suddivise per 20 categorie. In mediazione la mia richiesta è la seguente: Scelga un immagine d arte che sente possa rappresentarla o rappresentare suoi stati d animo. Lascio che i clienti sfoglino liberamente e senza fretta i cataloghi disponibili. Il lavoro successivo alla scelta delle immagini, è un lavoro di connessione tra le immagini scelte, le motivazioni di questa scelta, le emozioni connesse a quelle immagini, l immagine in relazione con il sé, con il mondo interno, con l inconscio ottico, con le relazioni familiari, col sistema terapeutico. La connessione avviene per mezzo di domande circolari che pongo come mediatore, connettendo le informazioni che i clienti mi hanno fornito della loro storia con i pattern comunicativi che hanno caratterizzato la narrazione e quanto le immagini scelte suscitano in me, in base alle ipotesi che ho elaborato ed al mio stare in mediazione, secondo l uso del mio Sé, della mia storia di mediatore e della mia formazione. Il Test delle immagini d arte nella mediazione Dalla feconda collaborazione clinica e formativa con Rodolfo De Bernart, nasce nel 2002 la sistematizzazione dell uso spontaneo che ho operato delle immagini d arte in mediazione fin dai primi anni 90, in un Test delle immagini d arte. L intento del lavoro forse chiamato impropriamente Test- non è tanto quello di fornire uno strumento di natura diagnostica e predittiva, quanto quello di fornire uno strumento di natura proiettiva, di supporto al lavoro clinico ed alla relazione terapeutica con la coppia. Le immagini che nel corso del lavoro clinico da me svolto nel decennio precedente erano state più frequentemente scelte dai clienti, sono state riunite in un Book di 200 immagini, suddivise in 20 categorie: - Bambino - Casa - Cibo - Coppia - DCA - Famiglia - Fratelli - Genitori - Gioco - Identità di genere - Individuo femminile - Individuo maschile - Lavoro - Madre - Malattia - Morte

- Nonni - Padre - Sesso - Vecchiaia L intuizione ha consentito la strutturazione di uno strumento di lavoro che allo stato attuale è in sperimentazione presso diversi Istituti di Terapia Familiare italiani afferenti alla rete degli ITF- e circa 50 Istituti di Terapia Familiare in Europa afferenti all EFTA, European Family Terapy Association. L uso del Test, nato in un primo momento per l'uso nella psicoterapia, è stato da me esteso anche in Mediazione e lo utilizzo nei colloqui con le coppie. La sua utilizzazione avviene secondo la classica richiesta al cliente Scelga un immagine d arte che senta possa rappresentarla o rappresentare suoi stati d animo. Successivamente invito ciascun partner a procedere nella lettura delle immagini scelte dall'altro. La lettura che ha luogo è una lettura incrociata, ovvero viene richiesto all uno di leggere l immagine scelta dall altro-, al fine di favorire il decentramento cognitivo e la capacità di mettersi nei piedi dell'altra persona. Le categorie che uso nel lavoro con la coppia sono: Nei colloqui di coppia: la coppia, individuo femminile, individuo maschile, sesso, cibo; Per la coppia genitoriale: la famiglia, il padre, la madre, il bambino/i fratelli (a seconda che vi sia un figlio unico o vi siano fratelli) Per la famiglia separata: la famiglia, i genitori, il bambino/i fratelli, i nonni, le case. Desidero adesso presentare brevemente un caso per esemplificare l'uso delle immagini d'arte in mediazione: IL CASO DI MARA E FRANCO** Mara e Franco si rivolgono a me per un percorso di mediazione in fase di separazione, separazione che desidererebbero potesse essere consensuale. Mara fa grande fatica a parlare davanti a Franco e non riesce ad esprimere le sue emozioni ed i suoi disagi nell incontro con il marito. Franco è rancoroso e ostile verso Mara e non riesce a comprendere la sua sofferenza, nonostante sia ella stessa che ha scelto di separarsi. Non sono presenti altri partner. Mara e Franco lavorano insieme in uno Studio Associato, nel quale Mara esercita la professione di Avvocato e Franco la professione di Commercialista. Confliggono in merito alla regolamentazione del regime di frequentazione della loro figlia, Eleonora. Decido di introdurre l uso delle immagini d arte poiché il canale verbale è decisamente saturo e le parti non riescono ad effettuare alcun tipo di decentramento cognitivo, passando dalla propria posizione alla possibilità di mettersi per breve tempo nei panni dell altro. Presento la categoria delle immagini d arte COPPIA e chiedo ad entrambi di scegliere un immagine che rappresenti la relazione con l altro durante la crisi: - Mara sceglie P.Gandolfi, Tenebre Invisibili, 1995

- Franco sceglie Chagall, La passeggiata, 1917-18

Chiedo successivamente a Franco di commentare l immagine scelta da Mara. Lui rimane a lungo silenzioso e poi dice Forse Mara intende dire che non è stato facile per lei chiedermi delle cose che le facevano piacere Chiedo a Mara di dire perché secondo lei Franco ha scelto questa immagine. Lei dice Lui pensa che io sia una sciocca che non ha i piedi per terra e non ha capacità di portare avanti con determinazione il proprio lavoro Lavoriamo su questi aspetti, chiedo poi a ciascuno di esprimere le reali motivazioni per cui ha scelto quell immagine: - Mara dice di aver scelto quell immagine perché è così che si è sentita in tutto il periodo della crisi, fino alla decisione di separarsi. Lei afferma Non potevo parlare, sentivo non tanto lo sguardo coperto quanto la testa schiacciata rispetto ai miei desideri nei confronti di ciò che Franco desiderava per noi, sia all interno del matrimonio che nell ambito lavorativo - Franco dice di aver scelto quest immagine che rappresenta effettivamente come lui senta Mara, senza piedi per terra e senza capacità di portare a termine un progetto. Invito entrambi a riflettere su quali altri aspetti possono stare dietro la scelta dell immagine che hanno fatto e dopo una lunga meditazione: - Mara dice forse l immagine che ho scelto sta ad indicare il fatto che un tempo con Franco condividevo un sogno, che poi non sono stata più capace di vedere

- Franco, dopo un ancor più lunga meditazione, dice forse Mara un tempo costituiva la leggerezza che in genere mi manca L'apertura manifestata sul piano emotivo da entrambe le parti, mi consente di chiedere loro di scegliere un immagine che rappresenti cosa pensano dell altro come GENITORE: - Dalla Categoria PADRE Mara sceglie E. Schiele, H. e il suo figlio Otto, 1913 - Dalla categoria GENITORI Franco sceglie P. Gaugin, Le Marie, 1891-92

Chiedo di nuovo a ciascuno di dire perché l altro può aver scelto quell immagine: Franco dice Mara ha scelto quell immagine perché pensa che io sia sempre stato condizionato da mio padre nelle scelte della mia vita Mara dice Franco ha scelto quell immagine perché pensa che da quando è nata Eleonora, io non ho avuto occhi che per la bimba ed ho perso di vista lui Chiedo poi ad entrambi il perché delle loro scelte: - Mara dice In essa è rappresentato un figlio succube del padre e in protezione di sé, ma anche allo stesso tempo un padre direttivo così come io sento che Franco è nei confronti di Eleonora; una direttività rigida e senza spazi per le proposte di Eleonora - Franco dice Sento che Mara da quando è nata Eleonora, non ha occhi e attenzioni che per lei e penso che le donne sullo sfondo siano un po le donne che progressivamente si sono allontanate da me, nello specifico mia madre e mia sorella Chiedo a questo punto ad entrambi di scegliere un immagine che rappresenti la loro FIGLIA in questa fase della loro separazione: - Mara sceglie N. Rockwell, Girl at mirror, 1954

- Franco sceglie N. Rockwell, Girl with black eye, 1953

Franco dice Mara ha scelto quest immagine perchè Eleonora è vanesia come lei Mara dice Franco ha scelto quest immagine perché lui vede Eleonora goffa e impacciata esattamente come me Chiedo la motivazione per cui effettivamente ciascuno ha scelto: - Mara dice Eleonora è grande e Franco deve rendersene conto. Eleonora è un adolescente, non è più una bimba ed ha bisogno di essere rispettata nei suoi desideri. Orientata e obbligata a rispettare le regole, ma anche ascoltata - Franco dice Rappresenta la curiosità e il desiderio di mettersi sempre in gioco che è proprio di Eleonora. In questo riconosco che Eleonora porta la forza che mi caratterizza e la leggerezza e l ironia che talvolta caratterizzano Mara A questo punto riusciamo a costruire un intesa dei bisogni di Eleonora, adolescente di 12 anni, alle soglie della pubertà, che necessita di essere ascoltata e rispettata nei suoi desideri, oltre che orientata. Spendiamo l intera seduta sull organizzare il diritto di visita che preveda tempo adeguato di presenza del padre con Eleonora e della madre con Eleonora, con domiciliazione prevalente di Eleonora presso la madre. In origine il padre chiedeva che la madre se ne andasse da casa in quanto

era lei che aveva chiesto la separazione e che Eleonora fosse domiciliata prevalentemente presso di lui. * La presente relazione contiene parti di relazioni ed articoli precedentemente presentati a Congressi italiani ed internazionali e pubblicati in italiano ed inglese. Le citazioni sono in bibliografia. ** Il caso è stato presentato dall'autrice al Congresso Mondiale di Mediazione di Genova (22-27 settembre 2014), in corso di pubblicazione. BIBLIOGRAFIA Caroli, F. (1998, Ottobre 30 1999, Marzo, 14). L anima e il volto, ritratto e fisiognomica da Leonardo a Bacon. Milano: Mondadori Electa. Cavanna, D., Finzi, D., Piermari, A. & Spadacini, A. (2013). La mediazione nelle separazioni conflittuali: dalla consulenza ai coniugi al lavoro con la famiglia. Terapia Familiare, 102, 59-78. Cigoli, V. (1999). Il patto infranto. In M. Andolfi (a cura di), La crisi della coppia. Milano: Raffaello Cortina Editore. De Bernart R., Francini G., Mazzei D., & Pappalardo L. (1999). Quando la coppia finisce la famiglia può continuare?. In M. Andolfi (a cura di), La crisi della coppia. Milano: Raffaello Cortina Editore. Emery, R. E. (1994). Il divorzio. Rinegoziare le relazioni familiari. Milano: FrancoAngeli. Leporatti, C. (2006). Il volto e l anima: uso di immagini d arte in terapia individuale sistemicorelazionale, in L implicito e l esplicito in psicoterapia, Franco Angeli, Milano Leporatti, C. (2010). In Imagine Verum, Immagini d arte e clinica di coppia. Storie e geografie familiari n. 4-5/2010: Scione Editore Leporatti, C. (2011). Fuochi nell ombra. Uso di immagini d arte in psicoterapia individuale e di coppia ad orientamento sistemico-relazionale, in Manuale clinico di terapia familiare, vol III, Franco Angeli, Milano. Mattucci, A. (2003). Consulenza, Mediazione, Terapia: Quale intervento?. In R. Giommi (a cura di), Il trauma delle separazioni difficili. Istituto Ricerca e Formazione. Mazzei D. (2002). La mediazione familiare. Il modello simbolico trigenerazionale. Milano: Raffaello Cortina Editore. Scabini E., & Cigoli V (2000). Il famigliare. Milano: Raffaello Cortina Editore.