I CEMEA ED I SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE



Documenti analoghi
REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

COMUNE DI REVERE PROVINCIA DI MANTOVA REGOLAMENTO PER IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

PROGETTO ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

REGOLAMENTO PER PRESTAZIONI DI ASSISTENZA DOMICILIARE, TRASPORTO SOCIALE E TELESOCCORSO

Un esperienza Servizio di Assistenza Domiciliare ai Minori creare legami per innescare

CARTA DEI SERVIZI SERVIZIO ASSISTENZA DOMICILIARE. Notizie Operative ed Informazioni Pratiche

Il documento viene adeguato sulla base delle evoluzioni regolamentari e normative disposte dalle istituzioni competenti ai vari livelli.

IL SERVIZIO DOMICILIARE

Progetto Diocesano TALITA KUM CARITAS DIOCESANA CALTAGIRONE CALTAGIRONE 4 OTTOBRE 2013 SEMINARIO ESTIVO H. 18,30

Comune di Monchio delle Corti

Lo sportello Unico Socio Sanitario Integrato Servizi Domiciliari

Area Infanzia, Adolescenti, Giovani, Famiglia. Assistenza domiciliare socio-educativa per minori LIVEAS

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI

L OSS: analisi del profilo e delle aree di integrazione con le altre. mv

OGGETTO: APPROVAZIONE REGOLAMENTO PER LA DISCIPLINA DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE AD ANZIANI E SOGGETTI SVANTAGGIATI

Piano di Zona La formazione per i volontari La rete sociale Servizi di Assistenza Domiciliare

AZIENDA ULSS 20 DI VERONA

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi:

COMUNE DI CHIGNOLO D ISOLA

1.OGGETTO 2.FINALITA 3. DESTINATARI

Funzionigramma Comunità Panta Rei

COMUNE DI COGGIOLA VIA GARIBALDI, COGGIOLA REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLA CASA SOGGIORNO ANZIANI DI COGGIOLA

«Fare Rete in Psichiatria»

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

ALLEGATO 1 BANDO DI GARA PER LACREAZIONE DI UNA SHORT LIST DI FORNITORI DI SERVIZI DI CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO DELLE DONNE

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, aprile

ASL FG DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE CENTRO SALUTE MENTALE DI MANFREDONIA

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

INTEGRAZIONE DELLA FIGURA OSS E INFERMIERE. Dott.ssa Flavia Fattore Unità Operativa Medicina Macerata

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001

PROFILO RIASSUNTIVO DELLE AREE

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

ALZHEIMER ED ANZIANI CON DETERIORAMENTO COGNITIVO ASSISTENZA DOMICILIARE E CENTRO

Regolamento. Funzionamento del Servizio Sociale Professionale. Ambito S9

PRESENTAZIONE PROGETTO

UNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori

Badanti e Assistenti Familiari Specializzati

COMUNE DI SAN LAZZARO DI SAVENA REGOLAMENTO PER IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

Sostegno e Accompagnamento Educativo

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

1. NUMERO AZIONE RIPROGRAMMAZIONE PIANO DI ZONA 2 E 3 ANNO DEL 1 TRIENNIO 2. TITOLO AZIONE ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

COMUNE DI INARZO. Provincia di Varese REGOLAMENTO PER I SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Il progetto di vita: qualità oltre la scuola

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

I. P. S. S. S. E. DE AMICIS METODOLOGIE OPERATIVE

COMUNE DI OLTRESSENDA ALTA PROVINCIA DI BERGAMO REGOLAMENTO COMUNALE PER IL FUNZIONAMENTO DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE (S.A.D.

Regolamento Servizio Assistenza Domiciliare Minori Premessa

IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI

REGOLAMENTO COMUNALE PER SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICIALIRE

Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE PERFORMANCE. N. responsabili posizioni organizzative

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE

LINEE GUIDA SUGLI INTERVENTI DI AFFIDAMENTO DI PERSONE ANZIANE E DISABILI ADULTI

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DI SUSSIDI ECONOMICI A SOSTEGNO DELLA MATERNITA E A FAMIGLIE ECONOMICAMENTE DISAGIATE CON MINORI

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO CONNESSA ALLE ATTIVITA DI SOSTEGNO

COMUNE DI MORBEGNO REGOLAMENTO INERENTE IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE (S.A.D.) (Provincia di Sondrio)

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT

REGOLAMENTO COMUNALE IN MATERIA DI ASSISTENZA DOMICILIARE AGLI ANZIANI E ADULTI HANDICAPPATI

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

L. 162/ , , ,

1) Titolo del progetto: 2) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): 3) Obiettivi del progetto:

Distinguere tra bisogni di cura standard e individualizzati. Valutazione delle esigenze e traduzione di queste in azioni adeguate

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE AUSILIARIO ED EDUCATIVO

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

Servizio Sanitario Nazionale Regione Veneto AZIENDA ULSS N. 6 VICENZA SOCIO SANITARIO

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO

GLI OBIETTIVI, I CONTENUTI E LE ATTIVITÀ DEL PERCORSO FORMATIVO

Scuola Primaria di Marrubiu

SCHEDA DI PROGETTO. Regione..

PROGETTO: TEATRO FORUM

Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

organizzazioni di volontariato

CITTADINANZA ATTIVA. modo multiforme, di mobilitare risorse. modalità e strategie differenziate per. tutelare diritti, esercitando poteri e

REGOLAMENTO SULL ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO. Art. 1 Principi generali

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet

Operatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega?

Servizio Assistenza Domiciliare S. A. D.

CARTA DEI SERVIZI SERVIZIO ASSISTENZA DOMICILIARE UNIONE DEI COMUNI DELL ALTO APPENNINO REGGIANO

L UTILIZZO DELLA BINA-FAR DA PARTE DELLE CASE RESIDENZA PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI E DEI CENTRI DIURNI PER ANZIANI

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE (SAD)

L Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane

Stato di attuazione: Aspetti critici, positivi ecc. N. soci coinvolti N. e tipologia delle attività realizzate

Transcript:

I CEMEA ED I SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE I Cemea, da molti anni sono impegnati anche nel campo dell assistenza domiciliare ritenendola una scelta importante e significativa per incrementare i processi di lotta alla cronicizzazione dei disagi, per tentare di mantenere vivi e migliorare i legami delle persone con i propri ambienti di vita, per evitare istituzionalizzazioni troppo frettolose. Non va dimenticato, in ogni caso, che il servizio di Assistenza Domiciliare è uno strumento tra altri possibili. Una sua assolutizzazione ed un suo uso indiscriminato non devono servire da alibi per evitare importanti interventi di sostegno sociale alle fasce più deboli ed emarginate. E verso il reale bisogno che occorre orientarsi. [...] 1) gli interventi di assistenza domiciliare sono diretti a persone o a nuclei familiari in situazioni di disagio o di parziale o totale non autosufficienza che non sono in grado, anche temporaneamente, di garantire il soddisfacimento delle esigenze personali, domestiche e relazionali, con lo scopo di salvaguardare l autonomia degli individui e la loro permanenza nel proprio nucleo familiare o nella propria residenza. 2) L assistenza domiciliare consiste in prestazioni di aiuto, da parte di personale in possesso dei requisiti professionali previsti dalla presente legge, per il governo della casa e per il soddisfacimento dei bisogni essenziali della persona e, ove necessario, per consentire l accesso ai servizi territoriali, nonché per il supporto o la sostituzione temporanea del nucleo familiare delle persone in difficoltà. [...] (dall Art.25 - Legge Regionale 62/95 Norme per l esercizio delle funzioni socio assistenziali ) 1. IL RUOLO SOCIALE ED ISTITUZIONALE Un servizio deve porre attenzione ai bisogni in risposta ai quali è nato: questo è sorto come risposta alternativa all istituzionalizzazione e va svolta tendenzialmente presso l abitazione dell utente. Infatti, l istituzionalizzazione cancella quasi totalmente quei bisogni che caratterizzano la persona quotidianamente in quanto espressione diretta della sua soggettività e della sua capacità di autodeterminazione.

La possibilità di dare vita ad un sistema d intervento alternativo si realizza se si costruisce una strategia complessa di risposte ed interventi di cui il servizio di assistenza domiciliare è uno dei più interessanti. Destinatari dell intervento sono quelle persone o nuclei familiari che, per motivate esigenze, in stato di difficoltà psico-fisiche, necessitano di un sostegno nella direzione di una permanenza soddisfacente nel proprio ambiente vitale. Le attività sono orientate al mantenimento di soggetti in difficoltà all interno del proprio spazio abitativo o a favorire il rientro qualora si sia reso necessario un allontanamento. 1.1 LE ATTIVITÀ DI INTERVENTO Le attività di intervento domiciliare sono orientate verso: l aiuto domestico l assistenza e l aiuto alla persona la gestione di prestazioni igienico-sanitarie integrative l intervento a valenza educativa/rieducativa (ovvero ancora il mantenimento del grado di autosufficienza) Nello specifico ciò si traduce in interventi diretti: alla persona: azioni dirette all igiene, al sostentamento (preparazione dei pasti, loro somministrazione, approvvigionamento degli alimenti, ecc.) alla cura dell ambiente vitale: per garantire decoro e funzionalità alla casa ed alla sua igiene alle relazioni: con le persone care e con il vicinato, proponendo azioni dirette alla socializzazione ed alla solidarietà al rapporto persone/contesto: azioni finalizzate alla ricerca di solidarietà, all utilizzo corretto dei servizi, al disbrigo di pratiche burocratiche, ecc. all osservazione delle dinamiche interfamiliari o, comunque, della situazione che si viene a creare dentro e fuori la struttura di riferimento, per arricchire le interpretazioni progettuali dell équipe o per segnalare ad altre figure professionali la necessità di un intervento al supporto psicologico negli stati di fragilità dovuti a solitudine, malattie, ecc. 2. METODOLOGIA D INTERVENTO L assistenza risulta essere un concetto dinamico ed osservabile basato su tre dati base che costituiscono il concetto di prestazione: 1. risolve un bisogno specifico 2. è un complesso di azioni coordinate 3. è un risultato

2.1 ASSISTENZA INDIVIDUALIZZATA Gli obiettivi generali, che costituiscono lo scopo dell attività, possono essere perseguiti solo attraverso una metodologia di gestione precisa e soprattutto, conosciuta e condivisa da tutti i soggetti coinvolti. Ciò implica a nostro avviso prioritariamente, attenzione a tre elementi fondamentali : 1) l esistenza di un progetto definito all atto dell avvio dell attività e, successivamente, verificato ed integrato sia sul piano dei contenuti che dell organizzazione; 2) un attività costante di formazione e aggiornamento dell équipe di lavoro; 3) un impostazione organizzativa ad alta flessibilità come condizione per relazioni di produttiva collaborazione, per una dinamica adattabilità alla gestione delle diverse situazioni. Ciò determina un organizzazione fondata sulla chiara definizione di strumenti e procedure fondamentali di lavoro per garantire nel tempo una corretta gestione degli interventi Due sono i poli di operativi di riferimento per tale impostazione: a) la sintesi ed il coordinamento del complesso dell attività da parte dei responsabili progettuali in stretto collegamento con il Referente del servizio, quale soggetto in possesso degli elementi conoscitivi e delle competenze gestionali ed amministrative, ottenute con specifica formazione avviata dalla Cooperativa; b) la riunione dell équipe operativa come luogo e sede della formazione di un approccio e di un linguaggio comune ed unitario. 3. I CONCETTI GUIDA DELL INTERVENTO Una prima linea guida riguarda una concezione dell utente a cui, sin dal momento della presa in carico deve essere garantito appieno l esercizio delle propria contrattualità e dei diritti di scelta e di opzione. Ciò al fine di evitare che anche le prestazioni migliori qualitativamente siano solo e sempre frutto di una scelta degli operatori e del servizio. Solo in questo senso gli obiettivi di salvaguardia della privacy, dei ritmi personali e dell identità escono da una concezione prettamente assistenziale per divenire un servizio offerto ad un cliente che lo richiede e lo contratta. Per la seconda linea guida di intervento, dovendo offrire all utente una considerazione unitaria delle sue esigenze ed il rispetto del suo spazioambiente vitale, è necessario che tutti gli interventi assistenziali - che per chiarezza organizzativa e competenze professionali sono prioritariamente definiti - gli pervengano, per sillogismo, come un opportunità unitaria che viene messa a disposizione, senza che siano troppo artificiosamente scandite le singole aree d intervento.

Esemplificativo in tal senso è la possibilità di fondere l attività di socializzazione con gli interventi assistenziali diretti di cura della persona. Una terza ed ultima linea guida riguarda l attività di controllo per il miglioramento continuo della qualità dell intervento. Preme qui sottolineare che l introduzione della quality assurance interviene su due aree prevalenti : 1. l atteggiamento ed il comportamento mentale degli operatori che, in primo luogo, sono coinvolti in un attività costante di autovalutazione del proprio lavoro ai fini di un miglioramento continuo; 2. sul rapporto tra soggetto gestore e soggetti diversi, ma interessati. Definire prioritariamente e concordemente gli indicatori di qualità di funzionamento di un servizio, predisporre le necessarie schede ed effettuare i controlli periodici, costituisce elemento non solo di informazione e di controllo appunto, ma sicuramente anche di elaborazione continua di nuovi criteri e concetti assistenziali. 3.1 IL RUOLO DELL ASSISTENZA DOMICILIARE E ATTIVITA Le attività a favore delle varie tipologie d utenza verranno poste in essere secondo quanto codificato nella Deliberazione C.R. del 31/07/95, n 17-13219: La professione dell Adest si ispira ai principio del rispetto e della valorizzazione delle esigenze dell utente, che comportano la personalizzazione del suo ambiente di vita. I compiti dell Adest sono finalizzati al recupero, al mantenimento ed allo sviluppo del livello di autonomia dell utente, nel rispetto della sua autodeterminazione. Nella nostra prospettiva il dettaglio di tali compiti è così configurato: Aiuti a favorire l autosufficienza nella vita quotidiana cura del sé: alzarsi dal letto, pulizia personale, vestizione, alimentazione, corretta deambulazione, movimenti arti eventualmente invalidi, aiuto nell uso di attrezzi, ecc. cura della qualità del quadro di vita: governo dell alloggio e dell ambiente cura delle condizioni igieniche: riordino del letto e delle stanze, cambio biancheria e servizio lavanderia, aiuto per la preparazione dei pasti, gli acquisti, ecc. L intervento si diversifica poi in funzione della tipologia dell utente considerato (anziano, soggetto psichiatrico, nucleo a rischio, minori...) Interventi igienico-sanitari accompagnamento per visite mediche, accesso ai servizi esterni

assistenza per la corretta esecuzione delle prestazioni farmacologiche prescritte dai medici, rilevazione della temperatura, massaggi per la prevenzione delle piaghe da decubito segnalazioni al servizio sanitario di base circa qualsiasi anomalia delle condizioni dell utente preso in carico gestione delle emergenze e delle urgenze con autonomia di giudizio e scelte di priorità, di concerto con l utente ed il nucleo familiare esistente Interventi per favorire la socializzazione coinvolgimento dei vicini e dei parenti miglioramento dei rapporti con gli altri utenti (inteso come nucleo familiare e/o vicinato) rapporti con strutture sanitarie, sociali, ricreative e culturali del territorio svolgimento di piccole commissioni partecipazione agli interventi di socializzazione e di recupero che possono impegnare l utente informazioni sui servizi, sulla previdenza sociale, sui programmi eventuali di educazione sanitaria. Partecipare attivamente alla programmazione delle attività di assistenza domiciliare ed al piano di intervento nei confronti del singolo e/o del nucleo familiare (di concerto con gli altri operatori) messa a punto di piani di lavoro sui singoli utenti nell ambito dell équipe di riferimento partecipazione ad iniziative per una conoscenza dei bisogni e delle risorse degli utenti ai fini della verifica delle attività e dei piani predisposti raccolta di dati e documentazione per la costruzione di una sorta di mappa dei rischi e delle possibilità a disposizione dell utente uso di strumenti di osservazione 4. LA PRESA IN CARICO DELL UTENTE 4.1 LA QUALITÀ DELLA RELAZIONE La qualità del rapporto con l utente è un fattore centrale di riuscita che si sostanzia attraverso una competenza comunicativa globale: la parola, ma più complessivamente attraverso l uso globale del linguaggio, con un gesto, uno sguardo significativo. Il tempo psicologico dell assistente domiciliare è molto importante: per instaurare un rapporto comunicativo vero, per evitare eventuali rifiuti nei confronti dell operatore, per promuovere il recupero dell identità dell utente e favorire un rapporto qualitativo. L assistente domiciliare deve così essere capace di cogliere i messaggi più o meno

evidenti per comunicare anche senza parlare, per poter far compagnia all altro, per superare timidezze, per conquistare fiducia offrendo rispetto, per chiedere alla persona una nuova cura di sé. Per far questo è essenziale anche una seria disponibilità all ascolto ed una comprensione capace di sdrammatizzare le situazioni. L assistente domiciliare dovrebbe far valere l anomalia istituzionale di essere nel contesto familiare senza farne parte per recuperare e restaurare un rapporto più fresco,più aperto e disincantato con l utente. Chi necessita di assistenza domiciliare (anziani, nuclei familiari disgregati, disabili, ecc.) presenta spesso delle forme di depressione che possono essere contenute con un atteggiamento aperto al dialogo affinché possa trovare nuove motivazioni ad attivare le parti positive del sé. In questo senso la partecipazione della persona, per renderlo a tutti gli effetti un soggetto attivo, richiedendo il suo apporto anche per le cose più semplici, stimolandolo a fare insieme, è un fattore estremamente importante per il raggiungimento della qualità relazionale che ci interessa. Sempre in questa direzione va tenuto conto che l assistente domiciliare dovrà essere in grado di innestare se stesso e la propria attività all interno dell ambiente di vita dell utente: comprendendo il significato delle diverse culture e condizioni sociali degli utenti, cogliendo, rispetto al contesto, le privazioni che possono essere all origine della sofferenza della persona, considerando e valorizzando la famiglia come prima sede della crescita dell autonomia dell utente e della costruzione della sua relazione con lo stesso. L Adest deve quindi saper adeguare i propri strumenti di intervento alla situazione concreta per fornire, nell ambito del progetto e del piano di lavoro individualizzato, risposte sempre più adeguate e flessibili alle esigenze delle persone. In questo senso è fondamentale evitare di cadere nella routine delle prestazioni, nella staticità relazionale, nell abitudine demotivante, nell operatività standardizzata. Al contrario gli interventi vanno sempre pensati in progressione, organizzati nel tempo, costantemente rinnovati. La qualità della relazione con la persona non autosufficiente in ambito domiciliare si connette quindi in maniera precisa con la professionalità dell assistente, in grado di procedere per obbiettivi nell ambito di una progettazione mirata superando così la vecchia concezione dell agire per mansioni e promuovere al contrario un autonomia centrata sulla cura e la relazione globale. La modernità del profilo dell assistente domiciliare risiede proprio nell impostazione di un servizio non basato su di un rigido mansionario, ma determinato da un progetto per quella specifica persona, in quel determinato contesto.

L assistente domiciliare agisce anche sul sistema delle relazioni esterne all utente. Spesso viene chiamato a tenere contatti, fungere da tramite, trasferire informazioni, promuovere contesti atti a contrastare l isolamento, tiene i collegamenti con le istituzioni, le realtà locali, coglie i problemi da portare ad altri, discute con la famiglia cercando sempre di non incrinare il rapporto sereno e non conflittuale con tale sistema di riferimento. Si tratta quindi di un lavoro difficile che richiede capacità di autoanalisi, autovalutazione.