DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE



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PROGETTAZIONE PRELIMINARE, DEFINITIVA ED ESECUTIVA CON PRIME INDICAZIONI SULLA SICUREZZA E COORDINAMENTO DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE PER LA REALIZZAZIONE DI UN PADIGLIONE ESPOSITIVO, DESTINATO ALL ESPOSIZIONE DI UNA IMBARCAZIONE SABAUDA DI EPOCA SETTECENTESCA DENOMINATA PEOTA. DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE 1

DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE Il C.V.C. La Venaria Reale prevede la realizzazione in un area interna ai Giardini della Reggia di un padiglione espositivo, destinato ad ospitare un imbarcazione fluviale sabauda, il Bucintoro, di epoca settecentesca denominata Peota. Il Bucintoro di Torino è un imbarcazione di parata con allestimento di gala effettuato su uno scafo tradizionale, munita di otto remi per vogare alla gondoliera e di un albero con vela latina. Venne costruito sulla struttura di una peota, imbarcazione tipica dell alto Adriatico, decorata ed arricchita con dipinti, intagli dorati e tessuti preziosi. La Peota di rappresentanza fu commissionata nel 1731 dal re Carlo Emanuele III all arsenale veneziano che, nel 1719, aveva costruito ed allestito l ultimo Bucintoro dei dogi, andato distrutto nel 1824, di cui si conservano oggi un modellino e alcuni frammenti presso il Museo Navale di Venezia. Grazie agli studi passati e ai più recenti di Luigi Griva sono noti i luoghi di costruzione e i nomi dei decoratori, intagliatori e doratori, mentre ancora anonimi risultano gli autori delle decorazioni dipinte su tela applicate sul soffitto della cabina e sugli schienali dei sedili che ripropongono un programma iconografico celebrativo della casata sabauda: l incontro tra Papa Nicolò V e Amedeo VIII di Savoia in abito cardinalizio, vittorie sabaude e allegorie delle scienze. Dopo l arrivo a Torino il 2 settembre del 1731 l imbarcazione venne allestita e preparata per la consegna ufficiale al concierge del Castello del Valentino, Giovan Battista Lanfranchi, dall accompagnatore Antonio Brunello che rimase a Torino i successivi sei mesi oltre che per istruire i manutentori, barcaioli e personale dedicato alla Peota, anche per assistere all ispezione per l approvazione dei lavori presieduta dall architetto Juvarra. Alcuni eventi videro la Peota di Carlo Emanuele III protagonista: il primo fu un viaggio in Italia via fiume effettuato dal re nel 1734. Poi le celebrazioni torinesi del matrimonio tra Carlo Emanuele IV e Maria Clotilde di Borbone nel 1776 e i matrimoni di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide nel 1842 e di Amedeo d Aosta con Maria Dal Pozzo della Cisterna nel 1867. Nel 1873 il re d Italia Vittorio Emanuele II decide di donare l antica imbarcazione alla città di Torino che la destina al Museo Civico d Arte Antica, inaugurato nel 1860. La Peota lascia quindi la sua sede della rimessa del Valentino e giunge a Palazzo Madama, attraversando corso san Maurizio e i Giardini Reali, dove rimane fino al 2000, quando viene trasferita presso il Laboratorio Nicola Restauri ad Aramengo. Nel corso del lungo periodo di conservazione presso il Museo Civico torinese la Peota viene trasportata a Palazzo Carignano per la Mostra del Barocco Piemontese (maggio-ottobre 1937) e al Palazzo del Lavoro per la mostra dell Antiquariato (maggio-giugno 1982) 2

L area destinata a ospitare tale struttura è collocata all interno della Peschiera Grande dei Giardini della Reggia de La Venaria Reale. Su tale area, come da planimetria allegata, il Consorzio prevede la realizzazione di una struttura architettonica atta all esposizione della Peota Reale Savoia, le cui dimensioni sono le seguenti: Lunghezza: circa 16,5 m Altezza: 15 m di altezza compreso l apparato velico; Larghezza: 4,5 m Peso: circa 60 quintali. Particolare rilievo dovrà essere data all inserimento ambientale, in quanto la struttura esposta verrà a trovarsi a ridosso dell edificio Castelvecchio della Reggia di Venaria, insistendo direttamente sull area della Peschiera e della zona adiacente. Si dovrà prevedere una struttura che risponda a criteri di elevata efficienza energetica e gestionale, con particolare attenzione alla gestione dei flussi di visitatori nei giorni di massima affluenza, stimati in 150/250 persone, compresenti, all ora. Fondamentale attenzione dovrà essere posta alla conservazione dell opera, per cui va garantito il mantenimento continuo di condizioni termoigrometriche intorno ai 20 C e del 55 % di umidità relativa (come suggerito dal documento dell IVALSA, che consiglia di mantenere nella struttura le medesime condizioni ambientali in cui si trova attualmente la Peota ); così come particolare cura dovrà essere posta nell analisi degli scambi d aria e dei gas inquinanti, fra interno ed esterno della struttura, al fine di ridurre al massimo gli stessi. Infine oltre al controllo microclimatico occorrerà predisporre un controllo del flusso di radiazione elettromagnetica tramite opportune schermature. Sulla base della posizione e le caratteristiche architettoniche dell area, il Consorzio chiede che la proposta progettuale si inserisca visivamente nelle assialità prospettiche e con i percorsi che circoscrivono l area della Peschiera e conducono ai Giardini. Si rammenta al riguardo che le dimensioni e le forme della Peschiera non potranno essere variate. Le dimensioni della struttura dovranno consentire una piena fruibilità espositiva dell imbarcazione ma non è richiesta la presenza di volumi e spazi accessori e di servizio non strettamente legati alle finalità conservative. 3

Si rammenta altresì che il pubblico non potrà accedere all interno dell imbarcazione. Il Complesso de La Venaria Reale è soggetto a vincolo diretto di cui al D.Lgs 42/2004, oltre a vincolo ambientale e paesaggistico, pertanto l ipotesi di una nuova architettura destinata ad ospitare la Peota dovrà tener conto della valenza storica e architettonica di tutto l insieme, rispettando i punti di vista focali, non ingombrando la visuale dalla Corte d Onore e il prospetto della Reggia del Castellamonte, vista dal viale di accesso. Le altezze dovranno essere limitate al minimo indispensabile per contenere l ingombro della Peota, non superando in altezza gli edifici limitrofi, né coprendoli alla vista, pertanto dovrà essere studiata attentamente la posizione e l ubicazione. Il complesso strutturale, le scelte architettoniche, le copertura, gli allestimenti o impianti, dovranno colloquiare sia con il contenitore storico che con il contenuto, non sovrapponendosi o annullando con architetture non appropriate l ambiente soggetto a vincoli ambientali, paesaggistici e monumentali. Tutte le fasi progettuali saranno soggette all Alta Sorveglianza e controllo dell Ufficio Settore e Conservazione beni architettonici e impiantistici e il progetto generale dovrà acquisire il parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Torino, Asti, Cuneo, Biella e Vercelli, cosi come previsto dalla normativa vigente. Il livello di progettazione richiesto, sono il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo con prime indicazioni sulla sicurezza e sicurezza in fase di progettazione. Tali progetti dovranno assicurare: la qualità dell opera e la rispondenza alle finalità relative; la conformità alle norme vigenti in campo di sicurezza, impatto ambientale, efficienza energetica e conservazione di opere artistiche; L importo complessivo stimato dei lavori è pari a 3.600.000,00 oltre IVA e secondo le classi delle vigenti tariffe professionali alle quali fare riferimento per i curricula; in particolare si prevede: Opere architettoniche: classe I cat d 1.440.000,00 Opere strutturali in c.a.: classe 1 cat. g 240.000,00 Opere strutturali in acciaio: classe IX, cat. b 840.000,00 Impianti elettrici e speciali: classe III, cat. c 410.000,00 Impianti idrico-sanitari: classe III, cat. a 60.000,00 4

Impianti meccanici: classe III, cat. b 310.000,00 Ingegneria idraulica: classe VII, cat. a 300.000,00 L ammontare, presumibile, del corrispettivo della progettazione (preliminare, definitiva, esecutiva, prime indicazioni sicurezza, piano di sicurezza e coordinamento), comprese spese accessorie e rimborsi spesa, è fissato in 277.734,57 oltre INARCASSA e IVA di legge. 5