REATO DI RICICLAGGIO E FATTISPECIE CRIMINOSE DI CARATTERE TRANSNAZIONALE



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FAMIGLIA DI REATI REATO DI RICICLAGGIO E FATTISPECIE CRIMINOSE DI CARATTERE TRANSNAZIONALE NORMATIVA CHE LI HA INTRODOTTI L art. 10 della Legge 16 marzo 2006, n. 146 - "ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transazionale", entrata in vigore il 12 aprile 2006, ha ampliato il numero dei reati al compimento dei quali può derivare l applicazione delle sanzioni amministrative a carico dell ente coinvolto, ove sussista il carattere di transnazionalità della condotta criminosa (inedita sino ad oggi per il nostro ordinamento penale). L art. 3 della citata Legge definisce quindi il reato transnazionale come il reato, punito con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, che veda coinvolto un gruppo criminale organizzato e che, alternativamente: sia commesso in più di uno Stato sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato sia commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato. L art. 63 del Decreto Legislativo 231/2007 di recepimento della III direttiva 2005/60/CE in materia di contrasto al riciclaggio, entrato in vigore il 29 dicembre 2007, introducendo l art. 25-octies, amplia il raggio di azione della responsabilità amministrativa degli enti - e l applicazione delle conseguenti sanzioni - ai reati di: ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e definisce le condotte che, se commesse intenzionalmente,costituiscono riciclaggio: a) la conversione o il trasferimento di beni, effettuati essendo a conoscenza che essi provengono da un'attività criminosa o da una partecipazione a tale attività, allo scopo di occultare o dissimulare l'origine illecita dei beni medesimi o di aiutare chiunque sia coinvolto in tale attività a sottrarsi alle conseguenze giuridiche delle proprie azioni; b) l'occultamento o la dissimulazione della reale natura, provenienza, ubicazione, disposizione, movimento, proprietà dei beni o dei diritti sugli stessi, effettuati essendo a conoscenza che tali beni provengono da un'attività criminosa o da una partecipazione a tale attività; c) l'acquisto, la detenzione o l'utilizzazione di beni essendo a conoscenza, al momento della loro ricezione, che tali beni provengono da un'attività criminosa o da una partecipazione a tale attività; d) la partecipazione ad uno degli atti di cui alle lettere precedenti, l'associazione per commettere tale atto, il tentativo di perpetrarlo, il fatto di aiutare, istigare o consigliare qualcuno a commetterlo o il fatto di agevolarne l'esecuzione. Art. 25-octies (Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita). 1. In relazione ai reati di cui agli articoli 648, 648-bis e 648-ter del codice penale, si applica all ente la sanzione pecuniaria da 200 a 800 quote. Nel caso in cui il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione superiore nel massimo a cinque anni si applica la sanzione pecuniaria da 400 a 1000 quote. 2. Nei casi di condanna per uno dei delitti di cui al comma 1 si applicano all ente le sanzioni interdittive previste dall articolo 9, comma 2, per una durata non superiore a due anni. 3. In relazione agli illeciti di cui ai commi 1 e 2, il Ministero della giustizia, sentito il parere dell UIF, formula le osservazioni di cui all articolo 6 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.». FATTISPECIE DI REATO I reati transnazionali presi in considerazione dal legislatore possono dividersi in quattro macro categorie. Elenco dei reati ex D.Lgs. n. 231/01 - Versione aggiornata al dicembre 2011 1

Delitti concernenti le associazioni a delinquere, che si distinguono a loro volta nelle seguenti fattispecie, caratterizzate dalle specifiche finalità delle condotte criminose poste in atto dagli appartenenti all associazione. Art. 416 c.p. - Associazione per delinquere Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti, coloro che promuovono o costituiscono od organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da tre a sette anni. Per il solo fatto di partecipare all'associazione, la pena e' della reclusione da uno a cinque anni. I capi soggiacciono alla stessa pena stabilita per i promotori. Se gli associati scorrono in armi le campagne o le pubbliche vie si applica la reclusione da cinque a quindici anni. La pena e' aumentata se il numero degli associati e' di dieci o più. Se l associazione è diretta a commettere taluno dei delitti di cui agli artt. 600, 601 e 602 si applica la reclusione da cinque a quindici anni nei casi previsti dal primo comma e da quattro a nove anni nei casi previsti dal secondo comma 1. Art. 416-bis c.p. - Associazione per delinquere di tipo mafioso. Chiunque fa parte di un associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone è punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Coloro che promuovono, dirigono od organizzano l associazione sono puniti con la reclusione da sette a dodici anni. L associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri. Se l associazione è armata si applica la pena della reclusione da quattro a dieci anni nei casi previsti dal primo comma e da cinque a quindici anni nei casi previsti dal secondo comma. L associazione si considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilità, per il conseguimento della finalità dell associazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito. Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà. Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l impiego. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso. Art. 291-quater d.p.r. n. 43/1973 - Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Art. 74 d.p.r. n. 309/1990 - Associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Sotto il profilo strettamente giuridico occorre precisare che i requisiti che caratterizzano l associazione a delinquere e la differenziano dalla diversa ipotesi del mero concorso nel reato sono i seguenti: il vincolo associativo si determina quando un soggetto partecipa all associazione esplicandovi una qualsiasi attività, anche secondaria la partecipazione deve avere carattere di permanenza o almeno di stabilità della 1 Comma aggiunto dalla normativa sulla tratta di persone. Elenco dei reati ex D.Lgs. n. 231/01 - Versione aggiornata al dicembre 2011 2

condotta l associazione assume rilievo quando vi partecipa un numero minimo di tre associati e nell indeterminatezza del programma criminoso. PUNTI DI ATTENZIONE Anche in relazione alle fattispecie sopra elencate, perché sussista la possibilità di imputare l illecito all ente, è necessario che il reato sia stato commesso nell interesse o a vantaggio dell ente stesso; pertanto non è sufficiente che un dipendente/collaboratore dell ente si avvalga della struttura di quest ultimo per perseguire un profitto riferibile esclusivamente a se stesso (ovvero all associazione a delinquere alla quale questi partecipa o concorre). Per quanto concerne detti reati associativi, i profili di rischio direttamente connessi all attività bancaria e finanziaria vengono in considerazione soprattutto per l attività tipica di erogazione del credito o di investimento degli asset finanziari; in tale contesto assume particolare rilevanza la configurabilità del c.d. concorso esterno, figura volta a colpire e ad identificare forme di collusione con la criminalità organizzata, sia nella sua dimensione domestica sia in quella transnazionale. Con particolare riferimento ai reati transnazionali relativi ad ipotesi di associazione a delinquere, si ritiene che le principali attività e operazioni a rischio possano essere rappresentate in concreto nell eventualità in cui la banca, per il tramite di suo personale e/o collaboratori, dovesse consapevolmente finanziare organizzazioni criminali dedite alla commissioni di tali reati. Meno rilevante appare il rischio connesso all attività assicurativa ramo danni. Un secondo insieme di reati presi in considerazione dal legislatore, anche sotto il profilo della loro eventuale dimensione transnazionale, è costituito dai delitti di riciclaggio e di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita; la responsabilità dell ente, nella sola dimensione domestica, è altresì prevista anche per il reato di ricettazione. Art. 648 - Ricettazione. Fuori dei casi di concorso nel reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da euro 516 a euro 10.329. La pena è della reclusione sino a sei anni e della multa sino a euro 516, se il fatto è di particolare tenuità. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando l'autore del delitto da cui il denaro o le cose provengono non è imputabile o non è punibile ovvero quando manchi una condizione di procedibilità riferita a tale delitto. Art. 648-bis - Riciclaggio. Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 1.032 a euro 15.493. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale. La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita le pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni. Si applica l'ultimo comma dell'articolo 648. Art. 648-ter - Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato e dei casi previsti dagli articoli 648 e 648-bis, impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 1.032 a Elenco dei reati ex D.Lgs. n. 231/01 - Versione aggiornata al dicembre 2011 3

15.493. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale. La pena è diminuita nell'ipotesi di cui al secondo comma dell'articolo 648. Si applica l'ultimo comma dell'articolo 648. PUNTI DI ATTENZIONE Si ritiene che il riciclaggio si concretizzi tipicamente in tre distinte fasi: il collocamento materiale dei proventi da reato; la dispersione, ossia il compimento di una serie di operazioni finanziarie volte a separare per quanto possibile il capitale dalla sua origine illecita; la successiva integrazione nei circuiti dell economia lecita dei capitali di origine criminale. Obiettivo finale del riciclaggio è dunque quello di allontanare i proventi di attività illecite dal momento e dai soggetti che hanno commesso le attività criminose che li hanno generati, rendendo in tal modo il denaro spendibile. In tale contesto vengono in considerazione tutte quelle condotte volte a ostacolare le indagini finalizzate ad identificare/ricostruire la illecita provenienza dei beni o del denaro; in particolare il termine sostituzione deve intendersi in un accezione molto ampia, che ricomprende qualsiasi operazione che implichi la conversione dei proventi di reato in altro denaro o beni. Il trasferimento è invece una modalità attuativa del riciclaggio, da intendersi quale riconversione o trasferimento di beni sapendo che questi beni derivano da un attività criminosa. La terza condotta suscettibile di configurare la fattispecie del riciclaggio consiste invece in qualsiasi operazione che sia compiuta in modo da ostacolare l identificazione della provenienza delittuosa dei beni, vale a dire la ricostruzione del tragitto compiuto dal denaro. Il delitto di impiego di cui all art. 648-ter c.p. si focalizza invece sulla fase del reinvestimento finale, nel mercato lecito, dei capitali di provenienza criminosa. L ipotesi di punibilità ha lo scopo di tutelare l ordine economico ovvero l economia pubblica, nonché gli operatori di mercato onesti, dagli effetti negativi e distorsivi che si possono determinare dall immissione di denaro di provenienza illecita nell economia legale. Con specifico riferimento all attività bancaria e finanziaria, i profili di rischio connessi alle fattispecie di reato sopra descritte appaiono evidenti, dato che tali delitti hanno per oggetto l attività finanziarie in senso lato, e le attività criminose prese in esame possono presentare una natura transnazionale. Assumono pertanto particolare rilevanza tutte le attività/cautele connesse con: l identificazione e l adeguata verifica della clientela gli obblighi di registrazione in AUI dell operatività canalizzata l attribuzione alla clientela di un profilo di rischio riciclaggio e l attivazione di monitoraggi sull operatività eseguita che siano coerenti con tale profilo l obbligo di segnalare eventuale operatività sospetta. Ovviamente, la responsabilità amministrativa dell ente potrà sussistere solo qualora taluno dei suoi dipendenti o collaboratori abbia commesso detti reati (eventualmente anche in concorso con altre persone) agendo nell interesse o a vantaggio dell ente stesso. Si richiamano in particolare gli Schemi rappresentativi di comportamenti anomali diffusi dalla Banca d Italia relativi all operatività connessa con il rischio di frode all iva intracomunitaria ed alle cautele da adottare in fase di adeguata verifica della clientela che presenti operatività caratterizzata da operatività con l estero specie se verso Paesi a regime antiriciclaggio non equivalente, a fiscalità privilegiata ovvero da/verso i c.d. paradisi fiscali, ed avente caratteristiche meramente finanziarie. Per tale clientela dovrà effettuarsi una adeguata verifica rafforzata, acquisendo adeguata documentazione a supporto dell operatività canalizzata e, in ogni caso, in fase di avvio della relazione. Per quanto riguarda il settore assicurativo, particolare attenzione deve essere prestata nell assicurare beni riferibili a soggetti appartenenti ad associazioni criminali. Una terza categoria di illeciti rientranti nell ambito dei reati transnazionali riguarda il traffico di migranti. Art. 12, commi 3, 3-bis, 3-ter e 5 D.Lgs. n. 286/1998 - Traffico di migranti. La norma prevede, in sintesi, che [ ] chiunque commette atti diretti a procurare l ingresso di un soggetto nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni concernenti la disciplina dell immigrazione, ovvero atti diretti a procurare l ingresso illegale in altro Stato del quale la persona non è Elenco dei reati ex D.Lgs. n. 231/01 - Versione aggiornata al dicembre 2011 4

cittadina o non ha titolo di residenza permanente, ovvero, al fine di trarre un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero, favorire la permanenza di questi, è punito con la reclusione da quattro a quindici anni e con la multa di 15.000 euro per ogni persona. Dato il carattere peculiare dell oggetto materiale del reato in esame, ed in ragione della sua natura transnazionale, si ritiene alquanto remota la sussistenza di profili di rischio per gli operatori bancari in ordine a tale fattispecie. La quarta categoria di delitti transnazionali concerne invece i reati di intralcio alla giustizia. Art. 377-bis c.p. - Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria. Chiunque, con violenza o minaccia, o con offerta o promessa di denaro o di altra utilità, induce a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci la persona chiamata a rendere davanti all autorità giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un procedimento penale, quando questa ha la facoltà di non rispondere, è punito con la reclusione da due a sei anni. Art. 378 c.p. - Favoreggiamento personale. Chiunque ponga in essere attività di aiuto ad un soggetto per eludere le investigazioni o per sottrarsi alle ricerche dell Autorità, in seguito al compimento di un reato, è punito con la reclusione fino a quattro anni. Ciò premesso, con particolare riferimento al reato di cui all art. 378 c.p. va qui precisato che si tratta di un reato a forma libera, ove la condotta è diretta soprattutto a realizzare interessi altrui: a ciò è finalizzato l aiuto, che può manifestarsi con modi e mezzi diversi, purché idonei al raggiungimento dello scopo, che consiste nell eludere le investigazioni dell autorità giudiziaria o nel sottrarsi alle ricerche di questa. Si ritiene peraltro possa integrare il reato di favoreggiamento personale anche una condotta meramente omissiva (ad es. silenzio, reticenza o nel rifiuto di fornire alla polizia giudiziaria o all autorità inquirente notizie utili per indagare efficacemente sul reato commesso). NORMATIVA INTERNA DI RIFERIMENTO CUI IL MODELLO RIMANDA Le attività e le operazione nell ambito delle quali possono essere commessi i reati individuati nella famiglia in argomento (a titolo esemplificativo e non esaustivo, concessione di finanziamenti, fideiussioni, prestiti, mutui, apertura di rapporti di conto corrente, operatività con l estero, attività di investimento e finanziarie, stipula di contratti di assicurazione su beni ecc.) devono effettuarsi in conformità alle normative ed ai regolamenti interni vigenti di seguito richiamate, nonché ai principi del Modello 231: T.U. Antiriciclaggio e normativa antiriciclaggio/antiterrorismo; Prontuario Operativo Antiriciclaggio; Normativa in tema di accertamenti bancari; T.U. Crediti; T.U. Attività di cassa; T.U. Anagrafe e normativa relativa al censimento anagrafico dei soggetti; Com. n. 17 del 4.2.2011 Adeguata verifica della clientela - Identificazione del Titolare Effettivo ; OdS n. 17 Serie K del 6.9.2011 Istituzione della funzione antiriciclaggio; OdS n. 21 Serie K del 10.11.2011 Adeguata verifica della clientela blocchi operativi. Tali disposizioni sono peraltro volte a prevenire/impedire che siano commessi reati in ambito aziendale, ciò a prescindere dal fatto che detti reati presupposto del riciclaggio siano contemplati o meno dal Decreto 231/01 ovvero dalla sussistenza della natura transnazionale del reato che eventualmente potrebbe essere commesso. PRASSI COMPORTAMENTALI Elenco dei reati ex D.Lgs. n. 231/01 - Versione aggiornata al dicembre 2011 5

A tutti coloro che operano nell ambito ovvero per conto di società - anche estere - del Gruppo è pertanto fatto divieto assoluto di commettere o di concorrere, in qualunque modo, alla realizzazione dei reati previsti dalla famiglia in argomento. Con specifico riferimento ai reati di cui agli artt. 648-bis c.p. (riciclaggio) e 648-ter c.p. (Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita), al fine di prevenire efficacemente il rischio che operazioni di riciclaggio siano compiute avvalendosi di servizi resi da società appartenenti al Gruppo, sono previsti i seguenti presidi: - gli assetti organizzativi devono essere formalizzati in modo chiaro e trasparente e devono essere comunicati a tutto il personale; - la adeguata diffusione interna delle procedure poste a presidio del reato di riciclaggio è assicurata anche attraverso programmi di formazione sistematica e continua del personale anche in tema di controlli antiriciclaggio; particolare attenzione, nell ambito dell attività formativa, é dedicata al personale che cura direttamente le relazioni con la clientela ovvero al personale di recente assunzione; - gli obiettivi assegnati al personale ed il sistema premiante adottato devono essere improntati a criteri di ragionevolezza e comunque tali da non indurre il personale a porre in atto comportamenti devianti che pur muovendo da finalità di natura personale, legate al raggiungimento degli obiettivi assegnati possano comportare la responsabilità dell ente ai sensi del Decreto 231/01, nella misura in cui perseguano, sia pure in modo mediato o indiretto, anche l interesse o il vantaggio di quest ultimo; - l adozione di specifici presidi nelle fasi di avvio della relazione con la clientela e di monitoraggio dei rapporti; a titolo esemplificativo e non esaustivo si evidenziano le seguenti pratiche: necessità di assumere - prima di effettuare una transazione con o per conto di un nuovo cliente, oppure di instaurare qualsiasi altro rapporto che sottenda alle attività di investimento o bancarie - elementi di conoscenza adeguati ed atti ad individuare, da un lato, i profili di rischio e le possibilità di sviluppo di affari e, dall altro, a prevenire fenomeni di riciclaggio, finanziamento al terrorismo ed operazioni fraudolente; ciò anche al fine di salvaguardare la reputazione del Gruppo tempestiva acquisizione delle informazioni sul Titolare Effettivo, supportate nei casi di posizioni a maggior rischio - da idonea documentazione acquisire informazioni preliminari esaurienti e veritiere sui nuovi clienti, finalizzate ad ottenere un approfondita conoscenza del cliente stesso. Tali informazioni devono riguardare, a titolo esemplificativo e non esaustivo, l origine delle sue disponibilità finanziarie, la sua attività economica, le finalità del suo rapporto con la società del Gruppo l apertura di nuovi rapporti con soggetti rientranti nella definizione di soggetti politicamente esposti (PEP) deve essere sottoposta a preventive approvazioni da parte della Direzione Generale/Commerciale. Particolari cautele devono essere adottate nel caso in cui le società del Gruppo entrino in relazione con specifiche categorie di clienti, coinvolti in attività considerate a rischio (es. settore degli armamenti, case da gioco, casinò, enti aventi finalità politiche ecc.). Tali rapporti, peraltro, una volta accesi, devono comunque essere sottoposti a revisione periodica tutti i nuovi rapporti devono essere registrati tempestivamente e correttamente nel sistema informatico aziendale, con l obiettivo tra l altro - di assicurare la corretta e completa alimentazione dell Archivio Unico Informatico previsto dalla vigente normativa è fatto assoluto divieto di instaurare relazioni con gruppi, enti, persone di Paesi sottoposti ad embargo o inclusi negli elenchi di Paesi a rischio diramati da Autorità nazionali o sovrannazionali; - l attivazione, durante tutto il corso della relazione con il cliente, di specifiche azioni di monitoraggio sia del profilo soggettivo dei clienti stessi (ad es. aggiornamenti anagrafici, variazione dell attività/business, coinvolgimento in indagini penali o fatti che possano esporre il Gruppo a rischi di carattere reputazionale ecc.) sia di quello oggettivo, relativo all operatività canalizzata (ad es. gestione del profilo di rischio antiriciclaggio ed attivazione di adeguata verifica rafforzata per i soggetti a rischio ALTO; attenta e puntuale valutazione delle operazioni anomale, specialmente se evidenziate dalla procedura GIANOS; acquisizione e tracciatura delle giustificazioni fornite dal cliente, a supporto delle operazioni che appaiono anomale o non abituali; valutazione dell operatività della clientela tenendo conto sia degli indici di anomalia individuati dalla Banca d Italia sia degli Schemi rappresentativi di comportamenti anomali diffusi dalla stessa Banca d Italia, sia delle informazioni a disposizione, considerandone la coerenza e la compatibilità con il profilo economico-finanziario del cliente; tempestiva attivazione dell iter di segnalazione di operazioni sospette, ove se ne ravvisino i presupposti). - la richiesta a tutte le Unità operative di prestare particolare attenzione alla movimentazione di denaro contante e di titoli al portatore, anche in relazione alla recente drastica riduzione dei limiti di circolazione per tali mezzi di pagamento nelle transazioni tra privati. Tutto il personale in relazione alle proprie competenze è tenuto a dare ampia informativa alla clientela circa la volontà del legislatore di ridurre Elenco dei reati ex D.Lgs. n. 231/01 - Versione aggiornata al dicembre 2011 6

l utilizzo del denaro contante e di favorire il ricorso ai pagamenti elettronici; strumenti che consentono una più estesa tracciabilità delle operazioni di pagamento; - il Responsabile di Filiale, nel valutare l andamento del rapporto, la coerenza dell operatività canalizzata con quanto dichiarato dalla parte in fase di avvio della relazione/adeguata verifica nonché il comportamento del cliente, deve tenere in giusta considerazione che la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni sono uno strumento essenziale per il contrasto non solo del riciclaggio, ma anche di altri rilevanti rischi di illegalità come quelli connessi con la gestione dei flussi finanziari degli appalti pubblici, con l evasione fiscale e, più in generale, con l economia sommersa. Comportamenti da parte della clientela elusivi, poco trasparenti ovvero riluttanti a fornire le informazioni necessarie ad adempiere compiutamente agli obblighi di adeguata verifica devono indurre a valutare una tempestiva attivazione dell iter segnaletico. Con riferimento ai reati di cui agli artt. 377-bis c.p. (induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria) e 378 c.p. (favoreggiamento personale), è fatto assoluto divieto di porre in essere condotte illecite, offerte o promesse - dirette o indirette - di vantaggi non dovuti, nonché ogni comportamento idoneo - anche solo potenzialmente - a concretizzare tali fattispecie, a prescindere dal fatto che le stesse possano assumere rilevanza ai fini del D.Lgs. 231/01, ricorrendone o meno la natura transnazionale. Sono pertanto tassativamente vietati tutti i comportamenti (attivi o omissivi) in qualunque modo volti ad ostacolare il regolare corso delle indagini e dei procedimenti penali, ovvero ad aiutare uno o più soggetti (che siano o meno esponenti, dipendenti o collaboratori delle società del Gruppo) ad eludere le investigazioni o a sottrarsi alle ricerche dell Autorità inquirente. In tale contesto deve essere prestata particolare attenzione laddove società del Gruppo, per il tramite di propri esponenti, dipendenti o collaboratori, siano chiamate direttamente o indirettamente in causa nell ambito di indagini penali o in un procedimento penale. Ricorrendo tali ipotesi: è fatto divieto assoluto di cercare di influenzare in qualunque modo i soggetti sottoposti ad indagine qualora esponenti, dipendenti o collaboratori di società del Gruppo siano a qualunque titolo chiamati a deporre nell ambito di un procedimento penale è richiesta un assoluta integrità e correttezza è vietato qualsiasi comportamento volto ad influenzare impropriamente detti soggetti (ad esempio, mediante promesse di bonus, avanzamenti di carriera, riconoscimenti economici, ovvero, mediante minacce di ritorsioni sul percorso professionale, ovvero ancora suggerendo le dichiarazioni da rendere o i comportamenti da tenere davanti all Autorità inquirente, facendo ad esempio valere il rapporto gerarchico esistente nei confronti del soggetto chiamato a deporre). Ogni eventuale anomalia o irregolarità riscontrata, tale da configurare situazioni di rischio (anche solo potenziali) ai sensi del D.Lgs. 231/01, così come qualsiasi violazione (effettiva o presunta) commessa dal Personale o da terzi deve essere segnalata tempestivamente all Organismo di Vigilanza 231 con le modalità previste dal Modello Organizzativo 231. Elenco dei reati ex D.Lgs. n. 231/01 - Versione aggiornata al dicembre 2011 7