Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile. Stato di applicazione della direttiva europea sui biocarburanti.



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Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Stato di applicazione della direttiva europea sui biocarburanti Annalisa Zezza INEA 2011

ISTITUTO NAZIONALE DI ECONOMIA AGRARIA Le politiche per la promozione dell'energia rinnovabile Stato di applicazione della direttiva europea sui biocarburanti Annalisa Zezza INEA 2011

Studio realizzato nell'ambito del progetto BIOSEA (ottimizzazione delle filiere bioenergetiche per una sostenibilità economica e ambientale) Responsabile Progetto: Prof. Giampietro Venturi (Università di Bologna) Responsabile Unità Operativa: Annalisa Zezza (INEA) Coordinamento editoriale: Benedetto Venuto Impaginazione grafica: Uffico Grafico INEA (Barone, Cesarini, Lapiana, Mannozzi) Foto di copertina: "Schmack Biogas" L'autrice ringrazia il prof. Angelo Frascarelli per gli utili suggerimenti

Indice Introduzione 5 Capitolo I La Direttiva UE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili 7 Capitolo II Produzione e utilizzazione dei biofuel nell'ue 15 Capitolo III Il commercio internazionale di biocarburanti 27 Capitolo IV Le politiche adottate dagli Stati membri dell UE e la stima del sostegno pubblico 35 Capitolo V Miscelazione obbligataria, riduzione delle accise, tariffe all importazione: sono necessari tutti questi strumenti? 49 Capitolo VI Le stime degli effetti della direttiva UE 57 Capitolo VII Gli standard di sostenibilità 65 7.1 Sistemi di regolamentazione pubblica 68 7.2 Iniziative volontarie 71 Capitolo VIII Standard, regolamentazioni e commercio internazionale 75 8,1 Standard e regole WTO 81 Capitolo IX Alcune problematiche aperte 85 9.1 Biofuel e land use changes 85 9.2 Prospettive dei biocarburanti di seconda generazione 90 Capitolo X Conclusioni 95 Bibliografia 99 3

Introduzione La strategia comunitaria di lotta ai cambiamenti climatici prevede la stabilizzazione del livello delle emissioni di gas a effetto serra nel prossimo decennio e la loro riduzione nell ordine del 60-80% entro il 2050. In questo quadro, uno degli elementi centrali è rappresentato da una specifica strategia nel settore dei trasporti, attraverso l impiego dei biocarburanti, insieme all utilizzazione di veicoli più efficienti e alla diffusione di forme alternative di trasporto pubblico e privato (CE, 2006). Il Consiglio europeo del marzo 2007 ha riaffermato l impegno della Comunità a favore dello sviluppo di energia da fonti rinnovabili in tutta la Comunità oltre il 2010, approvando un obiettivo obbligatorio del 20% di energia da fonti rinnovabili sul consumo di energia complessivo della Comunità entro il 2020. Tale obiettivo si è concretizzato con l approvazione delle direttive del Parlamento Europeo e del Consiglio 2009/28/CE sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili (RED) e 2009/30/CE che modifica la direttiva 98/70/CE per quanto riguarda le specifiche relative a benzina, combustibile diesel e gasolio e introduce un meccanismo inteso a controllare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra. La crescita del commercio internazionale di biocarburanti, che appare un ovvia conseguenza degli obiettivi di consumo dei principali paesi industrializzati come l UE e gli USA, ha stimolato un acceso dibattito (OECD-FAO, 2007) sulla loro sostenibilità a livello ambientale e sociale, che si è tradotto in un vasto numero di azioni politiche, quali la RED, e iniziative di carattere tecnico volte a definire e attuare sistemi di certificazione di sostenibilità. Molti paesi in via di sviluppo, come Brasile, India, Malesia, Tailandia, sulla base di considerazioni legate all efficienza produttiva - disponibilità di terra, basso costo del lavoro, condizioni agro-climatiche favorevoli - sono infatti già tra i maggiori produttori, con trend in espansione, come testimoniato dagli ingenti investimenti degli ultimi anni. Obiettivo di questo lavoro è fare il punto sullo stato di applicazione della RED e sulle problematiche aperte. Dopo una breve panoramica sull andamento del mercato comunitario - produzione, importazioni, consumi - l analisi si soffermerà sulle principali questioni attualmente dibattute, ovvero l implementazione degli standard di sostenibilità, la problematica relativa agli effetti indiretti dei cambiamenti nell uso dei suoli e, infine, le prospettive aperte dai biocarburanti di seconda generazione. 5

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Capitolo I La Direttiva UE sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili La Direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili (RED) traduce l obiettivo complessivo comunitario del 20% di energia rinnovabile sul totale dei consumi finali energetici in obiettivi individuali per ogni Stato membro, tenendo conto della diversa situazione di partenza e delle relative possibilità, ivi compreso il livello attuale dell energia da fonti rinnovabili e il mix energetico (tab.1.1). I valori obiettivo della quota di energia rinnovabile sul totale dei consumi energetici vanno da un massimo del 49% per la Svezia al 10% di Malta. All Italia è stato assegnato un obiettivo del 17%. Al tempo stesso, la RED fissa un unico obiettivo del 10% per la quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti 1. La tabella 1.2 mostra la quota, nel 2008, di biocarburante sul consumo di carburante fossile nel settore dei trasporti e nei principali paesi dell Unione e il fabbisogno di biocarburanti al 2020 sulla base degli obiettivi stabiliti dalla direttiva. Questo è stato calcolato a partire dalle previsioni comunitarie (DG Tren, 2009) sul consumo di energia nel settore dei trasporti ed assumendo la realizzazione dell obiettivo di miscelazione del 10%. A tal fine si è applicata l ipotesi, utilizzata nelle stime dell IPTS (IPTS-JRC, 2010), di un rapporto 70:30 tra biocarburanti di prima e seconda generazione e quindi un consumo complessivo di biocarburanti dell 8,5% 2. L applicazione della direttiva dovrebbe comportare, pertanto, un aumento del 64% del consumo di biocarburanti a fronte di un aumento del 4,8% circa del consumo complessivo di carburanti nel settore dei trasporti limitando l incremento nel consumo di carburanti fossili al 2% circa (tab.1.2). 1 E opportuno sottolineare che l obiettivo obbligatorio del 10 % viene definito come quota di energia finale consumata nei trasporti da ottenere a partire da fonti rinnovabili in generale e non soltanto da biocarburanti. 2 In base a quanto stabilito dalla RED, i biocarburanti di seconda generazione vengono contabilizzati due volte ai fini della dimostrazione del rispetto degli obblighi nazionali. 7

Tabella 1 - Obiettivi nazionali generali per la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia nel 2020 Quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia, 2005 Obiettivo per la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia, 2020 Austria 23,3 34 Belgio 2,1 13 Bulgaria 9,4 16 Cipro 2,9 13 Repubblica Ceca 6,1 13 Danimarca 17 30 Estonia 18 25 Finlandia 28,5 38 Francia 10,3 23 Germania 5,8 18 Grecia 6,9 18 Ungheria 4,3 13 Irlanda 3,1 16 Italia 5,2 17 Lettonia 32,6 40 Lituania 15 23 Lussemburgo 0,9 11 Malta 0 10 Paesi Bassi 2,4 14 Polonia 7,2 15 Portogallo 20,5 31 Romania 17,8 24 Slovacchia 6,7 14 Slovenia 16 25 Spagna 8,7 20 Svezia 39,8 49 Regno Unito 1,3 15 Fonte: CE 8

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Tabella 1.2 - Previsione sulla domanda di biocarburante al 2020 consumi carburante 2008 Ktep consumo biofuel 2008 Ktep quota biofuel sul consumo di carburanti stima consumi carburante 2020 Ktep domanda addizionale biofuel - Ktep Unione Europea 293.322 10.077 3,4 313.280 16.552 Austria 6.930 419 6,0 6.045 95 Belgio 8.776 101 1,2 7.645 549 Bulgaria 2.515 4 0,2 2.690 225 Cipro 666 14 2,1 769 51 Republica Ceca 5.652 111 2,0 7.033 487 Danimarca 4.298 5 0,1 3.875 324 Estonia 727 0 0,0 731 62 Finlandia 3.851 75 1,9 3.671 237 Francia 39.153 2.291 5,9 44.819 1.519 Germania 46.998 3.083 6,6 50.188 1.183 Grecia 6.441 69 1,1 6.057 446 Ungheria 4.196 165 3,9 5.314 287 Irlanda 4.355 53 1,2 4.572 336 Italia 36.144 723 2,0 39.524 2.637 Lettonia 1.089 2 0,2 1.328 111 Lituania 1.572 61 3,9 1.804 92 Lussemburgo 2.124 37 1,7 2.506 176 Malta 178 0 0,0 211 18 Paesi Bassi 11.381 287 2,5 10.471 603 Polonia 14.450 441 3,1 19.353 1.204 Portogallo 6.022 128 2,1 6.407 417 Romania 4.525 107 2,4 6.268 426 Slovacchia 1.915 126 6,6 2.584 94 Slovenia 1.965 22 1,1 2.569 196 Spagna 31.436 610 1,9 37.938 2.615 Svezia 7.382 352 4,8 7.332 271 Regno Unito 38.582 790 2,0 37.453 2.394 Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat e DG-TREN L approvazione della RED ha rappresentato l ultima tappa del cammino 9

intrapreso nel marzo 2007, con il pacchetto - proposto dalla Commissione - noto come tabella di marcia o Road Map, contenente misure finalizzate a combattere i cambiamenti climatici e a rafforzare la sicurezza energetica e la competitività dell UE, in cui veniva sancito il principio del 20-20-20. Il pacchetto tracciava una strategia integrata basata su tre elementi centrali: realizzare un vero mercato interno dell energia con l obiettivo, da un lato, di dare agli utilizzatori dell energia nell UE la possibilità di fare una vera scelta e, dall altro, di incentivare gli ingenti investimenti che il settore dell energia richiede; accelerare il passaggio ad un economia a basse emissioni di carbonio, affinché l UE mantenga la propria posizione di leadership su scala mondiale nell ambito delle energie rinnovabili proponendo un obiettivo vincolante: nel 2020 il 20% del suo mix energetico complessivo dovrà provenire da fonti rinnovabili, affiancato da un obiettivo minimo specifico per i biocarburanti pari al 10%; aumentare l efficienza energetica, con l obiettivo di risparmiare il 20% del consumo totale di energia primaria per il 2020, incentivando l impiego di veicoli a minor consumo di carburante, introducendo norme più rigorose e una migliore etichettatura delle apparecchiature, migliorando il rendimento energetico degli edifici esistenti e aumentando l efficienza nella generazione, trasmissione e distribuzione dell energia termica ed elettrica. La proposta della Road map era stata accompagnata da una valutazione di impatto 3 dell obbligo del 10% sui mercati agricoli (CE, 2007) i cui risultati più importanti possono essere riassunti nei seguenti punti: il raggiungimento di una percentuale di miscelazione del 10% minimo nell UE-27 determinerebbe un aumento del consumo di biocarburanti di 10,8 Mtep, passando da 23,8 a 34,6 Mtep; tale consumo dovrebbe essere soddisfatto per il 75% dalla produzione interna e per la parte restante dalle importazioni; la produzione di biomassa dovrebbe interessare circa il 15% della superficie arabile pari a circa 17,5 milioni di ettari. La discussione tra Commissione, Consiglio e Parlamento, protrattasi nel corso del 2008, ha portato all approvazione, il 18 dicembre 2008, del cosiddetto pacchetto-clima i cui punti principali sono: 3 Le stime si poggiano su un modello recursivo dinamico di equilibrio parziale (ESIM) normalmente utilizzato dalla Commissione per l analisi dei mercati agricoli mentre le stime della domanda di biocarburanti si basano sul modello PRIMES. 10

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile la revisione dello schema europeo di emission trading; la riduzione del 10% delle emissioni nei settori non coperti dall emission trading scheme; la revisione della direttiva sulla qualità dei carburanti; una regolamentazione delle emissioni di anidride carbonica nelle automobili di nuova produzione; un quadro normativo relativo all accumulo del carbonio; la direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili. Le due direttive del Parlamento Europeo e del Consiglio 2009/28/CE sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili (RED) e 2009/30/CE, che modifica la direttiva 98/70/CE per quanto riguarda le specifiche relative a benzina, combustibile diesel e gasolio e introduce un meccanismo inteso a controllare e ridurre le emissioni di gas a effetto serra, sono state infine pubblicate nell aprile 2009 e sono applicative dal 2010. Gli Stati membri devono adottare un piano di azione nazionale per le energie rinnovabili che comprenda l informazione sugli obiettivi settoriali, tenendo conto del fatto che esistono usi alternativi della biomassa. Il piano deve contenere una stima della produzione eccedentaria di energia da fonti rinnovabili che potrebbe essere oggetto di un trasferimento verso altri Stati membri o, viceversa, una stima della domanda di energia da fonti rinnovabili da soddisfare con mezzi diversi dalla produzione nazionale. I biocarburanti - prodotti da materie prime di provenienza interna o esterna alla Comunità - devono soddisfare i criteri di sostenibilità definiti dalla RED 4 per poter essere contabilizzati ai fini della verifica del raggiungimento degli obiettivi fissati in termini di miscelazione obbligatoria. Al rispetto degli stessi è anche condizionata l ammissibilità alle eventuali misure di sostegno comunitarie e nazionali. Tali criteri stabiliscono che: - la riduzione minima ottenuta delle emissioni di gas a effetto serra grazie all uso di biocarburanti deve essere pari almeno al 35% rispetto ai combustibili fossili 5-6 ; - i biocarburanti non devono essere prodotti a partire da materie prime ottenute su terreni che: presentino un elevato valore in termini di biodiversità; 4 Art.17. 5 50% dal 2017 e dal gennaio 2018 almeno il 60% per i biocarburanti e i bioliquidi prodotti negli impianti in cui la produzione è iniziata il 1o gennaio 2017 o successivamente. 6 Questo è l unico requisito che deve essere rispettato dai biocarburanti e i bioliquidi prodotti da rifiuti e residui non provenienti dai settori dell agricoltura, dell acquacoltura, della pesca e della silvicoltura. 11

presentino un elevato stock di carbonio; fossero torbiere nel gennaio 2008; - le materie prime agricole coltivate nella Comunità e utilizzate per la produzione di biocarburanti devono essere ottenute nel rispetto delle prescrizioni e delle norme previste dalla condizionalità ambientale di cui al regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio, del 19 gennaio 2009. Ai fini della dimostrazione del rispetto degli obblighi nazionali, il contributo dei biocarburanti prodotti a partire da rifiuti, residui, materie cellulosiche di origine non alimentare e materie ligno-cellulosiche è considerato equivalente al doppio di quello di altri biocarburanti. La RED adotta le seguenti definizioni: - valore reale: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per alcune o per tutte le fasi di uno specifico processo di produzione di biocarburanti calcolata secondo la metodologia definita nell allegato V, parte C; - valore tipico: una stima della riduzione rappresentativa delle emissioni di gas a effetto serra per una particolare filiera di produzione del biocarburante; - valore standard: un valore stabilito a partire da un valore tipico applicando fattori predeterminati e che, in circostanze definite dalla presente direttiva, può essere utilizzato al posto di un valore reale. I valori tipici e di default per materia prima e processo produttivo, con riferimento al risparmio di emissioni di GHG rispetto ai combustibili fossili, sono stati elaborati dal Joint Research Center (JRC) della Commissione Europea (tab.2). I primi costituiscono una stima rappresentativa del valore delle emissioni per una determinata tecnologia di produzione del biocarburante. I valori di default sono derivati dai precedenti applicando alcuni fattori predeterminati e possono essere utilizzati in sostituzione dei valori reali. I valori assunti dagli indicatori sul risparmio di emissioni risentono, ovviamente, delle assunzioni adottate per il loro calcolo. Ad esempio, il valore relativo al biodiesel prodotto dall olio di soia non soddisfa automaticamente la soglia del 35% stabilita dalla RED, essendo stato calcolato ipotizzando l importazione in Europa dei semi di soia dal Brasile e la loro trasformazione successiva in biodiesel. Allo stesso modo si è ipotizzato che nel caso dell olio di palma la produzione in Malesia e Indonesia non consenta la cattura del metano e quindi non sia compatibile con lo standard adottato dall UE. Per quanto concerne il mais è ipotizzata la sola produzione nell UE - che risulta compatibile con la standard - mentre tale valutazione non si applicherebbe ai produttori statunitensi. 12

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Tabella 1.3 Risparmio di emissioni di GHG(%) rispetto ai combustibili fossili per processo produttivo e materia prima nella produzione di biodiesel ed etanolo - Valori tipici e di default Materia prima Valore tipico Valore di default Colza 45% 38% Soia 40% 31% Girasole 58% 51% olio di colza idrotrattato 51% 57% Biodisel olio di colza puro 58% 57% Olio di palma senza cattura metano 36% 19% Olio di palma con cattura metano 62% 56% Residui vegetali o animali 88% 83% Barbabietola 61% 52% Etanolo Canna da zucchero 71% 71% Fonte: CE, RED Mais CE (con recupero metano) 56% 49% Per quanto riguarda le produzioni più diffuse nell UE, il biodiesel di colza, sebbene compatibile oggi con lo standard, non lo sarebbe più dal 2017 quando la soglia diventa il 50%, a differenza del girasole che, di conseguenza potrebbe acquisire un vantaggio competitivo. L UE ha adottato nella RED il sistema di bilancio di massa in base al quale non è possibile mescolare biofuels con differenti valori di emissioni, in modo tale da impedire il commercio di biocarburante che si trovi al di sotto delle soglie stabilite. La RED prevede che, per evitare una discriminazione tra biocarburanti o materie prime prodotte internamente o da paesi terzi, l Unione Europea provvederà a concludere accordi bilaterali o multilaterali con i paesi terzi. Nel concludere tali accordi saranno considerate prioritarie le misure adottate per la conservazione di aree che forniscono servizi di ecosistema fondamentali in situazioni critiche (ad esempio protezione degli spartiacque e controllo dell erosione), per la tutela del suolo, delle risorse idriche e dell aria, in relazione ai cambiamenti indiretti della destinazione dei terreni, per il ripristino dei terreni degradati e per evitare il consumo eccessivo di acqua in zone afflitte da carenza idrica, nonché relativamente agli aspetti della sostenibilità sociale. Alla RED si affianca la direttiva 2009/30/CE del Parlamento Europeo e del 13

Consiglio del 23 aprile 2009 che modifica la direttiva 98/70/CE per quanto riguarda le specifiche relative a benzina, combustibile diesel e gasolio. La Direttiva stabilisce che i fornitori di combustibile indichino le emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei combustibili da essi forniti, prescrive che essi si impegnino a ridurle a partire dal 2011 e indica che la metodologia per il calcolo delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti dovrebbe essere identica a quella stabilita ai fini del calcolo dell impatto dei gas a effetto serra ai sensi della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili. La direttiva fissa criteri e valori standard per il calcolo delle emissioni di gas a effetto serra prodotte durante il ciclo di vita dei biocarburanti e le specifiche ecologiche dei combustibili disponibili sul mercato destinati ai veicoli. Nel capitolo successivo si presenta un esame dell attuale situazione della produzione e del commercio internazionale dei biocarburanti. Tale analisi sarà seguita da una disamina delle politiche in atto nei paesi dell Unione Europea. 14

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Capitolo II Produzione e utilizzazione dei biofuel nell UE Le fonti rinnovabili, nel 2008, a livello mondiale, hanno rappresentato il 13% circa della produzione complessiva di energia pari a 12.267 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) - a fronte del 33% rappresentato dal petrolio, del 27% per il carbone, del 21% per il gas naturale e del 5,8 per l energia nucleare. La quota maggiore di energia da fonte rinnovabile, corrispondente al 10% del totale dell energia primaria prodotta, deriva dalla biomassa compresi i rifiuti. Il 2,5% del totale della biomassa è rappresentato dai biocombustibili liquidi o biocarburanti la cui produzione mondiale, nel 2008, secondo i dati dell IEA, è stata di 70,6 milioni di tonnellate. I biocombustibili liquidi vengono utilizzati, per la quasi totalità, nel settore dei trasporti (tabb. 2.1 e 2.2). Tabella 2.1 - Energia rinnovabile e da rifiuti nel mondo - 2008 Rifiuti municipali Rifiuti industriali Biomassa solida primaria Biogas Bioliquidi Energia geotermica Energia solare Unità TJ TJ TJ TJ 000 tonn TJ TJ Produzione 1107716 431690 46870063 867423 70631 2445184 461883 Importazioni 0 278 124291 0 6664 0 0 Esportazioni 0 0-68921 0-8772 0 0 Variazione Stock -13 513 2649 0 151 0 0 Offerta interna 1107703 432481 46928082 867423 68674 2445184 461883 Differenza statistica -2-569 6266-157 -193-13451 -1 Trasformazione 978273 211444 5405351 407460 1896 2259811 8412 Consumo finale 129428 213227 40965037 455338 66681 165962 453467 Fonte: IEA, 2010 I principali paesi produttori e consumatori di biocarburanti sono Stati Uniti, Brasile e UE (tab.2.2). Mentre la produzione statunitense e brasiliana è costituita in misura quasi totale da etanolo, la produzione europea è composta in maniera prevalente da biodiesel. 15

Tabella 2.2 - Biofuels nel mondo principali paesi produttori (000 tonnellate) - 2008 EU27 USA Brasile Cina Argentina Mondo Produzione 13328 30665 21376 2050 743 70631 Importazioni 3560 2638 0 0 0 6664 Esportazioni 1390 2258 4078 0 725-8772 Consumo finale 13111 30553 18087 2050 18 66681 Fonte: IEA, 2010 I biocarburanti coprono oggi circa il 3% della domanda di energia nel settore dei trasporti ma la loro quota arriva ben al 21% in Brasile. Figura 2.1 - La produzione di biofuel nel mondo 2009 La loro utilizzazione appare in forte crescita sotto la spinta delle politiche di sostegno attuate da molti paesi al fine di aumentare la propria sicurezza energetica, contribuire alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sostenere 16

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile il reddito agricolo, come sarà discusso più avanti. Secondo le stime dell IEA, che riguardano un intervallo temporale che arriva al 2035, sebbene il petrolio rimarrà la principale fonte di energia, la sua quota sulla domanda di energia dovrebbe scendere dal 33 al 28% per la sua sostituzione nell industria, nella generazione di energia e nei trasporti. Il peso delle rinnovabili moderne dovrebbe salire dall attuale 7% al 14% e la quota dei biocarburanti nei trasporti dal 3 all 8% con un aumento dei consumi dall attuale un barile al giorno a 4,4 nel 2035 (fig.2.2). Figura 2.2 - Proiezioni IEA della domanda di energia per fonte energetica Fonte: IEA, 2010 La produzione europea di biodiesel nel 2009 è stata di 9046 mila tonnellate con una crescita elevata (16,6%) rispetto al 2008, seppur rallentata rispetto al valore record dell anno precedente (35%). I principali paesi produttori sono la Germania, con oltre il 25% della produzione comunitaria, la Francia, la Spagna e l Italia. Insieme questi quattro paesi superano il 50% della produzione totale. Il 70% del biodiesel in Europa è prodotto, attualmente, dall olio di colza mentre l utilizzazione di olio di soia o di palma, limitata da standard tecnici, è stimata rispettivamente nell ordine del 14-24% e del 5-11%. Il biodiesel prodotto da residui si aggirerebbe invece intorno al 5-11% pari a circa 810 ktoe (CE, 2011). La parte restante della produzione di biocarburanti nell UE, stimata nel 2009 in 3674 milioni di litri, è composta da etanolo (pari a 2451 Mtep). I principali paesi produttori sono la Francia, da cui proviene un terzo della produzione, la Ger- 17

mania e la Spagna. Questi tre paesi, insieme, contano per il 66% della produzione totale. L etanolo è prodotto principalmente dal grano e, in maniera residuale, dalla barbabietola e da altri cereali. Inoltre, secondo la Commissione, circa 11 ktoe verrebbero prodotte da ligneo-cellulosa. I principali paesi con impianti di seconda generazione sono i Paesi Bassi, la Germania, la Danimarca e, al di fuori dell UE, la Norvegia. Complessivamente il 9% della produzione europea è costituto da biocarburanti di seconda generazione. Figura 2.3 - Produzione europea di biocarburanti (Ktep) Fonte: Eurostat Secondo i dati dell European Biodiesel Board il rapporto tra la produzione e la capacità produttiva installata è stato nel 2009 del 43,3%. La capacità produttiva installata ammonta, infatti, a 20,9 milioni di tonnellate ma molti impianti sarebbero rimasti chiusi per assenza di ordini. Il basso livello di utilizzazione della capacità produttiva degli impianti (tab.2.3 e fig.2.1) per la produzione di biodiesel viene associata a tre ordini di fattori. Innanzitutto la concorrenza delle importazioni che in alcuni casi sembrano essere sostenute da sussidi all esportazione attualmente oggetto di controversie, come nel caso dei sussidi statunitensi per il B99 di cui si parlerà nel capitolo 3. Il secondo fattore è la riduzione degli incentivi fiscali come nel caso della Germania e, infine, la decisione di alcuni paesi di ridurre il proprio tasso obiettivo di miscelazione. 18

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Tabella 2.3 - Capacità produttiva dei maggiori impianti per la produzione di biodiesel in Europa Impresa Paese Numero di impianti Capacità produttiva (tonn) Diester Industrie Francia 9 2000000 ADM Biodiesel Germania 3 975000 Infinita Spagna 2 900000 Biopetrol Germania-Olanda 3 750000 Marseglia Group Italia 2 560000 Enteban Spagna 3 500000 Npvaol Italia- Austria 3 480000 Verbio Germania 2 450000 Cargill Germania 2 370000 Acciona Spagna 2 272000 Fonte:Biofuel barometer, EurObserv ER 2010 Figura 2.4 - Produzione e capacità produttiva degli impianti per la produzione di biodiesel in Europa (Mton) Fonte:European Biodeisel Board 19

Anche nel caso dell etanolo, la capacità produttiva degli impianti europei, che ammonta a 6.785 milioni di litri, è notevolmente sottoutilizzata (tab.2.4). Tabella 2.4 - Capacità produttiva dei maggiori impianti per la produzione di bioetanolo in Europa Impresa Paese Numero di impianti Capacità produttiva (milioni litri) Materia prima Tereos Francia, Belgio, R. Ceca 8 857 zucchero, grano Albengoa Bioenergy Spagna, Francia 5 776 Crop Energies Germania Francia, Belgio 3 760 Cistanol Francia 4 540 Agrana Group Austria, Ungheria 2 410 grano cereali, ligneocellulosa zucchero, cereali, alcol zucchero, barbabietola, grano, alcol Ensus Pic Regno Unito 1 400 zucchero, cereali Verbio AG Germania 2 355 cereali Agroetanol Svezia 1 210 alcol IMA (Bertolino) Italia 1 200 alcol Wratislavia Bio Polonia 1 170 alcol Fonte:Biofuel barometer, EurObserv ER 2010 La struttura del settore è fortemente differenziata con impianti la cui capacità produttiva varia da 2000 tonnellate di proprietà di gruppi di agricoltori a 500 mila tonnellate appartenenti a grandi imprese multinazionali. La localizzazione degli impianti è guidata da una pluralità di fattori come le aree di coltivazione della materia prima, la presenza di grandi porti e anche dalla disponibilità di incentivi. Il consumo di biocarburanti nell UE è stato di 12 Mtep nel 2009 (tab.2,5), pari ad un tasso di miscelazione del 4%, e risulta in continua crescita nell ultimo decennio anche se con un tasso rallentato nell ultimo anno. Negli ultimi anni il consumo è cresciuto in tutti i paesi dell UE con l eccezione della Germania, dove si è registrato un calo a partire dal 2008, anno in cui è stata aumentata la tassa sul biodiesel (energy tax) e l incentivo è stato sostituito dall obbligo di miscelazione. Il 79,5% dell ammontare complessivo di biocarburanti utilizzato nell UE è costituito da biodiesel contro il 19,3% costituto da bioetanolo. La parte restante è data dall olio vegetale puro consumato in Germania e dal biogas in Svezia. I primi 20

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile cinque paesi consumatori sono Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito che insieme ammontano al 71% del consumo totale. Tabella 2.5 - Consumo di energia e biocarburanti in Europa 2005-2009 (Ktep) Carburanti fossili Bioetanolo Biodiesel Altri biocarburanti Totale Biocarburanti Quota % biocarburanti 2005 355.926 567 1.380 1.926 3.873 1,1 2006 361.274 888 2.329 3.280 6.497 1,8 2007 365.299 1.175 4.333 2.786 8.294 2,3 2008 359.583 1.851 6.820 2.470 11.142 3,1 2009 347.416 2.299 9.298 2.223 13.820 4,0 Fonte:Biofuel barometer, EurObserv ER 2010 La quota di biocarburanti importati è cresciuta costantemente fino a raggiungere il 25% nel 2008 (tab. 2.6 e fig. 2.5). L aumento costante della produzione è, infatti, stato inferiore all aumento dei consumi come risulta evidente dall andamento del tasso di autoapprovvigionamento. Tabella 2.6 - Produzione, consumo e commercio estero di biocarburanti nel UE (Ktep) * 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Produzione 2.195 3.828 6.266 7.703 9.578 11.465 Importazioni 108 394 753 1.410 2.892 3.381 Esportazioni 186 338 512 616 1.145 1.024 Saldo commerciale -78 56 241 794 1.747 2.357 Consumo 2.115 3.873 6.497 8.294 11.142 13.820 Tasso di autoapprovvigionamento 103,8 98,8 96,4 92,9 86,0 83,0 Propensione a importare 5,1 10,2 11,6 17,0 26,0 24,5 * grado di autoapprovvigionamento (%)= produzione/consumi, propensione a importare = importazioni/consumi Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat A partire dalla seconda metà del 2008 nell UE è stato registrato un deterioramento del mercato dei biocarburanti, soprattutto per il biodiesel, attribuibile principalmente alla diminuzione del prezzo dei combustibili fossili, a modifiche delle politiche di incentivazione in Germania, paese che rappresenta il principale mercato europeo, e alla competizione con le importazioni. 21

Figura 2.5 - Produzione, importazioni e consumo di biocarburanti nell UE-27 Fonte: Eurostat L Italia, con una produzione di circa 470.000 t nel 2009 è il terzo produttore europeo di biodiesel dopo la Germania e la Francia. A cominciare dal 2008 l aumento dei consumi derivanti dagli obblighi comunitari di miscelazione ha determinato una forte crescita della produzione interna e dell importazione del biodiesel, fino ad allora assente (tab.2.7). Per la produzione del biodiesel l Italia è comunque fortemente dipendente dall estero, come si vedrà più avanti, per quanto concerne la materia prima. Tabella 2.7 - Produzione, commercio e consumo di biodiesel in Italia (Ktep) 2005 2006 2007 2008 2009 Produzione 176 199 180 557 713 Importazioni 0 0 0 213 413 Esportazioni 0 0 0 96 80 Saldo commerciale 0 0 0 217 333 Consumo finale 176 199 180 665 1063 Consumo finale nei trasporti 176 161 141 665 1063 Fonte: Eurostat 22

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile In Italia sono presenti 19 impianti con un potenziale produttivo di circa 2.500.000 t/ anno di biodiesel, di cui 4 in fase di realizzazione. La maggiore concentrazione di impianti si ha nella regione Lombardia, con una capacità produttiva complessiva di 670.000 t/ anno pari al 33% del totale. Una parte della produzione di biodiesel è esportata soprattutto verso Francia, Spagna e Grecia. Le importazioni provengono sia dall interno dell UE che dai paesi terzi, prevalentemente Indonesia e Argentina. Le importazioni dagli Stati Uniti si sono azzerate dopo l applicazione da parte dell UE dei dazi antidumping, anche se è registrabile una certa quantità di elusione attraverso il Canada e Singapore (tab.2.8) 7. Tabella 2.8 - Import - Export di biodiesel (codice doganale 28349091) dell Italia (tonn) IMPORT EXPORT 2008 2009 2010 2008 2009 2010 Totale 161.020 491.687 809.780 116.318 134.642 140.990 UE-27_Intra 95.320 362.032 338.936 116.049 134.187 139.947 UE -27_Extra 65.700 129.655 470.844 269 454 1.042 Francia 23.743 131.339 7.737 87.959 84.055 81.541 Spagna 23 92.687 202.979 14.610 44.055 41.334 Grecia 21.196 7.589 3.072 4.567 12.130 Slovenia 573 1.303 3.340 Paesi Bassi 28.186 76.186 52.218 1 260 Austria 2.481 1.709 27.316 8.673 132 206 Usa 45.084 5.981 17 17 129 Belgio 745 11.308 15.964 273 0 114 Germania 18.885 41.214 31.760 776 34 80 Indonesia 9.643 61.104 233.176 3 33 Argentina 10.972 54.012 209.183 1 6 Canada 3.989 5.697 4 4 Malaysia 4.613 3 Singapore 4.515 10.671 Fonte: Eurostat Anche in Italia, come nel resto di Europa la capacità produttiva degli impianti è largamente sottoutilizzata e in diminuzione (fig.2.6). Della filiera fanno parte 7 cfr. capitolo 3 23

anche alcuni oleifici, concentrati soprattutto nelle regioni Emilia Romagna e Veneto che svolgono le fasi dell esterificazione e della raffinazione. Figura 2.6 - Produzione e capacità produttiva degli impianti per la produzione di biodiesel in Italia (000 ton) Fonte:European Biodiesel Board La materia prima utilizzata viene per la maggior parte importata. I principali flussi riguardano l olio di colza che proviene sia da paesi europei (Francia e Romania) che extraeuropei (USA, Russia e Canada), l olio di palma da Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea, l olio di girasole e i semi di soia e di girasole. Le superfici investite a semi oleosi in Italia, secondo Assitol, sono state pari, nell anno 2009 a 331.500 ettari (con un aumento del 39,3% rispetto all anno precedente), di cui 22.300 ettari a colza (+346%), 117.200 ettari a girasole (+30,2%) e 192.000 ettari a soia (+47,7%). La produzione nazionale di semi oleosi per usi energetici è valutata da Assitol in 105.100 tonnellate contro le 40.500 tonnellate del 2008, con un aumento del 159,5%, a fronte di una produzione per usi alimentari e mangimistici di 883.700 tonnellate. Dai semi passati in lavorazione sono state ottenute 558.000 tonnellate di oli da semi e frutti oleosi greggi per usi alimentari e 33.700 tonnellate di oli per 24

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile usi industriali prodotti da semi coltivati per uso energetico e di filiera (490.200 tonnellate per usi alimentari e 17.100 tonnellate per usi industriali nel 2008) e 1.746.000 tonnellate di farine di estrazione (1.585.000 tonnellate nel 2008). Per quanto riguarda la produzione dell ETBE l unico stabilimento è di proprietà dell Ecofuel di Ravenna (ENI). Tra le maggiori ditte produttrici di bioetanolo e l Ecofuel, sono stati attivati accordi di fornitura per la recente produzione di alcune decine di migliaia di tonnellate di ETBE nell ambito del programma nazionale bioetanolo/etbe. Figura 2.7 - Importazioni italiane di semi oleosi e oli vegetali, 2005-2010 (Meuro) 2.000 1.800 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 1 2 3 4 5 6 olio di colza olio di palma olio di soia olio di girasole semi di girasole semi di soia Fonte: Eurostat 25

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Capitolo III Il commercio internazionale di biocarburanti Il commercio internazionale dei biocarburanti riguarda oggi solo una piccola frazione della produzione mondiale (10% secondo l IEA) ma appare in forte crescita sotto la spinta degli obblighi di consumo fissati da paesi come gli Stati Uniti e l Unione Europea, caratterizzati da un elevato consumo di carburanti fossili 8. Più della metà degli scambi internazionali (pari a oltre 6.664 mila tonnellate nel 2008) provengono dal Brasile e riguardano l etanolo. Secondo le previsioni (FAPRI, 2010) il commercio netto di etanolo dovrebbe aumentare del 323% tra il 2009 e il 2019 per effetto principalmente dell aumento della domanda degli Stati Uniti. Più limitato (6,3%) è invece l aumento previsto per il commercio netto di biodiesel anche a causa dell entrata in vigore dell obbligo di miscelazione in Argentina che vedrà, di conseguenza, la riduzione del proprio surplus esportabile. Figura 3.1 - Importazioni di biofuels dell UE da paesi terzi (Mtep) Fonte: Eurostat 8 I dati sul commercio estero dei biocarburanti risentono di imprecisioni derivanti dall assenza di uno specifico codice HS. I dati sull etanolo includono il prodotto scambiato in ragione di utilizzi finali diversi quali fuel, uso industriale e alimentare. Il biodiesel è scambiato sotto le voci doganali 38249099 e 38249029 nel caso del biodiesel puro. Dal 2008 l UE ha introdotto il codice 38249091 (FAMAE). 27

La figura 3.1 mostra l incremento delle importazioni di biodiesel e bioetanolo registratosi negli ultimi anni nell UE. Nel 2008 l UE ha importato circa il 32% del proprio consumo di etanolo. I principali paesi importatori sono il Regno Unito e la Svezia. Per quanto riguarda il biodiesel, la reazione europea alle esportazioni sussidiate americane, di cui si parlerà più avanti, ha determinato la drastica riduzione di quest ultime mentre sono cresciute le importazioni dall Argentina che è oggi il principale paese di provenienza destinato a divenire, nei prossimi anni, il principale paese produttore. Il secondo paese fornitore è l Indonesia (tab.3.1). Tabella 3.1 - Importazioni di biodiesel (tonn) dell UE principali paesi partner Paese partner Quantità % Quota di mercato 2008 2009 2010 2008 2009 2010 Mondo 1779,7 1711,0 1926,2 100 100 100 Argentina 76,5 853,6 1179,3 4,30 49,89 61,22 Indonesia 155,1 157,9 496,2 8,72 9,23 25,76 Canada 1,7 140,0 90,4 0,10 8,18 4,69 Malaysia 38,0 123,5 78,4 2,14 7,22 4,07 India 8,0 24,6 37,3 0,45 1,44 1,94 Croatia 0,4 2,2 11,9 0,02 0,13 0,62 Singapore 0,2 20,5 11,6 0,01 1,20 0,60 Norvegia 2,0 3,1 5,9 0,11 0,18 0,31 Ecuador 4,5 0,00 0,00 0,24 United Arab Emirates 3,2 4,0 0,18 0,00 0,21 Turchia 0,0 2,8 3,0 0,00 0,17 0,16 Cina 0,3 0,0 1,0 0,02 0,00 0,05 USA 1487,8 381,2 0,0 83,60 22,28 0,00 Fonte: Database Trains Per quanto riguarda l etanolo, i principali paesi di provenienza sono il Brasile e l Egitto (tab.3.2) L UE esporta anche etanolo verso vari paesi quali Svizzera, USA, Norvegia, Turchia e biodiesel (FAMAE) soprattutto verso la Norvegia. Il crescente deficit dell UE riguardo agli oli vegetali negli ultimi 3-4 anni ha fatto sì che crescenti quantità di oli alimentari, per circa 2,5 milioni di tonnellate, siano state importate per compensare l utilizzazione dell olio di colza nella produzione del biodiesel con conseguenti aumenti dei prezzi mondiali soprattutto per l olio di girasole. 28

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Le importazioni europee di oli di girasole, soia e palma appaiono in forte crescita dal 2000 (fig. 3.2). I principali paesi di provenienza dell olio di girasole sono l Ucraina e l Argentina con una quota superiore al 50%. L olio di palma proviene quasi esclusivamente dalla Malesia e dall Indonesia. Si stima che circa l 80% delle importazioni europee di oli vegetali sia destinato all uso alimentare. Tabella 3.2 - Importazioni UE di alcol etilico (codice doganale 220710),2005-2010: principali fornitori (000 ton) Paese partner Quantità 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Totali 436,9 469,4 963,4 1232,9 885,5 410,9 Brasile 150,7 188,7 516,8 613,1 234,2 119,5 Egitto 17,6 29,2 33,2 44,6 43,7 47,9 Bolivia 10,9 22,4 4,0 43,5 44,1 37,7 Perù 16,2 16,2 33,8 47,0 47,7 37,4 Guatemala 48,0 31,9 41,2 33,7 87,8 27,7 Stati Uniti 0,6 0,9 38,5 1,5 13,1 24,2 Paesi non specificati 0,0 0,0 36,9 217,8 137,3 14,1 Turchia 1,8 12,8 14,2 4,2 4,9 14,0 Argentina 11,4 1,6 5,4 13,6 30,4 8,6 Lettonia 0,0 3,8 12,7 8,8 11,3 8,3 Norvegia 7,5 8,6 11,8 10,8 13,1 8,2 Sud Africa 16,9 11,6 10,5 5,4 1,3 6,6 Croazia 5,8 2,9 7,8 4,4 3,4 6,2 Pakistan 73,2 39,3 63,6 77,6 52,5 3,7 Costa Rica 12,0 15,3 21,1 27,2 37,1 3,2 Fonte: Nostre elaborazioni su dati Eurostat L olio di soia proviene dagli Stati Uniti. In questo caso si tratta del B99, una miscela di oli vegetali al 99% e oli minerali all 1% che secondo l European Biodiesel Board è stato sussidiato illegalmente agli Stati Uniti e venduto in dumping in Europa come si dirà più avanti. I flussi di commercio internazionale per gli oli vegetali sembrano indicare che la raffinazione degli oli avvenga in paesi diversi da quelli di produzione, al contrario di quanto avviene nel caso dell etanolo. Una spiegazione è che, in virtù degli incentivi concessi, la produzione di biodiesel sia concentrata nell UE e in particolare in poche grandi imprese (Unctad 2006b). 29

Figura 3.2 - Importazioni mondiali di oli vegetali (tonnellate) Fonte: Nostre elaborazioni su dati FAOSTAT La maggior parte dei paesi che hanno l obiettivo di sviluppare la propria produzione attua il sostegno del prezzo interno dei biocarburanti attraverso tariffe all importazione che hanno anche l obiettivo di limitare i benefici delle agevolazioni fiscali ai soli produttori interni (tab.3.3). Le divergenze nelle tariffe applicate a paesi o gruppi di paesi diversi non solo limitano le importazioni da questi ma finiscono anche per determinare quali produttori hanno un vantaggio comparato in relazione alla materia prima che utilizzano. Tabella 3.3 - Tariffe MFN 1 (%) per principali oli vegetali e alcol etilico media ponderata- anno 2009 Prodotto (4 digit) Canada UE USA Olio di soia 4,50 4,99 13,26 Olio di palma 3,67 8,66 0,00 Olio di girasole 4,50 9,60 Olio di colza 11,00 9,60 6,32 Alcol etilico non denaturato 3,25 19,2 /100 l 2,50 1 I paesi membri del WTO esprimono i propri impegni in termini tariffari con riferimento ad un valore massimo che si applica sulla base della nazione più favorita (MFN). Fonte: Database Trains 30

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Gli USA applicano una tariffa ad valorem del 2,5% sulle importazioni di etanolo e dell 1,9% sull alcol etilico denaturato e un dazio specifico sulle importazioni di alcol etilico per la produzione di biocarburante, che è stato recentemente ridotto da 54 a 45c/gallone. Questa tariffa è stata fissata in modo tale da annullare i benefici derivanti dall agevolazione fiscale per il prodotto importato (45 c/ gallone), compensandone il costo per l erario al tempo stesso. La tariffa colpisce prevalentemente le importazioni dal Brasile ed è stata molto criticata sulla base della sua contraddizione con l obiettivo di ridurre le emissioni considerato il diverso impatto in questa direzione dell etanolo ottenuto dalla canna da zucchero in Brasile rispetto a quello da mais prodotto negli Stati Uniti. Alcuni paesi partner godono di trattamenti preferenziali come il Messico ed il Canada che, nell ambito del NAFTA (North American Free Trade Agreement), possono esportare etanolo negli USA a dazio zero. Un altro importante strumento di politica commerciale - che ha effetti sulle importazioni di etanolo - è il Caribbean Basin Economic Recovery Act (CBERA) che raggruppa i paesi dell America Centrale e Caraibici. Sulla base di quest accordo se l etanolo è prodotto in questi paesi con almeno il 50% di materia prima proveniente da paesi dell accordo stesso, viene ammesso negli USA a dazio zero. Quest ultimo si applica anche al 7% delle importazioni indipendentemente dalla provenienza della materia prima. Ciò fa si che l etanolo prodotto in altri paesi, principalmente Brasile ed UE, venga distillato nella forma anidra in impianti localizzati nei paesi caraibici, tra cui principalmente Giamaica, El Salvador, Trinidad e Tobago e Costa Rica e poi importato dagli Stati Uniti a dazio ridotto. Anche in Brasile sia il mercato dello zucchero che quello dell etanolo sono protetti dalla competizione esterna attraverso una tariffa del 20% sulle importazioni di zucchero e del 30% su quelle di etanolo, con l eccezione dei paesi del Mercosur. Il mercato europeo è abbastanza protetto nei confronti dei paesi maggiori produttori, Brasile e USA, con una tariffa di 19,2 /hl per l alcol non denaturato e di 10,2 /hl per l alcol denaturato. Nell UE, in virtù del Sistema Generalizzato delle Preferenze (GSP) 9 nell ambito dell accordo EBA e degli accordi preferenziali con i paesi ACP, le importazioni di alcol da questi paesi avvengono a tasso zero o a tariffa ridotta. 9 Il GSP è uno schema tariffario che favorisce i paesi in via di sviluppo. Le esportazioni da questi paesi di etanolo, classificato come prodotto sensibile, beneficiavano fino al 31 dicembre 2005, di una riduzione del 15% sul dazio MFN. Questo sistema è stato sostituito da uno nuovo (GSP+) che ha azzerato i dazi ma ha escluso il Pakistan, le cui esportazioni di etanolo superano l 1% delle importazioni europee nell ambito del GSP e quindi sono soggette al sistema MFN. 31

In generale, al biodiesel sono applicate tariffe inferiori rispetto all etanolo. L UE applica tariffe che vanno dal 4,99% per l olio di soia al 9,6% per l olio di colza. Il fatto che queste tariffe siano superiori a quelle, in realtà nulle, in vigore per i semi oleosi è una pratica, nota come tariff escalation, diffusa anche per altri settori in quei paesi che vogliono proteggere la propria industria di trasformazione basata sull importazione delle materie prime. Nell ambito del commercio internazionale di biocarburanti, è in atto un contenzioso tra l Unione Europea e gli Stati Uniti riguardo al biodiesel. Sotto accusa, da parte dei produttori europei di biodiesel - associati nell European Biodiesel Board (EBB) - sono i sussidi americani, adottati nel 2004, nella misura massima di 264$ per m 3, equivalenti a circa 200 per tonnellata, per miscele anche minime di biodiesel quali il B99,9 10 che può essere esportato nell Unione Europea e beneficiare dei sussidi europei. La miscela B99 sarebbe esportata dagli USA nell Ue in quantità rilevanti e venduta ad un prezzo di dumping pari a circa 120-180 /t. Il sussidio, nato per favorire i produttori statunitensi ha finito per sostenere i produttori del sud est asiatico e del sud America, che operando una triangolazione attraverso gli Stati Uniti riescono a percepire i sussidi statunitensi e, ove presenti, quelli dei paesi europei di destinazione finale. L incentivo è considerato così alto da aver determinato anche delle esportazioni di biodiesel dall Europa verso gli Stati Uniti con successiva re-importazione. Oltre alle proteste dei produttori europei il sussidio americano alle miscele di biodiesel ha riscontrato una crescente opposizione interna essendo stato stimato un costo per i contribuenti di 782 milioni di dollari che si aggiungono ai 504 che vanno a beneficio del biodiesel prodotto negli USA (Carriquiry e Babcock, 2008). L incentivo è stato abolito a partire dal 1 gennaio 2010 ma reintrodotto nel 2011. Nell Ue la Commissione ha istituito nel 2009 un dazio anti-dumping ed un dazio controvalore provvisorio con il reg. 183/2009, resi definitivi con il successivo reg. 599/2009 dopo aver compiuto un inchiesta sulle importazioni di biodiesel puro e in miscele superiori al 20% provenienti dagli USA, avendo dimostrato un danno economico per i produttori europei. I dazi anti-dumping vanno da 68,60 a 198 /t, equivalenti a 0,9-0,25 /l mentre i dazi controvalore variano da 211,20 a 237 /t, equivalenti a 0,24-0,27 /l. Ciononostante, nell agosto del 2010 la Commissione, su richiesta dell EBB, ha aperto un inchiesta sulla possibile elusione delle misure anti-dumping e delle misure compensative istituite dai citati regolamenti, mediante triangolazioni di biodiesel prodotto negli Stati Uniti e destinato al mercato euro- 10 Miscela allo 0,1%. 32

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile peo, attraverso il Canada e Singapore o mediante l esportazione dagli USA all Ue di miscele di grado inferiore al 20%. I dati sul commercio evidenzierebbero, secondo i ricorrenti, un notevole cambiamento della configurazione degli scambi riguardanti le esportazioni da USA, Canada e Singapore nell Unione, senza che vi fossero adeguate motivazioni a parte l istituzione del dazio. L indagine ha concluso che il dazio compensativo definitivo istituito sulle importazioni di biodiesel originario degli Stati Uniti è stato eluso attraverso la triangolazione con il Canada e relativamente a miscele di titolo inferiore al 20% e pertanto attualmente vi è una proposta di mantenere il dazio anche relativamente a questi paesi. Alcuni autori (de Gorter, Drabik, Just, 2010) analizzando la questione dello splash and dash hanno invece concluso che le ragioni per la bassa utilizzazione della capacità produttiva europea vadano piuttosto cercate nel declino del prezzo del petrolio avutosi dopo luglio 2008 e nella riduzione dei sussidi europei, in particolare in Germania. 33

Le politiche per la promozione dell energia rinnovabile Capitolo IV Le politiche adottate dagli Stati membri dell UE e la stima del sostegno pubblico Le motivazioni alla base delle politiche a favore dei biocarburanti riguardano la sicurezza energetica, cioè la riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, la riduzione delle emissioni e, infine, il sostegno all agricoltura attraverso la creazione di una domanda addizionale di prodotti agricoli. Le misure normalmente adottate per promuovere la produzione di biocarburanti ricadano in quattro categorie: il sostegno diretto che può riguardare direttamente i biocarburanti, in genere attraverso incentivi fiscali, o la produzione di biomassa; gli obblighi di miscelazione che impongono quote minime di consumo nell ambito dei carburanti utilizzati nel settore dei trasporti e che hanno l effetto di stimolare sia la domanda che l offerta; misure di protezione commerciale come le tariffe all importazione e misure che stimolano la produttività e l efficienza in vari punti della catena dell offerta e dell utilizzazione. Nella tabella 4.1 sono riportati i paesi che hanno adottato misure relative alla miscelazione obbligatoria (M) o definito valori obiettivo (T) in termini di consumo di biocarburanti e il tasso di miscelazione stabilito o previsto. Nel caso dell Unione Europea è opportuno distinguere tra le politiche adottate a livello comunitario e quelle adottate dagli stati membri. Per quanto riguarda il sostegno diretto, l Unione Europea, con l Health Check del 2008, ha abrogato tutte le forme di sostegno esistenti nel passato che riguardavano le produzioni non alimentari sulle terre a set aside (dal 1993) e l aiuto specifico per le energy crops di 45 /ha istituito nel 2004. Il sostegno finanziario diretto ai biocarburanti è, come si vedrà più avanti, oggetto delle politiche nazionali se pur nel quadro comune costituito dalla Direttiva sulla tassazione dell Energia (2003/96/EC). Gli obiettivi di miscelazione stabiliti dall UE hanno avuto dapprima un carattere volontario, con la Direttiva 2003/30/EC che fissava due target al 2005 e al 2010 rispettivamente del 2 e del 5,75%, e successivamente con la direttiva 2009/28/EC sono stati innalzati fino al livello del 10% nel 2020 e resi obbligatori. Le misure commerciali riguardano l applicazione delle tariffe all importazione viste sopra. 35