Protezione da agenti cancerogeni



Documenti analoghi
Il rischio cancerogeno e mutageno

CLASSIFICAZIONE DI CANCEROGENICITÀ

La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto

Rischio cancerogeno A5.5. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO A Unità didattica

La valutazione del rischio chimico

D. Lgs. 81/08 TITOLO IX - SOSTANZE PERICOLOSE Capo I Protezione da agenti chimici

PROCESSI DI STAMPA Aspetti legati alla salute dei lavoratori

NON E STATA ABROGATA LA LEGGE 257 / 92 E TUTTI I RELATIVI DECRETI APPLICATIVI

GLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA

L evoluzione dei modelli di valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi in ambito nazionale in conformità ai Regolamenti REACH e CLP.

25 ottobre LA PROMOZIONE DELLA SALUTE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO: il ruolo del medico competente

R E A C H C L P T. U.

Linee guida condivise per la valutazione del Rischio Chimico. Giovanni Reggio Coordinatore GdL Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro

Esposizione ad agenti biologici

Il nuovo testo unico sulla prevenzione aggiornato al D.Lgs 106/2009: indicazioni per i dirigenti. Albano Laziale, 13/15 Aprile 2010

Corso RSPP Modulo C. Ing. Vincenzo Staltieri

LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE

Gli obblighi normativi in merito alla valutazione e gestione del rischio chimico. Ing. Davide Casaro Area Ambiente e Sicurezza 1 dicembre 2015

Definizione di Limite di esposizione professionale (Threshold Limit Value o TLV): Concentrazione della sostanza alla quale

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008 N. 81 E S.M.I. ASPETTI DELLA NORMATIVA CHE RIGUARDANO LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

DECRETO LEGISLATIVO 81/2008 NOZIONI DI BASE

PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DELLE PMI

Questo argomento è trattato nel Titolo IX «Sostanze pericolose», al Capo III «Protezione dai rischi connessi all esposizione all amianto»

Modifica il DLgs 25/02 (costituente il titolo VII bis del DLgs 626/94) che recepiva la direttiva 98/24/CE del

RSPP - CARATTERISTICHE

SORVEGLIANZA SANITARIA PER LAVORATORI ESPOSTI AD AMIANTO. Dott. Massimo Caironi Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL)

STUDIO BD e ASSOCIATI Associazione Professionale Cod. Fisc. e Partita Iva web: info@bdassociati.

Circolare N.85 del 23 Maggio 2013

La tutela della salute negli ambienti di lavoro. La Sorveglianza Sanitaria ai sensi del D.Lgs. 81/2008

ETICHETTATURA DI AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI

Seminario su D.Lgs.81/08

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

Circolare N.24 del 07 Febbraio Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

La prevenzione del rischio silicotigeno nella lavorazione dei marmi tecnici

LA NUOVA EDIZIONE DELLA NORMA CEI

LA REALTA PIEMONTESE

Corso di formazione Modulo aggiuntivo per Preposti

ELENCO ED ISTRUZIONI OPERATIVE PER L UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita

Formazione Particolare Aggiuntiva Preposti Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011

Commissione Consultiva Permanente ex Art. 6 DLgs 81/08. Il documento del Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG)

COMPITI E RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE:

I lavori elettrici dal D.Lgs 81/2008 alle Norme Tecniche

PIANO DI INFORMAZIONE E FORMAZIONE D.Lgs. 81/08, Artt. 36, 37

SORVEGLIANZA SANITARIA

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

INFORMAZIONE AI LAVORATORI/ UTENTI DEL COLLEGIO. PROCEDURE DI SICUREZZA: RISCHIO CHIMICO dovuto all uso di stampanti e toner

AGENTI CHIMICI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Codice Ambientale. Scopo e campo di applicazione. Definizioni

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS

Corsi di formazione sulla sicurezza in edilizia 2008/2009 D.Lgs. 81/2008

PROCEDURA DI SICUREZZA

Progetto Labor - Linea 4 Emersì Sicurezza nei luoghi di lavoro ed Emersione del lavoro irregolare

Valutazione dei Rischi. Normativa e documenti di riferimento. Definizioni (UNI EN ISO 12100)

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA

CONCETTI E DEFINIZIONI

Decreto Interministeriale del Attuazione di quanto previsto dall art. 29 comma 5 del D.L.vo 81/08

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali

OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE

LE FIGURE PER LA SICUREZZA

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

Lavorazione: GOFFRATURA

Produzione di carte impregnate e di laminati plastici profili di esposizione a formaldeide, criticità e soluzioni

Scheda. Produzione: Scopo della lavorazione. Descrizione della macchina

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore. Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore

Rev. N Descrizione delle modifiche Data Prima emissione del documento per estensione campo applicazione

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO Dipartimento di Roma

ASPETTI SANITARI E VIGILANZA

SGSL UN SISTEMA PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NELLA SCUOLA

Programma di formazione, informazione e. addestramento del personale addetto

PROCEDURA OPERATIVA USO E MANIPOLAZIONE DI SOSTANZE CANCEROGENE E MUTAGENE

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI

AGENTI FISICI TITOLO VIII - AGENTI FISICI CAPO I - DISPOSIZIONI GENERALI Ing. P. Pierannunzi - Medicina del lavoro 1/16

ISTITUTO ATERNO-MANTHONE'

b) Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

Leggere attentamente l etichetta e la Scheda di 2Sicurezza (SDS)

Il Rischio Chimico. Roberto Tartaglia. Responsabile SPP dei LNGS. D. Lgs. 626/94 D. Lgs. 25/02. INFN - Sezione di Firenze 15 Settembre 2003

REACH CLP. Scheda di sicurezza. Reg. 1907/06/CE Registration Evaluation Authorization CHemicals. Reg. 1272/08/CE Classification Labelling Packaging

La gestionedella cartella sanitaria e di rischio ai sensi del dlgs 81/08. HSR Resnati spa

SORVEGLIANZA SANITARIA E DATI TECNOPATICI

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

Rev. 00. AUDIT N DEL c/o. Auditor Osservatori DOCUMENTI DI RIFERIMENTO. Legenda: C = Conforme NC = Non conforme Oss = Osservazione.

Formazione dei Lavoratori sulla Sicurezza sul Lavoro. il Rischio Amianto

CAPO IV - PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI

Salute e Sicurezza dei Lavoratori nella filiera del riciclo della carta: il punto di vista dell ente di certificazione. Milano 18 novembre 2008

SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE AZIENDE SANITARIE

La valutazione dei rischi: l autocertificazione. Dr. Duccio Calderini A.S.L. di Varese Servizio Igiene e Sicurezza del Lavoro

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

rischi in negozio CULTURA DELLA SICUREZZA SUL LAVORO NEL TERZIARIO E NEI SERVIZI

REALIZZAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO: CASTELLO DI CARTE O CASSETTA DEGLI ATTREZZI PER UNA GESTIONE EFFICACE?

Dott. Dario Capelli Dirigente Medico SIAN ASL NA 2 NORD referente SIAN ex ASL NA 3 PRINCIPI GENERALI DELLA LEGISLAZIONE ALIMENTARE. Art.

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

CORSO DI FORMAZIONE PER ASPP - RSPP

3. APPLICABILITÀ La presente procedura si applica nell organizzazione dell attività di Alac SpA.

PROCEDURA. Gestione del processo di radioprotezione per personale esterno all AOU Careggi esposto a radiazioni ionizzanti SOMMARIO 1. SCOPO...

Domanda di riduzione del tasso medio di tariffa ai sensi dell art. 20 MAT e domanda di riduzione del premio ai sensi della Legge 147/2013.

Transcript:

Protezione da agenti cancerogeni Testo unico in materia di Sicurezza D.Lgs 81/08 del 09.04.2008 (Titolo IX capo II)

Le prescrizioni da applicare ai fini della protezione dei lavoratori da agenti cancerogeni e/o mutageni sono stabilite dal titolo IX capo II del D.lgs 81/08. L obbiettivo principale è quello di raggiungere misure di prevenzione tali da soddisfare quanto più possibile il principio di evitare l esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni e mutageni durante l attività lavorativa.

Titolo IX capo II - Agenti cancerogeni e mutageni art. 233 (campo di applicazione) Fatto salvo quanto previsto per le attività disciplinate dal capo III e per i lavoratori esposti esclusivamente alla radiazioni previste dal trattato che istituisce la comunità europea dell energia atomica, le norme del presente titolo si applicano a tutte le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni a causa della loro attività lavorativa.

Che cosa è una cancerogeno? In generale, agente cancerogeno è una sostanza o un preparato che, in base alle conoscenze scientifiche, si ritiene in grado di provocare il cancro o di aumentarne la frequenza di insorgenza nei soggetti che ne vengono esposti. In alcuni casi, quando esistono evidenze scientifiche che dimostrano che svolgere un determinato lavoro può comportare un maggiore rischio di tumore negli addetti ma non è possibile identificare con precisione un singolo agente cancerogeno, la "cancerogenicità" " viene attribuita complessivamente al processo lavorativo o ad una esposizione (es. la raffinazione del nichel, la produzione della gomma, la verniciatura ecc.)

Titolo IX capo II - Agenti cancerogeni e mutageni In particolare, però, il D.lgs 81/08 definisce agente cancerogeno: art. 234 (definizioni) 1. agli effetti del presente decreto si intende per: a) Agente cancerogeno: 1) una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione quali categorie cancerogene 1 o 2, stabiliti ai sensi del D.lgs 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modifiche; 2) un preparato contenente una o più sostanze di cui al numero 1), quando la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nelle categorie cancerogene 1 e 2 in base ai criteri stabiliti dei D.lgs 3 febbraio 1997 n. 52, e D.lgs 14 marzo 2003 n. 65 e successive modifiche; 3) una sostanza, un preparato o un processo di cui all allegato XLII, nonché una sostanza, un preparato emessi durante un processo previsto dall allegato XLII; b) agente mutageno:.

Categorie di sostanze cancerogene relative frasi di rischio Secondo la classificazione della CE (direttiva 93/72/CEE) le sostanze cancerogene sono suddivise in tre categorie: Categoria 1: sostanze note per gli effetti cancerogeni sull uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l esposizione e lo sviluppo della neoplasia. Simbolo: molto tossico (T+) Frasi di rischio: R45 (può provocare il cancro) R49 (può provocare il cancro per inalazione)

Categorie di sostanze cancerogene relative frasi di rischio Categoria 2 : sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l uomo. Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l esposizione possa determinare l insorgere della neoplasia in generale sulla base di: - adeguati studi a lungo termine effettuati sugli animali - altre informazioni specifiche. Simbolo : tossico (T) Frasi di rischio : R45 (può provocare il cancro) R49 (può provocare il cancro per inalazione)

Categorie di sostanze cancerogene relative frasi di rischio Categoria 3 : sostanze da considerarsi con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull uomo. Le informazioni disponibili non sono sufficienti per stabilire la correlazione diretta tra esposizione e comparsa della neoplasia. Simbolo : nocivo Xn Frasi di rischio : R68 (possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti)

T+ oppure T CANCEROGENO CAT.1 e 2 R 45 Può provocare il cancro R 49 Può provocare il cancro per inalazione MOLTO TOSSICO TOSSICO Sono cancerogeni i preparati che contengono più dello 0,1% di sostanze della categoria 1 e 2 o più dell 1% di quelle della categoria 3 Xn CANCEROGENO CAT.3 R 40 Possibilità di effetti irreversibili NOCIVO

Inoltre, esiste un elenco, periodicamente aggiornato, di processi i o lavori che espongono ad agenti cancerogeni, tra cui, ad esempio i lavori che espongono agli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) presenti nella fuliggine, nel catrame, nella pece, nel fumo o nelle polveri di carbone. Esempi di agenti cancerogeni presenti in alcune diffuse lavorazioni Lavorazione Agenti class. IARC Asfaltatura Edilizia Erogazione, deposito, Trasporto carburanti idrocarburi aromatici policiclici Bitume, Catrame Amianto Silice Idrocarburi aromatici policiclici Benzene Benzina 2A-2B 2B 3 1 1 1 2A-2B 1 2B Sedi o tipi di tumore Polmoni,vie respiratorie Cute Cute, polmoni Pleure, polmone, tratto gastro intestinale Polmone Cute, polmone Leucemie Leucemie,altre sedi Estrazione e lavorazione marmi,porfido, lapidei in genere Fusione ferro-acciaio Silice 1 polmone Idrocarburi aromatici policiclici 2A-2B Cute, polmoni Cromati VI 1 polmone

Anche se numerosi studi scientifici hanno permesso di capire molto sulla comparsa e sullo sviluppo dei tumori, è sempre estremamente difficile stabilire una chiara relazione di causa -effetto fra l esposizione ad un sospetto agente cancerogeno e lo sviluppo della malattia.

Titolo IX capo II protezione da agenti cancerogeni e mutageni art. 235 (sostituzione e riduzione) 1.Il datore di lavoro evita o riduce l utilizzazione di un agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro in particolare in particolare sostituendolo, se tecnicamente possibile, con sostanza o un preparato o un procedimento che nelle condizioni in cui viene utilizzato non risulta nocivo o risulta meno nocivo per la salute e la sicurezza dei lavoratori 2.Se non è tecnicamente possibile sostituire l agente cancerogeno o mutageno il datore di lavoro provvede affinchè la produzione o l utilizzazione dell agente cancerogeno e mutageno avvenga in un sistema chiuso purchè tecnicamente possibile 3.Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente possibile il datore di lavoro provvede affinchè il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile. L esposizione non deve comunque superare il valore limite dell agente stabilito nell allegato XLIII

Titolo IX capo II protezione da agenti cancerogeni e mutageni art. 236 (valutazione del rischio) Il D.lgs 81/08 richiede per i cancerogeni e/o mutageni una valutazione particolarmente approfondita e documentata dell esposizione di tutti i possibili modi di esposizione, compreso quello in cui vi è assorbimento cutaneo. Il datore di lavoro in relazione ai risultati della valutazione, adotta tutte le misure preventive e protettive adattandole alla particolarità delle situazioni lavorative La valutazione e le corrispondenti misure di prevenzione devono essere predisposte preventivamente, cioè prima dell inizio dell attività lavorativa. L attenzione deve essere rivolta prima di tutto alle materie prime impiegate, attraverso un analisi accurata del processo.

Schema della Valutazione Il primo passo richiesto è quello di ricercare all interno delle proprie lavorazioni l eventuale presenza di "agenti cancerogeni". Per fare questo è possibile individuare le frasi di rischio R45/R49 nelle schede di sicurezza delle sostanze e dei preparati o direttamente sulle etichettature. conoscenza della sostanza impiego quantitativi usati vie e tempi di esposizione numero degli esposti indagini svolte per l eventuale sostituzione modalità di utilizzo dei quantitativi (minimi) modalità di stoccaggio dell agente cancerogeno misure preventive adottate dispositivi di protezione individuale divieti procedure operative e di emergenza

Controllo delle sostanze negli ambienti di lavoro

l indagine ambientale L indagine ambientale permette di rilevare, negli ambienti di lavoro, la concentrazione delle sostanze nocive e quindi calcolare l esposizione dei lavoratori che vi operano. *

Metodologia per la determinazione dell esposizione nell ambiente di lavoro Il monitoraggio ambientale viene effettuato tramite campionamenti in punti fissi predefiniti o non e forniscono le concentrazioni relative alla presenza dell agente chimico considerato nei vari punti/aree del reparto. L esposizione da considerare è l esposizione ponderata che, per ogni posizione di lavoro, è data dalla somma delle concentrazioni rilevate sui punti/ aree del percorso moltiplicate per i rispettivi tempi di permanenza divisa per il periodo di riferimento utilizzato. Il periodo da considerare dipende dal valore limite considerato, per esempio nel caso di applicazione del TLV-TWA il periodo da considerare è 8 ore. Un altro metodo per la determinazione dell esposizione personale è il campionamento personale che fornisce direttamente il valore dell esposizione del lavoratore e quindi di specifiche PdL.

Strategie di misurazione Le misurazioni possono essere effettuate con campionamento personale, con campionamento a punti fissi o con una combinazione tra le due metodologie. 1.Campionamento personale Tale metodologia impiega dispositivi di campionamento applicati alle persone che raccolgono campioni di aria nella zona di respirazione. Possono essere di tipo passivo o attivo. 2. Campionamento a punti fissi Si possono effettuare campionamenti a punti fissi secondo due tecniche diverse: -misurazioni stazionarie di tipo discontinuo -misurazioni stazionarie con metodo permanente sequeziale (monitoraggio in continuo). Nel primo caso i campionamenti vengono fatti seguendo un apposito piano di controllo che sia il più rappresentativo dei compiti di ciascuna PdL. Nel secondo caso le sonde di prelievo vengono collocate in tutte le aree/punti individuati nella mappatura degli ambienti di lavoro.

Indagine ambientale T.W.A M.A.C. I.B.E. T.L.V. ACGIH

ACGIH - (American Conference of Governamental Industrial Hygienist) TLV - (Threshold Limit Value) Valore limite di soglia TWA - (Time Weight Average) Media ponderata nel tempo: concentrazione media ponderata nel tempo per una giornata lavorativa di 8 ore e per 40 ore lavorative settimanali TLV - STEL (Threshold Limit Value)- (Short Term Exposure Limit) Valore limite di soglia- Limite per breve tempo di esposizione: concentrazione a cui i lavoratori possono essere esposti continuativamente per un breve periodo di tempo, purché il TLV - TWA giornaliero non venga superato) TLV-C - (Threshold Limit Value - Ceiling) Concentrazione che non deve essere superata durante l esposizione lavorativa nemmeno per un brevissimo periodo di tempo

PER CONTROLLARE GLI AMBIENTI DI LAVORO Quali sostanze sono presenti? Piano di campionamento In che quantità? Sorveglianza Sanitaria Registro dei dati ambientali Con quali effetti? Libretto Sanitario individuale

ALLEGATO XLIII Valori limite di esposizione professionale Valori limite per: BENZENE 1 ppm = 3,25 mg/m 3 CLORURO DI VINILE MONOMERO 3 ppm = 7,77 mg/m 3 POLVERI DI LEGNO DURO 5 mg/m 3 Stabilimento ACGIH SOSTANZA TWA STEL TWA STEL ppm ppm ACRILONITRILE 0,4 2 1,2 DICLOROETANO 2 10 BENZENE 0,5 0,5 2,5 CLORURO DI VINILE MONOMERO 1

Quale può essere il "più basso valore tecnicamente possibile" di esposizione? In altre parole, c èc un livello di esposizione che può essere considerato sicuro? Per gli agenti cancerogeni la scienza ammette che il vero livello o sicuro è il livello "zero", cioè l assenza di esposizione. Non a caso gli interventi di prevenzione richiesti devono tendere a eliminare il rischio, a prescindere dal livello di esposizione. Per alcune sostanze, peraltro, anche organismi scientifici internazionali nazionali individuano dei livelli "accettabili" al di sotto dei quali il rischio potrebbe essere ritenuto "non significativo", ma solo in pochi casi tali livelli sono univoci o condivisi. In altri casi, il livello "zero" non è oggi raggiungibile: si dovrà quindi cercare di arrivare al valore più basso di esposizione che le tecniche produttive e di bonifica permettono di ottenere

Titolo IX capo II - Agenti cancerogeni e mutageni art. 239 (formazione e informazione) 1. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili, informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda: a) gli agenti cancerogeni o mutageni presenti nei cicli lavorativi, la loro dislocazione, i rischi per la salute connessi al loro impiego; b) le precauzioni da prendere per evitare l esposizione; c) le misure igieniche da osservare; d) la necessità di indossare e impiegare indumenti di lavoro e protettivi e DPI ed il loro corretto impiego; e) comportamenti da adottare per prevenire il verificarsi di incidenti e ridurne al minimo le conseguenze L informazione e la formazione devono avvenire prima che i lavoratori siano adibiti alle attività a rischio, con frequenza quinquennale e ogni qual volta ci siano delle variazioni al processo produttivo

Titolo IX sezione III - Agenti cancerogeni e mutageni sorveglianza sanitaria Sono obbligatoriamente sottoposti a sorveglianza sanitaria i lavoratori per i quali la valutazione abbia evidenziato un rischio per la salute: gli stessi lavoratori devono essere iscritti in un registro. L esistenza di rischi per la salute è valutata dal medico competente.

LA SORVEGLIANZA SANITARIA La normativa prevede che gli accertamenti preventivi siano orientati a constatare l assenza l di controindicazioni al lavoro cui i lavoratori sono destinati, ai fini della valutazione della loro idoneità alla mansione specifica; il controllo delle condizioni di salute dei lavoratori e quindi il mantenimento dell idoneit idoneità alla mansione specifica dovrebbe essere l obiettivo l delle successive visite periodiche. Il medico competente, analogamente a quanto accade per tutti gli altri rischi lavorativi, stabilisce il programma di sorveglianza sanitaria aria ed epidemiologica e lo attua secondo criteri e protocolli basati sull evidenza.

Quali sostanze sono presenti? Piano di campionamento In che quantità? Sorveglianza Sanitaria Registro dei dati ambientali Con quali effetti? Libretto Sanitario individuale

Doveri del lavoratore Deve leggere e osservare le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti anche al fine della protezione one individuale e collettiva; Deve utilizzare e manipolare in maniera corretta le sostanze e i preparati pericolosi in uso; Deve indossare i DPI messi a disposizione; Deve rispettare scrupolosamente i divieti e gli avvertimenti evidenziati da apposita segnaletica.

Doveri del lavoratore non fumare, non assumere cibi o bevande fuori dai locali autorizzati zati al termine dell attivit attività,, prima della consumazione del pasto e per fine orario di lavoro, provvedere ad un accurata pulizia personale gli indumenti da lavoro dovranno essere riposti in armadi diversi i da quelli dove vengono conservati gli indumenti personali civili qualora gli indumenti da lavoro venissero interessati da contatto o con il prodotto, si dovrà provvedere ad un accurato lavaggio del corpo (doccia) e alla sostituzione degli indumenti