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LA SITUAZIONE CONGIUNTURALE IN LOMBARDIA 1 TRIMESTRE 2014 Unioncamere Lombardia Funzione Informazione economica maggio 2014

Sommario Sommario... 2 1 TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA... 5 1.1 La dinamica dell economia mondiale... 5 1.2 La geografia della crescita... 6 1.3 Il trio delle aree avanzate... 7 1.4 Il rischio deflazione... 7 1.5 La disoccupazione... 8 1.6 Ulteriori elementi... 9 2 LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE... 10 2.1 La dinamica delle variabili esogene... 10 2.2 La dinamica nelle varie aree... 14 3 L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO... 17 3.1 La dinamica congiunturale... 17 3.2 Le previsioni... 18 3.3 L occupazione... 19 4 L ECONOMIA ITALIANA... 21 4.1 La dinamica nel breve periodo... 21 4.2 Le previsioni... 24 4.3 Il Commercio estero... 25 4.4 L occupazione... 27 4.5 Il mercato del credito... 32 5 UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI... 33 5.1 I dati sul PIL e la produzione industriale... 33 5.2 Mercato del lavoro e prezzi... 37 5.3 Il commercio estero... 39 6 IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA... 43 6.1 Alcuni dati strutturali... 43 6.1.1 I dati di sintesi... 44 6.1.2 La produzione industriale... 46 6.1.3 Gli aspetti strutturali... 49 6.2 Altri indicatori congiunturali... 54 6.2.1 Il fatturato... 54 6.2.2 Gli ordini... 59 2

6.2.3 Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti... 61 7 L occupazione industriale in Lombardia... 64 8 Il numero delle imprese... 75 9 Le previsioni... 81 9.1 Le previsioni degli imprenditori... 81 9.2 Le informazioni dal fronte dei consumatori... 84 9.3 Le nostre previsioni... 84 10 Considerazioni conclusive... 87 APPENDICE TECNICA... 89 A1. Gli indicatori sintetici coincidenti... 89 A2. Ulteriori indicatori... 91 3

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1 TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA Non vi sono dubbi che i segnali di ripresa siano andati rafforzandosi nella parte conclusiva del 2013. Quello che ne consegue è che il 2014 è destinato ad ereditare un effetto di trascinamento positivo che va ad aggiungersi alla dinamica in corso. Il problema è che sulla dinamica in corso ci sono più congetture che dati. Infatti, come spesso accade i dati relativi all inizio del 2014 sono ancora per la maggior parte mancanti per cui stime, congetture e sensazioni finiscono con il prevalere. L unico dato disponibile è relativo alla dinamica del PIL cinese che ha fatto segnare un valore pari al 7,4%, cifra questa inferiore a quelle più recenti ma senz altro ancora di notevole entità. In questo contesto, l idea dominante è che il processo di ripresa sia ancora in atto, ma che non proceda alla velocità sperata, se il canone di riferimento sono le crisi cicliche del passato quando la ripresa era tanto più marcata quanto più la caduta era stata intensa. Viceversa, in questo contesto di post crisi da bolla finanziaria, si assisterà probabilmente ad un andamento sussultorio che interesserà in modo diseguale le varie aree geografiche del mondo e che non produrrà tanto presto nuovi posti di lavoro. In sintesi, la ripresa c è, ma sembra timida. Di fronte a fenomeni positivi quali il perdurare della crescita negli Stati Uniti, il ridursi della fase acuta del processo di consolidamento fiscale negli stati dell euro ed il miglior stato di salute delle banche, accompagnato da una politica monetaria ancora sostanzialmente espansiva, stanno dei rischi al ribasso (downward risks) che, seppur diminuiti, non sono del tutto scomparsi. Questi sono alimentati dalla difficoltà di tenuta dei paesi in via di sviluppo in un contesto di ridimensionamento della politica monetaria americana, dall ancora precaria situazione dei paesi mediterranei della zona euro e dal possibile insorgere di eventi geo-politici (si veda la crisi Ucraina) che potrebbero annullare i vantaggi di una ripresa timida, ma pur sempre ripresa. E in questo contesto che vanno collocate le attuali vicende dell economia Italiana in generale e quelle della Lombardia in particolare. Un maggior sforzo analitico per meglio comprendere questo processo che va dal generale al particolare ( top down ) è quanto mai opportuno a questo stadio dell indagine. 1.1 La dinamica dell economia mondiale La mancanza di dati macroeconomici completi per quanto riguarda i mesi iniziali del 2014 impone il ricorso alle previsioni. A questo proposito, conviene far riferimento a quelle effettuate dal Fondo Monetario Internazionale e pubblicate nell ultimo numero del World Economic Outlook (WEO). 5

La Tabella 1-1 offre uno spaccato della dinamica sia del PIL mondiale che del commercio internazionale. Come si può rilevare da un attenta analisi della Tabella, la dinamica del PIL mondiale, dopo aver conosciuto un rallentamento di circa un punto nel 2013 rispetto al 2012, dovrebbe riprendersi nel 2014, per poi accelerare la velocità di crociera nel 2015. Tabella 1-1: Consuntivo e Previsioni dell economia mondiale (saggi % di variazione) 2012 2013 2014 2015 PIL 3,2 3,0 3,6 3,9 Commercio internazionale 2,8 3,0 4,3 5,3 Fonte: WEO, IMF, Aprile 2014 Lo stesso andamento sembra caratterizzare anche la dinamica del commercio mondiale, anche se due puntualizzazioni vanno sottolineate. La prima è che nel 2013 il commercio internazionale è cresciuto, seppur di poco, anche in presenza di un rallentamento del PIL mondiale. La seconda è che il suo processo di accelerazione è più marcato rispetto a quello del PIL, fenomeno del resto ben noto nella letteratura. Rispetto alle precedenti stime, i dati presentati nella Tabella 1-1 risultano ritoccati leggermente al ribasso di 0,1 punti, cifra questa non significativa da un punto di vista statistico, anche se indicativa dello stato di incertezza tuttora esistente a livello economico. 1.2 La geografia della crescita Di fronte a questi dati aggregati che danno il polso della situazione complessiva, occorre verificare il grado di diffusione della crescita a livello delle varie aree economiche. In questa prospettiva, la prima classificazione riguarda la distinzione fra paesi avanzati e paesi emergenti. Come appare dalla Tabella 1-2, due sono i principali aspetti da sottolineare. Tabella 1-2: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nei paesi avanzati e nei paesi in via di sviluppo. 2012 2013 2014 2015 Paesi in via di sviluppo 5,0 4,7 4,9 5,3 Paesi avanzati 1,4 1,3 2,2 2,3 Fonte: ibidem Il primo aspetto riguarda l esperienza del 2013 che ha visto una decelerazione più accentuata nei paesi in via di sviluppo. Il secondo aspetto riguarda il fatto che quest ultimi paesi sono 6

destinati a riprendere la loro corsa che ha avuto un ruolo determinante nel sostenere il PIL mondiale in questi anni. Nonostante i venti di crisi che hanno soffiato di recente sulle economie di questi paesi, il dato aggregato mostra un immutato vigore che è destinato a fare da sfondo positivo alle vicende dei paesi avanzati, da cui peraltro dipendono in modo essenziale. Il processo di interdipendenza che lega fra di loro le due aree è tale da stimolare una maggior crescita nelle aree in via di sviluppo ed il mantenimento di un pavimento alla crescita dei paesi sviluppati. 1.3 Il trio delle aree avanzate Se il motore della crescita dell economia mondiale rimangono i paesi emergenti ed in via di sviluppo, non vi è dubbio che all interno dei paesi avanzati il ruolo trainante spetta agli Stati Uniti che, dopo una decelerazione registrata nel 2013, sembrano destinati a raggiungere una velocità di crescita pari al 3% nel 2015, come appare dalla Tabella 1-3. Tabella 1-3: La dinamica del PIL (saggi % di variazione) nelle principali economie avanzate 2012 2013 2014 2015 Stati Uniti 2,8 1,9 2,8 3,0 Giappone 1,4 1,5 1,4 1,0 Area Euro -0,7-0,5 1,2 1,5 Fonte: ibidem L area dell euro sembra lasciare finalmente alle spalle gli anni della più lunga recessione subita dal dopoguerra e in grado di superare la stessa economia giapponese che non pare mantenere le promesse della cosiddetta Abeconomics. La crescita nella zona euro sembra destinata a rafforzare il traino dell economia degli USA, all interno dei paesi avanzati, anche se la sua velocità di crociera resta nettamente inferiore, essendo pari alla metà. 1.4 Il rischio deflazione Non è questo, tuttavia, il solo lato preoccupante. Infatti, sulla crescita della zona dell euro incombe un rischio al ribasso dovuto alla possibile insorgenza di problemi di deflazione, e cioè tassi di crescita dei prezzi molto bassi e decrescenti, fino a diventare negativi. La Tabella 1-4 mostra un confronto fra aree sotto questo profilo. 7

Tabella 1-4: La dinamica del prezzi (saggi % di variazione) nei paesi avanzati 2013 2014 2015 USA 1,5 1,4 1,6 Giappone 0,4 2,8 1,7 Area Euro 1,3 0,9 1,2 Fonte: ibidem Dalla Tabella 1-4 emerge un quadro di inflazione contenuta più che di deflazione vera e propria. Lo stesso Giappone che ha sperimentato questo fenomeno per un lungo periodo sembra esserne uscito. Infine per quanto riguarda, l area dell euro la ripresa del PIL dovrebbe portare con se anche una ripresa dei prezzi. Il rischio è proprio questo e cioè che una dinamica del PIL più bassa potrebbe causare prezzi più bassi e quindi avvitarsi in un loop deflazionistico. 1.5 La disoccupazione E indubbio che la forte presenza di disoccupazione contribuisca in maniera rilevante a questo stato di cose. La Tabella 1-5 offre uno spaccato internazionale di questa variabile. Tabella 1-5: I tassi di disoccupazione nelle economie avanzate 2013 2014 2015 Stati Uniti 7,4 6,4 6,2 Giappone 4,0 3,9 3,9 Area dell Euro 12,1 11,9 11,6 Fonte: ibidem Il contrasto fra i dati della zona dell euro e le altre zone è particolarmente evidente. Mentre il dato americano si sta avvicinando sempre più alla soglia (threshold) oltre la quale scatterebbe la fine della politica di quantitative easing da parte della Federal Riserve (anche se la forte caduta del tasso di partecipazione lascia intendere la presenza di disoccupazione nascosta), nella zona Euro la situazione si presenta del tutto diversa. Non solo il livello del tasso di disoccupazione è quasi doppio di quello americano e quasi triplo di quello giapponese, ma la sua discesa sembra essere particolarmente lenta. Non vi è dubbio che questo andamento della disoccupazione contribuisca ad offuscare la ripresa che avviene dal lato della produzione, ma non solo. Infatti, un alto tasso di 8

disoccupazione frena i consumi e quindi la ripresa. Inoltre, un alto tasso di disoccupazione, tenendo controllati i salari, alimenta il rafforzamento del contesto deflazionistico. 1.6 Ulteriori elementi Anche se il dato sulla disoccupazione è una componente essenziale nello spiegare il fenomeno della bassa inflazione, non sembra tuttavia sufficiente a spiegare l insorgere di una spirale deflativa, riconosciuta dal FMI come elemento di rischio nella situazione attuale che minaccia verso il basso la crescita del PIL. Due ulteriori elementi sono da menzionare. Il primo è il tasso di cambio. E evidente che un apprezzamento dell euro nei confronti del dollaro, dovuto in parte alle diverse politiche monetarie perseguite dalle rispettive banche centrali, non fa che accentuare la caduta dei prezzi delle materie prime che, tra l altro, sono in fase discendente anche se espresse in dollari. A sua volta, la caduta del prezzo delle materie prime è il riflesso di cambiamenti che riguardano sia l offerta (si pensi alla produzione di shale gas) che la domanda, dove il diverso modello di sviluppo perseguito dalle autorità cinesi sembra favorire un minor consumo di materie prime. L altro elemento da considerare è il cosiddetto credit crunch e cioè la difficoltà delle banche, soprattutto nei paesi mediterranei della zona euro, a concedere prestiti all economia. Il FMI ha calcolato, come risulta dalla Tabella 1-6, l impatto cumulativo sul PIL derivante da un incremento del 10% degli standard creditizi. Tabella 1-6: Impatto cumulativo sul PIL a 16 mesi dall incremento del 10% degli standard creditizi. PIL Germania -1,8 Francia -0,6 Italia -1,0 Spagna -2,0 Fonte: ibidem L aspetto paradossale è che la Germania sembrerebbe più esposta dell Italia per quanto concerne il credito. Il fatto è che questo impatto è solo potenziale per il semplice fatto che non si è materializzato, a differenza di Italia e Spagna. E questa la vera peculiarità della crisi in atto che ne spiega il lento procedere e quindi il permanere di fenomeni di disoccupazione ancorati su livelli inaccettabili. 9

2 LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE Le previsioni sull andamento dell economia mondiale soffrono di due limitazioni che vanno tenute concettualmente distinte: quella legata alla natura del modello sottostante le stime (che vale la pena di sottolineare è bottom-up e cioè parte dalle stime dei singoli paesi per poi risalire a quelle relative all economia mondiale) e quella dovuta a fattori esterni al modello, chiamati per l appunto esogeni. A loro volta, i fattori esogeni si distinguono in deterministici e casuali. Questi ultimi non possono ovviamente essere previsti. Per quanto riguarda i primi, variano da modello a modello e possono essere considerati delle semplici working hypotheses e cioè nient altro che ipotesi di lavoro. Nel caso delle previsioni effettuate dalla Banca Centrale Europea, le variabili esogene riguardano: la dinamica del commercio internazionale; il tasso di cambio; il tasso di interesse; ed infine il prezzo delle materie prime in generale e del petrolio in particolare. Queste variabili esogene devono essere prese in considerazione in via preliminare perché l assunzione di valori poco realistici può portare fatalmente a conclusioni e quindi a previsioni sbagliate. Non solo, ma già il loro valore ipotizzato può dare un idea dello stato attuale dell economia. In altre parole, queste variabili sono fattori decisivi per capire lo stato dell economia e forniscono le chiavi interpretative per studiare la probabile evoluzione in corso. 2.1 La dinamica delle variabili esogene Il tasso di crescita del commercio internazionale è certamente una delle più rilevanti variabili esogene da prendere in considerazione, per lo meno per tutti quei modelli che hanno una scala di riferimento più piccola dell economia mondiale. La sua dinamica e la sua probabile evoluzione per il triennio 2012-2014 sono già state commentate nella Tabella 1-1. Vengono ripresentate nella Tabella 2-1 al fine di collocarle in una prospettiva più ampia. Dal momento che il tasso di lungo periodo è pari al 6,8%, la ripresa prevista per il commercio internazionale è destinata a rimanere al di sotto di questa soglia, anche se è in fase di ripresa. 10

Tabella 2-1: La dinamica del commercio internazionale Anno Saggio % di crescita 2007 7,4 2008 2,9 2009-10,9 2010 12,6 2011 6,0 2012 2,8 2013 3,0 2014 4,3 2015 5,3 Fonte: IMF, Aprile 2014 Mentre per il Fondo Monetario Internazionale questo dato emerge dal modello previsivo, per la Banca Centrale Europea si tratta di una variabile esogena che viene riformulata in modo da ottenere la crescita dei mercati di esportazione per l area dell euro. Questi dati sono illustrati nella Tabella 2-1 bis. Tabella 2-2bis: La dinamica dei mercati di esportazione per l area dell euro Anno Saggio % di crescita 2013 3,0 2014 4,5 2015 5,6 2016 5,8 Fonte: BCE, Bollettino Mensile, Marzo 2014 Come si vede, non solo ci si aspetta che il canale estero continui a tirare, ma anche che i mercati di esportazione per l area dell euro crescano ad una velocità maggiore di quella prevista per il dato complessivo del commercio internazionale, anche se per la verità sono stati rivisti verso il basso. In questo contesto internazionale in fase di assestamento ed in presenza di squilibri nelle bilance dei pagamenti che sembrano in via di attenuazione, i tassi di cambio sono sottoposti a processi di aggiustamento che risentono anche delle diverse politiche monetarie perseguite dalle autorità centrali dei vari paesi. Da questo punto di vista, il cambio euro-dollaro, come risulta dal Grafico 2-1, continua nel suo andamento al rialzo. Il diverso modo con cui sono interpretate le politiche monetarie nelle due aree è alla base di questa rivalutazione dell euro, fenomeno questo che costituisce una minaccia soprattutto per le imprese italiane. 11

E da notare che la Banca Centrale Europea ha assunto un tasso di cambio euro-dollaro pari 1,36 per le proprie previsioni e ciò sembra in linea con il valore attualmente prevalente sul mercato. Lo stesso valore è proiettato per il 2015. Grafico 2-1 CAMBIO Euro-Dollaro dati medi mensili (ultimo dato marzo 2014) 1,6 1,577 1,4 1,382 1,2 1,0 Parità 0,853 0,8 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Banca d'italia Eurosistema In questo contesto, la dinamica dei tassi di interesse (Euribor a tre mesi) dovrebbe conoscere un leggero incremento (si veda anche il Grafico 2-2), anche se attestati su valori molto bassi: 0,3% nel 2014 e 0,4% nel 2015. In questo contesto, lo spread riferito ai bund tedeschi si è ridotto sostanzialmente nel corso del 2013 ed attualmente si aggira attorno ai 180 punti. 12

tasso % Spread ITA-GER Informazione economica Grafico 2-2 TASSI EURIBOR (dati mensili - ultimo dato marzo 2014) Euribor a 3 mesi Euribor a 1 anno Spread ITA-GER 6,0 5,0 5,393 5,113 519 600 500 4,0 400 3,0 300 2,0 189 200 1,0 100 0,577 0,0 0,3050 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: elaborazione Unioncamere lombardia su dati BCE Semmai rimane da valutare le modalità di ridimensionamento ( tapering ) della politica di quantitative easing perseguita dalla Federal Riserve che è stata oggetto di valutazioni diverse da parte dei vari operatori economici e finanziari e che ha prodotto nel maggio 2013 un rialzo nei tassi soprattutto nei paesi in via di sviluppo e che potrebbe ripresentarsi nel prossimo futuro. Infine, l ultima variabile strategica è rappresentata dal prezzo del petrolio. Recentemente la sua dinamica è stata caratterizzata da un moto sussultorio (si veda anche il Grafico 2-3). La Banca Centrale Europea ipotizza un valore pari a 105,8$ il barile per il 2014, destinato a calare leggermente nel 2015. Va sottolineato che il prezzo del petrolio rientra nel più vasto problema del prezzo delle materie prime la cui dinamica può avere un notevole impatto sulle stime del PIL e sulla dinamica dell inflazione, come abbiamo già avuto modo di argomentare. 13

Dollari Informazione economica Grafico 2-3 PREZZO DEL PETROLIO (Light Crude Oil) Prezzo al barile - medie mensili (ultimo dato: marzo 2014) 140 140 120 100 102 80 60 40 20 26 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati NYMEX (New York Mercantile Exchange) 2.2 La dinamica nelle varie aree Una volta illustrata la dinamica delle quattro variabili esogene, si può procedere all analisi delle varie aree. I dati contenuti in questi paragrafi sono sia ex-post, e quindi costituiscono la base su cui sono fondate le previsioni discusse nel capitolo iniziale, sia previsioni. Inoltre, rispetto al Capitolo iniziale, presentano due diversità. La prima è temporale, nel senso che si dà maggior spazio alla dinamica trimestrale. La seconda è territoriale in quanto sono considerate disaggregazioni diverse. A tal fine, conviene soffermarsi sulla situazione attualmente esistente negli Stati Uniti, e cioè il paese più importante dell economia mondiale. Come risulta dal Grafico 2-4, i saggi di crescita del PIL degli USA risultano essere positivi. L andamento crescente si è interrotto nel IV trimestre del 2013 e questo ha suscitato non poche perplessità sulla reale tenuta dell economia americana. Se si aggiungono le avversità climatiche che hanno caratterizzato il I trimestre del 2014, ci sono elementi di disturbo (noise) che rendono meno cristalline le vicende di fondo. 14

variazione % Informazione economica Grafico 2-4 Variazione percentuale annualizzata del PIL USA Valori concatenati anno 2009 - dati trimestrali destagionalizzati 10,0 5,0 0,0 2,0 1,3 3,9 1,6 3,9 2,8 2,8 3,2 1,4 4,9 3,7 1,2 2,8 0,1 1,1 2,5 4,1 2,6-2,7-2,0-0,4-1,3-5,0-5,4-10,0-8,3 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Bureau of Economic Analysis (aggiornamento aprile 2014) La Tabella 2-2 mostra invece uno spaccato tendenziale. Le previsioni sono al rialzo, così come abbiamo visto per il dato medio annuale. Tabella 2-3: Previsioni della dinamica del PIL negli USA: variazioni tendenziali (%) IV trimestre PIL Var % 2013 2,6 2014 2,7 2015 3,0 Fonte: IMF, Aprile 2014 Al contrario, come risulta dalla Tabella 2-3, il saggio di disoccupazione è destinato a rimanere elevato, ed è questa una delle principali differenze rispetto alle passate recessioni. Tabella 2-4: L andamento del tasso di disoccupazione negli USA Periodo Tasso disoccupazione % 2012 8,0 2013 7,4 2014 6,4 2015 6,2 Fonte: IMF, WEO, Aprile 2014 15

E importante sottolineare come le stime di consenso siano in linea con quelle del Fondo Monetario Internazionale, come risulta dalla Tabella 2-4. Tabella 2-5: Previsioni di consenso: Saggio % di variazione del PIL USA 2014 2015 PIL USA 2,8 3,0 Fonte: The Economist, Aprile 2014 Infine, per completare il quadro internazionale, occorre far riferimento alla dinamica tendenziale del PIL in alcuni paesi significativi, illustrata nella Tabella 2-5. Queste informazioni completano quelle annuali illustrate nel Capitolo 1. Tabella 2-6: La dinamica tendenziale del PIL (sul trimestre dell anno precedente) Paese Q4 2013 Q4 2014 Q4 2015 Economia mondiale 3,3 3,6 3,7 Brasile 1,9 2,0 2,9 Cina 7,7 7,6 7,2 India 4,7 5,7 6,5 Russia 1,1 1,6 2,5 Fonte: IMF, Aprile2014 Anche da questa Tabella emerge l accelerazione del processo di crescita che è in atto nell economia mondiale, trainata ancora una volta dalla coppia USA - Cina. L incertezza è legata ad una coppia di fattori. Il primo si riferisce alla possibilità che l economia cinese riesca nel suo sforzo di trasformarsi da un economia basata sugli investimenti ad un'altra in cui i consumi abbiamo un ruolo maggiore. Il secondo concerne il controllo della situazione creditizia. Se entrambi questi elementi daranno esiti positivi, allora si può essere relativamente tranquilli sull evoluzione dell economia mondiale. In questo contesto, i paesi più esposti sul mercato delle materie prime, come Brasile e Russia, mostrano dinamiche del PIL più contenute, seppure in ripresa. 16

3 L ECONOMIA NELL AREA DELL EURO Nei Capitoli precedenti abbiamo considerato la performance delle grandi aggregazioni mondiali. Tocca adesso approfondire la dinamica dell area dell Euro. Anche se i temi della governance dell area sono destinati a rimanere al centro dell attenzione ancora per molto tempo così come quelli relativi all assetto istituzionale che devono correggere le manchevolezze contenute nell impianto originario, non per questo possiamo ignorare la dinamica dell economia che, a seconda della sua velocità, può facilitare o viceversa rendere più acuti questi problemi strutturali. Sempre che qualche emergenza di qualsiasi tipo non costringa nel frattempo ad occuparci d altro. 3.1 La dinamica congiunturale Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, la Tabella 3-1 mostra i tassi di variazione (congiunturali e tendenziali) del PIL nei vari trimestri. Come appare evidente dalla Tabella, siamo di fronte a tassi di crescita sia congiunturali che tendenziali di segno positivo. Tabella 3-1 Variazioni (%) trimestrali del PIL nell area euro Anno Trimestri PIL Var. % congiunturali PIL Var. % tendenziali I -2,4-5,0 2009 II -0,2-4,8 III 0,4-4,1 IV 0,1-2,1 I 0,3 0,9 2010 II 0,9 2,0 III 0,4 2,0 IV 0,3 2,0 I 0,8 2,4 2011 II 0,2 1,7 III 0,1 1,3 IV -0,3 0,7 I 0,0-0,1 2012 II -0,2-0,5 III -0,1-0,6 IV -0,6-0,9 I -0,2-1,0 2013 II 0,3-0,6 III 0,1-0,4 IV 0,2 0,5 Fonte: ECB, Aprile 2014 17

Infine, come risulta dalla Tabella 3-2 (e relativa al contributo delle varie voci alla dinamica del Pil congiunturale), appare evidente il ruolo svolto dalle esportazioni nette nel corso del quarto trimestre quando anche l accumulazione ha contribuito in modo positivo, mentre le scorte hanno dato un contributo negativo. I consumi privati, viceversa, sono ancora bloccati, mentre quelli pubblici sono in territorio negativo. Tabella 3-2: I contributi alla crescita (congiunturale) - 2013 Trimestri I II III IV Consumi privati -0,1 0,1 0,0 0 Consumi pubblici 0,0 0,0 0,0-0,1 Investimenti fissi -0,4 0,0 0,1 0.2 Cambiamento scorte 0,4-0,1 0,3-0,3 Esportazioni nette 0,1 0,3-0,3 0,4 Pil -0,2 0,3 0,1 0,3 Fonte: ECB, Aprile 2014 3.2 Le previsioni La Tabella 3-4 mostra la probabile evoluzione dell area Euro per il triennio 2014-2016, secondo le stime della Banca Centrale Europea (BCE). Tabella 3-3: L economia di Eurolandia nel triennio 2014-2016 (Variazioni % del PIL) 2014 2015 2016 PIL 1,2 1,5 1,8 Consumi Privati 0,7 1,2 1,4 Consumi Pubblici 0,4 0,4 0,7 Investimenti 2,1 2,7 3,7 Esportazioni 3,6 4,7 5,1 Esportazioni 3,5 4,7 5,2 Fonte: BCE, Marzo 2014 Le stime per il 2014 ed il 2015 coincidono con quelle effettuate dal FMI, e sono inoltre in linea con quelle di consenso. Due sono gli aspetti che vanno sottolineati. Il primo è che la dinamica del PIL comincia ad essere trainata anche dalle componenti interne, legate ai consumi e agli investimenti. Inoltre, il contributo da parte del mercato estero continua ad essere rilevante per tutto il periodo sotto osservazione. 18

3.3 L occupazione La dinamica del PIL non può non avere un profondo impatto su quella dell occupazione, seppure con i soliti sfasamenti temporali. I dati della Tabella 3-5 relativi all occupazione (IV trimestre 2013) mostrano una variazione leggermente positiva per il complesso dell economia. Tabella 3-4: La dinamica dell occupazione nell area Euro (saggi % sul periodo precedente, dati destagionalizzati) I trim II trim III trim IV trim Totale economia -0,4 0,0 0,0 0,1 Agricoltura -1,6 1,8-0,1-0,5 Industria in senso stretto -0,5-0,4-0,3-0,1 Costruzioni -1,7-1,0-0,1-0,4 Servizi -0,3 0,0 0,1 0,2 -di cui Commercio -0,3 0,0 0,0 0,2 Finanza -0,2-0,1-0,1 0,0 Pubblica Amministrazione -0,7-0,2 0,1 0,3 Fonte:BCE, Bollettino Mensile, Aprile 2014 L unico settore a mostrare una crescita congiunturale positiva è risultato essere quello dei servizi, mentre sia industria che costruzioni continuano nel loro processo di espulsione della mano d opera. Il tasso di disoccupazione è diminuito leggermente, ma rimane su livelli elevati, come risulta dalla Tabella 3-5. Anche i dati relativi alla disoccupazione giovanile hanno subito la stessa sorte, ma rimangono su livelli quasi doppi rispetto al dato medio. 19

Tabella 3-5: La dinamica del tasso di disoccupazione nell area Euro Anno Trimestre Totale Giovanile Femminile 2010 2011 2012 2013 I 9,9 20,2 10,2 II 10,0 20,2 10,2 III 10,0 20,1 10,2 IV 10,1 20,3 10,4 I 10,0 20,0 10,3 II 10,0 20,5 10,3 III 10,2 20,8 10,5 IV 10,5 21,4 10,8 I 10,9 21,9 11,1 II 11,3 22,6 11,4 III 11,5 23,5 11,4 IV 11,8 23,7 11,9 I 12,1 24,1 12,2 II 12,1 23,8 12.2 III 12,1 24,0 12,2 IV 11,9 23,7 12,1 2014 Febbraio 11,9 23,5 12,0 Fonte: ECB, Bollettino Mensile, Aprile,2014 20

4 L ECONOMIA ITALIANA La situazione complessiva della zona euro presenta, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in altre occasioni, un notevole grado di dispersione delle situazioni nel suo interno, dispersione che è andata aumentando nel tempo. Vale la pena allora iniziare un processo di disaggregazione a partire dal caso italiano che sarà analizzato più in dettaglio sia sotto il profilo congiunturale sia al fine di verificare la probabile evoluzione futura. 4.1 La dinamica nel breve periodo Il Grafico 4-1 mostra l andamento del PIL, aggiornato al quarto trimestre del 2013 ed analizzato sia dal punto di vista della dinamica congiunturale sia di quella tendenziale. Da un punto di vista congiunturale, gli otto dati negativi e consecutivi, che testimoniano l intensità e la durata della recessione, la più grande contrazione del dopo guerra, sono terminati con una variazione nulla del PIL fatta registrare nel III trimestre del 2013, variazione che è diventata positiva, seppur in maniera lievissima, nel IV trimestre dello stesso anno. Dal punto di vista tendenziale, invece, i dati del PIL mostrano ancora variazioni di segno negativo, anche se in via di decelerazione. 21

variazione congiunturale variazione tendenziale Miliardi di Euro Informazione economica Grafico 4-1 390 PRODOTTO INTERNO LORDO ITALIA Dati trimestrali - valori concatenati anno 2005 dato destagionalizzato dato grezzo 380 374,4 370 360 350 341,1 340 340,8 330 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 10 0-1,1-10 2 0 0,1-2 -4 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Istat (aggiornamento aprile 2014) La diversa dinamica delle varie componenti della domanda aggregata è illustrata dalla Tabella 4-1, dove appare per la prima volta un contributo positivo da parte degli investimenti, accanto alla solita spinta sul versante delle esportazioni nette. Viceversa, i consumi sono rimasti al palo. Infine, va notato il contributo negativo delle scorte che potrebbe stimolare il PIL in futuro. 22

Tabella 4-1: La dinamica congiunturale del PIL e delle sue componenti Anno 2013 Trimestre I II III IV Consumi -0,3-0,4-0,2 0,0 Investimenti -2,9 0,0-0,6 0,9 Esportazioni nette -0,2 0,4-0,4 0,3 Scorte 0,4-0,4 0,6-0,4 PIL -0,6-0,3 0,0 0,1 Fonte: Banca d Italia, Bollettino Economico, Aprile 2014 I dati relativi alla produzione industriale ci mettono in grado di allungare l orizzonte temporale al primo trimestre del 2014 e di constatare come sia la tendenza congiunturale sia quella tendenziale raggiungono un territorio positivo, come risulta dal Grafico 4.2. 23

variazione congiunturale variazione tendenziale Indice produzione Informazione economica Grafico 4-2 115 110 INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO ITALIA Dati trimestrali - Indice base 2005=100 Indice destagionalizzato 107,9 Indice grezzo 105 100 95 90 85 82,6 80 75 80,3 70 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 20 10 0 10,2 2,3-10 -20-30 -24,2 4 2 0-2 -4-6 -8-10 -12 2,8-11,2 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Istat (primo trimestre 2014 mediamesi gennaio-febbraio fonte ISTAT e previsione CSC Confindustria marzo 2014) 1,1 4.2 Le previsioni I dati ex-post finora analizzati devono essere completati da una serie di previsioni per avere un idea del probabile andamento complessivo nel prossimo futuro. Nella Tabella 4-2, compaiono le previsioni da parte dei vari centri. 24

Tabella 4-2: Previsioni relative all Italia (saggi % del Pil) 2014 2015 FMI (Aprile) 0,6 1,1 Def 0,8 1,2 Consenso (Aprile) 0,5 1,0 Fonte: The Economist, Aprile 2014 e Banca d Italia, Bollettino Economico, Aprile 2014. E interessante inoltre riproporre le previsioni della Confindustria di fine anno 2013 al fine di sottolineare come le misure di politica economica attualmente in corso possano modificare scenari che non le prevedevano affatto. Due scenari distinti erano stati ipotizzati. Uno virtuoso la cui evoluzione ricalca quella illustrata nella Tabella precedente ed uno molto peggiore nel caso in cui il commercio internazionale conoscesse un evoluzione meno positiva ed il credit crunch dovesse subire un ulteriore peggioramento. Tabella 4-3: Due scenari alternativi (tasso % annuo di variazione) Scenario base Scenario negativo 2014 2015 2014 2015 PIL 0,7 1,2 0,4 0,0 Consumi fam. 0,2 0,8 0,1 0,0 Investimenti 1,6 2,2-0,7 0,4 Esportazioni 4,1 4,7 3,5 3,8 Importazioni 3,4 4,2 1,9 0,1 Fonte: Centro studi Confindustria, Dicembre 2013 Nel secondo scenario tutto diventerebbe più sinistro. L occupazione non conoscerebbe ripresa, mentre la disoccupazione salirebbe ulteriormente. 4.3 Il Commercio estero Il commercio estero, data la crescente apertura verso l estero del nostro apparato produttivo, costituisce un punto di riferimento essenziale sia per l analisi congiunturale che per quella più propriamente strutturale. In particolare, per quanto riguarda il settore manifatturiero, i dati disponibili relativi al IV trimestre del 2013 mostrano variazioni tendenziali positive e di pari entità per l Italia e la Lombardia. Qualora invece si faccia riferimento alle variazioni cumulate, le variazioni tendenziali sono nulle per l Italia e modestamente positive per la Lombardia (Grafico 4.4). 25

variazione % variazione % Informazione economica Grafico 4-3 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati singoli trimestri a prezzi correnti anni 2012-2013 Lombardia Italia 7 6 6,1 5,9 5 4 3,8 3 3,0 2,6 2,5 2,4 3,0 2 1 1,4 0,4 1,0 1,0 0-1 -2-0,5-0,6-0,9-1,0 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT Grafico 4-4 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Variazione tendenziale delle esportazioni Dati trimestrali cumulati a prezzi correnti anni 2012-2013 Lombardia Italia 7 6 6,1 5,9 5 4 4,3 4,4 3,7 3,7 3,7 3,5 3 2 1 0-1 -2 0,2-0,1 0,0-0,4-0,7-1,0-0,9-0,7 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 26

variazione % Informazione economica Il Grafico 4.5, viceversa, mette a confronto il dato lombardo con quello delle altre regioni italiane. La posizione relativa della Lombardia rimane abbastanza costante nel tempo, nel senso che staziona sempre molto vicina al dato nazionale. Grafico 4-5 COMMERCIO ESTERO SETTORE MANIFATTURIERO Esportazioni per regione (variazione tendenziale) Dati cumulati - 4 trimestre 2013 15 12,1 10 5 3,9 3,0 2,8 2,8 1,5 0,2 0-5 0,0-0,4-1,8-2,5-3,5-3,8-4,2-5,3-10 -7,8-9,0-10,0-15 -15,5-15,9-20 -18,1 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT 4.4 L occupazione I dati sul mercato del lavoro non riflettono esattamente i movimenti della produzione, come del resto la teoria economica ha ampiamente spiegato. Come risulta dal Grafico 4.6, si può notare una decrescita dell occupazione totale, accompagnata da una leggera variazione positiva mostrata da quella industriale. 27

Occupati industria Occupati totali Informazione economica Grafico 4-6 NUMERO OCCUPATI ITALIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 5,5 24,0 5,0 23,0 4,5 22,0 4,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2008 2009 2010 2011 2012 2013 21,0 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Questa divergenza trova riscontro nel grafico relativo alle variazioni congiunturali (si veda il Grafico 4.7). Viceversa, i due andamenti sono paralleli nell ottica tendenziale (Grafico 4.8) dove entrambi assumono un valore negativo. 28

Variazione % Variazione % Informazione economica Grafico 4-7 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % congiunturali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 3,0 2,5 2,0 1,7 1,0 0,0-1,0 1,1-0,3-0,9 1,0 0,1-0,6 0,0-0,7 1,1 0,6-0,4 1,0-0,6 0,3 0,8-0,1-0,1-2,0-1,5-1,5-1,8-3,0-2,5-2,4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Grafico 4-8 NUMERO OCCUPATI ITALIA Variazioni % tendenziali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 4,0 2,0 0,0 1,5 0,5 1,1 0,4 0,8 0,7 2,0 0,1 0,0-0,4-0,7-0,2-0,6-0,7-2,0-2,2-1,8-1,8-2,5-2,5-2,4-2,5-2,2-2,3-1,7-4,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Inoltre, la dinamica dell occupazione relativa al settore delle costruzioni risulta in una fase di caduta rispetto al terzo trimestre, come viene evidenziato dal Grafico 4.9. 29

Var. cong. % Occupati (milioni) Informazione economica Grafico 4-9 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI ITALIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati 10 2,0 1,9 5 3,2 2,6 1,1 0,8 1,8 0 0,0-1,9-0,3 1,7-5 -3,6-4,4-3,2-5,2 1,6-7,1-10 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2011 2012 2013 1,5 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro La Tabella 4-4 mostra la dinamica occupazionale classificata a seconda dello status dei lavoratori. L aspetto importante da sottolineare è che i lavoratori dipendenti risultano in calo (se considerati nel loro complesso) rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente. La stessa tendenza si registra per i lavoratori a tempo determinato. Viceversa, in crescita tendenziale appaiono i lavoratori part-time. Tabella 4-4: La struttura dell occupazione in Italia (migliaia) Anno 2012 2013 Trimestre I II III IV I II III IV Dipendenti 17.087 17.256 17.286 17.226 16.840 16.886 16.915 16.871 Tempo determinato 2.232 2.455 2.447 2.367 2.163 2.277 2.267 2.211 Part-time 3.009 3.151 3.081 3.187 3.215 3.205 3.111 3.242 Indipendenti 5.706 5.790 5.666 5.579 5.543 5.574 5.514 5.537 Fonte: Istat La Tabella 4-5 mostra invece la dinamica riferita ai generi. In questo caso, va segnalato che le forze lavoro hanno registrato variazioni tendenziali negative per entrambi i sessi. La stessa considerazione vale anche per il tasso di disoccupazione. 30

Tabella 4-5: La forza lavoro in Italia (migliaia) 2012 2013 I II III IV I II III IV Forze lavoro 25.594 25.751 25.432 25.793 25.659 25.536 25.273 25.663 Uomini 14.877 14.971 14.847 14.943 14.823 14.799 14.731 14.814 Donne 10.716 10.780 10.585 10.850 10.836 10.737 10.542 10.849 Popolazione 60.463 60.505 60.531 60.560 60.614 60.673 60.686 60.700 Tasso attività (15-64) 63,6 63,9 63,1 64,1 63,8 63,4 62,8 63,9 Uomini 73,8 74,2 73,6 74,1 73,6 73,4 73,1 73,7 Donne 53,4 53,7 52,7 54,1 54,1 53,6 52,6 54,2 Tasso di disoccup. 10,9 10,5 9,8 11,6 12,8 12,0 11,3 12,7 Maschile 10,0 9,8 8,8 10,7 11,9 11,5 10,7 11,9 Femminile 12,2 11,4 11,0 12,8 13,9 12,8 12,1 13,8 Fonte: Istat Infine, la Tabella 4-6 mostra la dimensione territoriale del tasso di occupazione. La variazione tendenziale è stata negativa per tutto il territorio. Tabella 4-6: Il tasso di occupazione (età 15-64) nelle varie aree 2012 2013 I II III IV I II III IV Nord 65,0 65,1 65,1 64,8 64,0 64,3 64,5 64,3 Centro 60,6 61,8 60,9 60,6 59,5 60,1 59,6 60,5 Sud 43,3 44,2 44,0 43,6 42,3 42,1 41,9 41,8 Fonte: Istat Tuttavia non si può sottovalutare il dato meridionale specie se messo a confronto con la dinamica del PIL, illustrata nella Tabella 4-7. Tabella 4-7: Il tasso di crescita del PIL nelle varie aree Aree 2010-2012 Italia -0,4 Centro-Nord 0,7 Sud -3,8 Fonte: Banca d Italia, Bollettino Economico, Gennaio 2014 31

4.5 Il mercato del credito Infine, per chiudere le considerazioni sulla situazione italiana, occorre far riferimento al mercato del credito che in questa situazione di instabilità finanziaria sta svolgendo un ruolo particolarmente negativo. La Tabella 4-7 mostra in particolare la dinamica dei prestiti bancari, classificati per settore e per area geografica. Allo stato attuale è dato riscontrare una fase di contrazione che sembra non aver toccato ancora un fondo. Tabella 4-2: I prestiti delle banche nel Centro - Nord per settore (Var. % sull anno precedente) Ammin. Pubblica Finanza Grandi imprese Piccole imprese Nonprofit Totale 2010-Dic. 4,3 7,0 0,1 2,6 16,2 2,6 2011-Marzo 3,3 2,3 3,2 3,1 18,2 3,3 Luglio 2,5 0,8 3,3 2,1 12,4 2,9 Novembre 0,2-1,2 2,5 0,4 5,9 2,2 Marzo 2012-1,7-0,6-1,5-3,0 5,5-0,6 Agosto 2012 3,9 6,4-4,0-5,0 2,1 0,9 Novembre 2012 3,7 4,4-6,3-5,9-0,3-2,5 Febbraio 2013 2,9 2,4-5,5-5,3-2,6-2,5 Maggio 2013-0,2-1,6-3,6-3,6-4,7-2,1 Agosto 2013-3,3-6,5-4,6-4,6-3,8-3,6 Novembre -4,0-6,0-6,3-5,4-3,8-4,6 Febbraio 2014-0,3-4,2-5,2-3,9-3,0-3,1 Fonte: Bollettino della Banca d Italia, Gennaio 2014. 32

5 UN CONFRONTO CON I 4 MOTORI Per completare il quadro di riferimento generale che precede l analisi dei dati della Lombardia e per concludere il metodo top down finora seguito, e cioè il passaggio dall economia mondiale a territori sempre più piccoli, occorre prendere in considerazione l economia dei 4 motori e cioè Lombardia (Italia), Baden-Wurttemberg (Germania), Rhone-Alpes (Francia) e Catalunya (Spagna). La logica di questo confronto va ricercata nel fatto che, in situazioni di notevole mutamento come quelle che stanno attualmente caratterizzando i sistemi economici, conviene tenere sotto controllo la distanza che separa la Lombardia dalle economie più dinamiche e non considerare solamente il dato medio che può nascondere situazioni molto eterogenee. I dati non sono sempre disponibili in maniera completa per tutte e quattro le regioni per cui il criterio seguito è stato quello di privilegiare la tempestività delle informazioni sulla loro completezza. 5.1 I dati sul PIL e la produzione industriale In via preliminare è opportuno fare riferimento ai dati nazionali per poi confrontare le performance delle varie regioni. Esiste infatti una forte correlazione fra la performance regionale e quella nazionale. In particolare, per quanto riguarda la dinamica del PIL, il grafico 5.1 fa riferimento a variazioni trimestrali, mentre il Grafico 5.2 si riferisce ai dati annuali delle quattro nazioni di riferimento per le regioni che costituiscono i 4 motori. Per quanto riguarda le variazioni congiunturali, è importante sottolineare come anche nel IV trimestre del 2013 le vicende dei vari paesi si siano differenziate più per l intensità del processo di crescita che per il segno, come si era verificato nel recente passato. La gerarchia è ben precisa: Germania, Francia, Spagna ed infine Italia. 33

Grafico 5-1: La dinamica del PIL trimestrale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento 2000 1,5 EuroArea ITALIA 1,5 EuroArea FRANCIA 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5 0,1-0,1-0,3-0,4-0,5-0,6-0,9-1,1 1 2 3 4 1 2 3 4 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5 0,1 0,2 0,6 0,3 0,0-0,1-0,3-0,2 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 2012 2013 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0 0,7-0,1 EuroArea GERMANIA 0,2 0,0-0,5 0,7 0,3 0,4 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-0,4-0,5 EuroArea SPAGNA -0,4-0,3-0,8-0,1 0,1 0,2-1,5 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 Fonte: Eurostat -1,5 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 Il dato annuale del 2013 (si veda il Grafico 5.2), ripresenta la stessa gerarchia ma con differenze anche nei segni. Infatti, se Italia e Spagna sono stati in recessione, questo non vale per Francia e Germania. 34

Grafico 5-2: La dinamica del Pil annuale in Germania, Francia, Italia, Spagna EuroArea (a 17 paesi) Dati concatenati anno di riferimento 2000 EuroArea ITALIA EuroArea FRANCIA 5,0 5,0 3,0 1,0 1,7 1,7 1,0 3,0 1,0 2,3 1,7 2,0 0,0 0,2-1,0-3,0-5,0-1,2-2,4-1,9-1,0-3,0-5,0-0,1-3,1-7,0-5,5 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013-7,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 EuroArea GERMANIA EuroArea SPAGNA 5,0 3,0 1,0 3,3 1,1 4,0 3,3 0,7 0,4 5,0 3,0 1,0 3,5 0,9 0,1-1,0-3,0-1,0-3,0-0,2-1,6-1,2-5,0-7,0-5,1 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013-5,0-7,0-3,8 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Eurostat Questi dati servono da benchmark di riferimento per quelli relativi ai quattro motori regionali, per i quali tuttavia non sono disponibili informazioni in forma altrettanto attendibile ed omogenea. A questo proposito è opportuno far riferimento alla produzione industriale, prima relativa ai paesi (cfr. il Grafico 5-3) e poi relativa alle singole regioni (cfr. il Grafico 5-4). Nel primo trimestre del 2014, la gerarchia, così come la dinamica, della produzione industriale lasciano pochi dubbi sulla natura e sull evoluzione della situazione attuale, essendo sufficiente verificare il gap che esiste fra Germania e Spagna. L Italia si colloca appena sopra il dato Spagnolo, mentre la Francia sta tallonando da vicino l Italia. Infine, è il caso di sottolineare come la sola Germania presenti una netta inversione di tendenza, mentre negli altri 3 paesi la risalita è appena visibile. 35

Grafico 5-3 120 INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO Base 2005=100 - dati destagionalizzati Germania 117,0 110 100 Euroarea (17 paesi) 99,71 90 Francia 86,7 80 Italia 82,5 70 Spagna 75,1 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: elab. Unioncamere Lombardia su dati Eurostat (Dato 1 trimestre 2014 Euroarea, Germania, Francia, Italia e Spagna media gennaio-febbraio) Il Grafico 5-4 mostra viceversa gli andamenti regionali della produzione industriale. In questa ottica, il Baden-Wurttemberg presenta la performance migliore, seguita a distanza dalla Lombardia e dalla Catalunya. Tuttavia, le dinamiche congiunturali non sembrano essere molto differenti fra di loro. 36

Grafico 5-4: La dinamica della produzione industriale nei 4 motori 130,0 PRODUZIONE INDUSTRIALE 4 MOTORI D'EUROPA Indici trimestrali base 2005=100 (medie mobili 4 termini) 120,0 110,0 Baden-Wurttemberg 100,0 Lombardia 90,0 Catalunya 80,0 70,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: elaborazionei Unioncamere Lombardia su dati Idescat, Statistiches Landesamt Baden Wurttemberg Dato 1 trimestre 2014 B.W. e Catalunya media mesi gennaio-febbraio. Il dato Rhone Alpes non è disponibile. 5.2 Mercato del lavoro e prezzi Come abbiamo già avuto modo di osservare, le vicende della produzione non sono necessariamente rispecchiate in quelle del mercato del lavoro. Se si prende in considerazione il numero di disoccupati (cfr. il Grafico 5-5) la performance meno negativa è mostrata ancora dal Baden-Wurttemberg, con la Lombardia in seconda posizione, anche se con la disoccupazione in espansione. La Catalunya, viceversa, mostra il numero più elevato, anche se in fase di decelerazione. Questa graduatoria persiste se si passa al confronto percentuale, come avviene nel Grafico 5-6. 37

migliaia Informazione economica Grafico 5-5 NUMERO DI DISOCCUPATI Dati trimestrali (in migliaia) 1000 800 Catalunja 820,4 600 Rhone-A. 461,1 400 Lombardia 411,2 200 Baden-W. 223,7 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee. 0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Idescat, Bundesagentur für Arbeit, STMT - Pôle emploi, Dares. Grafico 5-6 TASSO DI DISOCCUPAZIONE Dati trimestrali 30 20 Catalunja 22,3 10 Rhone-A. 8,6 Lombardia 8,7 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Insee. Baden-W. 3,9 0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati Istat, Gencat - Idescat, Bundesagentur für Arbeit, Insee. 38

Per quanto riguarda i prezzi, gli ultimi dati disponibili mostrano un tasso di inflazione che risulta in fase di leggera decelerazione in tre dei quattro i motori, con l inflazione tedesca maggiore di quella delle altre aree che sono ormai in zona deflazione. Grafico 5-7 Inflazione nei 4 motori d Europa (indice generale dei prezzi al consumo) EuroArea LOMBARDIA EuroArea FRANCIA (dato Rhone-Alpes non disponibile) 4,5 4,5 3,0 3,0 1,5 1,6 1,2 1,2 1,2 1,2 1,1 1,0 0,8 0,8 0,7 0,7 0,5 0,3 1,5 1,1 0,8 0,9 1,0 1,2 1,0 1,0 0,7 0,8 0,8 0,8 1,1 0,7 0,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar 0,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar EuroArea BADEN WURTTEMBERG EuroArea CATALUNYA 4,5 4,5 3,0 3,0 3,0 1,9 2,2 2,5 2,0 1,7 1,5 1,0 0,9 1,4 1,7 1,7 1,4 1,2 1,2 1,3 1,3 1,3 1,1 1,0 1,5 0,0 0,6-0,1 0,3 0,2 0,3 0,3 0,0 0,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar -1,5 mar apr mag giu lug ago set ott nov dic gen feb mar Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt Baden-Württemberg 5.3 Il commercio estero I Grafici 5.8 e 5.9 riportano rispettivamente i dati sulla dinamica delle esportazioni e quelli relativi alle importazioni. 39

Grafico 5-8 Andamento delle esportazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) 15,0 ITALIA LOMBARDIA 15,0 FRANCIA RHONE ALPES 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 6,4 2,5 2,9 3,4 0,5 0,2-0,7-0,2 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 3,5 0,7-1,2-0,5-3,9-3,6-3,4-7,9 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG 9,3 5,5 2,3 2,1-1,9-1,3-5,6-5,8 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0 SPAGNA CATALUNYA 11,9 5,7 5,7 3,4 4,1 0,9-2,9-4,0 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 Fonte: Eurostat, Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects Grafico 5-9 Andamento delle importazioni nei 4 motori d Europa e relative nazioni (variazioni tendenziali) ITALIA LOMBARDIA FRANCIA RHONE ALPES 8,0 8,0 3,0 3,0 0,7-2,0-7,0-12,0-3,2-2,0-4,7-3,9-6,8-6,5-8,7-8,8 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013-2,0-7,0-12,0-1,2-1,5-0,7-1,9-4,5-4,4-7,5 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013 GERMANIA BADEN WURTTEMBERG SPAGNA CATALUNYA 8,0 3,0 5,0 5,2 8,0 3,0 3,2-2,0-7,0-12,0-0,2-0,4-1,9-3,2-6,4-8,2 1 2 3 4 1 2 3 4 2012 2013-2,0-7,0-12,0-1,5-1,4-3,4-2,8-6,1-5,1 1 2 3 4-11,2 1 2 3 4 2012 2013 Fonte: Istat, Idescat, Statistisches Landesamt B-W, Direction générale des douanes et droits indirects 40

Miliardi di Informazione economica La situazione si presenta molto variegata. Infatti, la dinamica delle esportazioni è risultata positiva nel Baden e,moderatamente, in Lombardia. Viceversa, segni negativi si riscontrano per gli altri due motori. Mutatis mutandis, la stessa diversità si nota per le importazioni che sono aumentate per Baden e Catalunya. Infine, i Grafici 5-10 e 5-11 danno un peso alla gerarchia esistente fra i vari motori, riportano rispettivamente il valore delle esportazioni e delle importazioni. Grafico 5-10 ESPORTAZIONI NEI 4 MOTORI Valori assoluti in miliardi di Euro - dati dei singoli trimestri 40 Baden Wurttemberg 44 29,5 Lombardia 28 20 19,8 Catalunya 15 9,8 8,9 Rhone-Alpes 11 0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elab. Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Direction générale des douanes et droits indirects, Statistisches Landesamt B-W. 41

Miliardi di Informazione economica Grafico 5-11 IMPORTAZIONI NEI 4 MOTORI Valori assoluti in miliardi di Euro - dati dei singoli trimestri 40 Baden Wurttemberg 35 26,4 Lombardia 28 22,7 20 Catalunya 17 13,8 8,4 Rhone-Alpes 11 0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: elab. Unioncamere Lombarida su dati Istat, Gencat-Idescat Catalunja, Direction générale des douanes et droits indirects, Statistisches Landesamt B-W. 42

6 IL SETTORE MANIFATTURIERO DELLA LOMBARDIA A questo stadio dell analisi dobbiamo considerare in modo approfondito la situazione del settore manifatturiero della Lombardia. Come è noto, la nostra fonte principale di informazioni è costituita dall indagine campionaria effettuata su un numero rappresentativo di imprese. Al fine di cogliere sia il grado di significatività del campione sia la portata degli eventi congiunturali in atto, conviene soffermarsi su alcuni dati strutturali che caratterizzano il settore manifatturiero della Lombardia. Va ricordato che le variazioni campionarie sono ponderate usando come peso il dato occupazionale. 6.1 Alcuni dati strutturali Un primo elemento da considerare riguarda la struttura dell occupazione e delle unità locali delle imprese che risulta dai dati ASIA (ISTAT), che sono aggiornati al 2010 ed illustrati nella Tabella 6.1. Tabella 6-1: Unità locali delle imprese ed loro addetti - Industria 10-49 50-199 200 e oltre Totale UL Add. UL Add. UL Add. UL Add. Siderurgia 461 10.786 150 14.130 41 16.346 652 41.263 Min.non metall. 470 10.161 80 7.041 7 2.195 557 19.397 Chimiche 603 13.866 280 27.099 69 28.806 952 69.771 Meccaniche 5.896 127.608 1.105 100.765 122 50.227 7.123 278.600 Mezzi trasporto 274 6.028 91 9.255 42 24.332 407 39.615 Alimentari 622 13.960 161 15.152 48 16.476 831 45.588 Tessile 766 17.807 220 18.442 21 7.185 1.007 43.435 Pelli calzature 152 3.341 32 2.865 3 781 187 6.986 Abbigliamento 526 10.985 73 6.490 17 6.619 616 24.094 Legno mobilio 707 15.024 94 8.685 9 2.300 810 26.008 Carta editoria 718 14.845 130 11.859 10 2.908 858 29.611 Gomma plastica 912 20.242 208 18.248 22 7.816 1.142 46.306 Ind. varie 218 4.443 41 3.736 11 3.109 270 11.288 Totale 12.325 269.095 2.665 243.768 422 169.099 15.412 681.963 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT ASIA 2010 Complessivamente, l universo di riferimento è costituito da 15mila unità locali con un numero di addetti superiore a 9, che danno occupazione a circa 680mila persone. Inoltre, ulteriori aspetti meritano di essere sottolineati. Il settore meccanico rappresenta il 46% delle unità locali che abbiano un numero di addetti superiore a 9. In termini di occupazione, questa 43

percentuale scende al 41%. Il secondo settore è costituito dalla chimica con una quota del 10% sul totale, sempre in termini di occupazione. Sotto questo profilo, le imprese maggiori (e cioè con più di 200 addetti) rappresentano circa il 25% dell intera occupazione. Per quanto riguarda la struttura del nostro campione, che vuole essere rappresentativo per lo meno sotto il profilo dell occupazione, questa è illustrata nella Tabella 6.2. Nel trimestre in corso sono state 1.509 le unità che hanno risposto, e cioè un numero superiore al dato teorico. Normalmente per le piccole imprese si ottiene un risultato superiore al campione teorico, con un netto sovra-campionamento della classe dimensionale, mentre per le grandi imprese non si raggiunge l obiettivo campionario. Occorre però considerare che il piano di campionamento prevede per le imprese di maggior dimensione una presenza decisamente superiore alla quota proporzionale e superiore al 50% dell universo. Tabella 6-2: La struttura teorica ed effettiva del campione industria Campione Dimensione Teorico Effettivo 10-49 615 897 50-199 583 470 200 e più 309 142 Totale 1.507 1.509 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.1.1 I dati di sintesi Il dato più importante che emerge dall analisi campionaria nel primo trimestre del 2014 è che la produzione industriale ha mostrato continuità nel processo di crescita, per lo meno da un punto di vista congiunturale dove la variazione è stata dello 0,6% rispetto al dato destagionalizzato del trimestre precedente (si veda la Tabella 6-3). Va segnalato, a questo proposito, che l acquisizione di nuovi dati finisce con il ri-determinare anche quelli passati. Il risultato in questa circostanza è che il forte aumento del quarto trimestre del 2013 è stato spalmato sui trimestri precedenti, mentre il dato relativo al primo trimestre del 2014 fa apparire una crescita che è al tempo stesso persistente e contenuta. Al di là di questa tecnicalità, l altro aspetto da sottolineare è la maggior dinamica fatta registrare dagli ordini interni rispetto a quelli esteri, rimasti praticamente al palo. E questa una novità che in parte dipende dall andamento del commercio internazionale e del tasso di cambio rivalutato, ma che risente anche della ripresa interna legato soprattutto agli investimenti, i consumi essendo ancora praticamente fermi. Anche il fatturato risulta in crescita, con la quota del fatturato estero in ulteriore espansione (pari al 39,8% del fatturato). La dinamica dei prezzi invece rasenta la deflazione. 44

Tabella 6-3: Variazioni congiunturali (dati trimestrali destagionalizzati) 2013 2014 I II III IV I Produzione -0,6 0,6 0,8 0,9 0,6 Ordini interni (1) -0,7 0,1 1,0 0,4 0,8 Ordini esteri (1) 0,2 1,4 2,0 0,6 0,0 Fatturato totale -0,3 1,1 0,7 1,1 1,0 Quota fatturato estero (%) 39,6 40,2 39,6 39,4 39,8 Prezzi materie prime 0,8 0,5 0,8 0,7 0,6 Prezzi prodotti finiti 0,1 0,0 0,1 0,2 0,4 (1) Ordini, valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia Conferme a queste dinamiche provengono dai dati tendenziali, e cioè quelli che registrano le variazioni rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Produzione, ordini e fatturato mostrano un crescendo nella dinamica tendenziale, mentre l inflazione rimane bloccata al di sotto dell 1% (si veda la Tabella 6-4). Tabella 6-4: Variazioni tendenziali (dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi) 2013 2014 I II III IV Media anno I Produzione -3,4 0,1 0,6 2,4-0,1 2,6 Ordini interni (1) -3,7-2,1 0,9 0,5-1,1 2,5 Ordini Esteri (1) -0,3 1,1 5,3 4,5 2,7 3,7 Fatturato totale -2,5 0,6 2,7 2,9 0,9 4,0 Prezzi materie prime 3,8 3,2 3,0 2,9 3,2 2,6 Prezzi prodotti finiti 0,8 0,6 0,4 0,4 0,6 0,7 (1) Ordini valori a prezzi costanti Fonte: Unioncamere Lombardia Allargando il novero degli indicatori, si può verificare (cfr. la Tabella 6-5) che il tasso di utilizzo degli impianti (dato destagionalizzato) è risalito, collocandosi attorno al 72,7% nel primo trimestre 2014. Anche il periodo di produzione assicurata è migliorato toccando un valore pari a 56,9 giornate. Le scorte di prodotti finiti, infine, hanno conosciuto un decremento anche in questo trimestre e ciò lascia intravedere una spinta futura sulla produzione. 45

Tabella 6-5: Altri indicatori congiunturali (Dati trimestrali destagionalizzati) 2013 2014 I II III IV Media anno I Tasso di utilizzo impianti 71,3 71,8 71,9 72,0 71,8 72,7 Produzione Assicurata (1) 51,7 54,7 60,4 56,4 55,8 56,9 Giacenze di prodotti Finiti (2) 2,7 2,0-0,8-3,7 0,0-1,1 Giacenze di materiali (2) -1,3-1,8-2,2-1,2-1,6-2,4 (1) numero di giornate di produzione assicurate dal portafoglio ordini; (2) Saldo (in %) fra indicazioni di eccedenza-scarsità. Fonte: Unioncamere Lombardia Infine, come emerge dalla Tabella 6-6, il mercato del lavoro invia segnali contrastanti. Infatti, mentre l occupazione è continuata a diminuire in termini tendenziali, seppure a tassi decrescenti, la variazione congiunturale si è azzerata e questo è quasi un segnale positivo. Anche le ore lavorate sono risultate stazionarie da entrambi i punti di vista. Tabella 6-6: Gli indicatori del mercato del lavoro dati trimestrali 2013 2014 I II III IV I Ore lavorate per addetto 6,7 6,7 6,0 6,7 6,7 Occupati (var. congiunturale) 0,1-0,4-0,1-0,5 0,0 Occupati (var. tendenziale) -1,2-1,6-1,0-0,9-0,9 Fonte: Unioncamere Lombardia La presenza di indubbi segnali positivi nel campo della produzione, del fatturato e degli ordini, accompagnati però da zone d ombra in altre variabili, ed in particolare l occupazione, spingono verso un approfondimento dell analisi, sia per coglierne più in profondità i nessi che li collegano sia al fine di effettuare previsioni. 6.1.2 La produzione industriale A questo stadio dell analisi occorre effettuare un indagine più puntuale delle diverse variabili prima brevemente illustrate. L esame della produzione industriale costituisce la mossa prioritaria da effettuare. Il Grafico 6-1 mostra la dinamica della produzione industriale in Lombardia vis a vis rispetto all Italia e all area dell euro. L aspetto importante da sottolineare è come l andamento lombardo abbia registrato una variazione positiva e persistente che l ha portata a ricalcare l andamento della zona euro, mentre allo stesso tempo è andato attenuandosi il distacco del dato nazionale (si veda il Grafico 6-1). 46

Indice Informazione economica Il Grafico 6-2, in particolare, enfatizza il rapporto con il dato italiano sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Da questo ultimo punto di vista, la Lombardia sembra posizionarsi meglio rispetto al dato medio italiano. Grafico 6-1 INDICE PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO Base media anno 2005=100 - Dati trimestrali destagionalizzati 115 110 105 100 EuroArea-17 99,7 95 Lombardia 97,0 90 85 80 75 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Italia 82,6 Fonte: Unioncamere Lombardia, Eurostat 47

tendenziali congiunturali Informazione economica Grafico 6-2 PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazioni congiunturali (destagionalizzate) e tendenziali Italia Lombardia 5 0 1,2 1,0 0,5 0,1-0,9-1,5-1,8-2,1-3,0-0,6-1,4-2,0-0,1-0,6-2,6 0,4-0,7-0,6-0,1 0,6 0,8 0,8 0,9 0,1 1,1 0,6-5 Italia Lombardia 10 8,2 5 0-5 -10 5,4 5,0 3,3 2,8 2,4 2,32,6 0,6 0,1 0,6 0,1-0,6-1,5-3,0-2,8-3,4-3,7-3,2-5,2-4,7-5,6-5,8-7,0-7,0-8,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2011 2012 2013 2014 Fonte: Unioncamere Lombardia, Istat(dato 1 trimestre 2014 media mesi gennaio-febbraio e previsione CSC Confindustria mese di marzo) Questi risultati trovano una conferma anche nel Grafico 6-3 che riassume i dati relativi alla Lombardia, sia da un punto di vista congiunturale che tendenziale. Inoltre completano l informazione mostrando il valore assunto dal numero indice della stessa produzione. Quest ultimo profilo è importante da considerare per il semplice motivo che dà un idea del gap che rimane fra il livello della produzione attuale e la massima produzione ottenuta in precedenza. Tra l altro è proprio l esistenza di questo gap ad avere un incidenza negativa sulla dinamica occupazionale. 48

var.% congiuntur. var.% tendenziale Indice produzione Informazione economica Grafico 6-3 115 110 INDICE DELLA PRODUZIONE SETTORE MANIFATTURIERO LOMBARDIA Dati trimestrali - Indice base 2005=100 Indice destagionalizzato 108,3 Indice grezzo 105 100 95 97,0 90 85 80 84,1 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 20 10 0-10 12,6 2,6-20 -30-19,8 8 4 0-4 -8 3,1 0,6-12 -16-11,4 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.1.3 Gli aspetti strutturali L analisi può essere ulteriormente approfondita mettendola in relazione ai vari aspetti strutturali che caratterizzano la produzione industriale. Da questo punto di vista, un primo elemento da prendere in considerazione è la dimensione d impresa. Il Grafico 6-4, che fa riferimento alle variazioni tendenziali, evidenzia un dato interessante: tutte le dimensioni di impresa hanno conosciuto una variazione tendenziale positiva che è risultata maggiore per le medie imprese, come del resto era successo nel periodo precedente. 49

Grafico 6-4: Variazioni tendenziali per dimensione di impresa Lo stesso discorso vale per i vari comparti produttivi che, come mostrato dal Grafico 6-5, risultano tutti in crescita. In questo caso, sono i beni di consumo e quelli intermedi a mostrare valori tendenziali più positivi, mentre i beni di investimento hanno appena dato segni di risveglio. 50

Grafico 6-5: produzione industriale. Variazione tendenziale per destinazione economica Da un punto di vista settoriale (si veda il Grafico 6-6), la dinamica tendenziale della produzione risulta essere ancora molto differenziata, anche se complessivamente in miglioramento. Nel primo trimestre del 2014, sono 4 i settori che hanno mantenuto una dinamica negativa (carta, chimica, minerali non metalliferi, varie) contro i 6 del trimestre precedente. Gli altri hanno viceversa mostrato variazioni positive, con meccanica, siderurgia e mezzi di trasporto in particolare evidenza. Facendo riferimento alla dimensione territoriale, come risulta dal Grafico 6-7, le province con variazione tendenziale della produzione industriale con segno negativo sono rimaste solo due (e cioè Lodi e Monza), mentre tutte le altre sono positive. 51

Grafico 6-6 Grafico 6-7 PRODUZIONE INDUSTRIALE PER PROVINCIA Variazione tendenziale 1 trimestre 2014 Lodi Monza Brianza -0,9-0,9 Lecco Lombardia 2,6 2,6 Milano Sondrio Cremona Bergamo Mantova Pavia Como Brescia 2,8 3,0 3,0 3,0 3,1 3,3 3,3 3,3 Varese 6,4-2,00-1,00 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 Fonte: Unioncamere Lombardia 52

Al fine di approfondire gli aspetti qualitativi dell analisi, i settori sono stati ri-classificati in base ai criteri suggeriti da Pavitt. Da questo punto di vista, il Grafico 6-8 mostra le diverse vicende che hanno interessato i vari comparti. Nel trimestre in corso tutti i comparti hanno mostrato una variazione positiva, con un importante eccezione. Infatti, quelli high-tech hanno mostrato una consistente decelerazione che testimonia le difficoltà di alcune importanti imprese nel territorio lombardo. Grafico 6-8 Il grafico 6-9 offre, infine, uno spaccato orizzontale degli aspetti strutturali fin qui esaminati della produzione industriale. Due sono gli aspetti essenziali da sottolineare. Il primo è che le imprese con una crescita più robusta (e cioè superiore al 5%) sono aumentate ulteriormente rispetto al passato trimestre, essendo passate dal 39% al 41%. Il secondo è che la percentuale di quelle in crisi è viceversa diminuita, essendo passata dal 28% al 27%. Va segnalato che quest ultima percentuale risulta essere nettamente inferiore a quella fatta registrare dalle imprese in forte crescita. In altre parole, la percentuale di imprese che va molto male non solo non è più prevalente, ma è in fase di decelerazione, anche se meno marcata rispetto a quella fatta registrare nel trimestre scorso. 53

Grafico 6-9: I dati strutturali 100% PRODUZIONE INDUSTRIALE Variazione su anno precedente - Distribuzione di frequenze Forte aumento (>+5%) Aumento (da 0 a +5%) Stabilità Diminuzione (da 0 a -5%) Forte diminuzione (<-5%) 50% 35 5 11 8 41 21 23 20 22 22 5 5 5 6 7 13 13 11 13 14 10 12 10 9 12 52 50 53 50 45 28 7 16 11 39 37 7 14 10 31 40 9 13 10 28 50 48 10 10 10 13 8 8 22 21 41 46 9 7 13 13 11 8 27 25 32 29 27 38 7 7 9 8 13 13 13 10 12 12 12 11 39 41 32 34 0% 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.2 Altri indicatori congiunturali Per completare il quadro congiunturale, occorre ripetere l indagine approfondita nei confronti delle altre variabili, quali fatturato, ordini, scorte e grado di utilizzo degli impianti. 6.2.1 Il fatturato Il Grafico 6-10 dà maggior spessore temporale all esame della triade produzione ordinifatturato non essendo limitato ad un anno, ma facendo riferimento, al contrario, ad una serie storica più lunga che parte dall anno 2012. 54

Grafico 6-10 Anche il grafico 6-10 conferma la gerarchia congiunturale fra questi tre aspetti. Infatti, la dinamica della produzione industriale ha subito una variazione che è compresa fra quelle sperimentate dal fatturato, da una parte, e dagli ordini, dall altra. Sul fronte dei prezzi, i Grafici 6-11, 6-12 e 6-13, mostrano una decelerazione nei prezzi delle materie prime, mentre i prodotti finiti evidenziano una ripresa modestissima in termini congiunturali. 55

Grafico 6-11 Grafico 6-12 56

Grafico 6-13 L indice del fatturato complessivo risulta in crescita sia da un punto di vista tendenziale che congiunturale, come appare dal Grafico 6-14. Il Grafico 6-15 ne mostra invece la variazione in base alla fonte: interna ed estera. In entrambi i casi, la variazione è stata positiva, anche se il fatturato estero ha mostrato la dinamica tendenziale maggiore. 57

Grafico 6-14 Grafico 6-15 58

Infine, il Grafico 6-16 mostra la quota dell export sul fatturato che presenta un leggero aumento rispetto al trimestre precedente. La quota ha toccato un valore vicino al 40%. Grafico 6-16 QUOTA DEL FATTURATO ESTERO SUL TOTALE Dati trimestrali e linea di tendenza 40 40 35 30 31 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: Unioncamere Lombardia 6.2.2 Gli ordini La dinamica mostrata dal fatturato trova un riscontro in quella mostrata degli ordini. Infatti, gli ordini interni sono in aumento sia un punto di vista tendenziale che da quello congiunturale (si veda il Grafici 6-17). Viceversa, quelli esteri (cfr. il Grafico 6-18) hanno mostrato lo stesso segno positivo, anche se di intensità maggiore, per quanto riguarda la variazione tendenziale, mentre il dato congiunturale è rimasto fermo. 59

Grafico 6-17 Grafico 6-18 60

Il Grafico 6-19, invece, mostra altri due indicatori congiunturali relativi agli ordini, e cioè la produzione assicurata dallo stock di ordini esistenti a fine trimestre e quella relativa ai flussi. Le due curve mostrano variazioni convergenti grazie a un aumento della produzione assicurata e alla quasi stazionarietà della produzione equivalente. Grafico 6-19 6.2.3 Le scorte ed il tasso di utilizzo degli impianti Infine, dobbiamo far riferimento a due ulteriori indicatori congiunturali, peraltro molto importanti. Il primo si riferisce alle scorte che, come risulta dal Grafico 6-20, sono in una fase di decelerazione. Il che significa che le imprese hanno continuato a smaltire gli stock accumulati durante la fase più acuta della recessione, anche se a ritmi meno sostenuti che in passato. 61

Grafico 6-20 Per quanto riguarda invece l altro indicatore, e cioè il grado di utilizzo degli impianti, presenta variazioni positive sia per il dato grezzo che per quello destagionalizzato, come appare dal Grafico 6.21. 62

Grafico 6-21 Tasso utilizzo degli impianti Serie grezza Serie destagionalizzata 80 78 76 74 72 70 68 66 64 62 60 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: Unioncamere Lombardia 63

Occupati industria Occupati totali Informazione economica 7 L OCCUPAZIONE INDUSTRIALE IN LOMBARDIA Come abbiamo più volte sottolineato nei vari Capitoli in cui abbiamo toccato temi relativi al mercato del lavoro, le vicende della produzione non sempre si riflettono immediatamente sul mercato del lavoro, le cui variabili si adeguano con un certo ritardo temporale che varia da situazione a situazione e che dipende anche dall assetto istituzionale che lo caratterizza. E per questo motivo che i dati del mercato del lavoro meritano un esame specifico ed approfondito. In particolare, in questo Capitolo l enfasi sarà concentrata sulla dinamica dell occupazione industriale. Va sottolineato che i dati relativi all occupazione servono anche a realizzare un altro obiettivo che è la verifica della rappresentatività del campione usato da Unioncamere, al di là del semplice calcolo statistico. In quest ottica, un confronto con i dati regionali, infatti, riesce nel duplice scopo di mettere a fuoco sia le caratteristiche del nostro campione che la natura dei dati ISTAT. Il quadro generale dell andamento dell occupazione in Lombardia è rappresentato dal Grafico 7-1 dove sono illustrati i dati di fonte ISTAT. L aspetto interessante da sottolineare è che l occupazione totale e quella industriale presentano un andamento divergente. Infatti, mentre l occupazione totale decresce quella industriale sembra crescere, per lo meno in un ottica di breve periodo. Questo andamento non trova invece un riscontro nelle variazioni tendenziali (cfr. il Grafico 7-3) dove la situazione si rovescia. Grafico 7-1 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Dati trimestrali (milioni) Occupati totali scala dx Occupati Industria scala sx 1,3 4,4 1,2 4,3 1,1 4,2 1,0 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2008 2009 2010 2011 2012 2013 4,1 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro 64

Variazione % Variazione % Informazione economica Grafico 7-2 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni congiunturali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 6 5,0 4,3 4 2 2,4 1,2 0,3 2,0 1,6 0,3 0,7 0,2 0,8 0-0,9-0,1-0,3-0,6-0,5-0,3 0,0-0,8-2 -1,7-3,0-3,3-3,2-4 -3,4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Grafico 7-3 NUMERO OCCUPATI LOMBARDIA Variazioni tendenziali - Dati trimestrali grezzi Occupati Industria Occupati totali 4 3,3 3,0 2 1,8 0 0,0-0,5 0,1 0,4 0,1 0,6-0,2 0,9 0,5 0,5 0,8-0,4 0,4 0,7 0,6 1,3-0,1 0,5-2 -1,2-1,6-2,8-4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2011 2012 2013 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di lavoro Infine, gli occupati nelle costruzioni sono in aumento congiunturale (cfr. il Grafico 7-4). 65

Var. cong. % Occupati (migliaia) Informazione economica Grafico 7-4 OCCUPATI NELLE COSTRUZIONI LOMBARDIA Dati trimestrali grezzi Variazione cong. (grezza) Occupati 360 10 8,2 7,9 6,5 5 4,6 4,2 340 0-0,7-0,8-1,8-0,6 320-5 -10-6,9-7,7 300-15 -14,4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 2011 2012 2013 280 Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ISTAT indagine Forze di Lavoro Ulteriori informazioni sulla struttura del mercato del lavoro lombardo provengono dalle Tabelle 7-1 e 7-2. In particolare, la Tabella 7-1 mostra che rispetto al quarto trimestre del 2012, sia i lavoratori dipendenti che quelli indipendenti sono leggermente aumentati. Inoltre, la Tabella 7-2 mostra, tra l altro, che il saggio di disoccupazione risulta essere in aumento sia rispetto al corrispondente periodo del 2012 sia in relazione al periodo precedente. Tabella 7-1: La struttura dell occupazione in Lombardia (migliaia dati trimestrali) 2012 2013 I II III IV I II III IV Dipendenti 3.273 3.322 3.341 3.329 3.312 3.362 3.413 3.353 Indipendenti 1.002 969 937 948 979 959 918 944 Fonte: ISTAT 66

Tabella 7-2: La forza lavoro in Lombardia (migliaia dati trimestrali) 2012 2013 I II III IV I II III IV Forze di lavoro 4.643 4.634 4.585 4.642 4.698 4.674 4.677 4.709 Uomini 2.646 2.629 2.605 2.638 2.657 2.624 2.641 2.653 Donne 1.997 2.005 1.980 2.003 2.041 2.050 2.036 2.056 Tasso di attività (15-64) 70,2 70,2 69,4 70,1 70,8 70,4 70,5 71,0 Uomini 78,7 78,5 77,8 78,4 78,6 77,7 78,4 78,7 Donne 61,5 61,7 60,9 61,6 62,8 63,0 62,5 63,1 Tasso di disoccupazione 7,9 7,4 6,7 7,9 8,7 7,6 7,4 8,7 Uomini 6,7 6,8 6,0 7,3 7,8 7,2 6,9 8,3 Donne 9,5 8,2 7,6 8,6 9,8 8,0 8,0 9,2 Fonte: Istat I dati che provengono dalle nostre rilevazioni mostrano un andamento (destagionalizzato) decrescente dell indice dell occupazione industriale che, nel Grafico 7-5, viene messo a confronto con la dinamica della produzione industriale che, come abbiamo già avuto modo di dire, sembra avere interrotto la fase discendente per imboccare la via della crescita. Grafico 7-5 67

Ulteriori informazioni provengono dai dati di flusso che, per il primo trimestre del 2014, presentano un saldo (grezzo) positivo. Il miglioramento è dovuto al calo degli uscite a cui ha fatto riscontro un aumento delle entrate (si veda il Grafico 7-6). Grafico 7-6: Occupazione: tassi di ingresso e d uscita Il Grafico 7-7, mette invece in relazione le ore lavorate con l indice della produzione industriale. Nel primo trimestre 2014 le ore lavorate sono aumentate leggermente in sintonia con il dato produttivo. 68

Grafico 7-7: ore lavorate nel trimestre Da un punto di vista congiunturale, è molto importante fare riferimento alla Cassa Integrazione Guadagni, al fine di completare il quadro informativo relativo al mercato del lavoro. Come appare dal Grafico 7-8, il primo trimestre del 2014 ha conosciuto un decremento della percentuale della CIG sul monte ore trimestrale. 69