VULNERABILITÀ SISMICA E FORMA URBANA: UNO STUDIO SU RIETI Alfredo ANGELONI (*) e Antonio CAPPUCCITTI (**) Negli ultimi anni si sta diffondendo in Italia un innovativo modo di intendere la prevenzione del rischio sismico e la riduzione della vulnerabilità sismica delle città, con particolare riferimento ai Centri storici. Questo si basa principalmente su una più puntuale distinzione tra due diversi tipi di vulnerabilità sismica (quella propriamente edilizia, e quella urbana), e sulla conseguente predisposizione di strumenti e tecniche mirati e specifici per la mitigazione dei suddetti due tipi, differenti e complementari, di vulnerabilità. La vulnerabilità sismica urbana è un tipo di vulnerabilità che dipende da come la città è nel suo insieme conformata e strutturata, da come sono distribuite le sue funzioni e infrastrutture di maggiore rilevanza, e da come quindi sono dislocate all interno dell organismo urbano le criticità riguardo all accessibilità e alla fruibilità di dette funzioni urbane in caso di evento sismico. Si tratta, quindi, di un tipo di vulnerabilità sismica che si basa su fatti e concetti di carattere propriamente urbanistico, e la cui misura è quindi profondamente diversa da quella che potrebbe ipoteticamente desumersi da una semplice sommatoria delle vulnerabilità edilizie dei singoli edifici. Ogni città presenta una propria particolare distribuzione di luoghi e connessioni che rivestono particolare rilevanza, nei riguardi della risposta dell organismo urbano ad un evento sismico, sia nella fase critica di emergenza che in fase di ricostruzione e ripresa. Si tratta, in estrema sintesi, dei luoghi nei quali sono concentrate le diverse funzioni strategiche in relazione al sisma, da quelle di governo locale a quelle di assistenza e soccorso fino a quelle di organizzazione e di ricovero; ma si tratta anche dei percorsi e delle infrastrutture che rendono accessibile l ambiente urbano sia nella fase di emergenza che in quelle successive. La vulnerabilità sismica urbana è quindi intrinsecamente legata alla conformazione, ai caratteri e alle criticità di questo insieme di luoghi e connessioni, e dipende quindi strettamente, in definitiva, dalla particolare forma complessiva della città. Ma avere una conoscenza accurata di questo sistema può consentire di porre in atto una opportuna programmazione di azioni per un suo progressivo rafforzamento e adeguamento nel tempo, intervenendo sulle sue componenti e riducendone nel contempo le criticità, con un opportuno programma di priorità per gli interventi, in modo tale che la città divenga gradualmente più resiliente e più efficiente in caso di un evento sismico. Sui concetti che abbiamo sopra brevemente sintetizzato si basano alcuni tipi di strumenti conoscitivi e di pianificazione, introdotti in Italia negli ultimi anni sia da organismi nazionali e sia, per quanto riguarda lo specifico campo degli strumenti per il governo del territorio, da leggi regionali. Si tratta di strumenti i quali, in modi diversi, predispongono analisi e previsioni di mitigazione della vulnerabilità sismica urbana soprattutto sulla base del riferimento ad accezioni differenti del concetto di struttura urbana, che ha rilevanza centrale nella disciplina urbanistica. Questa introduzione ha reso disponibili strumenti potenzialmente preziosi per la mitigazione delle vulnerabilità, ma pone nel contempo alcuni rilevanti e nuove questioni nel campo della Pianificazione territoriale urbana.
Una prima questione è che questi strumenti sono andati ad aggiungersi agli ordinari strumenti della Pianificazione territoriale e urbana, nonché a quelli già deputati alla gestione delle emergenze e alla mitigazione dei rischi territoriali (vedi, in particolare, il Piano per la Protezione Civile e il Piano di Bacino di Assetto Idrogeologico), rendendo ora necessaria una azione di coordinamento di enti e di strumenti, azione di fatto non ancora prefigurata compiutamente nella legge e nelle pratiche della pianificazione. Un problema più rilevante, inoltre, è che al momento attuale le diverse leggi regionali per il governo del territorio presentano un livello di aggiornamento e una attenzione molto differenziati, tra le diverse Regioni, nei confronti dei temi della mitigazione della vulnerabilità sismica urbana, e questo determina una situazione decisamente diversificata sul territorio nazionale. Nell ambito del suddetto composito quadro regionale, l Umbria si è dotata di strumenti legislativi e di pianificazione d avanguardia in questo campo, che sono stati introdotti organicamente nella pianificazione a partire in particolare dalla Legge regionale n. 11 del 2005, e che sono stati messi a punto e perfezionati nell ambito di collaborazioni di ricerca scientifica tra Regione e Università. In diversi altri contesti regionali si registrano, del resto, rilevanti esperienze di ricerca applicata al territorio e di pianificazione urbanistica tese ad un organico studio della mitigazione della vulnerabilità sismica urbana, le quali si svolgono anche in assenza di un aggiornato quadro legislativo regionale, spesso facendo esplicito riferimento agli strumenti introdotti da recenti e avanzate legislazioni in materia come quella umbra. Nello specifico caso di Rieti, il territorio comunale dispone di un recente ed articolato Piano di Protezione Civile, che riguarda approfonditamente diversi aspetti del rischio territoriale e della gestione di potenziali situazioni critiche. Un recente studio effettuato da uno degli autori del presente contributo, che presentiamo in termini essenziali in questa sede, ha delineato l applicazione preliminare al territorio reatino di tecniche di analisi e di strumenti di pianificazione già sperimentati in altri contesti, tra i quali quello regionale umbro già citato, e inoltre ha affrontato l esigenza di una verifica di coordinamento e di coerenza degli strumenti di pianificazione agenti sul territorio comunale i quali, in modi diversi, riguardano l interpretazione e la mitigazione dei rischi territoriali (Ing. Alfredo Angeloni: Struttura Urbana Minima per la mitigazione della vulnerabilità sismica urbana di Rieti, Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria delle Costruzioni edili e dei Sistemi ambientali; Docente relatore: Prof. Antonio Cappuccitti; Docenti correlatori: Prof. Edoardo Currà, Prof. Michele Cercato). Lo studio svolto consiste nell analisi e nell applicazione di strumenti finalizzati alla riduzione della vulnerabilità sismica urbana, e nel tracciamento delle linee guida per l applicazione di tali strumenti per la città di Rieti. Il lavoro quindi, consiste in uno studio preliminare, il quale rappresenta un primo passo da cui eventualmente ripartire per effettuare una analisi più completa e dettagliata di tutta la struttura urbana della città di Rieti. Per la valutazione, lo studio e la riduzione della vulnerabilità sismica urbana, ci sono diverse metodologie di approccio: in particolare l individuazione della Struttura Urbana Minima (SLU) e lo studio della Condizione Limite per l Emergenza (CLE Protezione Civile). Il concetto della SUM, è stato introdotto per la prima volta dalla regione Umbria, come sopra accennato, e puntualizzato operativamente con la Deliberazione della Giunta
regionale 8 febbraio 2010, n. 164, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria n. 15 del 31 marzo 2010, che, nella sezione II definisce le Linee guida per la definizione della Struttura Urbana Minima nel Piano Regolatore Generale, ai fini della riduzione della vulnerabilità sismica urbana (Art. 3, comma 3, let. D) della L.R 22 febbraio 2005, n. 11). Dette linee guida sono strutturate in due parti: Principi e indicazioni operative. All interno della prima parte, sono indicati concetti, contenuti e definizioni; in particolare quella della SUM, la quale viene definita come quel sistema di percorsi, spazi, funzioni urbane ed edifici strategici per la risposta urbana al sisma in fase di emergenza, e per il mantenimento e la ripresa delle attività urbane ordinarie, economico-sociali e di relazione in fase successiva all evento. La struttura comprende quindi le componenti minime indispensabili, nessuna delle quali può essere sottratta senza compromettere la funzionalità complessiva. Nella seconda parte, invece, sono riportati tutti quegli elementi e aspetti che costituiscono Criticità di tale struttura, e tutti gli interventi atti alla riduzione di tali criticità e quindi ad aumentare la fuzionalità della struttura nel suo complesso. La SUM, con il suo approccio esteso a scale differenziate del territorio, può costituire, assieme ai metodi di valutazione della vulnerabilità urbana, una valida chiave di integrazione tra prevenzione sismica e pianificazione e, in tal senso continuano le ricerche e le elaborazioni. Altro strumento che consente di valutare e analizzare la vulnerabilità sismica urbana di un insediamento, è il Piano della Protezione Civile (PPC), in particolare, l analisi della Condizione Limite per l Emergenza (CLE), la quale rappresenta un elemento innovativo, introdotto recentemente dalla Protezione Civile con provvedimenti di livello nazionale. In particolare, si definisce come Condizione Limite per l Emergenza dell insediamento
urbano, quella condizione al cui superamento, a seguito del manifestarsi dell evento sismico, pur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre all interruzione della quasi totalità delle funzioni urbane presenti, compresa la residenza, l insediamento urbano conserva comunque, nel suo complesso, l operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale. Tale analisi di un insediamento urbano viene effettuata utilizzando una speciale modulistica di rilevamento predisposta dalla Commissione Tecnica di cui all articolo 5 commi 7 e 8 dell Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 3907/2010. Tale modulistica consente di ottenere particolari e mirati standard di archiviazione dei dati, e verte su cinque diverse tipologie di schede (edificio strategico, area di emergenza, infrastruttura accessibilità/connessione, aggregato strutturale, unità strutturale). La finalità principale della verifica della CLE è di assicurarsi che ogni insediamento presenti un sistema di edifici strategici (sistema inteso come insieme di manufatti e infrastrutture di accessibilità) in grado di sostenere l azione immediata della Protezione Civile. Lo studio ha proposto, tra gli altri approfondimenti, due articolati schemi preliminari di SUM e di CLE per il territorio comunale e i tessuti urbani della città di Rieti, due stralci essenziali dei quali sono riprodotti, rispettivamente, nelle immagini sopra allegate. Si tratta di analisi di livello preliminare che potranno senz altro costituire la base per ulteriori approfondimenti conoscitivi e di pianificazione, ma che delineano con evidenza, dal particolare punto di vista del rapporto tra forma della città e vulnerabilità sismica urbana, la peculiare stratificazione di valori strategici e la articolazione morfologica dell insediamento a Rieti.
(*) Ingegnere, Rieti. (**) Docente di Progettazione urbanistica, SAPIENZA Università di Roma.