Così il succiacapre, specie notturna (per difesa sbadiglia mostrando il palato rosa dell'enorme bocca) (Foto Luigi Andena)



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ACCIDENTALI IN CITTA' Durante le migrazioni può capitare di tutto. Uccelli altamente mimetici nel sottobosco si fanno scoprire esausti sui marciapiedi o sui balconi, arrivati di notte o alle prime luci. Così il succiacapre, specie notturna (per difesa sbadiglia mostrando il palato rosa dell'enorme bocca) (Foto Luigi Andena)

e la beccaccia, un limicolo di bosco molto amato dai cacciatori, che si nutre cacciando nella lettiera di foglie morte e nella terra umida il lungo becco in cerca di lombrichi, che consuma in quantità inverosimili.

GALLIFORMI Sono uccelli che camminano molto e volano poco e per brevi tratti, perciò hanno ali corte e arrotondate e zampe robuste con piedi grandi e unghie forti per razzolare in cerca di cibo. Sono in proporzione pesanti e sono tra le prede più ambite dai cacciatori. In genere presentano uno spiccato dimorfismo sessuale (tipico delle specie poligame), con i maschi brillantemente colorati e adorni di bargigli, creste e caruncole anche enfiabili,

le femmine, che sole si occupano della prole, più dimesse in un piumaggio mimetico screziato di marrone, che le cela durante la cova: nella foto una fagiana.

La specie europea più piccola, la quaglia in questa foto, non ha invece molta differenza di piumaggio tra i sessi.

I piccoli (nella foto una quaglia) sono i classici pulcini, precoci, lasciano il nido subito dopo la schiusa e seguono la madre in cerca di cibo, in allevamento bisogna solo fornire loro l'alimentazione giusta (sia animale che vegetale, pastone per insettivori, semi, verdure) e controllare che non si raffreddino, crescono meglio in gruppo.

RAPACI DIURNI E NOTTURNI Ovviamente sono dotati di becchi uncinati e di artigli robusti, e si nutrono di animali morti o vivi. I più grandi sono gli avvoltoi, come il gipeto della foto, molto rari. (Foto Luigi Andena)

Un carattere distintivo molto importante sono gli occhi, che possono essere scuri o gialli come nel pecchiaiolo della foto.

Il gheppio è tra i più piccoli e diffusi, nidifica anche in città. Le penne dell'ala sono qui tarpate, la silhouette di volo è simile a quella del falco cuculo Nella foto in alto, gheppio; falco cuculo in basso. (Foto Luigi Andena)

Nei rapaci, in genere, la femmina è più grande del maschio. Nel maneggiarli bisogna ricordare che come arma di difesa si valgono soprattutto degli artigli. L'alimentazione è carnea e, in particolare su lunghi periodi, è meglio fornire loro cibo con peli e piume, per completezza degli apporti nutritivi. Pur essendo particolarmente protetti dalla legge, sono oggetto di feroci persecuzioni, per esempio l'astore della foto è finito in una gabbia trappola. (Foto G. Barcheri)

I rapaci notturni hanno testa più grossa, con organi della vista e dell'udito molto sviluppati, per facilitare la caccia nell'oscurità. Gli occhi sono scuri in allocchi e barbagianni, gialli nelle civette (v. foto nelle pagine successive) e nei gufi, che hanno anche dei ciuffi di penne sul capo a mo' di cornetti (non sono gli orecchi) I giovani lasciano il nido prima di saper volare e si possono trovare a terra a volte anche nei parchi cittadini, nella maggior parte dei casi non bisogna raccoglierli perché al calare della sera si metteranno in contatto con i genitori con richiami caratteristici. Dopo aver mangiato correttamente, devono vomitare delle pallottole di parti indigeribili delle vittime, come ossa e peli.

Nella foto in basso, un giovane di gufo comune, ancora ricoperto da un piumino lanuginoso.. (Foto Luigi Andena) Gufo comune adulto

Barbagianni, con la classica maschera facciale Civetta adulta

RONDONI Questi sono tra i protagonisti della vita selvatica nelle nostre città e di conseguenza nei nostri centri recupero. Nidificano in gran numero sui tetti (la gente li chiama rondini) e all'inizio dell'estate molti piccoli cadono dal nido e devono essere allevati e poi liberati in poche settimane (migrano per l'africa già in luglio).

Per liberarli bisogna recarsi in un luogo aperto e lanciarli dolcemente verso l'alto, non riescono infatti a spiccare il volo dal basso da soli perché hanno le ali lunghissime e le zampe molto corte. Anche gli adulti se finiscono a terra per stanchezza o maltempo sono incapaci di riprendere il volo da soli, e bisogna comportarsi nello stesso modo.

Sono anche incapaci di posarsi su rami e fili perché hanno le dita delle zampe tutte in avanti, non opponibili, si aggrappano solo a superfici verticali. Nella foto, un rondone maggiore (Tutte le foto di rondone fanno parte dell'archivio LAC)

1 giorno 23 giorni Sequenza di crescita di un rondone, liberato il 36 giorno (foto a destra) 11 giorni