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Transcript:

di Mariassunta Stefano, Valentina Domenichetti, Maria Lucia Piana, Marco Bobba, Roberto Piro MIELE DI CORIANDOLO L'Italia è il paese dei mieli uniflorali e la lista delle possibili origini botaniche non cessa di allungarsi; la diffusione della coltura del coriandolo da seme offre una nuova opportunità ai produttori di miele attenti alla differenziazione e valorizzazione del loro miele. A tutela del consumatore, assieme al nuovo prodotto nasce in contemporanea anche la maniera di definirlo e controllarlo. Tra i sistemi di differenziazione del miele, l indicazione botanica è senz altro quella più utilizzata in Italia. Si stima, infatti, che circa il 60% del miele italiano sia commercializzato con denominazioni uniflorali. Questo sistema di differenziazione e valorizzazione è quello percepito con maggiore immediatezza dal consumatore. Gli apicoltori, di conseguenza, sono molto stimolati a cercare di selezionare prodotti uniflorali tanto che, negli ultimi anni, sono comparsi sul mercato diversi nuovi mieli uniflorali, quali la marruca, il ciliegio e, complici i mutamenti ambientali che hanno favorito il diffondersi di specie invasive, l ailanto e l amorfa. La spinta al prodotto speciale (diverso, nuovo, unico) è molto forte e, visto che il controllo ufficiale è, perlomeno su questi aspetti, piuttosto carente, non mancano gli esempi di denominazioni molto accattivanti, ma poco rispondenti al criterio di unifloralità (per esempio le etichette miele di mirto, miele di bergamotto o miele di rosa canina, che raramente, se non mai, corrispondono al dichiarato). Questa premessa è doverosa per sottolineare l importanza di un adeguato sistema di identificazione e controllo delle denominazioni botaniche, per sostenere i produttori nel loro percorso di promozione e tutelare i consumatori che si rivolgono all acquisto di un miele uniflorale, a maggior ragione se raro e costoso. Campo di coriandolo e nel particoalre ape su coriandolo. L Apis N. 5 GIUGNO/LUGLIO 2013 31

Polline di coriandolo. Miele di coriandolo. Sedimento di miele di coriandolo con pollini di Apiaceae (Coriandrum sativum L.) e materiale insolubile finemente cristallino (400 x). Anche il miele di coriandolo è un prodotto nuovo nel panorama delle produzioni italiane, conseguente alla diffusione della coltivazione di questa specie (Coriandrum sativum L.) per il seme destinato all esportazione. Il coriandolo è una pianta aromatica e officinale, annuale, della famiglia delle Apiaceae (o Umbelliferae), originaria delle regioni mediterranee del sudovest. Possono essere utilizzate sia le foglie fresche che il seme, dal quale è possibile estrarre anche un olio essenziale. In Italia è scarsamente utilizzato e l odore della pianta fresca è in genere poco gradito, essendo alquanto simile a quello della cimice. Il suo uso come pianta aromatica fresca è invece comune in molte altre parti del mondo, dall Oriente all America Latina. Il seme essiccato ha invece un odore completamente diverso, leggermente agrumato e viene usato come spezia, anche in Italia, in salumeria, nei dolci e in liquoreria, oltre che in profumeria. La pianta assomiglia molto a quella del prezzemolo, con foglie più o meno divise; i fiori sono piccoli, con cinque petali di colore bianco o rosa e riuniti in infiorescenze ombrelliformi che maturano in maniera scalare. I semi sono tondeggianti, di colore marrone chiaro e mantengono la loro capacità di germinazione per almeno due anni. La semina si fa a marzo e la fioritura si verifica ad inizio estate, nei mesi di giugno e luglio; la raccolta del seme avviene ad agosto e le rese sono dell ordine di 1.000 1.200 kg/ha. Dal punto di vista apistico, la specie è conosciuta come buona produttrice di nettare rientrando nella V classe di potenziale mellifero, con una produzione potenziale compresa tra 200 e 500 kg di miele per ettaro. La specie è bottinata anche per il polline e le pallottole di questa specie hanno una colorazione rosa antico intenso. Sono noti mieli uniflorali di tale specie nei Paesi in cui la coltivazione è maggiormente diffusa (Europa orientale e India). In Italia la coltivazione è passata da poche centinaia di ettari all inizio degli anni 2000 a una superficie totale di circa 4/5.000 ettari nel 2010/2012 (dati ASSOSEMEN- TI) e le regioni di maggiore diffusione sono le Marche e l Emilia- Romagna. Nella tabella 1 si riporta la diffusione della coltivazione per regione, estrapolandola dai dati forniti della ditta sementiera Anseme, leader per questa produzione in Italia. Il 60% della coltivazione di coriandolo in Italia si concentra nella regione Marche, con una maggiore superficie dedicata a questa coltura nelle provincie di Pesaro Urbino, Ancona e Macerata. In concomitanza con la diffusione della coltivazione del coriandolo, sono stati osservati campioni di miele che, in base alle caratteristiche delle zone di pro- 32 L Apis N. 5 GIUGNO/LUGLIO 2013

duzione e del prodotto, potevano essere ricondotti a questa aromatica. Infatti, oltre alle osservazioni di campo e alle maggiori rese di miele, i prodotti ottenuti contestualmente alla fioritura di questa specie presentavano caratteristiche organolettiche de cisamente marcate e nuove rispetto a quanto abitualmente ottenuto in queste zone. Per questo il Centro Agrochimico dell ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche) ha ritenuto opportuno avviare una ricerca volta a elaborare una scheda descrittiva contenente le principali caratteristiche chimico-fisiche, organolettiche e melissopalinologiche del miele di coriandolo. Tutto ciò al fine di dare ai produttori una valida opportunità di valorizzazione dei mieli dopo aver definito con precisione gli elementi utili per il loro controllo. L utilizzo corretto della denominazione botanica in etichetta (es.: miele di coriandolo) è importante sia per tutelare i produttori che ne fanno uso sia, e soprattutto, i consumatori. La ricerca di cui si riferisce in queste pagine è stata svolta dall ASSAM nell ambito delle attività del Reg. CE 1234/07 e ha coinvolto anche altri soggetti pubblici (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia- Romagna) e privati (Piana Ricerca e Consulenza). Sono stati raccolti 49 campioni prodotti nel 2010 e 2011, principalmente dalla regione Marche (35 campioni) e in misura minore da Emilia-Romagna, Umbria, Toscana e Abruzzo. Su questi campioni sono state eseguite le analisi compositive utili a descrivere le caratteristiche del prodotto: ph, acidità libera, lattoni, acidità totale, conducibilità elettrica, indice diastatico, colore, analisi melissopalinologica, spettro glucidico (su 30 campioni). Sono inoltre stati analizzati per il contenuto in acqua e quello in idrossimetilfurfurale (HMF), per la verifica della qualità. I campioni sono anche stati analizzati dal punto di Tabella 1 - Ripartizione per regione della coltivazione di coriandolo (rielaborazione da dati Anseme anni 2009 2012) Regione % superficie sul totale Marche 60,8 Emilia-Romagna 18,2 Puglia 9,9 Abruzzo 4,3 Umbria 3,2 Molise 1,3 Lazio 1,1 Toscana 0,8 Campania 0,5 Veneto 0,1 Lombardia 0,0 Totale 100,0 Provincia % superficie sul totale Pesaro Urbino 20,3 Ancona 18,0 Macerata 14,3 Fermo 7,1 Ascoli Piceno 1,1 vista sensoriale. Per questo è stato utilizzato un panel di 10 assaggiatori addestrati e specializzati, iscritti all Albo Nazionale degli Esperti in Analisi Sensoriale del Miele. Una prima seduta del panel è stata dedicata alla selezione dei descrittori olfattogustativi specifici per il miele di coriandolo. Sei campioni selezionati sulla base dell analisi pollinica sono stati quindi descritti con analisi sensoriale descrittiva, al fine di evidenziare le caratteristiche del prodotto e completare l addestramento del panel. Gli altri campioni sono stati quindi valutati con un metodo per classificazione secondo una scala a tre livelli (non rispondente, abbastanza rispondente, pienamente rispondente). Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi, non sono state osservate particolari problematiche in quanto più del 90% dei campioni rientra nei criteri di qualità generalmente utilizzati (<18,0% di contenuto d acqua e <10 mg/kg di HMF). Per le caratteristiche organolettiche il miele di coriandolo è risultato molto ben caratterizzato e questo è sicuramente un vantaggio per la valorizzazione del prodotto. Infatti, se il consumatore Il panel al lavoro durante una fase di selezione dei descrittori olfatto-gustativi. L Apis N. 5 GIUGNO/LUGLIO 2013 33

Sostanze di riferimento utilizzate nell addestramento del panel. sceglie di comprare un miele con una specifica denominazione uniflorale, sarà tanto più convinto di aver fatto un buon acquisto quanto più il prodotto sarà diverso dal solito. A maggior ragione un miele derivante da una specie aromatica, come in questo caso. Se colore e aspetto del prodotto sono abbastanza normali (colore medio e cristallizzazione medioveloce), odore e aroma sono Tabella 2 - Descrizione organolettica del miele uniflorale di coriandolo. Aspetto Sensazioni olfattive Flavour (sensazioni di bocca) Caratteristiche fisiche Parametro Min Max Frequenza polline Apiaceae (%) Quantità assoluta di granuli pollinici (GP/10 g) Conducibilità elettrica (ms/cm) Colore (mm Pfund) Acidità totale (meq/kg) Caratteristiche sensoriali Intensità del colore: media o medio-scura (vedi mm Pfund) Tono: tinta miele normale Intensità odore/aroma: media Descrizione dell'odore/aroma: di tipo aromatico e caldo (anche vegetale al naso); richiama spesso i prodotti alimentari o i cosmetici alla noce di cocco Intensità dolce: media Intensità acido: debole Intensità amaro: non percepibile Persistenza: media Altre sensazioni di bocca: non percepite Miele a cristallizzazione medio/veloce Tabella 3 - Criteri di verifica del miele uniflorale di coriandolo. 40-100.000 0,30 0,60 30 65-30,0 Vedi tabella 2 piuttosto insoliti, caratterizzati da una ricca nota aromatica, che ai più ricorda dolcetti o cosmetici a base di noce di cocco. La maggior parte degli assaggiatori non ha trovato similitudini con le note caratteristiche della pianta fresca, mentre più di una volta è stato utilizzato il descrittore agrumato, come per l aroma del seme. Una qualche lontana attinenza con l odore della pianta fresca può essere ritrovata nella parola vegetale che è stata utilizzata molto spesso per descrivere l odore, mentre molto più raramente si è ritrovato questo descrittore nelle sensazioni di bocca. La tabella 2 riporta le caratteristiche organolettiche medie in maniera schematica. Accertati i dati analitici, si è proceduto alla loro rielaborazione con un analisi statistica (PCA) che ha permesso di mettere in evidenza i campioni che presentavano anomalie analitiche rispetto al comportamento medio. In base a questa analisi sono stati scartati 7 campioni; altri 5 campioni sono inoltre stati scartati in quanto all analisi sensoriale erano stati classificati come non rispondenti. Dei 49 campioni iniziali solo 37 (circa 75%) hanno superato questa selezione. Le loro caratteristiche non si discostano dai valori medi osservati sui mieli di nettare europei, con valori un po più alti di indice diastatico e più bassi di acidità. La somma fruttosio + glucosio è abbastanza alta e il loro rapporto rimane sempre nell ambito dei mieli a cristallizzazione relativamente rapida. A livello microscopico occorre sottolineare che il polline di coriandolo non è identificabile con precisione a livello di specie e quindi viene conteggiato assieme ai pollini delle specie affini eventualmente presenti. La percentuale di tale polline è in linea con quanto atteso per una specie normalmente rappresentata, con percentuale media dell ordine del 60%. Una caratteristica di tutti i campioni analizzati è la presenza di materiale insolubile finemente cristallino, di natura non identificata, ma che può rappresentare un elemento che può aiutare l identificazione di tale tipo di 34 L Apis N. 5 GIUGNO/LUGLIO 2013

miele. I pollini di accompagnamento riflettono le zone di origine e l epoca di raccolta. Altri autori hanno descritto recentemente mieli uniflorali di coriandolo provenienti dall Europa orientale e i loro dati sono sostanzialmente sovrapponibili con quelli emersi dalla presente ricerca, mentre si possono differenziare dal punto di vista melissopalinologico, attraverso le forme polliniche secondarie. Come obiettivo della ricerca ci si era ripromessi di definire uno schema di identificazione del miele uniflorale di coriandolo, da utilizzare in ambito commerciale e di controllo. L osservazione della distribuzione dei risultati suggerisce di usare, come criteri caratterizzanti, i parametri relativi all analisi organolettica e microscopica e, per quello che riguarda i dati chimico-fisici, i valori di conducibilità elettrica, colore e acidità totale. La tabella 3 riporta lo schema di controllo emerso da questa ricerca. Usando questi criteri, alcuni altri campioni della campionatura iniziale non sarebbero considerati uniflorali in quanto troppo distanti dai valori medi Valutazione sensoriale di campioni di miele di coriandolo. per uno o più parametri. Di tutti i campioni raccolti, 31 rientrerebbero in tale schema (63%). Possiamo quindi concludere che la campionatura raccolta è apparsa abbastanza omogenea e con caratteristiche organolettiche piuttosto marcate, tali da permettere anche al produttore di identificare correttamente il prodotto; infatti più del 60% dei campioni raccolti potrebbe rientrare nella definizione uniflorale in base alla nostra proposta di schema di controllo. Queste stesse caratteristiche consentono anche al consumatore di apprezzarlo e identificarlo con una certa facilità, costituendo così le basi per una sua promozione e valorizzazione. CENTRO AGROCHIMICO REGIONALE Laboratorio di analisi Via Roncaglia, 20 60035 Jesi (AN) Tel 071 808400 Fax: 071 808421 Email: laborjesi@assam.marche.it Internet: www.assam.marche.it Il Centro Agrochimico Regionale A.S.S.A.M. di Jesi (AN) svolge, a sostegno dei comparti agricolo, agroalimentare, zootecnico ed agroambientale, analisi chimico-fisiche, microbiologiche, sensoriali e ricerca di contaminanti (agrofarmaci, micotossine, metalli pesanti, ecc.). In particolare su miele e prodotti dell alveare effettua controlli analitici ai fini della commercializzazione del prodotto, analisi polliniche su miele, pappa reale e polline, analisi sensoriale e ricerca di contaminanti. Accreditato ACCREDIA per prove chimico-fisiche, microbiologiche e microscopiche su latte, miele ed altri alimenti ad uso umano e zootecnico, il laboratorio lavora nel pieno rispetto della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025; risulta inoltre iscritto all elenco regionale dei laboratori che effettuano analisi ai fini dell autocontrollo per le imprese alimentari. L Apis N. 5 GIUGNO/LUGLIO 2013 35