Cristianesimo e filosofia 1. PRIME NOTE 1.1 una enorme novità 1.2 la ricerca ha un nuovo senso Non mi soffermo qui sulla nascita, lo sviluppo e la progressiva imposizione del Cristianesimo, né su suoi rapporti con la più antica tradizione ebraica. La religione cristiana al di là del nostro essere credenti o non credenti questo non riguarda minimamente i nostri studi costituì una novità radicale e potentissima. Potete immaginare l imporsi del cristianesimo nell Occidente come l apparire, prima timido e periferico, poi sempre più netto e vigoroso, di una nuova forza, in precedenza sconosciuta, ma capace di influenzare e modificare profondamente tutti gli aspetti della vita dell uomo. Se questo è vero, non deve stupire il fatto che anche sulla filosofia il prevalere del cristianesimo nel mondo occidentale esercitò un influenza enorme, determinandone un nuovo corso. La religione cristiana è intesa, lo sapete bene, come frutto di una RIVELAZIONE da parte di Dio e non di una ricerca razionale da parte dell uomo. La religione cristiana parrebbe, in questo modo, eliminare per principio la necessità della ricerca e, anzi, sembra consistere proprio nell atteggiamento opposto: l accettazione acritica di una Verità che, appunto, in quanto di origine divina, escluderebbe l idea stessa di ricerca. Ecco che, in questo senso, tra filosofia e cristianesimo parrebbe non poter esistere nulla in comune. Tuttavia, non appena l uomo si chiede quale sia il significato di tale Verità rivelata, come sia giusto intenderla, come incarnarla nella propria vita concreta, ecco che l esigenza della ricerca, e dunque della speculazione filosofica, rinasce. Nasce in questo modo quella che potremmo chiamare, in termini assai generali, filosofia cristiana: essa si assume il compito di condurre l uomo alla comprensione della Verità rivelata da Cristo, in modo da poterne realizzare in pieno il senso. Gli strumenti indispensabili per questo compito, la filosofia cristiana li assunse proprio dal pensiero greco: esso, in particolare alcune parti di esso, venne recuperato e anche modificato in modo tale da rispondere a una nuova funzione. Ricordate che, di fatto, con la sua predicazione Cristo non propose una dottrina dotata di capisaldi teorici ben strutturati. Egli non era un intellettuale e non elaborò alcuna teoria: la sua figura non può e non deve essere intesa, quindi, come quella di un filosofo in senso stretto. Ciò che possiamo definire dottrina cristiana è stato realizzato successivamente alla sua morte, a partire da cosiddetti Padri della Chiesa. 1
Il compito di intendere e di realizzare il messaggio di Cristo fu fatto proprio alle comunità cristiane sviluppatesi nei secoli successivi alla vita di Gesù. La filosofia cristiana non poteva, beninteso, avere il compito di scoprire nuove verità, né di approfondire l originale Verità portata da Cristo, ma solo di fornirne la miglior via di comprensione (teorica) e di attuazione (pratica). In altre parole: la filosofia cristiana si trova assegnati, in anticipo, dei limiti entro i quali muoversi. Anche solo da queste scarne note risulta evidente, credo, il profondo scarto compiuto rispetto alla tradizione filosofica precedente. 2. CENNI SU FILONE DI ALESSANDRIA Affrontiamo Filone di Alessandria (15-10 a.c. prima metà I secolo d.c.) solo per brevissimi cenni. Pensatore ebreo, fu un po un precursore di quella che sarà chiamata Patristica : egli fu infatti il primo a tentare una mediazione fra la filosofia greca e la Bibbia, dando vita a quella che egli stesso chiamò filosofia mosaica. 2.1 garantire la trascendenza La filosofia mosaica si avvale, come strumento, dell allegoria: Filone cioè non si ferma al senso letterale dei Sacri testi, ma ritiene di poter rinvenire in essi profondi concetti filosofici (espressi, appunto, per via allegorica, cioè tramite immagini che rimandano a un senso più profondo). L allegoria è proprio la figura retorica per cui un concetto viene espresso non in modo diretto, quindi letterale, ma attraverso un immagine. Come nella metafora, vi è la sostituzione di un oggetto ad un altro ma, a differenza di quella, non si basa su un piano sensibile-emotivo, bensì richiede un interpretazione razionale di ciò che sottintende. Facciamo solo un esempio del modo di operare di Filone. Sappiamo che, in accordo con la Bibbia, Dio creò il mondo tramite la parola (logos). Filone fa della parola di Dio, il Logos creatore, una ipostasi, chiamandola Dio secondo, Immagine di Dio. Ma a che scopo vedere la parola divina come entità ( ipostasi, appunto) a se stante? Normalmente non riteniamo che la parola di qualcuno, chiunque esso sia, possa godere di una qualche forma di indipendenza rispetto al suo autore, rispetto cioè a chi la proferisce. Con questa operazione, Filone mostra una preoccupazione che sarà sempre caratteristica del cristianesimo, quella di garantire la trascendenza divina. DEFINIZIONE Il termine trascendenza (trans + scandere = oltre + salire), antitetico al concetto di immanenza (in + manere = dentro + restare), indica in filosofia e in teologia il carattere di una realtà concepita come ulteriore, situata al di là, oltre questo mondo, in una visione che potremmo definire dualistica. Torneremo a parlare di entrambi questi fondamentali concetti. 2
3. LA PATRISTICA 3.1 la necessità della difesa I primi cristiani dovettero da una parte difendersi dagli attacchi polemici e dalle persecuzioni e, dall altra, garantire la propria unità contro errori e false interpretazioni nati all interno del cristianesimo stesso (le cosiddette gnosi ). Accedendo al terreno della filosofia, il cristianesimo cercò per lo più di affermare la propria continuità con il pensiero greco, ponendosi anzi come la più compiuta e ultima manifestazione di esso. Questa continuità veniva giustificata con l idea dell unità della ragione, cioè l unità del Logos, che Dio ha creato identico negli uomini di ogni tempo. In questo senso, per i primi scrittori cristiani, l unità di ragione e fede spesso non solo non è un problema, ma viene riguardata come un dato di fatto, un presupposto che guida la loro ricerca. Nella loro opera di conciliazione fra filosofia e religione, i Padri della Chiesa (chiamati Padri, da cui Patristica, perché danno origine e fondamento alla dottrina cristiana) si ispirarono spesso alle grandi scuole filosofiche pagane, attingendo in modo particolare dagli Stoici. La Patristica è, di fatto, il periodo storico in cui si svolge la prima e più intensa elaborazione dottrinale del cristianesimo. I cosiddetti PADRI APOLOGISTI danno avvio, nel II secolo dc, all attività filosofica cristiana. Sono così chiamati perché scrivono in difesa apologia, appunto del Cristianesimo: ciò è necessario perché, in questo primo periodo, i cristiani sono osteggiati tanto dagli ebrei quanto dai pagani. Spesso, come sapete bene, vengono fatti oggetto di persecuzioni violente. I padri apologisti sono piuttosto numerosi: noi ci soffermiamo qui su un solo esempio, significativo perché in controcorrente rispetto agli altri. 3.2 cenni su Tertulliano Tertulliano evitò di insistere sulla continuità fra Cristianesimo e filosofia greca, presentando quindi la fede in Cristo come vera filosofia, ma tese a rivendicare l originalità e la discontinuità del Cristianesimo rispetto a quanto lo aveva preceduto. Nato intorno al 160 d.c. a Cartagine da genitori pagani, ebbe un ottima educazione ed esercitò a Roma la professione di avvocato. Qui si convertì e divenne sacerdote, anche se più avanti fondò una sua sètta, detta dei tertullianisti. La sua opera letteraria fu vastissima: noi ci limitiamo a brevi cenni su specifiche dottrine. Tertulliano, senza mezzi termini, condanna la filosofia, cioè il pensiero razionale: essa è fonte di errori ed eresie, mentre la verità si trova solo nella rivelazione e nella tradizione ecclesiastica. La ricerca ha senso solo fino a che si sia trovata la dottrina di Cristo: la fede in essa pone naturalmente termine a ogni ulteriore ricerca. Continuare a cercare, una volta raggiunta la fede, significa precipitare nell eresia. 3
Il Figlio di Dio fu crocefisso: non è vergognoso perché potrebbe esserlo. Il Figlio di Dio è morto: è credibile perché è inconcepibile. Sepolto resuscitò: è certo perché è impossibile. Queste affermazioni dall apparenza contraddittoria esprimono molto bene lo spirito inquieto, anche se estremamente forte e deciso, di Tertulliano. Ma cosa testimonia in favore della fede, oltre ogni ragionevolezza? Solo la tradizione della Chiesa? Tertulliano ritiene che un altra valida testimonianza sia fornita direttamente dall anima: questa non è, come sarà per Agostino, interiorità, ma è la voce del senso comune. Le credenze semplici dell uomo della strada sono assai significative, convinzioni volgari perché comuni, comuni perché naturali, naturali perché divine. 4. SVILUPPI DELLA PATRISTICA L elaborazione dottrinale del cristianesimo, come abbiamo visto, ebbe inizio anche sulla scorta di motivazioni pratiche, segnatamente la difesa (apologia) dei cristiani nei confronti di pagani ed ebrei, oltre che per motivazioni teoriche. Con il trascorrere del tempo e il progressivo affermarsi della nuova religione in ampi strati della società, i motivi di tipo polemico/apologetico cominciano ad avere minore importanza a favore di una precisa necessità: costruire la dottrina ecclesiastica come un organismo unico e coerente, fondato su una solida base logica. La continuità che alcuni apologisti avevano stabilito fra la filosofia e il cristianesimo si approfondisce: sempre più il cristianesimo presenta se stesso come la filosofia autentica e definitiva, che assorbe e porta a compimento il sapere antico, certamente valido, ma parziale. Il periodo che va dal 200 d.c. al 450 d.c. circa è quello decisivo per la costruzione della dottrina cristiana. Le speranze escatologiche relative ad un imminente ritorno del Cristo progressivamente vengono meno: la Chiesa sente quindi la necessità di organizzarsi stabilmente, fondando la sua unità e solidità nella storia. Il primo impulso a tale ricerca venne dalla scuola catechetica di Alessandria la quale, a partire dallo scolarca Panteno (180 dc), assunse i tratti di una accademia cristiana nella quale l intera sapienza greca veniva utilizzata e interpretata in chiave religiosa. I maggiori esponenti di questa scuola furono Clemente Alessandrino e Origene. 4
BREVE BIBLIOGRAFIA (ordine sparso) - Nicola Abbagnano / Giovanni Fornero, Filosofi e filosofie nella storia (vol.1), Paravia, Torino 1986 - Nicola Abbagnano / Giovanni Fornero, Con-Filosofare (vol.1b), Paravia, Torino 2016 - Nicola Abbagnano, La filosofia medievale, TEA, Milano 1995 - Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri / Massimo Parodi, Storia della filosofia medievale, Laterza, Bari 1996 - Sergio Moravia, Filosofia (vol.1), Le Monnier, Milano 1989 5