4 CONGRESSO NAZIONALE S.I.S. 118 PIANI DI INTERVENTO NELL EMERGENZA NELLE AREE INDUSTRIALI

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4 CONGRESSO NAZIONALE S.I.S. 118 PIANI DI INTERVENTO NELL EMERGENZA NELLE AREE INDUSTRIALI Dr. C. LALLI C.O. 118 PESCARA

STRUTTURA DELLA PRESENTAZIONE DEFINIZIONE TIPI DI EVENTO CENNI LEGISLATIVI PROCEDURE

DEFINIZIONE L AREA INDUSTRIALE PUO ESSERE IDENTIFICATA DALLA PRESENZA DI IMPIANTI E/O STABILIMENTI A DIVERSA TIPOLOGIA LAVORATIVA CHE SI INTEGRANO SIA CON LA POPOLAZIONE LOCALE CHE CON LA REALTA IDROGEOLOGICA DEL TERRITORIO.

PECULIARITA DEL RISCHIO INDUSTRIALE E LA SUA DIPENDENZA DA UN INSEDIAMENTO PRODUTTIVO ( SORGENTE ANTROPOGENICA)

IMPLICAZIONI POSITIVE Sorgente di rischio individuabile Magnitudo teoricamente quantificabile Magnitudo stimata (calcoli complessi) NEGATIVE Disomogeneità degli impianti (differente vulnerabilità) Non esiste un tempo di allerta Alta velocità di svolgimento

INCIDENTE RILEVANTE Si intende il rilascio da un impianto di materia e/o energia in quantità o forma tali da provocare effetti avversi su persone, cose, ambiente.

INCIDENTE RILEVANTE Incendio TIPOLOGIA DI EVENTO Esplosione Rilascio di sostanze tossiche e/o pericolose per l ambiente

INCIDENTE RILEVANTE EFFETTO DOMINO INTERAZIONE TRA SITI PRODUTTIVI LIMITROFI INTERAZIONE TRA EVENTI INCIDENTALI DIFFERENTI (INDUSTRIALE IDROGEOLOGICO)

IDENTIFICAZIONE DELLE SORGENTI DI RISCHIO Stoccaggio 18% Torta 3D 1; 15% Torta 3D 1; 18% Torta 3D 1; 9% Carico e scarico 9% Altro 15% Torta 3D 1; 16% Processo 16% Torta 3D 1; 42% Trasporto 42% Trasporto Processo Carico e scarico Stoccaggio Altro Dati OCSE relativi a 150 incidenti rilevanti negli ultimi 13 anni

NORMATIVA DI LEGGE D.LGS 334/99 Attuazione della direttiva 96/82/CE (Seveso o II) D.LGS 238/05 Attuazione della direttiva 2003/105/CE (Seveso III) relative al controllo del pericolo di incidente rilevante connesso con l uso, la produzione o lo stoccaggio di sostanze pericolose

UN AZIENDA SI DEFINISCE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE SE RICADE NELLE CONDIZIONI PREVISTE DALL ART. 8 DEL D.LGS 334/99 E ALL. 1

RISCHIO RILEVANTE : LA FIGURA DEL GESTORE OBBLIGHI DEL GESTORE: Trasmissione delle notizie identificative dello stabilimento a: ministero dell ambiente, regione, provincia, prefetto, vigili del fuoco, comune. Stesura di un R.D.S. (Rapporto Di Sicurezza) Predisposizione del P.E.I.(Piano Emergenza Interno) Coinvolgimento nella valutazione del P.E.E. (Piano Emergenza Esterno)

PIANO DI EMERGENZA INTERNO Reperibilità ed assegnazione incarichi (pronto soccorso, pronto intervento, D.P.I., procedure di evacuazione ) Misure antiintrusione Informazione e addestramento del personale

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA Il Prefetto redige il Piano di Emergenza Esterno d intesa con la regione e gli enti locali interessati sulla scorta delle informazioni fornite dal gestore dello stabilimento Industriale attraverso il Rapporto Di Sicurezza. Tale piano viene comunicato dal prefetto alla regione, alla provincia ed al sindaco

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA Parte generale:informazione sul sito e sullo stabilimento Scenari incidentali:modelli organizzativi di intervento Informazione alla popolazione

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA PARTE GENERALE Descrizione del sito Aggiornamenti e formazione del personale Esercitazioni (per posti di comando, congiunte, su scala reale)

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA SCENARI INCIDENTALI Tipologia degli eventi Delimitazione delle zone a rischio a) di sicuro impatto b) di danno c) di attenzione Valutazione delle conseguenze

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE Scheda informativa Campagna informativa preventiva Messaggio preventivo ed in emergenza

EMERGENZA NELLE AREE INDUSTRIALI La risposta del sistema di emergenza è articolata in due fasi operative successive, corrispondenti al raggiungimento di due livelli di allerta differenziati:

EMERGENZA NELLE AREE INDUSTRIALI PREALLARME di norma gestito dalle squadre di emergenza interne allo stabilimento. Se ciò non è sufficiente a contenere l'incidente, viene diramato l'allarme

EMERGENZA NELLE AREE INDUSTRIALI ALLARME A seguito di incidente industriale con coinvolgimento esterno, il gestore informa immediatamente i Vigili del Fuoco, l'ufficio Territoriale del Governo, il Servizio Protezione Civile del Comune e la Centrale Operativa 118. Viene convocato il C.C.S. su indicazione del prefetto

C.O. 118 RISPOSTA IMMEDIATA Invia mezzi di soccorso di primo intervento dando disposizione di intervenire solo dopo autorizzazione dei VVF mantenendosi a distanza e sopravento Allerta il proprio responsabile, Direttore dei Soccorsi Sanitari DSS o suo delegato Allerta le altre Centrali Operative 118 Predispone l attivazione del piano straordinario per incidente rilevante Allerta le Direzioni sanitarie per l attivazione del piano intraospedaliero

Inoltre, se necessario Predispone l invio del PMA di I e/o II livello Predispone l invio sul posto dei mezzi, con a bordo personale sanitario addestrato e fornito di idonei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI); Predispone l invio della tenda di decontaminazione Allerta le squadre sanitarie specializzate nelle procedure di decontaminazione

SOCCORSI SANITARI Le operazioni di soccorso sanitario vengono dirette dal Direttore Sanitario dei Soccorsi secondo le necessità evidenziatesi nell ambito del Centro Coordinamento Soccorsi.

Censimento Italia Stabilimenti soggetti agli obblighi degli artt.. 6/7 8 del DLgs 334/99 (anno 2003) ATTIVITA' Deposito di oli minerali Stabilimento chimico o petrolchimico Deposito di gas liquefatti Produzione e/o deposito di esplosivi Produzione e/o deposito di gas tecnici Deposito di tossici Deposito di fitofarmaci Galvanotecnica Distillazione Raffinazione di petrolio Acciaierie e impianti metallurgici Centrale termoelettrica Impianti di trattamento Altro STABILIMENTI n % 298 26,70% 283 25,4 247 22.02 51 4,6 42 3,8 38 3,4 28 2,5 21 1,9 20 1,8 17 1,5 15 1,4 14 1,3 6 0,5 34 3