L ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO SULL ACROPOLI DI BROGLIO DI TREBISACCE

Documenti analoghi
n 1 ZONE ARCHEOLOGICHE TORRE CASTELLO - AZETIUM

Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Romanina Centralità Metropolitana Municipio X Indagini archeologiche

L analisi stratigrafica delle murature in elevato

INFRASTRUTTURE FERROVIARIE STRATEGICHE DEFINITE DALLA LEGGE OBIETTIVO N. 443/01

I N D I C E 1 PREMESSA SINTESI ILLUSTRATIVA DEL PROGETTO SAGGI ARCHEOLOGICI METODOLOGIA DESCRIZIONE ANALITICA...

INDICE. Documentazione fotografica TAVOLE

Monterotondo Marittimo (GR). La Rocca degli Alberti

PROGETTO DI RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA E SONDAGGI ESPLORATIVI SUL TERRITORIO PERSICETANO. Classe 3^G Anno Scolastico 2009/2010

Restauro del castello di Piombino 3 dicembre 2008

COMUNE DI LUNANO PROVINCIA DI PESARO E URBINO REGIONE MARCHE

LOCALITÀ TALIENTO F. 13 p PROPRIETÀ CENTOLA RELAZIONE ARCHEOLOGICA

REGIONE SICILIANA. Assessorato dei Beni Culturali e dell 'Identità Siciliana. Dipartimento dei Beni Culturali e dell'identità Siciliana.


Gravellona Toce Prima campagna di scavo del castrum Gravallone

Gabriella Mantovani restauro opere d arte

R07 FILE DESCRIZIONE REDATTO CONTROLLATO

BORNO (BS) VALZEL DE UNDINE

$ #% &'( & ) # * ++ ' )# ' ( & -./0

SABBIONARA DI GARDA. ABITATO DELL ANTICA ETA DEL BRONZO (SCAVI 1972)

La frontiera di Lucania

LABORATORIO DI RESTAURO

INDICE 1. LOCALIZZAZIONE DEL PROGRAMMA 2. IL PROGRAMMA URBANISTICO

Piazza Marconi, gli scavi continuano [1]

COMUNE DI REGGIO EMILIA RELAZIONE ARCHEOLOGICA

NOTIZIARIO. San Vincenzo - Stromboli. Campagna 2012

!!" # $ %$" && "#' & # (" " * # )!" +,-.

Indagini archeologiche nella chiesa arcipretale di Bondeno (FE)

MUNICIPIO ROMA II UNITA' ORGANIZZATIVA TECNICA

Capitolato d Oneri Prescrizioni per la redazione elaborati

fig. 1. Panoramica della zona prossima all idrovora della Vittoria.

La stratigrafia archeologica

Supervisione archeologica allo scavo con mezzo meccanico di trincee con finalità diagnostica presso Lonato, località Lido, SUAP nuovo albergo.

SCHEDA N p.ed. 251 Colonia Cavelonte - C.C. PANCHIA

Con riferimento alla Ordinanza n. 86 del 6 dicembre Tabella 1.1 Definizione delle soglie di danno: edifici in muratura

STUDIO DELLA SUBSIDENZA ANTROPICA GENERATA DALL ESTRAZIONE DI ACQUA DI FALDA LUNGO LA FASCIA COSTIERA EMILIANO-ROMAGNOLA

SCHEDA N p.ed C.C. PANCHIA

Fondamenti di Archeologia Archeologia e contesti archeologici

COMUNE DI FABBRICHE DI VERGEMOLI Prov. di Lucca

COMUNE DI LA LOGGIA. Regione Piemonte Provincia di Torino REVISIONE DEL P.R.G.C. PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA

POLO N. 5 BONDENO, SETTEPOLESINI

Relazione di sopralluogo per la verifica speditiva delle condizioni geo-idrologiche dei siti di interesse

oal PARCO ARCHEOLOGICO AL CASTELLIERE

Santuario preistorico di Monte d Accoddi

IL TEATRO ROMANO DELLA CITTÀ DI URBINO

Accordo di verifica preliminare di interesse archeologico attività di sorveglianza archeologica VP1 4 VP1 4

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Stefan Planker / Herwig Prinoth RELAZIONE SULLA SCOPERTA ARCHEOLOGICA DEL CASTELLO STETTENECK IN VAL GARDENA

COMUNE DI SELARGIUS Provincia di Cagliari

DALLO SCAVO AL MUSEO 2009: PRIMA DELLA CITTA

COMUNE DI BUCCINO Provincia di Salerno

C o l l i n e d e l F i o r a

APPENDICE 1 PRIMO ESEMPIO DI SCHEDA PER LA RACCOLTA E LA VISUALIZZAZIONE DEI DATI

POLITECNICO DI TORINO II FACOLTA' DI ARCHITETTURA Corso di Laurea Magistrale in Architettura (ambiente e paesaggio) Tesi meritevoli di pubblicazione

Archeologia Report n.4

COMUNE DI VILLANOVAFRANCA

Prot. n Del 16/12/2015

Scheda n. 16 S. Ippolito, via Chiantigiana

Piazza Marconi [1] Per quanto riguarda le buche, chiamate da noi per distinguerle, "rosse", sono state svuotate le U.S.

Dottoressa FRANCESCA GUANDALINI

Figura 1: Pianta del piano terra e sezione dell edificio.

PROGETTO DEFINITIVO PER APPALTO INTEGRATO Metroferrovia di Palermo Tratta Notarbartolo-Giachery-Politeama

Studio e interpretazione delle foto aeree, dei catasti storici e della toponomastica, preliminari all indagine archeologica

CIMITERO DI CA DE FABBRI

2 settembre 2015, 14:30 17:00

Acquarossa: tramonto.

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA NOTIZIARIO Centro Studi di Preistoria e Archeologia

Comune di Piacenza- via S. Vincenzo - Ex scuola S. Vincenzo Saggi stratigrafici

Configurazione della bocca di porto di Lido con le opere di difesa. In giallo, i cantieri in corso, in arancione, quelli ultimati.

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI PARMA E PIACENZA --- COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE (PC)

INDICE 2 1. PREMESSA E OBIETTIVI DELLA RICERCA 3 2. METODOLOGIE OPERATIVE 4 3. RISULTATI DELLE PROVE 5 4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 9

Il complesso archeologico termale e il mosaico del drago di Kaulonia

Indice RELAZIONE GENERALE ILLUSTRATIVA INDAGINI GEOGNOSTICHE MODELLO GEOTECNICO VALORI CARATTERISTICI... 5

SCHEDA N. 193 Baito Val Bona - C.C. PANCHIA

DIRETTRICE ORTE-CIVITAVECCHIA Tratto Monte Romano Est - Cinelli

DIGA DI BADANA. INTERVENTI DI MANUTENZIONE BOSIO (AL) PROCEDIMENTO DI VERIFICA PREVENTIVA DELL INTERESSE ARCHEOLOGICO. SAGGI

Revisioni vincolo e delocalizzazioni

Studio finalizzato ad una microzonazione sismica del Comune di Brescia

SUB - AMBITO 8. I pianori agricoli di Castell Azzara e Sorano

. cellule abitative: n. sei, superficie totale al lordo 106 mq, superfici al netto delle singole cellule rispettivamente 16, 13, 10, 8, 6, 17 mq;

COMUNE di MONDOLFO PIANO PARTICOLAREGGIATO DEI FABBRICATI RICADENTI IN ZONA AGRICOLA SCHEDA DI RILIEVO UBICAZIONE INQUADRAMENTO URBANISTICO

Proposta su: CONTENUTI MINIMI DELLA RELAZIONE GEOLOGICA, DELLA MODELLAZIONE GEOTECNICA E DELLA RELAZIONE SULLA MODELLAZIONE SISMICA

U43 - Castelliere di Slivia

Direzione Regionale Liguria

COMUNE DI MATELICA. Provincia di Macerata

Parco e Museo archeologico Genna Maria OFFERTA LABORATORI DIDATTICI A.S

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Regolamento Urbanistico di Capoliveri SCHEDA DI FATTIBILITA N 15 TAV. 3bCAPOLIVERI-3cCALAMITA

Direzione Regionale Marche

Valutazione del rischio archeologico Località Stocchetta, Brescia 2012

APPLICAZIONE DELLE BUONE PRASSI: PROGETTI DI FATTIBILITÀ

BANDO BIDDAS LEGGE REGIONALE 13 OTTOBRE 1998, n. 29 Tutela e valorizzazione dei centri storici della Sardegna RETE DEI COMUNI NORD EST SARDEGNA

San Giuseppe. Complesso di

Complesso immobiliare Ex Ospedale Sant Antonino Comune di Fiesole (Firenze)

CENSIMENTO BENI ARCHITETTONICI EXTRAURBANI

Ministero dei Beni e le Attività Culturali e del Turismo

SCHEDA N. 212 p.f. 1344/1 Baito del Livio - C.C. PANCHIA

Sezione 4. Ambito n 1 LUNIGIANA Province: Massa. BENI PAESAGGISTICI SOGGETTI A TUTELA AI SENSI DELL' ART.136 DEL D.Lgs.

SCHEDA N p.ed C.C. PANCHIA

Transcript:

GRANDI CONTESTI E PROBLEMI DELLA PROTOSTORIA ITALIANA 6/2 Prima di Sibari a cura di R. Peroni e A. Vanzetti Claudio Moffa L ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO SULL ACROPOLI DI BROGLIO DI TREBISACCE Dallo studio delle strutture e dei manufatti in impasto di fango all analisi della distribuzione dei reperti con contributi di Sara Tiziana Levi e Alessandra Celant with a summary in English All Insegna del Giglio

Copertina: pianta e ricostruzione della casa centrale. Diagramma triangolare dell articolazione in gruppi composizionali dei contesti stratigrafici di Broglio. Foto e sezione sottile di un frammento di intonaco di capanna. ISBN 88-7814-285-9 2002 Edizioni all Insegna del Giglio www.edigiglio.it Stampato a Firenze presso nell ottobre 2002

a Eugenio, Maria, Elisabetta e Giuseppina, la mia famiglia

INDICE INTRODUZIONE 11 L ABITATO DI BROGLIO DI TREBISACCE 13 I. ANALISI DELLE STRUTTURE E DELLE INSTALLAZIONI IN MALTA DI FANGO E DEI MANUFATTI IN TERRACOTTA CONCOTTO, INTONACO E TERRACOTTA 19 1. L INTONACO DI CAPANNA. Classificazione ed ipotesi interpretative 21 1.1. Edilizia protostorica in malta di fango e intonaco di capanna 21 1.2. Classificazione dei frammenti d intonaco 22 1.2.1. Classificazione delle malte degli intonaci di Broglio 23 1.2.1.1. Inclusi vegetali 24 1.2.1.2. Altri inclusi di natura organica 26 1.2.1.3. Inclusi minerali 26 1.2.1.4. Matrice 26 1.2.1.5. Struttura 28 1.2.1.6. Porosità 28 1.2.1.7. Colore 28 1.2.1.8. Coesione 29 1.2.1.9. Osservazioni sulle malte degli intonaci 31 1.3. Trattamento delle superfici degli intonaci 31 1.4. Analisi delle impronte dell infrastruttura in legno 34 1.5. Tipi di intonaco a Broglio 37 1.6. Analisi della distribuzione dei frammenti di intonaco nei diversi contesti e ipotesi ricostruttive delle strutture 39 1.7. Conclusioni 44 2. LE PIASTRE DA FOCOLARE IN MALTA DI FANGO. Classificazione ed ipotesi interpretative 47 2.1. Le piastre da focolare da focolare di Broglio 47 2.1.1. Classificazione delle malte 49 2.1.1.1. Matrice 49 2.1.1.2. Struttura e porosità 50 2.1.1.3. Inclusi 50 2.1.1.4. Colore 51 2.1.1.5. Coesione 52 2.1.1.6. Osservazioni sulle malte delle piastre 53 2.1.2. Trattamento delle superfici delle piastre da focolare 53 2.1.3. Tecniche di realizzazione 54 2.2. Tipi di piastre da focolare a Broglio 55 2.3. Distribuzione dei frammenti di piastre da focolare a Broglio 56 2.4. Conclusioni 57

3. FORNELLI E FORNI 59 3.1. Fornelli e forni a una o due camere 59 3.1.1. Cenni sulla storia degli studi dei fornelli e dei forni 60 3.2. Fornelli e forni di Broglio 61 3.2.1. Catalogo 61 3.2.1.1. Fornelli 61 3.2.1.2. Forni 63 3.2.2. Ipotesi ricostruttive dei fornelli di Broglio 64 3.2.3. Impasti e tecniche di realizzazione 68 3.2.3.1. Impasti 68 3.2.3.2. Tecniche di realizzazione 72 3.3. Inquadramento tipologico dei fornelli e dei forni di Broglio nel quadro dell Italia meridionale 73 3.3.1. Fornelli 73 3.3.2. Forni a camere sovrapposte 76 3.3.3. Osservazioni sulla tipologia 77 3.4. Considerazioni sulla funzione dei fornelli e dei forni 80 3.5. Osservazioni conclusive 81 APPENDICE 1 ANALISI PETROGRAFICHE DI INTONACI DI CAPANNA E PIASTRE DA FOCOLARE DI BROGIO DI TREBISACCE, di Sara Tiziana Levi 83 Descrizioni petrografiche Substrati geologici e paleosuoli 83 Substrati gialli 84 Suoli bruno-rossastri 84 Livelli antropici 84 Intonaci 84 Piastre 87 Considerazioni 87 APPENDICE 2 RISULTATI DELLE INDAGINI PALEOBOTANICHE ESEGUITE SU IMPRONTE E RESTI VEGETALI INCOMBUSTI RELATIVI A FRAMMENTI DI INTONACO DI CAPANNA E DI FORNELLI DELL ABITATO PROTOSTORICO DI BROGLIO DI TREBISACCE (CS), di Alessandra Celant 91 II. STUDIO DELL ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO DELL ABITATO 4. DISTRIBUZIONE DEI REPERTI 95 4.1. Introduzione 95 4.2. Analisi dell organizzazione dello spazio di un abitato protostorico 96 4.2.1. Unità spaziali e di distribuzione 97 4.2.2. Variabili coinvolte nella distribuzione 98 4.2.3. Problemi incontrati 99 5. PROCEDURE ANALITICHE 101 5.1. Analisi della composizione degli strati per classi di reperti 101

5.2. Analisi qualitativa della distribuzione degli utensili e della ceramica 107 5.2.1. Gli utensili e gli altri manufatti non vascolari 107 5.2.2. La ceramica vascolare 110 5.2.2.1. Analisi della frequenza delle forme vascolari ceramiche 110 5.2.2.2. Indicazioni sociologiche sulla base dell analisi della distribuzione della ceramica 117 6. CONCLUSIONI 119 6.1. Analisi comparata per aree delle caratteristiche del deposito e correlazione con la distribuzione delle strutture 119 6.1.1. Bronzo medio 119 6.1.2. Bronzo recente 122 6.1.3. Bronzo finale-i Ferro 124 6.1.4. Categorie di aree funzionali individuate 128 6.2. L organizzazione topografica dell abitato 129 6.2.1. Bronzo medio 130 6.2.2. Bronzo recente 136 6.2.3. Bronzo finale 137 6.2.4. I Età del Ferro 138 OSSERVAZIONI GENERALI CONCLUSIVE TAVOLE FUORI TESTO A COLORI 145 APPENDICE 3 CATALOGO DEI FRAMMENTI DI INTONACO E DI PIASTRE DA FOCOLARE 153 Catalogo dei frammenti di intonaco 153 Catalogo dei frammenti di piastre da focolare 175 SUMMARY 181 BIBLIOGRAFIA 199

INTRODUZIONE Il nucleo essenziale d interesse dello studio degli abitati risiede nel fatto che questi costituiscono la fonte archeologica più significativa per i tentativi di ricostruzione del modo di vivere delle comunità del passato. In un abitato sono rappresentate, in termini di tracce archeologiche e di loro distribuzione nello spazio, le attività produttive e le forme di organizzazione sociale, e a volte persino politica, di tali comunità; e ciò ci consente, nei casi ottimali, di tentare di ricostruire un gruppo umano nella sua entità, nel suo strutturarsi in gruppi organizzati più o meno ampi, e nelle sue strategie economiche. Con tale genere di finalità in questo lavoro si è cercato di utilizzare la maggior quantità di dati disponibili per evidenziare, mediante l analisi della distribuzione spaziale dei reperti, interpretati come residui delle azioni, e quindi testimonianza delle varie attività svolte sul posto, le diverse aree funzionali relative ai lembi di tessuto abitativo riportati in luce sul pianoro di Broglio di Trebisacce nel corso delle 12 campagne di scavi archeologici che si sono succedute negli anni compresi tra il 1979 ed il 1985, e tra il 1990 ed il 1994. La ricerca è stata impostata secondo due diverse strategie. Da una parte (Parte I, capitoli 1-3) si è proceduto all analisi di evidenze che erano state precedentemente trascurate, quali i frammenti di intonaco di capanna ed i resti di installazioni o di oggetti in terracotta, come le piastre da focolare in malta di fango ed i forni e fornelli. L accurato studio archeometrico dei frammenti di concotto, nel quale sono stati presi in esame i diversi parametri fisici delle componenti degli impasti, associato alla determinazione delle impronte di vegetali presenti su diversi frammenti, ha portato a puntualizzare alcuni aspetti riguardo a queste categorie di manufatti. Queste valutazioni hanno condotto ad una migliore caratterizzazione delle strutture, rinvenute spesso in cattivo stato di conservazione, approfondita soprattutto allo scopo di definire aspetti delle tecniche architettoniche. Lo studio ha inoltre reso possibile la distinzione tra frammenti di intonaco e frammenti riferibili con certezza a piastre da focolare e fornelli, così che è stato possibile ricostruire le forme di diversi esemplari di fornelli, e quantificare in maniera accurata ed inserire nelle analisi distributive anche questi. Dall altra (Parte II, capitoli 4-6) si è proceduto al riesame dei risultati delle ricerche pubblicate per quanto riguarda la distribuzione della ceramica, degli altri manufatti non vascolari, e dei resti di faune. Tale riesame ha consentito di distinguere l uno dall altro gruppi di contesti archeologici caratterizzati da diverse combinazioni di reperti, le quali, come si è detto, si può ipotizzare rispecchino differenti modi di utilizzazione delle rispettive aree; ipotesi che, in alcuni fortunati casi, sono risultate avvalorate da una attenta rilettura dei resti costruttivi messi in luce. 11

LE STRUTTURE E LE AREE DELL INSEDIAMENTO PROTOSTORICO DI BROGLIO DI TREBISACCE 12

L ABITATO DI BROGLIO DI TREBISACCE L insediamento di Broglio si trova su di un aggregato di pianori affacciato sulla piana di Sibari, che si apre sul golfo omonimo del mare Ionio, in Calabria. Le indagini archeologiche condotte sinora hanno testimoniato un occupazione che, ad eccezione di scarsi rinvenimenti di superficie di età neolitica, va dalle fasi iniziali del Bronzo medio alla prima età del ferro, mentre l abbandono del sito risulta contemporaneo alla fondazione della colonia greca di Sibari. L abitato si sviluppa su una formazione a terrazzi con versanti scoscesi, modellata da due corsi d acqua (Fig. 1), la fiumara Saraceno ed il torrente (canale) Marzuca, con una estensione complessiva valutata da S. D Angelo e F. Vallino in circa 11 ettari (Enotri, p. 797). Il nucleo principale si raccorda ai rilievi retrostanti mediante una stretta sella, e si articola in due ampi pianori, dei quali il più alto (metri 181 s.l.m.), lungo 300 metri e stretto 50, è orientato est-ovest. Proprio in corrispondenza della confluenza dei due corsi d acqua, dove la formazione di Broglio scende bruscamente verso il mare, si è individuato un altro nucleo dell insediamento, con ogni probabilità non distinto dal precedente, localizzato su un piccolo colle con versanti scoscesi denominato Castello. Il sito è stato scoperto nel 1978, e le indagini di scavo, ancora in corso, si sono concentrate soprattutto sopra e lungo le pendici del pianoro più elevato (denominato acropoli ), dove è presente la stratigrafia continua più completa, ma anche sulla sommità e alle pendici del Castello, dove sono stati rinvenuti depositi che vanno dal Bronzo medio al finale, ed una sepoltura del Bronzo medio, quest ultima venuta in luce casualmente nel corso di lavori pubblici. Sull acropoli, nel 1979, mentre i settori A e C si rivelarono sterili di deposito archeologico, venne iniziato con una stretta trincea, estesa a tutta la sua potenza stratigrafica, lo scavo del settore B (RIC. 1), che è stato man mano ampliato fino ad arrivare ad un estensione di circa 100 mq. Il settore B è rilevante soprattutto per la completezza della serie stratigrafica. Dal 1980 (RIC. 2, RIC. 3, N.RIC.) venne intrapreso lo scavo del settore D ampliatosi man mano nel corso degli anni, anche per l apertura nel 1983 di nuovi settori limitrofi (D Sud, D Est, D Ovest e D Nord), nel quale furono rinvenuti importanti resti, soprattutto di edifici del Bronzo recente e finale. Sempre nel 1983 venne aperto il settore E, dislocato nella zona ovest dell acropoli, che ha restituito i depositi più antichi dell abitato (Enotri), ma la cui sequenza è limitata al Bronzo medio. Dopo una pausa di 4 anni, nel 1990 sono riprese le indagini con l apertura di nuovi settori di scavo (BROGLIO 1990-94): il grande settore 2 ricongiunge le aree dei vecchi settori B e D, ed è stato ampliato nel corso degli anni fino a raggiungere la ragguardevole estensione di circa 850 mq; all interno di esso sono stati rinvenuti i resti di diverse strutture del Bronzo finale e del I Ferro, spesso isolati tra loro da estensioni di terreno sterile (il settore è tuttora in corso di scavo). Il settore 3 è una lunga e profonda trincea, aperta, con alcuni ampliamenti, sulle pendici meridionali dell acropoli, dove sono state portate alla luce le poderose strutture difensive del Bronzo finale e del I Ferro, costituite da un muro a struttura portante mista, in legno e pietrame, addossato al pendio, preceduto da un ampio fossato. I settori 5 e 6, due lunghe e strette trincee che tagliano il pianoro sommitale in senso Nord-Sud, sono risultati sterili 1 İnoltre, nella porzione occidentale dell acropoli, non lontano dal settore E, sono stati aperti nel 1998 e 1999 i settori 7 e 10 (ancora in corso di scavo) e 9, che si trovano in prossimità della più agevole via di accesso al pianoro, che consiste in una stretta sella; essi hanno restituito, il 10, un fossato della media età del bronzo, il 7 diverse strutture databili soprattutto al Bronzo finale, una delle quali spicca per ampiezza e complessità strutturale. Il settore 8 è stato aperto sulla citata piccola altura del Castello, posta a sud-est dell acropoli, e ha restituito una piastra di focolare e una serie di buchi di palo, che sembra vadano riferiti a una struttura entro terrazzamento artificiale del Bronzo medio. Nei due cicli di ricerche che si sono succeduti a Broglio, sono state utilizzate differenti metodologie nelle indagini archeologiche: nel primo ciclo l asporto degli strati nel settore B (e in parte nel D) è avvenuto per unità molto estese e di grande spessore, corrispondenti grosso modo ad intere fasi, e che comprendono, in alcuni casi, più livelli di attività. La metodologia si fa più accurata a partire dal 1983, soprattutto nei settori D Est e D Ovest, con la definizione di più strati per ogni fase; inoltre la raccolta dei reperti nel corso dello scavo viene effettuata ora per maglie regolari di quadrati di 2 metri di lato. Con il nuovo ciclo di ricerche, a partire dal 1990, la metodologia utilizzata si è fatta decisamente più accurata, sia nella definizione delle unità stratigrafiche, che nella dimensione delle unità di raccolta 1 In seguito a ciò si è rinunciato a mettere in atto lo scavo del settore 4, una trincea già tracciata analoga a queste. 13