Dott. Bernardino Spaliviero Coordinatore Comitato Medico Nazionale AVIS



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Dott. Bernardino Spaliviero Coordinatore Comitato Medico Nazionale AVIS

La complessità del Sistema Trasfusionale Italiano dalla Relazione presentata dal dott. Giuliano Grazzini, Direttore del Centro Nazionale Sangue, 14 giugno 2012 - Giornata Mondiale del Donatore di Sangue

Il percorso dalla vena del Donatore/Donatrice a quella dell Ammalato Il sangue, gli emocomponenti e i medicinali plasmaderivati ottenuti dal Dono dei Donatori-Donatrici devono giungere agli Ammalati per le indispensabili terapie. Il percorso «da vena a vena» è complesso e sottoposto a norme divenute negli anni sempre più precise e stringenti. Protagonista e responsabile della fasi della raccolta, qualificazione e validazione biologica, conservazione, distribuzione e assegnazione delle unità di sangue e dei suoi prodotti, nei diversi ruoli e competenze, è il personale delle Strutture Trasfusionali.

Il Sistema trasfusionale italiano assolve a più funzioni gestendo la filiera del sangue dalla vena del Donatore a quella dell Ammalato: Raccolta del dono dei Donatori Produzione degli emocomponenti labili Conferimento all Industria farmaceutica del plasma per produrre i medicinali plasmaderivati, che poi ritornano negli ospedali Medicina trasfusionale sugli Ammalati

Qualità Sicurezza : gli obiettivi storici e consolidati Standardizzazione dei prodotti: richiesta dall Unione europea per garantire la libera circolazione delle persone (e degli ammalati) in tutto il territorio dell Unione (Turismo sanitario) Sostenibilità economica: sempre sottesa, ora emersa con forza nei tempi della crisi economica più grave dalla fine della II Guerra Mondiale

Il processo trasfusionale (vein-to-vein), in materia di qualità e sicurezza, è regolamentato dalle norme vigenti nazionali, anche di matrice europea, che costituiscono riferimento primario cogente Le attività trasfusionali devono rispondere ad uno specifico sistema regolatorio prescrittivo fondato sui requisiti stabiliti dalle norme vigenti

LEGGE 21 ottobre 2005, n.219 Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati. Capo I. DISPOSIZIONI DI CARATTERE GENERALE Art. 1. (Finalità ed ambito di applicazione della legge) 1. Con la presente legge lo Stato detta principi fondamentali in materia di attività trasfusionali allo scopo di conseguire le seguenti finalità: a. Il raggiungimento dell'autosufficienza regionale e nazionale di sangue, emocomponenti e farmaci emoderivati;

LEGGE 21 ottobre 2005, n.219 Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati. Capo III. DISPOSIZIONI RIGUARDANTI LE ASSOCIAZIONI E FEDERAZIONI DI DONATORI DI SANGUE Art. 7. (Associazioni e federazioni di donatori) 1. Lo Stato riconosce la funzione civica e sociale ed i valori umani e solidaristici che si esprimono nella donazione volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue e dei suoi componenti. 2. Le associazioni di donatori volontari di sangue e le relative federazioni concorrono ai fini istituzionali del Servizio sanitario nazionale attraverso la promozione e lo sviluppo della donazione organizzata di sangue e la tutela dei donatori.

Attenzione: sono tre le tutele compito di AVIS Avis non è il sindacato dei Donatori, ma la loro Associazione di Volontariato. Avis tutela i Donatori, affinché il loro dono avvenga in sicurezza e nel rispetto della dignità del Donatore. Avis tutela gli Ammalati, affinché possano ricevere tutte le terapie trasfusionali necessarie, nella massima sicurezza possibile e della migliore qualità. Avis tutela il Dono, affinché non venga dissipato e non diventi merce comprata e venduta per interesse economico.

LEGGE 21 ottobre 2005, n.219 Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati. Capo III. DISPOSIZIONI RIGUARDANTI LE ASSOCIAZIONI E FEDERAZIONI DI DONATORI DI SANGUE Art. 7. (Associazioni e federazioni di donatori) 4. Le associazioni di donatori di cui al presente articolo, convenzionate ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera b), possono organizzare e gestire singolarmente, o in forma aggregata, unità di raccolta previa autorizzazione della regione competente e in conformità alle esigenze indicate dalla programmazione sanitaria regionale. 5. La chiamata alla donazione è attuata dalle associazioni di donatori volontari di sangue e dalle relative federazioni, convenzionate ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera b), secondo una programmazione definita di intesa con la struttura trasfusionale territorialmente competente.

DECRETO LEGISLATIVO 20 dicembre 2007, n.261 (pubblicato GURI 23/01/2008 n.19) Art.4. Autorizzazione e accreditamento dei servizi trasfusionali 2. Ai fini del rilascio dell autorizzazione e dell accreditamento, gli enti a cui afferiscono i servizi trasfusionali, nonché le associazioni dei donatori volontari di sangue che gestiscono le unità di raccolta adeguano le rispettive strutture ai requisiti previsti dal presente decreto e dall articolo 20, comma 1, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, e forniscono alla regione o provincia autonoma interessata le informazioni da essa richieste in attuazione della normativa vigente ed in particolare quelle di cui all allegato I. 3. La regione o la provincia autonoma, previo accertamento della conformità del servizio trasfusionale e della unità di raccolta ai requisiti previsti, ai sensi della normativa vigente, ne autorizza l esercizio delle attività consentite, prescrivendone le condizioni. 4. Ogni modifica sostanziale delle attività di un servizio trasfusionale o di una unità di raccolta è subordinata a preventiva autorizzazione da parte della regione o della provincia autonoma. 5. La regione o la provincia autonoma può sospendere o revocare l autorizzazione e l accreditamento del servizio trasfusionale e della unità di raccolta qualora l ispezione o le misure di controllo attuate dimostrino che tali strutture non soddisfano i requisiti previsti dalla normativa vigente.

DECRETO LEGISLATIVO 20 dicembre 2007, n.261 (pubblicato GURI 23/01/2008 n.19) Art.6. Persona responsabile 5. L Associazione dei donatori volontari di sangue designa la persona responsabile dell Unità di raccolta e ne comunica il nominativo alla regione. La persona responsabile dell unità di raccolta deve possedere il diploma di laurea in medicina e chirurgia ed esperienza pratica «post-laurea» di almeno due anni nelle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti o nei servizi trasfusionali. 6. La persona responsabile., garantisce che le attività di raccolta del sangue e di emocomponenti siano effettuate in conformità alle procedure tecniche stabilite dal servizio trasfusionale di riferimento in base alle norme vigenti e che l unità di raccolta, fissa o mobile, sia in possesso delle autorizzazioni, secondo le modalità previste dalla regione o provincia autonoma.

DECRETO LEGISLATIVO 20 dicembre 2007, n.261 (pubblicato GURI 23/01/2008 n.19) Art. 7. Personale 1. Il personale che interviene nella raccolta, nel controllo, nella lavorazione, nella conservazione, nella distribuzione e nella assegnazione del sangue umano e degli emocomponenti possiede le qualificazioni previste dalla normativa vigente per svolgere tali funzioni e riceve, in tempo opportuno, adeguata formazione professionale, periodicamente aggiornata.

DECRETO LEGISLATIVO 20 dicembre 2007, n.261 (pubblicato GURI 23/01/2008 n.19) Art. 8. Sistema di qualità 1. Le regioni e le province autonome adottano le misure necessarie perché i servizi trasfusionali e le unità di raccolta istituiscano e mantengano un sistema di qualità basato sui principi di buona prassi e secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

DECRETO LEGISLATIVO 20 dicembre 2007, n.261 (pubblicato GURI 23/01/2008 n.19) Art. 11. Tracciabilità 1. Per ciascuna unità di sangue o di emocomponenti raccolta, controllata, lavorata, conservata, rilasciata, distribuita e assegnata è assicurata la tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente e viceversa. A tale fine i servizi trasfusionali istituiscono, conformemente alle direttive emanate dalle regioni in materia e alle disposizioni vigenti e all'articolo 25, comma 1, lettera a), un sistema di identificazione di ogni singola donazione di sangue e di ciascuna unità di sangue o di emocomponenti in modo da garantire la sicura tracciabilità del donatore, della trasfusione e del ricevente. Il sistema deve identificare senza possibilità di errore ciascuna donazione singola e tipo di emocomponente. Tale sistema è utilizzato anche presso le unità di raccolta. 2. Per ciascuna unità di sangue o di emocomponenti importata da Paesi terzi, i servizi trasfusionali garantiscono un pari livello di tracciabilità del percorso. 3. Ogni unità di sangue o di emocomponenti raccolta, controllata, lavorata, conservata, rilasciata, distribuita, assegnata, deve essere conforme al sistema di identificazione di cui al comma 1 ed etichettata secondo quanto indicato all'allegato II. 4. I dati necessari ai fini della completa tracciabilità sono conservati per almeno trenta anni.

DECRETO LEGISLATIVO 20 dicembre 2007, n.261 (pubblicato GURI 23/01/2008 n.19) Art. 15. Idoneità del donatore 1. Il servizio trasfusionale e l'unità di raccolta assicurano l'attuazione di procedure di valutazione per tutti i donatori di sangue e di emocomponenti e il rispetto dei criteri per le donazioni richiesti dalla normativa vigente, coerenti con il disposto di cui all'articolo 25, comma 1, lettera d), salva comunque l'osservanza, da parte delle unità di raccolta, delle procedure tecniche stabilite dal servizio trasfusionale di riferimento per le attività di raccolta del sangue e di emocomponenti. 2. I risultati della valutazione e del controllo del donatore sono documentati e al predetto viene comunicato qualsiasi risultato anomalo.

DECRETO LEGISLATIVO 20 dicembre 2007, n.261 (pubblicato GURI 23/01/2008 n.19) Art. 24. Sanzioni 1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque preleva, procura, raccoglie, conserva, lavora, distribuisce o assegna sangue o emocomponenti, al di fuori delle strutture di cui all'articolo 2, comma 1, lettere e) ed f) o senza le prescritte autorizzazioni o a scopo di lucro è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 206 ad euro 10.329. Se il colpevole è persona che esercita una professione sanitaria, alla condanna segue l'interdizione dall'esercizio della professione per un uguale periodo. 2. Nei casi indicati dal comma 1 l'azienda unità sanitaria locale competente per territorio dispone la chiusura della struttura non autorizzata. 3. La persona responsabile di una delle strutture di cui all'articolo 2, comma 1, lettere e) ed f), o il suo legittimo delegato, che non svolge una o più delle funzioni di competenza di cui all'articolo 6, commi 1 e 6, è punito con la sanzione amministrativa da euro 10.000 ad euro 50.000. 4. La persona che interviene nella raccolta, nel controllo, nella lavorazione, nella distribuzione e nella assegnazione del sangue umano e degli emocomponenti, senza possedere le qualificazioni previste dalla normativa vigente per svolgere tali attività, è punita con l'arresto da due a sei mesi o con l'ammenda da euro 5.000 ad euro 15.000. 5. Chiunque impedisca oppure ostacoli, in qualsiasi modo, lo svolgimento delle funzioni di cui all'articolo 6, commi 1 e 6, o il compimento da parte del personale incaricato delle attività di cui all'articolo 5, comma 3, è punito con la sanzione amministrativa da euro 5.000 ad euro 30.000. 6. Sono abrogati i commi 1 e 2 dell'articolo 22 della legge 21 ottobre 2005, n. 219.