La tua creatività chiede leggerezza



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La tua creatività chiede leggerezza

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sommario MAGGIO 2015 FOCUS 20 RETAIL 55 10 14 20 24 27 30 34 36 38 40 BUZZ Attualità FOCUS Inchiesta Design / Dal segno grafico al contenuto Tendenze / Lo scambio continuo di virtuosismi tra manualità e tecnologia avanzata PEOPLE Men (and women ) at work! WORLD International news COMMUNICATION News Digital in the round / Xiaomi e il marketing della partecipazione Dati & PMI / L ecosistema informativo Festival della Crescita #3 / Re-Inventare il futuro Buzzy Seeds / Bellezze in città COMMUNICATION 30 43 44 46 48 50 MEDIA FOR GOOD News Close Up: COOPI / La cooperazione che vuole rispondere al cambiamento Close Up: Kelloggs e Banco Alimentare 6 milioni di colazioni ai bambini e alle persone bisognose ACADEMY News Osservatorio Unicom / Uffici acquisti vs comunicatori: è iniziato il confronto Academy 50 52 55 RETAIL News Panorama Trade / Aggregazione, sviluppo e informazione: il futuro del retail passa da qui AdV strategie di comunicazione advertiser.it 5

sommario MAGGIO 2015 APP 60 58 SOCIAL Social TV / Second Screen Audience 60 APP @Work / Working by app: nuovi strumenti per il lavoro 62 64 BUSINESS TECH News Data Marketing / Obiettivo engagement MARKETING 66 SPECIALE 81 66 68 74 MARKETING PMI & Digital / È morto Google Webmaster Tools. Viva Search Console Landscape / Big Data, Big Challenge Cultura Impresa / Benchmark delle partnership culturali 78 MEDIA Open Source Agency / Il digital come generatore di conoscenza Marketing 74 82 90 96 98 101 103 SPECIALE Nettcom ecommerce Forum Scenario / Tutto oro quel che luccica Award / Lovethesign vince e conquista il pass per Barcellona Bitmama / Il giusto mix di logic e magic Edenred / Oltre alla vendita, la relazione eprice / La consegna? Quando vuoi, dove vuoi Tempur Sealy / La sfida: un approccio omnichannel 104 107 FILO DIRETTO Clear Channel / Bike Sharing e Below the line Kiwi / Contaminazione social 111 My ADV Ci trovi su: AdV strategie di comunicazione advertiser.it 7

256 L Annual / 2012

ADV The data wave Zetta? Yotta! Prefissi abituali per le orecchie di matematici e informatici, ma che solo da poco risuonano anche in quelli degli uomini del marketing. Più specificatamente del digital marketing, accompagnando da un lato i Big Data e dall'altro i Data Scientist, "la professione più sexy del 21 Secolo" secondo la Harvard Business Revew. Big Data e Data Scientist ai quali questo numero della rivista dedica la copertina e un corposo articolo di approfondimento. La definizione della HBR, tuttavia, riporta alla mente di chi scrive un libro letto un bel po' di tempo fa, dedicato ai "V Bomber" (Valiant, Victor, e Vulcan) gli aerei a largo raggio della Raf che a partire dagli anni '60 garantirono al Regno Unito la capacità di rappresaglia nucleare nei confronti dell'allora URSS. La peculiarità del volume era quella di dare spazio sì agli aspetti ingegneristici di quelli che furono forse i velivoli più avanzati della loro epoca, ma di riservarne altrettanto - se non di più - agli uomini degli equipaggi che li pilotarono. E qui è scattata l'analogia con i Data Scientist di oggi. Quegli aerei, soprattutto l'avro Vulcan e l'handley Page Victor, erano i primi bombardieri "tutto elettronici" mai comparsi, al punto che venne creata dal nulla una nuova qualifica e "inventato" un inedito ruolo: quello dell'aeo, l'air Electronic Officer. In quegli anni a cavallo tra i decenni '50 e '60, l'elettronica era la nuova frontiera, rappresentava il "domani", come lo fu più tardi per l'informatica. E se i piloti dei V Bomber vennero selezionati tra i migliori e più esperti, con migliaia di ore di volo sulle spalle, gli AEO nacquero da zero, scelti tra i tantissimi giovani che sgomitavano alle porte dell'accademia aeronautica britannica per guadagnarsi un passaporto verso il mondo "del futuro". Qualche anno dopo i V Bomber diventarono, sia nella percezione pubblica, sia nella considerazione della RAF, velivoli "come tutti gli altri", e gli AEO persero il fascino da "esploratori dell'impossibile" di cui avevano goduto inizialmente. Ma gli aerei elettronici continuarono in silenzio il loro sviluppo, e oggi non vi è aeromobile che voli che senza che elettronica e computer svolgano la quasi totalità del lavoro del pilota. Un percorso analogo attende i dati nel marketing. Svanita l'hype inziale, il loro ruolo crescerà e crescerà ancora fino a diventare così "scontato" da non essere più percepito, neppure quando il suo peso diverrà prevalente. L'Era del Big Data è iniziata. E non si torna indietro. La redazione AdV strategie di comunicazione advertiser.it 9

communication L'ecosistema informativo Gli utenti in genere - e gli operatori economici in particolare - hanno bisogno di dati che siano di di grande qualità: strutturati, certificati, tempestivamente aggiornati, e fruibili con strumenti avanzati e sicuri. di Andrea Granelli Paolo Ghezzi è attualmente Direttore k Generale di Infocamere, braccio informatico del Sistema Camerale, responsabile della gestione e della valorizzazione del suo patrimonio informativo, a partire dal Registro Imprese. Gli abbiamo fatto alcune domande: La moda dei Big Data sembra trascurare le esigenze dei piccoli (PMI, artigiani,...) - vero motore dell'economia del nostro Paese: in che modo le PMI possono utilizzare efficacemente i dati come leva competitiva? Sembra un paradosso, ma sono proprio le piccole imprese che possono beneficiare maggiormente del valore dei dati, e delle informazioni in essi racchiuse. Molto spesso a queste imprese servono dati semplici e magari già disponibili, non analisi complesse o strumenti sofisticati; grazie a internet e alle tecnologie dell'informazione, questi dati sono effettivamente accessibili a costi molto contenuti, in tempi e modalità compatibili con le necessità tipiche dell'imprenditore. Perché ciò sia possibile anche in Italia, occorre superare due gap: uno di tipo culturale e uno di tipo comunicativo. Sul fronte culturale, occorre che le PMI acquistino consapevolezza non solo delle nuove fonti informative e del loro valore reale, ma anche dell importanza dei dati operativi già a loro disposizione, e del loro ruolo nei processi decisionali. Sono convinto che la grande maggioranza delle piccole imprese preferirebbe, ad esempio, accettare l overhead derivante dalla valutazione di (nuovi) dati, piuttosto che essere costretta a riorganizzare interamente la propria linea produttiva. Quel che più conta sono semplicità e chiarezza, sia in termini di linguaggio utilizzato sia di strumenti offerti. Come Sistema Camerale, ci siamo resi conto dell importanza di soluzioni apparentemente semplici (per gli standard delle grandi aziende), ma che risultano sconosciute alle PMI italiane. Penso, per esempio, alla ricerca anagrafica offerta dal Registro Imprese: semplice, gratuita, e immediatamente utile per verificare l'esistenza di un impresa e del suo indirizzo PEC. O al servizio di monitoraggio e notifica in tempo reale di variazioni (amministratori, indirizzo della sede legale, compagine societaria, certificazioni, ) su dati che riguardino imprese partner, fornitori, clienti o prospect. Sul fronte comunicativo serve invece un impegno informativo capillare, innanzitutto da parte delle Istituzioni, per dare visibilità alle opportunità legate ai dati che la PA mette già oggi a disposizione, diretta a tutti gli attori potenzialmente interessati (imprenditori, ricercatori, cittadini ). Qual è (e quale può essere) il ruolo di Istituzioni e "corpi intermedi" nell'ecosistema del dato? Le Istituzioni, generalmente, tendono a focalizzarsi o sull accumulo/generazione di dati dotati di valore intrinseco, o sulla capacità di costruire rapporti stabili con cittadini e imprese. Infocamere e il Sistema Camerale hanno potuto sviluppare nel tempo entrambi gli aspetti. Se da un lato, infatti, il RI rappresenta una fonte immensa di informazioni e dati certificati di grande valore, il sistema territoriale delle Camere di Commercio costituisce l interfaccia naturale verso quelle imprese (soprattutto le più piccole), che hanno bisogno di supporto (anche solo formativo) per poter spiccare il volo nel mondo dell informazione digitale. Parlando di dati in ambito pubblico si tocca spesso il tema degli Open Data, presentati come "silver bullet" della trasparenza, ma talvolta all'origine di costi nascosti. Qual è il suo punto di vista? Come spesso accade in Italia, il tema degli Open Data rischia di diventare una moda, un argomento oggetto di convegni e poco più. L importanza del tema impone però un po di chiarezza. Se con Open Data intendiamo trasparenza amministrativa da parte della PA - pubblicazione online di incarichi, acquisti, bandi, spese e curricula 36 AdV strategie di comunicazione advertiser.it

DATI & PMI - non posso che esserne un grande fautore: le Camere di Commercio credono molto in questo processo, e si sono dotate di una piattaforma dedicata che assicura in modo coerente e standardizzato la pubblicazione di tutti i contenuti previsti dalla norma in modo efficace, tempestivo e automatizzato. Se, viceversa, Open Data è inteso come sinonimo di totale deregulation nell accesso a qualsiasi fonte dati, quale mezzo miracoloso per diffondere l informazione e creare valore, sono molto più scettico. La nostra esperienza ci dice che gli utenti in genere - e gli operatori economici in particolare - hanno bisogno di dati di grande qualità: strutturati, certificati, tempestivamente aggiornati, e fruibili con strumenti avanzati e sicuri. Tale qualità - e la storia del RI lo conferma - richiede investimenti nel tempo, e meccanismi che ne assicurino la sostenibilità. Qual è, secondo lei, il ruolo di visualizzazioni e infografiche nell'ecosistema del dato? La visualizzazione del dato è uno strumento che ci accompagnerà sempre più in ogni processo di conoscenza e di apprendimento. La potenza delle rappresentazioni grafiche è tale da renderle già oggi un valore aggiunto in alcuni casi indispensabile per potenziare la comprensione di fenomeni sempre più complessi. Richiedono però propensione e attitudine a una visione sintetica (piuttosto che analitica) molto poco diffusa nel contesto professionale italiano. Le esperienze da noi sviluppate - i nuovi portali di informazione statistica e le applicazioni dedicate all indagine e all analisi di contesti e filiere - ci dicono che questi strumenti, per essere efficaci, devono essere utilizzati in modo parsimonioso, tenendo sempre a mente il reale valore rispetto alla domanda di informazione dell utente. InfoCamere gestisce il Registro Imprese per conto delle Camere di Commercio: qual è il "valore nascosto" in quell'insieme di dati apparentemente ordinari? Il patrimonio informativo che gestiamo, è in effetti enorme: oltre 6 milioni di imprese, 10 milioni di persone con cariche, 1 milione di bilanci numerici di società di capitale, 5 milioni di indirizzi PEC di imprese, 1,5 milioni di indirizzi PEC di Professionisti, citando solo i numeri più rilevanti. Il RI, inizialmente consultato quasi esclusivamente da professionisti, agenzie, e alcuni soggetti specializzati nella gestione delle informazioni commerciali, sta iniziando ad attrarre l interesse delle imprese comuni: i dati in nostro possesso sugli accessi effettuati dagli utenti ci dicono che il RI rappresenta ormai un cardine fondamentale su cui il mercato è abituato a basare gran parte della fiducia e affidabilità, che determinano migliaia di transazioni commerciali e finanziarie ogni giorno. Nonostante ciò, la platea di utenti potenziali che ancora possono trarne vantaggio, soprattutto tra le PMI, rimane vasta. Solo in tal senso parlare di valore nascosto per dati pubblici e di facile accesso, per quanto assurdo, è in larga parte ancora corretto. Sono convinto, perciò, che per portare l Italia a pieno titolo tra i paesi digitalmente avanzati, sia necessario lavorare con determinazione per promuovere la consapevolezza del valore che le informazioni pubbliche possono avere per le imprese: una vera e propria cultura del dato che deve affermarsi tra gli imprenditori (sia attuali che futuri), a partire da scuole e università. Quali sono altre banche dati che sarebbe utile collegare al Registro Imprese per aumentarne la ricchezza? Negli ultimi anni, anche grazie a una legislazione favorevole in tal senso, il RI è diventato sempre più un hub informativo per i dati sulle imprese, con l integrazione di fonti molto importanti: dai dati relativi agli addetti che otteniamo dall'inps, a quelli relativi a marchi e brevetti di fonte UIBM, dalle certificazioni di qualità e ambientali, alle attestazioni SOA per i lavori pubblici, fino alla progressiva integrazione con gli Sportelli Unici. È un percorso lungo e pieno di opportunità che intendiamo arricchire di nuovi contenuti e, soprattutto, di strumenti sempre più al passo con le esigenze delle imprese e dell economia. AdV strategie di comunicazione advertiser.it 37

media for good La Cooperazione che vuole rispondere al cambiamento Si sono conclusi con successo i festeggiamenti per i 50 anni di COOPI, ONG Italiana che da mezzo secolo lotta contro ogni forma di povertà per contribuire allo sviluppo delle comunità delle zone più vulnerabili del mondo. a cura della redazione Il convegno internazionale CHANk GE, ospitato mercoledì 15 aprile a Palazzo delle Stelline a Milano, ha visto la partecipazione di circa duecento persone, tra esponenti del settore scientifico e politico e rappresentanti della società civile italiana e internazionale. Tutti presenti per festeggiare COOPI e interrogarsi sui mutamenti che stanno attraversando la cooperazione allo sviluppo. Il Presidente di COOPI, Claudio Ceravolo (in foto), ha aperto la mattinata ricordando al pubblico la lunga esperienza della ONG, il suo evolversi nel tempo secondo i bisogni, l emergere di una professionalizzazione nella cooperazione ma soprattutto la necessità e l importanza di far partnership in modo diverso. Mutuo riconoscimento e rispetto dell altro come caratteristiche imprescindibili di quelle alleanze Globali che i cambiamenti odierni impongono. È una ONG che sta nel pianeta e che fa della cooperazione un metodo, ha sottolineato Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano. Un metodo che mette al centro la persona e che deve dar vita a un sistema in cui i soggetti profit accanto a quelli non profit e alle amministrazioni pubbliche rispondono ai bisogni delle persone con dignità. Il vice Ministro Lapo Pistelli ha infatti ricordato che l Italia sta implementando la legge 125 per garantire nuove sinergie nella cooperazione. Una nuova geografia mondiale, nuovi conflitti e nuove sfide domandano un Italia e un Europa pronta a reagire. Di fronte a questo disordine globale, il mondo sta definendo Nuovi Obiettivi Comuni. L Europa è in ritardo ma è importante ricordare che il cambiamento, quel CHANGE di cui si è parlato, inizia con un atteggiamento di spirito e di cuore. A proposito di Nuovi Obiettivi, il Direttore della Cooperazione Italiana Gianpaolo Cantini ha chiarito come l Agenda Post 2015 che sarà adottata quest anno avrà ripercussioni non solo a livello internazionale ma anche nazionale, Italia inclusa. Le sfide a cui siamo sottoposti diventano opportunità per costruire uno sviluppo che sia davvero sostenibile. Fabrizio Spada, Direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, ha spiegato il ruolo importante dell Unione Europea in materia di cooperazione allo sviluppo, ruolo spesso ignorato dall opinione pubblica. Se la panoramica di Spada ha chiarito l impegno europeo nell anno dedicato allo sviluppo, Mikaela Gavas si è interrogata su come l UE potrà rispondere alle sfide del domani. L odierna economia mondiale esige la partecipazione di tutti, i cambiamenti climatici impon- 44 AdV strategie di comunicazione advertiser.it

Close up: COOPI gono uno sviluppo sostenibile, nuovi conflitti stravolgono l ordine mondiale e disuguaglianze, povertà e rispetto dei diritti umani necessitano di una lotta comune. Come fare? Una sinergia Paesi- Europa più efficiente e la definizione di nuovi obiettivi di larga veduta che superino gli interessi particolare di ciascun Paese: questi i consigli della ricercatrice dell Overseas Development Institute, il più importante think tank inglese in materia di cooperazione allo sviluppo. A completare la lunga lista di interventi, quello di Gianni Vaggi, Direttore del Master in Cooperazione di Pavia che ha ricordato l importanza del rispetto della country ownership quando parliamo di partnership, la necessità di un dialogo tra vecchi donors, nuovi interlocutori e Paesi in via di sviluppo ma soprattutto il rafforzamento della good governance e la creazione di alleanze globali come obiettivi di sviluppo imprescindibili. La tavola rotonda pomeridiana, animata da Antonella Tagliabue, Amministratrice di Un-Guru, ha visto confrontarsi Marco Grandi, Responsabile dell Ufficio Cooperazione del Comune di Milano, Paolo Dieci, Presidente di Link 2007, Luca De Fraia, Segretario Generale Aggiunto di Action Aid, Robert D Ecole ricercatore a l Institut de Recherche pour le Develop- pement, Njongera Mutarutwa di Solidarietà Muunganu Onlus e Modou Gueye, Presidente dell Associazione Sunugal. A chiudere il pomeriggio l esperienza di Njongera Mutarutwa con Solidarietà Muungano Onlus e la testimonianza di Modou Guye e della Associazione Sunugal che grazie a un partenariato ben costruito con il Comune di Milano funge oggi da rete di collegamento tra gli immigrati in Italia e le famiglie rimaste in Senegal, agendo sia in Africa sia in Italia. Una giornata ricca di spunti e di sguardi al futuro perché se è vero che la geografia impone le sue regole, la Cooperazione può vincere questa sfida. AdV strategie di comunicazione advertiser.it 45

Ricerche Online e offline non sono rivali Nei consumi degli italiani online e offline non sono rivali, anzi negozio fisico ed ecommerce coesistono e sempre più spesso rappresentano fasi complementari del processo di acquisto. È quanto emerge dalla PwC Total Retail Survey 2015 che ha analizzato i comportamenti di consumo online e l attitudine alla multicanalità di 19.000 consumatori in 19 paesi, tra cui oltre 1000 italiani. a cura della redazione Il negozio resta centrale nel processo d acquisto, soprattutto per gli k italiani: il 38% (36% a livello globale) si reca settimanalmente in negozio, contro il 25% che utilizza il PC, il 13% il tablet e il 12% lo smartphone. Pur rimanendo determinante nel processo di acquisto, il negozio fisico conquista un nuovo ruolo poiché i consumatori sono sempre più propensi a utilizzarlo come vetrina per poi comprare online, spinti dalla convenienza di prezzo. Chi preferisce il 56 AdV strategie di comunicazione advertiser.it

retail negozio rispetto ai canali digitali, mette ai primi tre posti la possibilità di provare e testare il prodotto (65% Italia, 60% globale), la gratificazione istantanea dell acquisto in negozio (52% Italia, 53% globale) e la maggior sicurezza sull adeguatezza del prodotto nel soddisfare le proprie esigenze (33% Italia e campione globale). Il trend globale che emerge è sempre più quello della ricerca incrociata comune a oltre il 70% dei consumatori intervistati: tale aspetto riguarda sia lo showrooming (ricerca in negozio-acquisto online), sia il reverse showrooming (ricerca online-acquisto in negozio), a dimostrazione della sempre maggiore integrazione e complementarietà dei diversi canali. Rispetto al campione globale, gli italiani che adottano comportamenti di showrooming lo fanno il più delle volte visitando siti internazionali, perché alla ricerca di prezzi più convenienti. Perché si acquista online? L italiano utilizza il negozio come vetrina, per poi comprare online: il 67% è spinto dalla potenziale convenienza di prezzo, rispetto al 56% a livello globale (e solo 48% per il consumatore tedesco). È anche più favorevole a ricevere offerte via email o SMS, testimoniando l importanza del digital marketing. Chiede però una digitalizzazione più forte del punto vendita per facilitare il processo d acquisto, il pagamento e anche la condivisione con i social media. Ci si attende che il Wi-Fi, servizio ormai non più negoziabile nel campo dell ospitalità, diventi uno standard universale anche nel retail: se la percentuale di consumatori che lo ritengono un servizio in grado di migliorare la loro esperienza d acquisto è passata dal 33% del 2014 al 23% del 2015, rimane di grande peso relativo rispetto alle altre tecnologie in store. Il mobile diventa cruciale nella fase di pre-acquisto per il consumatore italiano, il 50% dei consumatori usa lo smartphone per fare comparazioni di prezzo o ricercare il prodotto. Le barriere più importanti sono la difficoltà nell utilizzare i siti mobile, dovuta al gap infrastrutturale in Italia (accesso a mobile broadband o disponibilità di connessioni Wi-Fi negli store) e di user experience, abbinata a una scarsa percezione di sicurezza nei pagamenti. La combinazione di una maggiore familiarità con i dispositivi mobile e il costante rilascio di innovazioni tecnologiche (e.g. riconoscimento biometrico), inducono a pensare che si tratti di una barriera temporanea destinata a scomparire. L Italia è il Paese che dimostra un impatto più elevato dei social media nelle decisioni d acquisto, per il 63%. I consumatori visitano i profili dei brand sui social media per accedere a promozioni interessanti (50%) e per visualizzare nuovi prodotti (33%). Al terzo e quarto posto emergono tra le motivazioni la partecipazione a social contest (24%) e la possibilità di interagire con pari o esperti del settore e ottenere suggerimenti (21%). Cosa vogliono i consumatori di domani Tutti i consumatori trascorrono ormai più tempo online da dispositivi mobili rispetto a quelli fissi, con uno scarto più elevato sui più giovani. Considerando la Total Digital Audience complessiva, il target giovani di 18-24 anni è quello che passa più tempo connesso, con 2 ore e 22 minuti al giorno. A fronte di 20 milioni di utenti attivi ogni giorno su Facebook, 16 milioni (76%) accedono da dispositivi mobili. Oggi i maggiori utilizzatori dei canali digitali sono i consumatori fra i 25 e i 44 anni. Da un lato questi consumatori, pur non essendo nativi digitali, non sono estranei alle tecnologie digitali; dall altro, presentano un elevato coinvolgimento nel processo d acquisto e possiedono un potere d acquisto maggiore rispetto ai più giovani. Chiedono Wi-Fi, experience e integrazione seamless tra online e offline. Pur mostrando interessi simili nei confronti delle diverse tecnologie, i più giovani vorrebbero Wi-Fi gratuito in store, sia per un tema di contenimento dei costi, sia per la frequenza e il tipo di contenuti fruiti su mobile. Sono però anche i più interessati a tecnologie fortemente legate all experience in store, come QR Code per contenuti aggiuntivi, video walls e mirror interattivi. E sono i più sensibili alla tematica del real time, sia per offerte personalizzate che per verificare la disponibilità dei prodotti. I nativi digitali saranno, in un orizzonte di breve termine, un target cruciale per molti brand: occorre prepararsi fin da oggi per cogliere al meglio questa opportunità. AdV strategie di comunicazione advertiser.it 57

Opera ad ogni livello di attività organizzata e gestionale a partire dal punto vendita alla logistica, per passare alle attività di promozione come il merchandising, e per finire alle attività di back office e le comunicazioni. In questi ambiti, le soluzioni SAVEMOBILE consentono di controllare i flussi delle informazioni tra i punti vendita, la sede gestionale, la rete commerciale e i centri di distribuzione. SAVEMOBILE SRL Via delle Ande, 5 20151 Milano Tel.: 39 02 36562016 Fax: 39 02 36561869 Web: www.savemobile.it

Letto per voi La pubblicità del futuro è una guida operativa utile, per gli addetti ai lavori ma soprattutto per tutti coloro che si occupano di comunicazione pubblicitaria, che sono interessati a comprendere questo nuovo fenomeno agli esordi e che è destinato a stravolgere completamente le modalità di fare pianificazione e acquisto di spazi pubblicitari su tutti i media e devices digitali interattivi. Il libro comprende la descrizione del sistema del Programmatic Buying e del Real Time Bidding, delle piattaforme che li supportano e delle possibilità di implementazione nella strategia aziendale. Inoltre sono presenti interviste a operatori del settore con un elevata competenza realizzate dagli studenti del master in Digital Communications Specialist di ALMED (Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell Università Cattolica) che forniscono non solo insight sullo stato attuale, ma anche rilanci e suggerimenti tecnici e strategici per il futuro. Gli autori del libro, Alessandro Sisti, Antonio de Nardis e Layla Pavone hanno lavorato a stretto contatto con i principali operatori del settore, giungendo alla stesura del volume che delinea - per professionisti, studenti e studiosi - le nuove strategie di comunicazione pubblicitaria su internet che stanno prendendo sempre più spazio nei budget di investitori, agenzie e centrali media. Antonio de Nardis - Oggi è possibile utilizzare anche per la pianificazione dell advertising online avanzatissime piattaforme tecnologiche in grado di intercettare in maniera precisa i target di riferimento basandosi sul tracciamento, il monitoraggio, la misurazione e l analisi costante dei loro comportamenti online. Alessandro Sisti - Si parla molto di big data. La crescita delle fonti informative disponibili e della relativa mole di dati prodotti, affiancata dalla disponibilità di tecnologia di elaborazione in tempi rapidissimi e archiviazione dei dati stessi a costi sempre più marginali rappresenta una grande opportunità per le aziende. Layla Pavone - Real Time Bidding e Programmatic Buying sono modalità di pianificazione e acquisto degli spazi, banner, video, rich media, che viene gestita e transata attraverso piattaforme tecnologiche che consentono di lavorare in tempo reale, raggiungendo le audience con estrema precisione, su basi non solo socio-demografiche ma soprattutto comportamentali da parte degli utenti, evitando al massimo la dispersione degli investimenti. Questa rivoluzione del punto di vista della pianificazione degli investimenti ci aspettiamo che nel prossimo futuro coinvolgerà anche altri media, come ad esempio la connected TV e tutto il mondo della videocomunicazione out of home. Il libro è patrocinato da Assocom, l Associazione delle agenzie di comunicazione, e dallo IAB Interactive Advertising Bureau Italia, che rappresenta tutta l industry della comunicazione online. La pubblicità del futuro di Alessandro Sisti, Antonio de Nardis, Layla Pavone Ed. Hoepli 200 pagine, 24,90 euro In Mostra Un viaggio nel passato con la tecnologia Epson MY Grazie alla speciale macchina del tempo progettata dagli organizzatori della mostra Roma e le genti del Po. Un incontro di culture. III-I secolo a.c., presso il Museo Santa Giulia di Brescia (9 maggio 2015-17 gennaio 2016), i visitatori si trovano immersi in un vero e proprio viaggio nella storia della città di Brescia quando gli abitanti locali incontrarono la Roma Repubblicana. Questa macchina del tempo è stata possibile anche grazie all utilizzo di 17 videoproiettori Epson, deputati a ricreare i suggestivi ambienti della città e le coinvolgenti vedute della campagna circostante che, entrambi, fanno da sfondo all esposizione archeologica, composta da quasi 500 reperti, molti dei quali mai esposti, in un percorso di ben 1.500 metri quadrati. Gli smart glass Epson Moverio hanno invece offerto la piattaforma tecnologica per creare una straordinaria applicazione di Realtà Aumentata, realizzata dall esperienza di ART Glass Srl, capace di portare i visitatori in quello che doveva essere il cuore della città così come lo videro e lo vissero gli abitanti di allora. La tecnologia Epson - afferma Luigi Di Corato, Direttore del Museo Santa Giulia - ci ha permesso di allestire nell area archeologica un percorso in Realtà Aumentata che permetterà ai visitatori di sperimentare un modo nuovo di vivere il museo e regalerà loro un'esperienza unica e suggestiva. La partnership con il Museo Santa Giulia - afferma Carla Conca, Sales Manager Visual Instruments di Epson Italia - dimostra come i prodotti Epson possano essere impiegati anche in ambito museale, offrendo la possibilità di allestire mostre innovative, dove l'oggetto museale diventa un esperienza coinvolgente per il visitatore grazie alle tecnologie più aggiornate. Un viaggio nella Gallia Cisalpina e la storia del suo incontro con la Roma Repubblicana. Grazie all utilizzo degli smart glass Epson Moverio e al software Art Glass, i visitatori possono immergersi nell età romana e vedere le ricostruzioni degli edifici (georeferenziati e ambientati) in sovrapposizione al mondo reale, vivendo un esperienza unica lungo un percorso costituito da numerosi punti di interesse con le ricostruzioni 3D e gli scenari immersivi di realtà aumentata a 360 prodotti da Telecom Design: il maestoso Capitolium a dominare l imponente piazza del foro, la cella centrale con la statua di Giove, le lunghe rampe di scale in marmo bianco, l ombra delle colonne sui portici, il colle Cidneo alle spalle, con un altro importante tempio che svetta sulla sua sommità, il teatro romano con i suoi 20.000 posti a sedere, le taberne, le domus, e, in lontananza, le mura con la porta urbica verso Verona. AdV strategie di comunicazione advertiser.it 111

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