In FormAzione. Indicazioni in materia di comunicazione sociale sui Disturbi del Comportamento Alimentare e dell Immagine Corporea



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In FormAzione Indicazioni in materia di comunicazione sociale sui Disturbi del Comportamento Alimentare e dell Immagine Corporea

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DCA e infanzia : no alla pappa!!! L incontro con il cibo per il bambino è sempre anche un incontro con l amore perché l esperienza del soddisfacimento del bisogno primordiale della fame accade all interno di una relazione con un altro che si prende cura di lui. Quindi il cibo ha sin dall inizio anche una dimensione psicologica, dimensione che rimanda al rapporto tra il bambino e i genitori, in primis la madre. L atto nutritivo non è caratterizzato solo dal piano del bisogno ma si lega indissolubilmente al piano della domanda d amore. Il bambino, infatti, non si nutre solo del cibo che soddisfa la sua fame fisiologica, ma anche di un altro particolare tipo di cibo, quello che risponde alla sua domanda d amore. L elemento in più che l essere umano esige dall altro e senza il quale non c è crescita è, infatti, il desiderio. Mentre il bisogno si soddisfa in maniera unilaterale attraverso il consumo dell oggetto, in questo caso il cibo, il desiderio implica qualcosa in più, implica il sentirsi desiderati e riconosciuti dall altro il quale ci attribuisce un valore affettivo e non semplicemente un accudimento generico. Il valore del cibo come luogo simbolico in cui convergono vissuti, esperienze ed emozioni perdura per tutta la vita. Alla luce di ciò emerge come il cibo e il comportamento alimentare siano da sempre immersi all interno di una scambio relazionale e abbiamo legami diretti e importanti con le dinamiche affettive che li caratterizzano. Mangiare diviene, quindi, un atto che implica molteplici significati: dire sì o no al cibo diviene un modo per accettare e rifiutare la relazione all interno della quale lo scambio alimentare è immerso. Per questo il bambino, che è ancora incapace di servirsi del linguaggio per comunicare ciò che prova, può servirsi del cibo come mezzo per comunicare un disagio, una sofferenza che fatica a mettere in parole. Il cibo si sostituisce al pianto e alla parola e il bambino comunica con il rifiuto o con la divorazione le emozioni che lo attraversano. Il disfunzionamento del comportamento alimentare assume, dunque, il valore di messaggio rivolto all Altro, proprio in quanto mette in luce la discontinuità esistente tra il piano del bisogno e il piano della domanda. Ma quando la risposta della madre valorizza esclusivamente il piano del bisogno, il bambino può arrivare fino al rifiuto delle cure e del nutrimento materno. I disturbi alimentari nell infanzia vanno considerati come risposte sintomatiche che toccano il cuore dei legami affettivi con le figure di riferimento che sono significative per il

bambino. A volte sono delle fasi di inappetenza o di voracità di tipo transitorio, altre volte assumono la caratteristica di un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare. Secondo B. Brusset è importante differenziare tra l anoressia da svezzamento e l anoressia fantasma o pseudo anoressia. Nell anoressia da svezzamento la separazione tra madre e figlio, che l avvento dello svezzamento necessariamente introduce, si configura come centrale. Lo svezzamento implica, infatti una rottura della diade madre-bambino che può portare, da parte del bambino, al rifiuto del cibo proprio nella fase di passaggio dai cibi liquidi ai cibi solidi. Nell anoressia fantasma il disturbo esiste esclusivamente nella mente dei genitori che sviluppano un idea errata del reale fabbisogno nutritivo del figlio, dimenticandosi che esistono, in un bambino, variazioni fisiologiche dell appetito. Spesso le preoccupazioni dei genitori possono essere talmente eccessive che inducono il bambino a sviluppare un anoressia da opposizione, volta ad opporsi ai loro persistenti tentativi di ingozzamento. L. Kreiser distingue le anoressie mentali semplici da quelle complesse. Le anoressie mentali semplici rappresentano le forme più diffuse. Si tratta di una condotta di rifiuto del cibo isolata che è direttamente collegata con un atteggiamento inadeguato della madre di fronte al rifiuto espresso dal figlio. Quest ultimo può essere dovuto ad una brusca modificazione del regime alimentare, ad una malattia, alla nascita di un nuovo figlio, ecc In genere, se la madre è in grado di comprendere come il suo comportamento incida sulla condotta alimentare del figlio e riesce a modificarlo, il disturbo si risolve in breve tempo. Le anoressie mentali gravi hanno un inizio simile a quelle precedenti ma con un quadro psicopatologico che peggiora rapidamente associandosi a ulteriori disturbi quali quelli del sonno, del comportamento, della relazione. Nonostante si provi a modificare sotto vari aspetti il comportamento e l ambiente circostante, il bambino persiste nel suo rifiuto verso il cibo mostrando un totale disinteresse. Tale quadro clinico può arricchirsi progressivamente e in alcuni casi portare ad un contesto psicopatologico che può sfociare in situazioni di grave denutrizione che comportano il dover ricorrere a misure terapeutiche di emergenza, quali l ospedalizzazione. DCA e adolescenza: il dramma del gambero L adolescenza è la fase di passaggio che divide l infanzia dall età adulta ed è un processo di costruzione dell identità che si realizza affrontando e in qualche modo risolvendo specifici compiti di sviluppo che trovano nel contesto e nella cultura di appartenenza del singolo adolescente la loro concreta esplicitazione.

Essa ha come momento centrale la pubertà, la dimensione corporea dell adolescenza. L aspetto, le forme, il corpo, si modificano. I cambiamenti corporei, per quanto attesi, colgono di sorpresa l adolescente che per molti aspetti è ancora legato ad una rappresentazione di sé infantile. La sensazione spesso è che qualcosa stia sfuggendo di mano e si assiste ad una difficoltà ad affrontare un processo di revisione di sé e della propria immagine corporea. Nell adolescenza ci si costruisce un immagine ideale di sé, basata spesso sui criteri del gruppo, e ci si sente belli o brutti, adeguati o non adeguati nella misura in cui ci si avvicina o meno a tale immagine ideale. Tutto questo è complicato dal fatto che spesso i messaggi veicolati dai mass-media attribuiscono una centralità fondamentale al corpo e ne propongono un immagine come luogo che dovrebbe rispecchiare l identità della persona, definire i suoi valori, le sue appartenenze sociali e le sue dimensioni interne. I cambiamenti fisici e corporei, inoltre, implicano l acquisizione di un identità sessuale e il lavoro di ridefinizione della propria identificazione, maschile o femminile. Il corpo puberale mette in evidenza nuove sensazioni e nuovi desideri con i quali è necessario, per la prima volta, confrontarsi. Per l adolescente tutto questo implica, quindi, entrare in rapporto con il proprio desiderio, un rapporto che non potrà più essere strutturato sulla base delle precedenti identificazioni infantili ma che deve essere finalmente soggettivato e assunto in prima persona. L adolescente, inoltre, è chiamato ad operare un processo di individuazioneseparazione nei confronti della famiglia d origine, con l obiettivo di emanciparsi e raggiungere una completa indipendenza. Tale processo implica continui cambiamenti di rotta, dovuti all ambivalenza e alla difficoltà che accompagnano ogni processo di separazione. D altro canto, i genitori devono essere disposti a operare profonde trasformazioni del loro ruolo per promuovere l autonomia dei figli, sapendo che sia da parte loro che da parte dell adolescente c è una profonda impreparazione di fronte a questo cambiamento. L adolescenza, quindi, è come una seconda nascita che si realizzerà in tappe progressive: é necessario abbandonare a poco a poco il guscio familiare protettivo proprio come un tempo si è abbandonato il ventre materno. Lasciare l infanzia, cancellare il bambino che c è in noi, è una mutazione profonda, veloce, in alcuni casi troppo veloce. Talvolta si ha l impressione di morire, bisogna sopravvivere e non si è sempre preparati: si sa che cosa muore, ma ancora non si vede che cosa stia nascendo, verso quale direzione si stia procedendo. Qualcosa si è incrinato, ma non si sa bene né come né perché, si sa solo che nulla è come prima, ma si tratta di uno stato indefinibile. C è insicurezza nell aria, c è il desiderio di venirne fuori ma anche la mancanza di fiducia in se stessi.

Per capire la fragilità e la vulnerabilità dell adolescente F. Dolto ricorre all immagine dei gamberi: essi cambiano il guscio e si trovano a perdere quello vecchio, restando senza difese durante il tempo necessario per fabbricarne uno nuovo. Ed è proprio in questo periodo che sono esposti ad un grave pericolo, così si nascondono sotto le rocce fino a quando non hanno costruito un nuovo rivestimento che li difenda. Ma, se durante il periodo in cui sono vulnerabili, verranno colpiti, le ferite rimarranno visibili per sempre, il loro involucro coprirà le cicatrici ma non le cancellerà. Alla luce di quanto detto ben si comprende come l adolescenza possa configurarsi come un periodo di insorgenza di DCA. Innanzitutto anche in questo caso il cibo si inserisce all interno di una serie di relazioni e di rapporti affettivi e rimanda alle loro dinamiche e implicazioni psicologiche. Inoltre i numerosi cambiamenti fisici e psicologici che l adolescente si trova a dovere affrontare, la ricerca difficoltosa e spesso dolorosa di un identità e la centralità che l immagine corporea viene ad assumere all interno di tali processi, pongono il corpo come il palcoscenico ideale sul quale mettere in scena il proprio disagio interiore: scrivere sulla carne parole che non posso essere dette. Il corpo diviene portatore di segnali evidenti, taciuti e spesso non facilmente codificabili e comunicabili: marchi di appartenenza posti su un corpo vissuto come estraneo. Si usa il cibo come le lettere dell alfabeto: al posto di utilizzare il linguaggio per parlare, si utilizza l alimentazione. Il corpo diviene il mezzo che l adolescente frappone fra sé e il mondo circostante, è come una tela sulla quale viene dipinto chi si è e cosa si vive dentro, una tela che conserva i segni di ogni vissuto e di ogni emozione, una tela che viene ogni volta ridipinta per l occasione e che si sostituisce a qualsiasi forma di comunicazione. Si vive nell illusione che, cambiando il proprio corpo si potrà cambiare anche la propria vita e il pensiero del cibo, sia nella forma del rifiuto che in quella della divorazione infinita, terrà al riparo dal dolore e dalle emozioni, consentendo un utopica autonomia e un illusoria anestesia da un dolore insopportabile e indicibile. Si tratta di una comunicazione interrotta, di una comunicazione iscritta nel corpo, di una comunicazione che chiede di essere vista, riconosciuta e ascoltata. Il gambero indifeso, in mancanza del guscio protettivo, usa il suo stesso corpo come strumento di difesa e come mezzo di comunicazione.