Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Unindustria e la Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea



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Transcript:

Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Unindustria e la Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea Come le politiche industriali di innovazione dei servizi possono contribuire allo sviluppo sostenibile delle Regioni un opportunità per i beni culturali e il turismo Intervento di introduzione di Ennio Lucarelli Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici Lucarelli: se vogliamo tornare a crescere in Italia e in Europa, è fondamentale l innovazione dei servizi e lo sviluppo di una nuova Società della Conoscenza connected life Una delle sfide storiche del nostro Paese è quella di riuscire a controllare e ridurre il debito pubblico e le notizie rassicuranti degli ultimi giorni sul valore degli spread, danno credito al Governo di aver preso con determinazione la strada del risanamento dei conti pubblici. Sono state scelte dolorose, coraggiose e ineludibili che molto pesano e peseranno nei prossimi mesi su famiglie ed imprese, ma che ci permettono di guardare al futuro con un occhio diverso, più fiducioso. L altra sfida fondamentale e altrettanto difficile che riguarda l Italia è di ritrovare la crescita, che ci permetta di uscire al più presto dalla recessione, per rimettere in moto il mercato del lavoro e combattere la disoccupazione, soprattutto quella giovanile e che ripaghi in qualche modo le famiglie e le imprese che tanto sono state chiamate a fare la loro parte per il risanamento. In questa difficile ricerca della crescita e della competitività, il settore dei servizi gioca un ruolo fondamentale, non solo perché vale il 70% circa del Prodotto interno lordo, ma anche perché, considerando la sua trasversalità, ha i maggiori margini di miglioramento e impatta su tutti i settori economici del paese.

Rendere più efficienti e competitivi i servizi è la principale missione di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, Federazione di settore di Confindustria che rappresenta i servizi che in Europa vengono identificati come KIBS (Knowledge Intensive Business Services, servizi ad alta intensità di conoscenza): i sistemi qualità; i servizi cloud, d informatica, di consulenza, d ingegneria, per l energia e il facility management; i servizi per la cultura; le applicazioni spaziali, alcuni servizi finanziari. Questo settore è costituito in Italia da 900 mila imprese, 2 milioni di addetti, di cui il 50% dipendenti. Nel 2011 ha realizzato 246 miliardi di euro di fatturato e 116 miliardi di valore aggiunto. Ma negli ultimi anni, anche questo settore ha subito una battuta d arresto. Con il PIL italiano oscillante intorno allo zero - in presenza di un PIL mondiale crescente non solo in Cina ed India, rispettivamente oltre il 9% ed il 7% anche nel 2011, ma anche in Francia, Germania, Nord America e Brasile nettamente sopra all 1,5% - il Settore ha perso la sua capacità di crescita a due cifre, che aveva confermato ancora dal 2000 al 2007. Infatti dal 2008 al 2010 gli occupati, per la gran parte con consistente occupazione qualificata di giovani laureati che sono la vera fonte di ricchezza del settore knowledge intensive, sono diminuiti dell 1,6% ; nel 2011 si è verificata un ulteriore flessione del 1,5% (dati ISTAT, raffronto tra terzo trimestre 2011 e il 2010). Anche la richiesta di servizi fondati sull utilizzo delle infrastrutture immateriali ICT e sostenuti dalle nuove applicazioni It, dai servizi Cloud, dal software gestionale di nuova generazione e per piattaforme Web, che rappresentano oltre il 10% dell intero PIL del Settore, è complessivamente in calo di oltre il 3% nel 2011. Tuttavia, anche in questo quadro negativo, si nota una crescita di nuovi servizi delle Networked Economies, basati su connettività ed internet del futuro: nuovi business models resi possibili da contenuti digitali, social CRM, pubblicità e marketing digitale, commercio B2C e B2B; dai nuovi modelli di servizi connected life alle persone, alle imprese ed alla PA; nuove forme di fruizione dei beni culturali e delle attrazioni turistiche che mettono al centro il cittadino/utente; la cosidetta user driven innovation. Tutti questi servizi - che incidono sulla vita di tutti i giorni dalla salute alla mobilità, sul consumo dell energia, sull ambiente, sul traffico, sulla casa, sulla formazione, sulla sicurezza - vedono nel 2011 una crescita superiore al 7% 3 possono fare la differenza fra sviluppo e stagnazione.

Proprio su questi temi si concentrano i nuovi programmi d innovazione europei e su di essi sta puntando sia il Ministro Profumo, che il Ministro Passera, come anche alcune regioni italiane che ci porteraano qualficate testimonianze. Si stanno così cercando di avviare politiche di crescita per rafforzare l innovazione capillarmente in tutti i settori dell economia, anche nei servizi per le imprese italiane, partendo proprio dall Europa. Sul vastissimo tema dell innovazione dei servizi c è necessità di sostenere soprattutto per le PMI innovative (le c.d. gazelle ) nell accesso ai programmi europei di ricerca e innovazione. Ma bisogna non lasciarsi sfuggire queste ultime occasioni per rinforzare le sinergie fra servizi ed industrie e comunità scientifica, per esportare di più, per creare nuove occasioni di lavoro per i giovani. Lo sforzo che la Federazione con le sue imprese sta portando avanti in questi mesi va proprio in questa direzione: promuovere con le diverse Istituzioni la costituzione di alcune Piattaforme tecnologiche, per ampliare la platea delle imprese innovative ed identificare insieme ad università e centri di ricerca, le esigenze ed i punti di forza del nostro Sistema Paese, al fine di concorrere a determinare i contenuti dei prossimi programmi di finanziamento per sviluppare tecnologie e piattaforme chiave al fine di realizzare soluzioni d avanguardia in Italia. Come puntualmente relazionato dal MIUR solo pochi giorni fa occorre giocare d anticipo, in questi anni l Italia ha investito molto nei finanziamenti europei alla ricerca e innovazione ma il ritorno per il Sistema Paese non è stato nemmeno alla pari: a fronte di un contribuito italiano di circa il 13,4% alle spese UE 2007 del VII Programma Quadro, il nostro Sistema Paese porta a casa un ritorno in termini di progetti ammessi ai finanziamenti pari quasi al 8,4% (dati MIUR). L'Italia è infatti, con i suoi 14,5 miliardi di euro di finanziamento alla ricerca europea, in termini assoluti il terzo grande contributore dietro la Germania (21 mldi euro), la Francia (19 mildi di euro), inseguito dall'inghilterra (con 12 mildi di euro); ma il ritorno in termini di progetti ammessi al finanziamento è pari a 2,2 miliardi di euro molto vicino a paesi che finanziano solo marginalmente il budget in ricerca UE (ad esempio la Spagna). In fase di negoziazione, poi il quadro finanziario della partecipazione Italiana al 7PQ, mette in luce un differenziale negativo rispetto ai finanziamenti ottenuti nel 6PQ in

particolare nell'ambito delle tecnologie dell'innovazione e comunicazione, salute, biotecnologie e ricerca per le PMI (-1,32%). L Italia ha una spesa stimata per ricerca e sviluppo di circa 17,53 miliardi di euro e si posiziona in valore assoluto al decimo posto della graduatoria stilata dall OCSE dopo Stati Uniti, Giappone, Cina, Germania, Francia, Corea sud, Regno Unito, Canada e Russia. In termini di percentuale l'italia investe solo l'1,18% del PIL, meno della media dei paesi Europei stimata all'1,8% e superiore solo a paesi Europei come Ungheria, Polonia, Grecia e Repubblica Slovacca, ed a fronte del dato del dato del 3% del PIL richiesto dall Europa: l Italia è seconda solo alla Germania in fase di presentazione delle proposte progettuali di innovazione e ricerca ma scende al 4 posto nella classifica di qualità che valuta le performance dei progetti di ricerca ammessi ai finanziamenti dalla UE. L Unione europea fa certamente la sua parte; oggi il nuovo pacchetto Horizon 2020 mette sul piatto finanziamenti pari a 81 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, in netta crescita (19 miliardi di euro il VI PQ, 53 miliardi di euro il VII PQ) rispetto ai precedenti programmi di finanziamento, per l'innovazione - scientifica, tecnologica e industriale - con l obiettivo di investire nei settori più avanzati e di aprirsi ancora di più alle piccole e medie imprese coniugando ricerca e innovazione per far si che quello che produce la ricerca arrivi più rapidamente al mercato. Qui si pone la sfida tutta italiana di ampliare la partecipazione anche delle medie imprese e di riuscire a recuperare spazi e concorrere come Sistema Paese con una strategia unitaria e condivisa. Future of Internet, Cultural Heritage, Spazio questi alcuni dei Settori in cui la Federazione sta promuovendo la voce italiana per la ricerca e l innovazione e l interesse delle imprese ad aderire e fare sistema sul tema della ricerca è notevole: 105 sono le imprese, a cui si aggiunge l intera rete - istituzioni, università e centri di ricerca - aderenti alla Piattaforma Future of Internet, per un totale di 25.000 occupati; 133 quelle aderenti alla Piattaforma IPOCH2 (International Platform of Cultural Heritage); 45 quelle della Piattaforma Spazio Spin-IT. Oggi questo processo deve investire tutti i settori, attori della connected life, dalla salute, anche per tener conto dei cambiamenti demografici, alla sicurezza nell alimentazione e sostenibilità dell agricoltura; dall energia compatibile con l ambiente, alle città e alle reti di trasporto intelligenti, ecocompatibili ed efficienti;

dalla sostenibilità ambientale alle produzioni ed ai commerci del made in Italy, ai beni culturali ed al turismo valorizzando la fruizione dell immenso patrimonio artistico italiano. E su questo ultimo punto si affaccia una nuova prospettiva che viene dalla Germania, alla quale noi ci siamo immediatamente associati, con una proposta per la Commissione europea di inserire il Cultural Heritage tra i temi di ricerca all interno dell Ottavo Programma Quadro di Ricerca e d Innovazione Horizon 2020. Sappiamo che possiamo contare sull impegno del Vicepresidente Tajani, che ha già dimostrato la sua sensibilità al tema presentando recentemente a Milano il cluster sulle Creative Industries, e sostenendo e facendo proprie le conclusioni dell Expert Panel sull innovazione dei servizi. Nelle relazioni che si susseguiranno nel corso di questa giornata cercheremo di fare emergere le tante dimensioni necessarie all Italia dello sviluppo. Sono necessarie nuove politiche di sviluppo, capaci di valorizzare le tante eccellenze regionali, puntando sull economia della conoscenza, sulla ricerca e l innovazione, sull interazione dei servizi innovativi con i settori produttivi, Queste nuove politiche debbono essere ideate, promosse e governate da uno Stato più leggero e competente che faccia scelte coraggiose semplificando e liberalizzando tutte le aree d interesse economico. Così potremo avere aziende più grandi e innovative, solide, competitive e che sapranno crescere. E un sogno? Con l auspicio che questo sogno possa essere attuato, e con la certezza che comunque c impegneremo per realizzarlo, lascio la parola ai relatori che seguiranno e che ringrazio per aver voluto essere qui con noi oggi.