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Transcript:

L iniziativa di oggi, con la presentazione del Rapporto 2014 di Ires-Cgil sui Servizi Pubblici Locali in Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, vuole essere un occasione e uno stimolo importante per approfondire e riattivare analisi e confronto su un ambito produttivo, occupazionale e sociale particolarmente significativo e soggetto a continua evoluzione normativa ed economica; ovviamente con una particolare attenzione agli assetti e agli sviluppi che riguardano il territorio veneto. Ringraziamo per la loro disponibilità e partecipazione, per il contributo che porteranno ai nostri lavori, i cortesi ospiti che abbiamo invitato ad intervenire e tutti i presenti all iniziativa. I Servizi Pubblici Locali gestiscono risorse e servizi fondamentali per i cittadini, dal sistema idrico all igiene urbana, dalla distribuzione ed erogazione del gas a quella dell energia, al sistema di mobilità e trasporto; sono una parte importante del tessuto economico di un territorio e anche un aspetto essenziale della qualità dello sviluppo e del welfare per le dinamiche relative all accesso, alla qualità, ai costi e alle tariffe dei servizi erogati. Sono beni e servizi per loro natura di pubblica utilità, ma per le loro caratteristiche infrastrutturali, per la loro dimensione e diffusione territoriale richiedono una gestione di tipo industriale, necessitano di risorse economiche e finanziamenti rilevanti, devono operare in condizioni di regolazione e di mercato definite e modificate da continui cambiamenti legislativi e normativi.

Un quadro di riferimento particolarmente complesso e incerto che crea oggettive difficoltà rispetto alle esigenze aziendali di valutazione e programmazione. Un quadro che assegna ancora alle pubbliche amministrazioni essenziali funzioni di regolazione, controllo e possibile gestione e che presenta peraltro regole e condizioni, scelte, opzioni possibili, dinamiche molto diverse tra settore e settore, tra servizio e servizio, anche tra territorio e territorio. Non a caso il Rapporto 2014, che poi verrà illustrato dal curatore Giuseppe Barba, oltre a fornire un quadro aggiornato dell evoluzione e degli assetti nelle tre regioni studiate, con uno sguardo rivolto a importanti situazioni europee, consente anche una comparazione tra ambiti e sistemi di governance diversi, evidenziandone vantaggi e criticità sulla base di significativi elementi di conoscenza e indicatori relativi alla situazione economico-patrimoniale, alla capacità e propensione agli investimenti, alla qualità dei servizi, ai costi e alle tariffe, alla quantità e qualità dell occupazione. Il Decreto Sblocca Italia e la Legge di Stabilità 2015 hanno introdotto ulteriori norme di regolazione dei SPL, anche nell ambito più complessivo degli interventi previsti sulle cosiddette Società Partecipate; alcune di queste norme ci preoccupano molto, perché sono orientate a una drastica riduzione del perimetro pubblico dei servizi, in particolare quella che esclude dai vincoli dei Patti di Stabilità i proventi da dismissione e vendita di quote di proprietà nelle Società controllate o partecipate. Una norma che rischia evidentemente di favorire scelte miopi e sbagliate, indotte da esigenze immediate di fare cassa, di liquidità necessarie a fronte dei continui tagli di risorse agli enti locali, di spingere verso la svendita dei gioielli di famiglia, di parti importanti del patrimonio e dei servizi pubblici, anche quelle più produttive e redditizie per il presente e per il futuro; che rischia di essere in netto contrasto, per quanto riguarda in particolare l acqua, con l esito referendario del 2011 che sanciva un orientamento preciso per la gestione pubblica del sistema idrico, per la non profittevolità e remunerazione del capitale investito. Pone ancor di più il problema di come si può mantenere, formalmente e concretamente, una prevalenza pubblica nella proprietà, nel controllo, negli

indirizzi e nelle scelte strategiche, con quale modalità di affidamento dei servizi, con quale assetto societario, con quale eventuale maggioranza azionaria, con quale rapporto con il territorio; poiché, in un processo di aggregazione dimensionale e territoriale probabilmente positivo e necessario, vi è anche uno spostamento oggettivo di competenze e attribuzioni decisionali dal singolo ente locale ad un organismo terzo con un bacino territoriale più ampio. I recenti interventi normativi hanno, infatti, definito scadenze precise, già superate, per la definizione degli Ambito Territoriali Ottimali (ATO) nei diversi servizi, di competenza delle Regioni, per la costituzione dei rispettivi Enti di Governo, per l obbligo degli enti locali di aderirvi, ribadendo il vincolo del gestore unico per ogni ATO; hanno confermato e sancito la titolarità degli Enti di Governo di ogni ATO sulle modalità di affidamento dei servizi, lasciando aperte tutte le possibili opzioni di scelta, che deve essere motivata, previste dalle direttive europee; viene confermata anche la possibile gestione in house, pur introducendo per le pubbliche amministrazioni obblighi di accantonamento di bilancio e di remunerazione di eventuali precedenti gestori che la rende più onerosa e più complessa da praticare. Ad oggi la situazione in Veneto è ancora molto articolata e diversificata; la numerosità degli ATO cambia in rapporto ai diversi servizi, in alcuni ATO opera ancora più di un gestore; non tutti gli Enti di Governo si sono costituiti, molti non hanno ancora fatto le nuove scelte che gli vengono attribuite; in alcuni casi, penso alla distribuzione del gas, al trasporto ferroviario regionale e al trasporto pubblico locale, in modo anche frammentato e contradditorio, sembra si stia avvicinando la data per la messa in gara della gestione del servizio; in molti altri l affidamento è stato fatto senza gare, con assegnazioni dirette, contratti di servizio, convenzioni, proroghe. Contestualmente, negli ultimi anni vi è stata una profonda evoluzione dei processi industriali e societari delle diverse Aziende operanti nel settore: dallo sviluppo di multiutilities di dimensioni nazionali, come Hera, interregionali e locali, alla nascita di Consorzi, penso a Viveracqua e Rete Ambiente Veneto, importanti come dimensione e capacità di aggregazione

per l acquisto congiunto di beni e servizi, per economie di scala, per modalità di finanziamento interessanti e innovative quali gli Hydrobond e l accesso alla Banca Europea per gli Investimenti. In alcuni territori si è sviluppata di più una filiera di intervento orizzontale, con la fornitura di più servizi nello stesso bacino, in altri una filiera verticale con l offerta di un unico servizio, ma su un territorio più vasto, in alcune situazioni si sono prodotte scelte di esternalizzazione e appalto di segmenti di attività, soprattutto nella gestione di rifiuti. Se la gestione pubblica non è garanzia automatica di efficienza e qualità, anzi in molte situazioni è stata fonte di clientelismo e sprechi, di gravi perdite di bilancio o di gestione degli utili come bancomat per finanziare i bilanci degli enti locali, lo stesso vale anche per la gestione privata. In molti casi essa ha infatti determinato aumento delle tariffe e dei dividendi, molto più del tasso d inflazione, com è naturale che sia per chi ha come priorità il margine più alto possibile di utile e profitto. Anche su questi ultimi aspetti il Rapporto 2014 sui SPL ci fornisce importanti elementi di conoscenza, di valutazione, di confronto su modalità ed effetti diversificati. L insieme di questi processi impatta ovviamente sugli aspetti quantitativi e qualitativi dell occupazione, determina opportunità di crescita, ma anche rischi di mobilità territoriale e professionale, di precarizzazione, di cessazione del proprio posto di lavoro. È sempre più evidente e forte la necessità, in una prospettiva di riunificazione del mondo del lavoro, di maggiore inclusività nella rappresentanza e nella contrattazione, di introdurre clausole sociali di salvaguardia occupazionale e di continuità normativa/contrattuale nei possibili processi di fusione, aggregazione, vendita, esternalizzazione, cambi di appalto e di affidamento del servizio, inserendole già direttamente negli eventuali bandi di gara e recependole nella legislazione regionale come già avvenuto in Friuli e in Emilia-Romagna. Come CGIL riteniamo indispensabile regolare e governare i processi in atto coniugando le esigenze di carattere industriale, di investimenti necessari per la modernizzazione delle infrastrutture e il miglioramento della qualità dei servizi, con la natura di beni e servizi di pubblica utilità, con l esigenza di garantire accesso universale a costi sostenibili, con la necessità di

mantenere ruolo, funzioni, presenza pubbliche di regolazione, controllo, partecipazione e anche di gestione diretta dei servizi, con particolare riferimento al sistema idrico integrato; un orientamento, quest ultimo, che a mio avviso dovrebbe per tanti motivi essere assunto anche per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Per questo siamo contrari e cerchiamo di contrastare e modificare scelte di dismissione immotivata o di riduzione delle quote di partecipazione pubblica al di sotto del 51%, per i loro effetti simbolici e concreti sugli assetti decisionali. Siamo favorevoli a processi di aggregazione dimensionale e territoriale, utili per garantire maggiore capacità d investimento, economie di scala, sinergie gestionali, nell ambito di procedure chiare e trasparenti sulle caratteristiche richieste e sulle modalità di affidamento dei servizi, sulla loro tempistica, sulla definizione del sistema tariffario, sulle garanzie relative all occupazione e alle condizioni di lavoro, sui meccanismi di monitoraggio e controllo; da tempo come CGIL del Veneto stiamo proponendo la dimensione regionale come necessità di carattere industriale e, per alcuni servizi, come bacino di Ambito Territoriale Ottimale, evitando invece ulteriori possibili frantumazioni, come si sta verificando ad esempio per il sistema ferroviario regionale. Così come rivendichiamo, per ogni tipologia di servizio, il mantenimento dell intero ciclo gestionale, contrastando ed evitando eccessive frantumazioni ed esternalizzazioni, fortemente pericolose per la salvaguardia e la qualità dell occupazione e il superamento dell attuale diversificazione e stratificazione contrattuale, almeno a livello di azienda e di filiera; può essere invece utile e opportuno approfondire e sperimentare, per i servizi pubblici locali, ulteriori ambiti di sviluppo, di attività integrate, con particolare riferimento al rapporto tra gestione dei rifiuti, riciclo e riutilizzo dei materiali di scarto, produzione di energia rinnovabile, bonifiche. I Servizi Pubblici Locali sono un fattore importante dell economia e del welfare di un territorio, da declinare in una prospettiva di rilancio e volano delle attività produttive, di sostenibilità ambientale e sociale, di qualità dei servizi e dell occupazione.

Per tutte queste considerazioni per la Cgil emerge con forza l esigenza di dare continuità, rafforzare e coordinare l iniziativa e l azione sindacale a tutti i livelli, rivendicando e sollecitando tavoli di confronto e negoziazione con gli interlocutori istituzionali, le amministrazioni pubbliche regionali e territoriali, gli enti di governo degli ATO, i Consorzi, le Aziende, ognuno per le sue funzioni, competenze e responsabilità su attuazione della normativa, regolazione della materia, realizzazione di piani definiti, individuazione di risorse necessarie, criteri e livelli essenziali di accesso e qualità dei servizi, modalità di affidamento, piani industriali, garanzie occupazionali e contrattuali.