Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Asti. Immigrazione e sviluppo dell imprenditorialità



Documenti analoghi
Domanda e offerta di credito

Osservatorio regionale sul credito dell Emilia-Romagna

Problematiche, prospettive e interventi

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

La trasferibilità del risparmio dei migranti fra prospettive ed ostacoli.

Le nuove imprese nelle Marche nel 2014: cala il numero, cresce la qualità. Focus 1/2015 A cura di Donato Iacobucci

INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO

Programma di Microcredito Per i giovani e per tutti quelli che vogliono lavorare CASERTA AL LAVORO

Strumenti finanziari CIP. Programma per l innovazione e l imprenditorialità. Commissione europea Imprese e industria CIP

1st WORKSHOP on gender Cultura di genere: Donne, Impresa e Politica. Francesca M. Cesaroni Università degli Studi di Urbino Carlo Bo 6 Marzo 2015

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003

16 Rapporto Nazionale sulla Formazione Indagine su Comuni e Province. Nicoletta Bevilacqua Responsabile Ufficio Monitoraggio e ricerca FormezPA

Note e commenti LE START UP NELLA CRISI

Funzionario Servizio Artigianato Regione Campania. Assessore allo Sviluppo Economico Regione Campania.

INDAGINE SULLE CONDIZIONI DI ACCESSO AL CREDITO

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

ROADSHOW PMI CREDITO E PMI. IMPRESE, CREDITO E CRISI DELL ECONOMIA. Ricerca a cura di Confcommercio Format

L imprenditoria immigrata contribuisce ad allargare la base imprenditoriale nazionale Il profilo tipico dell imprenditore immigrato

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

Il Fondo Mutualistico di Legacoop

Progetto In.Volo. Iniziativa per il Volontariato in Lombardia

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

CREDITO ALLE INDUSTRIE

Stock del credito al consumo sui consumi delle famiglie

PRODUTTORI CONTRIBUENTI CONSUMATORI L INCIDENZA FISCALE DEGLI STRANIERI IN EMILIA-ROMAGNA NEL CORSO DEL 2007

LE PICCOLE IMPRESE E IL CREDITO. Il volto poco amico delle banche

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico

Garanzia confidi_sezione breve termine

Documento di economia e finanza Dossier 1 La finanza delle amministrazioni comunali

Politica di credito anticrisi

Dati e informazioni su ricchezza e povertà delle famiglie straniere in Italia nel Agosto 2011

I SERVIZI ALLE IMPRESE: ACCESSO AL CREDITO. Luisa Silvestro ufficio crediti agevolati. Camera di commercio di Cuneo

DOCUMENTO DEGLI INTERVENTI DI POLITICA DEL LAVORO

CCIAA MANTOVA. che permette l accesso ai servizi. La CCIAA di Mantova nel quadro delle iniziative. finanziari alle imprese in difficoltà

ADDETTO AL FRONT OFFICE BANCARIO STATISTICHE. Quale andamento ha il mercato del lavoro? Quali sono le previsioni di occupazione?

IL CREDITO AGEVOLATO PER LE IMPRESE ARTIGIANE

I FINANZIAMENTI AGEVOLATI PER LE PMI VENETE

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica

NOTE DI COMMENTO AI DATI DEGLI INTERVENTI DELLA FONDAZIONE ANTIUSURA: DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2006

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore

I FINANZIAMENTI AGLI STRANIERI

PROGETTO EXCELSIOR ANNO 2014

COMPORTAMENTI VIRTUOSI ANTI-CRISI

Note e commenti. n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop

Riaccendiamo la luce : le iniziative di CNA a sostegno delle nuove imprese, presentate in conferenza stampa

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale

LAB. Dalle startup la spinta alla crescita IL TEMA DEL MESE I SETTORI DI ATTIVITÀ PREVALENTI IL FATTURATO DEL A piccoli passi verso il successo

PROJECT FINANCING Alla luce del terzo decreto correttivo al Decreto Legislativo 163/06. Bologna, 4 maggio 2009 Avv. Dover Scalera

Linee guida per l accesso al Fondo di Garanzia PMI da parte dei liberi professionisti

Report trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza

Comunicato stampa. Roma, 29 maggio Ufficio stampa tel

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

Indagine sul tasso di cambio: conseguenze dell apprezzamento del franco e reazioni delle imprese

PARTE 5: Risparmio, investimento e

AD ADVISORY & FdG Servizi per la valorizzazione delle opportunità offerte dal Fondo di Garanzia (FdG) Roma, maggio 15

Indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole

Dott. Jacopo Calvano. Dottore Commercialista e Revisore Legale dei conti Esperto in finanza comunitaria per imprese ed enti locali

Il mercato delle ristrutturazioni a Roma

INDAGINE SUI CREDITI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2011

Gestione Finanziaria delle Imprese. private equity e venture capital

ANALISI DEL MUTUATARIO

CONTI CORRENTI A CONSUMATORI INDICATORE SINTETICO DI COSTO (ISC) E PROFILI DI OPERATIVITA

A gennaio si consolida la domanda di prestiti da parte delle famiglie: +6,4%. A incidere maggiormente sono le richieste di prestiti finalizzati

Risparmi e debiti delle famiglie italiane: la forbice

TAVOLO DI LAVORO IMPRENDITORIA FEMMINILE. INTERVENTO DEL DR. GIORGIO GIOVANNINI Banca Marche INTRODUZIONE

Quello che pensano le imprese della crisi: un indagine della CNA di Roma sulle imprese della Provincia

L imprenditoria femminile: una opportunità di cambiamento e di crescita

I processi decisionali all interno delle coppie

BERGAMO SMART CITY VERSO EXPO Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso - 26 novembre 2013

Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione

LA COSTITUZIONE DI SOCIETÀ ALL ESTERO STRUMENTI DI INCENTIVAZIONE

Microimpresa. Pensare in grande, da piccoli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

Dossier 7 Il possesso e l acquisto di beni durevoli ( )

Autoimpiego (D.Lgs 185/2000 Tit. II)

La congiuntura economica e finanziaria e il finanziamento delle piccole imprese

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti

La notizia presentata come sintesi dello studio è stata che gli italiani risparmiano di

Ufficio studi IL LAVORO NEL TURISMO

Sezione speciale del fondo di garanzia PMI: aperto anche alle professioniste

CONFESERFIDI - BREVI CENNI STORICI VISION CONFESERFIDI

NOTA A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE FISCALI E PREVIDENZIALI DELLA UIL UN OPERAZIONE VERITA SULLA GESTIONE FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

La Comunità Cinese in Italia Rapporto annuale sulla presenza degli immigrati 2013

Il settore moto e il credito al consumo

C.R.I.A.S. Le richieste possono essere presentate direttamente presso le sedi C.R.I.A.S. oppure presso le banche convenzionate con quest'ultima.

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014

Nel 2013 la domanda di credito dei nuovi italiani e stata pari al 11% del totale (era del 11,9% nel 2012)

3 PASSI NELL IMPRESA E NEL LAVORO AUONOMO. Appunti di Finanza Aziendale Dott. Vulpinari Gianluigi

A.I.N.I. Associazione Imprenditoriale della Nazionalità Italiana Udruga Poduzetnika Talijanske Narodnosti

Il bilancio per il cittadino - Comune di Modena. Marika Arena, Giovanni Azzone, Tommaso Palermo

Esperienze e progetti di microcredito di un gruppo bancario. Dir. Rossano Bagnai. ABI Forum CSR Roma, 4 ottobre 2005

NOTA STUDIO CONFESERCENTI

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, ,3 83,1 77,7 27,6 16, anni anni anni.

Transcript:

Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Asti Immigrazione e sviluppo dell imprenditorialità Provincia di Asti, 1 dicembre 2007, ore 9 Intervento del Presidente Mario Sacco Dall Osservatorio della Camera di Commercio emerge un dato significativo: sono ben 1.337 le persone di provenienza extracomunitaria che gestiscono un impresa. In questo contesto emergono i titolari di imprese edili (441) e gli esercenti attività commerciali (359), ma si possono ritenere significativi anche i 125 extracomunitari che gestiscono aziende agricole ed i 127 individui che svolgono attività artigianali. Si contano inoltre 86 ristoratori e 30 imprese di trasporto. Nell ambito dei restanti servizi, gli extracomunitari gestiscono 108 imprese. Con riferimento ai servizi alle persone, risultano 28 attività a conduzione extracomunitaria. La propensione all imprenditorialità è molto elevata nell astigiano: dagli ultimi dati risulta un rapporto di 12,4 imprese ogni 100 residenti a fronte di una media nazionale del 10,6%. Anche il tasso di imprenditorialità extracomunitaria è notevole: ogni 100 residenti extracomunitari si rilevano 8,1 imprese. Le iscrizioni di imprese extracomunitarie hanno messo in evidenza un forte aumento fino a fine dicembre 2006, con un tasso di aumento del 15% nell ultimo anno e del 150% rispetto al 2000. Nel 2007, dal confronto dei dati al 30 settembre 2007 rispetto alla stessa data del 2006, si rileva invece una flessione del 2,2% solo apparente. In realtà tale dinamica è da addebitare all ingresso nell Unione Europea, dal 1 gennaio 2007, di Romania e Bulgaria ed al conseguente passaggio, soprattutto dell imprenditorialità rumena ammontante a 208 unità, da extracomunitaria a comunitaria. Le nazionalità extracomunitarie attualmente più rappresentative nell universo imprenditoriale locale sono quelle albanese (342 imprenditori), marocchina (267), macedone (84), tunisina (49) e cinese (35). Pur prevalendo, tra le forme giuridiche di impresa adottate dagli extracomunitari, la ditta individuale, con una quota del 63,5%, risulta particolarmente frequente la costituzione di società, infatti il 28% degli extracomunitari sono soci di società di persone ed il 4,9% fa parte di società di capitale. Sono in maggioranza giovani imprenditori : il 15% ha meno di 30 anni ed il 65% ha un età compresa tra i 30 ed i 49 anni.

Le donne rappresentano circa il 25% dell imprenditoria extracomunitaria e sono particolarmente numerose nelle funzioni di titolari di aziende agricole (61 unità), di attività di commercio al dettaglio (60) e nei servizi alle persone (21). In quest ultimo ruolo è ben noto il sommerso generato dalla diffusione del ricorso a badanti extracomunitari nell ambito dell assistenza agli anziani, estremamente necessario a causa dell elevato indice di vecchiaia che contraddistingue la popolazione astigiana. Su questo punto sono opportune norme legislative e previdenziali che favoriscano la regolarizzazione di tali posizioni, anche tramite forme cooperative, dando nel contempo la possibilità, a chi fa ricorso a questa forza lavoro, di poter regolarizzare a costi sostenibili. Sul fronte del lavoro dipendente, dall Indagine Excelsior, sistema informativo permanente sull occupazione condotto dal sistema camerale, emerge un rilevante ricorso all occupazione extracomunitaria da parte di imprese sia del settore industriale che del commercio e dei servizi. Sono infatti state previste, per il 2007, quasi mille assunzioni di extracomunitari, pari al 36,5% del totale assunzioni. Tale percentuale sale al 59,5% nel settore delle costruzioni che notoriamente impiega manodopera extracomunitaria soprattutto per i lavori più usuranti. L impiego di lavoratori extracomunitari in provincia di Asti risulta sensibilmente superiore alla media regionale e nazionale che si attesta al 27%. Unioncamere, attraverso un indagine effettuata a livello nazionale su un campione di oltre mille imprenditori extracomunitari, ha realizzato uno studio sui Comportamenti finanziari e creditizi della società multietnica. L indagine evidenzia che il 70% delle imprese costituite da cittadini immigrati ha rapporti con le banche italiane. Il 50% giudica buona la qualità dei servizi offerti anche se lamenta la crescita del debito, il 40% ha chiesto un prestito per l avvio o l ampliamento della propria attività pur se nella maggioranza dei casi gli imprenditori immigrati utilizzato risorse proprie o concesse da parenti e amici. L'impiego dei profitti è prevalentemente destinato ad un incremento dei consumi, mentre, sempre dalle risultanze della rilevazione, solo una piccola quota è destinata ad aumentare le rimesse verso il Paese di provenienza (poco più del 2%). Circa un quarto degli imprenditori intervistati ritiene di dover investire i maggiori guadagni nel rafforzamento della propria attività. Le etnie maggiormente interessate ad incrementare gli investimenti sono quelle dell'est-europa, mentre una minore propensione si rileva negli imprenditori africani, che sono peraltro anche quelli che destinano maggiori risorse al trasferimento verso il Paese d'origine. La dimensione media dell'investimento previsto è decisamente modesta (soli 10.170 euro). Per gli imprenditori immigrati l autofinanziamento è la modalità prevalente per sostenere le spese di avvio dell attività e di investimento successivo. Ad esso si affianca il supporto di amici e parenti (per il 16%), delle banche (per il 15%) e, in misura minore, di altri istituti finanziari (5%). Il finanziamento da parte delle istituzioni

pubbliche non supera il 2,3%, indice di una difficoltà di accesso di questo tipo di imprese al sostegno delle politiche pubbliche ad esse dedicate. Il ricorso al finanziamento bancario è particolarmente elevato per le imprese dei servizi e delle attività manifatturiere. Viceversa l'autofinanziamento è nettamente prevalente nelle costruzioni e nell'agricoltura. Sono gli imprenditori dell'est-europa e quelli africani coloro che fanno maggiore ricorso al finanziamento bancario. I cinesi, invece, sono più propensi al finanziamento da parte della comunità (amici o parenti). Gli imprenditori cinesi e, in misura minore, gli africani evidenziano le remore maggiori a dichiarare la fonte dei finanziamenti. Tra il 70% degli imprenditori che ha dichiarato rapporti con le banche, il 6% ha rapporti con più di un istituto di credito, mentre il 64% con un solo istituto bancario. Nel settore dei servizi e in quello delle costruzioni il rapporto con le banche è molto più frequente di quanto non avvenga nel commercio. I servizi bancari più utilizzati sono quelli del conto corrente (il 95%) e della gestione degli incassi e pagamenti (il 24%). Il servizio di money transfer coinvolge circa l'11% degli imprenditori e riguarda prevalentemente quelli di origine asiatica e in misura minore gli africani. I servizi cui accedono gli imprenditori sono molti, ma è solo del il 40% la quota di chi ha chiesto direttamente un prestito alla banca. Questa richiesta è stata accolta dalla banca nei due terzi dei casi, mentre un terzo delle richieste è stato rifiutato. Gli imprenditori che hanno registrato un più elevato tasso di rifiuto sono quelli africani, mentre i più accettati sono gli imprenditori dell'europa orientale. Le attività nei settori agricolo, delle costruzioni e dei servizi sono quelle meno apprezzate dal settore bancario. I prestiti sono stati richiesti per investimenti le cui finalità sono principalmente l'avvio o l'acquisto dell'attività e la gestione della stessa (40% complessivo); tuttavia una quota significativa di prestiti (26%) è stata richiesta per l'acquisto o la ristrutturazione della casa. Le diverse etnie si comportano in modo differenziato rispetto alle finalità di richiesta del prestito. Infatti, se la quota prevalente degli acquisti e avviamenti è realizzata da imprenditori di origine asiatica, la quota prevalente di acquisto di beni strumentali (macchinari, furgoni e camion) è realizzata da imprenditori dell'europa orientale. I finanziamenti accordati sono soprattutto rateali a scadenza ravvicinata e mutui a lunga scadenza. Una quota abbastanza significativa è rappresentata dai fidi di conto corrente. Le garanzie richieste sono di tipo economico (dichiarazioni dei redditi, buste paga) e relazionali (garanzie di associazioni e confidi, nonché garanti esterni). Non c'è dubbio, quindi, che le imprese che hanno ottenuto i prestiti richiesti siano imprese ad elevata affidabilità. L'analisi della dimensione di finanziamento rispetto alla finalità indica che gli imprenditori dispongono già di alcune somme importanti per l'acquisto e ricorrono al finanziamento bancario prevalentemente come integrazione. Il modello adottato dagli istituti finanziari nel rapporto con le imprese extracomunitarie

percorre sistemi leggermente diversi rispetto a quanto avviene per le imprese italiane. Gli istituti finanziari tendono a far svolgere una pre-selezione alle associazioni di categoria e ai consorzi di garanzia. Complessivamente il tasso di rifiuto, che si colloca attorno al 15%, appare solo leggermente più elevato di quello medio nazionale, non tale comunque da rappresentare un fenomeno di selezione avversa. Il tasso di insolvenza grave e leggera dei Piccoli operatori immigrati (POI) è sostanzialmente stabile nel corso dell'intero periodo di osservazione. E invece in aumento il tasso di sofferenza (quasi l'8% a giugno 2006). L analisi sui comportamenti finanziari delle imprese immigrate effettuata in questo Rapporto evidenzia la solidità del fenomeno delle aziende extracomunitarie in Italia. Non solo la presenza di tali imprese risulta in crescita accelerata sin dalla prima metà di questo decennio, ma costituisce il segnale di una significativa integrazione economica degli immigrati nel nostro paese. Infatti, l attività di impresa è pensata come strumento per la stabilizzazione del reddito e della capacità di permanenza in Italia, tanto che le risorse economiche estratte dall attività imprenditoriale vengono in massima parte reinvestite per il consolidamento dell attività stessa. Un elemento cruciale riguarda la dimensione delle rimesse, che nel caso degli imprenditori immigrati, rappresentano una quota molto modesta delle intenzioni di impiego dei profitti di impresa. Anche per questo motivo l attività imprenditoriale rappresenta lo strumento più diretto di reimpiego dei risparmi in attività produttive nel sistema economico italiano, aumentando l efficacia del contributo economico dell immigrazione alla crescita economica nazionale. In questo contesto, il rapporto con il sistema finanziario appare decisivo. L analisi ha mostrato che le imprese sviluppano una dimensione media di investimento modesta, tuttavia il percorso di finanziamento procede in massima parte attraverso risorse finanziarie proprie, come l autofinanziamento o il ricorso a reti personali di prestatori. Nella fase di start up gli imprenditori immigrati dimostrano delle difficoltà ad accedere al credito in quanto, non avendo una storia creditizia consolidata alle spalle, non sono facilmente valutabili. Sarebbe pertanto opportuno pensare di costruire anche in Italia sistemi di informazioni alternativi o complementari a quelli tradizionali (modello del debit bureau ), che consentono di valutare l affidabilità creditizia attraverso la ritualità di altri pagamenti come bollette, canoni, ecc. e che, entrando nei modelli di valutazione degli operatori finanziari, favoriscono l accesso al credito soprattutto delle iniziative imprenditoriali start-up riducendo la rischiosità media delle operazioni. Il sistema bancario e finanziario sta approcciando positivamente questo nuovo segmento di mercato: si moltiplicano, infatti, le iniziative di servizi e prodotti dedicati, con l idea di cogliere l opportunità di un mercato in espansione.

Ciò che va valutato con attenzione, tuttavia, è il profilo di rischio creditizio delle imprese immigrate. La ricerca ha evidenziato che gli indicatori di rischio creditizio di sistema sono in crescita con lo sviluppo dell imprenditoria immigrata e che si rende necessaria un attenzione specifica nella concessione di prestiti e nelle metodologie di valutazione. Su questo delicato tema sarebbe auspicabile che il sistema pubblico offrisse un adeguato supporto allo sviluppo dell imprenditorialità immigrata; le risorse dedicate alla nascita delle imprese da parte delle politiche pubbliche sia centrali che locali sono sporadiche e non specialistiche, e in ogni caso prevalentemente gestite con un approccio caritatevole e non di investimento, e il loro utilizzo da parte delle aziende extracomunitarie risulta difficoltoso e pertanto poco sfruttato. Asti, 1 dicembre 2007