CONDIZIONI DI RIPRODUZIONE DELLA CLASSE



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CONDIZIONI DI RIPRODUZIONE DELLA CLASSE Facciamo partire la nostra analisi dalla semplice descrizione della composizione di sesso, età, situazione familiare e condizione abitativa, anzianità aziendale, qualifica interna all organizzazione e livello di consumi. Ognuno di questi elementi elencati costituisce per noi, la situazione oggettiva di partenza che differenzia i lavoratori dell Eutelia (e la classe tutta se ci si aggiunge la variabile fondamentale della nazionalità, che però in questa inchiesta non viene considerata per mancanza di lavoratori stranieri) al suo interno. Troppo spesso, si agita la questione della frammentazione della classe operaia per cristallizzare le difficoltà del conflitto capitale lavoro in un dato oramai immutabile. Si fa derivare la scomposizione della classe lavoratrice unicamente da fattori soggettivi di cui pure è impossibile negare il peso-, come le ripetute sconfitte sindacali e l orientamento concertativo delle principali organizzazioni, nonché l atteggiamento rinunciatario che queste hanno indotto nei singoli lavoratori. Raramente si riesce a rovesciare il ragionamento e proporre delle differenze oggettive che non derivano da fattori di classe, ma che in virtù del funzionamento specifico della società capitalista italiana separano la condizione oggettiva di un lavoratore da un altro. Ne analizzeremo tre. Il primo è il genere perché le donne sono più esposte alle ristrutturazioni (specialmente se segregate in specifici comparti occupazionali) e con maggiori difficoltà di reimpiego (specialmente in tempi di crisi). Questa condizione di svantaggio sembra essersi risolta nel caso di Eutelia in una decisa volontà di partecipazione a Roma infatti il 35% delle lavoratrici intervistate è donna, a Milano una percentuale appena minore (34%), mentre a Bari solo il 17% delle intervistate è donna. La femminilizzazione rispetta quindi quella dei contesti di lavoro di riferimento. La spaccatura per cui nel Mezzogiorno il genere femminile è largamente inattivo per mancanza di lavoro vale anche per i settori più qualificati come l Informatica e le Telecomunicazioni, ma solo in termini di svantaggio relativo rispetto alle situazioni di Roma e Milano perché al contrario rispetto al contesto barese le famiglie che lavorano alla sede Eutelia di Modugno dispongono di una seconda entrata per il 50%, che rappresenta una percentuale sopra la media territoriale di riferimento. A Milano ben il 63% dei dipendenti dichiara che lo stipendio Eutelia non è l unica entrata in famiglia. Questa percentuale scende progressivamente a Roma al 58% dei dipendenti, e appunto a Bari al 50%. Ovviamente vista la situazione di marginalizzazione della donna nel mercato del lavoro italiano, anche tra i dipendenti Eutelia quando vi è un solo percettore di reddito questo è quasi sempre l uomo. La cosa più significativa però è che mentre a Roma poco più di una donna su tre dichiara di essere l unica percettrice di reddito all interno della famiglia, e a Milano ben il 46% delle lavoratrici si trova in questa condizione, a Bari è solo una intervistata ad essere in questa 20

condizione. Bisogna però precisare che anche a Milano, dove la situazione di unico membro della famiglia con lo stipendio fra le donne non è affatto residuale quasi nessuna di queste donne che svolgono il ruolo di capofamiglia ha dei figli a carico, mentre a Bari l unica donna percettrice di reddito a nome di tutta la famiglia è anche una madre sola. Ci si può domandare quanto queste situazioni di esposizione abbiano contato come spinta o come vincolo nella determinazione politica per le lavoratrici Eutelia; bisogna però inquadrare questi dati sulla condizione femminile nel quadro complessivo dei carichi familiari Stato Civile ROMA MILANO BARI Celibe/nubile 17,2% 10,5% 8,8% Divorziato 4,0% 7,9% 2,9% Sposato con dei figli a carico 51,5% 55,3% 82,4% Sposato/convivente 27,2% 26,3% 5,9% La percentuale di lavoratori con dei figli a carico è decisamente più alta a Bari sia per la scarsità di persone sole che di nuclei familiari atipici. Questa differenza non è solo un effetto anagrafico perché la forza lavoro maggiormente in età da figli minori è quella romana, e percentualmente sia quella barese che quella milanese hanno una età più avanzata ed una più lunga storia professionale. Va sottolineato però che il terzo dei rispondenti romani sotto i 45 anni di età si trova intorno alla soglia di età dei quaranta più che a quella dei trenta, e non ci troviamo comunque a lavoratori al loro primissimo ciclo aziendale. Classi età ROMA MILANO BARI Fino a 44 32,3% 7,8% 11,7% Fino a 52 anni 36,4% 57,8% 58,8% Oltre i 52 anni 31,0% 34,2% 29,4% Non solo i lavoratori di Bari più spesso hanno un nucleo familiare sulle spalle, ma il loro nucleo è mediamente più numeroso probabilmente sia per la maggiore presenza di figli che della presenza di più generazioni che convivono insieme. 21

Nucleo familiare ROMA BARI MILANO 1 membro 3,4% 2,9% 5,3% 2 membri 22,5% 2,9% 26,3% 3 membri 25,8% 32,4% 23,7% 4 membri 36,0% 52,9% 31,6% 5 membri 4,5% 5,9% 7,9% 6 membri 1,1% 0,0% 0,0% Analizzeremo poi la fiducia nelle prospettive di ricollocazione occupazionale, ma intanto possiamo dire che alla diversa pressione della disoccupazione nelle diverse città si aggiunge quindi una situazione di carichi familiari che rende la situazione barese più svantaggiata rispetto alle altre, anche se va ricordato che il fatto che la metà dei nuclei familiari possa disporre di un doppio stipendio, è una situazione di relativa forza per il contesto barese. C è da sottolineare come questa situazione all interno del dibattito che c è stato tra le diverse sedi non si sia tradotto necessariamente in una radicalità maggiore degli stabilimenti che avrebbero visto potenzialmente le ripercussioni più gravi. A proposito delle conseguenze della crisi aziendale e della capacità di resistenza che è possibile mettere in campo, un ruolo importante lo gioca sicuramente la pressione che il problema abitativo. Su questo punto si è anche creato -almeno a Roma- un tentativo di saldare il movimento dei lavoratori Eutelia con quello per il diritto all'abitare che a Roma, in assenza di un forte conflitto complessivo, assume spesso la supplenza di tutte le posizioni antagoniste. Pur essendo più frutto dell'intuizione politica del gruppo più avanzato a guida della mobilitazione Eutelia, questo tentativo ha uno spazio reale. Pur tra la fascia di lavoro dipendente che viene tradizionalmente descritta come ceto medio la proprietà della casa è relativamente maggioritaria ma non è affatto straripante così come viene usualmente assunto nella propaganda televisiva o giornalistica sul tema. Al titolo di proprietà non corrisponde infatti un'assenza di costi abitativi visto che si è comunque sottoposti alle rate del muto con cui ci si è indebitati per acquisire lo stesso titolo. In effetti esaminando le differenze percentuali tra le varie sedi la percentuale di lavoratori maggiormente gravata dai costi abitativi è proprio a Roma, dove alla percentuale di lavoratori indebitati si aggiunge una percentuale di affitto molto un po più alta. La cosa strana è che nel caso di Milano il contributo all alta percentuale di indebitati non viene da lavoratori giovani all inizio del loro percorso familiare (sono 22

solo 2 a bari e 1 a Milano in questa condizione) ma da lavoratori ultra-cinquantennni. Il che vuol dire che il percorso di indebitamento è relativamente recente e risale alla instabile fase finanziaria in cui è stato concesso dalle banche credito a basso costo, che ha poi pompato la bolla immobiliare. Certo questo vuol dire anche che la fase di indebitamento arriva in una fase lavorativa che dovrebbe essere presuntamente più solida, mentre a Roma un terzo dei lavoratori fino a 43 anni si ritrova ad affrontare le difficoltà occupazionali in uno stato di indebitamento. Condizione abitativa ROMA BARI MILANO Vivo in casa con la famiglia d origine 5,1% 2,9% 0,0% Vivo in affitto 17,2% 14,7% 15,3% Vivo in una casa di mia proprietà 50,5% 55,8% 60,5% Vivo in una casa che acquisto con un mutuo 27,3% 26,4% 23,6% Quanto questa situazione abbia esercitato una pressione nella snervante seconda fase della lotta, in cui una porzione dei lavoratori ha avuto la necessità di ricollocarsi immediatamente sul mercato è auto evidente. La lotta dell ex-eutelia inizia infatti proprio a partire dall interruzione del pagamento dei salari, e dalla conseguente occupazione delle sedi (che però aveva un significato strategico più complesso nell ambito della vertenza, ovvero quello di salvaguardare le commesse attraverso un'azione che costringesse ad accendere le luci sulla situazione Eutelia). E quindi importante considerare quale fosse il livello di consumo precedente l inizio dell interruzione dei pagamenti per due motivi. Il primo è che il consumo colloca la riproduzione della forza lavoro dell Eutelia non da un punto di vista di classe, che è definito semplicemente dal fatto che sono lavoratori subordinati e anche formalmente dipendenti di una grande azienda privata, ma da un punto di visto dello spazio verticale e orizzontale della stratificazione sociale. Riesce cioè a definire quella quantità di beni di consumo necessari al livello di vita di ciascuno di noi e che influiscono sulla nostra percezione nello spazio sociale. Il livello di spesa va sempre considerato rispetto al consumo familiare, perché nella società italiana il nucleo familiare resta il centro di consumo essenziale, e sul livello di consumo familiare non può che incidere la posizione lavorativa del secondo membro della famiglia che abbiamo esaminato poco sopra. 23

Classi di consumo ROMA BARI MILANO Fino a 1000 40,4% 61,7% 0,0% Fino a 1500 31,3% 38,3% 42,1% Fino a 2000 25,3% 0,0% 47,3% Oltre i 2000 3,0% 0,0% 7,8% Riguardo alle classi di consumo il risultato è che soprattutto Bari si differenzia dalle altre sedi in maniera significativa. Anche le fasce più qualificate del mercato del lavoro come l'informatica soffrono quindi la questione meridionale soprattutto attraverso il minor livello di partecipazione femminile al mercato che ha delle conseguenze pratiche e molto visibili sulla capacità di spesa e quindi sugli stili di vita. Il livello di consumo delle famiglie dei lavoratori Eutelia baresi non né solo più basso è anche meno polarizzato rispetto a quello di Roma e Milano dove sono presenti delle minoranze (a Milano anche abbastanza significative che guadagnano più di 2000 ). C è da sottolineare che queste differenze richiamano come abbiamo detto fattori strutturali dei mercati del lavoro locali che determinano la composizione delle entrate all interno della famiglia e il ruolo produttivo all interno del complesso Eutelia delle diverse sedi. La componente individuale del salario infatti nel mondo dell informatica (così come in quello TLC) può arrivare ad un incidenza altissima. Si tratta di premi per il rispetto o il miglioramento degli obiettivi di produzione, che molto spesso possono essere previsti direttamente al livello della contrattazione centralizzata e non sono necessariamente frutto di negoziazione aziendale, ma che soprattutto per chi lavora o ha lavorato nel settore commerciale (reperimento contratti) possono rappresentare nei momenti alti del mercato anche un terzo dell intero salario. La distribuzione della capacità di spesa è non solo differenziata nel livello assoluto ma anche nella sua distribuzione. Non solo a Bari essa è a livello assoluto assai più bassa che nelle altre città, ma è anche meno polarizzata all interno della stratificazione aziendale. Mentre a Roma e a Milano i settimi livelli sembrano godere di un livello di riproduzione decisamente superiore L opinione sulla politica di differenziazione salariale deriva evidentemente anche da una situazione di vantaggio evidentemente goduto dai settori centrali della forza lavoro aziendale 24

5 livello 6 livello 7 livello BA RM MI BA RM MI BA RM MI fino a 1000 fino a 1500 fino a 2000 oltre i 2000 50,0% 42,9% 0,0% 54,5% 54,5% 0,0% 66,7% 23,4% 0,0% 50,0% 35,7% 55,6% 45,5% 27,3% 38,9% 33,3% 36,2% 36,4% 0,0% 21,4% 44,4% 0,0% 15,2% 44,4% 0,0% 36,2% 54,5% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 3,0% 16,7% 0,0% 4,3% 0,0% In Italia il livello di benessere deriva in misura molto minore che negli altri paesi solo dal reddito salariale, perché vi entrano anche i patrimoni le rendite e i vantaggi di singole categorie. Questo discorso vale anche per la classe lavoratrice ed è quindi improprio paragonare la capacità di spesa esclusivamente con la posizione aziendale. Andrebbe aggiunto ovviamente un confronto tra le famiglie che dispongono di un secondo stipendio e quelle che non dispongono di un secondo stipendio. Anche questo confronto svantaggia come è ovvio in primo luogo Bari, ma l elemento più interessante è che non sembra che il secondo stipendio aumenti significativamente le capacità di spesa anche a Roma e Milano. Evidentemente il differenziale salariale nelle coppie in questione è abbastanza grande da rendere il lavoro femminile niente più che un entrata aggiuntiva. I confronti però con la classe d età invece danno i risultati attesi in misura anche maggiore. L abbassamento dei salari d ingresso anche nel campo dell informatica e il maggior peso dei costi abitativi e familiari costringe quindi una parte dei lavoratori Eutelia a condizioni non troppo dissimili da quelle di fasce di lavoro considerate assai meno qualificate e più precarie. Si badi bene a proposito di quanto accennato prima sull importanza del salario sul benessere- che questi risultati sono più accentuati quando è considerata l anzianità generale che quella aziendale. Vi è quindi tra i lavoratori Eutelia una articolazione sia tra le varie sedi aziendali che all interno delle singole sedi. Mentre le condizioni salariali e familiari sono peggiori nel Mezzogiorno, la pressione dei costi abitativi è superiore nei grandi centri meridionali. A questa differenziazione si aggiunge una forte articolazione interno tra i segmenti più anziani della forza lavoro che godono di migliori condizioni e che pure spesso hanno rappresentato l avanguardia della mobilitazione e la parte più giovane. 25