Esiste la Green Economy?

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Esiste la Green Economy? Enrico Cancila ERVET - Unità Sviluppo Sostenibile Bologna, 27.03.2012 This project is co-- financed by the European Regional Development Fund and made possible by the INTERREG IVC programme

INCIDENZA DELLE IMPRESE MANIFATTURIERE SULLA GREEN ECONOMY Al 2011 la proporzione di imprese che ha dichiarato futuri investimenti in prodotti e tecnologie green è praticamente raddoppiata (57,5%) Fonte: Rapporto GreenItaly 2011 elaborato da Unioncamere e Fondazione Symbola.

RICAVI DELLE VENDITE (VARIAZIONE %) Fonte: elaborazione ERVET - 2011

Green Economy..fra Territorio e Mercato Eccellenze Ambientali GREEN PRODUCTION ORIENTED GREEN BUSINESS ORIENTED Territorio Mercato Produzione Verde Enterprises Tecnologie Servizi Prodotti Certificazioni di prodotto Certificazioni di processo Eco design Vendita tecnologie Pulite Applicazione di Tecnologie Vendita prodotti a basso impatto Driver: Obiettivi territoriali e per le imprese, Dinamiche di investimento pubblico/privato, Migliore immagine verso i cittadini Driver: completamento e rafforzamento della filiera, marketing territoriale, innovazione tecnologica

DEFINIZIONI Green Production: Come Produco Aziende virtuose (sono green perché produco riducendo i miei impatti) Green Business: Cosa Produco Suddivise fra Core Green e Parzialmente Green (sono green perché questo è il mio mercato di riferimento)

LE COMPONENTI DEL MODELLO ERVET ha effettuato una ricognizione concludendola ad Aprile 2010 creando un database di aziende che rientrano nel modello di Green Economy scelto

GREEN PRODUCTION

GREEN BUSINESS Core Green: 647 imprese, quasi 25.000 addetti. Parzialmente Green: 1.345 imprese, quasi 205.000 addetti.

ALTRO Oltre 2800 imprese che operano nel biologico. Oltre 3500 professionisti che abilitati alla certificazione energetica.

DRIVER PER FILIERA A livello regionale il rapporto si è focalizzato su un Analisi sulle principali aziende Emiliano Romagnole (Campione ERVET per dimensioni e fatturato di 431 imprese). Il 34,6% ha delle caratteristiche green economy Chiaramente l individuazione dei driver che più caratterizzavano la tendenza green delle diverse filiere può costituire un riferimento per la pianificazione delle successive politiche industriali

ABITARE 46,15 % Certificazione energetica degli edifici, Bioedilizia, LEED/ITACA che trainano la filiera. Certificazioni di prodotto (Ecolabel, EPD). Molti installatori specializzati.

AGROALIMENTARE 37,65 % Trasformatori/utilizzatori di prodotti da agricoltura biologica. Produzione di compost, ammendanti ed altre materie prime secondarie. Produzione di energie da fonti rinnovabili.

MECCANICA 30 % Certificazione ISO14001. Produzione di tecnologie o prodotti con caratteristiche green. Macchinari o componentistica che rientra in filiere green.

MODA 18,5 % Tecnologie a basso impatto ambientale per il lavaggio o la verniciatura delle fibre. Utilizzo di tessuti naturali a basso impatto come fibra di kenaf e canapa.

SALUTE 16 % Produzione di tecnologie a basso impatto ambientale (detergenti biodegradabili).

Green Economy e sistema produttivo La Green Economy è più ampia e considera tutte le filiere produttive anche nell ottica di: Innovazione dei materiali ed ecodesign Diminuzione del consumo di risorse (compresa l acqua ed il suolo) Individuazione di mercati emergenti Politiche per la sostenibilità dei prodotti

Dalle Politiche agli strumenti Le politiche pubbliche (oltre che il mercato) possono operare per dare una spinta alla green economy tramite: - leve coercitive (divieti, regolamenti come quelli edilizi); - vantaggi fiscali (riqualificazione energetica per esempio); - vantaggi economici (conto energia, bandi di finanziamento); - supporto a strumenti volontari di mercato (marchi di processo e di prodotto); - acquisti verdi (GPP); - sviluppo di progettualità PPP o cmq al servizio di intere aree (APEA);

Obiettivi delle politiche Evitare il green washing ed incentivare il miglioramento delle performance di produzione; Fornire una certezza di scenario che consenta investimenti agli operatori di settore; Costruire scenari coerenti che rendano possibile un contributo di tutti i livelli dal nazionale al locale;

Diffusione del Green Public Procurement Il 60% delle Pubbliche Amministrazioni introduce criteri ecologici nei bandi di gara Fonte: Indagine Promise, 2010 (Regioni coinvolte Lazio, Emilia- Romagna e Liguria) In Emilia-Romagna il 45,3% N Enti Locali intervistati dichiara di aver fatto almeno un bando con requisiti di tipo ambientale (bando verde ) negli ultimi 3 anni Fonte: Una ricerca sui processi di acquisti sostenibili negli enti locali dell Emilia-Romagna, Settembre 2011 elaborato da ERVET spa

Green Public Procurement una guida per gli appalti: I CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM ) ADOTTATI Con DM 12 ottobre 2009 (G.U. n. 269 del 9 novembre 2009) i criteri ambientali minimi" per: Carta in risme (carta in fibra vergine e carta in fibra riciclata); Ammendanti (Servizi urbani e al territorio); Con DM 22 febbraio 2011 (G.U. n.64 del 19 marzo 2011) i "criteri ambientali minimi" per: Prodotti tessili; Arredi per ufficio; Apparati per l'illuminazione pubblica (Servizi energetici); IT (computer, stampanti, apparecchi multifunzione, fotocopiatrici); Con DM 25 luglio 2011 (G.U. n. 220 del 21 settembre 2011) i "criteri ambientali minimi" per: Ristorazione collettiva e derrate alimentari Serramenti esterni (Edilizia) In via di definizione Servizi di gestione degli edifici (servizi di pulizia e prodotti per l'igiene) Servizi energetici (raffrescamento/riscaldamento, forza motrice ed illuminazione di edifici) Edilizia (Costruzione e manutenzione delle strade) Gestione dei rifiuti urbani Trasporti (acquisto, leasing noleggio auto, acquisto leasing noleggio autobus e veicoli per la raccolta dei rifiuti

Punti forza e criticità del GPP Punti di forza dello strumento Una soluzione ai gravi problemi ambientali (esaurimento delle risorse naturali, surriscaldamento del clima, inquinamento dell aria, acqua e suolo) razionalizzare la spesa riducendo gli sprechi; incentivare l innovazione sul mercato attraverso la R&S aumentare la competitività dei comparti produttivi anticipando il trend della domanda «verde» Criticità e possibili soluzioni nell attuazione Necessita un quadro normativo più chiaro e linee guida a sostegno dell attuazione del GPP; Rafforzare la conoscenza degli strumenti di certificazione ambientale attraverso la formazione/informazione; Incrementare la diffusione sul mercato di prodotti e servizi verdi attraverso l offerta, ciò inciderebbe anche sui costi ritenuti ancora troppo elevati; Incidere sul fattore educativo per cambiare comportamenti e modelli di consumo consolidati e aumentare la coscienza ambientale

Certificazioni di organizzazioni e marchi di prodotto diffusione in Italia e in Emilia Romagna EMAS [Reg.1221/2009/CE] UNI ISO 14001:2004 Ecolabel UE [Reg.66/2010/CE] 1.170 organizzazioni Italia 200 organizzazioni E-R dati gen 2012 14.711 organizzazioni Italia 1.615 organizzazioni E-R dati dic 2011 294 licenze Italia 35 licenze E-R dati gen 2012 82 licenze Italia EPD 27 licenze E-R dati feb 2012 1.229 certificati di custodia Italia FSC 112 certificati di custodia E-R dati feb 2012 592 certificati di custodia Italia PEFC 40 certificati di custodia E-R dati dic 2011

Altri marchi di prodotto e label Criteri di scelta per evitare il green washing basati su: Credibilità per lo schema di verifica da parte terza indipendente Diffusione a livello nazionale e internazionale Scientificità espressa dalla presenza di un board internazionale Etichetta Europea del Prodotto Biologico (Reg. CE 834/2007 Reg. CE 889/2008 Reg. CE 710/2009 Reg. UE 271/2010) MSC Marine Stewardship Council Friends of the sea Energy star Sistema volontario internazionale EPA Energy Label (Direttiva 2010/30/UE Reg. UE 1059/10 Reg. UE 1060/10 Reg. UE 1061/10 Reg. UE 1062/10) Global Organic Textile (Standard internazionale OE 100 Textile Exchange - International Working Group) Oeko-Tex (Certificazione volontaria a valenza internazionale Standard 100 Associazione Oeko-Tex) Fairtrade (Standard internazionale ISO 65 Fairtrade Labelling Organization) Stop ai test su animali (Standard internazionale non testato su animali)

Certificazioni e marchi Evitare il green washing ed incentivare il miglioramento delle performance di produzione; Fornire una certezza di scenario che consenta investimenti agli operatori di settore; Costruire scenari coerenti che rendano possibile un contributo di tutti i livelli dal nazionale al locale;

Le future linee di intervento della Regione Emilia-Romagna Le prospettive di intervento e supporto finanziario sono ben delineate nella proposta di Piano triennale di attuazione 2011-2013 del PER (piano energetico regionale) attualmente in discussione Sostegno a progetti di filiera della green economy Sostegno a progetti di efficientamento energetico delle imprese, anche attraverso la costituzione di reti energetiche locali e lo sviluppo dell Energy Management Sostegno allo sviluppo di nuove imprese della green economy Qualificazione energetica e ambientale delle aree produttive Sviluppo della finanza e della garanzia per la green economy Gestione degli interventi co-promossi a livello nazionale

Alcuni esempi di interventi La Delibera della Giunta Regionale n.15 del 10/01/2011: obiettivi qualificazione ambientale del sistema produttivo regionale (Piano di azione ambientale 2008/2010) la qualificazione energetica del sistema produttivo regionale (Piano operativo regionale Fesr 2007/2013)

Alcuni esempi di interventi Per la qualificazione ambientale Si intende il favorire e promuovere la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti cemento-amianto ove presenti nei luoghi di lavoro Per qualificazione energetica Si intende il favorire e promuovere interventi finalizzati al risparmio energetico nella climatizzazione degli edifici adibiti a sedi di lavoro nonché l autoproduzione e l autoconsumo di energia prodotta tramite la fonte solare attraverso l installazione di impianti fotovoltaici. Risorse disponibili L Asse III del POR FESR 2007-2013 ha l obiettivo di promuovere la competitività energetica delle aree produttive e delle imprese e si concentra fortemente sul tema della sostenibilità ambientale, con particolare riguardo al tema dell innovazione in campo energetico e alla promozione dell efficienza energetica, anche tramite strumenti di ingegneria finanziaria. Le risorse destinate all ASSE ammontano complessivamente a 80 milioni di euro pari al 23% del POR. 45 Mln sono destinati al finanziamento di 27 ambiti produttivi, a finalità energetica, a cui si aggiungono 15 Mln (fonte regionale) per finalità ambientale.

Continuità.. Alla fine del 2011, ai sensi dell Asse III del POR FESR 2007/2013 relativamente all attività 1.2. - sostegno a progetti innovativi nel campo energetico ambientale volti al risparmio energetico e all utilizzo di fonti rinnovabili sono stati finanziati 108 progetti per un totale di 12,3 Mlneuro relativi ai seguenti interventi: Impianti fotovoltaici (77) Interventi di risparmio energetico (23) Impianti di micro cogenerazione (8) La prevalenza degli investimenti ha riguardato gli impianti fotovoltaici. Inoltre sul bando finalizzato alla rimozione dell amianto sono stati finanziati 13 M per circa 200 imprese che hanno incluso interventi di efficienza energetica ed impianti fotovoltaici Anche nell ambito dell ASSE II dedicato allo sviluppo innovativo delle imprese sono considerati premianti nella formulazione di alcuni bandi aspetti relativi all innovazione tecnologica in campo energetico ambientale. Le risorse assegnate in questo Asse sono 70 milioni di euro. Ad oggi è in corso di istruttoria il bando che assegna risorse in tale ambito e le domande presentate sono state oltre 1500.

Riferimenti web sulle attività dell Agenzia www.ervet.it www.tecnologiepulite.it www.retecartesio.it Su produzione e consumo sostenibile: www.regione.emilia-romagna.it/pcs/ Sulle aree produttive ecologicamente attrezzate http://www.investinemiliaromagna.it http://emiliaromagna.si-impresa.it