Pag.: 1 di 5 PROCEDURA AZIENDALE PER IL RECEPIMENTO E LA GESTIONE DELLA BUONA PRATICA PER LA PREVENZIONE E GESTIONE DELLA DISTOCIA DI SPALLA Indice delle revisioni Codice Documento Revisione Data emissione PA.GRC.07 1 02.03.2009 Firme Redatto Verificato Approvato UO Assicurazione Qualità Referente Sistema Qualità Direttore Sanitario Resp Gruppo Lavoro aziendale GRC
Pag.: 2 di 5 INDICE 1. Scopo e applicabilità...3 2. Modalità operative...4 2.1 Premessa.....4 2.2 Adozione delle"buone pratiche per la prevenzione e gestioni della distocia di spalla nell Azienda USL 3 (Pistoia)...5 3. Allegati...5 Allegato 1: I quaderni dei laboratori per la sicurezza del paziente - Buone pratiche per la sicurezza del paziente in ginecologia ed ostetricia: Capitolo 2.1 "Buone pratiche per la prevenzione e la gestione della distocia di spalla"
Pag.: 3 di 5 1. SCOPO E APPLICABILITÀ A. SCOPO Lo scopo di questa procedura è di recepire le Buone Pratiche Regionale per la Prevenzione e la Gestione della distocia di spalla definendone le responsabilità e le modalità di gestione, all interno della nostra Azienda. Tali Buone Pratiche scaturiscono dal lavoro dei Laboratori per la Sicurezza dei Pazienti della Regione Toscana che, in collaborazione il Centro Gestione Rischio Clinico e Sicurezza del paziente, sta promuovendo l adozione di buone pratiche la cui efficacia in termini di impatto sulla qualità dell assistenza è basata su evidenze scientifiche raccolte a livello internazionale (DGR. 267 del67del 16/04/2007; DGR 704 del 08/10/2007; DGR 135 del 25/02/2008). Con la seguente procedura si vogliono definire i criteri e le modalità operative per garantire una corretta prevenzione e gestione della distocia di spalla poiché, pur rimanendo una evento raro, è spesso imprevedibile e con conseguenze che possono essere gravi sia per la madre che per il feto, indipendentemente dal corretto trattamento. Si vuole pertanto garantire: l implementazione delle Buone Pratiche nelle strutture di ginecologia e ostetricia della nostra azienda coinvolgendo la dirigenza, il personale sanitario e le strutture aziendali per la Gestione del Rischio Clinico; la definizione e l implementazione di una procedura aziendale per la prevenzione e la gestione della distocia di spalla che sia condivisa con tutti gli operatori sanitari e che sia coerente con le indicazioni fornite dalle linee guida internazionali; le iniziative di formazione che devono coinvolgere tutto il personale dei reparti interessati (infermieri, personale sanitario di supporto, medici) e comprendere; disponibilità e corretta gestione del materiale informativo per gli operatori; corrette modalità di verifica dell applicazione e dell efficacia della Buona pratica in ambito aziendale. B. APPLICABILITÀ La presente procedura deve essere applicate da tutto il personale sanitario dei reparti di ginecologia e ostetricia dell azienda e da tutto il personale coinvolto nella GRC dell Azienda USL 3 di Pistoia.
Pag.: 4 di 5 2.1 Premessa 2. MODALITÀ OPERATIVE Per distocia di spalla si intende quel quadro clinico in cui, al momento della fuoriuscita della testa del feto, le spalle non escono spontaneamente e sono necessarie ulteriori manovre ostetriche dopo il fallimento della leggera trazione che viene abitualmente esercitata sulla testa fetale per il disimpegno delle spalle. La testa si disimpegna spontaneamente ma rimane incollata alla vulva, deprimendo il perineo (segno della tartaruga). La distocia di spalla può essere causata dall impatto della spalla anteriore contro la sinfisi pubica (distocia bassa) o dall impatto della spalla posteriore contro il promontorio sacrale (distocia alta). Le complicanze per il feto possono essere: morte; danni cerebrali ipossico-ischemici; lesioni del plesso brachiale (paralisi di Erb paralisi di Klumpke). Le complicanze materne possono essere: lacerazioni perineali di 3 4 livello; atonia uterina; rottura di utero; emorragia post-partum; incontinenza fecale; infezione e atonia vescicale in puerperio; alti tassi di induzioni e tagli cesarei effettuati a scopo preventivo. I fattori di rischio possono essere: biologici: - età materna avanzata, - bassa statura, - multiparità, - anomalie del bacino, - feto di sesso maschile, anamnestici: - precedente distocia di spalla, - precedente feto macrosomico, ostetrici: a) fattori di rischio in gravidanza - diabete, - obesità, - gravidanza protratta, - eccessivo aumento ponderale, - macrosomia fetale (il 50-60% circa delle distocie di spalla sono state osservate in neonati di peso <4000 gr), b) fattori di rischio in travaglio di parto - fase attiva protratta, - arresto secondario del I stadio, - parto precipitoso, - uso di ossitocina, - parto analgesico, - parto operativo.
Pag.: 5 di 5 2.2 Adozione della "Buona pratica per la prevenzione e gestione della distocia di spalla nell Azienda USL 3 (Pistoia) Con la presente procedura si recepisce ufficialmente, a livello aziendale, il documento regionale Buone Pratiche per la prevenzione e gestione della distocia di spalla (capitolo 2.1 delle Buone pratiche per la sicurezza del paziente in Ginecologia ed Ostetricia, pubblicato nel N. 1 de: I quaderni dei laboratori per la sicurezza del paziente). Tale documento viene riportato in allegato (Allegato 1). Al fine di improntare l organizzazione aziendale per la corretta gestione delle raccomandazioni contenute in tale documento il D.G., i Direttori di PO, i Direttori e i Dirigenti infermieristici e tutto il personale sanitario delle UU.OO. Ginecologia e Ostetricia, s impegnano a: implementare la diffusione delle Buone pratiche per la prevenzione e la gestione della distocia di spalla a tutto il personale interessato; applicare le indicazioni regionale per la prevenzione e la gestione della distocia di spalla, secondo le responsabilità individuate; revisionare le procedure Aziendali, di Presidio e di struttura sulla base delle indicazioni contenute nella Buna pratica; organizzare programmi aziendali di formazione e informazione che riguardino il personale sanitario coinvolto; monitorare attivamente l applicazione del protocollo regionale. 3. ALLEGATI Allegato 1: I Quaderni dei laboratori per la sicurezza del paziente - Buone pratiche per la sicurezza del paziente in ginecologia ed ostetricia: Capitolo 2.1 "Buone pratiche per la prevenzione e la gestione della distocia di spalla"