00_romane_rivoltella 26-10-2006 16:53 Pagina 9 Introduzione Sono 50 milioni i giovani europei in Internet. Quasi tutti hanno un telefono cellulare, scambiano e scaricano musica con i loro amici, leggono un libro mentre ascoltano in cuffia il loro ipod, amano videogiocare. Come intendere queste pratiche? Come comportarsi da genitori, da educatori, di fronte ad esse? Cosa fare in futuro perché la loro relazione con questi media sia adeguata, sicura, tale da liberare le potenzialità positive della tecnologia? È questo il dato e sono queste le domande da cui è partita alla fine del 2004 la ricerca internazionale Mediappro, un indagine quali-quantitativa sull uso, la rappresentazione e l appropriazione dei media digitali (in modo particolare Internet, telefono cellulare, consolle videogiochi) da parte degli adolescenti di dieci Paesi, tra i 12 e i 18 anni. L équipe che dirigo presso l Università Cattolica di Milano ne ha fatto parte ottenendo i risultati che in questo volume vengono presentati. La distanza che separa questa ricerca da quella precedente, condotta dallo stesso network di ricercatori tra il 1999 e il 2001, è ben rappresentata dal titolo dei due volumi che ne contengono i risultati: I rag@zzi del web (Rivoltella, 2001) e Screen Generation. Nel primo caso ci pareva importante evidenziare come la pratica della navigazione in Internet costituisse in apertura di nuovo millennio la vera novità nei consumi mediali dell adolescente europeo, in modo particolare di quello italiano, dato che nel nostro Paese l anno della svolta per quanto riguarda la diffusione della Rete a livello sociale è stato il 1999 e quindi quella ricerca registrava le prime conseguenze proprio di questa svolta. A distanza di cinque anni il quadro pare completamente mutato. Certo, Internet rimane protagonista indiscusso del contesto comunicativo dei più giovani, ma il panorama dei dispositivi mediali si è nel frattempo arricchito di nuovi schermi: accanto a quelli classici del televisore e del computer, occorre indicare quelli del
00_romane_rivoltella 26-10-2006 16:53 Pagina 10 10 INTRODUZIONE telefono cellulare, della consolle videogiochi, dell ipod. L adolescente si muove tra questi schermi con dimestichezza, costruisce la sua dieta mediale distribuendo tra di essi (e anche altre attività) il proprio tempo, non disdegna di utilizzare contemporaneamente più di un dispositivo per volta. Per dipanare questa complessità si è scelto di ricorrere a un questionario di 63 domande, le stesse per tutti i Paesi, che ha consentito di costruire un campione di 7.393 rispondenti; tra questi sono stati scelti 25 soggetti per ogni Paese con cui sono state condotte delle interviste in profondità. Il taglio della ricerca è stato decisamente pedagogico: questo significa che obiettivo della ricerca non è stato certo quello di determinare delle medie statistiche riguardo ai comportamenti di consumo degli adolescenti, quanto piuttosto di verificare cosa comporti questa nuova pratica di consumo nel vissuto dei ragazzi individuando dei profili d uso che possano tornare utili agli educatori nella progettazione delle loro strategie di intervento. La categoria-chiave attorno alla quale il lavoro ruota è quella dell appropriazione, che significa chiedersi quale spazio le tecnologie vadano ad occupare nel tempo individuale e sociale dei soggetti, come contribuiscano a definire le pratiche attraverso le quali essi producono i significati e comunicano con gli altri. A livello internazionale il dato più rilevante è che Internet appartiene ormai alla vita delle giovani generazioni (più del 90% dichiara di farne uso abitualmente). Per quanto riguarda gli usi tre rilievi si impongono: le attività di recupero dell informazione sono molto diffuse (9 adolescenti su 10 utilizzano motori di ricerca; più del 60% scarica abitualmente materiali da Internet), decisamente più delle attività di costruzione (come aprire un sito Internet o tenere un blog); abbastanza diffuso è anche l uso della posta elettronica (68%) e di MSN (7 adolescenti su 10 dichiarano di farne un uso frequente, anche se in Italia il dato è sottorappresentato rispetto ad altri Paesi); l ascolto/scambio di file musicali è una delle attività più frequentate. Il luogo principale della connessione (80%) è la casa; a scuola sono decisamente ridotte le attività didattiche che prevedono l uso di Internet e dall indagine emerge un quadro abbastanza nega-
00_romane_rivoltella 26-10-2006 16:53 Pagina 11 INTRODUZIONE 11 tivo sia in ordine alle competenze degli insegnanti al riguardo, sia in relazione agli spazi di programmazione dedicati ai media e alle tecnologie. Particolarmente interessante è la rappresentazione dei rischi che vengono associati alla Rete. Gli adolescenti non sono sprovveduti al riguardo: dichiarano di non parlare mai (47%) o raramente (22%) con persone non conosciute incontrate in chat; il 79% dimostra di conoscere molto bene come funziona Internet; il 52% ritiene di essere sufficientemente capace di valutare l appropriatezza di un informazione reperita in Rete. In sostanza la ricerca mette in evidenza che i giovani sono molto più consapevoli di quanto i discorsi sociali circolanti non ritengano. La rappresentazione del giovane come ingenuo ed esposto ai rischi della Rete è appunto solo una rappresentazione, tanto è vero che quando l adolescente viene richiesto di restituire la sua rappresentazione di tali rischi, finisce per riportare i contenuti dei discorsi dei media o degli adulti (pornografia, pedofilia ecc.), quando invece gli viene chiesto di raccontare la sua effettiva percezione del rischio la identifica con i virus o con la possibilità di rimanere vittima di un attacco hacker. Ma il dato più eclatante (vero marcatore differenziale tra i giovani europei e quelli canadesi che pure erano inclusi nel campione e, tra quelli europei, tra gli italiani e tutti gli altri) è relativo al possesso e all uso del telefono cellulare. Il 95% degli intervistati ha un cellulare personale; il 79% vi gestisce soprattutto SMS. Ci troviamo di fronte realmente a una digit generation, a una generazione del dito (o del pollice, thumb, come qualcuno preferisce dire facendo riferimento al dito più utilizzato nella composizione degli SMS ma, in generale, nell uso delle interfaccia dei telefoni mobili). Un dato che sottolinea come per questi giovani sia importante restare in contatto con i coetanei, sentirsi parte del cerchio affettivo del gruppo; un bisogno, questo, che pare configurarsi come una forma di horror vacui, la stessa che coglie noi adulti ormai incapaci di silenzio e impegnati a riempire ogni spazio/tempo libero della giornata messaggiando o chiamando qualcuno. Da ultimo è interessante il dato relativo all uso dei videogiochi, equamente diviso tra computer (52%) e consolle come la Playstation (49%). Gli adolescenti in genere non giocano on-line, preferiscono giocare con gli amici, quindi identificano l attività ludica come attività sociale.
00_romane_rivoltella 26-10-2006 16:53 Pagina 12 12 INTRODUZIONE Più in generale e in linea conclusiva l immagine di adolescente che la ricerca ci consegna è quella di un utente consapevole ed esperto, che tende a fare un uso specializzato dei diversi media in relazione alle loro possibili destinazioni di consumo: il computer e Internet per cercare e trattare informazioni; il cellulare per comunicare; la consolle videogiochi per divertirsi. Nel consegnare la ricerca alla comunità scientifica e agli educatori (con l augurio che funzioni da innesco di pratiche riflessive e soprattutto educative) un primo doveroso ringraziamento va all amico Thierry De Smedt, dell Università di Louvain La Neuve, coordinatore dell équipe di ricerca internazionale e a tutti gli amici che ne hanno fatto parte; la consapevolezza di lavorare bene insieme (da quasi dieci anni) ci spinge a voler progettare altri percorsi di indagine. Naturalmente senza il mio gruppo di lavoro dell Università Cattolica, la parte italiana della ricerca non avrebbe visto la luce. L altro ringraziamento va a loro: a Elsa Zoffi, per il coordinamento del gruppo nei due anni di durata del progetto; a Simona Ferrari, per l elaborazione dei dati quantitativi e la cura della documentazione on-line della ricerca 1 ; a Flavia Nizia de Ribeiro Fonseca, della PUC di Rio de Janeiro, che ha svolto con me l anno all estero del suo dottorato in Educaçäo e ha arricchito la nostra ricerca con le sue competenze relative all uso degli strumenti proiettivi; a Matteo Zago, per l inserimento dei dati nel database. Tre dei capitoli di questo libro, inoltre, costituiscono la stesura del lavoro di ricerca condotto sul campo nelle scuole di Milano e Novara, Roma e Civitavecchia, Palermo e Bagheria. Per questo e per i consigli e le osservazioni dispensati durante tutta la redazione del libro va il mio ringraziamento a Michele Aglieri e Chiara Valmachino (cap. 5) 2, Alessandra Carenzio ed Elsa Zoffi (cap. 6) 3, Simona Ferrari e Chiara Marazzi (cap. 7) 4. 1 In Internet, URL: http://omero.unicatt.it/ricerca/mediappro. 2 Michele Aglieri ha scritto i parr. 4, 4.1, 4.2, 4.3, 5, 5.1, 5.2, 6; Chiara Valmachino i parr. introduttivo, 2, 2.1, 2.2, 2.3, 3. Gli autori hanno condiviso la stesura del par. 1. 3 Alessandra Carenzio ha scritto i parr. 6.1 e 6.2; Elsa Zoffi i parr. 6.3 e 6.4. 4 Simona Ferrari ha scritto i parr. 7.1, 7.2, 7.3; e ha curato la redazione definitiva del capitolo; Chiara Marazzi ha scritto il par. 7.4.
00_romane_rivoltella 26-10-2006 16:53 Pagina 13 INTRODUZIONE 13 Gli adolescenti che abbiamo intervistato ci incoraggiano a non considerare la Rete e i nuovi media solo in termini negativi e censori ma in relazione alle loro potenzialità espressive. E tuttavia le loro risposte chiedono agli educatori genitori e insegnanti anzitutto di sviluppare competenze specifiche per essere in grado di accompagnarli nella loro pratica mediale non tanto dal punto di vista delle abilità tecniche i ragazzi le sanno acquisire benissimo da soli, senza bisogno dell adulto, quanto piuttosto da quello di un utilizzo sempre più critico e consapevole. Trova qui la sua ragion d essere la riflessione che avviamo nell ultimo capitolo e che riteniamo di fondamentale importanza sulla possibilità (necessità?) di ripensare in questa prospettiva l idea e i metodi che condividiamo riguardo alla Media Education: la percezione è che si debba entrare in una nuova fase progettuale di cui l idea di cittadinanza (digitale) debba costituire il fulcro. Milano, ottobre 2006 Pier Cesare Rivoltella