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Annual Report 2011

Indice Annual Report 2011 5 Lettera ai soci di Mario Natale Mezzanotte, presidente 7 Introduzione di Francesco Pugliese, direttore generale 10 Identità 33 Scenario 33 L economia mondiale 34 L economia italiana 35 I consumi delle famiglie 35 Gli investimenti 35 Le esportazioni e le importazioni 36 La produzione industriale 36 I prezzi e i costi al consumo 36 I prezzi e i costi alla produzione 36 L occupazione 37 La distribuzione 40 Report attività 40 I risultati nel mercato 40 Le acquisizioni 42 Le posizioni nel mercato 44 I canali 45 Convenienza, distintività e fidelizzazione 46 La marca commerciale 50 Gli investimenti in comunicazione 50 L innovazione 52 L internazionalizzazione 52 Le vendite all estero 54 per l ambiente 54 Cittadinanza d impresa

5 Lettera ai soci di Mario Natale Mezzanotte presidente Cari soci, con la chiusura dell esercizio al 31/12/2011, il Consorzio archivia un anno decisamente positivo, con risultati che assumono un rilievo anche maggiore, se si considera il contesto nel quale sono stati conseguiti. Ci accingiamo quindi a sottoporre all Assemblea dei soci in calendario il prossimo 19 giugno un bilancio di cui siamo orgogliosi e che ci conduce in un anno segnato da un altro importante traguardo per : il cinquantesimo anniversario dalla fondazione, che peraltro coincide con l Anno Internazionale delle Cooperative, proclamato dall Assemblea delle Nazioni Unite. I 50 anni di sono un occasione irripetibile per ribadire la validità del modello cooperativo, ancor più in una fase congiunturale come quella che sta vivendo il Paese. Un modello che pone al centro dell agire la persona e valori condivisi, applicati giorno dopo giorno, nel lavoro e nell impegno di ciascuno: dei soci, dei dipendenti e dei manager. Capitale umano e coesione sono infatti gli elementi su cui si fondano le nostre imprese: sentire la cooperativa come parte di sé, come il luogo nel quale investire professionalità e capacità imprenditoriali, è alla base del patto intergenerazionale che distingue le nostre dalle altre imprese. In una cooperativa gli utili vengono reinvestiti in sviluppo, in occupazione, nella crescita di nuove competenze. Ecco perché le cooperative non sono contendibili : non appartengono a nessuno, se non alle generazioni future, ai cooperatori di domani che un giorno festeggeranno i 100 anni di. È questo che rende il modello cooperativo distintivo e valido anche e soprattutto in questa difficile congiuntura economica. ha raggiunto una propria maturità sociale, cresciuta in virtù della tradizione cooperativa che è alla base delle politiche di sviluppo e delle iniziative che ci vedranno impegnati anche nell esercizio in corso e in quelli successivi. Siamo ciò che la storia e i nostri valori ci hanno reso in cinquant anni di lavoro: un sistema forte e coeso che, grazie alle persone, alla gente di, sa guardare al futuro con la consapevolezza che cooperare è prima di tutto fare. Fare insieme, nell interesse di tutti. Ribadire questi concetti, senza dar nulla per scontato, è l invito che rivolgo a tutti i soci a partire dall Assemblea ormai prossima, affinché si adoperino, in tutte le sedi e le occasioni, per ricordare chi siamo e perché ne siamo orgogliosi.

7 Introduzione di Francesco Pugliese direttore generale Cari amici, quando a conclusione del 2011, nella stretta della crisi non solo economica, ma anche politica e istituzionale del Paese, organizzammo la tradizionale convention con i fornitori intitolandola In tempi estremi, non potevamo immaginare quanto questo titolo sarebbe stato profetico. Oggi più di prima si ha l impressione che stiano vacillando le certezze su cui abbiamo costruito i nostri sistemi di previsione, l idea di crescita e di sviluppo e il senso stesso del futuro. Il nostro Paese sta riscoprendo la propria fragilità e persino la solida terra emiliana che 50 anni fa ha visto nascere il nostro Consorzio e tantissime altre realtà economiche riconosciute come eccellenze in Italia e all estero ha subito un durissimo colpo; un emergenza che non ha nulla a che vedere con la crisi, ma che presto proprio con la crisi dovrà fare i conti. In questo nuovo paesaggio economico e sociale, ci sono almeno due elementi ai quali possiamo ancorarci con fiducia. Il primo è la ciclicità insita nella vita: gli equilibri a un certo punto si rompono, ma la vita è sempre più forte e dalle macerie nascono nuove cose. Dobbiamo solo decidere dove vogliamo collocarci, se vogliamo essere spettatori o protagonisti della ricostruzione. L Emilia ferita dal terremoto non delegherà ad altri il proprio futuro, potete scommetterci. Il secondo elemento è che l uomo è un animale sociale e come tale, proprio nei momenti di difficoltà tende a unirsi, a condividere, a cercare soluzioni insieme a chi gli sta accanto. Noi sappiamo che un azienda cooperativa come la nostra con i valori, le persone e la storia che ci distingue non resterà in attesa: anche nell Italia della crisi e della ricostruzione farà la sua parte, da protagonista, insieme ai soci, ai fornitori e ai clienti. Siamo abituati ad agire e a pensare al plurale e continueremo a farlo, nell interesse di tutti. Anche i risultati del 2011 lo testimoniano. Siamo tra le poche catene della distribuzione che continuano a crescere, in controtendenza. Voglio ricordare che nel 2005, quando annunciammo di voler raddoppiare il giro d affari della marca commerciale entro nel 2012, incontrammo qualche scetticismo. Invece, quel risultato lo abbiamo raggiunto proprio nell esercizio appena concluso, con un anno di anticipo. Non solo. La marca continua a crescere e con tassi decisamente superiori alla media delle private label: un risultato di cui siamo particolarmente orgogliosi, anche perché sappiamo che il merito è anche dei nostri soci del lavoro che ogni giorno svolgono nel punto vendita, del rapporto di collaborazione costruito con i nostri fornitori e, non ultimo, del Consorzio, che ha saputo dare ai clienti di la migliore qualità unita alla massima convenienza. Sempre nel corso dell esercizio, abbiamo portato avanti un progetto di canalizzazione decisamente impegnativo con l introduzione dell insegna City che ha coinvolto centinaia di punti vendita in pochi mesi. Lo avevamo annunciato e lo abbiamo fatto, in un anno di recessione, di tensioni e di incertezza. Il piano di lavoro per il 2012 è ugualmente impegnativo, il contesto anche più difficile, ma siamo fiduciosi perché, come qualcuno ha detto, il futuro è più forte di qualsiasi crisi.

9 Da 50 anni vicini al cliente, al socio, alla comunità.

10 IDENTITÀ Consorzio Nazionale Dettaglianti è la più vasta organizzazione in Italia di imprenditori indipendenti del commercio al dettaglio. Un originale modello distributivo fondato sulla figura del commerciante-cooperatore, ovvero dell imprenditore del commercio associato in cooperativa, protagonista di un network che vede nel Consorzio lo strumento di orientamento e di sintesi dell intero sistema. Dal punto di vista societario, è un consorzio (aderente a Legacoop) che aggrega otto grandi cooperative, le quali complessivamente associano circa 3.000 dettaglianti in tutto il Paese: un network cooperativo oggi leader nel canale dei supermercati, nonché seconda catena della distribuzione commerciale in Italia. Sul piano operativo, il sistema è quindi strutturato su tre livelli: - i soci titolari dei punti vendita, associati in cooperativa; - le cooperative di base, che operano nelle diverse aree del Paese supportando gli associati e coordinando l attività commerciale a livello territoriale (con servizi amministrativi, commerciali, logistici e finanziari); - il Consorzio nazionale, che agisce da centrale di acquisto, di servizi, marketing e comunicazione per tutto il sistema, curando anche la produzione, la promozione e lo sviluppo della marca commerciale. La storia La storia di è quella di un gruppo di piccoli dettaglianti che, tra la fine degli anni Cinquanta e l inizio dei Sessanta, spinti dal desiderio di emanciparsi dal potere dei grossisti, smentirono la vocazione individualista comunemente attribuita al commerciante e decisero di associarsi per affrontare uniti il mercato. La Seconda Guerra Mondiale era finita da poco più di un decennio e il Paese era deciso a lasciarsi alle spalle orrori e povertà per crescere rapidamente, ricostruire e soprattutto costruire un mondo nuovo. Dettaglianti, bottegai, piccoli e piccolissimi esercenti, ma anche contadini e operai senza lavoro, insieme imparavano il mestiere di cooperatore. Fondarono i primi gruppi cooperativi di acquisto, poi si associarono con altre esperienze simili che stavano nascendo un po in tutto il Paese e, il 13 maggio 1962, a Bologna, siglarono l atto costitutivo di, il Consorzio Nazionale Dettaglianti. Così è nata l insegna che tutti conosciamo e che in cinquant anni è divenuta la seconda catena della distribuzione commerciale in Italia. Un sistema cooperativo complesso, ancora oggi sorretto da un gruppo oggi molto più consistente di commercianti associati, persone che hanno compiuto una scelta di campo: cooperare per crescere meglio e insieme, soci, clienti e territorio.

11 Il sistema 2.946 punti di vendita 1.564.161 mq di superficie di vendita 2.571 soci 35.500 collaboratori 10,6% la quota di mercato 10,160 miliardi di fatturato della rete di vendita +4% la crescita rispetto al 2010 6.885.000 famiglie fedeli che fanno la spesa tutte le settimane in

12 Le 8 cooperative aderenti al consorzio CIA Commercianti Indipendenti Associati Romagna, Friuli-Venezia Giulia, alcune province delle Marche e del Veneto Adriatico Alcune province delle Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Albania Centro Nord Lombardia e alcune province dell Emilia del Tirreno Toscana, Sardegna e alcune province della Liguria e del Lazio Sicilia Province della parte orientale della Sicilia e Malta Nordiconad Piemonte, Valle d Aosta e alcune province dell Emilia, della Liguria e del Veneto. In Trentino è presente attraverso Dao, Dettaglianti Alimentari Organizzati PAC 2000A Umbria, Campania, Calabria e alcune province del Lazio Sicilconad Province di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Messina Il Consiglio di Amministrazione Il Consiglio di Amministrazione è composto dal presidente, dal direttore generale e da 12 consiglieri in rappresentanza delle cooperative associate. La cultura aziendale di rende tale assise aperta al dialogo nel rispetto delle altrui opinioni, luogo in cui si procede all amministrazione ordinaria e straordinaria, si dibattono le linee strategiche di sviluppo del sistema nel suo complesso, si verificano l andamento della gestione e l applicazione delle regole di governo. Il direttore generale È compito del direttore generale individuare e proporre ai soci del Consorzio le politiche di sviluppo di medio e lungo termine, facendosi garante dello svolgimento delle attività secondo quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione. Dal 2004 il ruolo di direttore generale è ricoperto da Francesco Pugliese al quale, nel corso dell esercizio 2011, in seguito all uscita dell amministratore delegato Camillo De Berardinis, sono state ampliate le procure. Le direzioni organizzative Le direzioni sono le unità organizzative e operative che presiedono all attuazione degli indirizzi strategici forniti dal Consiglio di Amministrazione. Sono raggruppate in base alla funzione delle attività da svolgere e hanno la finalità primaria dell impiego ottimale delle risorse al fine del raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Identità 13 la governance Presidente Mario Natale Mezzanotte Vice Presidente Silvano Ferrini Direttore generale Francesco Pugliese Consiglieri Claudio Alibrandi Francesco Arena Ugo Baldi Vladimiro Cecchini Antonio Di Ferdinando Marzio Ferrari Ivano Ferrarini Mauro Lusetti Maurizio Pavone Aldo Pisano Giorgio Ragusa Danilo Toppetti Il management Direttore generale Francesco Pugliese Direttore commerciale Francesco Avanzini Direttore marketing e private label Giuseppe Zuliani Direttore canale iper e non food Ivan Molinari Direttore loyalty e canali distributivi Alberto Moretti Direttore amministrazione e finanza Mauro Bosio Direttore del personale Moreno Batani

14 Cia Commercianti Indipendenti Associati Via dei Mercanti 3 Forlì tel. 0543 800111 0543 800301 Province di competenza Ancona Belluno Como Forlì-Cesena Gorizia Pordenone Pesaro e Urbino Ravenna Rimini Rovigo Trieste Treviso Udine Venezia Vicenza Verona Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc 2/17.000 Superstore 19/32.250 61/47.650 City 120/30.950 Margherita - Sapori&Dintorni - Discount - In totale 202 punti di vendita per una superficie di 127.850 mq Fatturato 817 milioni di euro (+8,5% rispetto al 2010) Quota di mercato 7,7% (Fonte: GNLC Nielsen) Soci 157 Dipendenti 5.180 Innovazione di servizio Distributori di carburante 1 Parafarmacie 4 Ottica 2 Cremeria Sapori&Dintorni 2

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17 Adriatico Via Manzoni 14 Monsampolo del Tronto (Ascoli Piceno) Tel. 0735 7071 Province di competenza Ancona Ascoli Piceno Bari Brindisi Campobasso Chieti Fermo Foggia Isernia L Aquila Lecce Macerata Matera Pescara Potenza Taranto Teramo La cooperativa è presente in Albania a Tirana Durazzo Selita Valona Kavaje Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc 9/43.928 Superstore 17/23.628 58/42.330 City 133/48.086 Margherita 52/10.452 Sapori&Dintorni - Discount 25/10.890 L Alimentare 45/5.885 Fatturato 890,7 milioni di euro (+2,7% rispetto al 2010) Quota di mercato 11,61% (Fonte: GNLC Nielsen) Adriatico è leader di mercato in Abruzzo (24,5%) e Molise (23,6%) Soci 287 Dipendenti 4.808 Innovazione di servizio Parafarmacie 10 Ottica 2 24 su 24 1 In totale 339 punti di vendita per una superficie di 185.199 mq

18 Centro Nord Via Kennedy 5 Campegine (Reggio Emilia) tel. 0522 905111 Province di competenza Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Parma Pavia Piacenza Reggio Emilia Sondrio Varese Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc - Superstore 6/12.495 95/99.283 City 32/12.967 Margherita 71/9.466 Sapori&Dintorni - Discount - In totale 204 punti di vendita per una superficie di 134.211 mq Fatturato 937 milioni di euro (+6,9% rispetto al 2010) Quota di mercato 5,02% (Fonte: GNLC Nielsen) Soci 454 Dipendenti 3.587 Innovazione di servizio Distributori di carburanti 1 Parafarmacie 2

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21 del Tirreno Via Bure Vecchia Nord 10 Pistoia tel. 0573 9201 Province di competenza Arezzo Cagliari Carbonia-Iglesias Firenze Grosseto La Spezia Livorno Lucca Massa-Carrara Medio Campidano (Villacidro Sanluri) Nuoro Ogliastra Olbia-Tempio Oristano Pisa Pistoia Prato Roma Sassari Siena Viterbo Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc 11/37.600 Superstore 40/63.100 104/71.230 City 117/41.970 Margherita 59/9.225 Sapori&Dintorni 2/790 Discount - In totale 335 punti di vendita per una superficie di 223.915 mq Fatturato 2,1 miliardi di euro (+2,7% rispetto al 2010) Quota di mercato 13,72% (Fonte: GNLC Nielsen) Soci 215 Dipendenti 9.000 Innovazione di servizio Distributori di carburanti 4 Parafarmacie 16

22 Sicilia Contrada Fargione Aggl. Ind. Modica-Pozzallo Modica (Ragusa) tel. 0932 776111 Province di competenza Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Ragusa Siracusa La cooperativa è presente nella Repubblica di Malta Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc - Superstore 6/10.820 32/23.035 City 39/12.765 Tradizionali 60/8.770 Sapori&Dintorni - Fatturato 225,9 milioni di euro (+1% rispetto al 2010) Quota di mercato 6,55% (Fonte: GNLC Nielsen) Soci 120 Dipendenti 1.542 Discount 2/940 In totale 139 punti di vendita per una superficie di 56.330 mq

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25 Nordiconad Via Danimarca 50 Modena tel. 059 326611 Province di competenza Alessandria Aosta Asti Biella Bologna Cuneo Ferrara Genova Imperia Mantova Modena Novara Savona Torino Verbania Vercelli In Trentino-Alto Adige Nordiconad opera con l associata Dao nelle province di Trento e Bolzano Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc 6/30.770 Superstore 6/12.510 97/78.974 City 142/54.770 Margherita 162/24.162 Sapori&Dintorni - Discount - Altre insegne 51/15.838 In totale 464 punti di vendita per una superficie di 217.024 mq (I dati sono comprensivi dell associata Dao, che opera in Trentino-Alto Adige) Fatturato 1.396 milioni di euro (+4,1% rispetto al 2010) Quota di mercato 8,36% (Fonte: GNLC Nielsen) Soci 236 (197 società socie) Dipendenti 5.521 Innovazione di servizio Distributori di carburanti 5 Parafarmacie 12 Ottica 5 Cremeria Sapori&Dintorni 1

26 PAC 2000A Via del Rame Ponte Felcino (Perugia) tel. 075 59161 Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc 5/23.600 Fatturato 2,2 miliardi di euro (+7,8% rispetto al 2010) Province di competenza Avellino Benevento Caserta Catanzaro Cosenza Crotone Frosinone Latina Napoli Perugia Potenza Reggio Calabria Rieti Roma Salerno Terni Vibo Valentia Superstore 42/65.622 361/250.247 City 153/47.118 Margherita 400/59.086 Sapori&Dintorni - Discount 161/104.280 (Pdv totali a insegna Todis che fanno capo al gruppo PAC 2000A di cui 123 nell area e 38 sul territorio nazionale) In totale 1.122 punti di vendita per una superficie di 549.953 mq Quota di mercato 16,98% (Fonte: GNLC Nielsen) PAC 2000A è leader di mercato in Umbria (23,7%) Soci 986 Dipendenti 13.101 Innovazione di servizio Distributori di carburanti 3 Parafarmacie 4 Ottica 1

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29 Sicilconad Via Madonna del Ponte s/n Partinico (Palermo) tel. 091 8910511 Province di competenza Agrigento Caltanissetta Enna Messina Palermo Trapani Rete di vendita pdv (n.)/ superficie (mq) E.Leclerc - Superstore 15/23.392 59/36.860 Fatturato 394,3 milioni di euro (+5,7% rispetto al 2010) Quota di mercato 17,03% (Fonte: GNLC Nielsen) Soci 112 City 35/11.569 Dipendenti 1.905 Margherita 59/10.803 Sapori&Dintorni - Discount 11/4.965 EmmeStore 3/1.590 Tradizionali 11/1.337 In totale 193 punti di vendita per una superficie di 90.516 mq

31 Un anno impegnativo per le economie del mondo.

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33 2011 SCENARIO L economia mondiale Nel 2011 l economia mondiale ha registrato un rallentamento. Il prodotto interno lordo è cresciuto del 3,9%, valore in calo rispetto alla crescita del 5,3% registrata nell anno precedente, e il divario tra i ritmi di sviluppo delle principali aree si è accentuato. La crescita delle economie avanzate, infatti, si è dimezzata, attestandosi all 1,6%, mentre quella dei paesi emergenti e in via di sviluppo si è ridotta in misura assai più contenuta, arrestandosi al 6,2%, fornendo il contributo principale alla crescita mondiale. La fase di debolezza congiunturale è proseguita nel primo trimestre del 2012, più accentuata in Europa, meno negli Stati Uniti e nelle economie emergenti. Le differenze nella dinamica dell attività economica si sono fatte più acute anche tra i paesi avanzati. Negli Stati Uniti la crescita, molto modesta nella prima parte dell anno, ha ripreso vigore nella seconda; nel Regno Unito è rimasta assai contenuta, frenata dalla caduta della domanda interna e dall aumento della disoccupazione; in Giappone è divenuta negativa, risentendo dei gravi danni alla struttura produttiva causati dal terremoto che ha colpito il Paese nel marzo del 2011. Nei paesi emergenti e in via di sviluppo, dove l espansione ha continuato a essere sostenuta principalmente dalla domanda interna, l attività economica ha subito un rallentamento diffuso nella seconda metà del 2011. In paesi come la Cina, l India e soprattutto il Brasile, che nel 2010 avevano sperimentato una ripresa assai rapida e dove la capacità produttiva era tornata su un livello prossimo al pieno utilizzo, la decelerazione ha riflesso principalmente gli effetti delle politiche restrittive messe in atto nella prima metà dell anno, in risposta alle pressioni inflazionistiche. A questo fattore si è aggiunto, verso la fine del 2011, l indebolimento della domanda estera, in particolare quella dell area dell euro. Le economie appartenenti all Unione Europea (UE-27) sono cresciute nel complesso dell 1,5% nel 2011, un valore simile a quello registrato nell area dell euro.*

34 L economia italiana Nel 2011 il Pil dell Italia ha rallentato: la crescita è scesa, in media d anno, dall 1,8 allo 0,4%. Il peggioramento della fase ciclica è stato particolarmente intenso nella seconda metà dell anno, quando è iniziata una contrazione dell attività economica, proseguita all inizio del 2012. Il livello del prodotto nei primi tre mesi dell anno in corso era inferiore del 6% rispetto al precedente picco ciclico, raggiunto nel primo trimestre del 2008. La flessione del Pil dalla seconda metà del 2011 è in larga parte attribuibile alle conseguenze della crisi del debito sovrano nell area dell euro, che dall estate ha investito il mercato italiano. L aggravarsi delle tensioni finanziarie ha reso più difficile la provvista delle banche, ripercuotendosi sulle politiche di prestito al settore privato e, quindi, sulla domanda nazionale, in particolare per investimenti. Questi ultimi hanno risentito, inoltre, del permanere di ampi margini inutilizzati di capacità produttiva e dell andamento negativo del comparto delle costruzioni. Nel 2011 anche la spesa per consumi delle famiglie si è indebolita, riflettendo la flessione del reddito disponibile in termini reali e il progressivo deterioramento della fiducia dei consumatori, conseguente alle crescenti preoccupazioni legate alle condizioni del mercato del lavoro. Le esportazioni hanno continuato a fornire il principale stimolo all attività economica, pur risentendo dell indebolimento del ciclo economico internazionale. Il contributo dell interscambio con l estero alla crescita del Pil è stato di 1,4 punti percentuali. L inflazione al consumo è salita di oltre un punto percentuale, al 2,8% in media d anno. L aumento ha riflesso sia l andamento dei prezzi dell energia e degli alimentari, sospinti dai rincari delle quotazioni internazionali delle materie prime, sia, nella seconda parte dell anno, l effetto dei rialzi delle imposte indirette. All inizio del 2012 la dinamica dei prezzi è rimasta sopra il 3%; al netto della componente fiscale sarebbe inferiore di circa un punto percentuale, pressoché in linea con quella media dell area.*

Scenario 35 I consumi delle famiglie Dopo la moderata ripresa nel 2010, lo scorso anno i consumi delle famiglie italiane hanno mostrato un sostanziale ristagno (0,2% in volume). Alla flessione degli acquisti di beni non durevoli e semidurevoli (rispettivamente -0,8% e -0,3%), si è aggiunta la contrazione degli acquisti di prodotti durevoli (-1,8%, -12,9% nel complesso dell ultimo quadriennio). A quest ultima, nel 2011 ha contribuito il calo di quasi dieci punti percentuali della spesa in mezzi di trasporto, solo parzialmente compensata dall incremento di quella in mobili, elettrodomestici e beni a elevato contenuto tecnologico. La spesa in servizi è cresciuta dell 1,6%, soprattutto nelle componenti della ricreazione e della cultura. Particolarmente marcata, nella media dell anno, è poi la flessione della spesa per i generi alimentari (-1,3%). In termini di spesa pro-capite il dato del 2011 riporta i livelli indietro di quasi trent anni: si deve tornare ai primi anni 80 per scendere al di sotto dei 2.400 euro annui destinati alla spesa alimentare. Se negli ultimi cinque anni gli italiani hanno ridotto dell 11% i consumi, quelli dei beni alimentari nel 2011 sono calati, in termini quantitativi, del 2%, segnando la difficoltà di spesa delle famiglie italiane. Sui consumi continua a incidere la flessione del reddito disponibile reale, diminuito dello 0,6% nel 2011 e del 4,9% dal 2007. Lo scorso anno, nonostante l aumento dei redditi nominali (del 2%), il potere d acquisto è stato ridotto dall accelerazione dei prezzi.** Gli investimenti Nel 2011 gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dell 1,9%; la flessione ha compensato quasi per intero la ripresa osservata nell anno precedente. Si è contratta sia la spesa in costruzioni (-2,8%), sia quella in macchinari e attrezzature e in beni immateriali (-1,5% e -1,3%, rispettivamente); solo gli acquisti di mezzi di trasporto sono aumentati (1,5%). La propensione a investire è rimasta stabile al 19,2%, confermandosi inferiore a quella media dell ultimo decennio (20,7%). In aggiunta ai margini ancora ampi di capacità inutilizzata hanno inciso le incerte prospettive della domanda e, dall estate, l aggravarsi delle tensioni finanziarie.* Le esportazioni e le importazioni Nel 2011 le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 5,6% in volume (7% per la sola componente dei beni, a fronte del ristagno di quella dei servizi), in forte decelerazione rispetto alla decisa ripresa nell anno precedente. Le esportazioni italiane di soli beni hanno recuperato gran parte della caduta subita nel corso della recessione; alla fine dello scorso anno rimanevano inferiori di oltre il 5% ai livelli precedenti l avvio della crisi economica internazionale. In Francia il divario è di circa un punto percentuale; in Germania, invece, le vendite all estero di beni si sono attestate nell ultimo trimestre del 2011 su un valore superiore di circa quattro punti percentuali rispetto al livello massimo precedente la crisi. Sulla base dei dati di commercio estero, nel 2011 l espansione delle esportazioni di beni ha riflesso principalmente i flussi verso i paesi esterni all Unione Europea; le vendite nell Unione sono state sostenute da quelle verso la Germania, che tuttavia hanno registrato un rallentamento in corso d anno. A livello settoriale la crescita è stata sospinta soprattutto dai comparti dei macchinari e attrezzature e dei metalli; andamenti favorevoli hanno riguardato anche le esportazioni di prodotti tradizionali (tessile, abbigliamento e pelli), farmaceutici e apparecchi elettronici. Nel primo trimestre dell anno in corso si è registrata una sostanziale tenuta dei volumi esportati. Le importazioni di beni e servizi in volume sono cresciute in misura molto modesta (0,4%) nel complesso del 2011, frenate dalla debolezza della domanda nazionale: il rialzo della componente dei beni (1,4%) è stato bilanciato dalla flessione di quella dei servizi (-3,5%). Al ristagno degli acquisti dall estero ha inoltre

36 contribuito la riduzione delle agevolazioni fiscali a sostegno delle fonti energetiche rinnovabili, che nel 2010 avevano indotto un forte incremento di importazioni di prodotti del comparto fotovoltaico. Nel primo trimestre del 2012, infine, le importazioni complessive si sono contratte.* La produzione industriale Nel 2011 la maggior parte dei settori industriali ha segnato progressi modesti o diminuzioni dell attività; fanno eccezione i comparti della meccanica, della metallurgia e della fornitura di energia elettrica, che hanno registrato una crescita significativa. Nei servizi, agli incrementi del valore aggiunto nei settori del commercio e, come riflesso dei fitti imputati, nelle attività immobiliari (nell ordine dell 1,5% in entrambi i casi), si è associata la lieve diminuzione nei servizi della pubblica amministrazione, in particolare in quelli relativi all istruzione e alla sanità. L attività economica si è indebolita nel corso del 2011: negli ultimi due trimestri il Pil italiano è calato rispettivamente dello 0,2 e dello 0,7% sul periodo precedente. La flessione è proseguita nel primo trimestre dell anno in corso (-0,8%), risentendo dell ulteriore contrazione dell attività industriale (a ritmi attorno al 2%) e di quella nei servizi. I prezzi e i costi al consumo Nella media del 2011 l inflazione al consumo, misurata sulla base dell indice dei prezzi per l intera collettività nazionale (Nic), è salita al 2,8% dall 1,5 del 2010. L indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca) ha registrato un incremento appena superiore (2,9%), pur mostrando in corso d anno una forte volatilità, connessa con il nuovo metodo di rilevazione dei prezzi dei prodotti stagionali introdotto in gennaio. L inflazione al consumo ha risentito dei forti rialzi dei corsi petroliferi, che si sono riflessi sia sulle tariffe energetiche (salite del 6,2%, contro la diminuzione del 4,9 registrata nel 2010), sia sui prezzi dei carburanti (14,6%, dall 11,2). Su questi ultimi hanno pesato anche gli aumenti delle imposte indirette: al netto della componente fiscale il loro incremento è stato di circa il 10%. Di questi rincari hanno risentito in particolare le famiglie meno abbienti, per le quali l incidenza dei consumi energetici sulla spesa complessiva è relativamente elevata. Alle più forti pressioni di origine estera sui prezzi si è accompagnato un aumento solo modesto di quelle interne.* I prezzi e i costi alla produzione Nella media del 2011 la crescita dell indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali venduti sul mercato interno è risultata pari al 5%. L aumento rispetto all anno precedente (3,1%) è imputabile sia alle componenti più direttamente influenzate dall andamento dei corsi internazionali delle materie prime i prodotti alimentari, intermedi ed energetici sia ai beni non alimentari destinati al consumo finale, rincarati del 2% dopo un biennio di stagnazione. Nella seconda parte dell anno, le pressioni esercitate dai costi delle materie di base si sono attenuate; ne è discesa una progressiva decelerazione dell indice dei prezzi alla produzione (3,2% sui dodici mesi lo scorso febbraio). Nelle valutazioni delle imprese intervistate nel marzo di quest anno, nell ambito dell indagine trimestrale condotta dalla Banca d Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, i listini registrerebbero revisioni modeste nel 2012: le eventuali pressioni derivanti da aumenti dei costi sarebbero contrastate dalla debolezza della domanda interna.* L occupazione Nel 2011 il tasso di disoccupazione si è attestato all 8,4%, dato invariato rispetto all anno precedente. È invece cresciuto nella misura significativa di 1,3 punti percentuali tra i giovani della fascia 15-24 anni, salendo così al 29,1%, in larga parte per il forte aumento tra le giovani donne del Centro e del Sud (rispettivamente 4,8 e 4 punti). L indice è aumentato anche tra gli stranieri, dall 11,6 al 12,1%, e tra coloro che hanno conseguito al massimo la licenza media (di tre decimi, al 10,6%), mentre è diminuito tra le persone in possesso della laurea (di tre decimi, al 5,4%). Nell ultimo trimestre dell anno, a fronte del nuovo indebolimento della domanda di lavoro, il tasso di disoccupazione è salito dall 8,7 del 2010 al 9,6%. Sulla base di dati preliminari il tasso sarebbe ulteriormente aumentato nel primo trimestre del 2012, raggiungendo il 10,8%, 2,2 punti in più rispetto allo stesso periodo del 2011. * Fonte: Banca d Italia ** Fonti: Banca d Italia e Istat