PIANO REGIONALE DELLE ISPEZIONI EX ART.27 COMMA 3 DEL D.LGS.105/2015 DEGLI STABILIMENTI DI SOGLIA INFERIORE

Documenti analoghi
PROGRAMMA REGIONALE DELLE ISPEZIONI EX ART.27 COMMA 3 DEL D.LGS.105/2015 DEGLI STABILIMENTI DI SOGLIA INFERIORE

Cagliari Assemini NV054 Bekaert Sardegna S.p.A. (5) Lavorazione di metalli ferrosi (fonderie, fusione ecc.)

Cagliari Assemini NV054 Bekaert Sardegna S.p.A. (05) Lavorazione di metalli ferrosi (fonderie, fusione ecc.)

Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

SARDEGNA ART 6 TOTALE 15 AGGIORNAMENTO OTTOBRE Pagina 1 di 5. Ministero

102 Bollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n Venerdì 30 giugno 2017

Burc n. 31 del 6 Marzo 2019

DOCUMENTO TECNICO DI RIFERIMENTO STABILIMENTO A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE INDICE 1. INFORMAZIONI DI BASE 2. SOSTANZE PERICOLOSE

DOCUMENTO TECNICO DI RIFERIMENTO STABILIMENTO A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE STOGIT S.P.A. - STOCCAGGI GAS ITALIA S.P.A

DOCUMENTO TECNICO DI RIFERIMENTO STABILIMENTO A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE CONSORZIO AGRARIO DI RAVENNA SOC. COOP. A.R.L.

Decreto Legislativo 26 giugno 2015, n 105 "Direttiva Seveso III"

DOCUMENTO TECNICO DI RIFERIMENTO STABILIMENTO A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE PROCTER & GAMBLE ITALIA S.P.A. INDICE 1. INFORMAZIONI DI BASE

REGIONE MOLISE GIUNTA REGIONALE

CIRCOLARE N DEL 30 LUGLIO 2015

Seminario L Elaborato tecnico sul rischio di incidente rilevante Le linee guida regionali e le procedure urbanistiche di recepimento

Argomento Argomento. Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale LA SEVESO III Marco Carcassi

ADEMPIMENTI NORMATIVI PER STABILIMENTI DI SOGLIA INFERIORE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 105/2015

L anno 2016, addì 23 del mese di Febbraio, in Modugno (BA), presso la Sezione Rischio Industriale, IL DIRIGENTE AD INTERIM DEL SERVIZIO

ADEMPIMENTI NORMATIVI PER STABILIMENTI DI SOGLIA SUPERIORE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 105/2015

DIRETTIVA SEVESO Industrie a Rischio di Incidente Rilevante e Pianificazione Territoriale

DM 9 maggio 2001: Pianificazione del territorio e rischio tecnologico

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 27 del

Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori

I. Modalità di trasmissione e validazione della verifica ex art. 3, c. 2, del DM 272/2014 e della relazione di riferimento (ove dovuta)

Novità e scadenze nel recepimento della Direttiva Seveso III

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 90 del 25/06/2015

Ruolo del CNVVF nel D.Lgs 105/2015 e le nuove procedure di prevenzione incendi

Il SNPA e le attività di controllo. Franco Sturzi ARPA FVG

SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI

Adempimenti D.Lgs. 105/15

Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 85 del 18/06/2015

4 CONGRESSO NAZIONALE S.I.S. 118 PIANI DI INTERVENTO NELL EMERGENZA NELLE AREE INDUSTRIALI

DLgs 105/2015 MODIFICHE IN STABILIMENTI SOGGETTI A NOTIFICA

La gestione delle emergenze in una azienda a Rischio di Incidente Rilevante RELATORE Ing. Pasquale Fontana

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 140 del

I compiti di verifica e controllo delle ARPA per le attività a rischio di incidente rilevante

Convegno Nazionale VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO NEGLI INSEDIAMENTI CIVILI ED INDUSTRIALI. Palazzo dei Congressi Pisa, Ottobre 2000

EMERGENZA! Scuola, Enti Locali, Aziende in azione. (formazione per RSPP-ASPP-RLS-Dirigenti-Preposti) 22 novembre 2018

Gli effetti del D.Lgs. 105/2015 sulle attività degli stabilimenti a rischio di Incidente Rilevante Attuazione della direttiva 2012/18/UE SEVESO III

Fabrizio Vazzana APAT/Servizio Rischio Industriale Gilberto Campeti, APAT/Servizio Rischio Industriale SOMMARIO

Attività a rischio di incidente rilevante

Workshop P Direttiva Seveso: presente e futuro degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante

I Sistemi di Gestione della Sicurezza nell ambito delle aziende a Rischio di Incidente Rilevante

REGIONE LAZIO GIUNTA REGIONALE STRUTTURA PROPONENTE. OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: ASSESSORATO PROPONENTE DI CONCERTO

Regolamento di funzionamento

GIUNTA REGIONALE. Omissis

PIANO DI EMERGENZA ESTERNO

LE DIRETTIVE SEVESO E LA LORO ATTUAZIONE IN ITALIA

1. PREMESSA 2. SCOPO 3. ELEMENTI FONDAMENTALI. 3.1 Documentazione degli esiti delle verifiche ispettive

Roma, Università La Sapienza, 11 maggio 2015

Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 110/39

DECRETO LEGISLATIVO 26 giugno 2015, n. 105

TECNICHE E CRITERI ADOTTATI PER L'ESAME DI UN RAPPORTO DI SICUREZZA

A. SEVESO III E PREVENZIONE INCENDI

CARATTERISTICHE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA. OBBLIGATORIO PER ATTIVITA IN ARTICOLO 6 E 8 DEL D.Lgs. 334/99

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 9 del

VGR 2016-Roma, settembre 2016

I compiti di verifica e controllo delle ARPA per le attività a rischio di incidente rilevante

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA (art. 21 d.lgs.105/2015)

Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale.

Documento di Piano ELABORATO TECNICO RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI E.R.I.R. A 3.9 CON_21_06_ELA_TE_25. novembre 2008 CON_21_06_ELA_TE_25

SEVESO III QUADRO NORMATIVO

PIANO DI EMERGENZA ESTERNO (art. 20 d.lgs.334/99)

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 1 ottobre 2004, n

AREA DEI SERVIZI TECNOLOGICI E PIANIFICAZIONE

PARTE SECONDA LA DIRIGENTE DELLA SEZIONE

Art. 5 Libretto di impianto - comma 5 lett. b)

RELAZIONE TECNICA DI AGGIORNAMENTO

Gli effetti del D.Lgs. 105/2015 sulle attività degli stabilimenti a rischio di Incidente Rilevante Attuazione della direttiva 2012/18/UE SEVESO III

Risultati delle verifiche ispettive nel settore galvanico. Fabrizio Vazzana (ISPRA)

Allegato 1. Aspetti territoriali, strutture e attività del porto.

A relazione dell'assessore Valmaggia:

Il recepimento della direttiva Seveso III: le novità introdotte e il ruolo del Ministero dell Ambiente

ATTIVITÀ DI VIGILANZA E CONTROLLO NELLE AZIENDE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE IN VENETO

Compatibilità territoriale delle aziende a rischio di incidenti rilevanti

INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 33/ 20 DEL

DELIBERAZIONE N. 8/74 DEL

DECRETO n. 1/2019 IL DIRETTORE DELL AGENZIA NAZIONALE PER LA SICUREZZA DELLE FERROVIE

LETTERA CIRCOLARE Prot. DCPST/A4/RS/800 Roma, 22 febbraio 2006

Impossibile trovare nel file la parte immagine con ID relazione rid3. ORDINE degli INGEGNERI della PROVINCIA di CAGLIARI

Sistema di controllo interno del rispetto delle regole stabilite dall Ateneo

Rischio da atmosfere esplosive (ATEX) Premessa Obiettivi

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLA MANUTENZIONE DELLE STRADE COMUNALI

a) nel capitolo SC dell U.P.B. S , in quota competenza 2012;

Dott. Ing. Gianandrea Gino Comitato Valutazione Rischi Regione Lombardia

POR SARDEGNA CAPITOLATO TECNICO

Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) Pianificazione interventi di mitigazione del rischio Indicazioni metodologiche.

Autorizzazione Integrata Ambientale

Piano Territoriale di Coordinamento D.02.0

DIPARTIMENTO PROGRAMMAZ. ECONOMICA E SOCIALE DETERMINAZIONE. Estensore FRONZI GABRIELE. Responsabile del procedimento GABRIELE FRONZI

Autorizzazione Dirigenziale

Testo del disegno di legge

Attività a rischio di incidente rilevante

Istituto Superiore di Sanità

Transcript:

Allegato alla Delib.G.R. n. 3/23 del 23.1.2018 PIANO REGIONALE DELLE ISPEZIONI EX ART.27 COMMA 3 DEL D.LGS.105/2015 DEGLI STABILIMENTI DI SOGLIA INFERIORE PER IL TRIENNIO 2016-2018

Sommario 1. Premessa... 3 2. Contenuti del piano... 4 3. Valutazione generale dei pertinenti aspetti di sicurezza... 5 4. Zona geografica coperta dal piano di ispezione... 12 5. Elenco degli stabilimenti di cui all inventario ISPRA al 31 dicembre 2015... 14 6. Elenco degli stabilimenti contemplati nel piano regionale al 28 febbraio 2017... 16 7. Elenco degli stabilimenti inventariati al 31 dicembre 2015, di cui non sono pervenute notifiche al 28 febbraio 2017... 17 8. Elenco dei gruppi di stabilimenti che presentano un possibile effetto domino, o in cui rischi esterni o fonti di pericolo particolari potrebbero aumentare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante... 18 9. Procedure per programmazione e l effettuazione delle ispezioni ordinarie... 20 10. Procedure per le ispezioni straordinarie... 23 11. Cooperazione con le altre Autorità che effettuano ispezioni presso lo stabilimento... 23 2

1. Premessa Il presente piano regionale delle ispezioni in stabilimenti a rischio di incidente rilevante di soglia inferiore viene redatto dalla Regione autonoma della Sardegna al fine di rispondere a quanto disposto dall art.27 del decreto legislativo n. 105 del 26 giugno 2015 recante Attuazione della direttiva 2012/18/Ue relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. Ai sensi dell art. 3 del d.lgs. 105/2015 si definisce stabilimento di soglia inferiore "uno stabilimento nel quale le sostanze pericolose sono presenti in quantità pari o superiori alle quantità elencate nella colonna 2 della parte 1 o nella colonna 2 della parte 2 dell'allegato 1, ma in quantità inferiori a quelle elencate nella colonna 3 della parte 1, o nella colonna 3 della parte 2 dell allegato 1, applicando, ove previsto, la regola della sommatoria di cui alla nota 4 dell allegato 1. Occorre preliminarmente evidenziare che nella Regione Sardegna, finora, non state realizzati o piani e programmi inerenti alle visite ispettive sugli stabilimenti di soglia inferiore, neppure ai sensi della normativa precedente (d.lgs. 334/99 e s.m.i.). In riferimento alla normativa di recente emanazione, in fase di prima applicazione, la Regione Sardegna ha ritenuto opportuno attenersi ai criteri, procedure e strumenti per l effettuazione delle suddette verifiche previsti dalla norma nazionale. Il presente Piano intende fornire pertanto i primi strumenti per la Programmazione annuale delle ispezioni nel Triennio 2016-2018, ordinarie e straordinarie. Si premette che, in merito alla definizione delle priorità, al fine di definire l intervallo tra due visite in loco, sulla base dello stato delle conoscenze in possesso della Regione Sardegna si ritiene cautelativamente di applicare quanto previsto al comma 4 dell art. 27 del D.lgs.105/2015, che stabilisce che lo stesso non potrà essere superiore ai 3 anni. A seguito della valutazione sistematica dei pericoli di incidente rilevante relativa agli stabilimenti interessati, sarà possibile definire un intervallo di frequenza tra due visite maggiore, secondo i criteri definiti nel presente Piano che tengono conto degli impatti potenziali sulla salute umana e sull ambiente degli stabilimenti interessati, come pure a seguito dell analisi degli elementi che comprovino il rispetto di quanto previsto dal citato decreto. Sarà cura della Regione, nell ambito della predisposizione del presente Piano, fornire criteri utili alla cooperazione tra le Autorità che effettuano ispezioni presso gli stabilimenti di soglia inferiore, con particolare riguardo ai controlli effettuati per verificare l attuazione del Regolamento n.1907/2006 REACH ed il rispetto delle prescrizioni dell autorizzazione integrata ambientale di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. 3

Come dettagliato all art. 27 del D.lgs.105/2015, le ispezioni previste sono svolte al fine di consentire un esame pianificato e sistematico dei sistemi tecnici, organizzativi e di gestione applicati nello stabilimento, per garantire in particolare che il gestore possa comprovare: a) di aver adottato misure adeguate, tenuto conto delle attività esercitate nello stabilimento, per prevenire qualsiasi incidente rilevante; b) di disporre dei mezzi sufficienti a limitare le conseguenze di incidenti rilevanti all'interno ed all'esterno del sito; c) che i dati e le informazioni contenuti nel rapporto di sicurezza o in altra documentazione presentata ai sensi del presente decreto, descrivano fedelmente la situazione dello stabilimento; d) che le informazioni di cui all'articolo 23 del D.lgs.105/2015, inerente alle Informazioni al pubblico e accesso all informazione siano rese pubbliche. 2. Contenuti del piano Secondo quanto previsto al comma 3 dell articolo 27 del D.Lgs. 105/2015, il piano di ispezioni deve contenere i seguenti elementi: a) una valutazione generale dei pertinenti aspetti di sicurezza; b) la zona geografica coperta dal piano di ispezione; c) un elenco degli stabilimenti contemplati nel piano; d) un elenco dei gruppi di stabilimenti che presentano un possibile effetto domino ai sensi dell Art.19; e) un elenco degli stabilimenti in cui rischi esterni o fonti di pericolo particolari potrebbero aumentare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante; f) le procedure per le ispezioni ordinarie compresi i programmi per tali ispezioni conformemente al comma 4; g) l indicazione dei criteri e delle procedure per l effettuazione delle ispezioni straordinarie da effettuare ai sensi del comma 7; h) ove effettuabili le disposizioni riguardanti la cooperazione tra le Autorità che effettuano ispezioni presso gli stabilimenti di fascia inferiore o, con particolare riguardo ai controlli effettuati per verificare l attuazione del Regolamento n.1907/2006 REACH ed il rispetto delle prescrizioni dell autorizzazione integrata ambientale di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. 4

3. Valutazione generale dei pertinenti aspetti di sicurezza Coerentemente con quanto previsto dal D.lgs. 105/2015, e nello specifico dall Appendice 1 dall Allegato H, gli aspetti di sicurezza da tenere presente, in termini generali, ai fini di una valutazione dei pericoli di incidenti rilevanti associati ad un singolo stabilimento, anche in relazione alla sua collocazione territoriale ed ambientale, sono: a) pericolosità delle sostanze presenti e dei processi produttivi utilizzati; b) risultanze delle ispezioni precedenti; c) segnalazioni, reclami, incidenti e quasi-incidenti; d) stabilimenti o gruppi di stabilimenti con probabilità o possibilità di effetto domino; e) concentrazione di più stabilimenti a rischio di incidente rilevante; f) collocazione dello stabilimento in rapporto alle caratteristiche di vulnerabilità del territorio circostante; g) pericolo per l'ambiente, in relazione alla vulnerabilità dei recettori presenti nell area circostante evie di propagazione della sostanza pericolosa. Nel seguito sono riportati i parametri di riferimento che valorizzano i criteri generali di valutazione sopra indicati e che possono fornire elementi utili per effettuare la valutazione sistematica dei pericoli di incidente rilevante, finalizzata a stabilire le priorità per la programmazione delle ispezioni nel territorio di competenza. Le informazioni necessarie alla valorizzazione dei parametri devono essere reperite sulla base della documentazione trasmessa dai gestori (es. moduli di notifica), dai rapporti finali di precedenti ispezioni, dall esperienza maturata, ad esito degli interventi di emergenza e nelle attività di pianificazione di emergenza esterna (PEE), di pianificazione urbanistica-territoriale e di informazione alla popolazione. Parametri di riferimento Al fine dell effettuazione della valutazione, si farà riferimento ai criteri definiti nel Decreto 105/2015, e, in assenza di ulteriori criteri stabiliti a livello interregionale per gli stabilimenti di soglia inferiore, anche al fine dell uniforme applicazione sugli stabilimenti ubicati nel territorio regionale dei medesimi criteri, si è ritenuto opportuno adottare quelli già stabiliti dal Piano nazionale delle ispezioni per gli stabilimenti di soglia superiore, adattandoli opportunamente agli stabilimenti di soglia inferiore, come riportato nel seguito. Secondo le indicazioni fornite nel succitato Piano nazionale, in accordo con quanto previsto all Appendice 1, dell Allegato H del citato decreto, la valutazione andrà effettuata valorizzando gli aspetti di sicurezza associati al singolo stabilimento e dettagliati nel seguito. Sarà necessario attribuire ad ogni stabilimento un punteggio base sulla base della potenziale pericolosità dei processi produttivi o della natura delle sostanze 5

impiegate o detenute e non tiene conto, cioè, delle misure impiantistiche e gestionali presenti nello specifico stabilimento. Pericolosità delle sostanze presenti e dei processi produttivi utilizzati Cat. Tipo di pericolo Tipo di stabilimento Punteggio base Valorizzazi one 1 Tossici 2 Infiammabili 3 Esplosivi 4 Altro a) Stabilimenti con impianti chimici per la produzione di gas 10 1 tossici liquefatti b) Stabilimenti chimici con stoccaggio di gas tossici in 8 1 serbatoi c) Stabilimenti chimici con stoccaggio di gas tossici in fusti 5 2 d) Stabilimenti chimici con stoccaggi di sostanze tossiche in 5 2 serbatoi e) Stabilimenti chimici con stoccaggio di sostanze tossiche in fusti 3 3 a) Raffinerie e stabilimenti petrolchimici 8 1 b) Stoccaggio e rigassificazione GNL 6 2 c) Stabilimenti chimici con processi che impiegano liquidi 4 3 infiammabili d) Stabilimenti chimici con stoccaggio di liquidi infiammabili 3 3 in serbatoi e) Stoccaggi sotterranei di gas naturale 4 3 f) Stoccaggio, movimentazione e imbottigliamento GPL 4 3 g) Depositi di prodotti petroliferi 3 3 a) Produzione e stoccaggio esplosivi di categoria UN/ADR 14 1 1.1 e 1.2 b) Produzione e stoccaggio esplosivi di categoria UN/ADR 10 1 1.3 c) Produzione e stoccaggio esplosivi di categoria UN/ADR 8 1 1.4 d) Produzione e stoccaggio esplosivi di categoria UN/ADR 5 2 1.5 e 1.6 e) Stoccaggio di esplosivi di categoria UN/ADR 1.1-1.6 5 2 a) Trattamento di metalli mediante processi elettrolitici o 2 4 chimici b) Produzione metalli non ferrosi 2 4 c) Lavorazione metalli ferrosi/non ferrosi 2 4 d) Centrali termoelettriche 2 4 In seguito la valorizzazione della pericolosità si ottiene a partire dal punteggio base secondo la tabella di seguito riportata. 6

Valorizzazione della pericolosità Punteggio base Categoria 8 1 5-7 2 3-4 3 1-2 4 In caso di più punteggi base assimilabili ad uno stabilimento, si assegna cautelativamente il valore della categoria più basso. Nell ambito della programmazione annuale rimane comunque la possibilità di inserire uno specifico stabilimento in una categoria diversa da quella indicata in tabella, sulla base dell aggiornamento della notifica o delle eventuali ulteriori informazioni raccolte; le valorizzazioni potranno essere aggiornate inoltre nell aggiornamento del Piano, in base all esperienza applicativa ed all evoluzione delle conoscenze sui pericoli associati alle diverse tipologie di stabilimenti, nonché in base agli esiti delle specifiche attività di valutazione per essi condotte. Risultanze delle ispezioni precedenti. Cat. Livello Descrizione 1 Insufficiente 2 Mediocre SGS-PIR (1) al di sotto dei requisiti minimi di legge o standard del settore, molti aspetti del SGS-PIR non soddisfatti pienamente. SGS-PIR quasi conforme ai requisiti minimi di legge o standard del settore, ma con diversi aspetti non pienamente soddisfatti. 3 Sostanzialmente conforme ma migliorabile SGS-PIR soddisfa i requisiti minimi di legge o standard del settore, ma con alcuni aspetti non pienamente soddisfatti. Alcune prescrizioni e molte raccomandazioni. 7

Cat. Livello Descrizione 4 Buono SGS-PIR al di sopra dei requisiti minimi di legge o standard di settore, la maggior parte degli aspetti del SGS-PIR sono pienamente soddisfatti. Efficaci procedure in molti aspetti dell organizzazione aziendale. 5 Ottimo Atteggiamento proattivo nell'individuare e attuare i possibili miglioramenti, tutti gli aspetti del SGS-PIR pienamente soddisfatti. Efficaci procedure in tutti gli aspetti dell organizzazione aziendale. Nota (1) : Con l acronimo SGS PIR si fa riferimento al Sistema di Gestione della sicurezza per la prevenzione degli incidenti rilevanti, di cui all art. 14 del d.lgs. 105/2015, che deve essere proporzionato ai pericoli di incidenti rilevanti e attuato dai gestori sulla base di quanto dettagliato nell allegato B al medesimo decreto. Segnalazioni, reclami, incidenti e quasi-incidenti. Cat. Descrizione 1 Diverse evidenze di seri reclami e segnalazioni, quasi-incidenti, casi di non conformità o di almeno un grave incidente negli ultimi cinque anni. 2 Almeno un serio reclamo o segnalazione, un quasi-incidente, un incidente o un caso di non conformità negli ultimi cinque anni. 3 Non ci sono seri reclami o segnalazioni, incidenti o quasi-incidenti, e casi di non conformità negli ultimi cinque anni. Stabilimenti o gruppi di stabilimenti per i quali la probabilità o la possibilità di effetto domino Cat. Descrizione 1 Probabilità/possibilità di effetto domino con altri stabilimenti limitrofi o presenza di diverse condizioni che possono aggravare le conseguenze di un incidente rilevante. 2 Probabilità/possibilità di effetto domino con un altro stabilimento limitrofo o presenza di condizioni che possono aggravare le conseguenze di un incidente rilevante. 8

3 Nessuna probabilità/possibilità di effetti domino con un altro stabilimento limitrofo e assenza di condizioni che possono aggravare le conseguenze di un incidente rilevante. Concentrazione di più stabilimenti a rischio di incidente rilevante Cat. Descrizione 1 a) Assenza di scambio tra i gestori degli stabilimenti di soglia superiore e di soglia inferiore delle informazioni necessarie per accertare la natura e l'entità del pericolo complessivo di incidenti rilevanti e b) Assenza di predisposizione di rapporti o studi di sicurezza integrati 2 a) Scambio tra i gestori degli stabilimenti di soglia superiore e di soglia inferiore delle informazioni necessarie per accertare la natura e l'entità del pericolo complessivo di incidenti rilevanti, ma b) Assenza di predisposizione di rapporti o studi di sicurezza integrati 3 a) Scambio tra i gestori degli stabilimenti di soglia superiore e di soglia inferiore delle informazioni necessarie per accertare la natura e l'entità del pericolo complessivo di incidenti rilevanti e b) Predisposizione di rapporti o studi di sicurezza integrati Collocazione dello stabilimento in rapporto alle caratteristiche di vulnerabilità del territorio circostante Cat. Presenza nella zona di attenzione individuata nel Piano di Emergenza Esterna di: 1 Aree con destinazione residenziale, alta densità-ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 100 persone presenti)-mercati stabili o altre destinazioni commerciali (oltre 500 persone presenti)-categoria A ai sensi del DM 9 maggio 2001. 2 Aree con destinazione residenziale, media densità-ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 100 persone presenti)-mercati stabili o altre destinazioni commerciali (fino a 500 persone presenti)-centri commerciali, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti)-luoghi di pubblico spettacolo (oltre 100 persone presenti all aperto, 1000 al chiuso)-stazioni ferroviarie (movimento passeggeri superiore a 1000/giorno)-categoria B ai sensi del DM 9 maggio 2001. 9

3 Aree con destinazione residenziale, bassa densità-centri commerciali, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti)-luoghi di pubblico spettacolo (oltre 100 persone presenti all aperto, 1000 al chiuso)-stazioni ferroviarie (movimento passeggeri superiore a 1000/giorno)-categoria C ai sensi del DM 9 maggio 2001. Aree con destinazione residenziale, presenza di insediamenti abitativi sparsi- 4 Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile (fiere, mercatini o altri eventi periodici)-categoria D ai sensi del DM 9 maggio 2001. Aree con destinazione residenziale, rari insediamenti abitativi- 5 Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici-categoria E ai sensi del DM 9 maggio 2001. 6 Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l ordinaria presenza di gruppi di persone-categoria F ai sensi del DM 9 maggio 2001. Pericolo per l'ambiente, in relazione alla vulnerabilità dei recettori presenti nell area circostante Cat. Presenza entro la distanza di 100 m dallo stabilimento 1 Recettore ad alta vulnerabilità quali aree naturali o parchi destinati alla conservazione delle specie animali e vegetali. 2 Recettore sensibile quale sito di particolare interesse. 3 Recettore sensibile generico. 4 Nessun recettore vulnerabile. Vie di propagazione della sostanza pericolosa Cat. Vie di propagazione 1 Percorsi, sia diretti che indiretti, identificati. 2 Mancanza di specifici percorsi identificati. 10

Sulla base delle categorie sopra individuate verrà quindi determinata, per ogni singolo stabilimento, la priorità di programmazione nonché la frequenza delle ispezioni, in base alla seguente formula: P=ΣCat. x (Cat. disp / Cat. appl) Dove: P parametro di priorità per la programmazione ispettiva dal quale si ricava il livello di priorità per lo stabilimento: stabilimento di I priorità che richiede frequenza ispettiva triennale; stabilimento di II priorità che richiede frequenza ispettiva quadriennale; stabilimento di III priorità che richiede frequenza ispettiva quinquennale. ΣCat. è la somma delle categorie individuate per ciascun aspetto di sicurezza (e relativo parametro di riferimento) considerato ai fini della valutazione sistematica dei pericoli di incidenti rilevanti; Cat.disp è il numero totale degli aspetti di sicurezza (parametri di riferimento), pari a 8. Cat.appl è il numero totale degli aspetti di sicurezza considerati; per rendere significativa la valutazione devono essere di norma utilizzati almeno 5 degli 8 parametri di riferimento. In base al valore di P, attraverso la tabella seguente, è possibile identificare tre livelli di priorità, che corrispondono ad altrettante specifiche periodicità (frequenze) per la programmazione delle ispezioni ordinarie degli stabilimenti di soglia inferiore: Punteggio Priorità Frequenza <10 I triennale 10-20 II quadriennale >20 III quinquennale Fase di prima applicazione In sede di prima applicazione dei criteri di programmazione delle verifiche si rende necessario adottare un approccio semplificato e cautelativo, in attesa che vengano completate le attività di verifica delle notifiche inviate dai gestori ai sensi del d.lgs. 105/2015. Pertanto verranno applicati, in linea generale, i criteri di cui all Appendice 1 dell Allegato H al medesimo decreto, limitatamente alle lettere a) e b), ovvero pericolosità delle sostanze presenti e dei processi produttivi utilizzati e risultanze delle ispezioni precedenti. 11

La programmazione delle ispezioni per l anno 2016 si basa dunque sull inventario nazionale messo a disposizione da ISPRA ed aggiornato al 2016 atteso che la Regione Sardegna procederà all eventuale aggiornamento del Piano e/o della programmazione annuale a seguito dell aggiornamento dell inventario ISPRA, nonché su eventuali precedenti verifiche, comunicazioni e segnalazioni, in particolare per gli stabilimenti che sono stati di recente oggetto di declassificazione da stabilimenti di soglia superiore a stabilimenti di soglia inferiore. Si precisa inoltre che in questa prima fase, l applicazione dei criteri consente di avere l ordine di priorità con il quale devono essere effettuate le verifiche ispettive nel triennio, ridotto poi effettivamente al biennio 2017-2018, e non la frequenza dei controlli, che rimane fissata in 3 anni come previsto dal decreto. 4. Zona geografica coperta dal piano di ispezione I criteri, le procedure e gli strumenti stabiliti nel presente piano di ispezione regionale si applicano a tutti gli stabilimenti di soglia inferiore presenti sul territorio regionale che risultano dall inventario ISPRA aggiornato al 31.12.2015 e riportati nel paragrafo successivo. Occorre evidenziare che nell inventario sono presenti tutti gli stabilimenti oggetto di notifica ai sensi del D.lgs. 105/2015. Tutto ciò premesso, in merito alla zona geografica coperta dal Piano di Ispezione, occorre evidenziare che non è possibile individuare una zona in cui vi sia una maggiore concentrazione di stabilimenti di soglia inferiore, in quanto gli stessi, peraltro in numero esiguo pari a 13, sono sparsi su tutto il territorio regionale, interessando tutte le 8 Province. In particolare tre stabilimenti sono ubicati nella ex Provincia di Cagliari (ora Citta metropolitana di Cagliari): due nella zona industriale di Assemini ed uno nella zona industriale di Sarroch. Uno stabilimento è ubicato nel territorio comunale di Villaspeciosa (ex Provincia di Cagliari ora Provincia del Sud Sardegna). Altri quattro stabilimenti riguardano depositi di gas liquefatti e sono ubicati nella Provincia di Nuoro (uno a Nuoro e uno a Bolotana), un altro nell ex provincia dell Ogliastra, ora Provincia di Nuoro (Cardedu), ed infine uno nella Provincia di Oristano (Oristano). Nella ex provincia di Olbia-Tempio ora Provincia di Sassari (in Comune di Tempio Pausania) è ubicato un impianto per la produzione e/o deposito di esplosivi. Nella Provincia di Sassari sono ubicati altri due impianti: uno nel comune di Sassari (un deposito di oli Minerali) e uno ad Alghero, della soc. Carboline Italia s.p.a. Nella ex provincia di Carbonia-Iglesias (ora provincia del Sud Sardegna) è ubicato un unico stabilimento, nell area industriale di Portovesme, in Comune di Portoscuso, censito come Otefal Sail, ex Ila, poi SAIL spa I.L., e dalle comunicazioni ricevute al 2012 acquisita dalla soc. RENO s.r.l., sulla base delle informazioni in possesso della regione Sardegna, trattandosi di una installazione IPPC soggetta anche alla disciplina 12

autorizzativa di cui al d.lgs. 152/2006, risulta che fin dal 2010 sia cessata l attività aziendale, nel 2012 è stato riaperto il procedimento autorizzativo con la Soc. RENO s.r.l. che ha rilevato il fallimento ILA, ma a tutt oggi risulta che il gestore non rilasciata l autorizzazione e pertanto che l attività non sia ripresa. Si evidenzia sin d ora che lo stabilimento ubicato nella ex provincia del Medio Campidano (ora Provincia del Sud Sardegna), nel territorio comunale di Furtei, notificato dalla Soc. Sardinia Gold Mining, risulta da anni in stato di dismissione. Ai sensi dell art.27 comma 3, secondo capoverso, del d.lgs. 105/2015, che prevede il coordinamento ed armonizzazione del piano nazionale per gli stabilimenti di soglia inferiore, con i piani regionali di ispezione per gli stabilimenti di soglia superiore, il presente piano verrà trasmesso al Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministero dell Interno e al CTR, anche al fine di ricevere eventuali ulteriori indicazioni ed elementi utili per l individuazione delle priorità ispettive per gli stabilimenti di soglia inferiore. 13

5. Elenco degli stabilimenti di cui all inventario ISPRA al 31 dicembre 2015 Si riporta di seguito il totale degli stabilimenti di soglia inferiore della Regione Sardegna, sulla base dell inventario trasmesso da ISPRA per tipologia di processi produttivi e aggiornati al 31 dicembre 2015. CodiceUnivoco Ragione Attivita Assoggettabilità Status Provincia Comune Sociale ex e smi Cagliari (ora BEKAERT Citta SARDEGNA Metropolitana NV054 SPA Altro 6/7 Attivo di Cagliari) Assemini Cagliari (ora ENEL Citta PRODUZIONE Centrale metropolitana NV035 SPA termoelettrica 6/7 Attivo di Cagliari Assemini AIR LIQUIDE Cagliari (ora ITALIA Produzione e/o Citta PRODUZIONE deposito di gas metropolitana DV002 SRL tecnici 6/7 Attivo di Cagliari) Sarroch Produzione e/o Cagliari (ora SEA EXPLO deposito di Sud NV029 SRL esplosivi 6/7 Attivo Sardegna) Villaspeciosa Carbonia- Acciaierie e Iglesias (ora OTEFAL SAIL impianti Sud DV006 SPA metallurgici 6/7 Attivo Sardegna) Portoscuso Medio SARDINIA Campidano GOLD MINING (ora Sud NV053 SPA Altro 6/7 Attivo Sardegna) Furtei 14

TIRRENOGAS Deposito di gas NV056 SRL liquefatti 6/7 Attivo Nuoro Bolotana ISGAS Energit Multiutilities Deposito di gas NV057 Spa liquefatti 6/7 Attivo Nuoro Nuoro SARDA GAS PETROLI DI ANTONIO PISANO & C Deposito di gas Ogliastra (ora DV010 SAS liquefatti 6/7 Attivo Nuoro) Cardedu Produzione e/o deposito di Olbia-Tempio Tempio NV038 DETON SRL esplosivi 6/7 Attivo (ora Sassari) Pausania ISGAS Energit Multiutilities Deposito di gas NV050 Spa liquefatti 6/7 Attivo Oristano Oristano CARBOLINE NV067 ITALIA SPA Altro 6/7 Attivo Sassari Alghero Deposito di oli NV040 TESTONI SRL minerali 6/7 Attivo Sassari Sassari Fonte: Inventario nazionale ISPRA (31 dicembre 2015) 15

6. Elenco degli stabilimenti contemplati nel piano regionale al 28 febbraio 2017 Si riporta di seguito il totale degli stabilimenti di soglia inferiore della Regione Sardegna, sulla base delle notifiche, ai sensi del D.Lgs. 105/2015, pervenute all Assessorato regionale della difesa e aggiornati al 28 febbraio 2017. CodiceUnivoco Ragione Sociale Attivita Status Provincia Comune AIR LIQUIDE Produzione Cagliari (ora Citta ITALIA e/o deposito metropolitana di DV002 PRODUZIONE SRL di gas tecnici Attivo Cagliari) Sarroch Produzione e/o deposito Olbia-Tempio Tempio NV038 DETON SRL di esplosivi Attivo (ora Sassari) Pausania Cagliari (ora Citta ENEL Centrale metropolitana di NV035 PRODUZIONE SPA termoelettrica Attivo Cagliari Assemini NV050 ISGAS Energit Multiutilities Spa Deposito di gas liquefatti Attivo Oristano Oristano SARDA GAS PETROLI DI ANTONIO PISANO Deposito di Ogliastra (ora DV010 & C SAS gas liquefatti Attivo Nuoro) Cardedu NV040 TESTONI SRL Deposito di oli minerali Attivo Sassari Sassari Fonte: notifiche a cura dei gestori (28 febbraio 2017) 16

7. Elenco degli stabilimenti inventariati al 31 dicembre 2015, di cui non sono pervenute notifiche al 28 febbraio 2017 Si riporta di seguito il totale degli stabilimenti di soglia inferiore della Regione Sardegna, di cui all inventario trasmesso da ISPRAS aggiornato al 31 dicembre 2015, di cui non sono pervenute notifiche, ai sensi del D.Lgs.105/2015, all Assessorato regionale della difesa al 28 febbraio 2017. CodiceUnivoco Ragione Sociale Attivita Status Provincia Comune Cagliari (ora Citta BEKAERT Metropolitana di NV054 SARDEGNA SPA Altro Attivo Cagliari) Assemini NV057 ISGAS Energit Multiutilities Spa Deposito di gas liquefatti Attivo Nuoro Nuoro Produzione e/o deposito Cagliari (ora Sud NV029 SEA EXPLO SRL di esplosivi Attivo Sardegna) Villaspeciosa Acciaierie e OTEFAL SAIL impianti Carbonia-Iglesias DV006 SPA metallurgici Attivo (ora Sud Sardegna) Portoscuso SARDINIA GOLD Medio Campidano NV053 MINING SPA Altro Attivo (ora Sud Sardegna) Furtei NV056 TIRRENOGAS SRL Deposito di gas liquefatti Attivo Nuoro Bolotana NV067 CARBOLINE ITALIA SPA Altro Attivo Sassari Alghero Fonte: assenza di notifiche ai sensi del D.Lgs.105/2015 a cura dei gestori (28 febbraio 2017) 17

8. Elenco dei gruppi di stabilimenti che presentano un possibile effetto domino, o in cui rischi esterni o fonti di pericolo particolari potrebbero aumentare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante Come precisato nel Piano nazionale delle ispezioni, relativamente agli stabilimenti di soglia superiore, allo stato attuale non si dispone dell elenco degli stabilimenti che presentano un possibile effetto domino, come definito nell allegato E del D.lgs.105/2015, o in cui rischi esterni o fonti di pericolo particolari potrebbero aumentare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante (a es. stabilimenti localizzati in aree soggette a pericoli indotti da fenomeni naturali, quali terremoti o inondazioni, ovvero vulnerabili dal punto di vista della sicurezza esterna), potrà essere efficacemente compilato solo ad esito del completamento delle procedure di cui all art.19 commi da 1 a 4. Pertanto, in attesa che il CTR, in accordo con la Regione, esplichino le procedure di cui sopra, sulla base delle informazioni riportate nella notifica, nella scheda di informazione e nel rapporto di sicurezza, aggiornati sulla base delle indicazioni del d.lgs. 105/2015, si rende necessario rimandare l applicazione del criterio in esame alle annualità successive, quanto sarà possibile integrare questi aspetti nella programmazione ispettiva. In attesa che venga esplicata la procedura richiamata di sopra, ai fini dell individuazione dei gruppi domino di cui all art.19 ed all Allegato E-Parte 1 del D.lgs.105/2015, in analogia con la Pianificazione nazionale e ai fini unicamente della predisposizione dei programmi ispettivi per il triennio 2016-2017-2018, si ritiene opportuno individuare quegli stabilimenti che nella notifica evidenziano interferenze tra i limiti di stabilimento ed aree di danno originate da eventi incidentali ipotizzabili in uno stabilimento vicino. Si sottolinea che ai fini della valutazione dell effetto domino, non essendo sufficiente attenersi ai soli limiti amministrativi comunali, si rende necessario disporre di adeguato supporto cartografico al fine della geolocalizzazione degli stabilimenti, sia quelli di soglia superiore sia quelli di soglia inferiore, individuare per ciascuno i limiti di stabilimento e le aree di danno, onde valutare le interferenze. A tal proposito si evidenzia che la Regione, nell ambito del sistema informativo regionale ambientale (SIRA), ha in corso l implementazione del modulo relativo agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Sarà pertanto cura della Regione raccordarsi con il Ministero dell ambiente e con ISPRA, competente di fini della realizzazione e gestione dell inventario regionale degli stabilimenti e alla ricezione ed esame delle notifiche, al fine di favorire lo scambio di informazioni e dati sugli stabilimenti, anche attraverso l interfacciamento dei sistemi informativi regionali (SIRA) con quelli nazionali (ISPRA). Si riporta di seguito una tabella nella quale sono rappresentati i Comuni che, ai sensi dell inventario 2015, presentano nel proprio territorio almeno due stabilimenti a rischio di incidente rilevante, di soglia superiore e/o inferiore, di cui si potrebbe tener conto, in fase di prima applicazione della programmazione, al fine di determinare l ordine di priorità degli stabilimenti da sottoporre a verifiche. 18

Comune N. totale Soglia Inferiore Soglia Superiore stabilimenti BEKAERT SARDEGNA SPA FLUORSID SPA Assemini 5 ENEL PRODUZIONE SPA ING. LUIGI CONTI VECCHI ISGAS S.C. A R.L. Oristano 2 ISGAS Energit Multiutilities Spa ULTRAGAS TIRRENA SPA Consorzio Industriale Provinciale di Nuoro Ottana 3 OTTANA ENERGIA OTTANA POLIMERI SRL BUTANGAS SPA ENI SPA - DIVISIONE REFINING & MARKETING FIAMMA 2000 SPA Porto Torres 7 FIUME SANTO S.P.A LIQUIGAS SPA VERSALIS Spa VINYLS ITALIA SPA OTEFAL SAIL SPA ALCOA TRASFORMAZIONI SRL Portoscuso 6 ENEL PRODUZIONE SPA EURALLUMINA SPA PORTOVESME SRL 19

AIR LIQUIDE ITALIA PRODUZIONE SRL ENI SPA - DIVISIONE REFINING & MARKETING LIQUIGAS SPA Sarroch 7 SARLUX RAFFINERIA DI SARROCH - IMPIANTI NORD SARLUX SrL Raffineria di Sarroch SASOL ITALY SPA VERSALIS Spa TESTONI SRL MEDEA SPA - MEDITERRANEA Sassari 3 ENERGIA AMBIENTE PRAVISANI Spa Totale stabilimenti 33 6 di soglia inferiore su 13 complessivi 27 stab. Soglia superiore su 32 complessivi 9. Procedure per programmazione e l effettuazione delle ispezioni ordinarie Occorre premettere che sulla base della ricognizione effettuata dalla Regione Sardegna, e confermata dai dati in possesso del Ministero dell ambiente, la Regione Sardegna, alla data di entrata in vigore della norma (D.Lgs. 105/2015), si è trovata fortemente carente di ispettori regionali in possesso dei requisiti specifici richiesti dall allegato H al d.lgs. 105/2015, posto che sia presso l amministrazione regionale, sia presso l Agenzia regionale per l ambiente della regione Sardegna non era presente neppure un soggetto in possesso dei requisiti di legge. Si evidenzia quindi che solo con i primi corsi di formazione di ISPRA, tenutisi nel corso del 2016, è stato possibile costituire il primo team di ispettori regionali, che successivamente ha intrapreso un apposito percorso di addestramento sul campo, con almeno 3 ispezioni in qualità di uditore, in affiancamento alla Commissione ispettiva in seno al CTR. Si evidenzia che sono le attività di addestramento in campo del personale ARPAS in qualità di uditore ancora in corso di completamento e, comunque, la stessa ARPAS segnala che anche il personale che ha 20

concluso il percorso di addestramento non è attualmente in grado di condurre da solo le ispezioni in argomento, in assenza di almeno un ispettore già esperto dei Vigili del Fuoco o di altri Enti competenti. Si sottolinea infatti che l attività in materia di rischi di incidenti rilevanti, ivi compresa l attività ispettiva, attiene solo in maniera marginale alle tematiche ambientali, mentre per la gran parte attiene a materie strettamente riconducibili al rischio industriale in senso stretto; in tale ambito ARPAS non dispone storicamente di personale specializzato disponendo, viceversa, sia per formazione professionale che per esperienza, di personale esperto e specializzato nelle materie riconducibili all area ambientale. Per quanto su esposto si rende necessario che, anche per l anno 2017, prosegua l attività di addestramento del personale poter dotare la Regione Sardegna di una Commissione ispettiva per gli stabilimenti di soglia inferiore. E evidente quindi la necessità di prevedere che, anche quando il percorso di addestramento formale previsto per legge risultasse concluso, nella Commissione ispettiva regionale sia presente almeno un ispettore esperto nella materia dei rischi industriali in rappresentanza del Corpo nazionale di Vigili del Fuoco o di altri Enti competenti. Al momento, non essendo possibile costituire una Commissione ispettiva regionale con funzionari e dirigenti regionali, sarà necessario far ricorso a personale dell ISPRA e del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e degli altri Organi Tecnici Nazionali (INAIL, ISS ecc.), eventualmente stipulando apposite convenzioni finanziate con i proventi derivanti dagli oneri a carico dei gestori. Per tutto quanto sopra esposto la programmazione regionale, realizzabile solo con il supporto degli Enti sopracitati, riguarderà prioritariamente ed in via provvisoria, tutti gli stabilimenti di soglia inferiore riportati nella tabella di cui al precedente paragrafo 7 che hanno trasmesso l aggiornamento della notifica al sensi del D.Lgs. 105/2015. Di seguito si procederà alla verifica, presso i singoli gestori, della mancata notifica ai sensi del succitato decreto per l eventuale aggiornamento della programmazione di competenza. Si rappresenta comunque la necessità di avviare prima possibile i programmi ispettivi, seppure, causa le criticità sopra esposte, si può ipotizzare che le prime ispezioni ordinarie, dove il personale ARPAS parteciperà in qualità di uditore e di supporto ad ISPRA ed eventualmente ai VVF e agli altri Organi Tecnici Nazionali (INAIL, ISS ecc.), non possano essere effettuate prima della seconda metà dell anno 2017, rimandando le successive nell anno 2018 e comunque garantendo la periodicità minima di legge nell arco del triennio di vigenza del piano. Le ispezioni ordinarie di cui all art.27 comma 6 del D.lgs.105/2015, ai sensi dei criteri e procedure indicate nell allegato H, consistono in un esame pianificato e sistematico dei sistemi tecnici, organizzativi e di gestione applicati nello stabilimento e sono dirette a: verificare la conformità del documento di politica di prevenzione degli incidenti rilevanti ai contenuti richiesti dall allegato B del D.Lgs 105/2015; 21

verificare la conformità del sistema di gestione della sicurezza ai requisiti strutturali e ai contenuti richiesti, sempre in riferimento alle disposizioni contenute nell allegato B; verificare l attuazione della politica di prevenzione degli incidenti rilevanti dichiarata dal gestore, tenuto anche conto degli obiettivi e dei principi di tale politica, nonché dei risultati effettivamente raggiunti; verificare la rispondenza della configurazione dello stabilimento a quanto dichiarato dal gestore nella documentazione descrittiva redatta ai fini degli adempimenti previsti dal d.lgs. 105/2015 e a quanto prescritto dall autorità competente, anche sotto il profilo dei sistemi tecnici, organizzativi e gestionali adottati per la prevenzione e mitigazione degli incidenti rilevanti, mediante l accertamento della effettiva funzionalità del sistema di gestione della sicurezza e delle sue modalità di attuazione; accertare il livello di consapevolezza dei soggetti che svolgono funzioni o attività rilevanti ai fini della sicurezza, a ogni livello del SGS-PIR, del loro ruolo e delle azioni da intraprendere; accertare l effettivo coinvolgimento dei soggetti di cui al punto precedente nella progettazione e nell attuazione del sistema di gestione della sicurezza verificare l attuazione delle prescrizioni impartite a seguito delle precedenti ispezioni; verificare che le informazioni di cui all art. 23 del D.lgs.105/2015 siano state trasmesse al Comune. Ai fini dell effettuazione delle ispezioni, si applicano le disposizioni contenute nelle appendici 2 e 3 dell allegato H al D.Lgs 105/2015. Le indicazioni riportate nell allegato si riferiscono a tutte le fasi dell attività ispettiva nella sua completezza (richieste, tipicamente, per una prima ispezione). Le risultanze dell ispezione sono contenute in un Rapporto finale d ispezione, predisposto dalla Commissione. Il Rapporto deve riportare il giudizio della Commissione sull adeguatezza del sistema di gestione della sicurezza adottato per raggiungere gli obiettivi della politica di prevenzione degli incidenti rilevanti definita dal gestore. Il Rapporto, deve contenere una descrizione dettagliata di tutte le verifiche compiute per accertare l adeguatezza della politica di prevenzione degli incidenti rilevanti posta in atto dal gestore e del relativo sistema di gestione della sicurezza, anche attraverso un esame pianificato e sistematico dei sistemi tecnici, organizzativi e di gestione. Nel caso in cui la Commissione incaricata individui nel corso di un ispezione un caso grave di non conformità al D.lgs.105/2015 (ad es. una sostanziale inosservanza di uno degli adempimenti a carico del gestore, oppure carenze sostanziali nell attuazione di uno o più elementi del SGS-PIR, tali da poter ritenere il sistema non attuato, ecc.), entro sei mesi è effettuata un'ispezione supplementare, fatte salve le sanzioni di cui all art.28 del D.lgs.105/2015. 22

10. Procedure per le ispezioni straordinarie Le ispezioni straordinarie sono disposte, con oneri a carico dei gestori, dall Autorità competente e/o dalla Regione, allo scopo di indagare, con la massima tempestività, in caso di denunce gravi, incidenti gravi e quasi incidenti, nonché in caso di mancato rispetto degli obblighi stabiliti dal D.lgs.105/2015. L ispezione viene avviata su richiesta della Regione che ne stabilisce l oggetto, le eventuali specifiche modalità di svolgimento ed individua i componenti della Commissione, previa richiesta dei nominativi agli Enti individuati nell allegato H, punto 3. L ispezione prevede un istruttoria finalizzata all individuazione dei fatti, dei soggetti e degli interessi coinvolti e degli elementi necessari per la loro valutazione. L ispezione si conclude con la redazione, da parte della Commissione, di un verbale e/o di una relazione, con cui si esternano al soggetto che ha disposto l ispezione ed alle competenti autorità giudiziarie, in caso di riscontro di fatti rilevanti penalmente, i risultati acquisiti, integrati da eventuali proposte; il contenuto della relazione deve evidenziare, in particolare, gli estremi della lettera d incarico, la data di inizio e la durata degli accertamenti, gli adempimenti effettuati e le risultanze cui si è pervenuti e può essere integrato da verbali, dichiarazioni rese, copie di documenti acquisiti, ecc. 11. Cooperazione con le altre Autorità che effettuano ispezioni presso lo stabilimento Il presente piano ed i programmi ispettivi annuali sono resi disponibili alle altre Autorità che effettuano ispezioni presso lo stabilimento, con particolare riguardo ai controlli effettuati per verificare l attuazione del Regolamento n.1907/2006 REACH ed il rispetto delle prescrizioni dell autorizzazione integrata ambientale di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, cui verrà contestualmente richiesto di rendere disponibili elementi in merito alle rispettive programmazioni, anche allo scopo di evitare sovrapposizioni e duplicazioni di accertamenti. Al fine di migliorare l efficienza del coordinamento potrebbe risultare utile, fin dalla redazione del programma delle ispezioni, individuare gli stabilimenti che, sulla base delle informazioni e dati disponibili in fase di redazione, sono anche soggetti alla disciplina autorizzativa di cui al d.lgs. 152/2006 e s.m.i. in quanto installazioni IPPC, utile ad individuare tempestivamente le Autorità competenti alle quali trasmettere il programma, al fine di applicare, ove possibile, quanto previsto all art. 27 del citato d.lgs. 105/2015, sia al comma 10 in merito al coordinamento degli ispezioni, sia al comma 2 lettera h in ordine alla cooperazione tra le varie autorità che effettuano le suddette ispezioni. 23