DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE CORSO DI ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE



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FACOLTA DI INGEGNERIA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE Piazza d Armi - 09123 Cagliari - tel. 070 67554025 CORSO DI ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE anno accademico 2006-2007 bozza del 23 MAGGIO 2007 GIAN PAOLO GAMBERINI MANUEL DEMONTIS ANTONELLA PERALTA i Ponteggi Metallici (Analisi dei Rischi) (Modulo 6h)

OPERE PROVVISIONALI Per opere provvisionali si intendono tutti quegli apprestamenti ausiliari alla esecuzione dei lavori edili (costruzione, montaggio, riparazione, manutenzione, demolizione) contraddistinti dal carattere della non continuità in quanto destinati ad essere rimossi e smantellati non appena cessata la necessità per la quale sono stati eretti. E anche vero che sovente ci si trova di fronte ad opere importanti, di notevole entità, il cui apprestamento rientra a tutti gli effetti nella categoria dei lavori edili strettamente intesi, quindi non bisogna dimenticare la necessità di attuare, durante la loro messa in opera, una serie di cautele di prevenzione ed antinfortunistiche specifiche. Tramite le opere provvisionali in cantiere, oltre all opera da erigere, viene a configurarsi, attorno all edificio in corso di costruzione o rifacimento, un secondo ordine di opere e di attrezzature la presenza e l utilizzo delle quali é condizione necessaria non solo per la realizzazione del progetto, ma per garantire la sicurezza dei lavoratori. Trattasi, pertanto, di opere di fondamentale e vitale importanza, da tenere nel giusto conto ad ogni livello: progettuale, di messa in opera e conservativo. Per questo il loro inserimento nella stesura dei piani di sicurezza é questione dalla quale non si può prescindere, costituendo anzi uno degli aspetti più significativi nella valutazione, sotto il profilo dell antinfortunistica, del piano stesso. Considerato l uso a cui le opere provvisionali sono destinate, esse vengono distinte in: opere di servizio per il transito, lo stazionamento ed il sostegno sicuro, durante il lavoro, di persone, cose, attrezzi, materiali ed apparecchi di sollevamento. Tipico esempio il ponteggio. opere di servizio per impedire la precipitazione dall alto di persone e materiali che possono cadere dalle opere stesse. Tipici esempi i piani di arresto a sbalzo e le mantovane. opere di servizio per trattenere in posizione sicura e inamovibile le parti di opera in costruzione fino a quando non siano pronte ad autosostenersi. Tipici esempi le casseforme, le armature e le centine. Si tratta di una distinzione più formale che di sostanza, infatti non é infrequente il caso in cui un medesimo apprestamento svolga più di una funzione nello stesso tempo. 1

Volendo classificare le opere provvisionali in base ai materiali con cui sono realizzate si possono individuare due categorie: opere in legno e opere in metallo. E ovvio che le opere provvisionali non debbono venir meno ad uno dei requisiti fondamentali per cui sono realizzate, cioè la sicurezza. Non devono, quindi, loro stesse essere causa di infortuni. Purtroppo la realtà é lontana da questo risultato, infatti é proprio nel campo di utilizzo di queste opere che si registra un gran numero di incidenti in cantiere. Per questo motivo devono essere caratterizzate da alcuni criteri logici: risultare efficaci per tutto il tempo della loro esistenza, essere stabili, essere realizzate in modo idoneo alle necessità e con materiale controllato, resistente, adeguatamente dimensionato, essere collegate intrinsecamente e, quando é il caso, reciprocamente fra loro in modo certo, essere montate e poste in uso da personale esperto, sotto la sorveglianza di un preposto competente e responsabile, venir conservate e mantenute in efficienza per l intera durata del lavoro. E, infine, fondamentale ricordare un principio di grande importanza, secondo il quale tutte le volte in cui venga a mancare il supporto della tradizione tecnica, della conoscenza e del proporzionamento dei materiali in uso oppure l opera in questione costituisca qualcosa di nuovo e particolare, diventa assolutamente necessario affidarsi a calcoli di verifica e controllo, tanto per il legname che per i materiali metallici. Ciò premesso, consideriamo ora quali sono le opere, gli apprestamenti e le attrezzature provvisionali di maggiore e più frequente utilizzo in ambito cantieristico. 2

I PONTEGGI METALLICI Nei lavori eseguiti ad un altezza superiore a m. 2 si devono adottare, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o, comunque, precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e cose. (Art. 16 DPR 164) Fra le opere provvisionali, da allestire a seconda dei casi e delle necessità, quella più comunemente usata è il ponteggio fisso in legno o metallo. Oggi l uso del ponteggio in legno è ormai quasi completamente abbandonato. Vengono utilizzati soprattutto ponteggi metallici, il cui impiego è subordinato all osservanza delle norme contenute nel DPR 164/56 e nelle istruzioni per il montaggio, impiego e smontaggio indicate dal Ministero del Lavoro. I ponteggi metallici disponibili sul mercato sono di due tipi: a tubi e giunti, a telai prefabbricati del tipo chiuso, a portale, ad acca. Consistono in una serie di diversi elementi costitutivi da collegare fra loro al fine di ottenere una struttura rigida in grado di crescere non solo in senso verticale ma anche orizzontalmente, adattandosi con grande facilità e modularmente alle caratteristiche geometriche e dimensionali dell edificio da erigere. 3

Figura 1. Esempio di ponteggio metallico L AUTORIZZAZIONE MINISTERIALE Mentre per i ponteggi in legno non esistono particolari restrizioni di messa in opera o controlli strutturali, salvo quelli imposti dalla buona tecnica, dalla tradizione costruttiva e dai dettami della norma legislativa (art. 7 DPR 164 e artt. 16-29 DPR 164), i ponteggi metallici sono soggetti a rigorosi criteri costruttivi e di applicazione. Possono essere commercializzati ed impiegati solo dopo che il fabbricante ne ha ottenuto l autorizzazione dal Ministero del Lavoro. Essa scaturisce come risultato finale di una serie di calcoli e prove sperimentali effettuate sia sulle singole componenti del ponteggio che sulle conformazioni tipo indicate dal costruttore. L autorizzazione ministeriale è un documento che fa parte integrante del ponteggio e deve essere rilasciata, in copia conforme con i relativi allegati, dal venditore all acquirente all atto della cessione del ponteggio. Trattasi, tra l altro, di documentazione da tenere sempre in cantiere, unitamente al disegno esecutivo firmato (per accertata conformità allo schema-tipo autorizzato dal responsabile del cantiere) e, quando il caso, alla eventuale relazione di calcolo. (Artt. 30 e 33 DPR 164) Questo anche perché all'interno della autorizzazione sono previsti: 4

calcolo del ponteggio secondo varie condizioni di impiego, istruzioni per le prove di carico del ponteggio, istruzioni per montaggio, impiego e smontaggio del ponteggio, schemi-tipo di ponteggio con l indicazione dei massimi ammessi di sovraccarico, altezza dei ponteggi e larghezza degli impalcati per i quali non sussiste l obbligo del calcolo per ogni singola applicazione. Ponteggi sprovvisti di autorizzazione non possono essere né prodotti né commercializzati o concessi in uso. (Art. 7 DPR 164) L autorizzazione ministeriale garantisce comunque e soltanto situazioni assodate in cui, per condizioni normali di impiego, è assicurata la stabilità della struttura. E cioè strutture: alte fino a m. 20, misurati dal piano di appoggio delle basette all estradosso del piano più alto di lavoro, conformi agli schemi-tipo riportati nel libretto di autorizzazione, comprendenti un numero complessivo di impalcati non superiore a quello riportato negli schemi-tipo, con gli ancoraggi conformi alle soluzioni proposte nella autorizzazione e posti in ragione di almeno uno ogni mq. 22, con sovraccarico complessivo in proiezione verticale non superiore a quello preso in considerazione nella verifica di stabilità del ponteggio, con superficie esposta all azione del vento non superiore per ciascun modulo (m. 1.80 x 1.80 per i ponteggi a tubi e giunti e m. 1.80 x 2 oppure 2.50 x 2 per i ponteggi a telai prefabbricati) a quella prevista nella verifica di stabilità, con i collegamenti (attacchi) bloccati mediante l attivazione dei dispositivi di sicurezza. I ponteggi che non rispondono anche ad una soltanto delle condizioni indicate non garantiscono il livello di sicurezza presupposto per ricevere l autorizzazione ministeriale. SCHEMI TIPO E RELAZIONE DI CALCOLO Ne consegue che in ponteggi superiori a m. 20, di notevole complessità o fuori dagli schemi-tipo (come indicati nella autorizzazione) discende l obbligo della stesura di una specifica verifica di calcolo e della redazione del disegno esecutivo, redatti e firmati da ingegnere o architetto abilitato all esercizio della professione. (Art. 32 DPR 164) Quando si è all interno degli schemi-tipo la firma e le generalità possono essere quelle del responsabile di cantiere. 5

Figura 2. Schema di ponteggio metallico prefabbricato con telai ad "H" Il calcolo va redatto attenendosi alle istruzioni approvate nella autorizzazione ministeriale. Poiché nella valutazione delle ipotesi di carico la considerazione circa il sovraccarico dovuto a neve ed a vento si fonda su schemi semplificativi, anche nel caso di ponteggio inferiore in altezza a m. 20 è necessario effettuare un apposito calcolo qualora, per l esposizione e l altitudine della località, debbano ricorrere condizioni particolarmente severe di vento e neve. (Circ. Gennaio 1969) Anche in caso di ponteggio misto (salvo che la cosa non sia esplicitamente prevista dalla autorizzazione ministeriale) è necessario dotarsi di specifico progetto. Si deve, infatti, tenere presente che non è consentito utilizzare elementi facenti parte di ponteggi di tipo diverso e/o misto, ancorché si tratti di elementi di ponteggi autorizzati, in quanto si tratterebbe di realizzazione difforme dagli schemi autorizzati. (Circ. 149/85 e art. 30 DPR 164) D altro canto, dall assemblaggio di parti di per sé giudicate idonee in sede di 6

autorizzazione, non necessariamente deriva l idoneità dell opera presa nel suo complesso, a maggior ragione dove si considerino i problemi di incompatibilità dimensionale fra i vari elementi. E vietato montare sul ponteggio tabelloni pubblicitari, graticciati, teloni, reti o altre schermature, a meno che non si siano prese le necessarie cautele costruttive (aumento degli ancoraggi, diagonali), sulla base di un calcolo firmato, in relazione all azione del vento presumibile per la zona dove il ponteggio è installato. (Circ. 149/85 e Norme CNR-UNI 10012/67 p.3-4) Le autorizzazioni ministeriali si limitano all altezza di m. 20 perché gli elementi costitutivi ed il ponteggio nel suo insieme rappresentano strutture caratterizzate da notevole altezza ed elevata mobilità dei nodi dei telai che le costituiscono. L insieme presenta, quindi, alcune incertezze che si risolvono a priori con ipotesi semplificative sulla base di prove pratiche. Questa indeterminatezza nel comportamento strutturale non esclude rischi di crollo improvviso difficilmente valutabili. A seguito delle prove sperimentali, si fissano i limiti di impiego e, quindi, i carichi (impalcati carichi e scarichi) che possono insistere sulla stessa verticale. Va da sé che l aumento degli impalcati rispetto a quelli autorizzati comporta una progressiva riduzione del grado di sicurezza. MARCHIO DI FABBRICA Il ponteggio metallico si compone di una serie di parti o elementi. Tra i molti ricordiamo: basetta, spinotto, montante, corrente, traverso, diagonale, giunto, fermatavole, mensola, piano di calpestio metallico, telaio, attacco per il collegamento dei telai. Su questi elementi deve comparire inciso o in rilievo il nome o il marchio del fabbricante. 7

Figura 3. Ponteggio metallico Sovente, soprattutto nel caso di elementi marchiati con punzonatura a freddo e in presenza di una scarsa manutenzione, nome e marchio non risultano più identificabili come autorizzati. Volendo continuare ad utilizzarli lo si potrà fare a fronte di una relazione tecnica firmata, anche nel caso di ponteggio eretto secondo uno schema-tipo. In questo caso il ponteggio andrà considerato alla stregua di una normale struttura metallica (soggetta alle norme di calcolo CNR-UNI 10011). Prima di partire con il cantiere diventa importante valutare quale tipo di ponteggio sia meglio impiegare, in relazione ai luoghi, allo spazio disponibile e, in particolare, al contesto entro cui si deve operare. La scelta del tipo di ponteggio fa parte, inoltre, delle considerazioni che fanno capo al piano di sicurezza, quando è il caso debba essere redatto. MONTAGGIO E SMONTAGGIO Le operazioni di montaggio e smontaggio del ponteggio assumono particolare importanza. (Artt. 17 e 36 DPR 164) Possono, in linea di massima seguire questo andamento: 1. presenza continua di un preposto che sorvegli le operazioni di persona e dia 8

le opportune indicazioni ai montatori, assicurandosi che il ponteggio venga assemblato conformemente al progetto ed a regola d arte, 2. le operazioni devono essere eseguite da personale pratico ed idoneo che si trovi in condizioni fisiche soddisfacenti al momento dell effettuazione dei lavori, 3. il personale deve essere dotato di attrezzi appropriati (chiavi a doppia stella/dinamometriche), da riporre in apposita custodia e dotati di eventuale dispositivo contro la caduta accidentale, 4. devono essere usati i mezzi personali di protezione: caschetto, scarpe (antiscivolo, flessibili, robuste), cintura di sicurezza. Non è da ritenersi idonea la cintura semplice di trattenuta. Deve essere con bretelle e cosciali (imbracatura) ed essere eventualmente integrata con sistemi pratici di aggancio (tipo pinze ) le cui caratteristiche di resistenza allo strappo siano garantite da certificazione rilasciata da istituto riconosciuto. (Art. 24 DPR 547 e Art.36 DPR 164 e Art. 10 DPR 164) 5. gli elementi del ponteggio da utilizzare devono essere controllati prima del loro impiego allo scopo di eliminare quelli che presentino deformazioni, rotture e corrosioni pregiudizievoli per la resistenza del ponteggio. Gli elementi insufficientemente protetti contro gli agenti atmosferici non devono essere impiegati; (Art. 7 DPR 164) 6. rispetto della successione delle fasi di montaggio così come indicato dal costruttore al capo VI della autorizzazione ministeriale. Il tutto, quando necessario, coordinato con l eventuale piano di sicurezza; 7. nel corso del montaggio si devono costantemente verificare: la distanza fra ponteggio ed edificio, la verticalità dei montanti, l orizzontalità dei correnti e dei traversi, l assetto operativo dei dispositivi di collegamento, la messa in opera degli ancoraggi e delle diagonali seguendo il normale progredire del montaggio ed in conformità ai disegni esecutivi, che il traverso più alto del ponteggio in corso di montaggio non superi di m. 4 l ultimo ordine di ancoraggi, 8. movimentazione sicura dei carichi (elementi del ponteggio, tavole di legno), con idonea imbracatura, per evitare lo svincolo e la caduta accidentale; (Art. 181 DPR 547) 9. per l accesso ai vari piani del ponteggio e delle impalcature ci si deve servire di scale a mano o prefabbricate che, comunque, non devono essere poste l una in prosecuzione dell altra. Devono, inoltre, essere più lunghe di m. 1 rispetto al piano di arrivo anche ricorrendo al prolungamento di un solo 9

montante ed essere vincolate contro gli sbandamenti. 10. divieto di salire o scendere lungo i montanti, 11. divieto di gettare dall alto elementi del ponteggio, (Art. 8 DPR 164) (Art. 38 DPR 164) (Art. 38 DPR 164) 12. divieto di sostare sotto i carichi sospesi, (Art. 186 DPR 547) 13. delimitazione della zona di montaggio, per evitare danni a cose e persone estranee al cantiere. In generale per un corretto e sicuro montaggio si deve, rispettando le istruzioni riportate nei libretti, prima di tutto eseguire il tracciamento della struttura, dopo aver posizionato i montanti di base si attua il primo orizzontamento e si posizionano gli ancoraggi. Si prosegue al montaggio degli elementi costituenti il ponteggio osservando le seguenti istruzioni. Figura 4. Esempio di ponteggio metallico a telaio prefabbricato Per ponteggi metallici a telaio prefabbricato: i telai portanti verticali devono avere i montanti collegati assialmente in modo che gli stessi siano atti a resistere agli sforzi di trazione alla spinta di 10

collegamento; i correnti, le diagonali, le travette per varchi e passi carrai, i parasassi devono essere collegati almeno in due punti e il dispositivo di collegamento deve realizzare l unione degli elementi in modo tale che la separazione degli stessi possa essere attuata solo con intervento volontario; il collegamento longitudinale dei telai va realizzato montando due correnti per modulo posto sulla facciata interna del ponteggio ed uno su quella esterna; la controventatura del piano orizzontale va realizzata con un semplice ordine di diagonali in pianta ogni due piani di ponteggio; la controventatura di facciata va realizzata con una diagonale per modulo; quando sia necessario utilizzare altri elementi di ponteggio a tubi e giunti per realizzare il livellamento dei piani di partenza per ponteggi a telaio oppure particolari partenze del ponteggio stesso o per ottenere aperture diverse, è necessario che gli elementi a tubi e giunti appartengano ad un unico tipo di ponteggio autorizzato e che sia possibile la normale giunzione tra elementi a tubi e giunti ed elementi a telaio senza ricorso a soluzioni di ripiego o all uso di elementi di raccordo non previsti nell'autorizzazione. Per ponteggi metallici a tubi e giunti: ogni tubo deve avere almeno due giunti e le giunzioni assiali devono essere dotate di spinotto; se le giunzioni assiali sono previste in mezzeria dei giunti ortogonali, occorre che vi sia uno sfalsamento delle stesse rispetto ai nodi strutturali; se invece le stesse giunzioni assiali sono previste fuori dei nodi strutturali esse devono distare almeno 60 centimetri da tali nodi; nel caso di installazione di mezzi di sollevamento che inducono trazione nei montanti è necessario utilizzare giunti resistenti a trazione che devono essere utilizzati anche nei nodi delle diagonali; i montanti devono superare di almeno 1,2 metri l ultimo impalcato o il piano di gronda; le diagonali sul piano di facciata devono partire dal piede dei montanti e devono essere fissate a tutti i traversi e montanti che incontrano. Per tutti i tipi di ponteggio gli ancoraggi devono essere disposti, per numero e intervallo, seguendo le istruzioni delle autorizzazioni ministeriali salvo il caso di calcolo specifico. Il montaggio degli impalcati deve essere realizzato dall impalcato sottostante curando che i dispositivi di blocco sui traversi siano attivati. Se non è prevista la 11

presenza di impalcati a tutti i piani, il loro montaggio e smontaggio deve essere effettuato dal piano di ponteggio provvisorio realizzato immediatamente sotto. Tale impalcato provvisorio deve essere realizzato da un campo di ponteggio costituito dall impalcato relativo al sistema di accesso definitivo provvisto di botola. Nella zona interessata al montaggio o allo smontaggio si dovrà interdire, con idonei sbarramenti, l avvicinamento, la sosta ed il transito alle persone non addette. Lo smontaggio deve avvenire gradualmente dall alto verso il basso senza pregiudicare la stabilità dell opera; è consigliabile asportare le incrostazioni da calcinaccio o da malta presenti sugli elementi nonché ingrassare i bulloni dei morsetti di serraggio. Gli elementi del ponteggio devono essere calati con mezzi opportuni senza gettarli e gli addetti devono usare i mezzi di protezione individuale idonei. Una volta eretto, in base a quanto indicato dalla autorizzazione ministeriale, secondo uno schema-tipo o attenendosi alle indicazioni di progetto, il ponteggio va conservato in buone condizioni. Ad intervalli periodici o dopo violente perturbazioni atmosferiche va revisionato sotto il diretto controllo del responsabile del cantiere. (Art. 37 DPR 164) Un aspetto non trascurabile ai fini della sicurezza durante le operazioni di montaggio e smontaggio di un ponteggio metallico è la facilità con la quale il personale addetto riesce a spostare e sollevare i singoli elementi. È evidente come la movimentazione di pezzi pesanti o ingombranti (in spazi ristretti ed a quote elevate) sia fonte di molteplici pericoli, tra i quali: il mancato trattenimento degli elementi, la caduta di pezzi di ponteggio dall alto, l affaticamento e lo sbilanciamento degli operai, l ingombro della visuale durante il trasporto, l urto accidentale di persone e oggetti circostanti. Per questo motivo le ditte produttrici di ponteggi metallici hanno posto una certa attenzione allo studio ed alla fabbricazione di prodotti sufficientemente leggeri e maneggevoli. La maggiore innovazione tecnica degli ultimi tempi sul fronte della leggerezza è dovuta all introduzione di ponteggi in alluminio, utilizzati da tempo in altre Nazioni (segnatamente in Germania) e comparsi in Italia soltanto di recente. Questo ritardo è stato determinato dalla necessità di mettere a punto dei criteri di prova, verifica, controllo e collaudo inesistenti nel nostro Paese per questo tipo di prodotto. Un ponteggio in alluminio pesa meno della metà di un ponteggio in acciaio di pari dimensioni, tuttavia i ponteggi tradizionali in acciaio zincato sono ad oggi (e sicuramente rimarranno a lungo) i più diffusi. Quelli a telai prefabbricati, sebbene si prestino ad un rapido montaggio, sono più direttamente investiti dal problema della 12

maneggevolezza dei singoli componenti rispetto ai tipi a tubi e giunti. Nella tabella seguente sono riportate le masse dei principali componenti di un ponteggio prefabbricato, laddove è stato reperito uno scarto significativo si sono evidenziati il valore minimo e quello massimo, altrimenti il valore tabellato deve intendersi come medio. Componente Massa (kg) Componente Massa (kg) Telaio a portale (larghezza 70 cm) 17,00 Tavola fermapiede (lunghezza 180 cm) 4,10-4,40 Telaio a portale (larghezza 105 cm) - 18,30 Tavola fermapiede (lunghezza 250 cm) 5,60-7,80 Telaio ad "H" (larghezza 105 cm) Telaio parapetto (lunghezza 180 cm) Telaio parapetto (lunghezza 250 cm) Parapetto testata (lunghezza 105 cm) 12,70-18,50 6,00-9,00 Impalcato prefabbricato (lunghezza 180 cm) Impalcato prefabbricato (lunghezza 250 cm) 14,00-14,50 18,60-21,40 11,30 Diagonale pianta (lunghezza 180 cm) 2,50-2,90 8,40-8,90 Diagonale pianta (lunghezza 250 cm) 3,70-5,90 Corrente (lunghezza 180 cm) 2,30-5,30 Diagonale facciata (per modulo da 180 cm) 2,50-7,50 Corrente (lunghezza 250 cm) 4,60-7,80 Diagonale facciata (per modulo da 250 cm) 4,80-8,70 Scala d accesso (altezza 200 cm) 7,00-9,30 Trave passo carraio (lunghezza 2 x 180 cm) 29,00-33,50 Parasassi 10,20-14,00 Trave passo carraio (lunghezza 2 x 250 cm) 41,00 Si può notare come ci siano delle differenze, talora non trascurabili, tra i pesi di elementi quasi identici, a tal proposito sarebbe auspicabile che i produttori inserissero nei libretti di autorizzazione ministeriale, in modo chiaro e leggibile, i dati sulla massa dei vari pezzi, questi dati, non facendo parte del contenuto obbligatorio del libretto, sono spesso presentati in forma poco evidente o omessi del tutto. Un discorso più approfondito meritano gli impalcati da ponteggio. Sono da tempo in uso le tavole in legno massiccio e gli elementi da impalcato in acciaio e in alluminio, di recente introduzione sono invece gli impalcati a struttura 13

metallica e piano di calpestio in legno multistrato (riconosciuti conformi alle vigenti norme con DM del 19/9/2000, ma, di fatto, non ancora commercializzabili ed utilizzabili in Italia a causa del protrarsi delle pratiche di rilascio delle necessarie autorizzazioni ministeriali). Questi ultimi sono prodotti prevalentemente da ditte tedesche e si propongono di unire la resistenza meccanica dell acciaio con la leggerezza del legno. La loro struttura è formata da telai metallici rigidi (solitamente di acciaio trattato contro la corrosione, più raramente di alluminio) recanti appositi ganci per il fissaggio allo scheletro del ponteggio ed eventualmente irrigidimenti che consentono l eliminazione della diagonale in pianta. Il piano di calpestio è costituito da pannelli in legno multistrato (l essenza migliore sarebbe la betulla, resistente e flessibile, ma per contenere i costi si utilizza prevalentemente l abete) trattato in modo da migliorarne la resistenza all usura ed agli attacchi atmosferici. Lo spessore minimo fissato dalla norma per i pannelli è di appena 9 millimetri, contro i 4 centimetri previsti dal DPR 164/1956 per le tavole in legno massiccio, questa riduzione è dovuta alla presenza della struttura di supporto metallico ed alla imposizione di regole precise sul confezionamento del multistrato; per esempio il legname deve avere un umidità relativa compresa tra il 5% ed il 15% ed anche le colle devono rispondere a specifici requisiti stabiliti dal decreto. Complessivamente il peso di un elemento a struttura metallica e legno multistrato non si discosta granché da quello di una tavola massiccia di pari dimensioni, è circa 2/3 di quello di un elemento di acciaio e 4/3 di quello di un elemento di alluminio, tuttavia questi ultimi non hanno avuto grande diffusione a causa del loro costo elevato. Nella tabella seguente è proposta una classifica dei vari tipi di impalcato attualmente in uso secondo due criteri: l economicità e la leggerezza. Posizione Economicità Leggerezza 1 Legno massiccio Alluminio 2 Acciaio Struttura metallica e legno multistrato 3 Struttura metallica e legno multistrato Legno massiccio 4 Alluminio Acciaio 14

Pi.M.U.S.: PIANO DI MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO L'art. 36-quater del D.Lgs. n. 626/94, così come introdotto dal D.Lgs. n. 235/03, prevede, tra l'altro, che "Il datore di lavoro provveda a redigere a mezzo di persona competente un piano di montaggio, uso e smontaggio, in funzione della complessità del ponteggio scelto. Tale piano può assumere la forma di un piano di applicazione generalizzata integrato da istruzioni e progetti particolareggiati per gli schemi speciali costituenti il ponteggio, ed è messo a disposizione del preposto addetto alla sorveglianza e dei lavoratori interessati". Al fine di consentire ai datori di lavoro di poter redigere un documento coerente con i principi ispiratori del D.Lgs. n. 626/94 e del D.Lgs. n. 494/96, basati su elementi che siano concretamente finalizzati all'innalzamento del livello di sicurezza durante l'esecuzione di lavori temporanei in quota con l'impiego di ponteggi, è uscita la circolare n 26 del 13/09/06 che indica quelli che sono i contenuti minimi del Pi.M.U.S. Le indicazione fornite da questa circolare sono finalizzate ad approfondire: descrizione delle regole da applicare durante le operazioni di montaggio, trasformazione e smontaggio del ponteggio che si sostanziano in indicazioni 15

generali, ovvero "piano di applicazione generalizzata" descrizione delle regole da applicare durante le operazioni di montaggio, trasformazione e smontaggio del ponteggio che si sostanziano in indicazioni puntuali, ovvero "istruzioni e progetti particolareggiati per gli schemi speciali costituenti il ponteggio"; descrizione delle regole da applicare durante l'uso del ponteggio. Contenuti minimi del Pi.M.U.S. 1. Dati identificativi del luogo di lavoro; 2. Identificazione del datore di lavoro che procederà alle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio; 3. Identificazione della squadra di lavoratori, compreso il preposto, addetti alle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio; 4. Identificazione del ponteggio; 5. Disegno esecutivo del ponteggio; 6. Progetto del ponteggio, quando previsto; 7. Indicazioni generali per le operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio ("piano di applicazione generalizzata"): o planimetria delle zone destinate allo stoccaggio e al montaggio del ponteggio, evidenziando, inoltre: delimitazione, viabilità, segnaletica, ecc., o modalità di verifica e controllo del piano di appoggio del ponteggio (portata della superficie, omogeneità, ripartizione del carico, elementi di appoggio, ecc.), o modalità di tracciamento del ponteggio, impostazione della prima campata, controllo della verticalità, livello/bolla del primo impalcato, distanza tra ponteggio (filo impalcato di servizio) e opera servita, ecc., o descrizione dei DPI utilizzati nelle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio e loro modalità di uso, con esplicito riferimento all'eventuale sistema di arresto caduta utilizzato ed ai relativi punti di ancoraggio, 16

o descrizione delle attrezzature adoperate nelle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio e loro modalità di installazione ed uso, o misure di sicurezza da adottare in presenza, nelle vicinanze del ponteggio, di linee elettriche aeree nude in tensione, di cui all'art. 11 del DPR n. 164/56, o tipo e modalità di realizzazione degli ancoraggi, o misure di sicurezza da adottare in caso di cambiamento delle condizioni meteorologiche (neve, vento, ghiaccio, pioggia) pregiudizievoli alla sicurezza del ponteggio e dei lavoratori, o misure di sicurezza da adottare contro la caduta di materiali e oggetti; 8. Illustrazione delle modalità di montaggio, trasformazione e smontaggio, riportando le necessarie sequenze "passo dopo passo", nonché descrizione delle regole puntuali/specifiche da applicare durante le suddette operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio ("istruzioni e progetti particolareggiati"), con l'ausilio di elaborati esplicativi contenenti le corrette istruzioni, privilegiando gli elaborati grafici costituiti da schemi, disegni e foto; 9. Descrizione delle regole da applicare durante l'uso del ponteggio; 10. Indicazioni delle verifiche da effettuare sul ponteggio prima del montaggio e durante l'uso. LE COMPONENTI DI UN PONTEGGIO La realizzazione di un ponteggio risulta, ovviamente, dall assemblaggio delle sue diverse componenti e costituisce nel suo insieme una vera e propria costruzione complessa. Per questo deve avere un piano di appoggio di adeguata resistenza, mezzi di collegamento efficaci, ancoraggi sufficienti e possedere una piena e totale stabilità. Nella autorizzazione ministeriale, laddove vengono proposti gli schemi-tipo per il montaggio, sono indicate in modo chiaro, in relazione a quanto previsto dalle norme, le distanze e le disposizioni reciproche degli elementi metallici (basette, montanti, correnti, traversi, diagonali). 17

Figura 5. Particolare della base di un ponteggio Tubi, basette, spinotti Tutti gli elementi costituenti il ponteggio devono avere un carico di sicurezza non inferiore a quello indicato nella autorizzazione ministeriale. (Art. 35 DPR 164) Sono maggiormente impiegati tubi del diametro di mm. 48.25 con spessore di mm. 3.25. La resistenza del tubo è relativa alla qualità dell acciaio, secondo quanto previsto e riportato dalle norme CNR-UNI 10011. Le aste possono essere in profilati o in tubi anche saldati con sistema continuo. Le loro estremità devono essere lisce e senza sbavature per evitare ferite al personale che le maneggia e terminare con sezioni ad angolo retto con l asse dell asta. (Art. 35 DPR 164 e Art. 6 D.M.2.9.1968) 18

19 Figura 6. Particolare dell'appoggio a terra di un ponteggio L appoggio di testa del tubo contro parti resistenti, come il terreno, va fatto interponendo le basette, costituite da piastre circolari o quadrate, di superficie minima non inferiore a 18 volte quella del poligono circoscritto alla sezione del montante stesso e con spessore sufficiente a resistere senza subire deformazioni. E concessa una superficie di appoggio minore, comunque mai inferiore a cmq. 150, purché le caratteristiche di resistenza della basetta siano attestate, da un laboratorio riconosciuto, a seguito di apposite prove e siano corredate da elementi di ripartizione (tavole in legno e non mattoni o blocchetti di cemento) con dimensioni e caratteristiche adeguate ai carichi da trasmettere ed alla consistenza dei piani di posa. (Art. 35 DPR 164 e Art. 5 D.M.2.9.1968) Le basette sono munite di un dispositivo (spinotto) di collegamento con il montante atto a centrare il carico e tale da non ingenerare momenti flettenti sul montante. Gli spinotti vengono utilizzati nei collegamenti testa a testa di due tubi. Non svolgono funzione resistente, ma solo quella di rendere il montaggio più facile e sicuro. L elemento di partenza, quello destinato all appoggio sul terreno, in modo particolare nel caso di ponteggio a telaio prefabbricato, può essere dotato di basette regolabili, che consentono di portare alla stessa quota tutte le estremità superiori dei

telai di appoggio. Il sistema è di solito realizzato con vite e madrevite e dotato di un fermo che impedisca una riduzione della lunghezza di innesto al di sotto di mm. 75 ed, allo stesso tempo, consenta una unione certa e permanente delle varie parti componenti la basetta regolabile. I montanti di una stessa fila sono posti da una distanza di m. 1.80 da asse ad asse. (Art. 36 DPR 164) Sono consentite distanze superiori a condizione che i risultati delle prove pratiche garantiscano il mantenimento del grado di sicurezza e che sia fornita una relazione di calcolo che assicuri, sia per gli aspetti di resistenza che per quelli di stabilità, il predetto grado di sicurezza così come previsto dalle norme di buona tecnica. (Art. 1 D.M. 115 del 3.3.1990) E bene evitare di applicare carichi sui tubi anziché nei nodi di giunzione. Ogni tubo deve essere fissato da almeno due giunti e deve essere posto in opera in modo da interessare l intera lunghezza del giunto stesso. Figura 7. Particolare della base di un ponteggio L altezza dei montanti deve superare di almeno m. 1.20 l ultimo impalcato o il piano di gronda. Due montanti con i loro traversi di unione costituiscono una stilata, mentre per campo si intende invece la parte di ponteggio compresa fra sue stilate consecutive. 20

E importante adottare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare l investimento e l urto diretto dei montanti da parte di automezzi o altro. Correnti, traversi, controventature I correnti sono elementi disposti in orizzontale e servono a trasmettere i carichi ai montanti oltre che a controventarli efficacemente. Essi uniscono in senso longitudinale i montanti e devono essere applicati in numero di almeno 2 per ogni piano di ponte ed uno può far parte del parapetto. (Art. 36 DPR 164 ) Per quanto la loro distanza in verticale non debba superare i m. 2, di norma vengono montati a m. 1.80. (Art. 21 DPR 164) E concesso applicarne uno soltanto a condizione che ve ne sia uno per piani alternati di ponte e che gli ancoraggi siano previsti almeno ogni mq. 22. (Art. 4 D.M.2.9.1968) Per quanto riguarda i traversi di sostegno dell intavolato, la distanza massima fra due consecutivi indicata dalla norma è di m. 1.20. Può derogarsi fino a m. 1.80, a condizione che per l impalcato si ricorra a tavole di cm. 4x30 o cm. 5x20 oppure lo si realizzi con altro adeguato materiale di non minore resistenza. (Art. 22 DPR 164 e Art. 2 D.M.2.9.1968) Le controventature vanno, di norma, realizzate sia in senso trasversale che longitudinale. (Art. 35 DPR 164) La loro resistenza deve essere efficace sia a compressione che a trazione. Si può derogare ai soli controventi trasversali a condizione che i collegamenti siano realizzati mediante l impiego di giunti ortogonali con elevata rigidezza angolare attestata con certificato ufficiale di prova rilasciato da un istituto riconosciuto. (Art. 3 D.M.2.9.1968) 21

Figura 8. Ponteggio con montanti e correnti Giunti e ancoraggi Per collegare le aste fra di loro si ricorre ai giunti di unione. Sono fondamentalmente di due tipi: ortogonali ed assiali. I primi servono, in pratica, per tutti gli usi, tranne che per i collegamenti di tubi soggetti ad uno sforzo di trazione. In questo caso va utilizzato il giunto assiale, munito di particolari intagli che agganciano i tubi da collegare. E importante che i bulloni dei giunti siano serrati in modo corretto. Troppo provocherebbe sollecitazioni anomale nelle aste ed usura, troppo poco consentirebbe movimenti e sfilamenti sotto carico. Il serraggio con chiave dinamometrica è un utile controllo di sicurezza. Le caratteristiche di resistenza dei giunti non devono essere minori di quelle delle aste che collegano. Ad elementi non verniciati devono assicurare resistenza allo scorrimento con largo margine di sicurezza. A giunto 22

serrato, due ganasce non devono essere a contatto dalla parte del bullone. Le parti che costituiscono il giunto di collegamento devono essere unite fra loro in modo permanente e solidale per evitare l accidentale distacco di qualcuna di esse. (Art. 35 DPR 164) Nel serraggio di più aste che concorrono in un nodo i giunti devono essere sistemati assai strettamente l uno in prossimità dell altro. (Art. 36 DPR 164) Gli ancoraggi sono quei dispositivi o sistemi utilizzati per vincolare il ponteggio all edificio che si va erigendo o già esistente. Contribuiscono in modo determinante con la loro azione alla rigidità intrinseca dell insieme, in parte già ottenuta con gli irrigidimenti orizzontali, trasversali ed i controventi, mantenendo in condizioni di sicura stabilità il ponteggio. Esso deve essere ancorato in modo efficace alla costruzione in corrispondenza di ogni due piani di ponteggio ed ogni due montanti, seguendo in tal modo una disposizione del tipo a rombo. (Art. 20 DPR 164) Se gli ancoraggi vengono disposti uno per ogni mq. 22 è ammessa deroga alla disposizione dei 2 correnti per ogni piano di ponte previsti dall art. 36 DPR 164. (Art. 4 D.M. 2.9.1968) Soluzione normalmente adottata dai costruttori, anche perché trattasi di una delle condizioni che consentono di adottare nel calcolo del ponteggio il metodo semplificato. (Nota ministeriale 17.3.1969) Gli ancoraggi possono essere realizzati in modi diversi. Di norma sono del tipo: a. a cravatta, b. a sbadacchio con anello, c. a vitone. La loro azione è sempre prevista come normale alla parete. Nei casi a. e b. la validità è affidata alla resistenza allo scorrimento del giunto. La forza di sollecitazione cui si prevede un ancoraggio debba essere sollecitato va valutata a +/- 500 kg. E, poiché dalle certificazioni di laboratorio ottenute dai costruttori si ricava che la resistenza allo scorrimento di un giunto è sempre superiore a questo valore, l ammaraggio risulta verificato. Mentre, nel caso c., l ancoraggio è assodato una volta verificato a flessione, con carico concentrato di kg. 500, il tubo che si rende solidale al vano dell edificio per forzamento del vitone. 23

Nella pratica, il fare corrente demanda sovente l ancoraggio all uso di tasselli ad espansione ad occhiello collegati con filo di ferro intrecciato a più tratti. Anche questa soluzione, ereditata dalla pratica realizzativa dei ponteggi in legno, diventa accettabile, pure se non prevista nella autorizzazione ministeriale. Quel che conta, sotto il profilo della sicurezza, è che non solo risulti di pari efficacia a quelle riconosciute, ma sia attestata da una relazione di calcolo firmata. Intavolati e impiego del ponteggio Gli intavolati che costituiscono il piano di calpestio dei ponti possono essere del tipo prefabbricato (in resina, metallo, composti) o in legno. Mentre i primi rientrano per caratteristiche strutturali e di resistenza nel quadro degli elementi riconosciuti dalla autorizzazione ministeriale concessa al costruttore, i secondi debbono rispondere a precisi criteri dimensionali e di tenuta. La resistenza del materiale legnoso è la prima cosa da valutare al fine di escludere ogni impiego a rischio. La resistenza del legname varia sia con la tipologia delle essenze, sia con lo stato di conservazione. Mediante l esame a vista si dovrà subito verificare che il legname sia asciutto, a fibra lunga e poco nodosa; in presenza di nodi questi non dovranno mai attraversare tutto lo spessore del legname. Le tavole impiegate nei ponteggi dovranno presentarsi con larghezza uniforme ed è buona norma che esse vengano collaudate prima di essere impiegate. Il collaudo potrà essere effettuato ponendo ogni tavola su due appoggi rigidi a terra, ad una distanza pari a quella che dovranno avere in opera, e caricandola con un carico triplo di quello di servizio, realizzato con materiali di cantiere di peso noto che possono essere aggiunti o tolti in modo graduale. Il legname da ponteggio maggiormente utilizzato è l abete (bianco o rosso) leggero, e resinoso, che presenta il vantaggio di essere facilmente lavorabile, economico, ma poco durevole. Le tavole che compongono il piano di calpestio di ponti di servizio, passerelle, andatoie, devono presentare fibre resistenti e con andamento parallelo all asse. La loro larghezza non deve essere inferiore a 20 centimetri, mentre il loro spessore deve essere tale da riuscire a sopportare i carichi verticali, comunque non inferiore a 4 centimetri. I carichi che nella norma si considerano accettabili su un impalcato sono pari a: 2,5 kn/m 2 per ponteggi medi, 3,5-4,0 kn/m 2 per ponteggi pesanti, 5,0 kn/m 2, per ponteggi pesantissimi. Detti carichi massimi tengono conto anche degli effetti dinamici di sollecitazioni orizzontali o verticali che si possono avere sull impalcato, nonostante il divieto di correre o saltare o accumulare o lasciar cadere materiale su di loro. 24

La resistenza dell intavolato viene ridotta anche dalla sua eventuale eccessiva nodosità, quindi: le tavole che li compongono devono essere asciutte, avere fibre con andamento parallelo all asse, non presentare nodi passanti che riducano per più del 10% la sezione di resistenza e che incidano in modo pericoloso soprattutto sulla resistenza a flessione. (Art. 23 DPR 164) Se dalla previsione di calcolo dovesse risultare l incapacità dell intavolato a sostenere i carichi previsti, si potrà disporre il raddoppio delle tavole, che però non realizzerà un sistema con resistenza doppia rispetto all impalcato a tavola singola. Gli impalcati devono essere provvisti di una indicazione, chiara e visibile, delle condizioni di carico massimo ammissibile. La cosa può essere realizzata con un cartello su cui siano riportate le caratteristiche essenziali del ponteggio, più precisamente: la natura del ponteggio (manutenzione/costruzione), il numero complessivo degli impalcati, il numero degli impalcati su cui è consentita l attività lavorativa ed i carichi ammissibili, la protezione contro la caduta dei materiali dall alto. (Circ. 149/85) Ottemperando, tra l altro così facendo, ad uno dei criteri di base della prevenzione infortuni, vale a dire l obbligo per i datori di lavoro di rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui sono esposti, mediante affissione negli ambienti di lavoro di una adeguata cartellonistica di puntuale informazione. (Art. 4 DPR 547) Le tavole non devono presentare parti a sbalzo e poggiare sempre su 4 traversi. (Art. 23 DPR 164) Nelle operazioni di messa in opera o di rimozione non vanno mai lasciate tavole con parti a sbalzo superiori a cm. 20. Possono essere utilizzate solo quando non distino più di m. 2 dall ordine più alto di ancoraggi. Le tavole devono essere assicurate contro gli spostamenti sia trasversali che longitudinali ed essere fissate in modo che non possano scostarsi dalla posizione in cui sono state collocate o scivolare sui traversi metallici. Ciò si ottiene predisponendo un piano di calpestio completo, vale a dire con le tavole esterne a contatto dei montanti (spostamento trasversale) e con la sovrapposizione, in sequenza e sempre in corrispondenza di un traverso, per un tratto di almeno cm. 40 (spostamento longitudinale). Fermo restando che le tavole di testata siano assicurate autonomamente. 25

(Art. 23 DPR 164) Nel caso di tavole collocate nella parte esterna del ponteggio, di norma fuori dal montante più vicino alla costruzione, la stabilità contro gli spostamenti può essere ottenuta semplicemente inchiodandole fra loro nel tratto della sovrapposizione. Quando il piano è costituito da tavole metalliche, l assicurazione contro il ribaltamento e lo sganciamento accidentale dai traversi è garantita dall attivazione degli appositi dispositivi previsti dal costruttore del ponteggio e riconosciuti dalla autorizzazione ministeriale. Le tavole devono risultare anche ben accostate all opera in costruzione. E tuttavia consentito un distacco dalla muratura non superiore a cm. 20 soltanto per l esecuzione di lavori di finitura. (Art. 23 DPR 164) Quando tale distacco risulti superiore, diventa preferibile la realizzazione di un piano di calpestio esterno, poggiante sui traversi a sbalzo, verso l opera in fase di realizzo. Soluzione contemplata anche nelle autorizzazioni ministeriali. Se questa soluzione non è prevista o esula dagli schemi tipo approvati, la si potrà attuare solo a fronte di apposito calcolo. Nel caso in cui il piano di calpestio esterno non sia realizzabile, per evitare il pericolo di caduta dall impalcato, si deve applicare un parapetto anche verso l interno. Gli impalcati, i ponti di servizio, le passerelle, le andatoie devono essere provvisti sui lati verso il vuoto di un robusto parapetto. Esso deve risultare costituito da uno o più correnti paralleli all intavolato, il cui margine superiore sia posto a non meno di m. 1 dal piano di calpestio, e di una tavola fermapiede alta non meno di cm. 20, messa di taglio ed aderente al tavolato. E ammesso l utilizzo di un elemento che svolga insieme la funzione di tavola fermapiede e di corrente intermedio. Correnti e tavola fermapiede non devono lasciare una luce, in senso verticale, maggiore di cm. 60 e devono essere applicati dalla parte interna dei montanti. Il parapetto con fermapiede va applicato anche sul lato corto, terminale, dell impalcato. (Art. 24 DPR 164) Sopra i ponti di servizio e sulle impalcature in genere è vietato qualsiasi deposito, eccettuato quello temporaneo dei materiali ed attrezzi necessari ai lavori. Il peso dei materiali e delle persone deve essere sempre inferiore a quello consentito dal grado di resistenza del ponteggio e lo spazio occupato dai materiali deve permettere i movimenti e le manovre necessarie per lo svolgimento del lavoro. (Art. 18 DPR 164) 26

Figura 10. Particolare del parapetto di un ponteggio Gli impalcati ed i ponti di servizio devono avere un sottoponte di sicurezza, costruito come il ponte, a distanza non superiore a m. 2.50. (Art. 27 DPR 164) Esso ha la funzione di trattenere persone o materiali che possono cadere dal ponte soprastante in caso di rottura di una tavola. Per questo il sottoponte non può trovarsi troppo distante dal ponte. In genere, viene collocato a metà distanza fra un piano e l altro. Può derogarsi all altezza di m. 2.50 nel caso di costruzioni in conglomerato cementizio, poiché possono ritenersi idonei ad assolvere la funzione di sottoponte gli impalcati che hanno queste caratteristiche: sono realizzati in corrispondenza delle solette, presenti a tutti i piani, distanti fra loro non oltre m. 3 e sono regolamentari, con piano di calpestio e parapetto su tutti i lati verso il vuoto. (Art. 28 DPR 164) La distanza massima di m. 2.50 deve essere rigidamente rispettata qualora nel ponteggio vengano installati esclusivamente il ponte di lavoro ed il sottoponte di sicurezza, oppure quando al di sotto del sottoponte siano mantenuti in esercizio impalcati non regolamentari (ovviamente resi non accessibili dai piani del fabbricato). (Si veda Regione Piemonte: Istruzioni tecniche per la vigilanza nei cantieri edili I direttiva 11.2.1994) 27

La costruzione del sottoponte può essere omessa per i lavori di manutenzione e riparazione di durata non superiore a cinque giorni. Ponti a sbalzo I ponti a sbalzo sono ammessi quando per circostanze di diversa origine, soprattutto in ricostruzioni e ripristini, non è possibile montare ponteggi ad antenne. In base al DPR 164/56 articolo 25: il loro allestimento deve essere affidato a personale competente, che applichi criteri tecnici precisi tali da garantire la stabilità e la solidità dei ponti stessi. In ogni caso per il ponte a sbalzo devono essere osservate le seguenti norme: l intavolato deve essere composto con tavole a stretto contatto, senza interstizi che lascino passare materiali minuti e il parapetto del ponte deve essere pieno; quest ultimo può essere limitato al solo ponte inferiore nel caso di più ponti sovrapposti, l intavolato non deve avere larghezza utile maggiore di 1,20 metri. I traversi di sostegno dell impalcato devono essere solidamente ancorati all interno a parte stabile dell edificio, ricorrendo eventualmente all impiego di saettoni; non è consentito l uso di contrappesi come ancoraggio dei traversi, salvo che non sia possibile provvedere altrimenti. I traversi devono poggiare su strutture e materiali resistenti. Le parti interne dei traversi devono essere collegate rigidamente fra di loro con due robusti correnti, di cui uno applicato contro il lato interno del muro o dei pilastri e l altro alle estremità dei traversi, in modo da impedire qualsiasi spostamento. Mantovana e protezioni A protezione della caduta dall alto di cose ed oggetti, il piano di calpestio di un ponteggio deve essere corredato di parapetto completo, munito cioè di tavola fermapiede alta non meno di cm. 20. (Art. 24 DPR 164) Ciò non è comunque sufficiente a proteggere i luoghi di transito o stazionamento nelle immediate vicinanze, infatti la norma prevede una sicurezza aggiuntiva. All altezza del solaio di copertura del piano terreno deve essere sistemato un impalcato, detto mantovana parasassi, contro la caduta di materiale dall alto. Essa è costituita da un robusto intavolato inclinato - spessore minimo delle tavole cm. 4 - avente l estremità superiore verso l esterno. E utile non solo verso gli spazi pubblici esterni, ma anche all interno del cantiere compatibilmente con le esigenze delle lavorazioni. La si può sostituire con una chiusura continua in graticci sul fronte del ponteggio, ma solo a condizione che presenti le stesse garanzie di sicurezza operando la completa 28