Gli inserti speciali di PressRelease. Inserto n.21 marzo 2004. International workshops in contemporary visual arts and music



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Transcript:

Il naturalismo integrale è allergico a ogni forma di potere, o di metafora del potere. L unico potere che riconosce non è quello, abusivo, della società, ma quello, purificatore e catartico, della immaginazione al servizio della sensibilità. Pierre Restany International workshops in contemporary visual arts and music Un progetto di Domus Academy

International workshops in contemporary visual arts and music Sede di Svolgimento> Venezia, Ex Convento di San Salvador, San Marco, 4826 Campo San Salvador, 30124 Informazioni, iscrizioni, domanda borsa di studio> Domus Academy Via Savona, 97-20144 Milano info@domusacademy.it Tel. (0039)-02-42414029 Fax (0039)-02-4222525 Tuition fee per workshop> 800 euro + iva (studenti) 1200 euro + iva (professionisti) Riduzione del 20% per studenti delle Accademie di Belle Arti e scuole di specializzazione Ufficio Stampa> Pressreleaseundercover, Press officers & Event designers pressreleaseundercover@fastwebnet.it Via Farini, 33-20159 Milano Tel. (0039)-02-69016267 Mob. (0039)-02-349-5517623 Fax 178-2214596 In copertina> la citazione di Pierre Restany è tratta dal Manifesto del Rio Negro in Arte e produzione, edizioni Domus Academy, 1990 Milano è la nuova iniziativa lanciata da Domus Academy, scuola di fama internazionale nel campo del Design e della Moda, in collaborazione, agenzia leader nel settore del marketing e della comunicazione culturale. Ideati e condotti come seminari settimanali, i primi tre appuntamenti del 2004 verranno sviluppati direttamente insieme ad alcuni degli artisti, considerati ormai i simboli di nuove poetiche dell espressione artistica contemporanea. riallaccia un legame forte con l arte contemporanea, sempre evidente nella storia di Domus Academy, sin dal 1983 (anno della fondazione). Artexperience, offre ad un numero selezionato di partecipanti l opportunità di entrare in contatto con figure di primo piano della creatività contemporanea (arti visive, musica, cinema, teatro, danza). In ogni workshop, l attività degli artisti sarà esplorata in relazione a un tema scelto ed ai contributi interdisciplinari di alcuni docenti. Il principio-guida dell intera serie di workshop sarà la fusione di linguaggi espressivi diversi e la possibilità di partecipare e interagire direttamente con l artista leader del seminario. I partecipanti saranno coinvolti in un esperienza unica, esplorando attivamente e in modo interdisciplinare temi di importanza centrale nella nostra cultura, grazie ad una serie di attività sperimentali e creative condotte direttamente con artisti come Rirkrit Tiravanija e Christian Marclay, che culmineranno in un evento aperto al pubblico creato insieme agli artisti stessi e agli altri ospiti partecipanti. I workshop con gli artisti si svolgeranno a maggio e giugno 2004, a Venezia, presso il Telecom Italia Future Centre, che ha sede nell ex Convento di San Salvador a San Marco. Una lista di strutture ricettive per i pernottamenti saranno messe a disposizione dei par- tecipanti, che potranno prenotare a loro carico la soluzione preferita. I workshop saranno riservati a un gruppo di 20 partecipanti e si rivolgono ad un target ampio di pubblico> artisti, critici, curatori e professionisti in diversi campi. I due eventi aperti al pubblico che concluderanno ciascun appuntamento veneziano, sono previsti il 22 maggio ed il 19 giugno 2004, rispettivamente con Tiravanija e Marclay. I due artisti animeranno un incontro più vasto, insieme ai partecipanti al seminario e al pubblico invitato - Rirkrit offrirà un happening a tutto tondo e Christian presenterà tre video installazioni nel chiostro del suggestivo complesso conventuale. Sono previste borse di studio per studenti e riduzioni per studenti delle Accademie e delle scuole di specializzazione d arte. La selezione dei partecipanti avverrà previo invio di curriculum vitae e di una lettera di motivazione. Saranno prese in considerazione eventuali proposte di temi ed oggetti di discussione. 1 Workshop (18-23 maggio 2004) Leader> Rirkrit Tiravanija Lecturers> Daniel Birnbaum Richard Shusterman Special Guests> Phillippe Parreno Pierre Huyghe Maurizio Nannucci 2 Workshop> (15-20 giugno 2004) The Listening Eye Leader> Christian Marclay Lecturers> Marcella Lista Peter Szendy Curatore > Antonio Somaini 2

No Artists. Just A Lot of 18-23 maggio 2004 Un percorso inedito attraverso diverse forme di interazione, in compagnia di un artista che ha adottato come proprio linguaggio la dimensione effimera dell evento, attraverso il quale egli cerca di abolire i confini tra le varie istituzioni del mondo dell arte per ottenere una campo aperto della creazione. Il lavoro di Rirkrit Tiravanija consiste principalmente nella realizzazione di happenings nei quali i partecipanti svolgono un ruolo attivo. L artista crea situazioni e ambienti in cui il confine tra artista e pubblico è spesso messo in discussione. Oltre ad ospitare le lectures di Daniel Birnbaum e Richard Shusterman si avvarra della collaborazione di tre ospiti> Phillippe Parreno, Pierre a Molly Nesbit e Hans Ulrich Obrist Stazione Utopia, sezione della 50 Biennale di Venezia, 2003. Tra le sue ultime personali ricordiamo la mostra alla Ikon Gallery a Birmingham nel 2003 e al GBE Modern di New York. Nel 2002> Secession a Vienna e Untitled (The Raw & The Cooked), al City Opera Gallery di Tokyo. Lecturers Daniel Birnbaum - critico d arte e curatore, collaboratore delle riviste Art Forum, Parkett, Frieze. Direttore Hochschule für Bildende Kunst di Francoforte, co-curatore della Biennale di Mosca Richard Shusterman - filosofo neopragmatista, autore di testi come Pragmatist Aesthetics, Living Beauty, Rethinking Art e Performing Live. Aesthetic Alternatives for the Ends of Art, Professore di Filosofia presso la Temple University di Philadelphia. Rirkrit Tiravanija, di origine tailandese, è nato nel 1961 a Buenos Aires in Argentina. Ha compiuto i suoi studi artistici tra il Canada e gli USA e attualmente vive tra la Tailandia, New York e Berlino. Ha partecipato a numerose iniziative internazionali come Sculpture Projectes in Münster nel 1997, la 48 Biennale di Venezia nel 1999 e la Triennale di Yokohama nel 2001. Ha curato insieme Special Guests Philippe Parreno - artista di fama internazionale, nato in Algeria e attivo a Parigi. Ha spesso collaborato con Pierre Huyghe in numerose mostre, tra cui> nel 2002 all Institute of Visual Culture, Cambrige e al Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam e al Kunstverein di Amburgo. Già nel 2001 è presente alla mostra In many ways the exhibition already happened, Pierre Huyghe, M\M, Phillipe Parreno, R&Sie, all ICA di Londra. Pierre Huyghe> il suo lavoro è stato presentato da diverse istituzioni tra 3

cui la Neu Nationalgalerie di Berlino, nel 2002< il Musée d Art Moderne et Contemporain, Ginevra e lo Stedelijk Van Abbemuseum ad Amsterdam< il Museum of Contemporary Art di Chicago e il Musée d Art Moderne de la Ville de Paris nel 1998. Huyghe ha rappresentato la Francia nella Biennale di Venezia del 2002, ha partecipato all ultima edizione di Documenta 11 a Kassel. Nel 2002 vince l Hugo Boss Prize dal Solomon R. Guggenheim Museum. Maurizio Nannucci> nato nel 1939 a Firenze, vive e lavora a Firenze. Negli Anni Settanta ha fatto parte delle nuove tendenze dell arte sperimentale internazionale, usando diversi media come suono, fotografia, radio, video. Ha preso parte alle attività dello Studio di Fonologia Musicale (S2FM) e ha realizzato opere audio a computer collegate a processi visuali. In collaborazione con altri artisti, Nannucci ha curato un grande numero di pubblicazioni, libri d artista e multipli. Nannucci è presente nelle più importanti antologie di poesia concreta, di arti sonore e multimediali. E il cofondatore di Zona Non-profit Art Space and Archives e Base a Firenze ed è direttore di alcune pubblicazioni d arte. - critico d arte, collaboratore della rivista Domus< lecturer all Università di Urbino. Autore del libro Il critico come curatore. Programma Martedì Arrivo e benvenuto - presentazione dei partecipanti, dei collaboratori e dell artista. Give and Take> Working with Rirkrit Tiravanija> Daniel Birnbaum presenta la propria versione critica del lavoro di Rirkrit Tiravanija, interventi. Mercoledì Aesthetics, Body, and the Art of Living> incontro con Richard Shusterman, interventi. Giovedì 1 incontro con Rirkrit Tiravanija e gli artisti Pierre Huyghe, Philippe Parreno, Maurizio Nannucci> presentazione del lavoro e proposta di interazione. Venerdì Discussione tra l artista, gli artisti ospiti e i partecipanti sull ipotesi di lavoro Sera> aggiornamento e incontro con i partecipanti solo nel week end. Sabato Sviluppo dell ipotesi di lavoro di collaborazione tra l artista, gli artisti Invitati e i partecipanti Realizzazione di un evento pubblico serale presso il Telecom Italia Future Centre, Venezia. Domenica Conclusione workshop, presentazione proposte e impressioni dei partecipanti Immagini> Rirkrit Tiravanija untitled (demo station no. 4), 2003 courtesy> Ikon Gallery 4

Conversazione con Rirkrit Tiravanija Ho cominciato a lavorare verso la fine degli anni Ottanta a New York, dove sono arrivato dalla Thailandia, dopo aver finito la scuola. All inizio mi sono sforzato di capire quello che cercavo di fare. Mi chiedevo> perché faccio arte Una delle mie prime idee era legata al progetto di tornare a casa. In quel momento, casa per me voleva dire Thailandia, anche se - pur essendo cresciuto lì - dopo averla lasciata, mi ero reso conto di non sapere esattamente da dove venissi. In un certo senso, quel lavoro nasceva da una crisi, dal mio bisogno di ritrovare me stesso. Alla fine degli anni Ottanta, a colpirmi erano alcune opere che vedevo a New York, che potremmo definire di critica istituzionale. Credo di avere interpretato quella critica in relazione alla mia crisi, come tentativo di ritrovare una qualche identità o cultura. Nei miei progetti di allora era sempre presente il problema di come decifrare il concetto d istituzione, come riuscire a trovare la mia identità misurandomi con l istituzione. A un livello molto semplice, potrei dire che l Occidente era l istituzione di cui avevo bisogno per ritrovarmi, per capire come uscirne. Nel fare arte, ci si trova sempre a confronto con questo genere di struttura. Così ho iniziato a fare lavori che ponessero in discussione il contesto in cui vive quello che faccio. Come in una mia mostra a Berlino, con uno spazio che sembra un salotto. Era la mia prima personale in quella città e la galleria era nuova, giovane. Ero il secondo o il terzo artista che presentavano dall inaugurazione. La galleria era nata dalla collaborazione tra due persone, Tim Neuger e Burkhard Riemschneider. La mia mostra si basava su di loro, sulla loro decisione di lavorare insieme e riu- niva i salotti di entrambi> Tim e Burkhard avevano portato lì tutti i loro mobili. Chi entrava si trovava in una galleria che aveva l aria di una casa. C era anche una televisione sempre accesa> concentrandosi sullo schermo, si scopriva che trasmetteva una soap-opera autobiografica interpretata dagli stessi galleristi, che raccontava del loro incontro e della decisione di aprire lo spazio. (...) Sono partito dal fatto che molte persone dicevano che il mio lavoro è comunicativo, che si fonda sulla comunicazione e lo scambio - com è ovvio, quando sei in cucina e prepari del cibo. Per me era chiaro. Nello stesso periodo, sempre a New York, avevo conosciuto altri artisti con cui m incontravo per suonare, cercando di creare qualcosa che assomigliasse alla musica. Quindi ho deciso di sviluppare uno spazio in cui, invece di sederti, chiacchierare e mangiare, venivi per suonare. Una sala aperta, con gli strumenti e tutte le apparecchiature. (...) A Colonia e a New York ho realizzato una ricostruzione dell appartamento in cui vivo. Il progetto originale, in Germania, era perfettamente funzionante, cucina, bagno e gabinetto compresi. Lo spazio era aperto 24 ore su 24. Io avrei voluto che rimanesse aperto sempre, sette giorni su sette, ma la domenica erano costretti a chiudere per legge. Così restavamo aperti sei giorni di fila. La gente poteva trasferirsi lì e restarci, passarci la notte, farsi un bagno, andare a dormire. Siamo andati avanti tre mesi, e la casa è stata usata da un sacco di persone. E visto che era anche uno spazio espositivo, molti hanno iniziato a presentare i propri lavori in giro per le stanze. Questa è una performance in cucina. Estratto da La Generazione delle Immagini 7 Immagini> Rirkrit Tiravanija, Secession 13 Photo Courtesy Matthias Herrmann 5

Special Guests Philippe Parreno Negli ultimi dieci anni Philippe Parreno ha sviluppato un opera che egli stesso definisce come appartenente a una filosofia umanistica della prossimità. Ha costruito ambienti nei quali la gerarchia tra il creatore e lo spettatore viene meno. In questo modo, ha rovesciato la relazione tra consumatore e produttore, facendo diventare lo spettatore il vero protagonista dell opera. Queste sue modalità di intervento trovano una pratica concretizzazione nelle mostre che egli realizza. Nel 1995, in una mostra intitolata L etablie (Ciò che è stabilito), svoltasi alla galleria Ester Schipper di Cologna, Parreno ha invitato le persone a venire in galleria per lavorare sui propri hobbies secondo le modalità di una catena di montaggio. Così facendo, ha reso i visitatori partecipi della sua Usine à nuages (fabbrica di nuvole), una sorta di grande catena di montaggio dei passatempi del fine settimana, tale da rappresentare l onnipresente industria del divertimento e del tempo libero. Pierre Huyghe Pierre Huyghe ha ottenuto una notorietà internazionale negli ultimi cinque anni grazie a un lavoro straordinario in cui esplora le convergenze di realtà e finzione, memoria e storia, attraverso il loro relazionarsi rispetto a modi diversi di produzione culturale. Incorporando nelle sue opere differenti tipi di media, interviene su varie strutture narrative famigliari per investigare la costruzione di identità collettive e individuali. Ed è interessato sia a leggere che a compiere molteplici e possibili reinterpretazioni soggettive di situazioni casuali e di immagini che costituiscono le nostre realtà. Attraverso tali continue ritraduzioni Huyghe offre un modo ai suoi personaggi e agli spettatori di riprendere il controllo della propria immagine e della loro personale vicenda esistenziale. Maurizio Nannucci Sin dalla metà degli anni 60 esplora il rapporto tra arte, linguaggio, immagine, interessandosi all arte concreta e alla poesia visiva. I suoi testi evidenziano la temporalità della scrittura, non la materialità degli oggetti. Nel 1968 fonda a Firenze la casa editrice Exempla e la Zona Archives Edizioni, che pubblicano le edizioni di artisti come Sol LeWitt, John Armleder, James Lee Byars, Robert Filliou, Ian Hamilton Finlay. Nannucci considera le edizioni e i multipli manifestazioni della pratica artistica che considera l arte un processo mentale, applicabile alla produzione di massa di oggetti quotidiani per raggiungere aree esterne all arte. Nannucci si è sempre interessato al rapporto opera-architettura-paesaggio urbano. Su queste basi negli anni 90 nascono collaborazioni e progetti con vari architetti, come Auer & Weber, Mario Botta, Massimiliano Fuksas, Renzo Piano. Tra le sue recenti installazioni permanenti sono quella al Carpenter Center della Harvard University di Cambridge, all Auditorium del Parco della Musica di Roma, all Aeroporto di Fiumicino a Roma, alla Bibliothek des Deutschen Bundestages di Berlino. Negli anni ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia, a Documenta a Kassel, e alle Biennali di San Paolo, Sydney, Istanbul, Valencia. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di numerosi musei in tutto il mondo, dal Museum of Modern Art di New York allo Stedelijk Museum di Amsterdam< del Centre Georges Pompidou di Parigi al Paul Getty Art Center di Los Angeles. Maurizio Nannucci, Changing place, changing time, changing..., 2003. 6