Piano Nazionale della Prevenzione Relazione sullo stato di avanzamento al 31 dicembre 2008



Documenti analoghi
Piano Nazionale della Prevenzione Relazione sullo stato di avanzamento al 31 dicembre 2007

Campobasso. E, p.c. Alla Dott.ssa Loredana Paolozzi Responsabile della Gestione Amministrativo -Contabile del Progetto Obesità

Gi obiettivi del progetto, già richiamati nel testo della convenzione, sono riportati di seguito in forma sintetica:

FORUM P.A. SANITA' 2001

Nati per Leggere Piemonte. Linee guida per la compilazione del questionario

Ambito Distrettuale 6.1

Piano Operativo Nazionale per la Prevenzione degli Effetti del Caldo sulla Salute

STATO DI AVANZAMENTO PREVENZIONE DELL OBESITÀ NELLA REGIONE LAZIO SINTESI ATTIVITA GENNAIO DICEMBRE 2007

Piano Nazionale della Prevenzione Relazione al

AZIENDA SANITARIA LOCALE TO1 - SC MEDICINA LEGALE - OBITORIO CIVICO

PROMUOVERE LA SALUTE NEI PRIMI ANNI DI VITA

ALLEGATO B. Nel corso degli anni il monitoraggio ha previsto nelle diverse annualità:

ACCORDO TRA REGIONE TOSCANA, ORGANIZZAZIONI SINDACALI CONFEDERALI, SINDACATI DEI PENSIONATI DEL LAVORO AUTONOMO E ENTI DI PROMOZIONE SPORTIVA

BANDO. Progetti di formazione per il volontariato

PSR CAMPANIA 2007/2013 FONDO FEASR MANUALE OPERATIVO DELLE ATTIVITA DI CONTROLLO DELL AUDIT

I dati allarmanti degli incidenti domestici nei bambini: un progetto di prevenzione nell ASP di Cosenza

I dolori di un giovane Welfare. Innovazione e Prevenzione. Forum NA 20 Novembre Cristina Malvi Distretto di Bologna

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali N. 2739

Ulss n.6 Vicenza Dipartimento/progetto dei Servizi per il Territorio VERSO UN DISTRETTO FORTE

InFormAL. Sistema informativo public domain per la gestione delle attività formative nelle Amministrazioni Locali

Proposte di attività con le scuole

Area per la Promozione della Salute, delle Persone e delle Pari Opportunità

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

Centro di costo: 1. Ufficio di Statistica Associato

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

PROGETTO BASE MIGLIORARE LA QUALITÀ DEL SERVIZIO CON L ASCOLTO DELL UTENTE III FASE DEL PIANO OPERATIVO

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

REGIONE LIGURIA Dipartimento Salute e Servizi Sociali Servizio Prevenzione

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

PARTE III LA VALUTAZIONE DELLA CAPACITà DI PERSEGUIMENTO

R e g i o n e L a z i

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

QUALITA NEI SERVIZI ALLA PERSONA

Piano Operativo Nazionale per la Prevenzione degli Effetti del Caldo sulla Salute

Incontro con gli Enti sulla valorizzazione del requisito D2. 18 marzo 2014 Sala Tirreno

Progetto ORIENTA. Comitato Tecnico di monitoraggio. 20 luglio 2012

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 2. Allegato A

A cura di Giorgio Mezzasalma

Le attività di prevenzione nella Regione Sicilia

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Monitoraggio sanitario dei volontari di protezione civile

PROGETTO AUSER PER LA REALIZZAZIONE DI VARIE ATTIVITA DI PUBBLICA UTILITA

Progetto Monitoraggio sull utilizzo dei fondi previsti dalla Legge 440/97

BANDO. per le associazioni socie del Cesvot. per la presentazione. di progetti di formazione per il volontariato ANNO 2015

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

PROTOCOLLO D INTESA ASL / PEDIATRI DI FAMIGLIA / UFFICIO SCOLATICO PROVINCIALE

Workshop: Telemedicina e Sanità elettronica: facciamo il punto! La rete e-care a supporto del paziente fragile

REGIONE LIGURIA Dipartimento Salute e Servizi Sociali Servizio Prevenzione SORVEGLIANZA E PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI STRADALI

OGGETTO: "Delibera n. 71/ RApporto sulla Trasparenza relativo all'azienda USL di Bologna: osservazioni".

AREA ANALISI, PREVENZIONE E PROMOZIONE DELLA SALUTE DIPARTIMENTO DI SANITÀ PUBBLICA

VSQ Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole

Progetto benessere organizzativo MODALITA DI COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI

Progetto T&O (Tempi&Orari) I tempi nelle nostre mani

SCHEDA PROGETTO/ SERVIZIO/INTERVENTO per la realizzazione di azioni nelle aree di intervento previste dall obiettivo 3 delle linee guida dei PdZ

subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese, nonché a carico dei concessionari di finanziamenti pubblici anche europei, a qualsiasi

Alla c.a. Sindaco/Presidente Segretario Generale Dirigente competente

TRA. Il Nuovo Circondario Imolese (BO), rappresentato dal Presidente, Daniele Manca;

Progetto MATTONI SSN

U.O. Agenda 21 Servizio Pianificazione Territoriale Dipartimento Territorio e Ambiente COMUNE DI UDINE REGOLAMENTO DEL FORUM

PROGRAMMA DI AZIONE REGIONALE E PROMOZIONE DELLA SALUTE (D.D.

REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI AI FINI DELLA ELIMIAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.

Le professioni sanitarie e sociali nell ASL di Bergamo. L Educatore Professionale. Mologni Dr.ssa Graziella Bergamo 14/04/2014

FORUM P.A. SANITA' 2001

Comune di Terni Provincia di Terni A.T.C. & Partners Mobilità F.I.S.H. Umbria ONLUS PROTOCOLLO DI INTESA

ALIMENTAZIONE, MOVIMENTO, STILI DI VITA: ISTRUZIONI PER L USO

Contratto di Programma per l attivazione di progetti di tracciabilità dei rifiuti

Comune di Jesi. Protocollo d intesa

Allegato A) al capitolato speciale d appalto. Standard dei servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro

ALLEGATO Esempio di questionario per la comprensione e valutazione del sistema IT

Azione 4. Piano d Azione per la riduzione dei rifiuti nella Grande Distribuzione Organizzata

Sintetica descrizione del progetto: azioni previste, strumenti, metodologie e destinatari

Istituto Comprensivo di Positano e Praiano C.A.F. 2014

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999;

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

PROTOCOLLO D INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO DI PROMOZIONE E FORMAZIONE DEI GIOVANI PER UN ALIMENTAZIONE SANA E RESPONSABILE DAL TITOLO

Avviso DOMANDA PER L ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO DI TRASPORTO FACILITATO A FAVORE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA.

La Garanzia Giovani in Veneto. Maggio 2014

Contatto Provincia CPI Visita congiunta CPI / SIL in azienda. sensibilizzazione e di promozione del progetto,

VSQ. Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole

VSQ. Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole

Parte I (punti 3-9): Misure sanitarie obbligatorie per il controllo della Paratubercolosi bovina

PIANO DELLA PERFORMANCE

REGIONANDO Regione Veneto Area Tecnico Scientifica-Servizio Prevenzione Industriale Censimento Industrie a Rischio di incidente Rilevante

GIUNTA PROVINCIALE DI BIELLA Seduta del 15/04/2003


A cura di A. Pitidis, F. Taggi Istituto Superiore di Sanità - Roma Dipartimento Ambiente Reparto Ambiente e Traumi 2006

I Contratti di servizio come strumento di governance delle politiche di welfare locale

Procedura SODDISFAZIONE DEL CLIENTE E MIGLIORAMENTO CONTINUO

Anno Anno Anno 1999

PIANO TERRITORIALE FAMIGLIA SOSTENIBILE per la promozione di pannolini lavabili e coppette mestruali

Nel 2005 viene istituito l Albo comunale per censire i volontari

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

Punto Unico di Accesso. Violetta Ferrari Emanuela Malagoli 17 Maggio 2012 Bologna

Transcript:

Piano Nazionale della Prevenzione Relazione sullo stato di avanzamento al 31 dicembre 2008 Regione Emilia-Romagna Titolo del progetto Piano regionale per la prevenzione degli incidenti domestici Referente Marinella Natali Relazione 1. Introduzione Il Piano regionale per la prevenzione degli incidenti domestici della Regione Emilia-Romagna è così articolato: PROGETTI DI SORVEGLIANZA 1. S1 predisporre uno strumento operativo per raccogliere ed ordinare i dati relativi alle condizioni di salute delle persone coinvolte in incidenti domestici e studiarne l'applicabilità su tutto il territorio regionale (6 attività); 2. S2 ampliare il sistema di sorveglianza SINIACA con la costituzione di un secondo punto di rilevazione (5 attività). PROGETTI DI PREVENZIONE 1. P1 riduzione del rischio di caduta nell'anziano fragile a domicilio - Intervento di promozione dell'attività fisica adattata nella popolazione anziana (6 attività); 2. P2 riduzione del rischio di incidente domestico nei bambini attraverso l'effettuazione di visite domiciliari per la rilevazione degli aspetti strutturali e impiantistici delle abitazioni, la fornitura di dispositivi a basso costo ed interventi informativo/educativi (8 attività); 3. P3 riduzione del rischio di incidente domestico negli anziani attraverso l'effettuazione di visite domiciliari per la rilevazione degli aspetti strutturali e impiantistici delle abitazioni, la fornitura di dispositivi a basso costo ed interventi informativo/educativi (8 attività); 4. P4 riduzione del rischio di incidente domestico nei bambini attraverso la realizzazione di interventi informativo/educativi strutturati per bambini 0-4 anni con coinvolgimento dei genitori e delle istituzioni scolastiche (8 attività); 5. P5 riduzione del rischio di incidente domestico negli anziani attraverso la realizzazione di interventi informativo/educativi strutturati (8 attività). Nel triennio di valenza del piano è stata prevista la sperimentazione dei 5 progetti di prevenzione in alcune realtà del territorio regionale per misurarne fattibilità ed impatto organizzativo a fini di valutarne l estensione negli anni successivi a tutto il territorio regionale. Nel corso del 2008 i progetti sperimentali sono stati articolati e completati come di seguito specificato. Inoltre, i gruppi di lavoro hanno fornito supporto tecnico per la rielaborazione del materiale utilizzato nella fase sperimentale, in vista della definizione della campagna regionale di comunicazione del piano di prevenzione l elaborazione della campagna comunicativa regionale per la prevenzione degli incidenti domestici (programmata per il II semestre del 2009), che ha l obiettivo di rendere coerente la comunicazione attraverso la realizzazione coordinata di: - un logo specifico della campagna regionale di prevenzione degli incidenti domestici; 1

- 10 spot con personaggi di plastilina (target: genitori di piccoli 0-4 anni e anziani); - 1 opuscolo informativo per bambini coordinato con gli spot (8 in lingua e 1 in italiano); - 2 formati di locandine per affissioni; - 2 gadget (target anziani e bambini) con logo della campagna; - 1 breve filmato sulla prevenzione degli incidenti domestici nei bambini (in analogo con il filmato già prodotto nel 2007 per gli anziani). SORVEGLIANZA S1 predisporre uno strumento operativo per raccogliere ed ordinare i dati relativi alle condizioni di salute delle persone coinvolte in incidenti domestici e studiarne l'applicabilità su tutto il territorio regionale. S1.2 Descrizione sintetica delle attività (con inizio previsto prima del 31/12/08) svolte e/o in Nel 2008 è stata sviluppata l Attività 4 1, i cui esiti sono confluiti nel DM del 17.12.2008 Sistema informativo per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell ambito dell assistenza sanitaria in emergenza-urgenza, che istituisce il flusso regionale dei dati dei 118 e dei PS. In base al nuovo quadro delineato dal DM del 17.12.2008, dunque, la raccolta dei dati relativi alle condizioni di salute delle persone coinvolte negli incidenti domestici diverrà una normale interrogazione del Sistema Informativo Sanitario della Regione Emilia-Romagna una volta terminata la costruzione dei flussi prevista per la fine del 2009. S1.3 Specificazione delle attività non avviate o non completate entro le date di fine previste dal crono programma e relative motivazioni Lo strumento inizialmente previsto come esito dell Attività 4 è stato superato dagli sviluppi sopra descritti, di conseguenza la successiva Attività 5 (sperimentazione e valutazione dello strumento operativo) non ha più avuto ragione di esistere. S1.4 Specificazione delle attività e/o traguardi eliminati o modificati rispetto a quelli indicati nel crono programma iniziale e relative motivazioni Vedi punto precedente. S2.2 ampliare il sistema di sorveglianza SINIACA con la costituzione di un secondo punto di rilevazione (5 attività). S2.2 Descrizione sintetica delle attività (con inizio previsto prima del 31/12/08) svolte e/o in In relazione al progetto di sorveglianza 2 sono state avviate le attività 3 e 4 che prevedono l invio dei dati all ISS da parte di 2 P.S. della Regione (ospedale di Forlì Azienda USL di Forlì e Ospedale di Fidenza Azienda USL di Parma). S2.3 Specificazione delle attività e/o traguardi eliminati o modificati rispetto a quelli indicati nel crono programma iniziale e relative motivazioni A causa di problemi di avvicendamento interno di cariche, sono sospese le Attività 3 e 4 da parte del PS dell ospedale Maggiore - Azienda USL di Bologna. 1 In Emilia-Romagna l azione 4 è stata portata avanti nel quadro del Progetto Mattoni : come descritto nella relazione del 2007, il Progetto prevede la modifica dei forms dei data base degli archivi informatizzati di tutti i Pronto Soccorso e la dotazione degli archivi stessi di un minimum data set condiviso, necessario al Nuovo Sistema Informativo Sanitario. 2

PREVENZIONE P1 riduzione del rischio di caduta nell'anziano fragile a domicilio - Intervento di promozione dell'attività fisica adattata nella popolazione anziana. P1.2 Descrizione sintetica delle attività (con inizio previsto prima del 31/12/08) svolte e/o in E stata portata avanti l attività 5 (esecuzione del programma precedentemente elaborato dal gruppo di lavoro comprendente geriatri, fisiatri e fisioterapisti) basata su accessi domiciliari e telefonate articolate nell arco di 12 mesi. Il programma, si rivolge ad anziani ultraottantenni residenti al proprio domicilio con un episodio di caduta nei dodici mesi precedenti l intervento 2. Successivamente alle attività di formazione di due FT esperti per ogni territorio (concluse nel 2007), nel 2008 il programma è stato avviato in 7 Distretti AUSL che hanno aderito alla sperimentazione 3 : - in 5 Distretti su 7 le attività di reclutamento sono ancora concluse con successo ed è imminente l avvio dei primi accessi domiciliari (il protocollo definiva il numero base di 18 utenti per campione); - in 1 Distretto le attività di reclutamento non sono state ancora concluse con successo; - in 1 Distretto sono stati effettuati i primi accessi domiciliari. P1.3 Specificazione delle attività non avviate o non completate entro le date di fine previste dal crono programma e relative motivazioni L attività 5 non si è ancora conclusa nei termini inizialmente previsti: come già rilevato nella primissima fase di avvio del programma, la fase del reclutamento si è rivelata particolarmente complessa e delicata, sia in relazione all incrocio dei dati anagrafici con quelli di titolarità di assegno di accompagnamento e/o altra indennità sia in quanto presuppone la collaborazione dei diversi soggetti per individuare gli anziani idonei 4. Inoltre, una volta effettuata la prima selezione è necessaria l adesione dei soggetti selezionati al programma. P1.4 Punti di forza e criticità nella realizzazione del piano Difficoltà sopra riportate nella costituzione del campione che tuttavia non può essere altrimenti composto, pena la non rispondenza ai necessari requisiti di scientificità del programma della sperimentazione. 2 Sono esclusi i titolari di assegno di accompagnamento ed i non vedenti. 3 L adesione al programma in questa fase sperimentale è stata volontaria, si sono rese disponibili 7 Aziende USL per un totale di 12 comuni con una buona distribuzione sia amministrativa sia orografica 4 Questo anche in relazione al fatto che il campione è stato quantitativamente determinato in numero di 18 soggetti per sperimentazione. 3

P2 riduzione del rischio nei bambini attraverso l effettuazione di visite domiciliari per la rilevazione di aspetti strutturali e impiantistici delle abitazioni, la fornitura di dispositivi a basso costo ed interventi informativo/educativi P2.2 Descrizione sintetica delle attività (con inizio previsto prima del 31/12/08) svolte e/o in Il target dell intervento è quello dei nuovi nati che accedono in un periodo di 30 giorni al Servizio di Pediatria di comunità per la somministrazione della prima dose vaccinale. I dose II dose Accesso domiciliare III dose Attività Somministrazione ai/al genitori/e di un questionario sulla percezione del rischio durante i 30 minuti di permanenza per la sorveglianza post vaccinale Presentazione del programma, consegna di un opuscolo informativo sui rischi per i bambini in ambiente domestico e loro soluzioni, offerta di accesso domiciliare Valutazione dell ambiente tramite una apposita check list, attività di counseling su aspetti comportamentali sicuri e soluzioni agli eventuali problemi Risomministrazione del questionario sulla valutazione del rischio sia in caso di accesso domiciliare che in caso contrario. Nei primi mesi del 2008 è stata completata la formazione delle ASV 5 con un programma che prevedeva una parte introduttiva sui rischi in ambiente domestico in età pediatrica, una panoramica epidemiologica ed un addestramento specifico sull uso degli strumenti operativi appositamente elaborati (questionari check-list). Nella seconda parte del 2008 sono stati effettuati gli accessi domiciliari, secondo il programma di attività precedentemente stabilito, nei Distretti delle Aziende USL che hanno aderito alla sperimentazione. Al 31.12.2008 gli accessi domiciliari sono in fase di ultimazione; si prevede nei primi 5 mesi del 2009 di concludere il programma con la risomministrazione del questionario (III dose), nonché di elaborare i questionari, che potranno dare una indicazione qualitativa circa l efficacia dell intervento. A conclusione della sperimentazione del progetto e della sua ulteriore estensione, è stata intrapresa una revisione degli strumenti informativi utilizzati a supporto del programma nell ambito del lancio della campagna di comunicazione regionale sulla prevenzione degli incidenti domestici, come precedentemente descritto. P2.3 Specificazione delle attività non avviate o non completate entro le date di fine previste dal crono programma e relative motivazioni La stesura della relazione finale con relativa elaborazione dei questionari (Attività 8) è prevista una volta conclusa l Attività 7, presumibilmente entro la prima metà del 2009. 5 Come descritto nella relazione dell anno 2007ì, il programma fa perno sulle ASV delle Pediatrie di comunità che hanno svolto le visite domiciliari, previo opportuno intervento formativo. Il colloquio previsto alla II dose prevede la partecipazione anche di personale dei Dipartimenti di Sanità Pubblica che può intervenire, su attivazione delle ASV per un sopralluogo più approfondito in caso di ambienti domestici particolarmente problematici. 4

P3 riduzione del rischio negli anziani attraverso l effettuazione di visite domiciliari per la rilevazione di aspetti strutturali e impiantistici delle abitazioni, la fornitura di dispositivi a basso costo ed interventi informativo/educativi P3.2 Descrizione sintetica delle attività (con inizio previsto prima del 31/12/08) svolte e/o in In collaborazione con i centri associativi territoriali e con il supporto delle articolazioni regionali delle associazioni (AUSER, ANCESCAO, Sindacati pensionati) che hanno dato la disponibilità alla collaborazione al progetto, nella II metà del 2008 sono stati effettuati diversi incontri nei centri sociali e centri per anziani, mirati anche al reclutamento di volontari disponibili ad effettuare gli accessi domiciliari(questa attività del P3 è coincisa con l intervento formativo/informativo pubblico previsto P5) e sono state concluse le attività di accesso domiciliare (Attività 7) e stesura del report finale. P3.3 Specificazione delle attività non avviate o non completate entro le date di fine previste dal cronoprogramma e relative motivazioni Tutte le attività di cui era previsto l avvio entro il 31/12/08 sono state avviate. Tutte le attività di cui era previsto il completamento entro il 31/12/08 sono state completate. P3.5 Punti di forza e criticità nella realizzazione del piano Le maggiori difficoltà sono state riscontrate nel reperimento di volontari disponibili ad effettuare gli accessi domiciliari. In ragione delle difficoltà emerse, per la prosecuzione del progetto al di fuori della sperimentazione conclusa nel 2008, è stato programmato un incontro con le articolazioni regionali delle maggiori associazione coinvolte per definire delle forme di rimborso da corrispondere ai volontari quale forma di incentivo all adesione al progetto e valorizzazione del loro contributo (l incontro è previsto nella prima metà del 2009). P4 Riduzione del rischio di incidente domestico nei bambini (0-4 anni) attraverso l effettuazione di interventi informativo/educativi strutturati per bambini, genitori e istituzioni scolastiche P4.2 Descrizione sintetica delle attività (con inizio previsto prima del 31/12/08) svolte e/o in Si è conclusa la formazione delle operatrici dei servizi socio-educativi (centri per le famiglie, centri gioco, ludoteche, nidi e scuole dell infanzia) che si è concentrata su alcuni aspetti epidemiologici per il dimensionamento del fenomeno e sui rischi per il bambino in ambiente domestico e le relative soluzioni (attività 5). Nella seconda metà del 2008 si sono svolti tutti gli incontri programmati con i genitori (Attività 6). P4.3 Specificazione delle attività non avviate o non completate entro le date di fine previste dal cronoprogramma e relative motivazioni Tutte le attività di cui era previsto l avvio entro il 31/12/08 sono state avviate. Tutte le attività di cui era previsto il completamento entro il 31/12/08 sono state completate. P4.5 Punti di forza e criticità nella realizzazione del piano La sperimentazione ha avuto ottimo gradimento da parte dei genitori che hanno preso parte agli incontri e degli educatori/operatori dei servizi socio-educativi: al termine della sperimentazione sono numerose le richieste di calendarizzazione di ulteriori incontri. 5

P5 Riduzione del rischio di incidente domestico negli anziani attraverso l effettuazione di interventi informativo/educativi strutturati. P5.2 Descrizione sintetica delle attività (con inizio previsto prima del 31/12/08) svolte e/o in Il percorso progettuale coincide con l iniziativa pubblica prevista per l avvio del progetto P3. Sono state completate le attività 1-7. P5.3 Specificazione delle attività non avviate o non completate entro le date di fine previste dal cronoprogramma e relative motivazioni Tutte le attività di cui era previsto l avvio entro il 31/12/08 sono state avviate. Tutte le attività di cui era previsto il completamento entro il 31/12/08 sono state completate. 3. Ogni altro elemento utile all analisi e interpretazione dello stato dell arte del piano. In relazione, infine, ai pesi relativi da attribuire ai singoli progetti considerati dal punto di vista della analisi della complessità di processo si attribuisce complessivamente un peso di 20/100 ai progetti di sorveglianza e di 80/100 a quelli di prevenzione con la seguente articolazione interna: S1 65% (13% del totale) S2 35% ( 7% del totale) P1 30% (24% del totale) P2 25% (20% del totale) P3 25% (20% del totale) P4 10% ( 8% del totale) P510% ( 8% del totale) 6