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Transcript:

Forma biologica Forma di crescita Modalità di propagazione Dimensioni fanerofita Aspetto: è un arbusto sempreverde, caducifoglie in zone più fredde, con densi rami di aspetto fragile e corteccia profondamente fessurata nelle piante adulte. perenne dioica attraverso i semi Aspetto delle foglie: disposte in modo alterno lungo il fusto, sono decidue con forma da obovata a ellittica o strettamente ellittica-oblanceolata, 3 nervate, lunghe 2-6 cm, con margini lisci o con un dente o da una a tre paia di denti grossolani sui margini superiori. Le superfici sono leggermente resinose, solitamente finemente punteggiate. 1-2, fino a 6 metri Foglie, fiori, frutti e semi fiori femminili fiori maschili Aspetto dei fiori: i fiori, maschili e femminili su piante diverse (è specie dioica), sono riuniti in capolini in infiorescenze composte: i maschili verdi con corolle tubulari pentamere, i femminili biancastri con lobi filiformi. testi https://www.cabi.org/isc/datasheet/8164

Specie simili E simile a B. heterophylla, ma la halimifolia ha le bratte involucrali con la punta più smussata ed il pappo è più lungo. Aspetto dei frutti: gli acheni (cipsele) sono sormontate da un pappo di peli molli, argentei, che permette la dispersione dei semi da parte del vento (anemocora).

Habitat Biologia ed ecologia Areale di origine Areale di introduzione In Italia B. halimifolia cresce in prossimità di aree retrodunali e paludi ma anche in vari habitat presenti nell entroterra tra cui pascoli, campi abbandonati, fossati e bordi delle strade. È una pianta a crescita rapida e ricrescerà rapidamente, anche se tagliata alla base. Predilige ambienti umidi ed è in grado di sopravvivere periodicamente a inondazioni e a periodi di intensa aridità e resiste anche all aerosol marino. Si riproduce per seme: il numero di semi per pianta in una stagione può variare da 10.000 a 450.000-900.000 fino a 1.500.000. La germinazione è ridotta in condizioni di scarsa illuminazione. In condizioni ottimali la capacità germinativa è elevata, dal 70 al 90%. Nord e Centro America. Fu introdotta probabilmente come ornamentale nell Europa occidentale (Francia e Spagna): infatti fu segnalata per la prima volta come naturalizzata nel Golfo di Biscaglia nel 1906, e ora forma popolazioni stabili e localmente abbondanti in quasi tutti gli estuari della Spagna settentrionale e della Francia occidentale. Si è naturalizzato in Hampshire, nel Regno Unito, dal 1942 e risulta frequente anche nel nord e nel sud della Francia, in Belgio, nei Paesi Bassi. È stata osservata in Veneto e Toscana dalla fine del XX secolo, dove pare sia stata introdotta intenzionalmente in interventi di riqualificazione ambientale.

Invasività Vie di introduzione Impatti biodiversità salute socio-economici Gestione Le cause della sua invasività sono molteplici: prolifica produzione di semi, dispersione a lungo raggio (5-6 km), grande capacità germinativa, ampia adattabilità ai nutrienti e alla salinità del suolo, capacità di rivegetare dopo un incendio. Colonizza rapidamente aree disturbate, in particolare quelle sovrapascolate. E stata introdotta come arbusto da giardino nelle aree costiere a causa della sua resistenza alla salinità. Per le sue caratteristiche di invasività, si diffonde naturalmente nell ambiente. I frutti dispersi dal vento possono rappresentare un problema nelle aree urbane in quanto aderiscono alle zanzariere e germinano nei giardini domestici. Si ritiene che il polline e la lanugine del pappo siano potenziali allergeni. È in competizione con le specie pabulari per acqua e sostanze nutritive ed è tossico per il bestiame, causando avvelenamento e provocando forti disturbi neurologici (tremori) e gastrointestinali. Nelle zone umide può impedire la crescita delle specie native interferendo con l ecosistema naturale: ad esempio, lungo le coste spagnole e francesi sostituisce la vegetazione salmastra naturale mettendo in pericolo alcune specie e habitat caratteristici La migliore modalità di controllo è la prevenzione, con il divieto di introduzione e la tempestiva rimozione degli individui nelle aree di prima invasione. Nelle zone in cui è già presente, è utile effettuare tagli regolari e costanti prima della fioritura per evitare la dispersione dei semi. Sono necessari piani di controllo integrato per combinare diversi metodi, includendo metodi chimici, meccanici e biologici combinati con una gestione corretta del territorio.

Distribuzione www.gbif.org

Crediti Titolo Autore

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