ANALISI DEI PAESAGGI RURALI STORICI programma della ricerca Introduzione L Italia presenta ancora un grande patrimonio di paesaggi rurali costruiti nel corso dei millenni che pur continuando il loro processo evolutivo conservano testimonianze della loro origine storica, mantenendo un ruolo attivo nella società e nella economia. Tali paesaggi sono legati alle pratiche tradizionali, complessi sistemi basati su tecniche ingegnose e diversificate che hanno fornito un contributo fondamentale alla costruzione ed al mantenimento del patrimonio storico, culturale e naturale. Essi rappresentano il continuo adattamento a condizioni ambientali difficili, fornendo prodotti e servizi, contribuendo alla qualità della vita e producendo paesaggi di grande bellezza. La ricerca intende impostare il problema metodologico relativo alla analisi dei paesaggi di interesse storico a supporto dell osservatorio nazionale del paesaggio rurale, tenendo presente la ricerca relativa al catalogo nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico e realizzando anche studi comparativi a livello internazionale. 1. Significatività e tipologie di paesaggio Uno degli elementi da approfondire con la ricerca riguarda il concetto di significatività secondo quanto descritto dalla convenzione UNESCO, la quale prende a riferimento l eccezionale valore universale dei siti, con un ampia casistica di elementi da prendere in considerazione. Il termine significatività si riferisce all insieme dei valori espressi dal paesaggio, ma nel catalogo nazionale del paesaggio è stato collegato al concetto di persistenza storica della struttura degli ordinamenti colturali presenti. Questo perché le profonde trasformazioni avvenute nel settore rurale assegnano un valore particolare a quelle forme storiche che hanno mostrato forti caratteri di resilienza. Una prima problematica è il significato da attribuire al termine paesaggio storico, concetto chiave per ciò che concerne la definizione del criterio di significatività. Ogni paesaggio ha una sua storia, pertanto, l impiego di questo termine dal punto di vista semantico potrebbe risultare poco efficace, se non fuorviante in mancanza di ulteriori precisazioni. Per approfondire questo concetto andranno prese in considerazione le esperienze svolte da alcune istituzioni internazionali in merito ai paesaggi rurali, in particolare UNESCO World Heritage Convention, FAO, IUFRO. Per ciò che concerne la World Heritage List dell UNESCO, i paesaggi rurali si possono senz altro riferire alla categoria dei paesaggi culturali, che rappresentano il risultato degli effetti combinati del lavoro dell uomo e della natura, così come definito all articolo 1 della convenzione, relativamente alla categoria continuing landscapes 1. Si tratta di paesaggi ancora vitali, che svolgono un ruolo attivo nella società, sono associati a stili di vita tradizionali e, sebbene siano in continua evoluzione, mantengono rilevanti testimonianze della loro evoluzione storica. Una visione che si applica bene alla evoluzione storica del paesaggio rurale italiano, e che sottolinea una certa inadeguatezza del contenuto della legge 1497 del 39, che proteggeva le bellezze panoramiche considerate come quadri naturali, definizione che sembra escludere contenuti legati alle forme storiche dell agricoltura italiana intese come prodotto dell opera dell uomo. E utile osservare come almeno più di un decennio prima il geografo americano Carl Sauer scriveva Il paesaggio culturale è creato attraverso la trasformazione di un paesaggio naturale operato da un gruppo culturale. La 1 Per approfondire il tema vedi: Fowler P.J. (2003): World Heritage Cultural Landscapes 1992-2002, UNESCO, Paris. 1
cultura è lo strumento, l ambiente naturale è il mezzo, il paesaggio culturale, è il risultato 2. Con una definizione se vogliamo molto più vicina al significato del paesaggio rurale italiano, che solo mezzo secolo più tardi con Sereni trova in Italia una definizione di paesaggio agrario in cui il ruolo dell agricoltura viene finalmente chiarito quella forma che l uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, imprime al paesaggio naturale. 3. Il concetto di tradizionalità a cui fa riferimento il documento UNESCO viene ripreso in termini operativi dalla FAO per quanto riguarda l approccio proposto dal progetto Globally Important Ingenious Agricultural Heritage Systems (GIAHS), volto a valorizzare il ruolo delle pratiche agricole tradizionali a livello globale e dei paesaggi ad esse associate 4. In realtà i concetti legati alle conoscenze tradizionali ed ai paesaggi loro associati erano già presenti nel documento Agenda 21 prodotto durante la conferenza delle Nazioni Unite Environment and Development svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992 e quindi sono già da tempo note per l applicazione del concetto di sostenibilità. Nel progetto FAO si precisa come le pratiche tradizionali abbiano fornito un contributo fondamentale al patrimonio naturale e culturale mondiale, nonché alla biodiversità del territorio rurale. Esse riflettono l evoluzione dell umanità in rapporto al mondo naturale e si contraddistinguono non solo per la creazione di paesaggi di grande bellezza, ma anche per la capacità di fornire molteplici servizi e prodotti, sicurezza alimentare e qualità della vita. Si tratta di paesaggi agro-silvo-pastorali, normalmente rintracciabili in aree densamente popolate, che sono significativi a livello globale e devono essere conservati. All iniziativa della FAO, sviluppata nell anno 2000, ha fatto seguito nel 2003 quella della Conferenza Ministeriale per la Protezione delle Foreste in Europa (MPCFE), che ha avviato un lento processo per introdurre tali valori nel concetto di gestione forestale sostenibile. Questi, pur rappresentando il terzo pilastro della Gestione Forestale Sostenibile a livello Europeo, non vedono attualmente nessuna risoluzione di indirizzo politico presa dai paesi membri, a fronte di circa una ventina di risoluzioni prodotte sui valori ecologici ed economici 5. Tenendo presente le considerazioni sopra esposte, i paesaggi storici sono quelli caratterizzati dall impiego di pratiche tradizionali, che possono essere definiti come quei paesaggi che sono presenti in un determinato territorio da lungo tempo, anche molti secoli, e che risultano stabilizzati, o evolvono molto lentamente nel tempo. Essi sono generalmente legati all'impiego di pratiche e tecniche caratterizzate da un ridotto impiego di energie sussidiarie esterne, sia in termini di meccanizzazione, irrigazione, che di concimazioni chimiche e di agrofarmaci, con la presenza di ordinamenti colturali caratterizzati da lunga persistenza storica e forti legami con i sistemi sociali ed economici locali che li hanno prodotti. La loro presenza, o lenta evoluzione, mostra una significativa armonia integrativa tra aspetti produttivi, ambientali e culturali di una data area o regione. In conseguenza di quanto sopra, lo sviluppo dei criteri di selezione ha tenuto presente non solo le caratteristiche di storicità del paesaggio associati alla permanenza di pratiche tradizionali che li determinano, impiegando i concetti di significatività e integrità, presenti anche nei criteri UNESCO, ma definendo anche la 2 Sauer C. (1925): The Morphology of Landscape, University of California, Publications in Geography 2, 2. 3 Sereni, 1961, cit. 4 Vedi il sito FAO: http://www.fao.org/nr/giahs/en/ 5 Agnoletti, M. et al., (2007): Guidelines for the implementation of social and cultural values in sustainable forest management, a scientific contribution to the implementation of MCPFE Vienna resolution 3, IUFRO Occasional Paper N.19 2
vulnerabilità dei paesaggi descritti per mettere a fuoco i fattori di rischio conservazione. per la loro 2. L analisi e gestione dei paesaggi rurali storici L analisi dei paesaggi rurali storici richiede la definizione di criteri ed indicatori utili alla loro valutazione e gestione. Il catalogo nazionale del paesaggio storico presenta casi in cui singole colture (es. colture promiscue), o gruppi di elementi tipici del paesaggio, occupano vaste porzioni di territorio. Uno dei casi più interessanti riguarda i terrazzamenti che nel nostro paese si presentano frequentemente come ampi sistemi paesistici, in cui superfici terrazzate estese per decine di ettari rivestono ampie superfici collinari e montane. Allo stesso tempo, i sistemi di colture promiscue e consociate occupano vaste superfici, con alti livelli di diversità culturale. L agricoltura tradizionale italiana, a livello mondiale, è uno dei migliori esempi di diversificazione colturale. Dal periodo etrusco in poi, le policolture agricole, sia sotto forme di colture promiscue, sia di colture consociate, hanno caratterizzato larga parte della penisola. Esse sono però legate a periodi storici e forme di conduzione ben definite, quali la mezzadria, diffusa nel centro nord fino agli anni 60, ma che non hanno grande rilevanza per il paesaggio tradizionale dell Italia meridionale, caratterizzato dal latifondo con colture estensive su ampie superfici. E quindi necessario operare una prima classificazione delle diverse forme in relazione alle caratteristiche dei paesaggi tradizionali, definendo le tipologie effettivamente rappresentative delle diverse identità regionali. Gli elementi da tenere presente sono i seguenti: a) significatività b) persistenza storica c) struttura paesistica di riferimento d) biodiversità e) eventuale ruolo in relazione al cambio climatico f) tipicità g) integrità h) vulnerabilità i) superfici a - Metodologia In una prima fase, per ogni elemento caratteristico individuato saranno scelte alcune aree di studio in diversi contesti geografici ed ambientali contraddistinte dalla presenza di uno o più elementi caratteristici. La scelta delle aree di studio avverrà tra quelle inserite nel Catalogo Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, che comprende 123 aree dislocate in tutto il territorio nazionale, caratterizzate da elevata significatività del paesaggio e dalla storicità dello stesso. Le aree saranno così rappresentative del paesaggio storico e gli elementi caratteristici al loro interno conserveranno una struttura tradizionale legata alla specificità locale. La seconda fase del progetto prevede di effettuare un analisi in ambiente GIS, andando ad individuare e a cartografare su ortofoto tali elementi in modo da poter raccogliere informazioni su alcune caratteristiche quantitative. La terza fase del progetto si concentra sui rilievi di campagna, necessari per controllare i dati ricavati da fotointerpretazione e per acquisire ulteriori informazioni dimensionali e di qualità degli elementi caratteristici del paesaggio. Per questa attività, oltre ai normali mezzi di trasporto aereo e ferroviario, si prevede di servirsi di mezzi a noleggio per gli spostamenti. 3
3 - Monitoraggio In considerazione delle indicazioni presenti nell osservatorio nazionale del paesaggio rurale è necessario impostare un adeguata attività di monitoraggio integrato del paesaggio. In questo senso si ricorda che oltre al monitoraggio ambientale previsto dalla PAC, il monitoraggio del paesaggio è previsto anche fra le attività da svolgere dagli stati che hanno ratificato la Convenzione Europea del Paesaggio, siglata dall Italia nel 2006. Da questo punto di vista, sia la realizzazione del catalogo nazionale del paesaggio rurale, sia l osservatorio nazionale sul paesaggio rurale, pongono il problema di un monitoraggio a scala nazionale in grado di valutare le trasformazioni del paesaggio rurale e l efficacia delle strategie in atto a livello nazionale e comunitario, identificando metodologie adeguate. Una lettura integrata del territorio estesa all'intera nazione è fornita, ad oggi, dal progetto Corine land cover. Il Corine è però caratterizzata da dettaglio tematico, in termini di classi e sottoclassi della nomenclatura di copertura del suolo, inadeguato alle categorie del paesaggio tradizionale. Da altri punti di vista presenta un modesto dettaglio spaziale e non dà conto delle interazioni fra le diverse classi tematiche, oltre a partire da unità minime cartografabili troppo ampie per paesaggi caratterizzati da alta frammentazione. Progetti già in essere come AGRIT-agroambiente, peraltro limitata alla SAU, hanno lo scopo di fornire una lettura del territorio agricolo, anche se la griglia di 250 m di lato creata per l'estrazione dei campioni di tasselli dell'indagine, non permette di analizzare aree omogenee di territorio in cui rilevare i rapporti fra le tessere del mosaico paesaggistico, utili anche ad applicare indici specifici che vanno oltre i pacchetti standard, quali ad esempio l indice storico, particolarmente adeguato per assegnare valore alle dinamiche dell uso del suolo. In particolare, aspetti quali gli elementi caratteristici del paesaggio, anche se rilevati con tale metodologia, non possono rappresentare il paesaggio riducendolo ad insiemi di elementi, senza considerare la struttura del mosaico e le dinamiche storiche che assegnano valore ai singoli assetti. Integrare informazioni relative ad elementi caratteristici, con i dati relativi alla struttura dal mosaico paesaggistico e alla copertura di usi del suolo, richiede infatti superfici ampie e analisi multitemporali. La struttura del mosaico paesaggistico, ed il suo inserimento in un contesto geografico più ampio, risulta fondamentale per poter osservare cambiamenti e fattori di vulnerabilità, così come per poter valutare adeguatamente l efficacia degli orientamenti della PAC. La struttura del mosaico paesaggistico dovrebbe invece essere considerata come elemento caratteristico del paesaggio, in quanto fattore caratterizzante la struttura. La metodologia d indagine che il progetto intende proporre è volta a creare un quadro della struttura del paesaggio, in modalità diacronica, oltre a fornire informazioni anche su altri indicatori, come il numero di usi del suolo o il livello di frammentazione del mosaico agricolo, ad una scala di dettaglio particolarmente elevata. Vi è poi da segnalare l esigenza di una migliore definizione del ruolo delle superfici boscate nei contesti agro-silvo-pastorali, oggi risolta dall inventario forestale nazionale con definizioni speditive di bosco che riducono il significato di integrazione che molte componenti forestali hanno avuto con l economia agricola e pastorale. Ugualmente, l interruzione dei rilevamenti statistici relativi alle colture promiscue ha impedito di mantenere attiva una statistica che sarebbe oggi molto utile per ridefinire lo stato ed il ruolo di queste colture nell attuale modello di PAC. 4
Anche la scelta delle aree su cui effettuare i rilievi deve tenere nel dovuto conto gli impatti e dell efficacia della PAC su aree che effettivamente posseggono un elevato valore paesaggistico, quelle cioè che presentano un paesaggio tradizionale ancora significativo, ed una presenza diffusa degli elementi caratteristici del paesaggio. Per questo motivo la metodologia dovrebbe essere studiata sperimentandola in aree campione scelte tra quelle facenti parte del Catalogo Nazionale, in quanto distribuite in zone caratterizzate da una varietà di caratteristiche geomorfologiche, ambientali, sociali ed economiche. In queste aree deve essere verificata con attenzione l efficacia delle misure comunitarie, per valutarne l impatto sui paesaggi rurali storici più importanti a livello nazionale. A CRITERI ED INDICATORI La definizione di criteri ed indicatori è utile per impostare non solo il monitoraggio, ma anche la gestione sostenibile del paesaggio e dell ambiente. I seguenti indicatori già definiti in altri progetti di ricerca nazionali andranno definiti a livello di dati qualitativi e quantitativi. 1) Significatività Indicatori A) mosaico paesaggistico: 1. Unicità del paesaggio 2. Caratteristiche della matrice paesistica 3. Caratteristiche estetiche 4. Persistenza storica del mosaico paesaggistico 5. Persistenza storica dei singoli usi del suolo 6. Estensione dei singoli usi del suolo B) usi del suolo: 7. Caratteristiche interne delle tessere del mosaico paesaggistico in relazione alle tipologie colturali (architettura degli impianti, tecniche di allevamento ecc.) C) elementi materiali 8. Elementi materiali del patrimonio culturale (manufatti ed insediamenti sparsi) D) elementi naturali 9. Elementi del patrimonio vegetale 10. Elementi del patrimonio animale 11. Caratteristiche geomorfologiche E) attività socioeconomiche 12. produzioni tipiche 13. conoscenze tradizionali F) percezione 14. Percezione sociale della significatività del paesaggio 2 ) Integrità Indicatori A) estensione del paesaggio 1. Estensione dei sistemi di paesaggio B) integrità del mosaico paesaggistico e delle sue caratteristiche 2. Struttura della matrice 3. Caratteristiche estetiche 4. Struttura spaziale del mosaico 5
C) integrità delle singole tessere 5. Struttura delle tessere D) integrità degli elementi materiali 6. Elementi del patrimonio culturale E) integrità degli elementi naturali 7. Elementi del patrimonio vegetale 8. Elementi del patrimonio animale 9. caratteristiche geomorfologiche F) integrità delle conoscenze tradizionali 11. Pratiche di gestione favorevoli al mantenimento del paesaggio G) Aspetti inerenti la percezione sociale 12. Percezione sociale della significatività del paesaggio 3) Vulnerabilità del paesaggio Indicatori A) significatività del paesaggio 1. Fragilità degli assetti paesaggistici 2. Vulnerabilità degli elementi materiali 3. Vulnerabilità degli elementi naturali 4. Vulnerabilità delle pratiche e conoscenze tradizionali B) Fattori di fragilità 5. Attività agricole inappropriate 6. attività forestali inappropriate 7. abbandono 8. forestazione naturale o artificiale 9. Insediamenti urbani 10. Insediamenti industriali 11. infrastrutture 12. Struttura sociale 13. altre attività economiche e ricreative ( es.turismo, caccia e pesca, raccolta di prodotti ec.) Il responsabile scientifico F.to Mauro Agnoletti 6