DOSSIER Venerdì, 15 gennaio 2016
DOSSIER Venerdì, 15 gennaio 2016 13 15 gennaio 2016 15/01/2016 Il Resto del Carlino (ed. Modena) Pagina 4 LUCA SOLIANI «Alla città serve una promozione che vada oltre i confini... 1 14/01/2016 gazzettadimodena.it Confcommercio: desertificazione dei negozi nei centri storici 3 13/01/2016 gazzettadimodena.it Confcommercio, consumi in miglioramento a novembre 4 13/01/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 13 EMANUELE SCARCI A novembre i consumi in accelerazione del 2,2% 6
15 gennaio 2016 Pagina 4 Il Resto del Carlino (ed. Modena) «Alla città serve una promozione che vada oltre i confini locali» Giorgio Vecchi, presidente di Confcommercio:»Abbiamo i numeri» di LUCA SOLIANI «MODENA nel 2016 deve fare l' atteso salto di qualità». È l' auspicio di Giorgio Vecchi, presidente provinciale Ascom, a proposito delle otto sfide da affrontare nell' anno nuovo che il nostro giornale ha messo sul tavolo di discussione della città. Otto sfide, otto battaglie per dare una decisa svolta dopo anni di vane promesse e colpevoli esitazioni. Vecchi, quali sono le prospettive per il commercio modenese? «Siamo fiduciosi, senza essere però euforici. I dati indicano una decisa frenata delle chiusure, e un aumento delle aperture di bar e ristoranti. Stiamo vivendo una lieve ripresa, la strada è quella giusta ma dobbiamo continuare a lavorare». Su cosa puntare? «Sulle nostre eccellenze e i nostri 'testimonial' unici al mondo. La Ferrari, ad esempio, non ce l' ha nessun altro...». Expo è servita al territorio? «Ha dato una grossa mano. Ma non ci si deve fermare qui. Quanto di buono ha portato l' esposizione universale deve essere confermato, a partire dal turismo». Da dove si inizia? «Abbiamo avuto l' opportunità di farci conoscere. Ora si devono mettere in campo nuove strategie per allargare la promozione. Non possiamo più pensare di mantenerla solo a livello regionale: è necessario puntare anche sull' estero». Cosa serve per farlo? «Occorre innanzitutto crederci fermanente. E poi servono naturalmente investimenti ben precisi su progetti di largo respiro». Siete pronti a fare la vostra parte? «Non ne vediamo l' ora. Le associazioni di categoria devono essere al tavolo con chi amministra la città per portare il loro decisivo contributo. Occorre fare squadra e mettere insieme le sinergie per compiere quel definitivo salto di qualità che finora è mancato». Sono numerose le questioni aperte che affliggono il commercio, e non solo. Quale è la prima a cui pensa? «La fruibilità del centro. Non possiamo certo dire di essere messi bene. Servirebbe un progetto per riportare la città a misura d' uomo e renderla vissuta a tutte le ore della giornata». Quale è la soluzione concreta che propone? «Vorrei sedermi parlare al tavolo per poterne parlare. Alla passata amministrazione sono state avanzate otto proposte, sono state tutte bocciate senza avere neppure avuto la possibilità di discuterle. Sono fiducioso che questa volta non sarà così». E, a proposito di criticità, a che punto siamo con la sicurezza? «La situazione è molto preoccupante. Una volta i malviventi usavano coltelli e pistole per mettere a segno colpi in banca e in gioielleria. Ora usano le armi contro le vecchiette per rubare anche poche decine di euro». I dati indicherebbero però un calo dei reati... «Forse perchè i modenesi si sono stancati di denunciarli. Continua > 1
15 gennaio 2016 Pagina 4 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Modena) La paura tra i commercianti è notevole. E in tanti mettono i campanelli per tenere chiuse a chiave le porte dei negozi durante gli orari di apertura». Servirebbe una maggiore presenza delle forze dell' ordine? «Certo, ma non solo. Occorre un maggior presidio che parte anche dalle attività commerciali, a cui vanno date maggiori possibilità. Quando chiude una insegna, cala la sicurezza e aumenta il degrado. In questo senso il ruolo del commercio al dettaglio è cruciale». Il problema abusivismo si fa sentire? «Tantissimo. È una piaga di difficile soluzione ma una cosa è certa: non si può continuare così». I saldi evidenziano in tutto il Paese una ripresa dei consumi: come stanno andando a Modena? «Discretamente, ma bisogna fare una analisi approfondita perchè fatti così danneggiano le vendite di dicembre». LUCA SOLIANI 2
14 gennaio 2016 gazzettadimodena.it Confcommercio: desertificazione dei negozi nei centri storici La città più colpita è Trieste che in 7 anni ha perso 380 negozi Le saracinesche abbassate con su scritto "Affittasi"; i turisti che escono dall' albergo e dalle case vacanza; il ristorante pieno e le bancarelle di vestiti accanto al furgoncino che vende panini e bibite. La foto racconta quello che sta succedendo nei centri storici delle cittadine italiane dove crescono i venditori ambulanti, vanno bene le attività ricettive ma i negozi tradizionali capitolano. Sempre più cartolerie, alimentari, tabaccai, profumerie, boutique, giocattolai, ferramenta anno dopo anno chiudono i battenti. Per l' esattezza, negli ultimi 7 anni, in centro sono diminuiti del 16,7%, in periferia del 13,9%. Il "rischio di desertificazione commerciale" la racconta la Confcommercio che, in uno studio dal titolo "Demografia d' impresa nei centri storici italiani" ha analizzato la situazione in 39 comuni di medie dimensioni, dove abitano 6,9 milioni di cittadini, vale a dire l' 11,3 per cento della popolazione. Numeri alla mano, si scopre che dal 2008 2015, i venditori ambulanti sono quasi raddoppiati registrando un più 43,3%, mentre alberghi, bar e ristoranti sono cresciuti del 9,8% nei centri storici e del 3,4% nelle periferie, con un picco del 61,8% nel centro di Salerno. Nel frattempo, a Trieste sono spariti 380 negozi, a Bari 243 e a Genova 302, tanto per fare qualche esempio. La ricerca analizza anche la densità degli abitanti per negozio, registrando una media di 89,2 a livello nazionale, con un divario Nord Sud: se a Trento ci sono circa 150 cittadini per ogni negozio, a Lecce se ne contano 49,2. La mortalità d' impresa, secondo il responsabile del centro studi di Confcommercio Mariano Bella, "non è solo l' effetto della crisi economica di questi anni perché la chiusura dei negozi non è omogenea sul territorio. Pesano la competizione con la grande distribuzione, il cambio di stile di vita, l' aumento del turismo, le scelte urbanistiche e l' aumento degli affitti nei centri storici, un problema, questo, molto, molto serio". Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, "il rischio di desertificazione commerciale dei centri storici è reale e concreto e va scongiurato: bisogna migliorare i progetti urbanistici delle città e agire sulla leva tributaria per introdurre una cedolare secca sulle locazioni commerciali con l' obiettivo di ridurre l' affitto". 3
13 gennaio 2016 gazzettadimodena.it Confcommercio, consumi in miglioramento a novembre Scende l' indice di disagio sociale di Confcommercio. Il modesto miglioramento rilevato nell' ultimo mese si inserisce in un contesto in cui la graduale ripresa dell' economia comincia a produrre effetti positivi sul mercato del lavoro ROMA. Cala l' indice del disagio sociale in Italia: il Misery Index di Confcommercio di novembre si è attestato a 19 punti, in discesa di due decimi rispetto al mese di ottobre. "Il modesto miglioramento rilevato nell' ultimo mese spiega Confcommercio si inserisce in un contesto in cui la graduale ripresa dell' economia comincia a produrre effetti positivi sul mercato del lavoro, sia pure in modo ancora discontinuo, e i forti ribassi registrati dalle materie prime energetiche contribuiscono alla riduzione dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d' acquisto". A novembre il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato all' 11,3%, il valore più basso da dicembre 2012, in riduzione di due decimi di punto rispetto a ottobre e dell' 1,7% su base annua. Il numero di disoccupati si è ridotto di 48mila unità sul mese precedente e di 479mila rispetto a novembre del 2014. Il numero di occupati è aumentato di 36mila unità rispetto al mese precedente e di 206mila nei confronti dello stesso mese del 2014. Le ore di Cig autorizzate sono diminuite del 38,5% rispetto allo stesso mese del 2014. Sulla base di questa stima si è calcolato che le ore di Cig utilizzate destagionalizzate e ricondotte a Ula siano diminuite di 6mila unità su base mensile e di 74mila unità su base annua. Anche a novembre il numero di scoraggiati è stimato in contenuto aumento. Il combinarsi della diminuzione dei disoccupati ufficiali e del numero di persone in Cig con l' aumento degli scoraggiati ha comportato una riduzione del tasso di disoccupazione esteso al 15,1%. Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d' acquisto sono diminuiti dello 0,1%, valore analogo a quello rilevato a ottobre. "Le dinamiche registrate negli ultimi mesi dal Mic e dalle sue componenti, pur indicando un graduale ridimensionamento dell' area del disagio sociale, 2,8 punti in meno rispetto al picco di inizio 2014 sottolinea Confcommercio continuano a essere fortemente condizionate dal permanere di una situazione di deflazione per i prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d' acquisto. Al fine di garantire un recupero più significativo è necessario che si realizzino dinamiche dell' occupazione più sostenute rispetto alle attuali atte a garantire non solo il ridimensionamento della disoccupazione ufficiale, ma anche, e soprattutto, di quella parte della Continua > 4
13 gennaio 2016 < Segue gazzettadimodena.it disoccupazione estesa riconducibile agli scoraggiati". 5
13 gennaio 2016 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Economia Nazionale Confcommercio. Incremento mensile dello 0,4% trainato dalle spese per auto e moto, bene l' alimentare A novembre i consumi in accelerazione del 2,2% MILANO Sia pure lentamente, si consolida il trend rialzista dei consumi. A novembre l' indicatore dei consumi di Confcommercio segna un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente e una crescita del 2,2% tendenziale. La ripresa arriva dopo un trimestre in frenata. Secondo l' ufficio studi di Confcommercio ciò indica una graduale tendenza al rafforzamento della domanda delle famiglie. «Il +0,4% congiunturale dei consumi spiega Mariano Bella, direttore dell' ufficio studi di Confcommercio nella storia economica del nostro paese è un dato elevato, molto positivo. Anche se è provvisorio, potremo rivederlo di un decimo all' insù o all' ingiù, ma la sostanza non cambia». L' accelerazione dell' indice dei consumi deriva da una ripresa della domanda piuttosto diffusa: l' aumento più significativo (+1,8% rispetto ad ottobre) ha riguardato i beni e servizi per la mobilità influenzati dal positivo andamento delle auto e delle moto. In significativo recupero è risultata anche la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,9%). Sia per la spesa per beni e servizi per la cura della persona che per la spesa relativa ai beni e ai servizi per la casa e per l' abbigliamento e le calzature, l' aumento è stato di modeste dimensioni (+0,2%). In questo contesto solo tre macrofunzioni di spesa evidenziano un andamento negativo: beni e servizi ricreativi ( 0,3%), beni e servizi per le comunicazioni ( 0,2%), pasti e consumazioni fuori casa ( 0,1%). La dinamica tendenziale dell' indice dei consumi mostra una crescita del 2,2%, in accelerazione rispetto ad ottobre. Questo risultato sintetizza l' andamento positivo sia della domanda relativa ai servizi (+1,9%) sia di quella per i beni (+2,3%). «Con questi dati ipotizza Bella mi aspetto, turbative dei mercati mondiali permettendo, che il 2016 si concluda per l' Italia con una crescita del Pil dell' 1,5 2%. Questo è un anno in cui non possiamo scherzare». Confcommercio stima però per il mese di gennaio un arretramento dei prezzi dello 0,2% e una crescita del +0,2% su base annuale. Un trend dei prezzi ancora debole si può conciliare con una ripresa sostenuta del Pil? «Certo risponde Bella Finora la stabilità dei prezzi non ha indotto le famiglie ad attendere per spuntare nuovi ribassi dei listini. Anzi, ha sostenuto gli acquisti delle famiglie. La deflazione diventa invece patologica se entra nelle aspettative degli operatori». RIPRODUZIONE RISERVATA. Continua > 6
13 gennaio 2016 Pagina 13 < Segue Il Sole 24 Ore Economia Nazionale EMANUELE SCARCI 7