CAPITOLO 1 L ATTIVITÀ DI POLIZIA IDRAULICA E DI CONTROLLO SUL TERRITORIO

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CAPITOLO 1 L ATTIVITÀ DI POLIZIA IDRAULICA E DI CONTROLLO SUL TERRITORIO

11 L ATTIVITÀ DI POLIZIA IDRAULICA E DI CONTROLLO SUL TERRITORIO 1.1 - L Autorità di Bacino della Basilicata e l attività di polizia idraulica nel 2003 L avvio delle politiche di programmazione nel settore della difesa del suolo assume, in Basilicata, a partire dal 1990 ed a seguito della legge 183/89, un carattere di rinnovato interesse ed impegno, attraverso un complesso e serrato confronto Stato - Regione. La legge, che prevede attività conoscitive, di pianificazione e di programmazione, in funzione della conservazione e salvaguardia del territorio, del suolo e del sottosuolo, nonché degli abitati e delle opere infrastrutturali, vede la Regione Basilicata impegnata attivamente nella organizzazione di strutture dedicate, in grado di avviare ad attuare quanto previsto dagli indirizzi e dalle finalità contenute nella legge quadro. La legge, presupposto indispensabile per realizzare una efficace politica di presidio del territorio, costituisce lo strumento normativo affinché, nell ambito di una visione organica e unitaria dei vari aspetti connessi alla difesa del suolo, possa definitivamente realizzarsi il superamento della logica dell emergenza e della settorialità, consentendo così la necessaria integrazione delle diverse esigenze derivanti dall azione della natura e dell uomo che nel bacino idrografico trovano la loro confluenza. L attuazione di un tale modello, fondato sul principio della previsione, della prevenzione e della programmazione, era urgente ed indifferibile soprattutto in una regione, come la Basilicata, in cui le problematiche legate alla stabilità del territorio rivestono un carattere di costante attualità, in ragione del fatto che gran parte dei comuni sono interessati da gravi problemi di dissesto idrogeologico. Con la legge regionale 25 gennaio 2001, n. 2, avente ad oggetto: Costituzione dell Autorità di Bacino della Basilicata, viene istituita l Autorità di Bacino dei fiumi regionali Basento, Cavone ed Agri ed inter-

12 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani regionali Bradano e Sinni-Noce di competenza della Regione Basilicata con la contestuale soppressione delle Autorità di Bacino preesistenti. Tale provvedimento conclude la precedente fase di riordino nel settore della difesa del suolo, avviando un nuovo ciclo di programmazione e pianificazione, conferendo alla Autorità di Bacino gli strumenti necessari al fine di perseguire gli obiettivi stabiliti dalla L. 183/89. L adeguamento e la nuova organizzazione dell Autorità di Bacino è ispirata anche ai principi dell Accordo di Programma tra la Regione Basilicata, la Regione Puglia e l ex Ministero dei Lavori Pubblici (ora Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), sottoscritto in data 5 agosto 1999, che prevede iniziative legislative volte a riordinare i Bacini regionali ed interregionali di Puglia e Basilicata in modo da pervenire alla costituzione di due sole Autorità di Bacino delimitate in coerenza con i sistemi idrici interessati dall Accordo stesso (AdB della Basilicata e AdB della Puglia). L ambito territoriale dell AdB della Basilicata si estende complessivamente per 8.830 kmq, ed è costituito dal territorio totale o parziale dei comuni ricadenti nei bacini idrografici interregionali dei fiumi Bradano e Sinni-Noce e nei bacini idrografici dei fiumi regionali lucani Basento, Cavone ed Agri. Complessivamente i comuni interessati dall AdB della Basilicata sono 118, la distinta per province di appartenenza è la seguente: Comuni della provincia di Potenza 72 Comuni della provincia di Matera 31 Comuni della provincia di Cosenza 6 Comuni della provincia di Bari 7 Comuni della provincia di Taranto 2 TOTALE 118 In seguito alla conversione in legge del decreto n. 279 dell ottobre 2000, recante interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato (Legge n. 365 dell 11 dicembre 2000), le Regioni sono tenute, di intesa con le Province, con la collaborazione degli uffici dei Provveditorati alle OO.PP., del Corpo Forestale dello Stato, dei Comuni, e di tutti gli uffici aventi competenza nel settore idrogeologico di provvedere ad effettuare, nell ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, una attività straordinaria di sorveglianza e ricognizione lungo i corsi di acqua e le relative pertinenze, nonché nelle aree demaniali, attraverso sopralluoghi finalizzati a rilevare le situazioni che possono determinare maggiore pericolo, incombente e potenziale, per le persone e le cose ed a identificare gli interven-

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 13 ti di manutenzione più urgenti (in seguito indicata come Attività di Polizia Idraulica o P.I.). Il coordinamento di tali attività è svolto dall Autorità di Bacino competente, che assicura anche il necessario raccordo con le iniziative in corso e con quelle previste dagli strumenti di pianificazione vigenti o adottati, provvede a definire i compiti e i settori di intervento delle singole strutture coinvolte e stabilisce la suddivisione delle risorse economiche. La particolare criticità degli alvei fluviali ricadenti nel territorio dell Autorità di Bacino della Basilicata ha richiesto il varo, avvenuto nel mese di settembre 2003, prima dell avvento della stagione delle piene, del programma straordinario di polizia idraulica e di controllo del territorio, in sintonia ed in ottemperanza della Legge n. 365/2000, le cui attività sono state effettuate ponendo particolare attenzione: a) alle opere e/o agli insediamenti presenti in alveo e nelle relative pertinenze; b) ai restringimenti nelle sezioni di deflusso prodotti dagli attraversamenti o da altre opere esistenti; c) alle situazioni di impedimento al regolare deflusso delle acque; d) alle situazioni di dissesto, in atto o potenziale,delle sponde e degli argini; e) all efficienza e/o alla funzionalità delle opere idrauliche esistenti nonché al loro stato di conservazione; f) a qualsiasi altro elemento che possa dar luogo a situazioni di allarme. Le tre convenzioni sottoscritte nel 2003, prima dell avvio dell attività di P.I., con il Corpo Forestale dello Stato, con il Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell Ambiente dell Università della Basilicata e con l Associazione di volontariato Auser - Ali d Argento, hanno permesso di effettuare, previa una breve formazione di base rivolta ai Sovrintendenti, agli Ispettori, ed agli Agenti del Corpo Forestale dello Stato, un accurata ricognizione lungo le aste fluviali dei fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni e Noce, supportata da riprese filmate effettuate da aerei leggeri. La notevole documentazione acquisita, integrata con i dati, gli studi e le conoscenze già in possesso dell Autorità di Bacino, ha consentito la creazione di un database informatizzato dinamico, contenente le informazioni riportate nelle schede di rilevamento, da cui è possibile estrapolare diverse aggregazioni di dati e visualizzare interattivamente le informazioni georeferenziate.

14 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani 1.1.1 - La fase formativa Prima di avviare l attività di Polizia Idraulica sul territorio, si è resa necessaria una fase preliminare di formazione, finalizzata ad un aggiornamento rivolto al personale addetto del Corpo Forestale dello Stato, imperniata prevalentemente sulla dinamica dei corsi d acqua. Le tematiche affrontate nelle lezioni in aula, presso le sedi universitarie di Potenza e di Matera, hanno permesso di illustrare le caratteristiche tipologiche dei tronchi fluviali, con particolare riferimento ai corsi d acqua lucani e alle tipologie delle opere di sistemazione idrauliche, con riguardo ai possibili danni arrecati dalle portate di piena alle infrastrutture ed alle opere presenti in alveo. Dopo la fase teorica sono seguiti alcuni sopralluoghi che hanno permesso di verificare, direttamente, come l energia posseduta da una corrente sia in grado di arrecare consistenti danni ai manufatti presenti in alveo e, in qualche caso, addirittura mettere in crisi la stabilità di impalcati di imponenti dimensioni. Durante queste giornate di formazione è stata distribuita ed illustrata la scheda tecnica di rilevamento contenente tutte le informazioni inerenti il corso d acqua nella sezione rilevata e la descrizione di eventuali manufatti presenti quali attraversamenti, opere in alveo, arginature, briglie, golene e quant altro. 1.1.2 - La scheda tecnica di rilevamento La scheda è composta dalle seguenti sezioni: - manufatti: (attraversamenti) è riportato il tipo di attraversamento, la forma e le dimensioni delle pile, le dimensioni delle campate e la descrizione qualitativa dello stato delle pile e di eventuali forme di erosione al piede o di venuta a giorno delle fondazioni; - opere in alveo: (opere di sistemazione idraulica, briglie, gabbionate, soglie, ecc..) è riportato il tipo di opera, le dimensioni e la descrizione qualitativa dello stato dell opera; - canale principale: relativa al tipo di alveo, alla geometria, alle dimensioni ed alla presenza o meno di vegetazione al proprio interno; - arginatura: (opere di sistemazione idraulica estensive) è riportato il tipo di opera, le dimensioni e la descrizione qualitativa dello stato dell opera; - golene: (relativa alla presenza o meno di aree golenali) è riportata la geometria, la presenza di vegetazione e la granulometria del materiale depositato;

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 15 - note: è un campo di testo per riportare eventuali informazioni non previste nella scheda. I rilievi sono stati supportati da documentazione fotografica utile a evidenziare i fenomeni riscontrati. Come già in precedenza evidenziato, sono state effettuate lungo le aste fluviali anche delle riprese aeree, successivamente restituite in formato dvd, con zoomate in più punti, preventivamente segnalati come critici dall Autorità di Bacino, che hanno permesso di inquadrare più dettagliatamente le situazioni di una certa criticità. 1.1.3 - Creazione e organizzazione del database I rilievi hanno interessato le aste principali del reticolo idrografico lucano (Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni e Noce) ed alcuni tra i più significativi affluenti. È opportuno sottolineare che il numero complessivo delle sezioni rilevate (in totale 775) è senz altro considerevole. La circostanza è dovuta alla necessità di rilevare, nella prima fase e senza esclusione alcuna, tutte le opere presenti lungo i corsi d acqua, anche in assenza di situazioni a rischio. È evidente che le future ricognizioni interesseranno un numero più ridotto di casi, ovverosia, solo le situazioni classificate in prima battuta ad alta e media criticità. Alcune infrastrutture, è il caso di viadotti molto lunghi, che intersecano in più punti il corso d acqua, sono descritte da più schede. Al personale del Corpo Forestale dello Stato è stato fornito un adeguato supporto cartografico costituito da ortofoto in scala 1:10.000. La cartografia in dotazione ha permesso l individuazione delle sezioni da rilevare e di ricavarne le coordinate UTM con un margine di errore dell ordine di qualche metro. L Autorità di Bacino, terminata la fase di rilevamento, ha provveduto al trasferimento dei dati contenuti nelle schede nel database access appositamente strutturato. Per la gestione dei dati è stata progettata e realizzata una procedura software, in ambiente Visual Basic, in grado di consentire l archiviazione, gestione e ricerca delle informazioni relative ai singoli punti rilevati. La procedura memorizza i propri dati in un database in formato Microsoft Access. I dati contenuti in ogni scheda sono stati opportunamente raggruppati per: manufatti, dimensioni, opere in alveo, sezione, canale principale, arginature, golene, note finali.

16 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani La scheda contiene informazioni sul grado di dissesto e di criticità attribuito (1 - criticità bassa, 2 - criticità media, 3 - criticità alta). La procedura contiene anche una funzione di log degli accessi che registra gli inserimenti e l ultima modifica apportata ad una scheda di rilevamento. La stessa procedura consente l effettuazione di ricerche basate su diversi criteri, ad esempio attraverso il codice della scheda, o del bacino idrografico di appartenenza. È possibile, inoltre, associare ad ogni rilievo effettuato, la corrispondente documentazione fotografica. L inserimento di tali informazioni all interno del Sistema Informativo Territoriale dell AdB è avvenuto con il software ArcView della ESRI. Partendo dalle coordinate planimetriche dei punti rilevati (sistema UTM- ED50 fuso 33) memorizzate nel database ACCESS, è stato creato uno shapefile di punti contenente la localizzazione di tutti i rilievi effettuati. Tramite il codice univoco assegnato ad ogni rilievo è stato possibile collegare l archivio geografico con il database alfanumerico ed interrogare graficamente qualsiasi punto rilevato per ottenere i corrispondenti dati memorizzati nel database. Tutti i dati contenuti nel database possono essere utilizzati sia per effettuare interrogazioni e ricerche, sia per la creazione di opportune legende (rappresentazioni tematiche dei rilievi effettuati). Inoltre, tramite le coordinate, è possibile raccordare gli interventi di polizia idraulica con i dati già contenuti nel Sistema Informativo, come l archivio degli attraversamenti fluviali; utilizzando questo legame è stato possibile aggiungere, alle informazioni di carattere generale già in possesso dell AdB, dati tecnici molto più dettagliati ed aggiornati. 1.1.4 - Gradi di criticità L esame attento ed approfondito di ciascuna scheda ha permesso di individuare le situazioni che possono determinare maggiore pericolo, incombente e potenziale, per le persone e le cose ed a identificare gli interventi di manutenzione più urgenti da effettuare. Particolare attenzione è stata prestata in corrispondenza degli attraversamenti che, restringendo di fatto la naturale sezione dell alveo, in diversi casi generano rigurgiti a monte con conseguenti allagamenti dei terreni circostanti. In altri casi sono stati evidenziati problemi strutturali, dovuti all erosione alle pile dei ponti, e/o fenomeni di scalzamento delle fondazioni, con conseguente pericolo di collasso della struttura. Importante è stato anche il controllo sulle condizioni dell alveo. Quasi sempre l eccessiva presenza di vegetazione crea ostacolo al regolare

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 17 deflusso della corrente specialmente nei periodi di piena con conseguenze che potrebbero rivelarsi in alcuni casi pericolose. Infine, diverse opere presenti in alveo (briglie, soglie, pennelli, argini) risultano compromesse e/o divelti dalla corrente, in frequenti casi necessitano di interventi adeguati al fine del ripristino della loro efficienza e liberare l alveo da materiali ingombranti. Da un approfondita interpretazione dei dati acquisiti si è pervenuti alla definizione di 3 gradi di criticità: - classe 3: situazioni ad alta criticità; - classe 2: situazioni a criticità media; - classe 1: situazioni a criticità moderata o nulla. Nella classe 3 sono ricompresi i manufatti e le opere idrauliche che presentano evidenti segni di dissesto e/o di degrado strutturale e le situazioni che limitano e/o condizionano il regolare deflusso delle acque. Tutti i casi rientranti in classe 3 richiedono, da parte del proprietario o del gestore dei manufatti o delle opere, l avvio di un attività di monitoraggio continuo, al fine di valutare i trend evolutivi dei fenomeni in atto o potenziali, e l obbligo di relazionare all Autorità di Bacino, con cadenza semestrale sulla evoluzione delle criticità riscontrate e sulla necessità o meno di assicurare interventi di consolidamento e/o di ripristino. Nella classe 2 ricadono le situazioni di intasamento in alveo provocate da vegetazione folta, di interruzioni, erosioni o cedimenti di argini, briglie, opere idrauliche o altri manufatti che pur determinando problemi di natura idraulica all epoca della ricognizione non rappresentano fonti di pericolo per l incolumità delle persone. Pur tuttavia l attività di sorveglianza dei corsi d acqua, assicurata dalla Polizia Idraulica, permetterà di valutare di volta in volta la necessità di effettuare specifici interventi di risanamento e/o di ripristino. Nella classe 1 rientrano le situazioni che attualmente presentano un grado di dissesto molto contenuto o assente.

18 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Le situazioni rilevate sono in totale 775 e sono state classificate come riportato in tabella: FIUME CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 TOTALE BRADANO 80 7 13 100 BASENTO 214 54 48 316 CAVONE 28 5 4 37 AGRI 142 17 14 173 SINNI 68 4 9 81 NOCE 53 9 6 68 TOTALE 585 96 94 775 La tabella che segue riporta la distinta sintetica delle tipologie delle intersezioni con l asta fluviale ricadenti nella classe 3. ATTRAVERSAMENTI Classe 3 Carrabili 66 Ferroviari 3 Pedonali 3 Altri (Acquedotti, Ponti tubo) 6 TOTALE 78 A titolo di esempio si riportano di seguito alcune fotografie che testimoniano la pericolosità di alcune situazioni rilevate.

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 19 Foto 1 - Viadotto Sinnica in località Episcopia: esempio di fondazione venuta a giorno Foto 2 - Fiume Basento Località Ponte delle Tavole (Pignola): esempio di vegetazione fitta

20 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Foto 3 - Fiume Basento Località Fosso Lauro (Grottole): esempio di argine interrotto Foto 4 - Fiume Noce Località Fallacca (Lauria): esempio di pennello spezzato

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 21 Il sito internet dell Autorità di Bacino della Basilicata (www.adb.basilicata.it) nell apposita sezione dedicata all attività di polizia idraulica, permette di visualizzare e scaricare la documentazione disponibile (scheda sintetica e documentazione fotografica) delle situazioni classificate ad alta e media criticità. 1.1.5 - Tipologia delle criticità riscontrate Vengono qui di seguito esaminate alcune situazioni critiche osservate sui corsi d acqua oggetto di indagine. Molto spesso le condizioni di maggiore rischio si verifichino in corrispondenza degli attraversamenti realizzati in alvei alluvionati larghi, ovvero caratterizzati da larghezze del letto grandi, o molto grandi, rispetto al flusso idrico in essi defluenti. In detti alvei frequentemente si verificano incisioni non trascurabili e tali da provocare, durante gli eventi di piena, angoli di attacco della corrente sul manufatto marcatamente non nulli. Sono inoltre molto frequenti situazioni di erosione generalizzata spesso dovuta o al restringimento d alveo indotto dall attraversamento, o ad improprie opere di sistemazione, o ad altri interventi antropici. In tali situazioni, alla probabile condizione di angolo di attacco non nullo si aggiunge la probabile venuta a giorno delle strutture di fondazione, fenomeno che, seppure contenuto, comporta un incremento della superficie di impatto della corrente sul manufatto, con conseguente amplificazione dei fenomeni erosivi locali che, com è ben noto, risultano fortemente dipendenti dalla larghezza efficace dell'opera. Criticità dovute ad angolo di attacco non nullo Le fotografie in figura 1 si riferiscono ad un attraversamento stradale sul Fiume Basento in località Ferrandina. La concomitanza di processi erosivi generalizzati e localizzati ha comportato fenomeni di escavazione particolarmente intensi sul fronte di monte di una delle pile centrali, compromettendo l integrità strutturale dell intero ponte. L angolo di incidenza della corrente sulle strutture risulta evidentemente non nullo come mostrato nella figura 1b, in cui il sovralzo locale della corrente impattante sul corpo pila si estende per circa i 2/3 della dimensione maggiore di questa nel piano orizzontale. Tale angolo, addirittura prossimo a 90, amplifica notevolmente il potere erosivo della corrente che, come già ricordato, cresce con l aumentare della larghezza dell ostacolo investito.

22 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Fig. 1a. Attraversamento sul Fiume Basento in località Ferrandina: vista da monte (è evidente il cedimento subito dalla pila centrale). Fig. 1b. Attraversamento sul Fiume Basento in località Ferrandina: interazione pila-corrente.

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 23 La fotografia in figura 2 si riferisce ancora ad un attraversamento sull asta principale del Fiume Basento in località Grottole. In questo caso i fenomeni erosivi localizzati sono particolarmente intensi in corrispondenza di una delle pile poste sul piano golenale sinistro rispetto all attuale incisione d alveo in cui defluiscono le portate di magra. Anche in tale situazione l azione scalzante delle correnti di piena risulta amplificata da un angolo di impatto decisamente a 90, provocato questa volta non da un evoluzione planimetrica d alveo, come nel caso precedente, ma da un imprudente incastellatura di sostegno di una delle campate del ponte. Tale struttura infatti, a causa del materiale di vegetazione che in essa vi rimane intrappolato, devia parte della corrente di piena verso la pila immediatamente alla sua sinistra, provocando lo sviluppo di una fossa di erosione a geometria allungata nella direzione ortogonale a quella prevalente del moto. Sebbene il caso descritto possa sembrare particolare, in realtà esso rientra nella casistica delle alterazioni locali del campo di moto in prossimità di un attraversamento, per effetto di cospicui depositi detritici al piede dei suoi elementi strutturali. Fig. 2. Attraversamento sul Fiume Basento in località Grottole: erosione localizzata nell'intorno di una pila.

24 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Criticità indotte da opere di sistemazione trasversali Durante la campagna di indagini in sito si è constatato come alcune situazioni di criticità siano imputabili ad una migrazione planimetrica del corso d'acqua in seguito alla realizzazione di briglie in corrispondenza o immediatamente a valle dell'attraversamento. In particolare, le fotografie riportate in figura 3, relative ad un viadotto sul Fiume Basento in località Calciano, documentano l'effetto combinato dell'erosione localizzata e della migrazione planimetrica del corso d'acqua, in corrispondenza dei plinti di fondazione di alcune pile circolari. La migrazione d'alveo ha provocato la venuta a giorno di strutture di fondazione non sufficientemente protette. In pratica, la briglia, realizzata a protezione dell'attraversamento, ha finito paradossalmente per provocare i fenomeni erosivi responsabili del danneggiamento della struttura. Tanto si evince dalla figura 3a, in cui si è riportato uno stralcio della cartografia in scala 1:2000 realizzata negli anni 90. Con la lettera A si è indicato l alveo di magra del corso d acqua così come desumibile da detta cartografia. Sullo stesso stralcio, ma con gradazioni di grigio diverse, sono riportati gli andamenti planimetrici d'alveo dedotti sia da un ortofotocarta in scala 1:10000, realizzata sulla base di rilievi eseguiti nel 1986 (tratto contrassegnato con la lettera B) e sia da un dettagliato rilievo topografico effettuato nel giugno del 2000 (tratto contrassegnato con la lettera C). C B A a) Fig. 3a. Viadotto sul Fiume Basento in località Calciano: evoluzione planimetrica d'alveo.

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 25 Fig. 3b. Viadotto sul Fiume Basento in località Calciano: venuta a giorno dei plinti e dei pali di fondazione di due pile del viadotto. La foto in figura 4 documenta il crollo di un attraversamento carrabile, sebbene di dimensioni ristrette, costruito sul Torrente Riofreddo (affluente in destra del Fiume Basento). Tale crollo, verificatosi in seguito all'evento di piena del dicembre 1997, è da attribuirsi ad un effetto combinato di erosione localizzata e di erosione generalizzata che, anche in questo caso, si è esplicata in una profonda incisione d alveo, conseguenza dell aggiramento di una briglia posta in corrispondenza del ponte ed impegnante soltanto parzialmente l intera larghezza del greto. Fig. 4. Crollo di un attraversamento carrabile sul Torrente Riofreddo.

26 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Criticità per erosione da restringimento e localizzata La foto in Figura 5a documenta il cedimento di una delle pile di un attraversamento sul Torrente Camastra (affluente del Fiume Basento), il cui restringimento indotto risulta ben evidente dall'ortofotocarta in Figura 5b. Analisi idrologiche ed idrauliche applicate all asta fluviale in questione hanno evidenziato, già con portate relative a periodi di ritorno intorno ai 2 anni, un innalzamento dei tiranti idrici immediatamente a monte dell attraversamento ed il passaggio della corrente fra le pile in condizioni di stato critico, con incremento degli sforzi tangenziali al fondo e conseguente venuta a giorno dei plinti di fondazione. Ciò ha comportato un'intensificazione dei fenomeni erosivi localizzati dovuta alla maggiore superficie d'impatto opposta dal complesso pila-fondazione ed il conseguente cedimento di una delle pile. Fig. 5a. Attraversamento sul Torrente Camastra: vista da valle (è evidente il cedimento della pila in sinistra idraulica). Fig. 5b. Restringimento dell alveo indotto dall attraversamento (stralcio ortofotografico).

L attività di Polizia idraulica e di controllo sul territorio 27 È opportuno evidenziare, inoltre, come recenti prove sperimentali, condotte presso l Università della Basilicata, hanno dimostrato che nel caso di correnti bidimensionali, come generalmente accade negli alvei alluvionati larghi, sono sufficienti gradi di esposizione delle fondazioni minimi, se non addirittura nulli, perché l'erosione localizzata risulti molto prossima a quella di una pila con larghezza pari alla larghezza della struttura di fondazione.