- 1 - UNITÀ DELLA PARROCCHIA INTORNO AL PROGETTO



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Transcript:

SPUNTI DI RIFLESSIONE SULLO STATO DELL ARTE CIRCA IL PROGETTO CATECHISTICO-EDUCATIVO DIOCESANO PREMESSE 1. L attuale anno pastorale 2015-2016 dovrà essere dedicato, dal punto di vista che ci riguarda, ad una assimilazione capillare e condivisa a livello di catechisti-educatori e, possibilmente, delle comunità parrocchiali sul senso del rinnovamento in atto, sia per quanto riguarda lo spostamento dell età della Cresima sia per quanto riguarda tutto ciò che colleghiamo abitualmente alla parola oratorio. 2. Priorità assoluta va data a un attività costante di ascolto, animazione e verifica a livello di Parroci e Sacerdoti a cui spetta la promozione e l animazione dell iniziativa. 3. Nel contempo sarà offerta la disponibilità di piccole équipe dell UCD a rendersi presenti, là dove invitate, per un servizio di accompagnamento, nei tempi e nei modi che saranno concordati con le rispettive comunità, per sostenere il progetto. 4. Momento importante per una prima verifica sarà il convegno del 20 febbraio 2016, che l UCD preparerà con questionari e sussidi, utili a fare il punto della situazione. 5. Vi presento infine i punti di riflessione circa una possibile scaletta da diluire nei tempi e nei modi che si riterranno opportuni in riferimento alle varie comunità educative. Li articoliamo secondo una triplice suddivisione. - 1 - UNITÀ DELLA PARROCCHIA INTORNO AL PROGETTO 1. La questione del rinnovamento della catechesis non riguarda solo i cirenei incaricati di dar vita all oratorio ma tutta la Parrocchia nel suo insieme, tutti i catechisti, tutta la comunità parrocchiale. 2. L azione è efficace se educatori, catechisti ed altri attori lavorano insieme in maniera veramente collaborativa. Dovrebbe essere rivolta una particolare cura a questo aspetto, mettendo in atto azioni concrete volte a sensibilizzare le persone su questo argomento, valutare come ci si sente di fronte a questa affermazione by-passando i 1

luoghi comuni e scendendo nel concreto di come si manifesta tale unità, diffondere una cultura di collaborazione utile a superare le gelosie, confrontarsi sui progetti coinvolgendo anche gli altri gruppi in modo da sostenersi vicendevolmente. Gli educatori/animatori devono essere sostenuti durante la loro attività, deve essere dedicato tempo non solo per la formazione, ma anche per la creazione di un clima fraterno di armonia e collaborazione tra le varie persone impegnate (in tal senso sono essi stessi, come gruppo, oggetto di una educazione ). 3. Dovrà essere rivolta una particolare attenzione al coinvolgimento delle famiglie. - 2 - IDENTITÀ DEL CATECHISTA COME EDUCATORE 1. Si è catechisti per vocazione e come grazia, innanzitutto al servizio della nostra storia con il Signore. 2. Si è catechiesti-educatori a nome della Parrocchia della quale è indispensabile sentirsi Pietre Vive a livello di partecipazione, condivisione, crescita e formazione permanente. 3. L integrazione fra la dimensione catechistica e la dimensione educativa deve costituire una preoccupazione costante sia per i catechisti dei corsi di preparazione ai Sacramenti dell Iniziazione Cristiana, sia per i responsabili dell oratorio. 4. Essa fa parte infatti dell inscindibile binomio fede-vita che dobbiamo sempre avere dinnanzi. 5. Si può essere catechista/educatore se si fa proprio il concetto che le persone con le quali dobbiamo instaurare una relazione educativa non sono cosa nostra, utili alla nostra affermazione personale, ma ci sono affidate dalla comunità e a questa andranno, in un certo senso, restituite. Si può essere educatori se si fanno proprie le peculiarità fondamentali di tale figura (non se si possiedono, ma se si ritengono valide, si accettano e quindi nel tempo si impara ad acquisirle e migliorarle) e ci si impegna a valutarsi (magari confrontandosi con altri) se il nostro agire meglio, il nostro pensare è vicino a tali peculiarità o invece insegue altre direzioni. 6. Quanto più i ragazzi crescono, tanto più hanno bisogno di figure educative giovani. 2

- 3 - PROBLEMI METODOLOGICI E MODALITÀ OPERATIVE 1. Esigenza di chiarezza sullo sviluppo del progetto a) Il catechismo in preparazione alla prima Comunione prosegue come sempre, sollecitando le Parrocchie che lo credono opportuno a sviluppare la preparazione del corso in tre anni (3-4 - 5 elementare). b) Proseguire la preparazione alle Cresime dei gruppi già iscritti e in corso di svolgimento, senza ulteriore iscrizione nel corrente anno 2015-2016. c) La proposta dell oratorio è in primo luogo necessaria per le fasce d età che hanno già celebrato la prima Comunione e non vengono per ora iscritte alla Cresima. d) Si tratta, comunque, di un iniziativa destinata anche ad altre fasce d età, sia più basse sia più alte. 2. Deve risultare con assoluta chiarezza che qui non si tratta di rinunciare all annuncio del Vangelo per nessuna categoria di ragazzi ma di rilanciarlo in modo più idoneo e incisivo nella loro situazione di vita. 3. Mentre la gestione operativa della proposta è da sviluppare singolarmente in ogni Parrocchia, il processo di programmazione può essere svolto anche a livello interparrocchiale come sostegno reciproco e scambio di idee ed esperienze. È opportuno, lì dove si presentino le possibilità, proporre anche una collaborazione tra parrocchie nella fase operativa: oratorio estivo, grest estivo e invernale, campi scuola, etc. 4. Ogni parrocchia ha, ovviamente, le proprie realtà diverse da quelle di altre parrocchie. E opportuno che il progetto oratorio, pur seguendo le indicazioni generiche della diocesi, venga gestito dalla parrocchia, tenendo in conto di quanto detto sopra. Tuttavia, è altresì opportuno pensare ad un certo coordinamento a livello interparrocchiale e anche perché no a livello vicariale. Lo scambio di esperienza tra educatori-animatori di più parrocchie potrebbe essere di aiuto non indifferente! Sarà compito dei parroci delle parrocchie in questione promuovere ed attuare tali iniziative. 5. Sarà importante nel corso dell incontro fra UCD e comunità educative parrocchiali sottolineare necessità e modalità di un metodo di lavoro caratterizzato da collegialità, gradualità, programmazione e verifica. Sarebbe qui importante distinguere tra due categorie: 3

a) Parrocchie dove la realtà Oratorio non è mai esistita. Queste avvertono maggiori difficoltà ad avviare il processo per varie ragioni: Difficoltà di trovare giovani da coinvolgere nel progetto Diffidenza dei genitori Catechisti che resistono alle novità, perché proprio non sanno in che cosa consiste il progetto. Gli stessi pastori sono incerti dell esito del progetto e preferiscono fare quello che si è sempre fatto. Tali parrocchie hanno più bisogno dell assistenza della PG e dell UCD. b) Parrocchie che hanno già l esperienza dell Oratorio. Meritano incoraggiamento e potrebbero diventare modello per le altre. 6. Il momento qualificante dell incontro sarà costituito da una riflessione sul modo di costruire un progetto educativo per l oratorio, a partire dalle seguenti considerazioni e da altre che si potranno ritenere opportune: a) Individuazione di obiettivi, priorità e proposte relative alle varie fasce d età per le quali si richiedono differenti modalità di lavoro. b) Necessità di programmare in prospettiva annuale fornendosi di vari strumenti e sussidi che ci possono aiutare, prevedendo momenti di valutazione e di verifica. c) Allenarsi al ragionamento educativo ossia alla coordinazione fra obiettivi, relazioni educative verticali e comunitarie orizzontali, animazione, attività pratiche (gioco, festa, espressioni artistiche, etc.). Allenarsi al ragionamento educativo è anche, e soprattutto per noi, acquisire la capacità di educare attraverso il Vangelo. d) Il filone di educazione alla fede dovrà essere sempre sviluppato nel contesto e in rapporto alle dimensioni appena esposte. 7. È bene tenere presenti alcuni aspetti sottolineati dai relatori del recente percorso di formazione sull oratorio: a) Educazione integrale della persona: Unificazione della persona: aiutare i ragazzi a trovare l unità della loro persona, un filo rosso che gli permetta di essere sempre gli stessi in tutte le situazioni. Cosa c entra la fede con la mia vita e con le esperienze che faccio? La vita di fede è anzitutto vita: la vita del ragazzo non può essere abbracciata solo con la catechesi. Il Vangelo va gustato in un esperienza di oratorio annuale ed estivo, di campo scuola senza questo annuncio implicito, l annuncio del Vangelo diventa volgare e violento. Questo non vuol dire, naturalmente, che ora ci dobbiamo buttare a giocare e a non fare altro, verso un divertimento senza un fine! 4

Attenzione complessiva a vari ambiti: proprio perché c è bisogno di questo annuncio implicito, e proprio perché la vita di fede è anzitutto vita (e vita da unificare) è onesto dare risposta alla complessità della vita con una complessità di proposte, di ambiti: catechesi, introduzione alla preghiera, sport, doposcuola, feste, musica, arte, racconto, campi scuola, condivisione del pasto, vita commune, et. L oratorio è strumento che deve tener conto delle dinamiche pedagogiche delle differenti fasce d età: il Vangelo ha la sua forza ma deve essere annunciato in una lingua che si capisca. Parliamo, soprattutto, del Vangelo in modo da rispondere alle esigenze del cuore delle persone a cui parliamo? b) Dobbiamo dire ai ragazzi che la vita tende verso un compimento, verso la realizzazione di una vocazione: non è vero che lo stereotipo dell uomo felice è l adolescente che non conosce ancora molto della vita, ha molto tempo libero, non ha molti pensieri, non ha deciso un granché della sua vita la giovinezza finisce quando si scopre la propria vocazione e si cerca di realizzarla, di viverla. c) Verso una capacità autoriflessiva: dobbiamo aiutare i ragazzi a pensare, a riflettere e a riflettersi, altrimenti non si formeranno mai in loro le domande di senso che li porteranno a domandarsi Cosa vuoi, Signore, da me?. Non devono trovare subito la risposta ma almeno farsi la domanda: è davvero questa la premessa per interpretare la voce di Dio. d) Perché tutto questo si attui è fondamentale la formazione di educatori, di animatori e di catechisti. Quando si parla di formazione non dobbiamo pensare soltanto all apprendimento di contenuti ma, soprattutto, alla acquisizione di capacità: capacità di un autentica e trasparente relazione educativa, capacità di fare domande che suscitano curiosità/desideri/interesse e che portano all autoriflessione ( dimmi che domande fai e ti dirò che educatore sei : non si diventa educatori se si sanno tutte le risposte ma se si è capaci di fare domande), capacità di ascolto e di riflessione, libertà di movimento in diversi contesti, etc. Chi è l educatore che vuole accompagnare il ragazzo? Perché lo fa? Vuole tirare fuori il meglio del ragazzo o lo fa per se stesso? Chi deve fare felice? Il ragazzo o se stesso? 5